","Maddalena chiede 9 anni e sei mesi per Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò",1450201110,[126,127,128,62,129,130],"http://radioblackout.org/tag/accusa-di-terrorismo/","http://radioblackout.org/tag/chiara-claudio-mattia-nicolo/","http://radioblackout.org/tag/marcello-maddalena/","http://radioblackout.org/tag/processo-dappello/","http://radioblackout.org/tag/processo-del-compressore/",[132,35,29,15,27,33],"accusa di terrorismo",{"post_content":134},{"matched_tokens":135,"snippet":136,"value":137},[76,77],"contro il cantiere e le \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark>, i blocchi delle strade e","Il giorno dopo l’anniversario della presa di Venaus, il 9 dicembre del 2013 quattro No Tav vennero arrestati con l’accusa di attentato con finalità di terrorismo, per un’azione di sabotaggio al cantiere del 14 maggio precedente. In quell’occasione venne danneggiato un compressore, presto riparato e rivenduto. Un’imputazione che ha sottratto alle loro vite, ai loro affetti, alle lotte Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. Qualche mese dopo è stata la volta di Francesco, Graziano e Lucio.\r\n\r\nLo scorso dicembre i quattro No Tav vennero assolti dall'accusa di attentato con finalità di terrorismo e condannati a tre anni e mezzo per danneggiamento e uso di armi da guerra.\r\nQualche mese dopo anche Francesco, Graziano e Lucio sono stati condannati a due anni e otto mesi per lo stesso episodio.\r\nLa democrazia reale ammette il dissenso, purché resti semplice opinione, mero esercizio di eloquenza, banale gioco di parola. Se il dissenso diviene attivo, se si fa azione diretta, se rischia di far saltare le regole di un gioco feroce, la democrazia reale mette in campo ogni arma per piegare, chi ne contesta le decisioni e, quindi, la stessa legittimità.\r\n\r\nLo fa con la leggerezza di chi sa che l’illusione democratica è tanto forte da coprire come una coltre di nubi scure un dispositivo che chiude i conti con ogni forma di opposizione che non si adatti al ruolo di mera testimonianza.\r\n\r\nL’accusa di terrorismo è stata smentita in corte d’assise e più volte in Cassazione, ma la Procura non demorde.\r\nAl processo d’appello controChiara, Claudio, Mattia e Nicolò il procuratore generale Marcello Maddalena continua a sostenerla.\r\n\r\nIl 27 giugno del 2014 vennero rese note le motivazioni della seconda sentenza della Cassazione.\r\nPochi giorni fa sono arrivate le motivazioni di un'ulteriore sentenza sfavorevole alla Procura torinese.\r\nSecondo i giudici ci sarebbe una “sproporzione” tra quanto avvenuto nella notte del 14 maggio al cantiere e la presunzione che un tale atto possa effettivamente indurre lo Stato a fare marcia indietro, cancellando il progetto della Torino Lyon.\r\nSul piano giudiziario quella sentenza ha dato un duro colpo alla Procura torinese.\r\nE’ probabile che l’impalcatura accusatoria contro i sette No Tav accusati di terrorismo non regga neppure in appello.\r\nMa la partita resta aperta.\r\n\r\nLe armi messe in campo dalla Procura sono affilate ed insidiose, perché chiunque si opponga concretamente ad una decisione dello Stato italiano o dell’Unione Europea rischia di incappare nell’accusa di terrorismo.\r\nUn giorno l’accusa di terrorismo potrebbe essere applicata a chiunque lotti contro le scelte non condivise, ma con il suggello della regalità imposto dallo Stato Italiano.\r\nIn altri termini: se di giorno o di notte, in tanti o in pochi, l’azione dei No Tav fosse tale da indurre lo Stato a fare marcia indietro, anche per la Cassazione i No Tav sarebbero terroristi. Tutti terroristi.\r\n\r\nIn questi anni i No Tav hanno sostenuto ed appoggiato la pratica dell’azione diretta contro il cantiere e le \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark>, i blocchi delle strade e delle ferrovie, lo sciopero generale, le grandi marce e i sabotaggi.\r\nFermare il Tav, costringere il governo a tornare su una decisione mai condivisa dalla popolazione locale è la ragion d’essere del movimento No Tav. Ogni gesto, ogni manifestazione, ogni passeggiata per tutti, non diversamente dalle azioni di assedio del cantiere, di boicottaggio delle \u003Cmark>ditte\u003C/mark>, di sabotaggio dei mezzi mira a questo scopo.\r\nDi fatto il processo ai sette No Tav per la notte del compressore è un processo all'intero movimento di lotta contro la nuova linea da Torino a Lyon.\r\n\r\nMarcello Maddalena, dopo aver tentato invano di far riaprire il dibattimento, lunedì 14 dicembre, nell'aula bunker del carcere delle Vallette, ha fatto la propria requisitoria. Maddalena ha cercato di aggirare le sentenze della Cassazione che negavano che i No Tav accusati del sabotaggio, volessero far male alle persone o potessero realmente mettere in difficoltà il governo al punto da indurlo a fare marcia indietro. Il fulcro della sua argomentazione è che a definire un'azione come “terrorista” basta la volontà eversiva di bloccare il Tav.\r\n\r\nMaddalena ha fatto propria la logica delle leggi che definiscono il reato di terrorismo. In base a queste leggi, contestate da più parti ma saldamente iscritte nel nostro ordinamento, gran parte della popolazione valsusina è costituita da terroristi. E con loro i tanti che, in ogni dove, ne hanno condiviso motivazioni e percorsi.