","Renzi: corsa al potere sempre più a destra",1392653769,[129,64,130,131],"http://radioblackout.org/tag/crisi-di-governo/","http://radioblackout.org/tag/pd/","http://radioblackout.org/tag/potere/",[133,70,134,135],"crisi di governo","pd","potere",{"post_content":137,"post_title":141,"tags":144},{"matched_tokens":138,"snippet":139,"value":140},[70],"si sposta sempre più a \u003Cmark>destra\u003C/mark>. Così come il PD, che","Abbiamo parlato questa mattina con il prof. Mastropaolo per provare a ragionare sulle ultime vicende italiche, la caduta del governo Letta, la crisi, il futuro governo in mano a Renzi e alla sua cricca che sembrano smaniose di arraffare tutto e subito.\r\n\r\nNessuna anomalia, è solamente l'Italia, in perfetta continuità con se stessa tra direttive europee, austerity, e con un nuovo governo \"tecnico o di servizio\" che si sposta sempre più a \u003Cmark>destra\u003C/mark>. Così come il PD, che a \u003Cmark>destra\u003C/mark> si trova già da tempo. Pochi margini di manovra e grandi proclami.\r\n\r\nAscolta l'interessante contributo di Alfio Mastropaolo\r\n\r\nalfio mastropaolo\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":142,"snippet":143,"value":143},[70],"Renzi: corsa al potere sempre più a \u003Cmark>destra\u003C/mark>",[145,147,149,151],{"matched_tokens":146,"snippet":133},[],{"matched_tokens":148,"snippet":86},[70],{"matched_tokens":150,"snippet":134},[],{"matched_tokens":152,"snippet":135},[],[154,159,161],{"field":40,"indices":155,"matched_tokens":156,"snippets":158},[99],[157],[70],[86],{"field":105,"matched_tokens":160,"snippet":143,"value":143},[70],{"field":108,"matched_tokens":162,"snippet":139,"value":140},[70],{"best_field_score":112,"best_field_weight":23,"fields_matched":113,"num_tokens_dropped":52,"score":114,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":52},{"document":165,"highlight":187,"highlights":199,"text_match":110,"text_match_info":205},{"cat_link":166,"category":167,"comment_count":52,"id":168,"is_sticky":52,"permalink":169,"post_author":55,"post_content":170,"post_date":171,"post_excerpt":58,"post_id":168,"post_modified":172,"post_thumbnail":173,"post_thumbnail_html":174,"post_title":175,"post_type":61,"sort_by_date":176,"tag_links":177,"tags":182},[49],[51],"94741","http://radioblackout.org/2025/01/chi-ha-paura-del-gender/","\"Non un euro finisca in progetti o attività ideologiche\", dichiara Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita e Famiglia, riferendosi ai progetti delle associazioni LGBTQ+ all'interno delle scuole. Una minaccia che accompagna il dirottamento del fondo per l'educazione sessuale e all'affettività in una certo non ideologica e indubbiamente scientifica \"educazione alla fertilità\", mentre si moltiplicano da parte del governo le (perlomeno dichiarate) inquisizioni a chiunque si faccia portavoce della \"teoria gender\", sia in ambito scolastico che accademico.\r\n\r\nQual'è il retroterra politico di una crociata di cui questo governo è solo il più strepitante esponente?\r\n\r\nQuali sono le condizioni sociali che fomentano gli afflati paranoici relativi alla dissoluzione delle tradizionali relazioni di genere?\r\n\r\nE - soprattutto - sono gli stessi tra università e scuola? 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In una regione che si avvicina al voto tra l'incudine dell'amministrazione \"decorosa\" del centrosinistra e il martello di un centrodestra salvinizzato le piazze antifasciste continuano a riempirsi, e le occupazioni a rifiorire: anche XM24 dopo lo sgombero di questa estate ha ripreso possesso di uno spazio. 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Contemporaneamente, era stato indetto un contro corteo promosso da un'organizzazione antirazzista al quale hanno partecipato circa 5mila persone. I due gruppi si sono avvicinati in più di una occasione.\r\n\r\nLa polizia metropolitana di Londra ha dichiarato che la marcia, organizzata dall'attivista anti-immigrazione Tommy Robinson, ha attirato tra le 110.000 e le 150.000 persone, superando di gran lunga le aspettative.\r\n\r\nLx manifestanti hanno sventolato la bandiera dell'Union Jack e la Croce di San Giorgio rossa e bianca d'Inghilterra, mentre altri portavano quelle degli Stati Uniti e di Israele. Alcuni indossavano il cappello \"Make America Great Again\", o MAGA, del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Hanno scandito slogan critici nei confronti del primo ministro Keir Starmer e portato cartelli, alcuni dei quali dicevano: \"Rimandateli a casa\". 