","\"Incoraggiare ed esigere\": inferno tedesco e precarietà del lavoro in Italia","post",1506165989,[62,63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/disuguaglianza/","http://radioblackout.org/tag/germania/","http://radioblackout.org/tag/harz/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/precarieta/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/",[70,71,72,73,74,75,76],"disuguaglianza","germania","harz","italia","lavoro","precarietà","sfruttamento",{"tags":78},[79,82,84,86,88,90,92],{"matched_tokens":80,"snippet":81},[70],"\u003Cmark>disuguaglianza\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":71},[],{"matched_tokens":85,"snippet":72},[],{"matched_tokens":87,"snippet":73},[],{"matched_tokens":89,"snippet":74},[],{"matched_tokens":91,"snippet":75},[],{"matched_tokens":93,"snippet":76},[],[95],{"field":36,"indices":96,"matched_tokens":97,"snippets":99},[48],[98],[70],[81],578730123365712000,{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":104,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711977",{"document":106,"highlight":126,"highlights":131,"text_match":135,"text_match_info":136},{"cat_link":107,"category":108,"comment_count":48,"id":109,"is_sticky":48,"permalink":110,"post_author":51,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":54,"post_id":109,"post_modified":113,"post_thumbnail":114,"post_thumbnail_html":115,"post_title":116,"post_type":59,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":122},[45],[47],"86765","http://radioblackout.org/2024/01/disuguaglianza-sistematica-autonomia-differenziata-e-squilibri-territoriali/","Con 110 voti favorevoli, il Senato ha dato il via libera all'attuazione del DDL Calderoli, l'esito di un processo iniziato nel 2001 con la riforma del titolo V della Costituzione. Ne abbiamo parlato con Alessandra Algostino, docente di Diritto Costituzionale all'Università degli Studi di Torino, di cui riprendiamo un inciso da un suo articolo uscito recentemente sul Manifesto\r\n\r\n\"In coerenza con l’istituzionalizzazione della diseguaglianza veicolata dall’autonomia differenziata, apre ad un trasferimento ampio di materie, in una cornice che, con il riferimento alla spesa storica, tende a fotografare e riprodurre le sperequazioni nella concretizzazione dei diritti. 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Dei 28 imputati i 1o accusati di associazione a delinquere sono stati assolti con la formula «perché il fatto non sussiste», mentre i 18 accusati di reati singoli vedono condanne fortemente ridotte rispetto a quanto richiesto dall'accusa.\r\n\r\nSi sfalda con questa sentenza la macchina del fango costruita negli ultimi due anni nelle stanze di una giustizia \"dei ricchi e dei potenti\", \"una giustizia finalizzata a garantire lo status quo, atta ad alimentare la disuguaglianza sociale, tutelando gli interessi borghesi pronti a volersi riprodurre sulla pelle di chi non ha gli stessi privilegi\".\r\n\r\nCrolla come un castello di carte il tentativo di screditare la lotta sociale ed in primis l'opposizione all'opera inutile Tav e così il tentativo di costruire un precedente repressivo che riporta alla lettura novecentesca delle varie forme di dissenso come mera criminalità. Ne esce, ancora una volta, vincitrice la lotta sociale o per meglio dire l'Associazione a resistere.\r\n\r\nIl commento ai nostri microfoni di Dana del Movimento NO Tav:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/DanaProcessoSovrano-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl commento ai nostri microfoni dell'avvocato difensore Valentina Colletta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/2025_04_01_2025.04.01-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","1 Aprile 2025","2025-04-02 17:32:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/signal-2025-04-01-123045_018-e1743514375962-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"175\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/signal-2025-04-01-123045_018-e1743514375962-300x175.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/signal-2025-04-01-123045_018-e1743514375962-300x175.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/signal-2025-04-01-123045_018-e1743514375962-1024x596.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/signal-2025-04-01-123045_018-e1743514375962-768x447.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/signal-2025-04-01-123045_018-e1743514375962-1536x894.