","Anniversario del Vajont: cosa insegna oggi quell'evento?","post",1696877036,[62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/consumo-di-suolo/","http://radioblackout.org/tag/dighe/","http://radioblackout.org/tag/vajont/",[66,15,67],"consumo di suolo","vajont",{"post_content":69,"tags":73},{"matched_tokens":70,"snippet":71,"value":72},[15],"di attualizzare il tema delle \u003Cmark>dighe\u003C/mark>, analizzando la problematica del cemento","In questi giorni ricorre il tragico anniversario del Vajont, evento che ha avuto largo spazio anche su media mainstream nel 60° anniversario.\r\n\r\nSono 1.910 le persone che hanno perso la vita a seguito della tragedia del Vajont. L’onda, provocata dalla frana caduta dal monte Toc nel bacino della diga, raggiunse in pochi minuti il paese di Longarone, distruggendolo completamente.\r\n\r\nInsieme al nostro corrispondente Fabio Balocco abbiamo approfondito alcuni aspetti della questione, cercando di attualizzare il tema delle \u003Cmark>dighe\u003C/mark>, analizzando la problematica del cemento armato nei termini della durata nel tempo e il suo essere di per sé deteriorabile e, infine la tendenza che vediamo nell'ambito dell'agricoltura ossia la costruzione di \u003Cmark>dighe\u003C/mark> e nuovi invasi, in particolare per l'allevamento o per le colture intensive, che non non si curano in alcun modo del consumo del suolo che ne consegue.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Vajont-Balocco-2023_10_05_2023.10.05-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]",[74,76,79],{"matched_tokens":75,"snippet":66},[],{"matched_tokens":77,"snippet":78},[15],"\u003Cmark>dighe\u003C/mark>",{"matched_tokens":80,"snippet":67},[],[82,87],{"field":36,"indices":83,"matched_tokens":84,"snippets":86},[28],[85],[15],[78],{"field":88,"matched_tokens":89,"snippet":71,"value":72},"post_content",[15],578730123365712000,{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":94,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":96,"highlight":122,"highlights":142,"text_match":90,"text_match_info":150},{"cat_link":97,"category":98,"comment_count":48,"id":99,"is_sticky":48,"permalink":100,"post_author":51,"post_content":101,"post_date":102,"post_excerpt":54,"post_id":99,"post_modified":103,"post_thumbnail":104,"post_thumbnail_html":105,"post_title":106,"post_type":59,"sort_by_date":107,"tag_links":108,"tags":115},[45],[47],"50764","http://radioblackout.org/2018/11/medio-oriente-dalla-tregua-nella-striscia-di-gaza-allemergenza-idrica-nella-culla-della-civilta/","Uno sguardo sul medio oriente con Chiara Cruciati, redattrice di nenanews e del Manifesto. Dalla recente tregua nella striscia di Gaza alla desertificazione di un altra lingua di terra, la \"mezzaluna fertile\" delimitata dal Tigri e l’Eufrate,\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nLa fragile tregua raggiunta tra Israele e Palestina è stata accolta in modo molto diverso sui due fronti. Mentre nella striscia di Gaza si respirava e si tornava ad uscire dalle case dopo i 460 razzi lanciati sul territorio palestinese, sul fronte israeliano si sono tenute manifestazioni contro l'accordo, e il Ministro della Difesa israeliano Lieberman si è dimesso contestando la linea \"moderata\" del Premier Netanyahu. Le elezioni anticipate per il premier israeliano sembrano ormai inevitabili.\r\n\r\n \r\n\r\ncruciati israele\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento si concentra invece su quella che una volta era definita la “Mezzaluna fertile” mentre è oggi alle prese con un’emergenza idrica senza precedenti che rischia di sfociare in una crisi sociale.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nLe ragioni potrebbero essere diverse, ma le tracce portano tutte verso lo stravolgimento del clima nella regione. Cambiamenti climatici, siccità e scarsità di pioggia, riduzione della portata dell’acqua bloccata dalle dighe costruite dalla Turchia alle sorgenti dei due fiumi, scarichi inquinanti in un paese dove la rete fognaria e la rete idrica non sono state mai realmente ricostruite dopo la guerra e l’invasione Usa del 2003.\r\n\r\n \r\n\r\ncruciati mesopotamia","16 Novembre 2018","2018-11-17 10:25:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/gaza-2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/gaza-2-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/gaza-2-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/gaza-2-768x384.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/gaza-2.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Medio Oriente: Dalla tregua nella striscia di Gaza all'emergenza idrica nella \"culla della civiltà\"",1542372373,[63,109,110,111,112,113,114],"http://radioblackout.org/tag/guerre-per-lacqua/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/mesopotamia/","http://radioblackout.org/tag/netanyahu/","http://radioblackout.org/tag/shatt-al-arab/","http://radioblackout.org/tag/tigri-eufrate/",[15,116,117,118,119,120,121],"guerre per l'acqua","Israele","mesopotamia","netanyahu","Shatt al arab","Tigri Eufrate",{"post_content":123,"tags":127},{"matched_tokens":124,"snippet":125,"value":126},[15],"della portata dell’acqua bloccata dalle \u003Cmark>dighe\u003C/mark> costruite dalla Turchia alle sorgenti","Uno sguardo sul medio oriente con Chiara Cruciati, redattrice di nenanews e del Manifesto. 