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Conta, in prima luogo l'interdipendenza economica tra i due giganti che da qualche decennio struttura quel fenomeno che abbiamo conosciuto come \"globalizzazione\", basato sui due macro-fenomeni: una corposa delocalizzazione delle produzione verso il polo asiatico (centro cinese); una sempre maggiore finanziarizzazione dell'economia euro-atlantica (polo statunitense). Questa interdipendenza è ancora più evidente se si osserva il livello degli scambi delle merci ad alto contenuto di tecnologia incorporata, dove l'uno e il maggiore cliente dell'altro, e viceversa. Si tratta però di un equilibrio perennemente instabile e a-simmetrico, che in questo momento storico viene rimesso in discussione da una Cina sempre meno disponibile a restare confinata negli scalini più bassi della scala del valore.\r\n\r\nL'uscita politicamente ben orchestrata delle nuova intelligenza artificiale Made in China DeepSeek ha causato profondi tonfi nelle borse statunitensi ma, a differenza del passato (vedi crisi dei subprime, 2008) questa volta l'innesco è stato estern, cinese appunto, e non interno alle dinamiche della finanziarizzazione americano-centrica. Dopo qualche decennio di osservazione sui meccanismi predatori della finanza a stelle e strisce , i cinesi hanno imparato a condurre, pro domo loro, la guerra finanziaria e ne hanno fornito un primo assaggio ai competitor strategici. Tra le realtà più colpite, oltre alla ben nota Chat GPT c'è anche la più nascosta, e meno conosciuta dai non addetti ai lavori, Palantir, specializzata nel servizio di controllo e fornitura dati, all'interno di quello che potremmo chiamare paradigma del \"capitalismo della sorveglianza\" e della \"guerra ibrida\". Il CEO di questa azienda, Peter Thiel, già fondatore di PayPal autore di diversi manifesti politici tecno-reazionari, si è preso il compito nell'ultimo lustro di dare una strigliata ideologica (e politica) alla Silicon Valley libertaria e rizomatica degli anni '90 per intrupparla in un nuovo corso dove devono essere chiare le gerarchie e le finalità (nemesi) politiche.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Silvano Cacciari, ricercatore presso il NAFF dell'Università di Firenze e il CheerLab dell'Università di Prato\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/cacciari_AI_CHina_Russia_26_2_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","26 Febbraio 2025","2025-02-26 19:47:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Schermata-del-2025-02-26-17-25-25-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"229\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Schermata-del-2025-02-26-17-25-25-300x229.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Schermata-del-2025-02-26-17-25-25-300x229.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Schermata-del-2025-02-26-17-25-25.png 337w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Rottura e interdipendenza: la partita tecnologica tra Usa e Cina",1740595278,[134,135,136,137,138],"http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/deepseek/","http://radioblackout.org/tag/intelligenza-artificiale/","http://radioblackout.org/tag/palantir/","http://radioblackout.org/tag/usa/",[140,141,142,143,144],"cina","deepseek","intelligenza artificiale","Palantir","USA",{"post_content":146},{"matched_tokens":147,"snippet":148,"value":149},[73],"sui due macro-fenomeni: una corposa \u003Cmark>delocalizzazione\u003C/mark> delle produzione verso il polo","La competizione strategica tra Cina e Stati Uniti è più complessa e meno lineare di come viene solitamente rappresentata dai media generalisti. 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Una prospettiva improbabile a cui neanche Salvini e Meloni in campagna elettorale hanno mai provato a ipotizzare.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nQuesti limiti della logistica e della produzione delle merci gli discutiamo con Nicolò Cuppini del collettivo di ricerca Into The Black Box.\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/nicolo-cuppino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nUn mondo che cambia anche nella sua composizione di lavoratori dove le persone richiedenti asilo stanno ingrossando le fila della forza lavoro impiegata nei poli della logistica. Simbolo di questo cambiamento è Yaya Yafa, ucciso dal lavoro durante il suo terzo giorno di impiego, dopo alcune settimane dalla sua morte scattiamo una fotografia sulla precarietà nei magazzini partendo da due contributi di connessioni precarie e coordinamento migranti di bologna.