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Questo vortice si sta creando in mare aperto tra Sicilia e Malta e ricorda lo stesso fenomeno che vide qualche tempo fa la Grecia investita da un disastro inedito. Pochissimo viene detto dai giornali, la notizia viene riportata allo stesso livello dei trafiletti di cronaca emergenziale mentre un’intera isola e la vicina Calabria potranno a partire da domani vedere un peggioramento importante delle proprie condizioni. Anzi, l’unica tendenza apparente è che la soluzione del disastro annunciato verrà delegata alla prossima Conferenza sul Clima che si terrà a Glasgow il 26 novembre, come se intanto si potesse attendere.\r\n\r\nDalle parole di chi sta vivendo in queste ore ciò che sta accadendo emergono alcuni punti chiari: da un lato, la responsabilità delle amministrazioni che per anni, nonostante gli incendi boschivi della più recente estate, nonostante le eruzioni del vulcano, nonostante le alluvioni passate, continuano a non occuparsi della messa in sicurezza dei territori e dall’altro, la violenza con cui chi abita quei territori deve fare i conti, dopo due anni di pandemia, di chiusure, di impossibilità di accedere a una sanità efficiente e garantita a tutti e tutte, rischiando di annegare in fiumi di fango e spazzatura.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/2021_10_28_catania.mp3\"][/audio]","28 Ottobre 2021","2021-10-28 16:15:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/medicane-ciclone-uragano-sicilia-calabria-catania-cosè-400x225-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/medicane-ciclone-uragano-sicilia-calabria-catania-cosè-400x225-1-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/medicane-ciclone-uragano-sicilia-calabria-catania-cosè-400x225-1-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/medicane-ciclone-uragano-sicilia-calabria-catania-cosè-400x225-1.jpg 400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","CATANIA: I DISASTRI AMBIENTALI NON SONO UN FLAGELLO DI DIO",1635437520,[168,62,169],"http://radioblackout.org/tag/catania/","http://radioblackout.org/tag/emergenza-clima/",[171,20,172],"catania","emergenza clima",{"tags":174},[175,177,179],{"matched_tokens":176,"snippet":171},[],{"matched_tokens":178,"snippet":84},[76,83],{"matched_tokens":180,"snippet":172},[],[182],{"field":36,"indices":183,"matched_tokens":184,"snippets":186},[96],[185],[76,83],[84],{"best_field_score":105,"best_field_weight":106,"fields_matched":96,"num_tokens_dropped":48,"score":153,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},{"document":189,"highlight":209,"highlights":217,"text_match":223,"text_match_info":224},{"cat_link":190,"category":191,"comment_count":48,"id":192,"is_sticky":48,"permalink":193,"post_author":25,"post_content":194,"post_date":195,"post_excerpt":53,"post_id":192,"post_modified":196,"post_thumbnail":197,"post_thumbnail_html":198,"post_title":199,"post_type":58,"sort_by_date":200,"tag_links":201,"tags":205},[45],[47],"83986","http://radioblackout.org/2023/09/milano-cortina-le-olimpiadi-dello-spreco-e-della-devastazione-ambientale/","La scorsa domenica si è tenuta a Cortina una manifestazione contro la costruzione della pista da bob per le Olimpiadi invernali. Il bob è uno sport che in Italia non pratica nessuno: la pista, dopo le gare, marcirebbe come è accaduto a quella realizzata in Val Susa per le Olimpiadi del 2006.\r\nOltre mille persone hanno partecipato al corteo che si oppone ad una delle strutture emblema delle Olimpiadi: 120 milioni di euro spesi per arricchire chi la costruisce. Se così non fosse la scelta ovvia sarebbe stata affittare la pista di Innsbruck: due ore di auto da Cortina ed una spesa sensibilmente inferiore.\r\nMa la pista da bob è solo la punta dell’iceberg della grande abbuffata olimpica, che, in nome del profitto rende opaca l’insostenibilità ambientale del modello olimpico e, più in generale, dello sfruttamento turistico della montagna.\r\nNella sola Cortina verranno tagliati 500 alberi per realizzare un palazzetto olimpico temporaneo ed una tangenziale che 500 milioni di di euro. In Val Pusteria montagne di soldi e cemento per costruire strade e bretelle di collegamento. A Milano, invece di usare il palazzetto esistente a Torino, se ne edificheranno due nuovi, temporanei, inutili.\r\nNel bellunese le Olimpiadi sono apprezzate da chi vive di turismo dagli immobiliaristi, decisamente meno entusiasti sono coloro che da hanno subiscono i tagli per i trasporti locali, la sanità, le scuole.\r\nImportante è la saldatura tra i vari territori sperimentata il 24 settembre a Cortina. Prossimo appuntamento il 13 ottobre a Milano, dove, in occasione del Word Climate Camp ci sarà un’assemblea sulla lotta contro le Olimpiadi del 2026.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Luca di Off Topic\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/2023-09-26-luca-olimpiadi-cortina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","27 Settembre 2023","2023-09-27 16:33:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/maxresdefault-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/maxresdefault-1-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/maxresdefault-1-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/maxresdefault-1-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/maxresdefault-1-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/maxresdefault-1.