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/signal-2025-04-01-123045_018-e1743514375962.jpeg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Processo sovrano: cadono le accuse di associazione a delinquere",1743523874,[154,155,156,157,158],"http://radioblackout.org/tag/askatasuna/","http://radioblackout.org/tag/associazione-a-resistere/","http://radioblackout.org/tag/primo-grado/","http://radioblackout.org/tag/proesso-sovrano/","http://radioblackout.org/tag/spazio-popolare-neruda/",[160,161,162,163,164],"Askatasuna","associazione a resistere","primo grado","Proesso Sovrano","spazio popolare neruda",{"post_content":166},{"matched_tokens":167,"snippet":168,"value":169},[70],"quo, atta ad alimentare la \u003Cmark>disuguaglianza\u003C/mark> sociale, tutelando gli interessi borghesi","Con l'udienza del 31 Marzo cade ufficilmente l'accusa di associazione a Delinquere.\r\n\r\nIn questa data si è tenuto il primo grado del Processo Sovrano ai danni di 28 militati dello Spazio Popolare Neruda, Centro Sociale Askatasuna e Movimento No Tav, nel quale i pm Pedrotta e Gatti, coadiuvati dal capo della DIGOS Ambra, avevano redatto il teorema della regia interna alla lotta con finalità simil-mafiose.\r\n\r\nIl collegio dei ministri sancisce che non esiste alcun sodalizio di siffatta natura e decreta che dei 6,7 milioni di risarcimento tra Telt e magistratura ne sono dovuti solo 500 euro di danni effettivi. 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Una presidenza che si prevede di continuità dopo i sei anni di governo di Amlo che ha un bilancio contradditorio poichè continua la violenza in Messico che vede protagonisti i cartelli del narcotraffico causata anche dai tanti conflitti per la terra non risolti, frutto di una storica disuguaglianza nella distribuzione della richezza. I femminicidi non si fermano ,i progetti neoliberali colpiscono il territorio indigeno ,la polizia e la guardia nazionale sono conniventi con i gruppi criminali e si accaniscono contro i migranti .Il problema dei flussi migratori al confine con gli U.S.A. non è stato praticamente trattatto durante la campagna elettorale mentre rimane un tema estremamente spinoso che la nuova presidente dovrà affrontare con l'amministrazione americana . Claudia Sheinbaum è una figura rassicurante per i mercati mentre Lopez Obrador cerca di contendere a Lula la leadership riformista in America Latina per riaffermare la centralità del Messico nella geopolitica latinoamericana.\r\n\r\nNe parliamo con Diego Battistessa :\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/info-03062024-battistessa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","3 Giugno 2024","ELEZIONI IN MESSICO VINCE CLAUDIA SHEINBAUM ","2024-06-03 17:31:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/MESSICO-ELEZIONI-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"182\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/MESSICO-ELEZIONI-300x182.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/MESSICO-ELEZIONI-300x182.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/MESSICO-ELEZIONI-1024x622.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/MESSICO-ELEZIONI-768x467.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/MESSICO-ELEZIONI-1536x933.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/MESSICO-ELEZIONI.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","MESSICO PER LA PRIMA VOLTA UNA DONNA PRESIDENTE MA VINCE LA CONTINUITA' .",1717435896,[191,192,193,194],"http://radioblackout.org/tag/amlo/","http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/messico/","http://radioblackout.org/tag/sheinbaum/",[196,197,198,199],"amlo","elezioni","messico","SHEINBAUM",{"post_content":201},{"matched_tokens":202,"snippet":203,"value":204},[70],"risolti, frutto di una storica \u003Cmark>disuguaglianza\u003C/mark> nella distribuzione della richezza. 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Questa esclusione delle voci africane nella sua iniziativa e formulazione ,continuano nella lettera, non riflette solo un’opportunità mancata, ma anche la continuazione di modelli storici in cui le decisioni che incidono sull’Africa vengono prese senza l’Africa. Questa non è solo una svista; è un rafforzamento della disuguaglianza che collettivamente abbiamo il potere – e la responsabilità – di correggere.\r\n\r\nNe parliamo con Cristiano Maugeri di Actionaid.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-200124-SUMMIT-ITALIA-AFRICA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","29 Gennaio 2024","il Piano Mattei viene presentato oggi in pompa magna ,ma la società civile africana lo critica duramente svelandone le contraddizioni.","2024-01-29 16:02:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-290124-SUMMIT-ITALIA-AFRICA-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"253\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-290124-SUMMIT-ITALIA-AFRICA-300x253.