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Con le rotte commerciali ucraine interrotte, la Romania è diventata anche un canale chiave per i mercati globali del grano e di altri beni ucraini. Il paese sta dedicando un'altissima percentuale del budget interno alle spese per la difesa, oltre ad avvicinarsi alla NATO, per affrontare quella che la classe politica attualmente al governo in Romania considera la più grande minaccia alla sua sicurezza: la Russia. Nel corso della competizione elettorale è esplosa la nuova figura di Calin Georgescu, controverso personaggio politico con posizioni populiste di destra e filorusse. Ufficialmente, Georgescu si presenta come imprenditore prestato alla politica, un uomo forte risoluto ad eliminare problemi endemici come la corruzione, ed ha incassato il sostegno esplicito del maggior patrocinatore internazionale del populismo di destra europeo, Elon Musk. Da quando a dicembre è stato sospeso dalle autorità rumene il secondo turno delle elezioni per il «rischio di ingerenze russe», la situazione è sembrata però avvitarsi in una crisi istituzionale e politica senza uscita. Negli scorsi giorni, a complicare il quadro, sono arrivati l'arresto di vari collaboratori di Georgescu, figure vicine all'estrema destra nel cui possesso sono state trovate armi e munizioni, e l'incriminazione del candidato presidente per vari reati, fatti che hanno provocato un sommovimento nella politica rumena.\r\n\r\nPer cercare di dipanare l'attuale intrigo politico, abbiamo interloquito con Gianluca Falco, corrispondente de il Manifesto e dell' ANSA dalla Romania.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/romania.mp3\"][/audio]","4 Marzo 2025","2025-03-04 12:59:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Romania-election-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"149\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Romania-election-300x149.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Romania-election-300x149.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Romania-election-1024x508.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Romania-election-768x381.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Romania-election.jpg 1180w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Intrigo Rumeno: la crisi istituzionale tra populismi di destra e burocrazia europeista",1741093156,[349,65,350],"http://radioblackout.org/tag/elezioni-romania/","http://radioblackout.org/tag/romania/",[352,71,353],"elezioni romania","Romania",{"post_content":355,"post_title":359,"tags":362},{"matched_tokens":356,"snippet":357,"value":358},[70],"politico con posizioni populiste di \u003Cmark>destra\u003C/mark> e filorusse. 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Genealogia della destra radicale\r\nCe ne ha parlato con Pietro Stara.\r\n\r\nL’isola invisibile. Rikers, il carcere minorile più affollato e pericoloso degli Stati Uniti. Il mostro nel cuore della grande mela\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nVenerdì 19 gennaio\r\nore 21\r\nalla Fat, in corso Palermo 46\r\nCittà frammentate e modelli securitari del vivere. Le gated communities e l’uso dello spazio pubblico\r\nCon Simone Ruini architetto e anarchico\r\n\r\nSabato 20 gennaio\r\nore 10\r\nalla stazione di porta Susa\r\nDistruggiamo le frontiere!\r\npunto info e raccolta abiti, scarponi, sciarpe, coperte, sacchi a pelo, abiti pesanti, per rendere più facile il viaggio a uomini, donne e bambini che provano a bucare i muri della fortezza Europa.\r\nLa raccolta si fa anche nella sede della FAT, il giovedì dopo le 21 e in occasione delle iniziative.\r\n\r\nVenerdì 26 gennaio\r\nore 21\r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\nI fascisti del \"secondo millennio\". 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È la prima occupazione di questo tipo a Torino.\r\nQuelli della Giovane Italia si erano distinti per una campagna razzista in Barriera di Milano. In occasione delle elezioni avevano aperto un ufficio di fronte ai giardinetti di via Montanaro, un’area densamente abitata da immigrati. La loro iniziativa principale fu una raccolta firme per dare “la casa agli italiani”. Tra il 25 aprile e il 2 maggio del 2011 trovarono sulla loro strada un po’ di anarchici decisi a contrastare l’ennesimo tentativo di soffiare sul fuoco della guerra tra poveri.