\r\nLe migliaia di persone che resero ingovernabile la Val Susa nel dicembre del 2005 erano “terroristi”.\r\n\r\nMaddalena ha chiesto nove anni e mezzo di reclusione per Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò.\r\n\r\nIl prossimo venerdì la parola passa agli avvocati della difesa, lunedì 21 ci saranno le repliche e verrà pronunciata la sentenza.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, avvocato del collegio che difende i No Tav accusati di terrorismo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015-12-15-losco-noveemezzo",[139],{"field":103,"matched_tokens":140,"snippet":136,"value":137},[76,77],1157451471441100800,{"best_field_score":143,"best_field_weight":144,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":145,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},"2211897868288",14,"1157451471441100913",{"document":147,"highlight":163,"highlights":168,"text_match":141,"text_match_info":171},{"cat_link":148,"category":149,"comment_count":48,"id":150,"is_sticky":48,"permalink":151,"post_author":51,"post_content":152,"post_date":153,"post_excerpt":54,"post_id":150,"post_modified":154,"post_thumbnail":54,"post_thumbnail_html":54,"post_title":155,"post_type":57,"sort_by_date":156,"tag_links":157,"tags":160},[45,113],[47,115],"24609","http://radioblackout.org/2014/08/chiomonte-colazione-e-pranzo-no-tav-ai-cancelli-della-centrale/","Giornata di lotta ai cancelli che chiudono strada dell'Avanà nei pressi della centrale Iren al ponte sulla Dora. Una quarantina di No Tav, sin dalle sei e mezza del mattino, hanno fatto colazione di fronte all'ingresso della zona occupata, mettendo in difficoltà l'apparato disciplinare e le ditte collaborazioniste. I camion delle imprese che ogni giorno passano di lì per entrare nell'area del tunnel sono stati obbligati a fare il giro dall'autostrada.\r\nUn altro gruppo di No Tav ha fatto un giro di monitoraggio del cantiere. Il presidio ai cancelli va avanti sino al tardo pomeriggio. La \"colazione a Chiomonte\", ripresa la scorsa settimana dopo mesi di stop, raccoglie sempre più attivisti, decisi a punzecchiare le truppe di occupazione per l'intero mese di agosto. E oltre.\r\n\r\nAscolta la diretta con Mimmo (e con Paolo) attivisti No Tav della banda degli over 50:\r\n\r\n2014 08 06 mimmo colazione chiomonte","6 Agosto 2014","2014-09-19 13:41:42","Chiomonte. Colazione (e pranzo) No Tav ai cancelli della centrale",1407340805,[158,159,62],"http://radioblackout.org/tag/clarea/","http://radioblackout.org/tag/colazione-a-chiomonte/",[161,162,15],"clarea","colazione a chiomonte",{"post_content":164},{"matched_tokens":165,"snippet":166,"value":167},[76,77],"difficoltà l'apparato disciplinare e le \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark>. I camion delle imprese che","Giornata di lotta ai cancelli che chiudono strada dell'Avanà nei pressi della centrale Iren al ponte sulla Dora. Una quarantina di No Tav, sin dalle sei e mezza del mattino, hanno fatto colazione di fronte all'ingresso della zona occupata, mettendo in difficoltà l'apparato disciplinare e le \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark>. I camion delle imprese che ogni giorno passano di lì per entrare nell'area del tunnel sono stati obbligati a fare il giro dall'autostrada.\r\nUn altro gruppo di No Tav ha fatto un giro di monitoraggio del cantiere. Il presidio ai cancelli va avanti sino al tardo pomeriggio. La \"colazione a Chiomonte\", ripresa la scorsa settimana dopo mesi di stop, raccoglie sempre più attivisti, decisi a punzecchiare le truppe di occupazione per l'intero mese di agosto. E oltre.\r\n\r\nAscolta la diretta con Mimmo (e con Paolo) attivisti No Tav della banda degli over 50:\r\n\r\n2014 08 06 mimmo colazione chiomonte",[169],{"field":103,"matched_tokens":170,"snippet":166,"value":167},[76,77],{"best_field_score":143,"best_field_weight":144,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":145,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":173,"highlight":189,"highlights":194,"text_match":141,"text_match_info":197},{"cat_link":174,"category":175,"comment_count":48,"id":176,"is_sticky":48,"permalink":177,"post_author":51,"post_content":178,"post_date":179,"post_excerpt":54,"post_id":176,"post_modified":180,"post_thumbnail":54,"post_thumbnail_html":54,"post_title":181,"post_type":57,"sort_by_date":182,"tag_links":183,"tags":186},[45],[47],"24481","http://radioblackout.org/2014/07/chiomonte-colazione-di-lotta/","Si sono dati appuntamento stamane alle 7 al cancello che chiude la zona occupata nei pressi della centrale Iren. Sono i No Tav della brigata over 50: la loro mera presenza ha indotto le forze dell'ordine a sbarrare l'ingresso solitamente chiuso per rendere agevole il passaggio ai mezzi delle ditte collaborazioniste. Gran parte delle ditte, sapendo del presidio, hanno scelto di fare il giro più lungo e costoso dalla A32.\r\nIl segno che queste azioni a bassa intensità possono gettare un granello di sabbia negli ingranaggi del cantiere.\r\nIntorno alle 12,30 è partita una battitura in solidarietà con i No Tav Terzo Valico in lotta contro gli espropri tra Serravalle ed Arquata.