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-290124-SUMMIT-ITALIA-AFRICA-300x253.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-290124-SUMMIT-ITALIA-AFRICA.jpg 474w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","PIANO MATTEI QUESTO SCONOSCIUTO.",1706544150,[224,225,226],"http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/piano-mattei/",[228,229,230],"Africa","ENI","piano mattei",{"post_content":232},{"matched_tokens":233,"snippet":234,"value":235},[70],"perpetuando anche un ciclo di \u003Cmark>disuguaglianza\u003C/mark> che ostacola il progresso del","Si apre oggi, il summit Italia – Africa dal titolo “Un ponte per crescere assieme”, occasione nella quale sarà presentato il fantomatico \"Piano Mattei\" .Intanto 80 organizzazioni africane hanno scritto al Presidente della Repubblica, alla Presidente del Consiglio ed al Ministro degli Esteri, esprimendo grande preoccupazione riguardo al “Piano Mattei”. \r\n\r\nIl piano viene definito dalle organizzazione della società civile africana escludente verso le prospettive e i bisogni africani minando lo spirito di rispetto reciproco e di collaborazione, ma perpetuando anche un ciclo di \u003Cmark>disuguaglianza\u003C/mark> che ostacola il progresso del continente africano. 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Non solo per ribadire come il potere si materializzi sulle vite di sfruttati e sfruttabili, ma anche per sottolineare quali alleanze vogliamo ribadire, scoprire e valorizzare nel nostro bisogno di organizzarci contro un'esistenza invivibile e inaccettabile.\r\n\r\nIl momento storico in cui ci troviamo a vivere ci impone la necessità di ampliare lo sguardo sul fenomeno carcerario, legandolo non solo a un dispositivo fisico repressivo, ma capendo come la diluizione del sistema carcere al di fuoridelle patrie galere coinvolga inevitabilmente i diversi strati sociali e informi il tessuto sociale tutto. Il governo Meloni e le sue politiche, marcatamente classiste, razziste e securitarie, mostra una continuità a ritmo sostenuto, in rapporto con gli esecutivi precedenti nel creare supposti \"soggetti criminali\" enemici da cui difenderci. La tendenza è quella giustizialista che continua a materializzarsi nell'uso della decretazione d'urgenza, sia riguardo al fenomeno della cosiddetta \"devianza giovanile\" sia a quello della migrazione. Decreti che hanno il medesimo obiettivo politico: privazione della libertà personale e di movimento. Un vero e proprio strapotere penale, e carcerario, quello che si sta sviluppando oltre il perimetro dell'istituzione totale per eccellenza, dove a farne le spese sarà la parte più sfruttabile e ricattabile del tessuto sociale. Il mito collettivo, secondo cui la prigione protegge (da cosa esattamente?) e quindi sia un male necessario, non è altro che un mito utilizzato per giustificare, quando ancora ce ne sia bisogno, l’istituzione carcere in sé, luogo ove confinare la miseria e soffocare la protesta contro l'ordine stabilito e creare cittadini obbedienti. E questo mito è di sovente ancorato all'idea, quasi religiosa, del \"chi ha peccato deve pagare\". Ma invece è ovvio che le carceri, essendo per essenza strutture coercitive, non possono che avere come unico scopo la disciplina e la sicurezza. Questo controllo sociale totalizzante viene esercitato al di là delle mura del carcere, attraverso la paura che esso incute, ma anche per mezzo delle cosiddette pene alternative, ovvero ulteriori strumenti per aumentare la carcerazione diffusa. La prigione è il luogo di punizione per eccellenza, in cui la società capitalista neoliberale rinchiude coloro che dichiara dannosi, per contenere qualsiasi slancio di rivolta sociale e mantenere così al suo interno valori morali basati sulla disuguaglianza, sullo sfruttamento, sul rispetto dell'autorità e sulla sottomissione alla violenza dello Stato.\r\n\r\nLe rivolte, gli scioperi della fame, le lotte dei reclusi che caratterizzano la quotidianità delle carceri, sono l'evidenza di una rabbia irriformabile. Una rabbia relegata, dagli organi governamentali, a una totale silenziazione delle sue rivendicazioni, in cui si vuole privare di significato qualsiasi atto di protesta con la conseguente invisibillazione delle condizioni detentive.Le parole del ministro della Giustizia Nordio, in visita al carcere Lorusso e Cotugno, lo scorso mese in risposta alla morte di due detenute, non fanno altro che speculare sull'accaduto e portare avanti i calcoli politici di governo, di fronte all'evidenza strutturale che il carcere uccide. Lo scopo delle istituzioni penitenziarie è dunque chiaro: controllare, monitorare, punire, uccidere, poiché la necropolitica è parte integrante della logica carceraria.