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Appunto: sempre mantenendo un approccio che parte dal punto di vista occidentale.\r\n\r\nDa qui poi il flusso di analisi e informazioni ha toccato il sistema di dighe che mutano le condizioni agricole di intere regioni (la protesta ignorata dai media mainstream di interi villaggi in sciopero della fame immersi per giorni nelle acque dei bacini artificiali delle dighe il cui innalzamento mette a rischio la loro sopravvivenza); semi Monsanto imposti a contadini costretti a indebitarsi quando il raccolto va perduto (e si sono registrati 250 mila casi di suicidio da parte di queste persone che nella tradizione sopravvivevano con un duro lavoro e che ora sono in balia dei costi di approviggionamento dei semi presso la multinazionale degli Ogm)...\r\n\r\nPotete ascoltare questo e molto altro in questo podcast:\r\n\r\nanna_india","4 Giugno 2015","2015-06-13 00:02:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/P1020363-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"225\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/P1020363-225x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/P1020363-225x300.jpg 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/P1020363.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","L'India specchiata nella vetrina dei negozi occidentali",1433424236,[165,63,166,167,168,169,170],"http://radioblackout.org/tag/cotone-monsanto/","http://radioblackout.org/tag/gujarat/","http://radioblackout.org/tag/india/","http://radioblackout.org/tag/modi/","http://radioblackout.org/tag/nazionalismo-e-colonialismo/","http://radioblackout.org/tag/rana-plaza/",[172,15,31,173,174,35,175],"Cotone Monsanto","india","Modi","Rana plaza",{"post_content":177,"tags":181},{"matched_tokens":178,"snippet":179,"value":180},[15],"ha toccato il sistema di \u003Cmark>dighe\u003C/mark> che mutano le condizioni agricole","Intorno all'anniversario della presa di potere di Narendra Modi, il nazionalista di destra noto per le stragi interconfessionali in Gujarat del 2003, con Anna Nadotti abbiamo tentato un sintetico excursus dei molti argomenti relativi al subcontinente indiano in questo periodo di molteplici eventi e anniversari, del tutto ignorati dalla informazione mainstream occidentale che accende i riflettori su quella remota area geografica soltanto nel caso di calamità (come il terremoto in Nepal, ora dimenticato), oppure se palazzi fatiscenti fanno strage di lavoratori sottopagati, come nel caso del Rana Plaza in Bangladesh (proprio in questi giorni s'inizia il processo contro il proprietario Sohel Rana per omicidio aggravato di 1250 lavoratori, evento oscurato completamente da noi), ma senza approfondire quale sia il business che sfrutta e uccide quei lavoratori e che deriva dalla futile domanda occidentale di capi d'abbigliamento di quel tipo, per cui ci si dovrebbe sempre chiedere quante volte vengono indossati e se la risposta è un numero superiore a 30, allora forse andrebbero pagati adeguatamente, ma se invece sono inferiori a 5 non è il caso di comprarli, come si dice nel film The True Cost (http://blandonware.com/movietri/play/id129488814/), per bloccare la supply chain della offerta globale.\r\n\r\nAbbiamo iniziato la chiacchierata con Anna traendo spunto da un altro documentario di Ursula Biemann, Global Snapshot, che analizzava le ripercussioni sulle zone climatiche del riscaldamento globale indotto dall'Occidente, perché anche nel caso delle morti per il caldo di questi giorni nella regione di Dehli il First Post commentava i ritardi nella distribuzione dell'acqua come \"tardiva risposta all'attenzione sollevata dai media stranieri\", senza considerare quanto sia preziosa l'acqua in quel paese. 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Si stima che dal GAP in avanti il livello dell'acqua dell'Eufrate si sia abbassato del 75%, inaridendo l'intera regione, come sanno bene le persone che abitano lo Shatt al Arab, l'area lagunare dove confluiscono Tigri ed Eufrate prima di immettersi nel golfo persico, dopo che l'abbassamento delle acque ha provocato un innalzamento enorme nei livelli di inquinamento di queste. In Rojava, le centrali che si approvvigionano dagli effluenti del Tigri come quella di Alouk che rifornisce la città di Hasaka sono bombardate dall'esercito turco per fiaccare la resistenza della popolo auto-organizzatosi secondo i principi del paradigma del confederalismo democratico (vedi articolo); la siccità indotta inoltre riducendo le fonti di acqua pulita, ha fatto sì che malattie debellate da decenni come il colera tornassero.