\r\n\r\nIl racconto di questo spaccato di lavoratori e lavoratrici supera il vittimismo con cui spesso ci si approccia alle storie dei migranti per provare a collettivizzare la forza di queste esperienze di lotta. 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Ora è sempre più arduo contrapporsi al capitalismo nell'era del neoliberismo, ma esistono ancora realtà coraggiose di lavoratori che si mobilitano per difendere la loro esistenza attraverso la preservazione del loro lavoro, proteggendo se stessi anche da chi dovrebbe rappresentare i loro interessi e invece firma accordi fasulli, come in questo caso è avvenuto da parte di Cgil-Uil; addirittura un compagno è stato querelatoper un'intervista dal sindacato concertativo, anzi si registrano ramanzine da parte del sindacato verso chi cerca di discutere l'ingresso dei crumiri (alcuni dei quali sono persino nell'elenco dei licenziandi), non solo: non dovrebbero nemmeno scioperare.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Paolo, lavoratore della conceria lombarda:\r\n\r\ncinisello","27 Maggio 2017","2017-05-31 12:03:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/alfredo-motta-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"161\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/alfredo-motta-300x161.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/alfredo-motta-300x161.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/alfredo-motta.jpg 680w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lotta di classe a Cinisello: Conceria Motta, l’ennesimo attacco al mondo del lavoro",1495893797,[202,203,204],"http://radioblackout.org/tag/cinisello/","http://radioblackout.org/tag/conceria-motta/","http://radioblackout.org/tag/lotta-di-classe/",[25,33,206],"lotta di classe",{"post_content":208},{"matched_tokens":209,"snippet":210,"value":211},[73],"Licenziamento di 21 lavoratori e \u003Cmark>delocalizzazione\u003C/mark> (in Spagna, dove c’è già","Licenziamento di 21 lavoratori e \u003Cmark>delocalizzazione\u003C/mark> (in Spagna, dove c’è già una conceria Motta)... uno stillicidio di smantelalmento dell’industrializzazione italiana che si va ripetendo dal momento in cui la globalizzazione ha travolto i rapporti di lavoro e di produzione come si ricordavano quando la lotta di classe si poteva ancora fare ad armi pari. 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L’analisi è dell’Istat: si tratta di 3 milioni e 487 mila persone (212 mila in più su base annua).\r\nDallo studio emerge anche che, per quanto riguarda i giovani tra i 15 e i 25 anni, nello stesso lasso di tempo il tasso di disoccupazione è salito al 46%.\r\n\r\nSono 113 mila in più (+4,8%) rispetto allo scorso anno i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano: sono i Neet (Not (engaged) in Education, Employment or Training), giovani disoccupati o inattivi, saliti a 2 milioni e 442 mila unità nel primo trimestre del 2014.\r\n\r\nÈ nel Mezzogiorno che il tasso di disoccupazione raggiunge la percentuale più alta: nel primo trimestre del 2014 tocca quota 21,7%, fra i giovani tra i 15 e i 24 anni sale al 60,09%. Nel Sud Italia sono 347 mila i ragazzi in cerca di lavoro, pari al 14,5% della popolazione giovanile.\r\n\r\nIn crescita anche il numero degli scoraggiati: sono le persone che hanno smesso di cercare impiego, in tutto 1,948 milioni solo nel primo trimestre del 2014, il valore più alto dal 2004 con un aumento di 277 mila unità (il 16,5%) rispetto all’anno precedente.\r\n\r\nQuesti i dati diffusi ieri dall'Istat, cui vanno aggiunti i tanti part-time obbligati, tracciano un quadro che mostra come la disoccupazione sia divenuto un dato strutturale in un paese, dove delocalizzazione, aumento della precarietà e dell'orario di lavoro reale, sono elementi che vanno ben oltre l'attuale congiuntura economica.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cosimo Scarinzi. Ascolta la diretta:\r\n\r\nscarinzi_istat","4 Giugno 2014","2014-06-09 12:24:57","Disoccupazione. 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Così l'incipit di una vecchia canzone di migranti italiani nel paese elvetico.