","La nuova direttiva europea sul copyright e i rischi per il futuro di Internet","post",1537372568,[59,60,61],"http://radioblackout.org/tag/copyright/","http://radioblackout.org/tag/internet/","http://radioblackout.org/tag/unione-europea/",[17,12,63],"Unione Europea",{"post_content":65},{"matched_tokens":66,"snippet":69,"value":70},[67,68],"diritto","d'autore","un sistema per proteggere il \u003Cmark>diritto\u003C/mark> \u003Cmark>d'autore\u003C/mark> online. Nati con l'intento di","Il 12 settembre il Parlamento Europeo ha votato la nuova direttiva del copyright, approvando due articoli - l'11 e il 13 - considerati particolarmente problematici per il futuro di internet. Lo stesso testo, eccetto alcuni emendamenti di poco conto, era stato bocciato a luglio.\r\n\r\nL'iter della legge sarà in realtà ancora lungo: il testo approvato dovrà essere discusso col Consiglio dell'UE e poi votato nella plenaria del Parlamento (verosimilmente all'inizio del 2019). A quel punto dovrà poi essere recepita dai singoli stati membri. Molti osservano che, anche in caso di approvazione, la direttiva sarebbe di difficile implementazione, ricordando che una normativa simile è stata giá approvata anni fa in Spagna e in Germania, fallendo miseramente.\r\n\r\nI due articoli attorno a cui si stanno concentrando le critiche e le richieste di bloccare la normativa trattano rispettivamente di una \"Link Tax\" per le piattaforme online e di \"Upload Filters\", ovvero di un sistema per proteggere il \u003Cmark>diritto\u003C/mark> \u003Cmark>d'autore\u003C/mark> online. Nati con l'intento di risolvere problemi di lunga data, rischiano di crearne di ben peggiori.\r\n\r\nRiccardo Coluccini, redattore del portale Motherboard, ci ha spiegato meglio di cosa si tratta e quali sono gli aspetti più problematici del testo:\r\n\r\ncopyright_motherboard",[72],{"field":73,"matched_tokens":74,"snippet":69,"value":70},"post_content",[67,68],1157451471441100800,{"best_field_score":77,"best_field_weight":78,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":45,"score":79,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":45},"2211897868288",14,"1157451471441100913",{"document":81,"highlight":95,"highlights":100,"text_match":75,"text_match_info":103},{"cat_link":82,"category":83,"comment_count":45,"id":84,"is_sticky":45,"permalink":85,"post_author":48,"post_content":86,"post_date":87,"post_excerpt":51,"post_id":84,"post_modified":88,"post_thumbnail":89,"post_thumbnail_html":90,"post_title":91,"post_type":56,"sort_by_date":92,"tag_links":93,"tags":94},[42],[44],"23083","http://radioblackout.org/2014/05/la-rete-verso-la-censura-anche-in-italia/","Da qualche giorno l'AGCOM (l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha approvato un nuovo regolamento in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica. Ne abbiamo parlato con Federico che ci ha aiutato a capire quali solo le conseguenze dell'applicazione del nuovo regolamento per la rete in Italia e in quali altri stati norme simili sono state applicate per garantire, di fatto, la censura.\r\n\r\nfederico","13 Maggio 2014","2014-05-19 11:58:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/AnonymousTurkey-644x362-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/AnonymousTurkey-644x362-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/AnonymousTurkey-644x362-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/AnonymousTurkey-644x362.jpg 644w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La rete verso la censura anche in Italia",1399998622,[],[],{"post_content":96},{"matched_tokens":97,"snippet":98,"value":99},[67,68],"in materia di tutela del \u003Cmark>diritto\u003C/mark> \u003Cmark>d'autore\u003C/mark> sulle reti di comunicazione elettronica.","Da qualche giorno l'AGCOM (l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha approvato un nuovo regolamento in materia di tutela del \u003Cmark>diritto\u003C/mark> \u003Cmark>d'autore\u003C/mark> sulle reti di comunicazione elettronica. 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Le disposizioni contenute nel testo hanno scatenato durissime e motivate critiche. Perché il provvedimento contiene una serie di punti inaccettabili, soprattutto in merito alle definizioni di “opera digitale” e “gestori” e a tempi e modalità per la rimozione dei contenuti illegali. Inoltre, l’entrata in vigore della nuova normativa configura una situazione giuridica piuttosto bizzarra: un organismo dello Stato (l’Agcom) regolamenta in via amministrativa e senza le dovute garanzie del caso, una serie di illeciti, scavalcando d'emblée politica e magistratura ordinaria.\r\n\r\nNelle intenzioni dei legislatori, il “Regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica”dovrebbe proteggere i detentori del copyright e promuovere “lo sviluppo dell’offerta legale di opere digitali e la corretta fruizione delle stesse”. Cosa si intende, esattamente, per “opera digitale”? Al Capo I del testo si legge che un’opera digitale è “un’opera [sic] o parti di essa, di carattere sonoro, audiovisivo, fotografico, videoludico, editoriale e letterario, inclusi i programmi applicativi e i sistemi operativi per elaboratore, tutelata dalla Legge sul diritto d’autore e diffusa su reti di comunicazione elettronica”. Una definizione dentro la quale vanno a finire praticamente tutti i contenuti della rete.