\r\n\r\nAi microfoni di Radio Blackout ne ha parlato un compagno di UIKI, l'ufficio informazione per il Kurdistan in Italia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/diretta-uiki-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","19 Maggio 2023","2023-05-21 15:36:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/foto-k-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/foto-k-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/foto-k-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/foto-k-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/foto-k.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La Turchia e le sue dighe: assetare terra e popolazione per l'egemonia regionale.",1684509955,[219,220,221,222,223],"http://radioblackout.org/tag/iraq/","http://radioblackout.org/tag/kurdistan/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/turchia/","http://radioblackout.org/tag/uiki/",[18,225,20,24,226],"Kurdistan","uiki",{"post_content":228,"post_title":232},{"matched_tokens":229,"snippet":230,"value":231},[15],"articolato in una moltitudine di \u003Cmark>dighe\u003C/mark> e centrale idroelettriche che formano","Fin dalla sua fondazione la Turchia ha considerato come parte inalienabile del proprio territorio l'acqua dei fiumi Tigri e Eufrate e così il loro sfruttamento, articolato in una moltitudine di \u003Cmark>dighe\u003C/mark> e centrale idroelettriche che formano il GAP (south-eastern anatolian project) un piano di approvvigionamento energetico sostenibile che nei piani di Ankara dovrebbe colmare il divario economico tra il territorio della Turchia del sud-est, cioè il territorio del bakur curdo occupato, da sempre lasciato strategicamente ai margini della crescita economica, e il resto del paese.\r\n\r\nDi fatto la costruzione di queste \u003Cmark>dighe\u003C/mark> promuove una forma di controllo del territorio che accompagna sfruttamento coloniale e militarizzazione e ha per conseguenze la distruzione del patrimonio curdo, assiro e armeno; come l'allagamento pianificato della bimillenaria città di Hasankeyf, seguito alla costruzione della diga di Ilisu, ha dimostrato. 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Fino a poco tempo prima la rete era approvvigionata attraverso il lago Camastra, invaso artificiale, oggi prosciugato. E' paradossale che la Regione sia ricca di acqua e sorgenti, ma per la maggior parte, questa risorsa viene dirottata su altri territori. Tornando indietro nel tempo, come sottolinea Rosario Gigliotti di Acqua Pubblica, questa crisi sarebbe potuta essere prevedibile ma qualche periodo di pioggia ha permesso di chiudere gli occhi agli enti responsabili della gestione dell'acqua e alle istituzioni rimandando un intervento strutturale necessario relativamente alle dighe, alla rete e ai pozzi. Nel frattempo è stata dichiarata potabile l'acqua del fiume Basento, soluzione contestata dai residenti che hanno anche manifestato sotto la Regione Basilicata in quanto sospetta di essere inquinata.\r\n\r\nIl tema al centro è che l'acqua da risorsa da tutelare e da garantire viene trasformata in merce utile al profitto e la popolazione è costretta a pagarne le conseguenze, nonostante il clamoroso successo del referendum sull'acqua pubblica del 2011. Sono previste iniziative e la volontà di fare rete a livello nazionale è forte.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Basilicata-2024_11_28_2024.11.28-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","28 Novembre 2024","2024-11-28 16:20:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-3-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-3-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-3-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-3-1024x768.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-3-768x576.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-3-1536x1152.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-3.jpeg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Crisi idrica in Basilicata",1732810829,[260,261,262,263],"http://radioblackout.org/tag/acqua/","http://radioblackout.org/tag/basilicata/","http://radioblackout.org/tag/crisi-idrica/","http://radioblackout.org/tag/ecologia/",[265,266,267,268],"acqua","basilicata","crisi idrica","ecologia",{"post_content":270},{"matched_tokens":271,"snippet":272,"value":273},[15],"intervento strutturale necessario relativamente alle \u003Cmark>dighe\u003C/mark>, alla rete e ai pozzi.","In questi giorni la Basilicata, in particolare la rete di 29 comuni in provincia di Potenza, è rimasta senz'acqua: sono ancora in corso i razionamenti e questa crisi idrica senza precedenti lascia a secco più di 140mila persone. Fino a poco tempo prima la rete era approvvigionata attraverso il lago Camastra, invaso artificiale, oggi prosciugato. E' paradossale che la Regione sia ricca di acqua e sorgenti, ma per la maggior parte, questa risorsa viene dirottata su altri territori. Tornando indietro nel tempo, come sottolinea Rosario Gigliotti di Acqua Pubblica, questa crisi sarebbe potuta essere prevedibile ma qualche periodo di pioggia ha permesso di chiudere gli occhi agli enti responsabili della gestione dell'acqua e alle istituzioni rimandando un intervento strutturale necessario relativamente alle \u003Cmark>dighe\u003C/mark>, alla rete e ai pozzi. Nel frattempo è stata dichiarata potabile l'acqua del fiume Basento, soluzione contestata dai residenti che hanno anche manifestato sotto la Regione Basilicata in quanto sospetta di essere inquinata.