\r\nLa recente consultazione che ha reintrodotto le quote di ingresso per gli immigrati pare riportare indietro le lancette dell'orologio.\r\nLe dinamiche, soprattutto culturali, che hanno permesso la vittoria, sia pure di misura, delle istanze dei partiti di destra, sono tuttavia molto differenti.\r\nI sì alla chiusura delle frontiere hanno toccato quote vicine al 70% nelle zone di frontiera con l'Italia e la Germania, come il Ticino e la Turgovia. Il provvedimento colpisce soprattutto gli immigrati dai paesi UE, che sinora godevano della possibilità di circolare liberamente in Svizzera.\r\nL'esito della consultazione mette in difficoltà la Svizzera, pressata dagli imprenditori, cui fa comodo la manodopera a poco prezzo e incalzata dall'UE che promette ritorsioni.\r\nL'Unione Europea, per bocca della presidenza greca, ha detto chiaro alla Svizzera che non può prendersi il bambino e buttare l'acqua sporca. Gli accordi bilaterali sottoscritti da Berna prevedono infatti sia la libera circolazione del capitali che degli esseri umani. Colpisce che un rappresentante dell'Europa di Schengen, dell'Europa fortezza, rinfacci alla Svizzera l'arroccamento nel proprio castello montano. \"Si è sempre i terroni di qualcun altro\", questa verità, scriveva ieri sulle pagine del Manifesto \"Alessandro Dal Lago\" è dimostrata dal voto svizzero.\r\n\r\nLa vittoria degli xenofobi, sia pure di misura, è frutto della paura dell'ignoto, del timore che l'attuale benessere possa finire, che le frontiere siano barriere dietro cui difendersi.\r\nLe dinamiche della globalizzazione sinora hanno favorito la Svizzera, tuttavia la consapevolezza che scelte di delocalizzazione e deindustrializzazione potrebbero non ignorare i cantoni di quest'angolo di Europa, genera mostri.\r\nIl paragone più immediato è con la Lega Nord, il cui massimo consenso, specie in Lombardia e Veneto è stato raccolto prima della crisi, quando l'economia del nord est, tra iperfruttamento di lavoratori immigrati e basso livello tecnologico, andava ancora a gonfie vele, assurgendo a paradigma dell'operosità padana, contrapposta all'indolenza meridionale.\r\nParadigmi razzisti che non hanno retto alla crisi, ma si sono nutriti di una paura che mirava all'immigrato, perché il popolo \"leghista\" non poteva certo smontare il meccanismo capitalista, perché avrebbe significato azzannare il proprio stesso cuore.\r\n\r\nOggi in Ticino la crescita di medie e piccole aziende è conseguenza e non causa dei bassi salari dei lavoratori provenienti dalla Lombardia. Immigrati giovani o frontalieri, che in Svizzera lavorano ma non risiedono, fanno girare più veloci gli ingranaggi del paese, versando contributi, che sono linfa vitale in un paese in cui l'età media è decisamente elevata.\r\n\r\nNegli anni Settanta vi era un razzismo volgare ed esplicito. Come dimenticare le scritte nei bar di Zurigo \"vietato l'ingresso ai cani e agli italiani\"?\r\nOggi siamo di fronte ad un atteggiamento più genericamente xenofobo, di arroccamento identitario, nei confronti di \"un'invasione\" che metterebbe a repentaglio sicurezze e valori acquisiti.\r\nLa spinta all'esclusione si è rinforzata intrecciandosi con il tema squisitamente ecologista della difesa del territorio dalla cementificazione.\r\nLa Svizzera profonda, impregnata di miti pastorali, di purezza dell'aria e dei costumi alza un muro. Contro la propria paura.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Peter Schrembs del circolo \"Carlo Vanza\" di Lugano e con Alessandro Dal Lago docente all'Università di Genova.\r\n\r\nAscolta la diretta con Peter Schrembs:\r\n\r\npeter_svizzera\r\n\r\ne quella con Alessandro Dal Lago:\r\n\r\ndal lago_svizzera","12 Febbraio 2014","2014-02-17 13:39:26","Svizzera a braccia chiuse",1392220829,[255,256,257,258],"http://radioblackout.org/tag/frontalieri/","http://radioblackout.org/tag/immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/svizzera/","http://radioblackout.org/tag/xenofobia/",[31,260,261,262],"immigrazione","svizzera","xenofobia",{"post_content":264},{"matched_tokens":265,"snippet":266,"value":267},[73],"la consapevolezza che scelte di \u003Cmark>delocalizzazione\u003C/mark> e deindustrializzazione potrebbero non ignorare","\"La Svizzera ci accolse a braccia chiuse\". 