","Il futuro di Gaza tra dichiarazioni di Trump e stato di salute della resistenza palestinese",1739019688,[138,139,140,141],"http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[143,20,17,144],"Gaza","Trump",{"post_content":146,"post_title":150},{"matched_tokens":147,"snippet":148,"value":149},[76],"Fanno discutere le \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> di Trump su Gaza: il","Fanno discutere le \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> di Trump su Gaza: il progetto sembra essere lo spopolamento di Gaza ed il suo takeover da parte statunitense. Se il governo israeliano - quantomeno nelle sue frange più esplicitamente genocidarie rappresentate dai soliti boia Smotrich e Ben Gvir - sembra non poter aspirare a niente di meglio di questo appoggio americano alla definitiva pulizia etnica nei confronti del popolo gazawi, i progetti di Trump sono una vera e propria ipoteca per la normalizzazione delle relazioni tra Israele ed i paesi arabi, che hanno respinto con fermezza l'idea di accogliere i palestinesi per fare spazio ai bulldozer americani. Questa chiusura ai progetti di Trump non appare però una disinteressata mossa di sostegno politico alla Palestina, ma sembra provenire invece dalla consapevolezza del rischio che comporterebbe la presa in carico di profughi palestinesi: come accaduto in passato, infatti, le strutture della resistenza lancerebbero attacchi contro Israele esponendo i paesi ospitanti alla sicura risposta sionista. \r\n\r\nProprio la resistenza palestinese è il convitato di pietra all'interno della discussione sul futuro di Gaza: dopo quasi 500 giorni di guerra e gli annunci israeliani di aver disarticolato sia il suo potenziale militare che la sua capacità di amministrare Gaza, sono bastate 24h di tregua perché Hamas e Jihad islamico organizzassero alcune iniziative propagandistiche con l'obiettivo di dimostrare che le proprie forze sono, se non intatte, quantomeno poco intaccate. Gli show hanno avuto un forte impatto soprattutto in Israele, dove l'opinione pubblica si è interrogata sul prezzo pagato dall'esercito israeliano a fronte di risultati apparentemente così scarsi, mentre la reazione del governo sionista è stata quella di promettere che l'obiettivo della guerra - la totale disarticolazione di Hamas - sarà comunque perseguito nonostante la prima fase di cessate-il-fuoco. A fronte delle nuove \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> del presidente USA e di una dimostrazione di forza come quella della resistenza palestinese, non è assolutamente detto che, dopo questa iniziale fase di tregua, il governo israeliano voglia continuare le trattative; in alternativa, Netanyahu potrebbe cogliere l'occasione per rafforzare il proprio progetto di sterminio tornando a bombardare a tappeto Gaza: ufficialmente per distruggere ciò che resta della resistenza, in realtà per stabilire le condizioni effettive di distruzione e terrore necessarie a svuotare Gaza come da desiderio di Trump.\r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Eliana Riva, caporedattrice di Pagine Esteri.\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/RivaTrumpSpopolamentoGaza.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":151,"snippet":152,"value":152},[76],"Il futuro di Gaza tra \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> di Trump e stato di salute della resistenza palestinese",[154,156],{"field":113,"matched_tokens":155,"snippet":152,"value":152},[76],{"field":116,"matched_tokens":157,"snippet":148,"value":149},[76],578730123365187700,{"best_field_score":160,"best_field_weight":161,"fields_matched":162,"num_tokens_dropped":51,"score":163,"tokens_matched":123,"typo_prefix_score":51},"1108091338752",15,2,"578730123365187706",{"document":165,"highlight":190,"highlights":195,"text_match":158,"text_match_info":198},{"cat_link":166,"category":167,"comment_count":51,"id":168,"is_sticky":51,"permalink":169,"post_author":25,"post_content":170,"post_date":171,"post_excerpt":56,"post_id":168,"post_modified":172,"post_thumbnail":173,"post_thumbnail_html":174,"post_title":175,"post_type":59,"sort_by_date":176,"tag_links":177,"tags":184},[48],[50],"97664","http://radioblackout.org/2025/05/scontro-aperto-tra-india-e-pakistan-operazione-sindoor/","A seguito dell'attentato che ha ucciso 26 turisti indiani nel Kashmir amministrato dall'India avvenuto a fine aprile, la risposta dello stato indiano è arrivata nella notte tra martedì 6 maggio e mercoledì 7 maggio, con l'Operazione definita Sindoor: una serie di bombardamenti si sono abbattuti sul Pakistan, nella parte di territorio pachistana del Kashmir e nella provincia pachistana del Punjab. Secondo New Delhi e secondo le dichiarazioni ufficiali del governo di Modi sarebbero stati colpiti obiettivi \"terroristici\", mentre il Pakistan sostiene che siano stati colpiti civili. Il premier del Pakistan Sharif ha immediatamente dichiarato che la risposta non si farà attendere, dato che sin da subito ha contestato la ricostruzione dell'attentato che lo ricondurrebbe a milizie pachistane per l'indipendenza del Kashmir.\r\n\r\nSi preannuncia quindi la ripresa di uno scontro aperto, dopo otto decenni di una cosiddetta \"guerra a bassa intensità\" che ha visto a più riprese momenti di guerra aperta tra i due Stati in relazione ai territori contesi e ai loro confini. Inoltre, non è esclusa la minaccia del ricorso all'arma nucleare, di cui entrambi gli Stati posseggono delle testate. Un altro elemento significativo della fase di scontro aperto è dato dalla sospensione unilaterale dell'accordo che riguarda il Trattato delle acque dell'Indo, mossa che apre immediatamente all'intenzione di colpire l'accesso alle risorse primarie, come l'acqua, per la popolazione del Pakistan. Questa escalation si inserisce in una fase di governo interna all'India in cui Modi ha avuto necessità di recuperare consenso e la campagna anti-islamica ha avuto una recrudescenza.