\r\nIl loro tentativo di penetrare tra gli strati più poveri di Barriera di Milano fallì miseramente.\r\nDi qui probabilmente la scelta di muoversi tra dormitori e gente dei cartoni, per assemblare la truppa per la loro iniziativa.\r\nSin qui la cronaca. 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Sempre innocenti, anche nello scontro feroce della guerra civile. Tutti uguali, partigiani e repubblichini, divisi negli “ideali”, ma tutti bravi ragazzi.\r\nChi si è schierato con la dittatura e chi ha lottato per liberarsene viene rappresentato allo stesso modo: vittima della guerra e della sua follia. Una lunga notte dove i colori scompaiono: restano solo ombre indistinguibili.\r\nSin dal dopoguerra il quadro delle alleanze internazionali e la real politik di Togliatti impedì una defascistizzazione reale. L’amnistia che liberò i fascisti, compresi quelli che si erano macchiati di torture e crimini, mise una pietra tombale su ogni possibilità di fare i conti con la realtà della dittatura.\r\nIl flirt tra esponenti del Partito Comunista Italiano e i ragazzi si Salò é testimoniato dagli scritti di Giancarlo Pajetta, che nel 1945 sosteneva dalle pagine de L'Unità che era giunto il momento di «riconquistare alla patria quei giovani disorientati e delusi dal regime»; ancora più esplicito, Ugo Pecchioli parlò di «necessaria chiarificazione con i coetanei che avevano scelto la Rsi perché frastornati dalla propaganda»; lo stesso Ingrao affermava su Pattuglia, rivista della Fgci, di non ritenere più utile guardare al passato degli ex fascisti, essendo molto meglio «guardare all' oggi».\r\nSe si pensa che queste posizioni vennero sostenute a pochi mesi dall'insurrezione popolare del 25 aprile, a pochi mesi dalla chiusura dei luoghi di tortura dove i partigiani venivano fatti a pezzi dai repubblichini, si può comprendere come alcuni decenni dopo Luciano Violente, neoeletto presidente della Camera dei deputati, potesse pronunciare un discorso all'insegna della pacificazione nazionale.\r\nQuel che colpisce oggi chi affronta quelle lontane vicende è la genesi di un percorso che affonda le proprie radici già nel pieno del fascismo. Sono del 1936 - è appena iniziata la rivoluzione in Spagna, l'Italia sta conquistando nel sangue e negli orrori, il proprio impero nel Corno d'Africa - gli scritti di Togliatti dal dorato esilio sovietico. Nella rivista «Lo Stato operaio» comparve un editoriale intitolato «Largo ai giovani» (slogan fascista), dove i comunisti salutavano nei giovani littori un certo «anticapitalismo, per quanto vago e contraddittorio», segno di una nuova coscienza che andava maturando nella società italiana. Un mese dopo, nell' agosto 1936, sullo stesso foglio Togliatti lanciava esplicitamente un appello ai «fratelli in camicia nera», intitolato «Per la salvezza dell'Italia riconciliazione del popolo italiano!».\r\nTogliatti si rivolgeva anche ai lavoratori cattolici e a tutte le forze liberali e democratiche, richiamandosi al Risorgimento e trasferendo il mito nazionale nel corpus ideologico del partito.\r\nCome sarebbe apparso ancora più evidente dopo la guerra nel dialogo con i «fascisti di sinistra» e gli ex repubblichini, il discorso ruotava attorno alle idee di patria e di nazione, ben lungi dalla tradizione leninista. Ma proprio qui sta la chiave per capire lo scopo della nuova strategia.\r\nAssumendo la difesa aperta dei valori patriottici, Togliatti mirava a trasformare il vecchio partito d'avanguardia, internazionalista, classista e tutto sommato elitario, in un partito di massa, capace di ricongiungersi alla specifica tradizione nazionale, recuperando le masse fasciste e immaginando alleanze sempre più ampie.\r\nUna scelta che ben si incuneava con l'accettazione acritica della spartizione delle zone di influenza decisa a Yalta. I primi passi verso la costituzione di un partito nazional popolare, che finita l'epoca delle «ideologie» si unirà con gli eredi della Democrazia Cristiana. Oggi, con la nascita del governo Letta, cala una notte dove tutto trascolora e nulla ha più identità, se non quella, in fondo sempre uguale, segnata dal gioco del potere. A tutti i costi.