\r\n\r\nEssa si basa sul fare della violenza-tortura-morte uno strumento di controllo e deterrenza per gli internati, verso il mondo dei liberi e in particolare verso quegli strati del tessuto sociale che, in diverse forme, escono dagli schemi costruiti attorno ad essi. Grazie allo sciopero della fame di 181 giorni portato avanti da Alfredo Cospito e alla mobilitazione contro il 41bis e l'ergastolo ostativo al suo fianco, è oggi forse maggiormente noto come lo stato utilizzi la tortura, annientando psico-fisicamente le persone detenute nelle carceri per estorcere informazioni, richiedere il pentimento o la dissociazione. Questi sono i meccanismi brutali di cui si avvalgono le istituzioni per il re-inquadramento di massa della società tutta.\r\n\r\nQuando il sistema carcerario esplica la sua funzione violenta e mortifera, l'opinione pubblica tende a polarizzarsi in due correnti non dualistiche tra di loro: da una parte si consolida l'approccio giustizialista, dove si criminalizza e si condanna alla responsabilità individuale dell'espiazione della colpa, discorso accettato da un ampia fetta della società. Dall'altra, invece, il paradigma garantista, abbandonate le proprie velleità di assicurazione dello stato di diritto - come il principio di proporzionalità e funzione rieducativa della pena - si riduce alla mera richiesta di più controllo e sorveglianza negli istituti penitenziari, tramite l'assunzione massiccia di guardie, militari e personale sanitario. Nello specifico i sindacati di polizia avanzano rivendicazioni bastate sulla richiesta di più organico con l'obbiettivo di aumentare la loro capacità di coercizione e violenza nei confronti dex detenutx,soprattutto dex rivoltosx.\r\n\r\nEntrambi gli approcci danno voce quindi ad un unicum securitario. Un discorso che nel suo complesso va smascherato. La violenza statale si perpetua nell'ordine carcerario anche attraverso il sovraffollamento, la mancanza di cure sanitarie e i pestaggi della polizia. Pensare di riformare le carceri non è un'orizzonte politico desiderabile perché non può esserci una vera emancipazione senza la distruzione totale dei luoghi di reclusione e della società che li necessita.\r\nCONTRO IL CARCERE E LA SOCIETÀ CHE NE HA BISOGNO: rendiamo tangibile la solidarietà a chi resiste e lotta contro la violenza quotidiana della detenzione, attraversando le strade di Vallette per arrivare fino alle mura del carcere Lorusso Cotugno.\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","8 Novembre 2023","2023-11-09 01:01:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a-722x1024.jpg 722w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a-768x1089.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a-1083x1536.jpg 1083w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a.jpg 1128w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Corteo contro il carcere",1699487249,[254,255,256],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[258,259,18],"carcere","corteo",{"post_content":261},{"matched_tokens":262,"snippet":263,"value":264},[70],"interno valori morali basati sulla \u003Cmark>disuguaglianza\u003C/mark>, sullo sfruttamento, sul rispetto dell'autorità","CORTEO CONTRO IL CARCERE\r\nE LA SOCIETA CHE NE HA BISOGNO\r\nSabato 11 novembre\r\ndalle ore 15\r\nangolo tra via Val della torre e corso Cincinnato (Torino)\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQui l'intervista con una compagna, mentre di seguito il testo di lancio del corteo:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/CorteoCarcere.081123.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMentre non si riesce più a contare il numero di gente massacrata e la cui vita è in scacco per via di necessità e imperativi di guerra che bussano alle porte di questa Europa apparentemente prossima al collasso sia economico che ecologico; mentre i giornali imperversano in una retorica schiacciante in cui terrorista è nominato colui che lotta, si organizza e risponde - colpo su colpo - alla violenza degli Stati, alla violenza delle colonie e all’ingiustizia strutturale dei sistemi differenziati del capitalismo neo-liberale (ossia la produzione, da parte del capitalismo, di categorie di persone sfruttabili, ricattabili e reprimibili a seconda delle sue necessità); mentre tutto questo succede, il carcere - essenza materiale e simbolica, della dirompenza del sistema di controllo, punizione e messa a valore delle classi oppresse - diventa un nodo centrale contro cui lottare. 