","Il fronte interno russo, dialogo con la Croce Nera Anarchica di Mosca","post",1689349217,[55,56,57],"http://radioblackout.org/tag/croce-nera-anarchica-mosca/","http://radioblackout.org/tag/diserzione/","http://radioblackout.org/tag/russia/",[26,14,12],{"post_content":60,"tags":65},{"matched_tokens":61,"snippet":63,"value":64},[62],"carceraria","contro la repressione statale e \u003Cmark>carceraria\u003C/mark>. Con la ricomparsa del movimento","Radio Blackout propone un'aggiornamento sulla situazione interna in Russia, con un focus sul dissenso rispetto alla guerra portato da tutte quelle voci antiautoritarie e antifasciste (ma non solo) che il governo Putin ha deciso di reprimere e cancellare prontamente. \r\nLo facciamo grazie alla disponibilità di una compagna della Croce Nera Anarchica di Mosca che ci ha fatto visita negli studios di RBO.\r\n\r\nLa Croce Nera Anarchica, è un'organizzazione internazionale decentralizzata composta da vari gruppi territoriali che si occupano di supportare le lotte anarchiche e antiautoritarie contro la repressione statale e \u003Cmark>carceraria\u003C/mark>. Con la ricomparsa del movimento russo a partire dagli anni '80 e la ricostituzione del gruppo locale di Mosca nel 2003, la Croce Nera Anarchica ha avuto una crescente importanza nel supporto delle lotte antiautoritarie in Russia. Appena prima e a seguito dello scoppio del conflitto Russo-Ucraino, le attività del gruppo si sono dedicate principalmente al supporto di chi ha manifestato il dissenso contro il conflitto e subito la conseguente repressione statale: arresti a pioggia, multe e incarcerazioni sono state e sono tutt'ora un grosso ostacolo per l'espressione di una posizione antimperialista e antimilitarista all'interno del paese.\r\n\r\nUn podcast che cerca di inquadrare in particolare come si è composto il movimento in Russia attorno all'inizio del conflitto, qual è stato il ruolo immediato della Croce Nera Anarchica quali sono state e quali sono tutt'ora le modalità di espressione del dissenso e quali gli strumenti repressivi utilizzati dal governo. In seguito, esploriamo meglio il fenomeno e lo strumento della \u003Cmark>diserzione\u003C/mark>: quanto è diffuso e quanto è praticabile, a fronte dei cambiamenti a livello legislativo che lo stato russo ha imposto. Infine, la repressione interna: quante persone sono al momento state colpite e con che modalità, come agisce la Croce Nera Anarchica per sostenerle e cosa si può fare in chiave di lotta internazionalista.\r\n\r\nQui di seguito, l'intervista ai nostri microfoni!\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/abc_moscow.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nAlcuni link per approfondire, seguire le lotte e le attività di solidarietà anticarceraria della Croce Nera Anarchica di Mosca, e di altri movimenti antiautoritari contro la guerra.\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/abcmoscow/\r\n\r\nhttps://libcom.org/tags/abc-moscow\r\n\r\nhttps://wiki.avtonom.org/en/index.php/Anarchist_Black_Cross_Moscow",[66,68,71],{"matched_tokens":67,"snippet":26},[],{"matched_tokens":69,"snippet":70},[14],"\u003Cmark>diserzione\u003C/mark>",{"matched_tokens":72,"snippet":12},[],[74,77],{"field":75,"matched_tokens":76,"snippet":63,"value":64},"post_content",[62],{"field":27,"indices":78,"matched_tokens":79,"snippets":81},[11],[80],[14],[70],1155199534322679800,{"best_field_score":84,"best_field_weight":85,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":41,"score":86,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":87},"1112319197184",14,"1155199534322679922",4,{"document":89,"highlight":111,"highlights":116,"text_match":82,"text_match_info":119},{"cat_link":90,"category":92,"comment_count":41,"id":94,"is_sticky":41,"permalink":95,"post_author":96,"post_content":97,"post_date":98,"post_excerpt":47,"post_id":94,"post_modified":99,"post_thumbnail":100,"post_thumbnail_html":101,"post_title":102,"post_type":52,"sort_by_date":103,"tag_links":104,"tags":110},[91],"http://radioblackout.org/category/notizie/",[93],"Blackout Inside","79334","http://radioblackout.org/2023/01/chimica-e-rivolta-al-casal-del-marmo-di-roma/","ricongiunzioni","I sentieri per la francia sono pieni di scarti di buste di gaviscon. Chi esce in qualche modo da un CPR, dal carcere, o scappa da una delle tante comunità o appartamenti delle cooperative, spesso ha bruciori di