\r\n\r\nE' sin troppo facile immaginare i livelli strumentali a cui si presta un simile ginepraio, dalla tacitazione di voci scomode all'eliminazione di piccoli concorrenti sul mercato da parte di gruppi più grossi in una svariata serie di ambiti.\r\n\r\nDi fronte alla denuncia di violazione si aprono sostanzialmente due strade: i gestori possono procedere all’“adeguamento spontaneo” dei contenuti oppure rispondere alla notifica, il tutto entro cinque giorni dalla ricezione della comunicazione (in questo caso la procedura viene sospesa). Se questo non accade, l’Agcom si rivolge ai gestori di servizi di hosting e agli internet service provider – indicati come“prestatori di servizi” nel testo – e richiede la rimozione selettiva del contenuto se il portale si trova in Italia. In caso di violazioni di“carattere massivo”, l’agenzia può anche richiedere ladisabilitazione completa dell’accesso, provvedimento invece previsto sempre per portali con sede all’estero. Il tutto entro trentacinque giorni dalla ricezione dell’istanza originaria. La legislazione prevede inoltre un procedimento abbreviato a dodici giorni per casi speciali che “configurino un’ipotesi di grave lesione dei diritti di sfruttamento economico di un’opera digitale”o “un’ipotesi di violazione di carattere massivo”. Qui di massivo in realtà c'è soprattutto l'intervento preventivo che l'Authority è in grado di attuare sulla libertà in rete.\r\n\r\nUn provvedimento affatto anacronistico che rischia di avere ricadute gravissime e che immagina una proprietà privata dei diritti intellettuali che di fatto non è mai esistita e che la rete rende del tutto impalpabile e in definitiva inafferrabile. L'operazione non potendo realizzarsi in una regolamentazione vera e propria che sarebbe impossibile, finirà con l'essere uno strumento attentamente selettivo di eliminazione di realtàscomode a chi è in grado di far partire la macchina della censura.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con l'avvocato Fulvio Sarzana che da diversi anni si occupa di diritti digitali.\r\n\r\nSarzana\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","1 Aprile 2014","2014-04-07 12:54:25","Nuove tecnologie, vecchie censure",1396377430,[116,117,118,60],"http://radioblackout.org/tag/agicom/","http://radioblackout.org/tag/censura/","http://radioblackout.org/tag/diritti-digitali/",[120,15,121,12],"Agicom","diritti digitali",{"post_content":123},{"matched_tokens":124,"snippet":126,"value":127},[67,125],"d’autore","quadro legislativo europeo”, il regolamento per il \u003Cmark>diritto\u003C/mark> \u003Cmark>d’autore\u003C/mark> su internet stilato dall’Autorità per le","Dopo aver ricevuto la benedizione di Michael Barnier, commissario dell’Unione Europea responsabile per il mercato unico – che qualche tempo fa aveva parlato di norme “conformi al quadro legislativo europeo”, il regolamento per il \u003Cmark>diritto\u003C/mark> \u003Cmark>d’autore\u003C/mark> su internet stilato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) è entrato ufficialmente in vigore il 31 marzo. 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A essere colpiti saranno smartphone, tablet, computer fissi e mobili. Ma anche chiavette Usb, hard-disk esterni, Tv con funzione di registratore e decoder. In pratica tutti i dispositivi elettronici che funzionano da archivi digitali. Un balzello ancora una volta a carico di chi compera un cellulare o una chiavetta. Andrebbe da 5,20 euro per smartphone e tablet che acquisteremo, fino a 40 euro per i decoder con memoria interna da 400 GB. Una tassa che peserà maggiormente sui dispositivi low cost.\r\n\r\nL’imposta non è nuova. Non tutti lo sanno, ma la paghiamo già. Nessuno se ne accorge perché gli importi per gli smartphone sono di 90 centesimi e per i tablet non si paga.\r\nLe cifre sono stabilite dal Decreto del 30 dicembre 2009 che ne prevedeva il periodico aggiornamento, per adeguarle allo sviluppo delle tecnologie digitali. Ma perché dobbiamo pagare? Secondo quanto stabilisce la Siae (Società italiana autori editori): «In cambio della possibilità di effettuare una copia personale di registrazioni, tutelate dal diritto d’autore». Dunque per fare una copia di contenuti audio-video di cui siamo già più o meno legittimi proprietari. Per esempio per portare la compilation di Cd e Dvd su un secondo dispositivo personale come un lettore Mp3, smartphone o tablet. Ma anche un programma Tv, un cartone animato e un filmato (anche di YouTube) che riversiamo su un hard disk esterno. Gli incassi Siae servono dunque per compensare i mancati introiti degli autori. E ora si richiede un rinnovo delle cifre per il cosiddetto “equo compenso”.\r\nLa Siae è una società decotta, fallita nei suoi scopi, che nemmeno paga la maggior parte degli autori, obbligati ad iscriversi. Il governo pare deciso a sostenerla, estorcendoci dei soldi per il mero fatto che certi dispositivi ci offrono la possibilità di copiare.\r\nL'equivalente di arrestare per tentato omicidio chiunque abbia in casa un coltello da cucina.