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La tendenza è quella giustizialista che continua a materializzarsi nell'uso della decretazione d'urgenza, sia riguardo al fenomeno della cosiddetta \"devianza giovanile\" sia a quello della migrazione. Decreti che hanno il medesimo obiettivo politico: privazione della libertà personale e di movimento. Un vero e proprio strapotere penale, e carcerario, quello che si sta sviluppando oltre il perimetro dell'istituzione totale per eccellenza, dove a farne le spese sarà la parte più sfruttabile e ricattabile del tessuto sociale. Il mito collettivo, secondo cui la prigione protegge (da cosa esattamente?) e quindi sia un male necessario, non è altro che un mito utilizzato per giustificare, quando ancora ce ne sia bisogno, l’istituzione carcere in sé, luogo ove confinare la miseria e soffocare la protesta contro l'ordine stabilito e creare cittadini obbedienti. E questo mito è di sovente ancorato all'idea, quasi religiosa, del \"chi ha peccato deve pagare\". Ma invece è ovvio che le carceri, essendo per essenza strutture coercitive, non possono che avere come unico scopo la disciplina e la sicurezza. Questo controllo sociale totalizzante viene esercitato al di là delle mura del carcere, attraverso la paura che esso incute, ma anche per mezzo delle cosiddette pene alternative, ovvero ulteriori strumenti per aumentare la carcerazione diffusa. La prigione è il luogo di punizione per eccellenza, in cui la società capitalista neoliberale rinchiude coloro che dichiara dannosi, per contenere qualsiasi slancio di rivolta sociale e mantenere così al suo interno valori morali basati sulla \u003Cmark>disuguaglianza\u003C/mark>, sullo sfruttamento, sul rispetto dell'autorità e sulla sottomissione alla violenza dello Stato.\r\n\r\nLe rivolte, gli scioperi della fame, le lotte dei reclusi che caratterizzano la quotidianità delle carceri, sono l'evidenza di una rabbia irriformabile. 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Il primo è ampiamente pubblicizzato, del secondo si parla poco e male.\r\n\r\nIl trionfo della meritocrazia?\r\nSuadente e accattivante, la parola meritocrazia pervade ormai ogni discorso. Ripetuta come un mantra salvifico in ogni contesto sociale e professionale, oggi appare come l'unica opzione che possa affrancarci dal clientelismo e dalle sue disastrose conseguenze. Ma davvero il merito (termine quanto mai ambiguo) e l'ossessione valutativa che comporta ci offrono una via d'uscita? Nient'affatto, risponde Codello, perché la visione meritocratica è non solo irrealizzabile, in quanto basata su premesse false (la parità delle condizioni di partenza), ma anche indesiderabile, in quanto trasforma la disuguaglianza da fatto sociale a dato naturale. L'idea di fondo è infatti che ognuno di noi – chi ce la fa e chi non ce la fa – occupi nella piramide sociale il posto che «si merita»: un riconoscimento inappellabile e interiorizzato che porta i «vincenti» a ritenere giustificato il proprio potere e i «perdenti» ad accettare la propria discriminazione. L'idea meritocratica si configura dunque come il trionfo del «governo dei migliori» da un lato e della «servitù volontaria» dall'altro. In definitiva, una sofisticata riproposizione del principio di disuguaglianza.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Codello, autore di “L’illusione meritocratica” appena uscito per i tipi di Eleuthera\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 2 marzo\r\nVia i militari!\r\nPer una Barriera libera e solidale!\r\nore 14,30\r\ncorso Palermo angolo via Sesia\r\nPresidio Antimilitarista\r\nore 16\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nIl canzoniere di Alba, chiacchiere e socialità\r\nIn Barriera si moltiplicano gli sfratti\r\nIl lavoro, quando c'è, è precario, pericoloso, malpagato\r\nLa salute è ormai un lusso per pochi\r\nLa sicurezza è casa, reddito, sanità per tutte e tutti, non soldati per per le strade!