\r\n\r\nIl tema al centro è che l'acqua da risorsa da tutelare e da garantire viene trasformata in merce utile al profitto e la popolazione è costretta a pagarne le conseguenze, nonostante il clamoroso successo del referendum sull'acqua pubblica del 2011. 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Carrie Lam poi ha sempre gestito la burocrazia in forma antidemocratica, congiungendo così le due strette dispotiche; a Hong Kong la piazza ha provato a contrapporsi, richiedendo tra le altre rivendicazioni il suffragio universale e contro le estradizioni... il movimento ormai è stato debellato con la forza (mai così tanti lacrimogeni sparati contro pacifici manifestanti e reclusioni per uno sproporzionato numero di anni, come per il Tav in Valsusa) e in molti stano meditando di lasciare il paese; ci si poteva avvalere di un passaporto britannico, ma la validità di questo sotterfugio per i nati prima del 1997 per sottrarsi all'abbraccio di Pechino è contorto. Ci si può recare in Gran Bretagna con un titolo di viaggio Bno (2 milioni su 7,5 milioni di cittadini di HK) e soggiornarvi per 5 anni, ma Pechino sta creando ostacoli togliendo la possibilità di avere doppia cittadinanza – come per altro non è riconosciuto in zone che non siano considerate speciali. La formula \"un paese, due sistemi\" di Deng Zhao Ping prevedeva un'eventuale continuazione se non si fosse raggiunta una completa integrazione, ma Thatcher e Deng non avevano previsto che un nuovo Timoniere avrebbe potuto cambiare unilateralmente gli accordi, giocando sul fatto che Xi considera i due sistemi esclusivamente come impianto economico (comunista l'uno e capitalista l'altro), tutto il resto invece viene uniformato alla struttura della Cina popolare: libertà d'informazione e giudiziaria sono diverse e quindi abbiamo chiesto a Ilaria Maria Sala se potrebbe estendersi questa richiesta di adesione a patria e partito per chi si candida a gestire il potere da cui avevamo iniziato anche ai corrispondenti e a tutti i media, locali o stranieri. E forse già si comincia ad avere difficoltà, perlomeno a organizzare interviste, che potrebbero produrre conseguenze spiacevoli all'intervistato. \r\n\r\nLasciando Ilaria Maria Sala si è poi parlato dello Xinjiang e di come Pechino cerchi di far passare la stretta in quella regione per opere volte al miglioramento della esistenza degli uiguri attraverso il benessere economico che precede e sovrasta le libertà individuali subordinate all'economia. Il discorso di Sabrina Moles trova spunto nei lavori del Consiglio per i Diritti umani dell'Onu in corso fino al 23 marzo.\r\n\r\nIn Myanmar mentre eravamo impegnati in trasmissione c'erano ondate di protesta civile e il 22 febbraio 2022 era declinato come \"i cinque 2\" che richiama nella cabala \"i quattro 8\" dell'8 agosto 1988 per unire idealmente lotte di liberazione dal giogo militare birmano. Non ha portato bene visto quello che è successo nel weekend successivo a questa registrazione, ma gli spari sulla folla da parte di Tatmadaw rievocano anch'essi le reazioni del potere militare nelle varie epoche di rivolta.\r\n\r\nSiamo poi andati in Nepal per cercare di approfondire cosa stava capitando nel paese governato da due partiti comunisti, il cui avvicendamento al vertice del governo come da accordi di inizio legislatura era messo in dubbio, come se fosse Tel Aviv. E sempre prendendo spunto dalla situazione mediorientale il comunista Nepal vorrebbe impedire alle donne di viaggiare senza autorizzazione di un maschio di famiglia, come in Arabia Saudita. Quindi il sessismo non è puramente religioso, ma la questione di genere forse è connaturata in certe forme di devianza culturale globale. Questo ci ha condotto a occuparci di \"zitelle\" trentenni (\"donne avanzo\") spinte ad andare in campagna a tappare i buchi lasciati dalla pianificazione di trent'anni fa che ha ridotto il numero di donne in campagna; ma l'interesse di Pechino è anche di decongestionare i concentramenti urbani (per tre quarti la Cina è quasi inabitata e la costa invece è congestionata dalla concentrazione demografica. Anche se ricorda tanto le deportazioni della Rivoluzione culturale.\r\n\r\nLa chiusura è affidata al Laos, appoggiata dalla Cina che sta investendo per farlo uscire dalla povertà e farlo entrare ancora di più nella sua orbita: quindi tante dighe sul Mekong e una railway tra Cina e Laos. Il Laos cerca di immunizzarsi e chiudersi a riccio rispetto al Milk-Tea Movement di Thailandia, Myanmar e Hong Kong, chiudendo così il cerchio della puntata.\r\n\r\n\"10 HK: 1 paese, 2 sistemi e un patriota unico e “5 volte 2\" moltiplicano i morti in Myanmar\".","1 Marzo 2021","2021-03-04 10:16:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/1sistema1paese-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"158\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/1sistema1paese-300x158.