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Luca. Ascolta la diretta:\r\n\r\n2014 07 30 luca cancello chiomonte","30 Luglio 2014","2014-08-04 12:33:16","Chiomonte. Colazione di lotta",1406727413,[184,62,185],"http://radioblackout.org/tag/chiomonte/","http://radioblackout.org/tag/over-50/",[187,15,188],"chiomonte","over 50",{"post_content":190},{"matched_tokens":191,"snippet":192,"value":193},[76,77,76],"il passaggio ai mezzi delle \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark>. Gran parte delle \u003Cmark>ditte\u003C/mark>, sapendo","Si sono dati appuntamento stamane alle 7 al cancello che chiude la zona occupata nei pressi della centrale Iren. Sono i No Tav della brigata over 50: la loro mera presenza ha indotto le forze dell'ordine a sbarrare l'ingresso solitamente chiuso per rendere agevole il passaggio ai mezzi delle \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark>. Gran parte delle \u003Cmark>ditte\u003C/mark>, sapendo del presidio, hanno scelto di fare il giro più lungo e costoso dalla A32.\r\nIl segno che queste azioni a bassa intensità possono gettare un granello di sabbia negli ingranaggi del cantiere.\r\nIntorno alle 12,30 è partita una battitura in solidarietà con i No Tav Terzo Valico in lotta contro gli espropri tra Serravalle ed Arquata.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Luca. Ascolta la diretta:\r\n\r\n2014 07 30 luca cancello chiomonte",[195],{"field":103,"matched_tokens":196,"snippet":192,"value":193},[76,77,76],{"best_field_score":143,"best_field_weight":144,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":145,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":199,"highlight":211,"highlights":216,"text_match":141,"text_match_info":219},{"cat_link":200,"category":201,"comment_count":48,"id":202,"is_sticky":48,"permalink":203,"post_author":51,"post_content":204,"post_date":205,"post_excerpt":54,"post_id":202,"post_modified":206,"post_thumbnail":54,"post_thumbnail_html":54,"post_title":207,"post_type":57,"sort_by_date":208,"tag_links":209,"tags":210},[45],[47],"24458","http://radioblackout.org/2014/07/un-campeggio-di-lotta-la-valsusa-paura-non-ne-ha/","Ancora un contributo dalla Valle sulla serata dopo la marcia popolare di sabato pomeriggio. Giuliano ha raccontato com'è proseguita la serata-nottata vicino a cancelli e centrale elettrica.\r\n\r\nAscolta il contributo di Giuliano\r\ngiuliano ok tutto\r\n\r\nDi seguito il documento condiviso dopo l'assemblea di ieri:\r\n\r\nUn campeggio di lotta Ci siamo rimessi in marcia. Non solo nel senso che abbiamo attraversato la Valle da Avigliana a Chiomonte, ma anche nel senso che siamo tornati, valligiani e non, a incontrarci e a riattivare insieme le varie dimensioni della lotta: le cene e i momenti di convivialità, le assemblee e le iniziative. Abbiamo bloccato il TGV in solidarietà con i tre lavoratori delle ferrovie morti a Gela. Abbiamo bloccato i cancelli delle ditte collaborazioniste (nello specifico, Toro, Lazzaro e Martina), abbiamo dato la sveglia alle truppe di occupazione alloggiate all’hotel Napoleon di Susa, abbiamo bloccato l’autostrada nello stesso momento in cui si svolgeva l’udienza del riesame per Graziano, Lucio e Francesco, i tre no tav arrestati per la medesima azione contro il cantiere di Chiomonte di cui sono accusati Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio. Abbiamo ascoltato le parole da Gaza bombardata, unendoci in un abbraccio ideale con il popolo palestinese. Abbiamo parlato, all’assemblea popolare di Bussoleno, in piazza o negli incontri al campeggio, di lotte territoriali, di appuntamenti internazionali, di trasporti nucleari, di resistenza alla guerra, di carcere e di solidarietà, di storia della repressione e del sabotaggio. Assieme a noi hanno parlato, attraverso i loro contributi scritti, i compagni detenuti. Abbiamo percorso di nuovo, di notte e di giorno, i sentieri della Clarea, perché sono nostri e di chi li ama e li difende. Siamo riusciti a disturbare ancora una volta l’Apparato del TAV che si pretende invincibile. Ognuno con il suo contributo, senza accettare divieti e zone rosse, siamo partiti e siamo tornati tutti. Di paese in paese, ci siamo sentiti coccolati dai comitati che hanno preparato cibo e accoglienza. Ci siamo emozionati all’inaugurazione della nuova casetta del presidio no tav di Susa, intitolata a Sole e Baleno. Tutti e tutte sono venuti in Valsusa per lottare, pronti a svegliarsi all’alba e a camminare sotto la pioggia. Qualche aspetto andrà senz’altro affinato in futuro, sia come comunicazione (siamo ormai un movimento che parla molte lingue), sia a livello organizzativo. Vediamo questi dieci giorni come un banco di prova per migliorare le prossime iniziative di lotta. Uniti e diversi, dai ragazzi ai “diversamente giovani”, ci siamo messi ancora una volta in marcia, perché la rassegnazione qui non è di casa. Qualcuno davanti a un fuoco costringe le truppe di occupazione a presidiare un ponte per tutta la notte. Una controprova? Le dichiarazioni ridicole e allarmate dei signori del TAV, che parlano di un modo di stare insieme che non riusciranno mai a capire, lontano com’è dalle tristi stanze del potere. Qualcuno pratica sentieri più impervi, qualcun altro resta un po’ più in piano o ti sorride al ritorno dai boschi. Uniti e diversi.