\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nDecolonialità e internazionalismo\r\nVerso un’idea non nazionalista della decolonialità\r\nIl concetto di decolonialità è molto citato negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di questa idea che la separi da nazionalismi, comunitarismi e approcci basati su una prospettiva unica (piuttosto che su intersezioni) che rischiano di farla diventare una concezione escludente quando non lo è. È importante ricordare che, come elaborata originariamente dal collettivo Modernità-Colonialità-Decolonialità (MCD) e poi arricchita dai contributi del femminismo indigeno, degli studi sul pluriverso e delle epistemologie del Sud per non citare che alcuni dei principali ambiti di discussione, la decolonialità mira a superare i limiti di precedenti approcci.\r\nSi tratta in particolare del culturalismo dei Postcolonial Studies, che si sono spesso limitati a critiche della colonialità che restavano limitate a un’analisi del discorso e confinate in ambiti accademici, e dell’economicismo di teorie quali lo sviluppo ineguale o il sistema mondo, incapaci di includere quello che gli approcci decoloniali chiamano la ‘decolonizzazione epistemica’. 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Con il riaccendersi della terribile guerra in Medio Oriente, l’aprirsi del conflitto nel Mar Rosso, il moltiplicarsi degli attacchi turchi in Rojava, le tensioni per Taiwan, il perdurare dei conflitti per il controllo delle risorse nel continente africano, il rischio di una guerra, anche nucleare, su scala planetaria è una possibilità reale.\r\nOpporsi concretamente è un’urgenza ineludibile.\r\nProviamo a capire quali siano le faglie lungo le quali si sta giocando un risico mortale per tutto il pianeta\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nAlways on the move?\r\nEra la capitale dell’auto. L’industria automobilistica era indicata tra le eccellenze cittadine nei cartelli di ingresso alla città.\r\nOggi Torino è attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città vetrina e la città delle armi. Il primo è ampiamente pubblicizzato, del secondo si parla poco e male.\r\n\r\nIl trionfo della meritocrazia?\r\nSuadente e accattivante, la parola meritocrazia pervade ormai ogni discorso. Ripetuta come un mantra salvifico in ogni contesto sociale e professionale, oggi appare come l'unica opzione che possa affrancarci dal clientelismo e dalle sue disastrose conseguenze. Ma davvero il merito (termine quanto mai ambiguo) e l'ossessione valutativa che comporta ci offrono una via d'uscita? Nient'affatto, risponde Codello, perché la visione meritocratica è non solo irrealizzabile, in quanto basata su premesse false (la parità delle condizioni di partenza), ma anche indesiderabile, in quanto trasforma la \u003Cmark>disuguaglianza\u003C/mark> da fatto sociale a dato naturale. 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In definitiva, una sofisticata riproposizione del principio di \u003Cmark>disuguaglianza\u003C/mark>.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Codello, autore di “L’illusione meritocratica” appena uscito per i tipi di Eleuthera\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 2 marzo\r\nVia i militari!\r\nPer una Barriera libera e solidale!\r\nore 14,30\r\ncorso Palermo angolo via Sesia\r\nPresidio Antimilitarista\r\nore 16\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nIl canzoniere di Alba, chiacchiere e socialità\r\nIn Barriera si moltiplicano gli sfratti\r\nIl lavoro, quando c'è, è precario, pericoloso, malpagato\r\nLa salute è ormai un lusso per pochi\r\nLa sicurezza è casa, reddito, sanità per tutte e tutti, non soldati per per le strade!\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nDecolonialità e internazionalismo\r\nVerso un’idea non nazionalista della decolonialità\r\nIl concetto di decolonialità è molto citato negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di questa idea che la separi da nazionalismi, comunitarismi e approcci basati su una prospettiva unica (piuttosto che su intersezioni) che rischiano di farla diventare una concezione escludente quando non lo è. È importante ricordare che, come elaborata originariamente dal collettivo Modernità-Colonialità-Decolonialità (MCD) e poi arricchita dai contributi del femminismo indigeno, degli studi sul pluriverso e delle epistemologie del Sud per non citare che alcuni dei principali ambiti di discussione, la decolonialità mira a superare i limiti di precedenti approcci.\r\nSi tratta in particolare del culturalismo dei Postcolonial Studies, che si sono spesso limitati a critiche della colonialità che restavano limitate a un’analisi del discorso e confinate in ambiti accademici, e dell’economicismo di teorie quali lo sviluppo ineguale o il sistema mondo, incapaci di includere quello che gli approcci decoloniali chiamano la ‘decolonizzazione epistemica’. In questo senso, i punti qualificanti della decolonialità sono la necessità di non limitarsi alla pura teoria per connettersi alle lotte e situazioni reali, di riscoprire modi di pensare al di fuori delle tradizioni intellettuali europee e di costruire ponti di solidarietà militanti attraverso diverse culture e assi di intervento.