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Milano/Cortina. Le Olimpiadi dello spreco e della devastazione ambientale",1695832392,[202,203,204],"http://radioblackout.org/tag/cortep-a-cortina/","http://radioblackout.org/tag/olimpiadi-invernali-milano-cortina/","http://radioblackout.org/tag/pista-da-bob/",[206,207,208],"cortep a cortina","olimpiadi invernali milano cortina","pista da bob",{"post_content":210,"post_title":214},{"matched_tokens":211,"snippet":212,"value":213},[83],"del profitto rende opaca l’insostenibilità \u003Cmark>ambientale\u003C/mark> del modello olimpico e, più","La scorsa domenica si è tenuta a Cortina una manifestazione contro la costruzione della pista da bob per le Olimpiadi invernali. Il bob è uno sport che in Italia non pratica nessuno: la pista, dopo le gare, marcirebbe come è accaduto a quella realizzata in Val Susa per le Olimpiadi del 2006.\r\nOltre mille persone hanno partecipato al corteo che si oppone ad una delle strutture emblema delle Olimpiadi: 120 milioni di euro spesi per arricchire chi la costruisce. 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Ciò si spiega con la crescente domanda di tecnologie \"non inquinanti\" imposte dalla transizione energetica – come turbine eoliche e pannelli solari – che dipendono da batterie agli ioni di litio per garantire la fornitura di energia elettrica, oltre alla diffusione dell’uso di veicoli elettrici, come deciso dall'UE a partire dal 2035.\r\n\r\nA causa delle devastanti conseguenze ambientali e territoriali in gioco, nei differenti Paesi del Sud America in cui vi è una massiccia attività estrattiva, la popolazione locale si è attivata per difendere i loro territori e le risorse. Ad esempio, in Catamarca, la campagna “Agua para los pueblos!” si batte contro la piaga dell’estrattivismo che da decenni ormai colpisce tutta l’America Latina. L'attività estrattiva ha infatti una caratteristica principale, ossia non esiste valore aggiunto per il territorio in cui ciò avviene (attraverso un procedimento che prevede l'utilizzo di moltissimo terreno dove fare evaporare litri di acqua per poi poter ottenere il litio), ma il profitto rimane in quei segmenti della filiera che si occupa di utilizzare il litio per la produzione, in particolare per produrre batterie elettriche per il \"nord\" del mondo.\r\n\r\nAbbiamo discusso di questi aspetti con Gabriel Correo, ingegnere su litio al Centro Nazionale di Ricerca in Argentina e università di Catamarca.\r\n\r\nGabriel contribuisce al sito di informazione e critica accademica sul tema Foro Interuniversitario de especialistas en litio\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/Estrazione-litio-Argentina-2023_04_27_2023.04.27-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer concludere l'approfondimento sui territori dell'America del Sud in cui l'estrazione delle terre rare si combina a grandi progetti inutili e devastanti, mandiamo un contributo sulla Carovana El Sur Resiste.\r\n\r\nLa Carovana EL SUR RESISTE è partita il 25 aprile e attraverserà i territori del sud/sud est del Messico minacciati da due megaprogetti: il Tren Maya e il Corredor Transoceánico. Per dieci giorni in diverse tappe ci saranno incontri con le organizzazioni in lotta contro la devastazione del territorio. A conclusione si terranno due giorni di incontro internazionale al CIDECI, San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, il 6 e il 7 maggio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/El-sur-resiste2023_04_27_2023.04.27-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","27 Aprile 2023","2023-04-27 15:43:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/Juj_Puna_piquete-contra_litio2-768x576-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/Juj_Puna_piquete-contra_litio2-768x576-1-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/Juj_Puna_piquete-contra_litio2-768x576-1-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/Juj_Puna_piquete-contra_litio2-768x576-1.jpg 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il triangolo del litio in America del Sud : estrattivismo e devastazione ambientale.",1682610188,[122,242,243,244,245,246],"http://radioblackout.org/tag/crisi-climatica/","http://radioblackout.org/tag/crisi-idrica/","http://radioblackout.org/tag/el-sur-resiste/","http://radioblackout.org/tag/estrattivismo/","http://radioblackout.org/tag/sud-america/",[15,248,249,250,251,252],"crisi climatica","crisi idrica","el sur resiste","estrattivismo","sud america",{"post_content":254,"post_title":258},{"matched_tokens":255,"snippet":256,"value":257},[76],"organizzazioni in lotta contro la \u003Cmark>devastazione\u003C/mark> del territorio. 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Contro varii obiettivi e attraverso azioni dirette di diverso genere, vengono messe in campo varie iniziative da chi si oppone alla devastazione dell’ambiente e dei suoi viventi, e a causa di ciò già in passato si sono registrati nel campo di lotta sgomberi, arresti e processi; attualmente ci sono tre persone in carcere.