\r\nNe abbiamo parlato con Pietro Stara, autore de \"La comunità escludente\" edizioni Zero in Condotta\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n2013 04 26 stara destra sociale comunisti","28 Aprile 2013","2019-01-31 12:44:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/04/1469860974_6d70e61fe4_b-200x110.jpg","Lo strano connubio. 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In occasione delle elezioni avevano aperto un ufficio di fronte ai giardinetti di via Montanaro, un’area densamente abitata da immigrati. La loro iniziativa principale fu una raccolta firme per dare “la casa agli italiani”. Tra il 25 aprile e il 2 maggio del 2011 trovarono sulla loro strada un po’ di anarchici decisi a contrastare l’ennesimo tentativo di soffiare sul fuoco della guerra tra poveri.\r\nIl loro tentativo di penetrare tra gli strati più poveri di Barriera di Milano fallì miseramente.\r\nDi qui probabilmente la scelta di muoversi tra dormitori e gente dei cartoni, per assemblare la truppa per la loro iniziativa.\r\nSin qui la cronaca. Sul piano dell'analisi politica e sociale resta aperta la questione della costruzione di legami solidali tra italiani ed immigrati, che facciano da argine alle iniziative della \u003Cmark>destra\u003C/mark> sociale.\r\nSignificativa e certo non casuale la scelta di far partire l'occupazione a ridosso del 25 aprile.\r\nNell'affrontare la questione ci è parso utile ricostruire la lunga storia della \u003Cmark>destra\u003C/mark> sociale e del suo sdoganamento da parte del Partito Comunista.\r\nIl revisionismo storico, che ha condotto ad una sorta di equiparazione tra i partigiani e i torturatori ed assassini della Repubblica di Salò, ha radici molto profonde e lontane.\r\nSignificativo che parte della sinistra istituzionale sia stata tra i protagonisti di quest’operazione.\r\nAlle radici di questa rilettura della dittatura fascista e degli anni della guerra e dell’occupazione tedesca dell’Italia è il mancato riconoscimento collettivo dei crimini del fascismo, troppo spesso opposto al nazismo, tramite una grande operazione di negazione della ferocia del colonialismo italiano in Libia come nel corno d'Africa, del totale misconoscimento degli inenarrabili orrori che hanno segnato l'occupazione italiana della Jugoslavia e della Grecia, della crudezza del regime verso gli oppositori politici.\r\nUna rimozione collettiva retta da un mito tanto tenace quanto falso, quello degli \"italiani brava gente\". Sempre innocenti, anche nello scontro feroce della guerra civile. Tutti uguali, partigiani e repubblichini, divisi negli “ideali”, ma tutti bravi ragazzi.\r\nChi si è schierato con la dittatura e chi ha lottato per liberarsene viene rappresentato allo stesso modo: vittima della guerra e della sua follia. Una lunga notte dove i colori scompaiono: restano solo ombre indistinguibili.\r\nSin dal dopoguerra il quadro delle alleanze internazionali e la real politik di Togliatti impedì una defascistizzazione reale. L’amnistia che liberò i fascisti, compresi quelli che si erano macchiati di torture e crimini, mise una pietra tombale su ogni possibilità di fare i conti con la realtà della dittatura.\r\nIl flirt tra esponenti del Partito Comunista Italiano e i ragazzi si Salò é testimoniato dagli scritti di Giancarlo Pajetta, che nel 1945 sosteneva dalle pagine de L'Unità che era giunto il momento di «riconquistare alla patria quei giovani disorientati e delusi dal regime»; ancora più esplicito, Ugo Pecchioli parlò di «necessaria chiarificazione con i coetanei che avevano scelto la Rsi perché frastornati dalla propaganda»; lo stesso Ingrao affermava su Pattuglia, rivista della Fgci, di non ritenere più utile guardare al passato degli ex fascisti, essendo molto meglio «guardare all' oggi».\r\nSe si pensa che queste posizioni vennero sostenute a pochi mesi dall'insurrezione popolare del 25 aprile, a pochi mesi dalla chiusura dei luoghi di tortura dove i partigiani venivano fatti a pezzi dai repubblichini, si può comprendere come alcuni decenni dopo Luciano Violente, neoeletto presidente della Camera dei deputati, potesse pronunciare un discorso all'insegna della pacificazione nazionale.