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/1sistema1paese-300x158.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/1sistema1paese-1024x538.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/1sistema1paese-768x403.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/1sistema1paese.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Onde indopacifiche 10",1614600326,[294,295,296,297,298,299,300,301,302,303],"http://radioblackout.org/tag/bno/","http://radioblackout.org/tag/carrielam/","http://radioblackout.org/tag/deng/","http://radioblackout.org/tag/fivetwos/","http://radioblackout.org/tag/hongkong/","http://radioblackout.org/tag/laos/","http://radioblackout.org/tag/patrioti/","http://radioblackout.org/tag/xi/","http://radioblackout.org/tag/myanmar/","http://radioblackout.org/tag/nepal/",[305,306,307,308,309,310,311,312,22,313],"#bno","#carrielam","#deng","#fivetwos","#hongkong","#laos","#patrioti","#xi","Nepal",{"post_content":315},{"matched_tokens":316,"snippet":317,"value":318},[15],"nella sua orbita: quindi tante \u003Cmark>dighe\u003C/mark> sul Mekong e una railway"," \r\n\r\nhttps://youtu.be/-j4LVcY7_zc\r\n\r\nHong Kong: solo i patrioti possono partecipare alle scelte politiche dell'ex protettorato britannico secondo Carrie Lam, la governatrice emanazione di Pechino: Ilaria Maria Sala spiega che è stato possibile arrivare a questo perché da quando il potere di Xi è andato sempre più consolidandosi nel resto della Cina. 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La formula \"un paese, due sistemi\" di Deng Zhao Ping prevedeva un'eventuale continuazione se non si fosse raggiunta una completa integrazione, ma Thatcher e Deng non avevano previsto che un nuovo Timoniere avrebbe potuto cambiare unilateralmente gli accordi, giocando sul fatto che Xi considera i due sistemi esclusivamente come impianto economico (comunista l'uno e capitalista l'altro), tutto il resto invece viene uniformato alla struttura della Cina popolare: libertà d'informazione e giudiziaria sono diverse e quindi abbiamo chiesto a Ilaria Maria Sala se potrebbe estendersi questa richiesta di adesione a patria e partito per chi si candida a gestire il potere da cui avevamo iniziato anche ai corrispondenti e a tutti i media, locali o stranieri. 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Parliamo della figura del figlio dello sha Pahlevi che cerca di egemonizzare l'opposizione al di fuori del paese con un progetto neomonarchico ,che trova il sostegno e il riconoscimento degli Stati Uniti e dell'occidente ,ma esiste anche un altra piattaforma di opposizione formata da sindacati ,lavoratori ,studenti ,femministe che prefigura una altro Iran.Ci si chiede quanto sianmo distanti i giovani iraniani dalle suggestioni della monarchia e del riformismo ,si fa strada una soluzione radicale che mette in discussione la repubblica islamica ,affrontiamo il ruolo dei Pasdaran e il loro controllo su ampie fette dell'economia del paese e la sistuazione delle centinaia di giovani rinchiusi nelle carceri del regime.\r\n\r\nl 16 febbraio una ventina di sindacati, associazioni studentesche e gruppi femministi hanno pubblicato un documento contenente le richieste minime per «costruire una nuova, moderna e più umana società». Tra queste ci sono il rilascio incondizionato dei prigionieri politici, la separazione della religione dalla sfera pubblica, la libertà d’opinione e di espressione, la parità tra uomini e donne, il rispetto dei diritti della comunità Lgbtqia + e delle minoranze etniche e religiose.\r\n\r\nhttps://iranwire.com/en/politics/113866-iranian-trade-unions-civic-groups-issue-charter-of-minimum-demands/\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/BASTIONI-230323-IRAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Massimo Zaurrini direttore di Africa e affari facciamo un giro d'orizzonte in particolare sull'area del Kenya,Tanzania,Uganda e Congo ,valutando le potenzialità economiche della Tanzania ,l'influenza cinese e la storica presenza russa nel paese retaggio del regime di Nyerere , la legge contro gli omosessuali approvata dal parlamento ugandese e la pervicace resistenza dell'attitudine omofoba frutto di un vero e proprio tabu' diffuso anche fra gli strati popolari,gli effetti dello sblocco dei lavori per le dighe dopo il viaggio di Mattarella in Kenya, progetto che era stato bloccato in seguito a elargizioni poco chiare di denaro ,la situazione in Congo dove si sono dispiegati anche i soldati angolani ,con un rischio sempre piu' alto di ripetizione di uno scenario drammatico che il nord del Congo ha già vissuto.