\r\n\r\nAi nostri microfoni Claudio Avella, corrispondente per Pagine Esteri in India\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/India-pakistan-2025_05_08_2025.05.08-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","8 Maggio 2025","2025-05-08 15:45:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/CITTNUOVAPAMOM_20250507184928862_a971b03d495d5a51bc45a0b0bb3d33b7-scaled-720x0-c-default-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/CITTNUOVAPAMOM_20250507184928862_a971b03d495d5a51bc45a0b0bb3d33b7-scaled-720x0-c-default-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/CITTNUOVAPAMOM_20250507184928862_a971b03d495d5a51bc45a0b0bb3d33b7-scaled-720x0-c-default-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/CITTNUOVAPAMOM_20250507184928862_a971b03d495d5a51bc45a0b0bb3d33b7-scaled-720x0-c-default.jpg 720w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Scontro aperto tra India e Pakistan: \"Operazione Sindoor\"",1746719150,[178,179,180,181,182,183],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/india/","http://radioblackout.org/tag/kashmir/","http://radioblackout.org/tag/modi/","http://radioblackout.org/tag/nucleare/","http://radioblackout.org/tag/pakistan/",[28,185,186,187,188,189],"india","Kashmir","Modi","nucleare","pakistan",{"post_content":191},{"matched_tokens":192,"snippet":193,"value":194},[76],"New Delhi e secondo le \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> ufficiali del governo di Modi","A seguito dell'attentato che ha ucciso 26 turisti indiani nel Kashmir amministrato dall'India avvenuto a fine aprile, la risposta dello stato indiano è arrivata nella notte tra martedì 6 maggio e mercoledì 7 maggio, con l'Operazione definita Sindoor: una serie di bombardamenti si sono abbattuti sul Pakistan, nella parte di territorio pachistana del Kashmir e nella provincia pachistana del Punjab. 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Negli ultimi anni abbiamo vissuto una forte crisi dei mercati finanziari che ha visto una crescita fuori misura di specifici settori (come il Big Tech) e il disancoraggio totale con l'economia reale, alimentando una bolla che ha sostenuto il capitalismo finanziario americano che oggi vede una scossa con l'elezione di Trump. Non si può non commentare la reazione dell'Unione Europea con il piano Rearm e il piano per aumentare l'indebitamento degli Stati per poter aumentare la spesa militare, avverando così in pochi mesi una crescita del valore borsistico del 100% delle aziende belliche come Leonardo e altre, che assumono un ruolo centrale nella finanza. Una bolla che si sta costruendo sulla paura e sulla necessità del riarmo per prepararsi a un potenziale conflitto e, allo stesso tempo, per \"armare l'Ucraina fino alla vittoria\". Una strenua battaglia per tenere in piedi il capitalismo finanziario in una crisi che parte dal cuore dell'Impero.\r\n\r\nAlessandro Volpi, docente di Storia Contemporanea all'Università di Pisa, ha pubblicato \"I padroni del mondo\"\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Volpi-2025_04_03_2025.04.03-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAlessandro Volpi interverrà nel dibattito di sabato 12 aprile alle ore 16 durante il Festival Altri Mondi Altri Modi dal titolo \"Scenari della guerra globale\"\r\n\r\nIn un certo senso tutto è collegato. I conflitti militari che stanno aumentando di intensità nel mondo, al netto delle loro specificità regionali, si inseriscono in un contesto politico ed economico globale. Non possiamo comprendere fino in fondo il genocidio in corso a Gaza, la guerra tra Russia e Ucraina, le tensioni in Corea e su Taiwan senza considerare che l’inasprimento di vecchie linee di tensione e la nascita di nuove dipende anche da un quadro generale di crisi del sistema di produzione capitalista per come lo abbiamo conosciuto negli ultimi cinquant’anni. In questo dibattito abbiamo deciso dunque di provare a fare una panoramica degli scenari di guerra e tensione e degli attori protagonisti di questi conflitti. Parleremo di Stati Uniti, Cina, Russia e Medio Oriente tentando di esplorare gli aspetti finanziari, geopolitici, di politica interna e sociali che si inseriscono nella tendenza alla guerra globale.\r\n\r\nNello stesso dibattito interverranno Rosita di Peri, Pierluigi Fagan, Nick Chavez e Phil Neel \r\n\r\nQui il programma completo del Festival Altri Mondi / Altri Modi \r\n\r\nPer tutti gli aggiornamenti segui la pagina Instagram","4 Aprile 2025","2025-04-04 12:42:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/usa-dazi-auto-1920x960-1-1024x596-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"175\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/usa-dazi-auto-1920x960-1-1024x596-1-300x175.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/usa-dazi-auto-1920x960-1-1024x596-1-300x175.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/usa-dazi-auto-1920x960-1-1024x596-1-768x447.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/usa-dazi-auto-1920x960-1-1024x596-1.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Capitalismo finanziario e economia di guerra",1743770568,[215,216,217,218,219],"http://radioblackout.org/tag/crisi-capitalismo/","http://radioblackout.org/tag/dazi/","http://radioblackout.org/tag/donald-trump/","http://radioblackout.org/tag/economia-di-guerra/","http://radioblackout.org/tag/finanza/",[221,222,223,224,225],"crisi capitalismo","dazi","donald trump","economia di guerra","finanza",{"post_content":227},{"matched_tokens":228,"snippet":229,"value":230},[76],"giornata che ha visto grandi \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> del presidente Trump aprire alla","Nella giornata che ha visto grandi \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> del presidente Trump aprire alla guerra commerciale dei dazi abbiamo approfondito come la ristrutturazione della finanza e gli scenari bellici mondiali siano strettamente connessi. 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I medici dichiarano infatti che al minuto muore un ferito e che si ritrovano costretti a dover operare nella completa assenza di antidolorifici o anestetici, bloccati insieme a tutti i camion con gli aiuti che Iraele continua a sbarrare ai valichi.\r\n\r\nI prodromi di questo attacco, già organizzato da una settimana, sono stati anticipati dal cambio di direttiva dello stato maggiore da Herzi Halevi a Eyal Zamir che dal suo insediamento ha promesso maggiore crudeltà negli attacchi sulla striscia e un'attacco di lunga durata e si va ad aggiungere alle plurime dichiarazioni di parte statunitense che delle ultime settimane promettono un futuro per Gaza di ricostruzione a benefit di una speculazione edilizia in mano sionista.\r\n\r\nE' infatti esplicito che l'alleato statunitense promuova e condivida le decisioni di Nethanyau, così come è evidente che il governo israeliano si sia sempre premurato di avvisare lo stato complice prima di ogni azione. Si può quindi leggere in questa serie di attacchi il primo passo della messa in atto del piano di deportazione di massa promosso da Donald Trump.\r\n\r\nQuale la situazione attuale nella Striscia e quale un possibile immediato futuro degli attacchi in Cisgiordania? Quali i giochi statunitensi e il futuro della regione tra accordi tra Libano e Siria, i cui confini sono ancora invasi da israele, e uno Yemen in battaglia aperta con gli U.s.a. e Tel Aviv?\r\n\r\nNe parliamo con la caporedattrice di Pagine Esteri Eliana Riva\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/RivaPalestina18-03.