\r\nQuel che colpisce oggi chi affronta quelle lontane vicende è la genesi di un percorso che affonda le proprie radici già nel pieno del fascismo. Sono del 1936 - è appena iniziata la rivoluzione in Spagna, l'Italia sta conquistando nel sangue e negli orrori, il proprio impero nel Corno d'Africa - gli scritti di Togliatti dal dorato esilio sovietico. Nella rivista «Lo Stato operaio» comparve un editoriale intitolato «Largo ai giovani» (slogan fascista), dove i comunisti salutavano nei giovani littori un certo «anticapitalismo, per quanto vago e contraddittorio», segno di una nuova coscienza che andava maturando nella società italiana. Un mese dopo, nell' agosto 1936, sullo stesso foglio Togliatti lanciava esplicitamente un appello ai «fratelli in camicia nera», intitolato «Per la salvezza dell'Italia riconciliazione del popolo italiano!».\r\nTogliatti si rivolgeva anche ai lavoratori cattolici e a tutte le forze liberali e democratiche, richiamandosi al Risorgimento e trasferendo il mito nazionale nel corpus ideologico del partito.\r\nCome sarebbe apparso ancora più evidente dopo la guerra nel dialogo con i «fascisti di sinistra» e gli ex repubblichini, il discorso ruotava attorno alle idee di patria e di nazione, ben lungi dalla tradizione leninista. Ma proprio qui sta la chiave per capire lo scopo della nuova strategia.\r\nAssumendo la difesa aperta dei valori patriottici, Togliatti mirava a trasformare il vecchio partito d'avanguardia, internazionalista, classista e tutto sommato elitario, in un partito di massa, capace di ricongiungersi alla specifica tradizione nazionale, recuperando le masse fasciste e immaginando alleanze sempre più ampie.\r\nUna scelta che ben si incuneava con l'accettazione acritica della spartizione delle zone di influenza decisa a Yalta. I primi passi verso la costituzione di un partito nazional popolare, che finita l'epoca delle «ideologie» si unirà con gli eredi della Democrazia Cristiana. Oggi, con la nascita del governo Letta, cala una notte dove tutto trascolora e nulla ha più identità, se non quella, in fondo sempre uguale, segnata dal gioco del potere. A tutti i costi.\r\nNe abbiamo parlato con Pietro Stara, autore de \"La comunità escludente\" edizioni Zero in Condotta\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n2013 04 26 stara \u003Cmark>destra\u003C/mark> sociale comunisti",{"matched_tokens":607,"snippet":608,"value":608},[70],"Lo strano connubio. 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Infatti, con il contributo prezioso di una compagna dalla Grecia, ci siamo addentrate nelle dinamiche Elleniche, facendo un salto a ritroso nei decenni antecedenti lo scioglimento di Alba dorata. La compagna ci ha restituito un racconto, tramite audio, che voleva mantenere il più possibile la complessità della situazione attuale in Grecia da più punti di vista.\r\n\r\nPartendo quindi dalla riorganizzazione dell’estrema destra dopo lo scioglimento di Alba Dorata nel 2020, a seguito della sentenza della Corte d'Appello che ha condannato il leader storico Nikos Michaloliakos a 13 anni di carcere.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/GreciaANTIFA1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nFino ad arrivare a raccontarci il legame che c’è tra l’estrema destra greca e le politiche anti immigratorie e razziste dello stato. Per fare questo la compagna ci ha raccontato come si caratterizzano le forme migratorie che approdano nello stato più a sud della fortezza Europa, raccontandoci non solo di Evros e dei fatti accaduti nel 2020 e poi nel 2023 con gli incendi devastanti e le accuse ai migranti, ma anche della tratta via mare e delle continue morti che le politiche greche in sinergia con quelle Europe provocano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/greciaAntifa2.mp3\"][/audio]\r\n\r\nInfine, nell’ultimo audio, abbiamo dedicato lo spazio al racconto riguardante il movimento Antifa Greco, della sua forza di strada e della sua autorganizzazione contro i fascisti e lo stato.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/greciaANTIFA3.mp3\"][/audio]","23 Aprile 2025","2025-04-23 13:15:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/grecia-200x110.jpg","Su estremismi di destra e resistenze in Grecia",1745414148,[647,648,649],"http://radioblackout.org/tag/antirazzismo/","http://radioblackout.org/tag/lotta/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[651,652,653],"antirazzismo","lotta","war on migrants",{"post_content":655,"post_title":659},{"matched_tokens":656,"snippet":657,"value":658},[70],"Partendo quindi dalla riorganizzazione dell’estrema \u003Cmark>destra\u003C/mark> dopo lo scioglimento di Alba","Seguendo il filone di approfondimenti sulle estreme destre e i movimenti antifa in Europa - ad Harraga in onda su Radio Blackout - abbiamo avuto l’occasione di fare un tuffo più a sud. 