\r\nSulla base di questo discorso introduttivo, e di alcuni casi empirici sudamericani di interazione tra gruppi anarchici e comunità indigene e afrodiscendenti, si discuteranno le basi di un progetto anarchico di decolonialità, basato sul fatto che la tradizione anarchica e molte delle comunità sopracitate condividono punti chiave quali la prassi organizzativa orizzontale, l’azione diretta e l’idea di territorio come relazione sociale piuttosto che come area delimitata da confini “sovrani”. Esse condividono inoltre critiche delle principali pratiche autoritarie che hanno caratterizzato la Sinistra europea ed eurocentrica, quali il concetto di avanguardia politica, quello di intellettuale organico (di solito maschio e bianco) chiamato a “guidare” le lotte, l’idea della rivoluzione come mera presa del potere politico e quella della decolonizzazione o “liberazione nazionale” come mera costruzione di un nuovo Stato.\r\nIn una singola definizione, anarchismo e “lotta afro-indigena” condividono il principio della coerenza tra la teoria e la prassi, che dovrebbe ispirare il più vasto campo della decolonialità.\r\nInterverrà Federico Ferretti, geografo, docente all'università di Bologna.\r\n\r\nSabato 23 marzo\r\nore 15 giardinetti tra corso Giulio Cesare e via Montanaro\r\nAssemblea di quartiere\r\nIl vero degrado è perdere la casa\r\nCon Filippo Borreani, sociologo e Prendocasa\r\npoi musica, poesia, socialità\r\n(organizza oltredora antifascista)\r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nLa donna più pericolosa d'America\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo curatrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia che Emma Goldman scrisse nel 1934.\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[334],{"field":172,"matched_tokens":335,"snippet":331,"value":332},[70],{"best_field_score":137,"best_field_weight":40,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":175,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},{"document":338,"highlight":353,"highlights":358,"text_match":135,"text_match_info":361},{"comment_count":48,"id":339,"is_sticky":48,"permalink":340,"podcastfilter":341,"post_author":342,"post_content":343,"post_date":344,"post_excerpt":54,"post_id":339,"post_modified":345,"post_thumbnail":346,"post_title":347,"post_type":324,"sort_by_date":348,"tag_links":349,"tags":352},"86908","http://radioblackout.org/podcast/23-11-23-stagione-di-caccia/",[280],"outsidermusic","STAGIONE DI CACCIA ?\r\nDISCOVER BEHIND THE SCENES ?\r\n✅8 tracks played live\r\n✅Divergent soundscapes\r\n✅ Sampling Slaughterhouse\r\n✅ Feat. @francescoo_carella\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Arsider-2023_11_23-stagione-di-caccia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nL’evoluzione sociale e individuale, modellata dalla modernità, sembra essersi distorta, dando origine a competizione disperata, disuguaglianza e alienazione. In questo scenario, alcuni individui sono spinti a reazioni brutali, trasformando la società in uno spaventoso terreno di caccia. La competizione diventa una corsa senza fine, la disuguaglianza si trasforma in un abisso senza fondo e l’alienazione genera una violenza che lentamente erode la nostra umanità.\r\n\r\nNel mattatoio della modernità, Arsider ha disossato e sezionato la realtà danzando sul filo spinato con competizione e alienazione.\r\n\r\nLa nostra esperienza musicale collettiva ha trasformato il nostro modo di produrre musica come eravamo nel salume della disumanizzazione, dove la disuguaglianza agisce come un tritatutto inesorabile, polverizzando speranze e connessioni sociali. In questo terreno di caccia, interpretando sia la preda che il predatore, eviscerando gli avanzi musicali del buon senso, con un raro tocco di compassione, spesso mascherato da una risata truce, abbiamo massacrato queste 8 tracce: il nostro scenario sonoro, ridotto a un assortimento di pezzi separati, è perduto nel gelo della distopia, come una salsiccia appesa in una cella frigorifera senza speranza.\r\n\r\n--------\r\nThe social and individual evolution, shaped by modernity, appears to have twisted itself, giving rise to desperate competition, inequality, and alienation. In this scenario, some individuals are impelled towards brutal reactions, transforming society into a frightening hunting ground. Competition becomes an endless race, inequality transforms into a bottomless abyss, and alienation generates a violence that slowly erodes our humanity.