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","19 Marzo 2025","2025-03-19 14:22:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Immagine-19-03-25-14.14-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"137\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Immagine-19-03-25-14.14-300x137.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Immagine-19-03-25-14.14-300x137.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Immagine-19-03-25-14.14-768x351.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Immagine-19-03-25-14.14.jpg 995w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il genocidio a Gaza non si è mai fermato: ripresi i raid aerei a tappeto",1742394149,[249,178,139,250,140],"http://radioblackout.org/tag/conflitto-arabo-israeliano/","http://radioblackout.org/tag/medioriente/",[252,28,20,253,17],"conflitto arabo-israeliano","medioriente",{"post_content":255},{"matched_tokens":256,"snippet":257,"value":258},[76],"va ad aggiungere alle plurime \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> di parte statunitense che delle","L'attacco con ingenti raid aerei che è stato mosso su Gaza a partire dalla notte del 17 Marzo e che da allora continua incessantemente, denominato dal governo Israeliano \" Forza e fuoco\", pone un ulteriore accellerazione al processo di rasa al suolo della striscia di Gaza tramite pulizia etnica e sfollamento, rendendo invivibile il territorio.\r\n\r\nI bombardamenti hanno colpito Jabaliya, Beit Hanoun, Gaza City, Nuseirat, Deir el-Balah, Khan Younis e Rafah finanche l’area di al-Mawasi.\r\n\r\nNell'arco quasi due giorni di attacchi si contano già più di 400 vittime civili e un'aggravamento ulteriore delle già minime condizioni del sistema sanitario. 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Da diversi mesi la società civile del Rojava si organizza per andare in presidio ed abitare nella diga, che viene mantenuta in funzione sotto il fuoco turco - nella speranza di proteggerla dalla distruzione e per sostenere le YPG e le YPJ che combattono a pochi chilometri contro le truppe dell'ENS. Non si fermano infatti i tentativi guidati dalla Turchia di scardinare la resistenza nel cantone di Kobane dove si trova la diga, per cercare di circondare ed occupare la città curda e arrivare così a congiungere in un unico corridoio le zone già precedentemente occupate, Afrin a ovest e Tel Abyad e Ras-al-Ayn ad Est ed esercitare una sempre maggior pressione sull'esperienza democratica e confederale del Rojava.\r\n\r\nAi microfoni di Radio Blackout analizziamo il ruolo della Turchia in questa situazione ed i possibili cambiamenti che si potrebbero vivere in Rojava dopo le dichiarazioni di Öcalan, il cessate-il-fuoco del PKK e l'inizio di un eventuale processo di pace tra la guerriglia e lo Stato turco - oltre a fare una panoramica sullo stato attuale della Siria, dove sono in corso violenti scontri tra il governo sunnita di Hayat Tahrir al-Sham e la minoranza alawita sulla costa di Latakia, in una regione lacerata dove il Rojava esprime un fondamentale tentativo di convivenza e compartecipazione politica improntate sul confederalismo democratico. Allo stesso tempo, il compagno ci racconta dell'importanza della difesa della diga di Tishreen non solo da un punto di vista strategico ma anche come parte di una fondamentale battaglia ecologica condotta dalla popolazione della Siria del Nord Est per esercitare un controllo democratico e confederale sulle risorse idriche, alimentari ed energetiche locali, oltreché sulle infrastrutture di produzione e di raccolta dell'acqua, del grano e del petrolio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/tishreen.mp3\"][/audio]","8 Marzo 2025","2025-03-08 15:39:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/20250301-20250301-image-870x-67c2e726160f0-jpg4c7041-image-jpga5afd2-image-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/20250301-20250301-image-870x-67c2e726160f0-jpg4c7041-image-jpga5afd2-image-300x168.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/20250301-20250301-image-870x-67c2e726160f0-jpg4c7041-image-jpga5afd2-image-300x168.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/20250301-20250301-image-870x-67c2e726160f0-jpg4c7041-image-jpga5afd2-image-768x431.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/20250301-20250301-image-870x-67c2e726160f0-jpg4c7041-image-jpga5afd2-image.jpg 990w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Siria del Nord-Est: corrispondenza dalla diga di Tishreen in Rojava",1741448366,[277,278,279],"http://radioblackout.org/tag/confederalismo-democratico/","http://radioblackout.org/tag/rojava/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[281,282,30],"confederalismo democratico","rojava",{"post_content":284},{"matched_tokens":285,"snippet":286,"value":287},[76],"vivere in Rojava dopo le \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> di Öcalan, il cessate-il-fuoco del","Una corrispondenza con un compagno internazionalista che in questo momento si trova sulla diga di Tishreen, nella Siria del Nord-Est, un'importante infrastruttura della regione difesa in prima persona dagli abitanti e dalle abitanti del Rojava contro gli attacchi dell'aeronautica turca e delle truppe di terra dell'Esercito Nazionale Siriano, una coalizione di milizie islamiste finanziate e coordinate dalla Turchia. 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Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. 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Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. 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Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. 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Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste",[437],{"field":116,"matched_tokens":438,"snippet":434,"value":435},[76],{"best_field_score":160,"best_field_weight":199,"fields_matched":123,"num_tokens_dropped":51,"score":200,"tokens_matched":123,"typo_prefix_score":51},{"document":441,"highlight":470,"highlights":475,"text_match":158,"text_match_info":478},{"comment_count":51,"id":442,"is_sticky":51,"permalink":443,"podcastfilter":444,"post_author":445,"post_content":446,"post_date":447,"post_excerpt":56,"post_id":442,"post_modified":448,"post_thumbnail":449,"post_title":450,"post_type":360,"sort_by_date":451,"tag_links":452,"tags":461},"99228","http://radioblackout.org/podcast/opuscolo-su-anan-ali-e-mansour-trumps-war-on-migrants-lotta-mapuche/",[303],"bellocome","Estratti dalla puntata del 21 luglio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nOPUSCOLO SU ANAN, ALI E MANSOUR / / RELAZIONI ITALIA-ISRAELE\r\n\r\nGrazie al contributo di una compagna andiamo a presentare l’opuscolo “Solidarietà ad Anan, Alì e Mansour – Un piccolo granello di sabbia negli ingranaggi del potere si può trasformare in una tempesta”: una raccolta di testi (in fase di continuo aggiornamento) per cercare di sottolineare la rilevanza storica di un processo celebrato a L'Aquila contro individui accusati di fare parte della resistenza palestinese e fortemente eterodiretto dall’apparato di sicurezza sionista.