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L'esito elettorale probabilmente produrrà un governo di coalizione debole ed una opposizione forte ma impossibilitata a governare , saranno ,come spesso è accaduto in passato,i militari a controllare e gestire il potere reale .\r\n\r\nLa classe media e i giovani delle grandi città hanno votato per i candidati indipendenti ,ma l'esercito che gestisce l'arsenale nucleare pakistano è l'interlocutore principale degli attori internazionali come gli U.S.A. che storicamente ,in particolare dalla guerra in Afganistan hanno utilizzato la piattaforma pakistana per favorire la loro penetrazione nell'area in funzione antisovietica prima e ed ora anticinese.\r\n\r\nAnche la Cina coltiva ottimi rapporti con l'esercito pakistano in contrapposizione con la proiezione indiana verso il Kashmir.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-PAKISTAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Simone Zoppellaro giornalista freelance conoscitore dell'Armenia parliamo del ritorno della guerra fra Azerbaijan e Armenia ,a pochi giorni dalla scontata rielezione in Azerbaijan di Ilham Aliyev continuatore di una dinastia che governa il paese dal 1979 . Gli scontri di confine segnalano la volontà del governo azero di continuare lo stato di belligeranza per giustificare il potere della famiglia Aliyev e la sproporzione di ricchezza fra le èlite cleptocratiche e la maggioranza della popolazione .Il governo autoritario azero è sostenuto dalla complicità della Turchia e della Russia ,ma anche dall'appoggio occidentale basti pensare al 30 % delle importazioni di gas azero in Italia attraverso la TAP e ai contratti di fornitura militare con Leonardo. In Armenia sale la protesta dopo che alla fine di settembre, nel giro di due giorni l’Azerbaigian ha recuperato di fatto il controllo sul Nagorno Karabakh , territorio popolato da armeni che negli Anni 90 si era separato da Baku e reso indipendente con il nome di Repubblica di Artsakh. E adesso ha avviato una campagna per ripopolare la regione da cui ha provocato l’esodo di 130 mila civili della minoranza armena. C'è molta sfiducia verso il presidente Pashinian ma al contempo si teme un pronunciamento dell'esercito a sostegno dell'opposizione conservatrice ,in un area dove il sottile equilibrio è costantemente minacciato anche dagli attori esterni sempre pronti ad intervenire nella crisi .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-ARMENIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine parliamo di Mayotte ,isola di fronte al Madagascar territorio metropolitano francese, con Giovanni Gugg di Focus on Africa ,perchè nei giorni scorsi il ministro dell'Interno Darmanin , accompagnato dalla ministra con delega all'Oltremare, ha annunciato l'intenzione di sopprimere lo Ius soli nell'isola – ovvero il diritto di acquisire la cittadinanza francese per il solo fatto di essere nati sul territorio francese, a prescindere dalla nazionalità dei genitori. Misure eccezionali che sono discusse all'Eliseo dai ministri col presidente Macron, che ha l'ultima parola sul provvedimento. Per modificare la Costituzione serve l'approvazione parlamentare a maggioranza qualificata dei tre quinti oppure tramite referendum confermativo. La situazione di Mayotte è presa a pretesto dal governo per far passare quella riforma delle regole per l'ottenimento della cittadinanza che è stata bocciata nell'Esagono .La rincorsa ai temi xenofobi cari all'estrema destra continua ma rischia di compromettere l'unità della Repubblica con un provvedimento che colpisce un diritto riconosciuto in Francia da secoli.\r\n\r\nPer impedire gli sbarchi irregolari, Gérald Darmanin ha anche promesso la creazione di \"una cortina di ferro in mare\", con la marina francese appostata al largo delle coste della Tanzania per contrastare un'altra rotta da nord verso Mayotte. La Francia attualmente concede la cittadinanza sia in base alla linea di sangue - un genitore francese, è lo ius sangunis - che al luogo di nascita, con uno ius soli temperato per cui un bambino nato sul territorio francese può acquisire la nazionalità francese a determinate condizioni. 