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/BASTIONI-23032023-ZAURRINI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","25 Marzo 2023","2023-03-25 12:19:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 23/03/2023- IRAN LA RIVOLTA CONTINUA , LE OPPOSIZIONI DIVERGONO SUL FUTURO DEL PAESE- AFRICA FRA POTENZIALE SVILUPPO E VENTI DI GUERRA .","podcast",1679746773,[377],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[379],"Bastioni di Orione",{"post_content":381},{"matched_tokens":382,"snippet":383,"value":384},[15],"sblocco dei lavori per le \u003Cmark>dighe\u003C/mark> dopo il viaggio di Mattarella","Bastioni di Orione in questa puntata fa il punto sullo stato dell'opposizione in Iran ,in particolare su quella della diaspora con Giulia della Michelina studiosa e conoscitrice della regione . 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Negli ultimi anni, anche grazie agli investimenti europei nel settore delle energie rinnovabili, questa tendenza ha portato alla costruzione e progettazione di diverse nuove dighe: tra queste ne verrebbero installate due sul fiume Rioni, sotto il nome del progetto chiamato Namakhvani HPP, alla cui guida si trova la Enka Renewables, colosso delle rinnovabili turche. La retorica nazionalista che vorrebbe una Georgia forte ed energeticamente indipendente tenta di annebbiare le voci di protesta degli abitanti locali che in questo mega-progetto vedono invece invasione militare, sfruttamento, privatizzazione delle risorse, espropri forzati e danni ambientali ed economici. Nell’ultimo anno e mezzo gli abitanti, assieme a solidali provenienti da diversi contesti, si sono organizzati in campeggi e assemblee, portando avanti forme di protesta come battiture, blocchi stradali e cortei. Nonostante le difficoltà nel tenere insieme un movimento molto eterogeneo (che consta anche di gruppi conservatori ortodossi), al momento attuale la lotta sembra aver raggiunto una vittoria con il ritiro dell’Enka dall’appalto del progetto e le dichiarazioni governative di rinuncia (probabilmente momentanea) al proseguimento dei lavori.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un compagno che ha recentemente visitato questi luoghi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/georgia.mp3\"][/audio]","1 Ottobre 2021","2021-10-01 23:30:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/167886682_841863956404529_5807269630915255248_n-200x110.jpg","La valle del Rioni in Georgia si difende dall’idroelettrico",1633131048,[],[],{"post_content":404},{"matched_tokens":405,"snippet":406,"value":407},[15],"tempo alla costruzione di monumentali \u003Cmark>dighe\u003C/mark> e al vorace sfruttamento delle","La spinta della Georgia verso l’utilizzo dell’idroelettrico come prima fonte energetica su cui fare affidamento ha portato da molto tempo alla costruzione di monumentali \u003Cmark>dighe\u003C/mark> e al vorace sfruttamento delle risorse idriche del Paese. 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Migliaia di turbine (con le loro colate di cemento), di chilometri di strade carrozzabili, diverse dighe idroelettriche ed una rete elettrica ad alta tensione invaderanno questa zona in nome dello sviluppo economico e dell’investimento nelle energie cosiddette “energie verdi”, modificandone per sempre la vita ed il paesaggio.\r\n\r\nLa popolazione locale (e non) si è attivata da subito per ostacolare questo progetto mortifero, organizzando assemblee, comitati, manifestazioni, sabotaggi e campeggi di lotta, cercando, con tutte le difficoltà del caso, di analizzare criticamente la produzione di energia eolica in quanto ennesima forma di devastazione dei territori atta a sostenere la marcia di una società industriale e capitalistica energivora.\r\n\r\nParte delle informazioni della puntata sono tratte dall’articolo apparso su Nunatak n.56\r\n\r\nAscolta l’approfondimento qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/eolico.mp3\"][/audio]","7 Febbraio 2021","2021-02-07 11:41:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/145035005_2906407253012297_7153555560130383798_o-200x110.jpg","L'eolico che minaccia l'Agrafa (Grecia)",1612698115,[],[],{"post_content":426},{"matched_tokens":427,"snippet":428,"value":429},[15],"chilometri di strade carrozzabili, diverse \u003Cmark>dighe\u003C/mark> idroelettriche ed una rete elettrica","Nel selvaggio territorio montuoso dell’Agrafa, in Grecia, è prevista la costruzione di un gigantesco parco eolico, che ne comprometterà la morfologia, la ricchezza di biodiversità e le forme umane di sussistenza che attualmente ospita. 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Già ad oggi l’ONU calcola che circa 6 milioni di persone ogni anno diventino profughi ambientali.\r\nL’impatto del mutamento climatico provocherà, tra le altre cose, un innalzamento del livello del mare e mareggiate sempre più frequenti e violente, ripercuotendosi sulla disponibilità di acqua per uso umano e agricolo. Reggeranno le infrastrutture - politiche e non solo - delle aree più colpite all'incremento della migrazione interna che toccherà il 2,8% della popolazione? In Bangladesh questo fenomeno migratorio è già evidente, così come in Kenia a causa della scarsità idrica. Non è difficile immaginare, dato quanto abbiamo sotto gli occhi, come si ripercuoterebbero queste nuove pressioni sui ceti popolari di gran parte d’Europa, stremati da ulteriori decenni di stagnazione e recessioni e definitivamente avvelenati dalla competizione tra vecchi residenti e nuovi arrivati… Grandi movimenti di popolazione in mezzo mondo sono in atto anche a causa del sistema delle grandi opere: dighe, miniere, progetti di deforestazione. Spesso questi profughi interni sono spinti alla fuga dalla violenza dello stato o delle bande paramilitari. Spesso questi fenomeni sono alla base della crescita smisurata delle megalopoli del Sud globale.