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Fare attenzione all’ordine di senso attraverso cui la brutalità di frontiere e detenzione si esplica sul piano geopolitico – e non solo – vuol dire però ricordarci anche come l’oppressione lungo la linea del colore incorpori un’implicita gerarchia della bianchezza dentro la quale Storia, Colonia e brutalità del capitalismo neo-liberale sono ingredienti fondamentali.\r\n\r\nDi tutto questo e altro abbiamo parlato in una interessante diretta con una compagna da Milano ai microfoni di Harraga.\r\n\r\nAscolta il podcast qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/ALBANIA21.6.2024.mp3\"][/audio]","8 Luglio 2024","2024-07-08 23:33:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/melonirama-200x110.jpg","AGGIORNAMENTI DALL’ALBANIA E L’ESTERNALIZZAZIONE DELLA DETENZIONE AMMINISTRATIVA","podcast",1720481619,[312,313],"http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/detenzione/",[292,294],{"post_content":316},{"matched_tokens":317,"snippet":318,"value":319},[73],"diamante della linea europea di \u003Cmark>delocalizzazione\u003C/mark> della detenzione e della tortura","A inizio Giugno 2024 Giorgia Meloni si è recata in Albania dove è stata accolta – scalzando le voci di protesta locali – tra fanfare (neo)coloniali tese a ribadire come il famoso accordo Rama-Meloni – su frontiere e CPRI – altro non sia che la punta di diamante della linea europea di \u003Cmark>delocalizzazione\u003C/mark> della detenzione e della tortura “amministrativa”; nonché la riconferma del florido stato di salute del concetto di Colonia.\r\n\r\nMentre alle porte dell’Europa si dà un genocidio algoritmico mandato in mondovisione e volto al sadico perfezionamento del colonialismo di insediamento israeliano, in Albania si ritualizza simbolicamente l’utilizzo di un linguaggio coloniale che riconfermi le priorità europee in termini di brutale annientamento dell’eccedenza umana del capitalismo.\r\n\r\nDire che nei CPR si tortura e che da essi si viene deportati non basta.\r\n\r\nI CPR sono strutture fondamentali nel garantire il perpetuarsi di un ordine coloniale alimentato – oggi, anche – da una soffocante retorica bellica sul nemico interno. 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Abbiamo provato a ricostruire il processo guidato dalla Germania che a partire dalla riunificazione, attraverso un vasto programma di politiche economiche, ha portato alla costruzione del cosiddetto blocco tedesco, ovvero un'ampia area di Paesi ad ovest e ad est della Germania, che formano una specialissima area di integrazione economica, costituita da enormi flussi commerciali, hub logistici, poli industriali, infrastrutture, siti di delocalizzazione o reshoring. Ad Ovest della Germania abbiamo sostanzialmente Austria, Svizzera, Belgio e Olanda. Ad Est Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia e Polonia. La Slovacchia, per dire, ha raggiunto una struttura quasi monoproduttiva, funzionalizzando completamente la propria industria meccanica al settore dell'automotive tedesco. Dal 2021 il commercio tedesco in entrata e uscita con la Polonia ha superato il volume complessivo dei commerci con l'Italia. Le forze dinamiche di questo blocco hanno la particolarità di rivolgersi con forza verso la Cina, mentre in questa dinamica la Russia ha svolto sino ad oggi un ruolo cruciale di ponte, ruolo che la guerra sta inesorabilmente distruggendo. Uno \"spazio economico\", questo, che non ha alcuna connotazione politica particolare, avverte lo stesso Halevi, e ciò appare chiaro dal fatto che la guerra non ha solo scombinato giochi e flussi, ma ha anche esacerbato le tensioni tra il blocco dei vecchi satelliti sovietici e l'antico padrone russo.\r\n\r\nGiungono sparute notizie sulla cosiddetta controffensiva ucraina, che come era prevedibile non ha un impatto strategico sul futuro della guerra ma il solo scopo di sfiancare economicamente e politicamente i russi a costi umani esorbitanti. Nel frattempo i falchi volano sempre più bassi: le ultime dichiarazioni di quel sociopatico guarrafondaio di Rasmussen minacciano un ingresso in guerra di Baltici e Polonia al di fuori dell'articolo 5 della Carta della Nato, nel caso al vertice di Vilnius non emerga concretamente la possibilità di un ingresso dell'Ucraina nell'Alleanza Atlantica.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/fine-della-storia-1306.