\r\n\r\nQuesta è la nostra forza.\r\n\r\nCon Pasquale, Raul e Guccio nel cuore.\r\n\r\nGrazie a tutte e a tutti.\r\n\r\n_campeggio itinerante, estate 2014 _","28 Luglio 2014","2014-08-04 12:33:48","Un campeggio di lotta: la Valsusa paura non ne ha",1406554628,[],[],{"post_content":212},{"matched_tokens":213,"snippet":214,"value":215},[76,77],"Abbiamo bloccato i cancelli delle \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark> (nello specifico, Toro, Lazzaro e","Ancora un contributo dalla Valle sulla serata dopo la marcia popolare di sabato pomeriggio. Giuliano ha raccontato com'è proseguita la serata-nottata vicino a cancelli e centrale elettrica.\r\n\r\nAscolta il contributo di Giuliano\r\ngiuliano ok tutto\r\n\r\nDi seguito il documento condiviso dopo l'assemblea di ieri:\r\n\r\nUn campeggio di lotta Ci siamo rimessi in marcia. Non solo nel senso che abbiamo attraversato la Valle da Avigliana a Chiomonte, ma anche nel senso che siamo tornati, valligiani e non, a incontrarci e a riattivare insieme le varie dimensioni della lotta: le cene e i momenti di convivialità, le assemblee e le iniziative. Abbiamo bloccato il TGV in solidarietà con i tre lavoratori delle ferrovie morti a Gela. Abbiamo bloccato i cancelli delle \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark> (nello specifico, Toro, Lazzaro e Martina), abbiamo dato la sveglia alle truppe di occupazione alloggiate all’hotel Napoleon di Susa, abbiamo bloccato l’autostrada nello stesso momento in cui si svolgeva l’udienza del riesame per Graziano, Lucio e Francesco, i tre no tav arrestati per la medesima azione contro il cantiere di Chiomonte di cui sono accusati Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio. Abbiamo ascoltato le parole da Gaza bombardata, unendoci in un abbraccio ideale con il popolo palestinese. Abbiamo parlato, all’assemblea popolare di Bussoleno, in piazza o negli incontri al campeggio, di lotte territoriali, di appuntamenti internazionali, di trasporti nucleari, di resistenza alla guerra, di carcere e di solidarietà, di storia della repressione e del sabotaggio. Assieme a noi hanno parlato, attraverso i loro contributi scritti, i compagni detenuti. Abbiamo percorso di nuovo, di notte e di giorno, i sentieri della Clarea, perché sono nostri e di chi li ama e li difende. Siamo riusciti a disturbare ancora una volta l’Apparato del TAV che si pretende invincibile. Ognuno con il suo contributo, senza accettare divieti e zone rosse, siamo partiti e siamo tornati tutti. Di paese in paese, ci siamo sentiti coccolati dai comitati che hanno preparato cibo e accoglienza. Ci siamo emozionati all’inaugurazione della nuova casetta del presidio no tav di Susa, intitolata a Sole e Baleno. Tutti e tutte sono venuti in Valsusa per lottare, pronti a svegliarsi all’alba e a camminare sotto la pioggia. Qualche aspetto andrà senz’altro affinato in futuro, sia come comunicazione (siamo ormai un movimento che parla molte lingue), sia a livello organizzativo. Vediamo questi dieci giorni come un banco di prova per migliorare le prossime iniziative di lotta. Uniti e diversi, dai ragazzi ai “diversamente giovani”, ci siamo messi ancora una volta in marcia, perché la rassegnazione qui non è di casa. Qualcuno davanti a un fuoco costringe le truppe di occupazione a presidiare un ponte per tutta la notte. Una controprova? Le dichiarazioni ridicole e allarmate dei signori del TAV, che parlano di un modo di stare insieme che non riusciranno mai a capire, lontano com’è dalle tristi stanze del potere. Qualcuno pratica sentieri più impervi, qualcun altro resta un po’ più in piano o ti sorride al ritorno dai boschi. Uniti e diversi.\r\n\r\nQuesta è la nostra forza.\r\n\r\nCon Pasquale, Raul e Guccio nel cuore.\r\n\r\nGrazie a tutte e a tutti.\r\n\r\n_campeggio itinerante, estate 2014 _",[217],{"field":103,"matched_tokens":218,"snippet":214,"value":215},[76,77],{"best_field_score":143,"best_field_weight":144,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":145,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":221,"highlight":236,"highlights":241,"text_match":141,"text_match_info":244},{"cat_link":222,"category":223,"comment_count":48,"id":224,"is_sticky":48,"permalink":225,"post_author":51,"post_content":226,"post_date":227,"post_excerpt":54,"post_id":224,"post_modified":228,"post_thumbnail":54,"post_thumbnail_html":54,"post_title":229,"post_type":57,"sort_by_date":230,"tag_links":231,"tags":234},[45],[47],"24170","http://radioblackout.org/2014/07/dal-17-al-27-luglio-la-valsusa-in-marcia-contro-il-tav/","Dal 17 al 27 luglio si svolgerà una marcia da Avigliana a Chiomonte. Sarà un'occasione di lotta, di incontro tra i No Tav piemontesi e quelli che ogni estate vengono in valle per sostenere la lotta contro il supertreno.\r\nLa marcia attraverserà i paesi, fermandosi ai mercati e nelle piezze, tra la gente e nei luoghi della devastazione, di fronte alle ditte collaborazioniste e le cave gestite dalle 'ndrine, pernotterà nei presidi per terminare, dopo una marcia popolare attreverso la zona occupata, a Chiomonte.