\r\n\r\nUn opuscolo che - oltre a raccogliere le dichiarazioni di Anan e descrivere le dinamiche del processo - costruisce una cornice per contestualizzarlo, spaziando dal ruolo delle università sioniste all’esorcizzazione (unilaterale) della violenza politica.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BCUPCB_anan-opuscolo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nA margine della diretta, un comunicato di Doctors Against Genocide sullo sterminio per fame che è arrivato a colpire il personale sanitario.\r\n\r\nIn fine, un piccolo approfondimento sulla promozione delle relazioni commerciali tra Italia e Israele partendo da un testo pubblicato sul sito del Ministero dell’Economia e dell’Industria dello Stato sionista, dove si sottolinea la rilevanza delle tecnologie sperimentate in decenni di oppressione e in un contesto di una minaccia permanente ingegnerizzata.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BCUPCB_commercioMinisteroIsraele.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTRUMP’S WAR ON MIGRANTS: QUANDO LA SPETTACOLARIZZAZIONE DELLA VIOLENZA ARRIVA IN ITALIA\r\n\r\nUna piccola parentesi sulla fase attuale della Guerra alle Persone Migranti e sulla spettacolarizzazione della violenza nei loro confronti come merce politica condivisa dalle nuove destre globali: quando degli italiani finiscono ad Alligator Alcatraz, si produrrà una riflessione sui CPR italiani e in Albania?\r\n\r\nDi seguito la lettura di alcuni estratti da un articolo di Scott Galloway sulla funzione che sta assumendo ICE sotto il controllo di Trump:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BCUPCB_ICE-Alligatorz.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLOTTA MAPUCHE\r\n\r\nTorniamo in un contesto di lotta, di contrasto alla predazione capitalista, di repressione paramilitare coloniale, e parallelamente di tentativi violenti di normazione e assimilazione culturale.\r\n\r\nAndiamo ad ascoltare alcuni contributi di un compagno dal Wallmapu (su territorio cileno) che si concentrano soprattutto sugli “aggiornamenti” dei dispositivi governativi schierati contro la resistenza delle comunità Mapuche.\r\n\r\nUn contesto che da decenni vede la sinergia coloniale di multinazionali (come Benetton e Bullrich soprattutto sul versante argentino del wallmapu), di interessi congiunti di Cile e Argetina, di latifondisti locali, violenza repressiva e paramilitare, ma anche l’apparato sanzionatorio e carcerario cileno:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/Audio_MapucheMIX.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPER INFO E CONTATTI: lottamapuche.noblogs.org - 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Da ottobre scorso quando il leader nazionalista Devlet Bahceli ha lanciato un appello al dialogo verso l'opposizione filo curda si è innestato un processo di disgelo verso il PKK che passando per la visita del nipote ad Apo alle dichiarazioni di apprezzamento da parte di Ocalan dell'appello al dialogo lanciato da Bahceli fino all'incontro con la delegazione del Dem ( Il Partito dell'Uguaglianza e della Democrazia dei Popoli ) arriva alla lettura del comunicato di Ocalan in cui invita il suo movimento ad avviare una discussione interna che conduca ad abbandonare le armi e a dissolversi. Il Pkk non si è arreso perchè non è stato sconfitto, prende atto dell'apertura di una nuova fase ma il processo di disarmo dovrà passare per un momento assembleare dei militanti per valutare lo scioglimento ed intraprendere un percorso nuovo. La leadership del PKK sembra allineata all'analisi di Ocalan cui sono sempre arrivati messaggi di solidarietà da tutti i fronti, non è chiaro se l'appello di Apo si rivolgesse anche alle forze curde impegnate nel nord della Siria .Erdogan vuole liberarsi del problema curdo per affrontare l'impegno in Siria ed eventuali sviluppi futuri nell'area che possano coinvolgere l'Iran ,mentre sul piano interno punta ai voti del partito filo curdo Dem per una eventuale riforma costituzionale che gli consenta un ulteriore mandato. Il pragmatismo che informa la politica estera turca consente ad Ankara di essere presente su vari scenari con differenti intensità di coinvolgimento anche militari ,dalla Libia alla Siria dal golfo Persico al corno d'Africa, rimanendo al contempo un perno irrinunciabile del fianco meridionale della Nato.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-06032025-MURAT.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Tatiana Djordjevic torniamo sulla Serbia dopo gli scontri all'interno del parlamento ,che dimostrano quanto sia dirompente la protesta di piazza degli studenti e di tanta parte della società serba ,tanto da far esplodere le contraddizioni anche all'interno della sonnachiosa opposizione parlamentare che finora è stata tenuta a debita distanza dal movimento. Durante la sessione in cui era prevista la formalizzazione delle dimissioni del primo ministro Miloš Vučević ,dimessossi in seguito alle proteste , alcuni parlamentari dell’opposizione hanno acceso torce da stadio e granate fumogene, è scoppiata una rissa dopo che la maggioranza aveva approvato l’agenda della giornata, secondo cui la formalizzazione delle dimissioni di Vučević sarebbe avvenuta alla fine della seduta . L’opposizione aveva criticato questa scelta, ma la maggioranza aveva proceduto comunque: a quel punto è iniziata la protesta dentro all’aula. La sessione è poi ricominciata, ma intanto una folla di manifestanti si era riunita davanti al parlamento. Che sia un tentativo dell'opposizione parlamentare di prendersi la scena mediatica o che le tematiche della protesta di piazza stiano mettendo a nudo le contraddizioni del sistema di potere di Vucic ,di sicuro la pervicacia del movimento nelle mobilitazioni di piazza che si stanno svolgendo da quattro mesi in Serbia e che sono considerate le più grandi contestazioni al governo nazionale degli ultimi trent’anni ,e la sua ampiezza stanno generando una crisi di legittimità del regime di Vucic. Per il 15 marzo è prevista un altra grande manifestazione a Belgrado che misurerà l'entità della risposta del regime non nuovo a derive autoritarie e repressive.