\r\n\r\nIn the slaughterhouse of modernity, arsider has deboned and dissected reality dancing on the razor wire with competition and alienation.\r\n\r\nOur collective musical experience has turned our way of producing music as we were into the charcuterie of dehumanization, where inequality acts as an unrelenting grinder, pulverizing hopes and social connections. On this hunting ground, playing both prey and predator, eviscerating common sense music leftovers, with a rare touch of compassion, often masked as a grim laughter we slaughtered these 8 tracks: Our sound scenario, reduced to an assortment of separate pieces, is lost in the frost of dystopia, like a sausage hanging in a hopeless refrigeration room.","2 Febbraio 2024","2024-02-02 10:10:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/ars_23_11_23_b-200x110.png","23/11/23 | STAGIONE DI CACCIA",1706868623,[350,351],"http://radioblackout.org/tag/piero-fassino/","http://radioblackout.org/tag/stagione-di-caccia/",[296,302],{"post_content":354},{"matched_tokens":355,"snippet":356,"value":357},[70],"dando origine a competizione disperata, \u003Cmark>disuguaglianza\u003C/mark> e alienazione. 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ascolto di diverse tracce, che dando informazioni riguardanti il nuovo lavoro del duo newyorkese.\r\n\r\nE ancora, abbiamo ascoltato nuove uscite dell' etichetta londinese “High Focus”, nuovo singolo di Ill Bill - Watch The City Burn ft. Lord Goat & Sabac Red di Non Phixion - Prodotto da DJ Skizz che anticpipa l'album solista di prossima uscita di ILL BILL \"La Bella Medusa\", nuovo album di PARIS dal titolo \"Safe Space Invader\"\r\nIn questa epoca di resa dei conti per la polizia americana, aumento dei casi di razzismo promosso dal presidente più incompetente nei tempi moderni e una pandemia globale che ha colpito tutti gli ambiti della vita come una volta la conoscevamo, le voci di dissenso nell'intrattenimento sono diventate più rilevanti di mai.\r\nEntra a Parigi, probabilmente uno degli artisti politicamente più schietti nella storia dell'hip-hop, con il suo ultimo album, Safe Space Invader. Completamente autoprodotto e senza guest features, Safe Space Invader è un brutale commento sulla vita dei neri nell'America del 2020, che tocca i temi della brutalità della polizia, del razzismo, della gentrificazione, della disuguaglianza economica e della cancellazione della cultura, tra gli altri.\r\nAbbiamo avuto un collegamento telefonico con Cenzi (Sang e Slang) che ci ha raccontato in breve l’esperienza fatta in questi anni con l’associazione “I polli di Pirro” nelle mura dell’ “Ex Carcere” di Apricena e la recente uscita della “Apricena Hip Hop Culture_Fanzine”.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLa rivista racconta tutto il percorso che l’organizzazione, I Polli di Pirro, ha fatto dal 2014 ad ora, promuovendo eventi volti al recupero ed al riutilizzo dell’area abbandonata dell’ex-Carcere, recap fotografico dettagliato, con scatti delle murate realizzate dai Writers, un' autoproduzione che racconta 6 anni di Jam in questo luogo che sa di magico.\r\n\r\nInoltre all’interno della rivista sono presenti anche due interessantissime interviste: una a Torbi, uno dei membri fondatori della Gargano Crew, e l’altra a Moe della ZSE.\r\n\r\nQuest’e’ From Inside!\r\n\r\nDj Nosci, Il Guercio e Zazza\r\n\r\n\r\n\r\n ","8 Ottobre 2020","2020-10-24 11:54:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/Logo-from-insaide-hd-200x110.jpg","FROM INSIDE 28.09-2020",1602115265,[],[],{"post_content":447},{"matched_tokens":448,"snippet":449,"value":450},[70],"del razzismo, della gentrificazione, della \u003Cmark>disuguaglianza\u003C/mark> economica e della cancellazione della","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/FROM-INSIDE-28.09.2020.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nFROM INSIDE DIRETTA 28.09.2020\r\n\r\n\r\nIn questa puntata abbiamo dato largo spazio all’ uscita del nuovo album dei Public Enemy dal titolo “What You gonna do when the grid goes down?” sia con l ascolto di diverse tracce, che dando informazioni riguardanti il nuovo lavoro del duo newyorkese.\r\n\r\nE ancora, abbiamo ascoltato nuove uscite dell' etichetta londinese “High Focus”, nuovo singolo di Ill Bill - Watch The City Burn ft. 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