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I suoi romanzi, i suoi racconti, sono stati per molti di noi una sorta di Bildung Roman, snodi in un percorso dove l’utopia si fa ogni giorno più concreta. Mai facile, sempre all’orizzonte.\r\nQuesta settimana le abbiamo dedicato un breve saluto, nelle prossime puntate vi proporremo un giro più ampio tra “Quelli di Anarres”, i compagni di Ursula, anarchica, femminista, antropologa dell’immaginario…\r\nSui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Dalle 10,45 alle 12,45. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2018 01 26 anarres1\r\n2018 01 26 anarres2\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nI fascisti del \"secondo millennio\". Genealogia della destra radicale\r\nNe parliamo con Pietro Stara. Pietro questa sera introdurrà la serata alla FAT su questi temi.\r\nNella puntata della scorsa settimana potete ascoltare un primo approfondimento.\r\n\r\nAbbiamo fatto una lunga chiacchierata con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’università di Palermo. Siamo partiti dal rapporto dell’Oxfam, nulla di nuovo rispetto all’inizio di questo secolo. Abbiamo ragionato della sostanziale inutilità delle risposte in chiave riformista, neowelfarista che i nostalgici delle socialdemocrazie propongono in un mondo radicalmente diverso da quello in cui si affermò il compromesso tra capitale e lavoro. Abbiamo discusso di guerra e caos sistemico con un occhio alla partita in Siria del nord, dopo l’attacco della Turchia al cantone di Efrin. Infine si è parlato di democrature, sottrazione dall’istituito e tanto altro...\r\n\r\nIl muro invisibile. Il confine è una linea sottile sulle mappe. Tra boschi e valichi, tra le acque del Mare di Mezzo, non ci sono frontiere: solo uomini in armi che le rendono vere. Aggiornamenti dalla lotta contro le frontiere.\r\n\r\nLa scomparsa di Ursula Le Guin, quella di Anarres\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nVenerdì 26 gennaio\r\nore 21\r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\nI fascisti del \"secondo millennio\". Genealogia della destra radicale\r\nCon Pietro Stara, autore de \"L’identità escludente, La Nuova Destra tra piccole patrie e Europa nazione\"\r\n\r\nLunedì 29 gennaio\r\nore 17\r\nUna solidarietà senza confini\r\nal negozio Benetton di via Po 8 \r\npresidio\r\nLe maglie Benetton sono macchiate di sangue\r\n\r\nSabato 10 febbraio\r\nore 10\r\nal Balon\r\nDistruggiamo le frontiere!\r\npunto info e raccolta abiti, scarponi, sciarpe, coperte, sacchi a pelo, abiti pesanti, per rendere più facile il viaggio a uomini, donne e bambini che provano a bucare i muri della fortezza Europa.\r\nVin brulé, cibo e altre leccornie benefit lotte contro le frontiere\r\nLa raccolta si fa anche nella sede della FAT, il giovedì dopo le 21 e in occasione delle iniziative.\r\n\r\nPer chi fosse interessato ai percorsi della Federazione Anarchica Torinese \r\nriunioni - aperte agli interessati - ogni giovedì alle 21\r\ncorso Palermo 46 – a destra nel cortile -\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","29 Gennaio 2018","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/04-corteo2giugno-200x110.jpg","Anarres del 26 gennaio. 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I suoi romanzi, i suoi racconti, sono stati per molti di noi una sorta di Bildung Roman, snodi in un percorso dove l’utopia si fa ogni giorno più concreta. Mai facile, sempre all’orizzonte.\r\nQuesta settimana le abbiamo dedicato un breve saluto, nelle prossime puntate vi proporremo un giro più ampio tra “Quelli di Anarres”, i compagni di Ursula, anarchica, femminista, antropologa dell’immaginario…\r\nSui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Dalle 10,45 alle 12,45. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2018 01 26 anarres1\r\n2018 01 26 anarres2\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nI fascisti del \"secondo millennio\". Genealogia della \u003Cmark>destra\u003C/mark> radicale\r\nNe parliamo con Pietro Stara. Pietro questa sera introdurrà la serata alla FAT su questi temi.\r\nNella puntata della scorsa settimana potete ascoltare un primo approfondimento.\r\n\r\nAbbiamo fatto una lunga chiacchierata con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’università di Palermo. 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