\r\nA seguire un prezioso contributo su questi temi, raccolto durante una conferenza a Torino, di Marika Di Pierri, storica attivista di A Sud.\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/voci_12a.mp3\"][/audio]","23 Febbraio 2020","2020-02-23 10:02:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/Migranti-climatici-rapporto-della-Banca-mondiale2-1140x955-1-200x110.jpg","MIGRANTI CLIMATICI -VOCI DALL’ANTROPOCENE #12 – 17/02/20",1582452096,[447],"http://radioblackout.org/tag/voci-antropocene/",[351],{"post_content":450},{"matched_tokens":451,"snippet":452,"value":453},[15],"del sistema delle grandi opere: \u003Cmark>dighe\u003C/mark>, miniere, progetti di deforestazione. Spesso","Secondo diversi studi i cambiamenti climatici in atto provocheranno entro il 2050 migrazioni di 250 milioni di persone. 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Queste dighe procurerebbero lo spopolamento dell’intero abitato, in quanto non permetterebbero più l’arrivo dell’acqua potabile. Un gruppo di donne particolarmente determinato ha presidiato il luogo dei lavori per 400 giorni e notti, impedendo l’ingresso ai mezzi delle ditte incaricate. Nonostante le pressioni, le botte, e le minacce, queste persone, alla prima esperienza d’attivismo, sono riuscite a bloccare due di questi progetti, dimostrando una forza ed una coscienza ambientale non scontata.\r\n\r\nI progetti di sfruttamento idroelettrico per produrre elettricità da esportare all’estero si stanno imponendo in gran numero (diverse migliaia) e violentemente in tutti i Balcani, poiché visti come grande fonte di profitto che potrebbe risollevare il Paese dalla crisi economica subita a partire dai conflitti etnici di cui sono stati protagonisti negli scorsi decenni.\r\n\r\nDi altri esempi di lotte contro dighe e impianti ne è pieno il mondo. Ma se l’energia idroelettrica è un’energia pulita, perché dovrebbero esistere così tante lotte contro di essa?\r\n\r\nUn recente studio ha rivelato che ben 2/3 dei fiumi più lunghi del mondo è rovinato da dighe, bacini idrici e altre attività antropiche. Questo perché il loro percorso viene ostacolato, deviato, prosciugato, mettendo così a rischio tutti quei delicati ecosistemi che da esso dipendono: le dighe ad esempio, non permettono il naturale scorrere di elementi nutritivi vitali per controbilanciare la perdita di fertilità causata dall’agricoltura, mettono a repentaglio la sopravvivenza della fauna e flora di fiume, danneggiano le coste perché non permettono la creazione di sedimenti costieri, esponendo questi territori a erosione e altri fenomeni pericolosi.\r\n\r\nLe motivazioni che contraddicono la teoria dell’”energia pulita” sono moltissime, e cerchiamo di approfondirle in questa puntata, anche grazie al contributo di un’intervista scritta ad una delle “coraggiose donne” di Kruščica.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/acqua-bosnia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","27 Maggio 2019","2019-05-27 08:35:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/bh_0-200x110.jpg","Idroelettrico \"energia pulita\"? 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All’alba di una crisi idrica globale, che già attanaglia comunità rurali e diverse metropoli, siamo andati alla ricerca delle cause di un problema che mina il fondamento della vita terrestre e acquatica così come la conosciamo, nonostante il fatto che di acqua dolce ce ne sarebbe abbondantemente per tutti.\r\n\r\nNel primo audio Alessandro Mauceri (autore del libro “Guerra all’Acqua”) ci illustra quali ripercussioni lo sfruttamento e il controllo delle risorse hanno sulla popolazione mondiale.\r\n\r\nGli stravolgimenti climatici, l’accaparramento delle terre e delle sorgenti da parte di grandi gruppi finanziari e multinazionali, lo sfruttamento legato all’agricoltura intensiva e l’allevamento, l’inquinamento delle falde, dei fiumi e infine dei mari comportano vere e proprie catastrofi nei territori dove avvengono. Infatti sempre più persone vengono private delle risorse minime per sopravvivere e sono costrette a migrare, ammassarsi negli slum delle metropoli o a cambiare continente. Ciò ha forti ripercussioni, sia in termini sanitari, ma sopratutto politici: moltissimi dei conflitti che oggi infiammano il mondo sono causati dal contenzioso sulle risorse naturali. Probabilmente l’acqua sarà la miccia di tutte le future guerre.\r\n\r\nNel secondo estratto analizziamo gli effetti che l’attività umana ha su tutto il vivente.