\r\n\r\nLa posta in gioco, se le cifre restassero quelle proposte, non è da poco. Facciamo due conti. Le stime di acquisto del comparto hitech in Italia per il 2014 parlano di 16 milioni di nuovi smartphone. Più almeno 8 milioni di tablet e circa 10 milioni tra computer (desktop, notebook, ultrabook) e Tv. Quasi tutte le Tv hanno anche una porta Usb, dunque sono soggette alla tassa. Fatta la somma e moltiplicata per un importo medio di almeno 5 euro viene una cifra superiore a 160 milioni di euro. Aggiungendo chiavette Usb, hard-disk e decoder si raggiungono facilmente 200 milioni di euro.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo, un compagno che si occupa di comunicazione digitale. 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Mediante un regolamento varato da una pubblica amministrazione (viene pertanto esclusa qualsiasi competenza politica di un parlamento già svuotato di senso) verrebbero così introdotti strumenti giuridici che, con il pretesto di difendere il diritto d'autore, andrebbero a minare:\r\na) La possibilità di anonimato\r\nb) Sancirebbero una fattispecie di responsabilità penale per la condivisione di link a pagine contenenti materiali coperti da diritto d'autore.\r\nCiò che viene messo sotto accusa quindi non è tout court la violazione tout del copyright ma la stessa possibilità di indicarel'esistenza di siti che i titolari del diritto d'autore ritengono non legittimi. Ad essere messa in discussione è quindi una delle pratiche costitutive del world wide web per come oggi lo conosciamo (ovvero l'hyperlink). Le ricadute che l'entrata in vigore di questi regolamento potrebbe avere sono potenzialmente molto pesanti: se si introducesse una responsabilità diretta per linking, e la chiusura del sito o la cancellazione dell'articolo, in un contesto temporale del tutto insufficiente (tre giorni) senza peraltro il controllo di un magistrato, probabilmente un gran numero di fonti informative sul web diverrebbero a rischio di chiusura.\r\nAbbiamo analizzato rischi e implicazioni del nuovo regolamento con l'Avvocato Fulvio Sarzana,\r\nsarzana_agcom","8 Ottobre 2013","2013-10-12 14:35:07","Agcom: come ti chiudo un sito scomodo",1381238806,[170,117,59,60,171],"http://radioblackout.org/tag/agcom/","http://radioblackout.org/tag/sarzana/",[24,15,17,12,26],{"post_content":174},{"matched_tokens":175,"snippet":176,"value":177},[67,68],"Comunicazioni (AGCOM) nella tutela del \u003Cmark>diritto\u003C/mark> \u003Cmark>d'autore\u003C/mark> sulle reti di comunicazione elettronica.\r","La via amministrativa come strumento di censura\r\nTra circa un mese potrebbe diventare operativo il nuovo schema di regolamento adottato dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) nella tutela del \u003Cmark>diritto\u003C/mark> \u003Cmark>d'autore\u003C/mark> sulle reti di comunicazione elettronica.\r\nIl giochino è più o meno sempre lo stesso e segna il triste primatodell'uso politico della difesa del copyright come strumento di controllo della rete. 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A seconda del richiedente, le sanzioni potrebbero includere il divieto ai network pubblicitari o ai siti di gestione dei pagamenti d'intrattenere rapporti d'affari con il sito accusato delle infrazioni, il divieto ai motori di ricerca di mantenere attivi link verso il sito in questione e la richiesta agli Internet Service Provider di bloccare l'accesso al sito web.\r\nLa legge, qualora approvata, renderebbe lo streaming di contenuti vincolati da copyright un reato.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un mediattivista di Reggio Emilia, Lorenzo Coniglione: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/2012-01-11-Lorenzo-Coniglione-Sopa-Strike.mp3\"]\r\nscarica il file","19 Gennaio 2012","Oggi centinaia di siti hanno dato vita ad uno sciopero contro il Sopa, l’acronimo significa Stop Online Piracy Act e indica una legge che il congresso statunitense sta approvando. \r\nQuesta legge, qualora venisse approvata, permetterebbe ai titolari di copyright statunitensi di agire direttamente per impedire la diffusione di contenuti protetti.\r\nLa legge consentirebbe inoltre al Dipartimento di Giustizia statunitense e ai titolari di copyright di procedere legalmente contro i siti web accusati di diffondere o facilitare le infrazioni del diritto d'autore. 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Per monitorare questo tipo di eventi esiste il sito canzel.club.\r\n\r\n\r\n\tcanzel.club/\r\n\tirpimedia.irpi.eu/deindicizzazione-articoli-testate-giornalistiche/\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nBrani musicali\r\n\r\nLalalar - Hem Evimsin Hem Cehennemim\r\nTaroug - Queen of Carthage\r\nNubiyan Twist - Lights Out\r\nKarate Boogaloo - One Hand One Bounce \r\n\r\n\r\n\r\n[ Scarica la puntata ]","8 Maggio 2024","2024-05-08 13:55:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/spider-web-with-water-beads-921039_1280-810x540-1-200x110.jpg","StakkaStakka 8/5/2024 - Deindicizzami sto caso!",1715176335,[343,344,345],"http://radioblackout.org/tag/deindicizzazione/","http://radioblackout.org/tag/protonmail/","http://radioblackout.org/tag/riconoscimento-facciale/",[347,348,349],"deindicizzazione","protonmail","riconoscimento facciale",{"post_content":351},{"matched_tokens":352,"snippet":353,"value":354},[67,68],"IP di presunti violatori del \u003Cmark>diritto\u003C/mark> \u003Cmark>d'autore\u003C/mark> alla loro identità.