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONDE-06032025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Antonio Mazzeo , guardiamo alla proposta che Ursula von der Leyen che ha presentato – RearmEurope – di investire 800 miliardi di euro nel riarmo , la maggior parte delle risorse verrà dai bilanci nazionali, finora soggetti a ferree leggi di austerità ,ma per la armi si farà eccezione, lasciando ai governi la facoltà di sforare deficit e debito solo per questo capitolo di spesa. Il resto in parte da fondi di coesione e Pnrr, da Bei e Mes. Il processo di riarmo europeo non è estemporaneo ma è stato avviato fin dalla prima guerra del Golfo e accelerato dalla guerra nei Balcani alla fine degli anni '90 . Si sta strutturando un' alleanza tra complesso militare industriale, generali,media e politici che storicamente è sempre stata all'origine dei conflitti e che ha generato un' accelerazione dei preparativi bellici . I passi decisivi sono stati la riconversione bellica delle produzioni civili per scopi militari,l'adeguamento delle reti infrastrutturali alle esigenze militari ,la costruzione del nemico e la militarizzazione della società attraverso una complessa ed articolata campagna mediatica ,l'arruolamento dei civili nella mobilitazione bellica che parte dalle scuole passando per i posti di lavoro. Con l'apparente disimpegno americano dall'Ucraina si mette in atto una ridistribuzione degli impegni finanziari a scopo bellico ,con un onere maggiore per la UE mentre gli sforzi americani si rivolgono verso l'indo Pacifico .Gli USA hanno un nemico da affrontare a lungo termine che è la Cina ,il fronte europeo non è più rilevante per la nuova amministrazione la cui propensione bellicista è in continuità con la precedente come dimostrano i voti bipartisan al Congresso per sostenere le vendite di armi . I capitali utilizzati nell'acquisto delle armi sono transnazionali e questi piani di riarmo europei vanno a beneficio del complesso militare industriale americano con uno sfacciato trasferimento di risorse dal pubblico al privato rimettendo in discussione la struttura economico sociale su cui si è costruita l'Europa dal 1945. Le risorse sottratte al welfare e all'istruzione per la guerra negano il diritto al futuro delle nuove generazioni ,la diserzione sociale di massa dalle logiche belliche è il granello che puo' inceppare il meccanismo di riproduzione del modello della guerra come regolatore delle contraddizioni generate dal sistema di accumulazione capitalista .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-06032025-MAZZEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Marzo 2025","2025-03-09 18:35:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 06/03/2025-TURCHIA :APO ABBASSA LE ARMI IL PKK VERSO LO SCIOGLIMENTO- SERBIA LE PROTESTE DEGLI STUDENTI SVEGLIANO L'OPPOSIZIONE PARLAMENTARE-LA CORSA AL RIARMO EUROPEA INGRASSA LE LOBBIES DELL'INDUSTRIA BELLICA.",1741535742,[492],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[326],{"post_content":495},{"matched_tokens":496,"snippet":497,"value":498},[76],"gli scenari futuri dopo le \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> di Ocalan dal carcere di","In questa puntata Bastioni di Orione incontra Murat Cynar per inquadrare gli scenari futuri dopo le \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> di Ocalan dal carcere di Imrali sullo scioglimento del PKK . Da ottobre scorso quando il leader nazionalista Devlet Bahceli ha lanciato un appello al dialogo verso l'opposizione filo curda si è innestato un processo di disgelo verso il PKK che passando per la visita del nipote ad Apo alle \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> di apprezzamento da parte di Ocalan dell'appello al dialogo lanciato da Bahceli fino all'incontro con la delegazione del Dem ( Il Partito dell'Uguaglianza e della Democrazia dei Popoli ) arriva alla lettura del comunicato di Ocalan in cui invita il suo movimento ad avviare una discussione interna che conduca ad abbandonare le armi e a dissolversi. Il Pkk non si è arreso perchè non è stato sconfitto, prende atto dell'apertura di una nuova fase ma il processo di disarmo dovrà passare per un momento assembleare dei militanti per valutare lo scioglimento ed intraprendere un percorso nuovo. La leadership del PKK sembra allineata all'analisi di Ocalan cui sono sempre arrivati messaggi di solidarietà da tutti i fronti, non è chiaro se l'appello di Apo si rivolgesse anche alle forze curde impegnate nel nord della Siria .Erdogan vuole liberarsi del problema curdo per affrontare l'impegno in Siria ed eventuali sviluppi futuri nell'area che possano coinvolgere l'Iran ,mentre sul piano interno punta ai voti del partito filo curdo Dem per una eventuale riforma costituzionale che gli consenta un ulteriore mandato. Il pragmatismo che informa la politica estera turca consente ad Ankara di essere presente su vari scenari con differenti intensità di coinvolgimento anche militari ,dalla Libia alla Siria dal golfo Persico al corno d'Africa, rimanendo al contempo un perno irrinunciabile del fianco meridionale della Nato.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-06032025-MURAT.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Tatiana Djordjevic torniamo sulla Serbia dopo gli scontri all'interno del parlamento ,che dimostrano quanto sia dirompente la protesta di piazza degli studenti e di tanta parte della società serba ,tanto da far esplodere le contraddizioni anche all'interno della sonnachiosa opposizione parlamentare che finora è stata tenuta a debita distanza dal movimento. Durante la sessione in cui era prevista la formalizzazione delle dimissioni del primo ministro Miloš Vučević ,dimessossi in seguito alle proteste , alcuni parlamentari dell’opposizione hanno acceso torce da stadio e granate fumogene, è scoppiata una rissa dopo che la maggioranza aveva approvato l’agenda della giornata, secondo cui la formalizzazione delle dimissioni di Vučević sarebbe avvenuta alla fine della seduta . L’opposizione aveva criticato questa scelta, ma la maggioranza aveva proceduto comunque: a quel punto è iniziata la protesta dentro all’aula. La sessione è poi ricominciata, ma intanto una folla di manifestanti si era riunita davanti al parlamento. Che sia un tentativo dell'opposizione parlamentare di prendersi la scena mediatica o che le tematiche della protesta di piazza stiano mettendo a nudo le contraddizioni del sistema di potere di Vucic ,di sicuro la pervicacia del movimento nelle mobilitazioni di piazza che si stanno svolgendo da quattro mesi in Serbia e che sono considerate le più grandi contestazioni al governo nazionale degli ultimi trent’anni ,e la sua ampiezza stanno generando una crisi di legittimità del regime di Vucic. Per il 15 marzo è prevista un altra grande manifestazione a Belgrado che misurerà l'entità della risposta del regime non nuovo a derive autoritarie e repressive.