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Maurizio, No Tav dell'alta valle.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 07 09 marcia no tav poletto\r\n\r\nDi seguito il programma della marcia.\r\n\r\nQui puoi scaricare il pieghevole con il programma\r\n\r\nCampeggio itinerante da Avigliana a Chiomonte, dal 17 al 27 luglio 2014\r\n\r\nNel 2006 il Movimento NO TAV della Valle di Susa fece una marcia sino a Roma incontrando le realtà in lotta a difesa dei propri territori e i numerosi sostenitori e amici diffusi in tutta Italia\r\n\r\nOggi il Movimento NO TAV della Valle di Susa chiama tutti i movimenti di lotta, tutti gli amici e i propri sostenitori ad una marcia in Valle di Susa.\r\n\r\nTappe della marcia: Avigliana, Vaie, San Didero, Bussoleno, San Giuliano di Susa, Venaus, Chiomonte.\r\nCamminata a bassa velocità per dire no alle grandi opere, inutili e dannose, imposte alla popolazione, causa della devastazione delle nostre valli e dello spreco di denaro pubblico.\r\nCamminata contro il controllo e la militarizzazione del territorio, per rispedire al mittente l’attacco repressivo contro il Movimento NO TAV.\r\n\r\nPer ribadire che vogliamo Chiara, Claudio, Mattia, Nicco, Forgi e Paolo liberi insieme a noi.\r\nPer informare e informarsi, per partecipare e condividere.\r\nPer sostenere la Resistenza NO TAV. Perché insieme si può battere il progetto Tav. Perché insieme si vince.\r\n\r\nNon delegare. Partecipa! Il Movimento NO TAV\r\n\r\nPROGRAMMA\r\n\r\nOgni giorno si marcia per la Valle, si incontra la popolazione, si costruiscono iniziative di informazione e di lotta. Ogni sera musica e dibattiti.\r\n\r\n17 luglio – Giovedì – Avigliana (pernottamento ad Avigliana)\r\n\r\n15.00: arrivo e sistemazione partecipanti nella zona dello Spazio Sociale del VisRabbia.\r\n\r\n17,30 NOTAV Torino e cintura e il comitato NOTAV Collina morenica e Valsangone si incontrano al Municipio di Buttigliera Alta per raggiungere a piedi Piazza del Popolo ad Avigliana alle 19 circa.\r\n\r\ndalle ore 18: Serata di apertura in Piazza del Popolo, banchetti, informazione sullo stato dell’avanzamento del cantiere, situazione de* prigionier*, presentazione della marcia, ecc.\r\n\r\na seguire: cena condivisa .\r\n\r\ndopo cena: concerti con Alessio Lega e Ice Eyes Band.\r\n\r\n18 luglio Venerdì- Avigliana / Sant’Ambrogio / Chiusa san michele/ Vaie (pernottamento a Vaie)\r\n\r\n09.00: partenza della marcia da Avigliana a Vaie, fermata a Sant’Ambrogio e incontro alla “Cava Valle” con il comitato locale e l’amministrazione cittadina (con dono da parte del Movimento di una bandiera NO TAV e una bandiera per la libertà de* quattro NO TAV accusat* di terrorismo. Le bandiere verranno donate ad ogni amministrazione cittadina incontrata durante la marcia).\r\n\r\nPranzo al sacco.\r\nArrivo a Vaie e sistemazioni in area presidio.\r\n\r\n18.00: incontro sul tema “Storia del presidio e prospettive di lotta”.\r\n\r\na seguire: cena nell’area del presidio di Vaie.\r\n\r\n21,30: proiezione del docufilm di Fulvio Grimaldi “Fronte Italia-Partigiani del 2000, dai No Tav ai No Muos, tutti i NO della resistenza in giro per l’Italia”. Dibattito con l’autore .\r\n\r\na seguire: musica.\r\n\r\n19 luglio – Sabato- Vaie / Sant’Antonino / Villarfocchiardo / San Didero (pernottamento a San Didero)\r\n\r\n09.00: partenza da Vaie verso San Didero. Arrivo Sant’Antonino con volantinaggio e presenza di banchetti al mercato\r\n\r\nPranzo a Villarfocchiardo (offerto dal comitato locale) e incontro con l’amministrazione cittadina\r\n\r\nDa Villarfocchiardo partenza per San Didero. Arrivo e sistemazione dei partecipanti. Incontro con l’amministrazione cittadina.\r\n\r\nCena organizzata dai No Tav Trento .\r\n\r\nAlle ore 21: incontro / confronto tra le realtà espressioni delle lotte territoriali : No Tav Trento, No Tav Terzo Valico, No Mous, La Zad, No F35, NoTav Trieste e Caorso, NoTav Firenze etc.\r\n\r\n\r\n20 luglio – Domenica- San Didero / Borgone di Susa (pernottamento a San Didero)\r\n\r\n09.00: colazione al campeggio a San Didero e pranzo organizzato dal presidio.\r\n\r\n15.00: passeggiata sino al “Maometto” di Borgone, storia del luogo racconti storici e leggende.\r\n\r\nMerenda sinoira con accompagnamento musicale.\r\n\r\n21,30: incontro: “il presidio si racconta e incontra i partecipanti alla marcia”.\r\n\r\n24.00: Rientro al campeggio a San Didero.\r\n\r\n21 luglio – San Didero /Bruzolo/Chianocco / Bussoleno (pernottamento a Bussoleno)\r\n\r\nAlle ore 9: partenza da San Didero in direzione Bussoleno.\r\n\r\nNel percorso iniziative di lotta .\r\n\r\nPranzo autogestito con invito ai valligiani a portare da casa del cibo da condividere.\r\n\r\nArrivo a Bussoleno e Sistemazione dei partecipanti alla marcia nello spazio Piazza Mercato/Centro Polivalente .\r\n\r\nIniziative in piazza con presenza di mostre fotografiche, banchetti documentazione, gadget, ecc.\r\n\r\nincontro con l’amministrazione cittadina.\r\n\r\nAlle ore 18: in piazza del Mulino spettacolo teatrale dal titolo ‘Vincenzina Franti operaia punk’ con Ugo e Fra’ Diavolo, spettacolo che traccia, attraverso canzoni più e meno note, il percorso delle lotte operaie in Italia dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri.\r\n\r\nIn contemporanea una delegazione incontrerà gli Amministratori in Municipio.\r\n\r\nCena al polivalente organizzata dal comitato di Bussoleno.\r\n\r\nAlle ore 21: Assemblea Popolare presso il centro Polivalente con lancio della marcia popolare del 26 Luglio da Giaglione a Chiomonte.\r\n\r\n22 luglio – Martedì – Bussoleno / Foresto / Susa (pernottamento a San Giuliano di Susa)\r\n\r\n09.00: partenza da Bussoleno verso Foresto e area Isolabella.\r\n\r\n10.30 momento informativo sui terreni coinvolti nel tracciato della linea del Tav e a seguire Consiglio comunale aperto per deliberare la contrarietà all’opera.\r\n\r\n12.00 pranzo organizzato dal comitato NoTav di Foresto\r\n\r\nArrivo al presidio di San Giuliano di Susa e accoglienza dei partecipanti alla marcia.\r\n\r\nPreparazione per l’iniziativa serale , passeggiata per San Giuliano di Susa nei luoghi coinvolti dal tracciato della linea del Tav.\r\n\r\nIncontro con l’amministrazione cittadina di Susa.\r\n\r\nCena al presidio No Tav- Lupi delle Alpi, organizzata dal comitato No Tav Susa – Mompantero.\r\n\r\nSerata in piazza 4 Novembre a Susa (ex piazza del Sole) con banchetti, mostra fotografica, interventi.\r\n\r\n21 ,30 : “ Voci dal carcere “ spettacolo teatrale.\r\n\r\n22,30 canti popolari a cura dell ‘Anonima Coristi“.\r\n\r\n23 luglio – Mercoledì – Susa / Venaus (pernottamento a Venaus)\r\n\r\n09.00: partenza da Susa verso Venaus.\r\n\r\nAlle ore 12: arrivo e sistemazione dei partecipanti al presidio di Venaus .\r\n\r\nPranzo autogestito.\r\n\r\nIncontro con l’amministrazione cittadina.\r\n\r\nPomeriggio alle cascate e/o passeggiata per i dintorni.\r\n\r\nAlle ore 20: Cena – Pizzata a cura dei pizzaioli di Milano e della Valle.\r\n\r\nAlle ore 21,30: presentazione della rivista “Il Compressore“, presenti gli autori.\r\n\r\n24 luglio – Giovedì – Venaus (pernottamento a Venaus o in Clarea)\r\n\r\nAlle ore 9: partenza da Venaus verso la Val Clarea effettuando lavori di pulizia dei sentieri lungo il percorso.\r\n\r\nCampeggio in Val Clarea per i più sportivi, gli altri possono tenere come campo base Venaus .\r\n\r\nAlle ore 18: al presidio di Venaus incontro dibattito con antinuclearisti contro i trasporti nucleari.\r\n\r\nAlle ore 20,30: cena autogestita al presidio di Venaus e/o in Val Clarea .\r\n\r\nAlle ore 22: serata musicale a Venaus.\r\n\r\n25 luglio – Venerdì – Venaus (pernottamento a Venaus o in Clarea)\r\n\r\nVerifica sentieri e lavori al presidio Garavella di Chiomonte in preparazione della marcia popolare del 26 luglio.\r\n\r\nPranzo al sacco.\r\n\r\nRitorno al campeggio di Venaus o in Val Clarea .\r\n\r\nAlle ore 20,30: Cena organizzata dal Comitato NoTav Torino e cintura\r\n\r\nAlle ore 22 dibattito: “Verso la giornata di lotta contro la BCE a Francoforte, un confronto tra le esperienze di lotta contro l’aeroporto di Notre Dame de Land e la rivolta di Can Vies a Barcellona.\r\n\r\n26 luglio – Sabato – Venaus (pernottamento a Venaus o in Clarea)\r\n\r\nAlle ore 14: marcia popolare Giaglione /Chiomonte.\r\n\r\nA fine marcia festa al presidio Garavella con musica, giocoleria e battiture.\r\n\r\nPortare cibo e bevande , strumenti musicali, ecc\r\n\r\n27 luglio – Domenica - Venaus\r\n\r\nAlle ore 16: assemblea al presidio di Venaus : bilancio marcia, iniziative e proposte per il mese di Agosto e l’autunno a venire.\r\n\r\nAlle ore 20,30: Cena autogestita\r\n\r\nDalle ore 22: Serata musicale.\r\n\r\nInfo pratiche: alcuni pasti saranno offerti dai comitati; gli altri sono autogestiti (portatevi il necessario); invitiamo tutti a portare cibo da condividere.\r\n\r\nConsigliamo di lasciare a casa gli amici a 4 zampe.\r\n\r\nMovimento No Tav","9 Luglio 2014","2014-07-21 14:07:39","Dal 17 al 27 luglio. La Valsusa in marcia contro il Tav",1404933195,[232,61,62,233],"http://radioblackout.org/tag/campeggio-itinerante/","http://radioblackout.org/tag/val-susa/",[235,20,15,18],"campeggio itinerante",{"post_content":237},{"matched_tokens":238,"snippet":239,"value":240},[76,77],"della devastazione, di fronte alle \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark> e le cave gestite dalle","Dal 17 al 27 luglio si svolgerà una marcia da Avigliana a Chiomonte. Sarà un'occasione di lotta, di incontro tra i No Tav piemontesi e quelli che ogni estate vengono in valle per sostenere la lotta contro il supertreno.\r\nLa marcia attraverserà i paesi, fermandosi ai mercati e nelle piezze, tra la gente e nei luoghi della devastazione, di fronte alle \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark> e le cave gestite dalle 'ndrine, pernotterà nei presidi per terminare, dopo una marcia popolare attreverso la zona occupata, a Chiomonte.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Maurizio, No Tav dell'alta valle.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 07 09 marcia no tav poletto\r\n\r\nDi seguito il programma della marcia.\r\n\r\nQui puoi scaricare il pieghevole con il programma\r\n\r\nCampeggio itinerante da Avigliana a Chiomonte, dal 17 al 27 luglio 2014\r\n\r\nNel 2006 il Movimento NO TAV della Valle di Susa fece una marcia sino a Roma incontrando le realtà in lotta a difesa dei propri territori e i numerosi sostenitori e amici diffusi in tutta Italia\r\n\r\nOggi il Movimento NO TAV della Valle di Susa chiama tutti i movimenti di lotta, tutti gli amici e i propri sostenitori ad una marcia in Valle di Susa.