\r\n\r\n\r\n\twww.repubblica.it/economia/diritti-e-consumi/diritti-consumatori/2024/05/04/news/corte_ue_pirati_sentenza_cosa_cambia-422823581/\r\n\thttps://it.wikipedia.org/wiki/HADOPI\r"," \r\n\r\nIn questa nuova e scoppiettante puntata abbiamo parlato di come un ricorso fatto da alcune associazioni che si battono per il \u003Cmark>diritto\u003C/mark> alla privacy abbia portato a una legge antipirateria a livello europeo che permetterebbe di associare indirizzi IP di presunti violatori del \u003Cmark>diritto\u003C/mark> \u003Cmark>d'autore\u003C/mark> alla loro identità.\r\n\r\n\r\n\twww.repubblica.it/economia/diritti-e-consumi/diritti-consumatori/2024/05/04/news/corte_ue_pirati_sentenza_cosa_cambia-422823581/\r\n\thttps://it.wikipedia.org/wiki/HADOPI\r\n\twww.punto-informatico.it/pirateria-online-identificazione-tramite-indirizzo-ip/\r\n\r\n\r\nOps, protonmail did it again: ancora una volta il fornitore svizzero di servizi di comunicazione sedicente privata e sicura Protonmail risponde alle richieste legali di fornire un indirizzo di recupero email legato a un account che porta all'identificazione di un membro dei Mossos d'esquadra coinvolto nell'organizzazione indipendentista catalana Democratic Tsunami.\r\n\r\n\t\r\nrestoreprivacy.com/protonmail-discloses-user-data-leading-to-arrest-in-spain/\r\n\r\n\r\nUna società australiana che produceva sistemi di riconoscimento facciale, forse per non aver pagato i propri sviluppatori filippini, è stata oggetto di un importante data leak, che conteneva oltre ai dati biometrici anche moltissime altre informazioni personali.\r\n\r\n\r\n\twww.theguardian.com/australia-news/2024/may/02/nsw-club-data-breach-id-leak-outabox\r\n\twww.wired.com/story/outabox-facial-recognition-breach/\r\n\r\n\r\n\r\nInfine parliamo di come funziona l'indicizzazione dei contenuti sui motori di ricerca, ormai quasi esclusivo gateway all'informazione presente su Internet; ma anche di come funziona la volontaria de-indicizzazione dei contenuti, spesso eseguita da parte di testate giornalistiche per motivi non del tutto chiari. 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Sembra paradossale che il più grave reato previsto dal nostro ordinamento giuridico sia stato ritenuto sussistente in tale episodio e non nelle tante gravissime vicende accadute in Italia negli ultimi decenni, dalla strage di Piazza Fontana a quella della stazione di Bologna, da Capaci a Via D’Amelio e Via dei Georgofili ecc.\r\n\r\nNel mese di aprile 2022 uno dei due imputati era stato inoltre destinatario di un decreto applicativo del cd. carcere duro, ai sensi dell’art. 41 bis comma 2 O.P. (introdotto nel nostro sistema penitenziario per combattere le associazioni mafiose e che presuppone la necessità di impedire collegamenti tra il detenuto e l’associazione criminale all’esterno per fini criminosi), altra vicenda singolare essendo notorio che il movimento anarchico rifugge in radice qualsiasi struttura gerarchica e/o forma organizzata, tanto da far emergere il serio sospetto che con il decreto ministeriale si voglia impedire l’interlocuzione politica di un militante politico con la sua area di appartenenza piuttosto che la relazione di un associato con i sodali in libertà.\r\n\r\nSempre nel mese di luglio u.s. è stata pronunciata una ulteriore aspra condanna in primo grado, a 28 anni di reclusione, contro un altro militante anarchico per un attentato alla sede della Lega Nord, denominata K3, anche per tale episodio nessuno ha riportato conseguenze lesive. Inoltre, nell’estate del 2020 altri cinque militanti anarchici sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati di terrorismo, trascorrendo circa un anno in AS2 (Alta Sorveglianza, altro regime carcerario “duro”), nonostante i fatti a loro concretamente attribuiti fossero bagatellari, quali manifestazioni non preavvisate, imbrattamenti, ecc.\r\n\r\nAltri processi contro attivisti anarchici sono intentati per reati di opinione, ad esempio due a Perugia, qualificati come istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo, in quanto i rei avrebbero diffuso slogan violenti anarchici; quegli stessi slogan e idee che soltanto alcuni anni or sono sarebbero stati ricondotti alla fattispecie di cui all’art. 272 cp, propaganda sovversiva, fattispecie abrogata nel 2006, sulla base dell’assunto che la 2 propaganda, anche di ideologie di sovversione violenta, debba essere tollerata da uno Stato che si dica democratico, pena la negazione del suo stesso carattere fondante.\r\n\r\nAltre iniziative giudiziarie per reati associativi sono state intentate a Trento, nuovamente a Torino, a Bologna a Firenze, contro altri militanti anarchici, con diffusa quanto incomprensibile applicazione di misure cautelari in carcere.\r\n\r\nLa narrazione mediatica sempre degli ultimi due anni, costruita sulla scorta di dichiarazioni qualificate del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, vede inoltre gli anarchici responsabili, istigatori, delle rivolte in carcere del mese di marzo 2020, salva recente successiva smentita da parte della commissione ad hoc istituita per stabilire le cause dell’insorgenza dei detenuti.\r\n\r\nPiù in generale, in epoca recente, all’indistinta area anarchica è stata attribuita una enfatica pericolosità sociale da parte delle relazioni semestrali dei servizi segreti.