\r\nSul sito della Croce Nera Anarchica della Renania, informazioni, indirizzi delle carceri e l’appello alla solidarietà internazionale con i prigionierx\r\n\r\nHambach","17 Novembre 2015","2018-11-01 22:00:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/Hambi_ABC_cropped-IMG_82503-200x110.jpg","Foresta di Hambach, aggiornamenti su occupazioni, azioni e prigionierx","podcast",1447761303,[360,361,62,362,363,364,365,366,367,368,369],"http://radioblackout.org/tag/azioni-dirette/","http://radioblackout.org/tag/croce-nera-anarchica-renania/","http://radioblackout.org/tag/foresta-di-hambach/","http://radioblackout.org/tag/hambach/","http://radioblackout.org/tag/liberazione-della-terra/","http://radioblackout.org/tag/nocivita/","http://radioblackout.org/tag/occupazioni/","http://radioblackout.org/tag/prigionieri/","http://radioblackout.org/tag/rwe/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta/",[371,372,20,373,374,329,327,375,376,377,378],"azioni dirette","Croce Nera Anarchica Renania","Foresta di Hambach","Hambach","occupazioni","prigionieri","RWE","solidarietà",{"post_content":380,"tags":384},{"matched_tokens":381,"snippet":382,"value":383},[76],"da chi si oppone alla \u003Cmark>devastazione\u003C/mark> dell’ambiente e dei suoi viventi,","Domenica 15 novembre abbiamo ospitato in diretta telefonica all’interno della trasmissione “La terra trama..” l’intervento di qualcuno che è in questo momento in Germania a sostenere la lotta contro l’estrazione di lignite nella foresta di Hambach.\r\nE’ nuovamente in corso da più di un mese la resistenza contro il taglio degli alberi per l’espansione della cava di carbone, stagione di taglio che si protrarrà fino quasi a primavera. 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Ci è sembrato opportuno quindi rilanciare una lettura sul tema e un approfondimento con uno dei compagni di Farro & Fuoco che ha collaborato alla stesura dell'interessante articolo. Inevitabili, ovviamente, i rimandi a SlowFood, Eataly, Expo e al ruolo di certi attori, più o meno importanti, che ormai si son dati come slogan comune il voler essere \"una voce critica all'interno dell'evento dell'anno 2015\". E su questa giostra in allestimento, alimentata da devastazione ambientale, sfruttamento dell'animale umano e non, mazzette, multinazionali di ogni peggior sorta, banche, e chi più ne ha, piu' ne metta, abbiam citato e letto anche una lettera aperta all'Arci. Non ci dilunghiamo oltre, vi invitiamo ad ascoltare la diretta e speriamo di vedervi per parlarne insieme in radio venerdì 28 novembre.\r\n\r\n \r\n\r\nin radio venerdì 28 novembre.\r\n\r\nQui la diretta telefonica:\r\n\r\nlibfro141118\r\n\r\n ","21 Novembre 2014","2019-01-31 12:55:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/310114_300DPI-200x110.jpeg","Salone del gusto &co: trasversalismi indigesti",1416582366,[532,533,534,535,536,537,538,539,540],"http://radioblackout.org/tag/antispecismo/","http://radioblackout.org/tag/arci/","http://radioblackout.org/tag/devastazione/","http://radioblackout.org/tag/eataly/","http://radioblackout.org/tag/expo/","http://radioblackout.org/tag/liberazione-animale/","http://radioblackout.org/tag/salone-del-gusto/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/","http://radioblackout.org/tag/slowfood/",[542,334,76,543,332,544,341,545,546],"antispecismo","eataly","liberazione animale","sfruttamento","slowfood",{"post_content":548,"tags":552},{"matched_tokens":549,"snippet":550,"value":551},[76,83],"giostra in allestimento, alimentata da \u003Cmark>devastazione\u003C/mark> \u003Cmark>ambientale\u003C/mark>, sfruttamento dell'animale umano e non,","Il Salone del Gusto ha chiuso i battenti ormai da qualche giorno, ma Petrini è pronto a replicare ancor più in grande fra qualche mese. 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Non ci dilunghiamo oltre, vi invitiamo ad ascoltare la diretta e speriamo di vedervi per parlarne insieme in radio venerdì 28 novembre.\r\n\r\n \r\n\r\nin radio venerdì 28 novembre.\r\n\r\nQui la diretta telefonica:\r\n\r\nlibfro141118\r\n\r\n ",[553,555,557,560,562,564,566,568,570],{"matched_tokens":554,"snippet":542,"value":542},[],{"matched_tokens":556,"snippet":334,"value":334},[],{"matched_tokens":558,"snippet":559,"value":559},[76],"\u003Cmark>devastazione\u003C/mark>",{"matched_tokens":561,"snippet":543,"value":543},[],{"matched_tokens":563,"snippet":332,"value":332},[],{"matched_tokens":565,"snippet":544,"value":544},[],{"matched_tokens":567,"snippet":341,"value":341},[],{"matched_tokens":569,"snippet":545,"value":545},[],{"matched_tokens":571,"snippet":546,"value":546},[],[573,575],{"field":221,"matched_tokens":574,"snippet":550,"value":551},[76,83],{"field":36,"indices":576,"matched_tokens":577,"snippets":579,"values":580},[22],[578],[76],[559],[559],{"best_field_score":225,"best_field_weight":518,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":519,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},{"document":583,"highlight":596,"highlights":601,"text_match":223,"text_match_info":604},{"comment_count":48,"id":584,"is_sticky":48,"permalink":585,"podcastfilter":586,"post_author":25,"post_content":587,"post_date":588,"post_excerpt":53,"post_id":584,"post_modified":589,"post_thumbnail":590,"post_title":591,"post_type":357,"sort_by_date":592,"tag_links":593,"tags":595},"98810","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-26-06-2025-cosa-centra-il-corridoio-di-lobito-con-la-tregua-in-kivu-firmata-a-washington-e-cosa-centra-il-corridoio-di-abramo-con-il-nucleare-iraniano/",[307],"Può apparire strano, ma la risposta alla domanda del titolo è Qatar. Può apparire forzata o arzigogolata e viene contestualizzato più facilmente l'apporto della