stomaco lancinanti provocati dalle dosi massicce di antidepressivi che si porta dietro. Alle volte capita che a qualcuno venga un attacco epilettico mentre attraversa la frontiera. Sono gli effetti collaterali di una brusca interruzione del rivotril, ansiolitico antiepilettico anche detto “eroina dei poveri”[1], somministrato in dosi massicce in tutti i luoghi di reclusione, e spacciato fuori vicino alle stazioni. Ieri 11 Gennaio 2023 al carcere minorile Casal del Marmo di Roma è scoppiata una rivolta e sono andati a fuoco alcuni materassi perché non arrivavano gli ansiolitici della sera[2]. Non ce la facevano più e sono scoppiati, dei ragazzini di 15 anni. Come si dice quando una persona spacca tutto perché non trova una sostanza? Dipendenza, tossicità. Ma tossico è soprattutto lo stato che sceglie di creare decine di migliaia di ragazzi e ragazze dipendenti, che crea marginalità come aveva fatto con l’eroina di stato negli anni 70. Le carceri statali sono una “fabbirca di tossicodipendenza”[3]. Gli stessi medici che lavorano in carcere testimoniano la “responsabilità epidemiologica e la problematica restituzione alla società, a fine pena, di centinaia di soggetti in difficoltà nella gestione di forme di dipendenza problematiche”[4]. Allargando lo sguardo, negli ultimi anni in gran parte degli stati industrializzati, la percentuale delle persone con una diagnosi psichiatrica in cura a carico dei sistemi sanitari è sempre più risicata, mentre sale invece la percentuale di problematiche psichiatriche in persone rinchiuse in carcere. Questo può voler dire più cose: l’inefficacia dei sistemi di cura pubblici e privati da una parte, la rinnovata tensione a custodire e reprimere la follia e la sragione, il cambiamento della popolazione carceraria e delle storie personali che attraversano il carcere, l’utilizzo di diagnosi e contenzione chimica sempre più frequente e massiccio nelle galere.\r\n\r\nIl 43% dei detenuti assume sedativi o ipnotici, mentre il 20% risulta assumere regolarmente stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi. Le percentuali schizzano nei cpr[5] dove per contenere il rischio suicidario dei tranquillanti minori si prescrivono insieme gli antidepressivi. Poi c’è il metadone e il subutex per chi una dipendenza già ce l’aveva quando è entrato/a. I farmaci a volte possono salvarti la pelle ma sono sempre e solo l’inizio di un percorso, nelle carceri davanti non hai niente verso cui andare, nel tempo e nello spazio. Nessun futuro in un non-luogo di una soggettività negata. La farmacologia diventa in questo contesto culturale e di rapporti di forza camicia di forza chimica e i manicomi si ricreano in carcere, un po’ come una volta le carceri si ricreavano in manicomio con gli ergastoli bianchi e le sbarre. Non è un caso dunque se i movimenti antipsichiatrici si occupano sempre più spesso di carcere[6][7], che comunque è un esperienza che accomuna gran parte della popolazione psichiatrica in carico ad altri istituti non penali: SPDC, SERT e carcere hanno le porte scorrevoli tra loro. È importante che lo facciano, che i compagni parlino di psichiatria in carcere, perché altrimenti la retorica “neomanicomiale” e la cosiddetta “emergenza psichiatrica” vengono utilizzate dai sindacati di polizia e dal DAP per ottenere trasferimenti dei detenuti, più potere nel governo delle carceri e nuove risorse per la repressione della vita privata della libertà.\r\n\r\nDa ieri, dopo questo fortuito sabotaggio dovuto a un ritardo nella consegna dei farmaci, è palese ed autoevidente a cosa serve la psichiatria in carcere: a sedare le rivolte, perchè senza pasticche o gocce le gabbie non sarebbero sostenibili per una popolazione carceraria che è cambiata, che “il carcere non lo sa fare”, che fuori non ha nessuno che aspetta, che chiede con disperazione e insistenza talvolta violenta di chiudere gli occhi almeno di notte, che senza non si dorme, di morire almeno per un attimo, il tempo che dura l’effetto dello xanax. Il dolore vivo che celano le carceri nelle loro varie forme va anestetizzato, legato, ucciso. Nessuna cura è possibile in un luogo nato per provocare dolore. Sedare, reprimere, addormentare e fare in modo che i prigionieri e le prigioniere non si suicidino. Quest’ultimo è il mandato che riesce meno e che ha sulla coscienza ha 83 suicidi nel 2022, a cui andrebbero aggiunti tutti quei decessi causati dagli effetti collaterali degli psicofarmaci, come è successo a Isabella, morta a Pozzuoli in seguito alle crisi respiratorie causate dagli psicofarmaci[8]. In breve la psichiatria serve a gestire, con gravi danni di salute, tutte quelle situazioni che sfuggono al auto-controllo e all’amministrazione della premialità e della pena individualizzata[9]. 