\r\n\r\nE’ lecito domandarsi cosa stia avvenendo in questo paese e se gli anarchici rappresentino effettivamente un pericolo per l’incolumità pubblica meritevole di essere affrontato in termini muscolari e talvolta spregiudicati oppure se, in coerenza con il passato, rappresentino gli apripista per una ristrutturazione e/o un rafforzamento in chiave autoritaria degli spazi di agibilità politica e democratica nel paese.\r\n\r\nChi scrive svolge la professione di avvocato ed è direttamente impegnato nella difesa di numerosi anarchici in altrettante vicende penali ed è così che riscontra la sempre più diffusa e disinvolta sottrazione delle garanzie processuali a questa tipologia di imputati: in primo luogo in tema di valutazione delle prove in ordine alla riconducibilità soggettiva dei fatti contestati; oppure di abbandono del diritto penale del fatto, a vantaggio del diritto penale del tipo d’autore, realizzato attraverso l’esaltazione della pericolosità dell’ideologia a cui il reo appartiene.\r\n\r\nSiamo consapevoli che la genesi di un possibile diritto penale del nemico si radica nella storia recente di questo paese nel contrasto giudiziario alle organizzazioni combattenti, nel corso dei processi degli anni 70/80 del secolo scorso, e che poi le continue emergenze susseguitesi negli anni hanno permesso di condividere ed estendere ad altre categorie di imputati (ad esempio ai migranti, ma non solo) l’atteggiamento giudiziario tenuto ieri nei confronti dei militanti della lotta armata. Atteggiamento che oggi viene riproposto verso gli anarchici, rei soprattutto di manifestare una alterità irriducibile all’ordine costituito.\r\n\r\nDa avvocati e avvocate ci troviamo ad essere spettatori di una deriva giustizialista che rischia di contrapporre ad un modello di legalità penale indirizzato ai cittadini, con le garanzie e i 3 diritti tipici degli stati democratici, uno riservato ai soggetti ritenuti pericolosi, destinatari di provvedimenti e misure rigidissimi, nonché di circuiti di differenziazione penitenziaria.\r\n\r\nTutto ciò ci preoccupa perché comporta un progressivo allontanamento dai principi del garantismo giuridico, da quello di legalità (per cui si punisce per ciò che si è fatto e non per chi si è) a quello di offensività, sino ad un pericoloso slittamento verso funzioni meramente preventive e neutralizzatrici degli strumenti sanzionatori, come gli esempi sopra richiamati dimostrano.\r\n\r\nDa Roma: Avv. Flavio Rossi Albertini, Avv. Caterina Calia, Avv. Simonetta Crisci, Avv. Ludovica Formoso Avv. Ivonne Panfilo; Avv. Marco Grilli; Avv. Pamela Donnarumma; Avv. Gregorio Moneti; Avv. Leonardo Pompili.\r\n\r\nDa Torino: Avv. Gianluca Vitale, Avv. Claudio Novaro, Avv. Gianmario Ramondini.\r\n\r\nDa Bologna: Avv. Ettore Grenci, Avv. Daria Mosini,Avv. Danilo Camplese \r\n\r\nDa Milano: Avv. Margherita Pelazza, Avv. Eugenio Losco, Avv.Benedetto Ciccaroni, Avv.Tania Bassini\r\n\r\n Da Firenze: Avv. Sauro Poli\r\n\r\nDa La Spezia: Avv. Fabio Sommovigo\r\n\r\nDa Napoli: Avv. 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Sembra paradossale che il più grave reato previsto dal nostro ordinamento giuridico sia stato ritenuto sussistente in tale episodio e non nelle tante gravissime vicende accadute in Italia negli ultimi decenni, dalla strage di Piazza Fontana a quella della stazione di Bologna, da Capaci a Via D’Amelio e Via dei Georgofili ecc.\r\n\r\nNel mese di aprile 2022 uno dei due imputati era stato inoltre destinatario di un decreto applicativo del cd. carcere duro, ai sensi dell’art. 41 bis comma 2 O.P. (introdotto nel nostro sistema penitenziario per combattere le associazioni mafiose e che presuppone la necessità di impedire collegamenti tra il detenuto e l’associazione criminale all’esterno per fini criminosi), altra vicenda singolare essendo notorio che il movimento anarchico rifugge in radice qualsiasi struttura gerarchica e/o forma organizzata, tanto da far emergere il serio sospetto che con il decreto ministeriale si voglia impedire l’interlocuzione politica di un militante politico con la sua area di appartenenza piuttosto che la relazione di un associato con i sodali in libertà.\r\n\r\nSempre nel mese di luglio u.s. è stata pronunciata una ulteriore aspra condanna in primo grado, a 28 anni di reclusione, contro un altro militante anarchico per un attentato alla sede della Lega Nord, denominata K3, anche per tale episodio nessuno ha riportato conseguenze lesive. Inoltre, nell’estate del 2020 altri cinque militanti anarchici sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati di terrorismo, trascorrendo circa un anno in AS2 (Alta Sorveglianza, altro regime carcerario “duro”), nonostante i fatti a loro concretamente attribuiti fossero bagatellari, quali manifestazioni non preavvisate, imbrattamenti, ecc.\r\n\r\nAltri processi contro attivisti anarchici sono intentati per reati di opinione, ad esempio due a Perugia, qualificati come istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo, in quanto i rei avrebbero diffuso slogan violenti anarchici; quegli stessi slogan e idee che soltanto alcuni anni or sono sarebbero stati ricondotti alla fattispecie di cui all’art. 272 cp, propaganda sovversiva, fattispecie abrogata nel 2006, sulla base dell’assunto che la 2 propaganda, anche di ideologie di sovversione violenta, debba essere tollerata da uno Stato che si dica democratico, pena la negazione del suo stesso carattere fondante.