\r\n\r\nTappe della marcia: Avigliana, Vaie, San Didero, Bussoleno, San Giuliano di Susa, Venaus, Chiomonte.\r\nCamminata a bassa velocità per dire no alle grandi opere, inutili e dannose, imposte alla popolazione, causa della devastazione delle nostre valli e dello spreco di denaro pubblico.\r\nCamminata contro il controllo e la militarizzazione del territorio, per rispedire al mittente l’attacco repressivo contro il Movimento NO TAV.\r\n\r\nPer ribadire che vogliamo Chiara, Claudio, Mattia, Nicco, Forgi e Paolo liberi insieme a noi.\r\nPer informare e informarsi, per partecipare e condividere.\r\nPer sostenere la Resistenza NO TAV. Perché insieme si può battere il progetto Tav. Perché insieme si vince.\r\n\r\nNon delegare. Partecipa! Il Movimento NO TAV\r\n\r\nPROGRAMMA\r\n\r\nOgni giorno si marcia per la Valle, si incontra la popolazione, si costruiscono iniziative di informazione e di lotta. Ogni sera musica e dibattiti.\r\n\r\n17 luglio – Giovedì – Avigliana (pernottamento ad Avigliana)\r\n\r\n15.00: arrivo e sistemazione partecipanti nella zona dello Spazio Sociale del VisRabbia.\r\n\r\n17,30 NOTAV Torino e cintura e il comitato NOTAV Collina morenica e Valsangone si incontrano al Municipio di Buttigliera Alta per raggiungere a piedi Piazza del Popolo ad Avigliana alle 19 circa.\r\n\r\ndalle ore 18: Serata di apertura in Piazza del Popolo, banchetti, informazione sullo stato dell’avanzamento del cantiere, situazione de* prigionier*, presentazione della marcia, ecc.\r\n\r\na seguire: cena condivisa .\r\n\r\ndopo cena: concerti con Alessio Lega e Ice Eyes Band.\r\n\r\n18 luglio Venerdì- Avigliana / Sant’Ambrogio / Chiusa san michele/ Vaie (pernottamento a Vaie)\r\n\r\n09.00: partenza della marcia da Avigliana a Vaie, fermata a Sant’Ambrogio e incontro alla “Cava Valle” con il comitato locale e l’amministrazione cittadina (con dono da parte del Movimento di una bandiera NO TAV e una bandiera per la libertà de* quattro NO TAV accusat* di terrorismo. Le bandiere verranno donate ad ogni amministrazione cittadina incontrata durante la marcia).\r\n\r\nPranzo al sacco.\r\nArrivo a Vaie e sistemazioni in area presidio.\r\n\r\n18.00: incontro sul tema “Storia del presidio e prospettive di lotta”.\r\n\r\na seguire: cena nell’area del presidio di Vaie.\r\n\r\n21,30: proiezione del docufilm di Fulvio Grimaldi “Fronte Italia-Partigiani del 2000, dai No Tav ai No Muos, tutti i NO della resistenza in giro per l’Italia”. Dibattito con l’autore .\r\n\r\na seguire: musica.\r\n\r\n19 luglio – Sabato- Vaie / Sant’Antonino / Villarfocchiardo / San Didero (pernottamento a San Didero)\r\n\r\n09.00: partenza da Vaie verso San Didero. Arrivo Sant’Antonino con volantinaggio e presenza di banchetti al mercato\r\n\r\nPranzo a Villarfocchiardo (offerto dal comitato locale) e incontro con l’amministrazione cittadina\r\n\r\nDa Villarfocchiardo partenza per San Didero. Arrivo e sistemazione dei partecipanti. Incontro con l’amministrazione cittadina.\r\n\r\nCena organizzata dai No Tav Trento .\r\n\r\nAlle ore 21: incontro / confronto tra le realtà espressioni delle lotte territoriali : No Tav Trento, No Tav Terzo Valico, No Mous, La Zad, No F35, NoTav Trieste e Caorso, NoTav Firenze etc.\r\n\r\n\r\n20 luglio – Domenica- San Didero / Borgone di Susa (pernottamento a San Didero)\r\n\r\n09.00: colazione al campeggio a San Didero e pranzo organizzato dal presidio.\r\n\r\n15.00: passeggiata sino al “Maometto” di Borgone, storia del luogo racconti storici e leggende.\r\n\r\nMerenda sinoira con accompagnamento musicale.\r\n\r\n21,30: incontro: “il presidio si racconta e incontra i partecipanti alla marcia”.\r\n\r\n24.00: Rientro al campeggio a San Didero.\r\n\r\n21 luglio – San Didero /Bruzolo/Chianocco / Bussoleno (pernottamento a Bussoleno)\r\n\r\nAlle ore 9: partenza da San Didero in direzione Bussoleno.\r\n\r\nNel percorso iniziative di lotta .\r\n\r\nPranzo autogestito con invito ai valligiani a portare da casa del cibo da condividere.\r\n\r\nArrivo a Bussoleno e Sistemazione dei partecipanti alla marcia nello spazio Piazza Mercato/Centro Polivalente .\r\n\r\nIniziative in piazza con presenza di mostre fotografiche, banchetti documentazione, gadget, ecc.\r\n\r\nincontro con l’amministrazione cittadina.\r\n\r\nAlle ore 18: in piazza del Mulino spettacolo teatrale dal titolo ‘Vincenzina Franti operaia punk’ con Ugo e Fra’ Diavolo, spettacolo che traccia, attraverso canzoni più e meno note, il percorso delle lotte operaie in Italia dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri.\r\n\r\nIn contemporanea una delegazione incontrerà gli Amministratori in Municipio.\r\n\r\nCena al polivalente organizzata dal comitato di Bussoleno.\r\n\r\nAlle ore 21: Assemblea Popolare presso il centro Polivalente con lancio della marcia popolare del 26 Luglio da Giaglione a Chiomonte.\r\n\r\n22 luglio – Martedì – Bussoleno / Foresto / Susa (pernottamento a San Giuliano di Susa)\r\n\r\n09.00: partenza da Bussoleno verso Foresto e area Isolabella.