petromonarchia nel discorso sviluppato da Laura Silvia Battaglia, perché il territorio che ospitava la base americana bombardata per scherzo telefonato dai pasdaran era ospitata nel sultanato di Al-Thani, e non solo perché l'argomento era adiacente alla analisi della messinscena tra grandi potenze per far accettare al resto del mondo il nuovo assetto del Sudovest asiatico voluto dagli Accordi di Abramo, escludendo l'Iran e i suoi proxy e la Turchia per creare una supply chain alternativa alla Belt Road Initiative; però anche in ambito centrafricano – come ci racconta Massimo Zaurrini – Doha ha ospitato i negoziati tra Repubblica democratica del Congo (Rdc) e Alleanza del fiume Congo (Afc-M23), ed è il terminale delle transazioni finanziarie derivanti dallo sfruttamento delle risorse dei Grandi Laghi, che ora vedranno gli Usa di Trump ergersi a gestori diretti delle miniere di cobalto e terre rare, che prima erano rubate alla lontana Kinshasa solo da Kagame, alleato delle potenze occidentali, attraverso le sue milizie antihutu. Peraltro anche Tsishekedi è un fiancheggiatore e grande amico di Israele, i cui imprenditori più spregiudicati hanno già operato in Rdc. Insomma affari tra autocrati, piazzisti, teocrati e fascisti in genere che pagano le popolazioni malauguratamente abitanti territori contesi tra potenti.\r\nQuindi ci troviamo di fronte a due Corridoi di merci, il cui progetto faraonico intende variare l'asse commerciale impostato da decenni, spostando i flussi che tagliano l'Africa a metà, congiungendo il porto angolano di Lobito con Beira in Mozambico o Dar es Salaam in Tanzania, Oceano Atlantico con Oceano Indiano; ma anche spostando le direttrici commerciali tra Oriente e Mediterraneo all'interno della Penisola arabica aggirando i flussi impostati un po' più a nord da Pechino e inserendo i territori controllati da Israele. A tanto ci ha portato aprire il vaso di Pandora della Guerra dei 12 giorni da un lato e la sbandierata tregua (supposta) tra Congo e Ruanda...\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nA Laura Silvia Battaglia, voce di \"Radio3Mondo\" e raffinata esperta della cultura dei paesi del Sudovest asiatico, abbiamo chiesto di inquadrare nell’ottica dei Paesi del Golfo il giudizio sulla strategia che ispira il rivolgimento dell’equilibrio nell’area: l’escalation sionista mette in scena un superamento del Diritto internazionale e del concetto di democrazia per imporre una configurazione del Vicino Oriente e dei suoi corridoi commerciali alternativi alla Bri cinese come illustrato tempo fa dallo stesso Netanyahu: annientamento dei proxy iraniani e ridimensionamento della Repubblica islamica stessa a favore della penisola arabica, alleata e complice con gli accordi di Abramo, con regimi autoritari e in funzione anticinese. La causa scatenante – il nucleare iraniano – sembra poco o nulla interessante persino nei suoi risultati (basta la narrazione presidenziale attraverso Truth, che non può essere messa in discussione), perché forse l’obiettivo vero è probabilmente un altro (magari Teheran uscirà dalla non proliferazione nucleare e non ci saranno più controlli).\r\nIl primo elemento che salta agli occhi è la centralità del Qatar, per la sua vicinanza all’Iran, per il suo coinvolgimento in ogni trattativa mondiale (Afghanistan, Palestina… Kivu), Al-Thani sempre attivo diplomaticamente e con la potenza mediatica sul mondo arabo, eppure è stato emblematicamente il primo a essere colpito dalla rappresaglia teatrale dei Turbanti. Il Qatar dipende integralmente da acquisti dall’estero, non produce nulla e la chiusura dello Stretto di Ormuz lo avrebbe soffocato.\r\nIl regime change a Tehran è nei piani israeliani (non in quelli trumpiani), ma il piano di riportare la dinastia Pahlavi al potere non potrebbe essere accettata dalla nazione civile iraniana che vive in un mondo parallelo a quello del potere detenuto che fa giochi internazionali, il potere è detenuto dai pasdaran e le città centrali sono omogenee etnicamente, ma la nazione è estesa enormemente, con un’orografia che non permette di certo un’invasione di stampo iracheno, difficile anche la frammentazione su base etnico-religiosa. La sostituzione dell’attuale regime non si riesce a immaginare da chi possa essere incarnato, perciò è difficile creare un’entità artificiale che sostituisca l’attuale sistema persiano. Benché esista una fronda interna, che però forse non è controllabile dall’esterno, o non ha ancora i mezzi e la mentalità per mettere in atto una rivolta. Solo se le forze di sicurezza solidarizzano con i rivoltosi si potrà avere un successo per il cambiamento. La stretta repressiva svilupperà nuove proteste?\r\nForse in questa tabula rasa dei paesi nemici di Israele e antagonisti dei sauditi la Turchia si può affrancare perché è un paese Nato e per l’abilità a fungere da cerniera tra mondi, appartenendo sia al mondo Brics che alla Nato, proponendosi come mediatore e mantenendo relazioni con tutti i protagonisti.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/4PFSoUBf2ZZ8hb79FwbPk0?si=4fbc4626a1f247f9\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TrumpShowStayTuneOnMiddleEast.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPrecedenti trasmissioni attinenti a questo argomento si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon Massimo Zaurrini, direttore di “Africa&Affari”, affrontiamo lo spostamento dell’asse commerciale dell’Africa centrale in seguito al nuovo interesse statunitense per le risorse africane in funzione anticinese.