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONDE-06032025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Antonio Mazzeo , guardiamo alla proposta che Ursula von der Leyen che ha presentato – RearmEurope – di investire 800 miliardi di euro nel riarmo , la maggior parte delle risorse verrà dai bilanci nazionali, finora soggetti a ferree leggi di austerità ,ma per la armi si farà eccezione, lasciando ai governi la facoltà di sforare deficit e debito solo per questo capitolo di spesa. Il resto in parte da fondi di coesione e Pnrr, da Bei e Mes. Il processo di riarmo europeo non è estemporaneo ma è stato avviato fin dalla prima guerra del Golfo e accelerato dalla guerra nei Balcani alla fine degli anni '90 . Si sta strutturando un' alleanza tra complesso militare industriale, generali,media e politici che storicamente è sempre stata all'origine dei conflitti e che ha generato un' accelerazione dei preparativi bellici . I passi decisivi sono stati la riconversione bellica delle produzioni civili per scopi militari,l'adeguamento delle reti infrastrutturali alle esigenze militari ,la costruzione del nemico e la militarizzazione della società attraverso una complessa ed articolata campagna mediatica ,l'arruolamento dei civili nella mobilitazione bellica che parte dalle scuole passando per i posti di lavoro. Con l'apparente disimpegno americano dall'Ucraina si mette in atto una ridistribuzione degli impegni finanziari a scopo bellico ,con un onere maggiore per la UE mentre gli sforzi americani si rivolgono verso l'indo Pacifico .Gli USA hanno un nemico da affrontare a lungo termine che è la Cina ,il fronte europeo non è più rilevante per la nuova amministrazione la cui propensione bellicista è in continuità con la precedente come dimostrano i voti bipartisan al Congresso per sostenere le vendite di armi . I capitali utilizzati nell'acquisto delle armi sono transnazionali e questi piani di riarmo europei vanno a beneficio del complesso militare industriale americano con uno sfacciato trasferimento di risorse dal pubblico al privato rimettendo in discussione la struttura economico sociale su cui si è costruita l'Europa dal 1945. Le risorse sottratte al welfare e all'istruzione per la guerra negano il diritto al futuro delle nuove generazioni ,la diserzione sociale di massa dalle logiche belliche è il granello che puo' inceppare il meccanismo di riproduzione del modello della guerra come regolatore delle contraddizioni generate dal sistema di accumulazione capitalista .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-06032025-MAZZEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[500],{"field":116,"matched_tokens":501,"snippet":497,"value":498},[76],{"best_field_score":160,"best_field_weight":199,"fields_matched":123,"num_tokens_dropped":51,"score":200,"tokens_matched":123,"typo_prefix_score":51},{"document":504,"highlight":516,"highlights":521,"text_match":158,"text_match_info":524},{"comment_count":51,"id":505,"is_sticky":51,"permalink":506,"podcastfilter":507,"post_author":301,"post_content":508,"post_date":509,"post_excerpt":56,"post_id":505,"post_modified":510,"post_thumbnail":511,"post_title":512,"post_type":360,"sort_by_date":513,"tag_links":514,"tags":515},"95572","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-31-gennaio-la-spartizione-dellartico-i-cpr-in-albania-restano-vuoti-cooperazione-militare-italia-niger/",[301],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/2025-01-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa spartizione dell’Artico\r\nL’artico è emerso agli onori delle cronache dopo le dichiarazioni di Trump sulla Groenlandia, che il nuovo presidente statunitense intende annettere agli Stati Uniti, sottraendola al controllo della Danimarca. Per non parlare delle mire sul Canada.\r\nLa partita che si gioca intorno a questo mondo di mare e di ghiacci, dove il cambiamento climatico potrebbe rendere più accessibili le risorse di petrolio, gas e terre rare, oggi poco redditizie da estrarre, è molto importante e vede una secca competizione tra gli Stati che si affacciano sulla regione e non solo.\r\nMa. L’Artico importante non solo per quello che contiene, ma soprattutto per ciò che divide essendo un naturale corridoio, il più veloce, tra oriente ed occidente, la nuova via della seta marittima.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nAlbania e Libia. Esternalizzazione delle frontiere e della repressione\r\nIl pattugliatore della Marina militare Cassiopea ha selezionato 49 naufraghi nelle acque attorno a Lampedusa ed ha fatto rotta verso l’Albania, dove è arrivato martedì mattina.\r\nA bordo avrebbero dovuto esserci persone con i requisiti “giusti” in base alla Legge “Cutro”: maschi, adulti, senza vulnerabilità, in buona salute e provenienti da Paesi “sicuri”. Sei persone, quattro minorenni e de vulnerabili, devono tornare in Italia. I restanti 43 hanno fatto richiesta di protezione internazionale e sono stati trasferiti dall’hotspot di Schengjin al centro di Gjader.\r\nIl governo ha deciso di non attendere il pronunciamento della Consulta sulla legittimità di applicare la procedura di espulsione più “snella” ai richiedenti asilo provenienti da paesi entrati nella lista dei “paesi sicuri”.\r\nNel frattempo l’esecutivo ha cambiato sia la lista, sia soprattutto la competenza dei giudici, passata dai magistrati della sezione immigrazione di Roma alle corti di appello. Meloni spera che questi magistrati siano più disponibili ad accogliere i desiderata del governo.\r\nMeloni vuole aprire a tutti i costi le prigioni in Albania, il suo fiore all’occhiello per dimostrare di essere più capace di chi l’ha preceduta nell’esternalizzare le frontiere.\r\nNel frattempo la primo ministro è finita nei guai per la scarcerazione ed il rimpatrio, con tanto di aereo militare, del generale Elmasry, arrestato a Torino, in seguito ad un mandato di cattura emanato dalla Corte Internazionale dell’Aja. Elmasry è accusato di omicidi, stupri, torture nelle prigioni sotto il controllo della miliazia RADA, di cui è capo. In queste prigioni sono rinchiusi prigionieri politici ed apostati. 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Ciononostante nel corso dell’ultimo anno le autorità di Niamey hanno rafforzato la “storica” partnership diplomatico-militare con l’Italia.\r\nNei giorni 16-17 dicembre 2024 ha avuto luogo a Roma la quarta edizione dei Bilateral Staff Talk nel settore della Difesa tra l’Italia e il Niger che si sono conclusi con la firma del Piano di Cooperazione 2025 che prevede lo svolgimento di undici attività addestrative, cinque in Italia e sei in Niger.\r\nLe truppe italiane sono presenti in Niger sin dal 2017, con un contingente di 500 soldati, per rinforzare la sorveglianza alle frontiere. In altri termini per intercettare i migranti diretti a nord.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21\r\nalla Fat\r\ncorso Palermo 46 - Torino\r\n\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro: “La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nVolin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce l'immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria e libertaria dei Soviet viene soffocata poco a poco alla dittatura bolscevica. Non senza una forte resistenza.