\r\n\r\nAltre iniziative giudiziarie per reati associativi sono state intentate a Trento, nuovamente a Torino, a Bologna a Firenze, contro altri militanti anarchici, con diffusa quanto incomprensibile applicazione di misure cautelari in carcere.\r\n\r\nLa narrazione mediatica sempre degli ultimi due anni, costruita sulla scorta di dichiarazioni qualificate del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, vede inoltre gli anarchici responsabili, istigatori, delle rivolte in carcere del mese di marzo 2020, salva recente successiva smentita da parte della commissione ad hoc istituita per stabilire le cause dell’insorgenza dei detenuti.\r\n\r\nPiù in generale, in epoca recente, all’indistinta area anarchica è stata attribuita una enfatica pericolosità sociale da parte delle relazioni semestrali dei servizi segreti.\r\n\r\nE’ lecito domandarsi cosa stia avvenendo in questo paese e se gli anarchici rappresentino effettivamente un pericolo per l’incolumità pubblica meritevole di essere affrontato in termini muscolari e talvolta spregiudicati oppure se, in coerenza con il passato, rappresentino gli apripista per una ristrutturazione e/o un rafforzamento in chiave autoritaria degli spazi di agibilità politica e democratica nel paese.\r\n\r\nChi scrive svolge la professione di avvocato ed è direttamente impegnato nella difesa di numerosi anarchici in altrettante vicende penali ed è così che riscontra la sempre più diffusa e disinvolta sottrazione delle garanzie processuali a questa tipologia di imputati: in primo luogo in tema di valutazione delle prove in ordine alla riconducibilità soggettiva dei fatti contestati; oppure di abbandono del \u003Cmark>diritto\u003C/mark> penale del fatto, a vantaggio del \u003Cmark>diritto\u003C/mark> penale del tipo \u003Cmark>d’autore\u003C/mark>, realizzato attraverso l’esaltazione della pericolosità dell’ideologia a cui il reo appartiene.\r\n\r\nSiamo consapevoli che la genesi di un possibile \u003Cmark>diritto\u003C/mark> penale del nemico si radica nella storia recente di questo paese nel contrasto giudiziario alle organizzazioni combattenti, nel corso dei processi degli anni 70/80 del secolo scorso, e che poi le continue emergenze susseguitesi negli anni hanno permesso di condividere ed estendere ad altre categorie di imputati (ad esempio ai migranti, ma non solo) l’atteggiamento giudiziario tenuto ieri nei confronti dei militanti della lotta armata. Atteggiamento che oggi viene riproposto verso gli anarchici, rei soprattutto di manifestare una alterità irriducibile all’ordine costituito.\r\n\r\nDa avvocati e avvocate ci troviamo ad essere spettatori di una deriva giustizialista che rischia di contrapporre ad un modello di legalità penale indirizzato ai cittadini, con le garanzie e i 3 diritti tipici degli stati democratici, uno riservato ai soggetti ritenuti pericolosi, destinatari di provvedimenti e misure rigidissimi, nonché di circuiti di differenziazione penitenziaria.\r\n\r\nTutto ciò ci preoccupa perché comporta un progressivo allontanamento dai principi del garantismo giuridico, da quello di legalità (per cui si punisce per ciò che si è fatto e non per chi si è) a quello di offensività, sino ad un pericoloso slittamento verso funzioni meramente preventive e neutralizzatrici degli strumenti sanzionatori, come gli esempi sopra richiamati dimostrano.\r\n\r\nDa Roma: Avv. Flavio Rossi Albertini, Avv. Caterina Calia, Avv. 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Senza nessun accenno a regole di ingaggio o al contenimento degli episodi di torture e deumanizzazione.\r\n\r\nUn magistrato ha cercato di impedire che una donna agli arresti domiciliari potesse recarsi in ospedale per abortire, appellandosi al suo diritto all’obbiezione di coscienza: il CSM lo ha semplicemente sanzionato con la “censura”.\r\n\r\nProsegue la lotta delle detenute del carcere di Trieste, che di fronte ai tentativi di screditamento da parte dei giornalisti, affinano le loro rivendicazioni.\r\n\r\nNegli USA, per interferire con la pratica di riprendere i membri delle forze dell’ordine, questi stanno iniziando a riprodurre dai loro smartphones della musica difesa da copyright, impedendo così la pubblicazione dei filmati sulle piattaforme per violazione dei diritti d’autore.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-brevi-22-2-21.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLE TESTIMONIANZE SULLE MORTI DOPO LE RIVOLTE DI MARZO 2020 FANNO PAURA AI CARCERIERI\r\n\r\nMattia Palloni è uno dei cinque detenuti che, dopo la rivolta nel carcere di Modena del marzo 2020 e il trasferimento punitivo ad Ascoli, scelsero di denunciare la rappresaglia brutale messa in atto dalla polizia penitenziaria. Mattia è stato recentemente sottoposto a minacce dai secondini e dalla magistratura per costringerlo a rivedere la sua testimonianza. Ne parliamo con la sorella Elisa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-MattiaPalloni-sorella.