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nJoseph Halevi - Il neomercantilismo tedesco alla prova della guerra\r\n\r\n Giacomo Mariotto - La Germania inerte\r\n\r\nMario Deaglio - Ecco perché è iniziato il crepuscolo della globalizzazione\r\n\r\nPaul Street - The Continuing Carnage in Ukraine\r\n\r\nNato members may send troops to Ukraine, warns former alliance chief","14 Giugno 2023","2023-06-16 11:32:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/1686691098504-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #22 - IL BLOCCO TEDESCO ALLA PROVA DELLA GUERRA",1686757593,[],[],{"post_content":339},{"matched_tokens":340,"snippet":341,"value":342},[73],"poli industriali, infrastrutture, siti di \u003Cmark>delocalizzazione\u003C/mark> o reshoring. 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Infati per i comuni di Torino, Napoli, Reggio Calabria e Palermo, ha causa del loro forte indebitamento pubblico, è previsto un piano ventennale di austerity, dall'articolo:\r\n\r\n\"Come si può ben vedere, più che ad una relazione fra istituzioni, siamo di fronte ad un vero e proprio commissariamento da parte di uno Stato trasformatosi in Troika di quattro grandi città metropolitane, improvvisamente trasferite nella penisola ellenica.\r\n\r\nE si ripete il copione dell’intangibilità del debito, scaricato sugli abitanti dei territori in termini di aumento di imposte e tariffe, di messa sul mercato dei beni comuni, di riduzione dei servizi pubblici e conseguente privatizzazione.\r\n\r\nIl tutto avviene con la complicità delle amministrazioni locali, che corrono a firmare i cosiddetti piani di risanamento, invece di pretendere e rivendicare dallo Stato un intervento già previsto dalla normativa e volutamente disatteso da oltre due anni: l’accollo da parte dello Stato di tutti i mutui degli enti locali, la gran parte dei quali contratti con Cassa Depositi e Prestiti, al fine di ridurne drasticamente gli interessi –oggi da usura- che gravano sui bilanci dei Comuni.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/F_m_22_02_Marco-Bersani-ATTAC-su-debito-comuni.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto con Daniele ex lavoratore dell'Embraco di Chieri, con il quale abbiamo voluto ripercorrere le tappe di quella che è stata la storia di una grande sconfitta per quasi 400 persone che a causa dell'ennesima delocalizzazione in ambito industriale, hanno perso il lavoro. Questo ex operaio ci darà il suo personale punto di vista su come si è svolta questa lunga battaglia durata più di 4 anni, che non ha caso ha sfibrato e portato alla rassegnazione chi si è visto prima promettere tanto e poi non ottenere pressochè nulla. Infatti si sono susseguiti ben 4 ministri per lo sviluppo economico con la ricetta pronta per la salvezza di questa importante azienda piemontese, ricetta che si è rivelata essere, fuffa nel migliore dei casi. Un caso che torna a farci riflettere sul peso e la consistenza della nostra classe politica, sindacale ed industriale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/F_m_22_02_Lavoratore-ExEmbraco-su-triste-epilogo-vicenda.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","25 Febbraio 2022","2022-02-25 19:27:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/274059052_2117581105086821_1226334496159790639_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 22/02/2022",1645816925,[],[],{"post_content":362},{"matched_tokens":363,"snippet":364,"value":365},[73],"persone che a causa dell'ennesima \u003Cmark>delocalizzazione\u003C/mark> in ambito industriale, hanno perso","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto con Lorenzo, del coordinamento migranti di Bologna che ci ha portato notizia di un fenomeno che sta avvenendo a Bologna ma anche in altre città di Italia, un po' a macchia di leopardo: la cacciata da parte dei richiedenti asilo dalle strutture di accoglienza e la richiesta di un rimborso spese per il servizio prestato.