\r\n\r\nTra i ghiacci del polo nord si accumulano sostanze tossiche e microplastiche che viaggiano per chilometri prima di sedimentarsi tra le calotte gelate dell’Artico e vengono poi re-introdotte attraverso la catena alimentare. Lo scioglimento dei ghiacciai è un problema per gli esseri viventi che vivono in quelle zone, ma un’opportunità per gli stati che vedono una zona nuova da sfruttare, sia a livello estrattivo che commerciale.\r\n\r\nAnche i fiumi sono fortemente minacciati: da sempre usati da discarica per tutte le attività industriali, raccolgono tutti i pesticidi, veleni, farmaci e scarti che colpiscono la fauna e la flora fluviale, ma anche l’acqua potabile degli acquedotti insufficientemente depurata. Oltretutto gli sbarramenti, le deviazioni e le dighe costituiscono una seria minaccia per la sopravvivenza di questi ecosistemi.\r\n\r\nInfine i mari, che più di tutti soffrono il cambiamento climatico dovuto al gas serra. Nei mari e negli oceani si regista un aumento delle temperature e dell’acidità delle acque, fattori che determinano una riduzione delle specie esistenti, se non vere e e proprie migrazioni di pesci tropicali in acque un tempo più fredde come quelle del Mediterraneo. 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All’alba di una crisi idrica globale, che già attanaglia comunità rurali e diverse metropoli, siamo andati alla ricerca delle cause di un problema che mina il fondamento della vita terrestre e acquatica così come la conosciamo, nonostante il fatto che di acqua dolce ce ne sarebbe abbondantemente per tutti.\r\n\r\nNel primo audio Alessandro Mauceri (autore del libro “Guerra all’Acqua”) ci illustra quali ripercussioni lo sfruttamento e il controllo delle risorse hanno sulla popolazione mondiale.\r\n\r\nGli stravolgimenti climatici, l’accaparramento delle terre e delle sorgenti da parte di grandi gruppi finanziari e multinazionali, lo sfruttamento legato all’agricoltura intensiva e l’allevamento, l’inquinamento delle falde, dei fiumi e infine dei mari comportano vere e proprie catastrofi nei territori dove avvengono. Infatti sempre più persone vengono private delle risorse minime per sopravvivere e sono costrette a migrare, ammassarsi negli slum delle metropoli o a cambiare continente. Ciò ha forti ripercussioni, sia in termini sanitari, ma sopratutto politici: moltissimi dei conflitti che oggi infiammano il mondo sono causati dal contenzioso sulle risorse naturali. Probabilmente l’acqua sarà la miccia di tutte le future guerre.\r\n\r\nNel secondo estratto analizziamo gli effetti che l’attività umana ha su tutto il vivente.\r\n\r\nTra i ghiacci del polo nord si accumulano sostanze tossiche e microplastiche che viaggiano per chilometri prima di sedimentarsi tra le calotte gelate dell’Artico e vengono poi re-introdotte attraverso la catena alimentare. Lo scioglimento dei ghiacciai è un problema per gli esseri viventi che vivono in quelle zone, ma un’opportunità per gli stati che vedono una zona nuova da sfruttare, sia a livello estrattivo che commerciale.\r\n\r\nAnche i fiumi sono fortemente minacciati: da sempre usati da discarica per tutte le attività industriali, raccolgono tutti i pesticidi, veleni, farmaci e scarti che colpiscono la fauna e la flora fluviale, ma anche l’acqua potabile degli acquedotti insufficientemente depurata. Oltretutto gli sbarramenti, le deviazioni e le \u003Cmark>dighe\u003C/mark> costituiscono una seria minaccia per la sopravvivenza di questi ecosistemi.\r\n\r\nInfine i mari, che più di tutti soffrono il cambiamento climatico dovuto al gas serra. Nei mari e negli oceani si regista un aumento delle temperature e dell’acidità delle acque, fattori che determinano una riduzione delle specie esistenti, se non vere e e proprie migrazioni di pesci tropicali in acque un tempo più fredde come quelle del Mediterraneo. L’innalzamento delle temperature è anche causa di cambiamenti atmosferici radicali che si ripercuotono in siccità o alluvioni.\r\n\r\nMolte delle crisi e delle catastrofi che segnano il nostro tempo sono gli effetti dello sfruttamento idrico. L’edonismo del sistema capitalista, che tutto ruba e tutto consuma in virtù di un progresso illimitato, ne è la causa principale, l’attività produttiva intensiva ha già reso invivibili tante zone del pianeta: per gli umani, le piante e tutti gli esseri viventi che le popolano.\r\n\r\nI meeting politici e l’inganno della sostenibilità sono solo false promesse alla soluzione del problema, mentre preludono un futuro sempre più controllato e artificiale.\r\n\r\nAscolta la prima puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/acqua-pt.-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nE la seconda qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/acqua-pt.2.mp3\"][/audio]",[504],{"field":88,"matched_tokens":505,"snippet":501,"value":502},[15],{"best_field_score":243,"best_field_weight":278,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":279,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":48},6636,{"collection_name":374,"first_q":15,"per_page":325,"q":15},["Reactive",510],{},["Set"],["ShallowReactive",513],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fCBEanuCxsSX-Cm8hbyhP2GXOch2PB9XHRpjed1rT3hY":-1},true,"/search?query=dighe"]