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCARCERE E PSICHIATRIA\r\n\r\nIl carcere di Bologna è l’ultimo a inaugurare un reparto di “articolazione psichiatrica”; una detenuta muore in ospedale a pochi giorni dal suo trasferimento in un’analoga sezione del carcere di Pozzuoli. Insieme all’avvocato Michele Passione andiamo a parlare del ricorso al carcere come programma sociale per la gestione della sofferenza psichica, osservando quali processi in ambito sanzionatorio sottendano a questo fenomeno.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-AvvPassione-Psichiatria.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[A margine un suo commento al processo per le torture nel carcere di San Gimignano]\r\n\r\n \r\n\r\nPROGRAMMA DI VIDEOSORVEGLIANZA INTEGRATA “ARGO”\r\n\r\nTorniamo a parlare del programma Argo e della sua sperimentazione sul territorio torinese.\r\nInsieme a Riccardo Coluccini andiamo ad approfondire la funzione degli ALPR (lettori automatici di targhe) e soprattutto alcuni elementi di bias di genere e razziali riscontrabili in questo sistema di videosorveglianza interpretata da algoritmi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-RiccardoArgoGender.mp3\"][/audio]","24 Febbraio 2021","2021-02-24 12:59:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-imgimg-200x110.jpg","La rappresaglia su chi denuncia gli aguzzini, carcere e psichiatria, Argo",1614171549,[],[],{"post_content":401},{"matched_tokens":402,"snippet":403,"value":404},[67],"per abortire, appellandosi al suo \u003Cmark>diritto\u003C/mark> all’obbiezione di coscienza: il CSM","Dalla puntata del 22 febbraio 2021 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\nBREVI (ma tante)\r\n\r\nPartendo dai alcuni dati sulla capienza delle galere in fase pandemica, proviamo a riflettere su come il sovraffollamento delle carceri sia una scelta politica e non fisiologica.\r\n\r\nPassiamo a Torino, dove Carlo Limongelli è stato lasciato morire di cancrena in una cella delle Vallette.\r\n\r\nDal pubblico arriva la notizia (che ci eravamo persi) della promozione all’interno della gerarchia del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dell’ex-direttore del carcere di Torino, Domenico Minervini, rimosso dopo l’inchiesta sulle torture della scorsa estate.\r\n\r\nLa circolare emanata il 29 gennaio 2021 dal capo della polizia Gabrielli stabilisce uno scenario di intervento integrato per prevenire e reprimere l’emergere di proteste e rivolte dentro e fuori le carceri, sfruttando l’episodio eccezionale delle rivolte dello scorso marzo per stilare le linee guida per affrontare potenzilamente qualunque forma di autedeterminazione, ammutinamento e solidarietà. 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Macron sembra determinato a tirare diritto per disciplinare i lavoratori francesi, chiamandoli a pagare i buchi della pubblica amministrazione, trattati da parassiti e terroristi. Non solo. Dopo la decisione di rinunciare alla realizzazione dell’aeroporto di Notre Dames des Landes, che ha segnato la vittoria dei movimenti, ora Macron annuncia l’attacco alla Zad, l'area occupata e autogestita da alcuni militanti più radicali.\r\nNe parliamo con Gianni Carrozza, corrispondente da Parigi di Collegamenti, redattore di radio Paris Frequence Plurielle, dove conduce “Vive la sociale!”\r\n\r\n La propaganda antiabortista nel cuore di Roma a quarant’anni dalla 194, la legge che ha depenalizzato l’aborto, senza tuttavia rendere libera e sicura la scelta delle donne.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nSabato 7 aprile\r\ncena antipasquale veg veg\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIl nostro menù veg/vegan:\r\nAntipasti delle streghe / Chicchi ammazzapreti / Caponet satanico / Hummus dell'infedele / Fagiolata da ultima cena / Vino rossonero / E per finire...Dolcino e Margherita\r\nBenefit lotte sociali\r\nQuanto costa? Tanto per chi ha tanto, poco per chi ha poco, molto poco per chi ha pochissimo.\r\nInsomma, da ognuno come può, più che può.\r\nper prenotare scrivete pure a fai_torino@autistici.org\r\noppure chiamate/inviate un messaggio al numero 327 7929559\r\n\r\nLunedì 16 aprile\r\nore 19,30 presso il Gabrio in via Millio\r\nLe frontiere invisibili\r\nCon l’avvocato Gianluca Vitale, e alcuni attivisti di Chez Jesus, un locale della chiesa occupato a Claviere, divenuto posto tappa per la gente in viaggio verso la Francia.\r\nA cura di Breaktheborder\r\n\r\nMercoledì 18 aprile\r\nore 18\r\npresidio contro le frontiere\r\ndavanti all’ingresso principale della stazione di Porta Nuova. \r\n\r\nVenerdì 20 aprile\r\nore 21\r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\nAnarchici contro il fascismo. Dagli arditi del popolo alla resistenza e oltre.\r\nInterverrà Franco Schirone, storico, curatore de “La Resistenza sconosciuta” uscito per le edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nMercoledì 25 aprile\r\nore 15\r\n ricordo, fiori, info antifascista alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nIl governo caccia i poveri dalle città, riduce le tutele per i profughi, condanna a morire in mare e nelle galere libiche i migranti, apre nuove prigioni per senza documenti.\r\nIl lavoro è precario e pericoloso, i padroni diventano sempre più ricchi, i militari sono nelle nostre strade: siamo in guerra.\r\nOggi come nel 1945 la democrazia è un’illusione di libertà e giustizia, che somiglia sempre più al fascismo.\r\nI partigiani di Barriera hanno combattuto perché volevano un mondo libero, senza schiavitù salariata.