\r\n\r\nUn'aberrazione incredibile in quanto viene applicata a chi ha superato la soglia di reddito data dall'assegno sociale, ovvero 5900 euro annui, condizione economica misera per una persona che vuole vivere in una grande città come Bologna i quali costi degli affitti continuano a lievitare da anni. Importante è anche la stima del costo dei servizi di assistenza che si chiede ai migranti di restituire, si arriva fino ai 20.000 euro per avere avere la fortuna di essere stati ospitati magari in container sovraffollati e che non hanno potuto minimamente garantire la sicurezza sanitaria dei loro utenti durante il periodo di picco pandemico. Tutto questo permette anche di continuare lo sfruttamento coatto da parte di aziende che vanno a pescare nelle fila dei richiedenti asilo, che vengono di fatto riconosciute come creatrici di reddito degno, quando invece sappiamo quali sono le condizioni di lavoro e di precarietà che applicano a queste persone in difficoltà.\r\n\r\nPrima di lasciarvi ai contenuti di questa intervista chiediamo, a chiunque ne sia a conoscenza, di segnalare questo tipo di fenomeno alla pagina Facebook del coordinamento migranti Bologna, per organizzare una risposta unitaria a questa barbarie, come è stato il presidio organizzato il 19 Febbraio a Bologna davanti alla prefettura. Ecco il link della pagina FB https://www.facebook.com/coordinamentomigranti.bologna.7\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/F_m_22_02_Lorenzo-coordinamento-migranti-Bologna-espulsione-dai-CARA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Marco Bersani, autore dell'articolo \"Draghi ha nostalgia della Troika e Napoli (e non solo) diventa Atene\" sul sito \"attac-italia\", nel quale andiamo a scoprire il torbidissimo futuro che aspetta chi ha la \"fortuna\" di abitare in una città metropolitana Italiana. Infati per i comuni di Torino, Napoli, Reggio Calabria e Palermo, ha causa del loro forte indebitamento pubblico, è previsto un piano ventennale di austerity, dall'articolo:\r\n\r\n\"Come si può ben vedere, più che ad una relazione fra istituzioni, siamo di fronte ad un vero e proprio commissariamento da parte di uno Stato trasformatosi in Troika di quattro grandi città metropolitane, improvvisamente trasferite nella penisola ellenica.\r\n\r\nE si ripete il copione dell’intangibilità del debito, scaricato sugli abitanti dei territori in termini di aumento di imposte e tariffe, di messa sul mercato dei beni comuni, di riduzione dei servizi pubblici e conseguente privatizzazione.\r\n\r\nIl tutto avviene con la complicità delle amministrazioni locali, che corrono a firmare i cosiddetti piani di risanamento, invece di pretendere e rivendicare dallo Stato un intervento già previsto dalla normativa e volutamente disatteso da oltre due anni: l’accollo da parte dello Stato di tutti i mutui degli enti locali, la gran parte dei quali contratti con Cassa Depositi e Prestiti, al fine di ridurne drasticamente gli interessi –oggi da usura- che gravano sui bilanci dei Comuni.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/F_m_22_02_Marco-Bersani-ATTAC-su-debito-comuni.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto con Daniele ex lavoratore dell'Embraco di Chieri, con il quale abbiamo voluto ripercorrere le tappe di quella che è stata la storia di una grande sconfitta per quasi 400 persone che a causa dell'ennesima \u003Cmark>delocalizzazione\u003C/mark> in ambito industriale, hanno perso il lavoro. Questo ex operaio ci darà il suo personale punto di vista su come si è svolta questa lunga battaglia durata più di 4 anni, che non ha caso ha sfibrato e portato alla rassegnazione chi si è visto prima promettere tanto e poi non ottenere pressochè nulla. Infatti si sono susseguiti ben 4 ministri per lo sviluppo economico con la ricetta pronta per la salvezza di questa importante azienda piemontese, ricetta che si è rivelata essere, fuffa nel migliore dei casi. Un caso che torna a farci riflettere sul peso e la consistenza della nostra classe politica, sindacale ed industriale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/F_m_22_02_Lavoratore-ExEmbraco-su-triste-epilogo-vicenda.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[367],{"field":152,"matched_tokens":368,"snippet":364,"value":365},[73],{"best_field_score":156,"best_field_weight":157,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":158,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},6637,{"collection_name":309,"first_q":73,"per_page":274,"q":73},["Reactive",373],{},["Set"],["ShallowReactive",376],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fifClCWuU4XjRogMW_Mc73mdWePjMn1jK78KaD5bpdvU":-1},true,"/search?query=delocalizzazione"]