\r\nIn questo quadro si inserisce l’ennesima sceneggiata dell’amministrazione Trump che pretende di imporre una pace nel Nordest del Congo su basi e impegni uguali a quelli che da 20 anni sono divenuti carta straccia nel breve volgere di tempo, l’unica differenza è che Tshisekedi – molto legato alla finanza israeliana – ha “svenduto” il controllo delle risorse del territorio dei Grandi Laghi agli Usa in cambio della risoluzione della guerra con l’M23 e l’Alleanza del Fiume Congo, emanazione del Ruanda, alleato e partner degli anglo-americani. Quindi agli americani interessa in particolare poter sfruttare le miniere in qualche modo e dunque hanno scelto di mettere in sicurezza… i loro investimenti nella regione. Il Qatar è l'hub di arrivo delle merci e degli investimenti e per questo è coinvolto in questo quadro di tregua, essendo ormai Doha la capitale di qualunque accordo internazionale da quello siglato dal Trump.01 con i talebani.\r\nAttorno alla Repubblica democratica del Congo e alle sue ricchezze si sviluppano nuove infrastrutture utili alle nazioni africane che stano tentando di innescare uno sviluppo pieno di promesse e anche pericoli innanzitutto ambientali, ma quanto è l’interesse per gli affari occidentali? Salta all’occhio quel corridoio che, adoperando come terminal il porto angolano di Lobito, ambisce a tracciare supply chain che uniscono Oceano Indiano e Atlantico, fulcro della disputa Cina/Usa sulle merci africane, che il 26 giugno ha appena ricevuto 250 milioni ulteriori per la sua creazione da parte della UE, dopo il mezzo miliardo stanziato da Biden nel suo ultimo viaggio da presidente. Il corridoio di Lobito è bloccato dalla disputa nel Kivu migliaia di chilometri a nord del confine congoloese con lo Zambia, per cui si è operata una variante al progetto iniziale che coinvolgeva il Katanga.\r\nDella strategia fa parte anche il taglio agli USAid, alla Banca africana di sviluppo… il tutto per incentivare gli accordi bilaterali in cui Trump, il mercante, può ricattare, strappare il miglior prezzo, taglieggiare, smaramaldeggiare… gettare fumo negli occhi con la promessa di sviluppo attraverso la Dfc (U.S. Development Finance Corporation); e se si dovesse finalmente spuntare la possibilità di lavorare in loco i materiali grezzi, la devastazione ambientale sarebbe inevitabile.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/business-summit-il-mercato-africano-apprezza-le-trattative-senza-condizioni-etico-politiche-di-trump--66772324\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Lobito-Katanga_corridoi-infrastrutturali-spostano-assi-regionali.mp3\"][/audio]\r\n\r\nI precedenti appuntamenti con la geopolitica africana si trovano qui","28 Giugno 2025","2025-06-28 17:52:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 26/06/2025 - COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI LOBITO CON LA TREGUA IN KIVU FIRMATA A WASHINGTON E COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI ABRAMO CON IL NUCLEARE IRANIANO?",1751129989,[594],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[325],{"post_content":597},{"matched_tokens":598,"snippet":599,"value":600},[76,83],"loco i materiali grezzi, la \u003Cmark>devastazione\u003C/mark> \u003Cmark>ambientale\u003C/mark> sarebbe inevitabile.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/business-summit-il-mercato-africano-apprezza-le-trattative-senza-condizioni-etico-politiche-di-trump--66772324\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Lobito-Katanga_corridoi-infrastrutturali-spostano-assi-regionali.mp3\"][/audio]\r","Può apparire strano, ma la risposta alla domanda del titolo è Qatar. 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Peraltro anche Tsishekedi è un fiancheggiatore e grande amico di Israele, i cui imprenditori più spregiudicati hanno già operato in Rdc. Insomma affari tra autocrati, piazzisti, teocrati e fascisti in genere che pagano le popolazioni malauguratamente abitanti territori contesi tra potenti.\r\nQuindi ci troviamo di fronte a due Corridoi di merci, il cui progetto faraonico intende variare l'asse commerciale impostato da decenni, spostando i flussi che tagliano l'Africa a metà, congiungendo il porto angolano di Lobito con Beira in Mozambico o Dar es Salaam in Tanzania, Oceano Atlantico con Oceano Indiano; ma anche spostando le direttrici commerciali tra Oriente e Mediterraneo all'interno della Penisola arabica aggirando i flussi impostati un po' più a nord da Pechino e inserendo i territori controllati da Israele. 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La causa scatenante – il nucleare iraniano – sembra poco o nulla interessante persino nei suoi risultati (basta la narrazione presidenziale attraverso Truth, che non può essere messa in discussione), perché forse l’obiettivo vero è probabilmente un altro (magari Teheran uscirà dalla non proliferazione nucleare e non ci saranno più controlli).\r\nIl primo elemento che salta agli occhi è la centralità del Qatar, per la sua vicinanza all’Iran, per il suo coinvolgimento in ogni trattativa mondiale (Afghanistan, Palestina… Kivu), Al-Thani sempre attivo diplomaticamente e con la potenza mediatica sul mondo arabo, eppure è stato emblematicamente il primo a essere colpito dalla rappresaglia teatrale dei Turbanti. Il Qatar dipende integralmente da acquisti dall’estero, non produce nulla e la chiusura dello Stretto di Ormuz lo avrebbe soffocato.