\r\nIl loro sogno continua ogni giorno nella lotta per una società di liberi ed eguali.\r\n\r\n Venerdì 27 aprile\r\nore 21 alla FAT\r\nin corso Palermo 46\r\nI nuovi manicomi\r\nA quarant’anni dalla chiusura dalla loro chiusura, le gabbie dei matti ci sono ancora. Ovunque.\r\nIntroduce la serata Nicola Valentino, autore, tra gli altri, di “Istituzioni post manicomiali”\r\nOrganizza il collettivo antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni”\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, si fanno ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nPrimo maggio anarchico\r\n\r\nDomenica 6 maggio\r\n ore 17,30 \r\n in corso Palermo 46\r\n Anarchia e canzone d’autore da Brassens a Ferrè\r\n Parole e musica di Alessio Lega\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","8 Aprile 2018","2018-10-17 22:58:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/2018-03-31-manif-fat-barilla-200x110.jpg","Anarres del 6 aprile. La spartizione della Siria. Barilla, Ferrero. Leonardo e Turchia. Storie di frontiera. Aborto: cattolici all’assalto. 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Dalle 10,45 alle 12,45. Anche in streaming\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2018 04 06 anarres\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nSiria. La spartizione, la pulizia etnica sulla pelle dell’esperienza di confederalismo democratico del Rojava. Russia e Stati Uniti hanno incassato l’appoggio delle milizie dei cantoni curdofoni, ma ora scaricano gli alleati, determinanti nella sconfitta del califfato, ma adesso inutili nel Grande Gioco mediorientale.\r\nNe parliamo con Stefano Capello\r\n\r\nDove c’è Barilla c’è casa. Kinder sorpresa!\r\n\r\nLeonardo. Ingegneri di morte dalla Siria all’Afganistan\r\n\r\nStorie di frontiera da Bardonecchia a Garavan, passando per Torino\r\n\r\nFrancia. Gli scioperi dei ferrovieri, i blocchi delle università, cui si uniscono i netturbini, i lavoratori delle aziende elettriche, i pensionati sono alcuni tasselli di un mosaico di lotte che si sta componendo ed allargando in questa primavera francese. Macron sembra determinato a tirare \u003Cmark>diritto\u003C/mark> per disciplinare i lavoratori francesi, chiamandoli a pagare i buchi della pubblica amministrazione, trattati da parassiti e terroristi. Non solo. Dopo la decisione di rinunciare alla realizzazione dell’aeroporto di Notre Dames des Landes, che ha segnato la vittoria dei movimenti, ora Macron annuncia l’attacco alla Zad, l'area occupata e autogestita da alcuni militanti più radicali.\r\nNe parliamo con Gianni Carrozza, corrispondente da Parigi di Collegamenti, redattore di radio Paris Frequence Plurielle, dove conduce “Vive la sociale!”\r\n\r\n La propaganda antiabortista nel cuore di Roma a quarant’anni dalla 194, la legge che ha depenalizzato l’aborto, senza tuttavia rendere libera e sicura la scelta delle donne.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nSabato 7 aprile\r\ncena antipasquale veg veg\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIl nostro menù veg/vegan:\r\nAntipasti delle streghe / Chicchi ammazzapreti / Caponet satanico / Hummus dell'infedele / Fagiolata da ultima cena / Vino rossonero / E per finire...Dolcino e Margherita\r\nBenefit lotte sociali\r\nQuanto costa? Tanto per chi ha tanto, poco per chi ha poco, molto poco per chi ha pochissimo.\r\nInsomma, da ognuno come può, più che può.\r\nper prenotare scrivete pure a fai_torino@autistici.org\r\noppure chiamate/inviate un messaggio al numero 327 7929559\r\n\r\nLunedì 16 aprile\r\nore 19,30 presso il Gabrio in via Millio\r\nLe frontiere invisibili\r\nCon l’avvocato Gianluca Vitale, e alcuni attivisti di Chez Jesus, un locale della chiesa occupato a Claviere, divenuto posto tappa per la gente in viaggio verso la Francia.\r\nA cura di Breaktheborder\r\n\r\nMercoledì 18 aprile\r\nore 18\r\npresidio contro le frontiere\r\ndavanti all’ingresso principale della stazione di Porta Nuova. \r\n\r\nVenerdì 20 aprile\r\nore 21\r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\nAnarchici contro il fascismo. Dagli arditi del popolo alla resistenza e oltre.\r\nInterverrà Franco Schirone, storico, curatore de “La Resistenza sconosciuta” uscito per le edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nMercoledì 25 aprile\r\nore 15\r\n ricordo, fiori, info antifascista alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nIl governo caccia i poveri dalle città, riduce le tutele per i profughi, condanna a morire in mare e nelle galere libiche i migranti, apre nuove prigioni per senza documenti.\r\nIl lavoro è precario e pericoloso, i padroni diventano sempre più ricchi, i militari sono nelle nostre strade: siamo in guerra.\r\nOggi come nel 1945 la democrazia è un’illusione di libertà e giustizia, che somiglia sempre più al fascismo.\r\nI partigiani di Barriera hanno combattuto perché volevano un mondo libero, senza schiavitù salariata.\r\nIl loro sogno continua ogni giorno nella lotta per una società di liberi ed eguali.\r\n\r\n Venerdì 27 aprile\r\nore 21 alla FAT\r\nin corso Palermo 46\r\nI nuovi manicomi\r\nA quarant’anni dalla chiusura dalla loro chiusura, le gabbie dei matti ci sono ancora. 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