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\r\n\r\n\r\n\r\nIn occasione della tattoo circus 2025 che vedeva tra gli ospiti Daniel Pont uno dei membri fondatori della Copel (Coordinadora de los Presos en Lucha), abbiamo intervistato Alex Paya, co-regista del cortometraggio \"Pocos, Buenos y Seguros. Asì empezò la revuelta de los presos sociales\" (Pochi, buoni e sicuri. così cominciò la rivolta dei detenuti sociali), cortometraggio che racconta parte di dei fatti che accaddero nel carcere di Caravanchel a Madrid, a poco tempo dalla morte di Franco, e che portarono proprio alla nascita della COPEL, l'organizzazione di detenuti sociali che rivendicò miglioramenti concreti nelle carceri, una amnistia totale anche per i detenuti comuni e l'abbattimento delle leggi e delle strutture legate al franchismo. Il movimento si diffuse in tutto il paese, portò a forti proteste, una cinquantina di rivolte, evasioni di massa e alla successiva spietata repressione con isolamento e trasferimenti.\r\n\r\nQui potete ascoltare tutta l'intervista:\r\n\r\nintervista con alex payà regista de \"buenos, pocos y seguros\"\r\n\r\nA proposito di trasferimenti punitivi e per approfondire sulla storia passata e presente del sistema carcerario e della tortura all'interno delle prigioni dello stato spagnolo in genere, trovate qui il link all'intervista a un compagno di Bilbao su Fies e dispersione carceraria fatta in occasione della staffetta radiofonica anticarceraria contro il 41bis del 22 aprile 2023:\r\n\r\nradioblackout.org/podcast/le-interviste-rauche-di-radio-bizarre-parliamo-con-un-compagno-basco-su-fies-e-dispersione-carceraria-nello-stato-spagnolo/\r\n\r\n \r\n\r\nAlex Payà è tra i fondatori e membri della casa di produzione indipendente empatik films (empatikfilms.com) che ha all'attivo anche un documentario molto potente e completo sulla tortura agita delle forze di polizia in strada, nelle caserme e nelle carceri e della totale impunità di cui godono i responsabili.\r\n\r\nQui potete trovare la descrizione e il link youtube al film dove troverete anche i sottotitoli in italiano: empatikfilms.com/la-cifra-negra/\r\n\r\nPocos Buenos y Seguros, è disponibile anche su youtube dove a brevissimo ci saranno anche i sottotitoli in italiano e dove troverete anche un \"making of\" e la colonna sonora completa:\r\n\r\nwww.youtube.com/results?sp=mAEB&search_query=pocos+buenos+y+seguros+cortometraje+banda+sonora\r\n\r\n \r\n\r\n ","30 Marzo 2025","2025-03-30 03:10:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/pocos-buenos-y-podcast-200x110.png","LE INTERVISTE RAUCHE DI RADIO BIZARRE: INTERVISTA CON ALES PAYES REGISTA DI \"POCOS, BUENOS Y SEGUROS\"",1743299811,[232,173,233,234,235,236,237],"http://radioblackout.org/tag/alex-paya/","http://radioblackout.org/tag/cinema/","http://radioblackout.org/tag/copel/","http://radioblackout.org/tag/empatik-films/","http://radioblackout.org/tag/intervista/","http://radioblackout.org/tag/radio-bizarre/",[145,137,239,141,149,240,147],"cinema","intervista",{"post_content":242},{"matched_tokens":243,"snippet":244,"value":245},[182,62],"di Bilbao su Fies e \u003Cmark>dispersione\u003C/mark> \u003Cmark>carceraria\u003C/mark> fatta in occasione della staffetta"," \r\n\r\n\r\n\r\nIn occasione della tattoo circus 2025 che vedeva tra gli ospiti Daniel Pont uno dei membri fondatori della Copel (Coordinadora de los Presos en Lucha), abbiamo intervistato Alex Paya, co-regista del cortometraggio \"Pocos, Buenos y Seguros. Asì empezò la revuelta de los presos sociales\" (Pochi, buoni e sicuri. così cominciò la rivolta dei detenuti sociali), cortometraggio che racconta parte di dei fatti che accaddero nel carcere di Caravanchel a Madrid, a poco tempo dalla morte di Franco, e che portarono proprio alla nascita della COPEL, l'organizzazione di detenuti sociali che rivendicò miglioramenti concreti nelle carceri, una amnistia totale anche per i detenuti comuni e l'abbattimento delle leggi e delle strutture legate al franchismo. 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