\r\nIl regime change a Tehran è nei piani israeliani (non in quelli trumpiani), ma il piano di riportare la dinastia Pahlavi al potere non potrebbe essere accettata dalla nazione civile iraniana che vive in un mondo parallelo a quello del potere detenuto che fa giochi internazionali, il potere è detenuto dai pasdaran e le città centrali sono omogenee etnicamente, ma la nazione è estesa enormemente, con un’orografia che non permette di certo un’invasione di stampo iracheno, difficile anche la frammentazione su base etnico-religiosa. La sostituzione dell’attuale regime non si riesce a immaginare da chi possa essere incarnato, perciò è difficile creare un’entità artificiale che sostituisca l’attuale sistema persiano. 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Salta all’occhio quel corridoio che, adoperando come terminal il porto angolano di Lobito, ambisce a tracciare supply chain che uniscono Oceano Indiano e Atlantico, fulcro della disputa Cina/Usa sulle merci africane, che il 26 giugno ha appena ricevuto 250 milioni ulteriori per la sua creazione da parte della UE, dopo il mezzo miliardo stanziato da Biden nel suo ultimo viaggio da presidente. Il corridoio di Lobito è bloccato dalla disputa nel Kivu migliaia di chilometri a nord del confine congoloese con lo Zambia, per cui si è operata una variante al progetto iniziale che coinvolgeva il Katanga.\r\nDella strategia fa parte anche il taglio agli USAid, alla Banca africana di sviluppo… il tutto per incentivare gli accordi bilaterali in cui Trump, il mercante, può ricattare, strappare il miglior prezzo, taglieggiare, smaramaldeggiare… gettare fumo negli occhi con la promessa di sviluppo attraverso la Dfc (U.S. Development Finance Corporation); e se si dovesse finalmente spuntare la possibilità di lavorare in loco i materiali grezzi, la \u003Cmark>devastazione\u003C/mark> \u003Cmark>ambientale\u003C/mark> sarebbe inevitabile.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/business-summit-il-mercato-africano-apprezza-le-trattative-senza-condizioni-etico-politiche-di-trump--66772324\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Lobito-Katanga_corridoi-infrastrutturali-spostano-assi-regionali.mp3\"][/audio]\r\n\r\nI precedenti appuntamenti con la geopolitica africana si trovano qui",[602],{"field":221,"matched_tokens":603,"snippet":599,"value":600},[76,83],{"best_field_score":225,"best_field_weight":518,"fields_matched":96,"num_tokens_dropped":48,"score":605,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},"1157451471441100913",{"document":607,"highlight":620,"highlights":625,"text_match":223,"text_match_info":628},{"comment_count":48,"id":608,"is_sticky":48,"permalink":609,"podcastfilter":610,"post_author":611,"post_content":612,"post_date":613,"post_excerpt":53,"post_id":608,"post_modified":614,"post_thumbnail":615,"post_title":616,"post_type":357,"sort_by_date":617,"tag_links":618,"tags":619},"93529","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-14-11-2024-declino-dellegemonia-americana-e-deglobalizzazione-cop29-linutile-parata-delle-lobbies-del-fossile-haiti-la-crisi-politica-e-lo-stratopotere-delle-gang/",[307],"radiokalakuta","Bastioni di Orione in questa puntata si confronta con Fabrizio Maronta consigliere scientifico e responsabile delle relazioni internazionali di Limes ,autore del libro \"Deglobalizzazione\". Si parte dalla distanza fra l'ideologia liberal democratica e le prassi autoritarie di gestione del comando capitalista in questa fase in cui il capitalismo americano esprime delle tendenze oligarchiche conseguenza anche dei processi di deindustrializzazione,che hanno creato una classe di oligopolisti dell'economia digitale.\r\n\r\nL'emergere della Cina che si presenta come un paese ipercapitalista e concorrente sottraendosi alla cooptazione subordinata nel processo di globalizzazione americana ,costituisce un imprevisto storico che s'interseca con la crisi morale ed etica del modello made in U.S.A. L'impoverimento di fasce non residuali della classe media americana ,la crisi dovuta all'insostenibilità dell'interventismo globale ,la corrosione dell'ideologia del destino manifesto sono consueguenze delle sfide al modello di globalizzazione americana portate dall'esterno in particolare dall'emergere di coalizioni di stati che mirano a definire un diritto d'interdizione al processo egemonico yankee . La divisione interna ci rimanda ad una società americana spaccata divisa per gruppi ideologici e sociali che non comunicano ,il modello economico non funziona per molti americani ,il sistema politico è disfunzionale ,le disuguagliaze si accrescono , per le classi dirigenti si pone un problema di recupero di funzionalità del modello economico in crisi anche per la sovraestensione della politica estera americana in chiave regolatrice ed egemonica.\r\n\r\nIl modello di globalizzazione post 1989 è arrivato al capolinea ,si prospettano politiche protezioniste a suon di dazi ,confronto duro con la Cina come dimostrano le scelte di Trump per la sua amministrazione, una crescente militarizzazione della politica estera, la ricostituzione di determinate filiere produttive che prescindano dalla Cina e una frammentazione dell'ordine capitalista con prevedibile instabilita'.