\r\n\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. 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Meloni spera che questi magistrati siano più disponibili ad accogliere i desiderata del governo.\r\nMeloni vuole aprire a tutti i costi le prigioni in Albania, il suo fiore all’occhiello per dimostrare di essere più capace di chi l’ha preceduta nell’esternalizzare le frontiere.\r\nNel frattempo la primo ministro è finita nei guai per la scarcerazione ed il rimpatrio, con tanto di aereo militare, del generale Elmasry, arrestato a Torino, in seguito ad un mandato di cattura emanato dalla Corte Internazionale dell’Aja. Elmasry è accusato di omicidi, stupri, torture nelle prigioni sotto il controllo della miliazia RADA, di cui è capo. In queste prigioni sono rinchiusi prigionieri politici ed apostati. 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Potendo disporre di documenti e testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea insurrezionale di Nestor Machno.\r\n\r\nIl libro, oltre che alle presentazioni, lo trovate alla FAT oppure può essere richiesto a http://www.zeroincondotta.org/\r\n\r\nSabato 22 febbraio\r\na tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina\r\nCon i disertori russi e ucraini per un mondo senza frontiere\r\nore 11\r\npresidio antimilitarista al Balon\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[522],{"field":116,"matched_tokens":523,"snippet":519,"value":520},[76],{"best_field_score":160,"best_field_weight":199,"fields_matched":123,"num_tokens_dropped":51,"score":200,"tokens_matched":123,"typo_prefix_score":51},{"document":526,"highlight":538,"highlights":543,"text_match":158,"text_match_info":546},{"comment_count":51,"id":527,"is_sticky":51,"permalink":528,"podcastfilter":529,"post_author":484,"post_content":530,"post_date":531,"post_excerpt":56,"post_id":527,"post_modified":532,"post_thumbnail":533,"post_title":534,"post_type":360,"sort_by_date":535,"tag_links":536,"tags":537},"94725","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-09-01-2025-serbia-gli-studenti-fanno-tremare-vucic-panama-il-canale-torna-nel-mirino-yankee-il-frontman-arancione-delle-tecno-elite-e-la-dottrina-monroe-2-0/",[305],"In questa prima puntata del 2025 Bastioni di Orione si occupa delle manifestazioni studentesche in Serbia con Tatiana Djordjevic corrispondente dall'Italia per vari media serbi . La mobilitazione degli studenti serbi è stata innescata dal crollo di una tettoia alla stazione di Novi Sad lo scorso 1 novembre , costruita da una ditta cinese che la corruzione ha dotato di materiali scadenti: 15 persone sono morte in quel crollo. La protesta si è estesa a macchia d'olio a tutti gli istituti universitari e si è ben presto trasformata in una critica radicale al potere di Vučić, senza farsi condizionare dalle opposizioni e estendendosi anche ad altri soggetti sociali oltre gli studenti . I manifestanti chiedono conto dei 65 milioni spesi per la presunta ristrutturazione della stazione di Novi Sad ,puntano il dito sulla corruzione dilagante e ,come spesso è accaduto nella storia recente della Serbia, dimostrano la loro insofferenza al nazionalismo di Vucic ,degno erede di Seselj (fondatore e presidente del Partito Radicale Serbo, condannato nel 2018 per crimini contro l’umanità) ma abile trasformista che riesce a blandire l'Unione Europea ,flirtare con Mosca mentre invia armi agli ucraini e fare lucrosi affari con la Cina.\r\n\r\nLe proteste nascono dal basso senza leader ,nelle assemblee plenarie gli studenti affrontano i temi della mobilitazione ,discutono dei media ,la sicurezza, la repressione esercitando un metodo di democrazia diretta che mette in discussione l'architettura del regime di Vucic .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-DI-ORIONE-09012025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Diego Battistessa parliamo di Panama dopo le uscite di Trump che ha reclamato diritti sul canale in funzione anticinese perseguendo una nuova versione della dottrina Monroe che prevede l'America agli americani (quelli del nord). Panama si staccò nel 1903 dalla Gran Colombia su istigazione nordamericana che finanziò le classi dirigenti corrotte per favorire gli interessi statunitensi, il canale torno' con l'accordo Carter-Torrijos sotto la sovranità del Panama ma non avendo lo stato centroamericano un esercito ,le clausole dell'accordo prevedono che la protezione militare sia demandata all'esercito americano. Facendo leva sulla presenza cinese nel canale Trump sfrutta questa clausola per minacciare l'uso della forza ,circostanza non nuova l'ultima nel 1989 con l'invasione voluta da Bush senior contro l'ex agente della C.I.A. Noriega e il massacro di circa 4000 civili nel criminale bombardamento del popoloso quartiere di El Chorrillo . Svanita al momento l'opzione alternativa di un canale che passasse per il Nicaragua , il choke point panamense è in sofferenza a causa della cronica mancanza d'acqua e del sovraffollamento delle navi che ingolfano il canale ,il governo del presidente Molino cerca di tenere testa alle intemperanze trumpiane ma ha una grave crisi di consensi e si trova a gestire una situazione sociale esplosiva .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-09012025-BASTIONI-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Pierluigi Fagan che pubblica articoli su varie riviste on line e partecipa ad incontri e dibattiti pubblici sulle questioni geopolitiche e del tema della complessità, proviamo a decrittare le ultime uscite di Trump svincolandole dall'immagine della volubilità caratteriale del soggetto ma riportandole ad una cogente visione realista in linea con il pensiero delle nuove élite dominanti a Washington. Trump è il front-man delle oligarchie dei grandi produttori di energia fossile ,del complesso militare industriale ,dei magnati della Silicon Valley ,le tecno élite e la cosidetta Paypal mafia che va da Peter Thiel ad Elon Musk. Le sue dichiarazioni sulla Groenlandia ,Canada,Panama e Messico squadernano una nuova dottrina Monroe 2.0 che prevede il controllo degli U.S.A. sul continente americano contro potenziali ingerenze straniere. Questa elaborazione discende dalla constatazione della struttura multipolare che si sta affermando nel mondo ,in cui ciascun soggetto si costruisce e rafforza il proprio polo distanziandosi così dal globalismo atlantista ed ideologico dei neocon . Trump cercherà di riequilibrare la bilancia commerciale americana trattando con i singoli stati ed utilizzando la minaccia dei dazi così da costringere gli europei ad aumentare il budget per la difesa alimentando l'industria bellica statunitense dei cui interessi è portatore. Probabilmente proverà ad utilizzare l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) una legge federale promulgata nel 1977 che conferisce al Presidente il potere di identificare qualunque minaccia abbia origine al di fuori degli Stati Uniti ,se sussiste uno stato di emergenza economica puo' assumere dei poteri che consentono di aggirare il Congresso . Sul piano interno il controllo sociale sarà demandato al nefasto Project 2025 allo scopo di mantenere l'innaturale asimmetria costituita dal privilegio americano di controllare il 26% del Pil mondiale rappresentando solo il 4,5% della popolazione mondiale .