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MARONTA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vincenzo Miliucci sorico militante antinucleare parliamo delle contraddizioni della Cop 29 che si sta tenendo a Baku nell'Azerbaigian, stato autoritario governato dalla dinastia degli Alev ,grande sostenitore delle produzioni fossili e paese da cui partono i tubi del TAP . Le promesse della Cop di Parigi di cancellare il 100% delle emissioni di Co2 entro il 2040 sono ben lontane dall'essere realizzate, a Baku non ci sono i paesi che contano, le delegazioni sono imbottite di funzionari delle compagnie petrolifere a caccia di affari mentre le associazioni ambientaliste non hanno voce in capitolo. Negli interventi a Baku sgomita la lobby nucleare ,millantando nuovi orizzonti per la fissione nonostante i disastri passati e i rischi ambientali , il governo italiano prepara una legge delega ad hoc per imporre nuovamente questa scelta nefasta già respinta con due referendum .Intanto la nuova amministrazione americana del negazionista Trump già annuncia nuove trivellazioni in Alaska e nell'Artico , si continua con le false compensazioni senza porre fine al mercato dei crediti del carbonio , s'intensifica la repressione contro i militanti ambientalisti anche in Italia con le norme contenute nel famigerato DL 1660 ,mentre si continuano ad uccidere gli oppositori della devastazione ambientale in America Latina .\r\n\r\nRicordiamo infine l'insegnamento di Dario Paccino che fin dal suo libro \"L'imbroglio ecologico\",nonchè con la sua militanza mise in relazione la devastazione ambientale con il modello di sviluppo capitalistico e con un’economia di mercato che produce a prezzi sempre più bassi beni di consumo sempre meno utili , per Paccino l'ambientalismo pensato e tradotto politicamente senza aver presenti i rapporti di produzione e le condizioni sociali che generano lo sfruttamento delle risorse rappresentava ipso facto un imbroglio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MILIUCCI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Roberto Codazzi cooperante e conoscitore di Haiti ,parliamo della situazione sempre piu' drammatica nell'isola caraibica sconvolta da una instabilità permanente alimentata da una classe dirigente corrotta e dalle gang criminali che ormai controllano il territorio . L'invio dei 600 soldati kenyani come prevedibile non ha sortito alcun effetto sulla situazione sul terreno .Haiti dal 2021 è senza presidente ,ucciso nella sua casa da un commando composto da mercenari colombiani assoldati da haitiani, tre membri del consiglio di transizione che dovrebbe nominare il primo ministro sono accusati di corruzione mentre si è dimesso il premier nominato solo 5 mesi fa.\r\n\r\nLe gang gestiscono le vie di comunicazione d'interesse logistico per il traffico di stupefacenti di cui l'isola è diventata un hub rilevante , l'episodio recente degli spari contro un aereo di una compagnia americana ha portato alla chiusura degli aereoporti e all'isolamento totale dell'isola considerando la chiusura del confine con la repubblica Dominicana . Si contano decine di migliaia di sfollati e circa 4000 morti dall'inizio dell'anno ,mentre le deportazioni dagli U.S.A. non si sono mai fermate nonostante i toni xenofobi della campagna elettorale americana che ha individuato gli haitiani residenti a Springfield come obiettivo. Haiti paga ancora l'audacia di essere stata la prima repubblica nera liberatasi dalla schiavitu' ,un peccato originale mai perdonato dalle potenze coloniali ,prima la Francia con il fardello del debito imposto ad Haiti e poi gli Stati Uniti con l'invasione militare e l'imposizioni della dittatura dei Duvalier.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-CODAZZI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","17 Novembre 2024","2024-11-17 12:18:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 14/11/2024-DECLINO DELL'EGEMONIA AMERICANA E DEGLOBALIZZAZIONE-COP29 L'INUTILE PARATA DELLE LOBBIES DEL FOSSILE-HAITI LA CRISI POLITICA E LO STRATOPOTERE DELLE GANG.",1731845911,[594],[325],{"post_content":621},{"matched_tokens":622,"snippet":623,"value":624},[76,83],"ad uccidere gli oppositori della \u003Cmark>devastazione\u003C/mark> \u003Cmark>ambientale\u003C/mark> in America Latina .\r\n\r\nRicordiamo infine","Bastioni di Orione in questa puntata si confronta con Fabrizio Maronta consigliere scientifico e responsabile delle relazioni internazionali di Limes ,autore del libro \"Deglobalizzazione\". Si parte dalla distanza fra l'ideologia liberal democratica e le prassi autoritarie di gestione del comando capitalista in questa fase in cui il capitalismo americano esprime delle tendenze oligarchiche conseguenza anche dei processi di deindustrializzazione,che hanno creato una classe di oligopolisti dell'economia digitale.\r\n\r\nL'emergere della Cina che si presenta come un paese ipercapitalista e concorrente sottraendosi alla cooptazione subordinata nel processo di globalizzazione americana ,costituisce un imprevisto storico che s'interseca con la crisi morale ed etica del modello made in U.S.A. L'impoverimento di fasce non residuali della classe media americana ,la crisi dovuta all'insostenibilità dell'interventismo globale ,la corrosione dell'ideologia del destino manifesto sono consueguenze delle sfide al modello di globalizzazione americana portate dall'esterno in particolare dall'emergere di coalizioni di stati che mirano a definire un diritto d'interdizione al processo egemonico yankee . La divisione interna ci rimanda ad una società americana spaccata divisa per gruppi ideologici e sociali che non comunicano ,il modello economico non funziona per molti americani ,il sistema politico è disfunzionale ,le disuguagliaze si accrescono , per le classi dirigenti si pone un problema di recupero di funzionalità del modello economico in crisi anche per la sovraestensione della politica estera americana in chiave regolatrice ed egemonica.\r\n\r\nIl modello di globalizzazione post 1989 è arrivato al capolinea ,si prospettano politiche protezioniste a suon di dazi ,confronto duro con la Cina come dimostrano le scelte di Trump per la sua amministrazione, una crescente militarizzazione della politica estera, la ricostituzione di determinate filiere produttive che prescindano dalla Cina e una frammentazione dell'ordine capitalista con prevedibile instabilita'.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MARONTA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vincenzo Miliucci sorico militante antinucleare parliamo delle contraddizioni della Cop 29 che si sta tenendo a Baku nell'Azerbaigian, stato autoritario governato dalla dinastia degli Alev ,grande sostenitore delle produzioni fossili e paese da cui partono i tubi del TAP . Le promesse della Cop di Parigi di cancellare il 100% delle emissioni di Co2 entro il 2040 sono ben lontane dall'essere realizzate, a Baku non ci sono i paesi che contano, le delegazioni sono imbottite di funzionari delle compagnie petrolifere a caccia di affari mentre le associazioni ambientaliste non hanno voce in capitolo. Negli interventi a Baku sgomita la lobby nucleare ,millantando nuovi orizzonti per la fissione nonostante i disastri passati e i rischi ambientali , il governo italiano prepara una legge delega ad hoc per imporre nuovamente questa scelta nefasta già respinta con due referendum .Intanto la nuova amministrazione americana del negazionista Trump già annuncia nuove trivellazioni in Alaska e nell'Artico , si continua con le false compensazioni senza porre fine al mercato dei crediti del carbonio , s'intensifica la repressione contro i militanti ambientalisti anche in Italia con le norme contenute nel famigerato DL 1660 ,mentre si continuano ad uccidere gli oppositori della \u003Cmark>devastazione\u003C/mark> \u003Cmark>ambientale\u003C/mark> in America Latina .\r\n\r\nRicordiamo infine l'insegnamento di Dario Paccino che fin dal suo libro \"L'imbroglio ecologico\",nonchè con la sua militanza mise in relazione la \u003Cmark>devastazione\u003C/mark> \u003Cmark>ambientale\u003C/mark> con il modello di sviluppo capitalistico e con un’economia di mercato che produce a prezzi sempre più bassi beni di consumo sempre meno utili , per Paccino l'ambientalismo pensato e tradotto politicamente senza aver presenti i rapporti di produzione e le condizioni sociali che generano lo sfruttamento delle risorse rappresentava ipso facto un imbroglio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MILIUCCI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Roberto Codazzi cooperante e conoscitore di Haiti ,parliamo della situazione sempre piu' drammatica nell'isola caraibica sconvolta da una instabilità permanente alimentata da una classe dirigente corrotta e dalle gang criminali che ormai controllano il territorio . L'invio dei 600 soldati kenyani come prevedibile non ha sortito alcun effetto sulla situazione sul terreno .Haiti dal 2021 è senza presidente ,ucciso nella sua casa da un commando composto da mercenari colombiani assoldati da haitiani, tre membri del consiglio di transizione che dovrebbe nominare il primo ministro sono accusati di corruzione mentre si è dimesso il premier nominato solo 5 mesi fa.\r\n\r\nLe gang gestiscono le vie di comunicazione d'interesse logistico per il traffico di stupefacenti di cui l'isola è diventata un hub rilevante , l'episodio recente degli spari contro un aereo di una compagnia americana ha portato alla chiusura degli aereoporti e all'isolamento totale dell'isola considerando la chiusura del confine con la repubblica Dominicana . Si contano decine di migliaia di sfollati e circa 4000 morti dall'inizio dell'anno ,mentre le deportazioni dagli U.S.A. non si sono mai fermate nonostante i toni xenofobi della campagna elettorale americana che ha individuato gli haitiani residenti a Springfield come obiettivo. Haiti paga ancora l'audacia di essere stata la prima repubblica nera liberatasi dalla schiavitu' ,un peccato originale mai perdonato dalle potenze coloniali ,prima la Francia con il fardello del debito imposto ad Haiti e poi gli Stati Uniti con l'invasione militare e l'imposizioni della dittatura dei Duvalier.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-CODAZZI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[626],{"field":221,"matched_tokens":627,"snippet":623,"value":624},[76,83],{"best_field_score":225,"best_field_weight":518,"fields_matched":96,"num_tokens_dropped":48,"score":605,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":357,"first_q":20,"per_page":296,"q":20},["Reactive",632],{},["Set"],["ShallowReactive",635],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f4wqlVp8oaFHqh6PjMJVuH0AVpGHnC8vvw3pkSMTT-6E":-1},true,"/search?query=devastazione+ambientale"]