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-09012025-FAGAN.mp3\"][/audio]","15 Gennaio 2025","2025-01-15 15:39:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 09/01/2025-SERBIA GLI STUDENTI FANNO TREMARE VUCIC -PANAMA ,IL CANALE TORNA NEL MIRINO YANKEE- IL FRONTMAN ARANCIONE DELLE TECNO ELITE E LA DOTTRINA MONROE 2.0",1736955546,[492],[326],{"post_content":539},{"matched_tokens":540,"snippet":541,"value":542},[76],"ad Elon Musk. Le sue \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> sulla Groenlandia ,Canada,Panama e Messico","In questa prima puntata del 2025 Bastioni di Orione si occupa delle manifestazioni studentesche in Serbia con Tatiana Djordjevic corrispondente dall'Italia per vari media serbi . La mobilitazione degli studenti serbi è stata innescata dal crollo di una tettoia alla stazione di Novi Sad lo scorso 1 novembre , costruita da una ditta cinese che la corruzione ha dotato di materiali scadenti: 15 persone sono morte in quel crollo. La protesta si è estesa a macchia d'olio a tutti gli istituti universitari e si è ben presto trasformata in una critica radicale al potere di Vučić, senza farsi condizionare dalle opposizioni e estendendosi anche ad altri soggetti sociali oltre gli studenti . I manifestanti chiedono conto dei 65 milioni spesi per la presunta ristrutturazione della stazione di Novi Sad ,puntano il dito sulla corruzione dilagante e ,come spesso è accaduto nella storia recente della Serbia, dimostrano la loro insofferenza al nazionalismo di Vucic ,degno erede di Seselj (fondatore e presidente del Partito Radicale Serbo, condannato nel 2018 per crimini contro l’umanità) ma abile trasformista che riesce a blandire l'Unione Europea ,flirtare con Mosca mentre invia armi agli ucraini e fare lucrosi affari con la Cina.\r\n\r\nLe proteste nascono dal basso senza leader ,nelle assemblee plenarie gli studenti affrontano i temi della mobilitazione ,discutono dei media ,la sicurezza, la repressione esercitando un metodo di democrazia diretta che mette in discussione l'architettura del regime di Vucic .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-DI-ORIONE-09012025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Diego Battistessa parliamo di Panama dopo le uscite di Trump che ha reclamato diritti sul canale in funzione anticinese perseguendo una nuova versione della dottrina Monroe che prevede l'America agli americani (quelli del nord). Panama si staccò nel 1903 dalla Gran Colombia su istigazione nordamericana che finanziò le classi dirigenti corrotte per favorire gli interessi statunitensi, il canale torno' con l'accordo Carter-Torrijos sotto la sovranità del Panama ma non avendo lo stato centroamericano un esercito ,le clausole dell'accordo prevedono che la protezione militare sia demandata all'esercito americano. Facendo leva sulla presenza cinese nel canale Trump sfrutta questa clausola per minacciare l'uso della forza ,circostanza non nuova l'ultima nel 1989 con l'invasione voluta da Bush senior contro l'ex agente della C.I.A. Noriega e il massacro di circa 4000 civili nel criminale bombardamento del popoloso quartiere di El Chorrillo . Svanita al momento l'opzione alternativa di un canale che passasse per il Nicaragua , il choke point panamense è in sofferenza a causa della cronica mancanza d'acqua e del sovraffollamento delle navi che ingolfano il canale ,il governo del presidente Molino cerca di tenere testa alle intemperanze trumpiane ma ha una grave crisi di consensi e si trova a gestire una situazione sociale esplosiva .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-09012025-BASTIONI-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Pierluigi Fagan che pubblica articoli su varie riviste on line e partecipa ad incontri e dibattiti pubblici sulle questioni geopolitiche e del tema della complessità, proviamo a decrittare le ultime uscite di Trump svincolandole dall'immagine della volubilità caratteriale del soggetto ma riportandole ad una cogente visione realista in linea con il pensiero delle nuove élite dominanti a Washington. Trump è il front-man delle oligarchie dei grandi produttori di energia fossile ,del complesso militare industriale ,dei magnati della Silicon Valley ,le tecno élite e la cosidetta Paypal mafia che va da Peter Thiel ad Elon Musk. Le sue \u003Cmark>dichiarazioni\u003C/mark> sulla Groenlandia ,Canada,Panama e Messico squadernano una nuova dottrina Monroe 2.0 che prevede il controllo degli U.S.A. sul continente americano contro potenziali ingerenze straniere. Questa elaborazione discende dalla constatazione della struttura multipolare che si sta affermando nel mondo ,in cui ciascun soggetto si costruisce e rafforza il proprio polo distanziandosi così dal globalismo atlantista ed ideologico dei neocon . Trump cercherà di riequilibrare la bilancia commerciale americana trattando con i singoli stati ed utilizzando la minaccia dei dazi così da costringere gli europei ad aumentare il budget per la difesa alimentando l'industria bellica statunitense dei cui interessi è portatore. Probabilmente proverà ad utilizzare l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) una legge federale promulgata nel 1977 che conferisce al Presidente il potere di identificare qualunque minaccia abbia origine al di fuori degli Stati Uniti ,se sussiste uno stato di emergenza economica puo' assumere dei poteri che consentono di aggirare il Congresso . Sul piano interno il controllo sociale sarà demandato al nefasto Project 2025 allo scopo di mantenere l'innaturale asimmetria costituita dal privilegio americano di controllare il 26% del Pil mondiale rappresentando solo il 4,5% della popolazione mondiale .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-09012025-FAGAN.mp3\"][/audio]",[544],{"field":116,"matched_tokens":545,"snippet":541,"value":542},[76],{"best_field_score":160,"best_field_weight":199,"fields_matched":123,"num_tokens_dropped":51,"score":200,"tokens_matched":123,"typo_prefix_score":51},6637,{"collection_name":360,"first_q":76,"per_page":294,"q":76},7,["Reactive",551],{},["Set"],["ShallowReactive",554],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f43EYBTdNp6SXXcg018P86DbDyy6mRn1khsC4_qYeito":-1},true,"/search?query=dichiarazioni"]