\r\n\r\n10.30 momento informativo sui terreni coinvolti nel tracciato della linea del Tav e a seguire Consiglio comunale aperto per deliberare la contrarietà all’opera.\r\n\r\n12.00 pranzo organizzato dal comitato NoTav di Foresto\r\n\r\nArrivo al presidio di San Giuliano di Susa e accoglienza dei partecipanti alla marcia.\r\n\r\nPreparazione per l’iniziativa serale , passeggiata per San Giuliano di Susa nei luoghi coinvolti dal tracciato della linea del Tav.\r\n\r\nIncontro con l’amministrazione cittadina di Susa.\r\n\r\nCena al presidio No Tav- Lupi delle Alpi, organizzata dal comitato No Tav Susa – Mompantero.\r\n\r\nSerata in piazza 4 Novembre a Susa (ex piazza del Sole) con banchetti, mostra fotografica, interventi.\r\n\r\n21 ,30 : “ Voci dal carcere “ spettacolo teatrale.\r\n\r\n22,30 canti popolari a cura dell ‘Anonima Coristi“.\r\n\r\n23 luglio – Mercoledì – Susa / Venaus (pernottamento a Venaus)\r\n\r\n09.00: partenza da Susa verso Venaus.\r\n\r\nAlle ore 12: arrivo e sistemazione dei partecipanti al presidio di Venaus .\r\n\r\nPranzo autogestito.\r\n\r\nIncontro con l’amministrazione cittadina.\r\n\r\nPomeriggio alle cascate e/o passeggiata per i dintorni.\r\n\r\nAlle ore 20: Cena – Pizzata a cura dei pizzaioli di Milano e della Valle.\r\n\r\nAlle ore 21,30: presentazione della rivista “Il Compressore“, presenti gli autori.\r\n\r\n24 luglio – Giovedì – Venaus (pernottamento a Venaus o in Clarea)\r\n\r\nAlle ore 9: partenza da Venaus verso la Val Clarea effettuando lavori di pulizia dei sentieri lungo il percorso.\r\n\r\nCampeggio in Val Clarea per i più sportivi, gli altri possono tenere come campo base Venaus .\r\n\r\nAlle ore 18: al presidio di Venaus incontro dibattito con antinuclearisti contro i trasporti nucleari.\r\n\r\nAlle ore 20,30: cena autogestita al presidio di Venaus e/o in Val Clarea .\r\n\r\nAlle ore 22: serata musicale a Venaus.\r\n\r\n25 luglio – Venerdì – Venaus (pernottamento a Venaus o in Clarea)\r\n\r\nVerifica sentieri e lavori al presidio Garavella di Chiomonte in preparazione della marcia popolare del 26 luglio.\r\n\r\nPranzo al sacco.\r\n\r\nRitorno al campeggio di Venaus o in Val Clarea .\r\n\r\nAlle ore 20,30: Cena organizzata dal Comitato NoTav Torino e cintura\r\n\r\nAlle ore 22 dibattito: “Verso la giornata di lotta contro la BCE a Francoforte, un confronto tra le esperienze di lotta contro l’aeroporto di Notre Dame de Land e la rivolta di Can Vies a Barcellona.\r\n\r\n26 luglio – Sabato – Venaus (pernottamento a Venaus o in Clarea)\r\n\r\nAlle ore 14: marcia popolare Giaglione /Chiomonte.\r\n\r\nA fine marcia festa al presidio Garavella con musica, giocoleria e battiture.\r\n\r\nPortare cibo e bevande , strumenti musicali, ecc\r\n\r\n27 luglio – Domenica - Venaus\r\n\r\nAlle ore 16: assemblea al presidio di Venaus : bilancio marcia, iniziative e proposte per il mese di Agosto e l’autunno a venire.\r\n\r\nAlle ore 20,30: Cena autogestita\r\n\r\nDalle ore 22: Serata musicale.\r\n\r\nInfo pratiche: alcuni pasti saranno offerti dai comitati; gli altri sono autogestiti (portatevi il necessario); invitiamo tutti a portare cibo da condividere.\r\n\r\nConsigliamo di lasciare a casa gli amici a 4 zampe.\r\n\r\nMovimento No Tav",[242],{"field":103,"matched_tokens":243,"snippet":239,"value":240},[76,77],{"best_field_score":143,"best_field_weight":144,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":145,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},6646,{"collection_name":57,"first_q":68,"per_page":247,"q":68},6,{"facet_counts":249,"found":17,"hits":270,"out_of":324,"page":22,"request_params":325,"search_cutoff":37,"search_time_ms":326},[250,256],{"counts":251,"field_name":254,"sampled":37,"stats":255},[252],{"count":17,"highlighted":253,"value":253},"anarres","podcastfilter",{"total_values":22},{"counts":257,"field_name":36,"sampled":37,"stats":269},[258,259,261,263,265,267],{"count":17,"highlighted":15,"value":15},{"count":22,"highlighted":260,"value":260},"crainz",{"count":22,"highlighted":262,"value":262},"salvadori",{"count":22,"highlighted":264,"value":264},"terrorismo",{"count":22,"highlighted":266,"value":266},"sabotaggio",{"count":22,"highlighted":268,"value":268},"arresti no tav",{"total_values":247},[271,297],{"document":272,"highlight":288,"highlights":293,"text_match":141,"text_match_info":296},{"comment_count":48,"id":273,"is_sticky":48,"permalink":274,"podcastfilter":275,"post_author":253,"post_content":276,"post_date":277,"post_excerpt":54,"post_id":273,"post_modified":278,"post_thumbnail":279,"post_title":280,"post_type":281,"sort_by_date":282,"tag_links":283,"tags":287},"18143","http://radioblackout.org/podcast/sabotaggi-intellettuali-e-fiammiferi/",[253],"Politici, imprenditori falliti, media hanno scatenato un attacco senza precedenti al movimento No Tav. Negli ultimi giorni sono scesi in campo anche intellettuali e storici, che rileggono gli eventi di oggi con la lente distorta di una narrazione che trascolora nel mito. Il mito degli anni di “piombo”, degli “antimoderni” moti luddisti, della perdita di consenso di avanguardie che scelgono la lotta armata.\r\nScomodare un termine ingombrante come “terrorismo” è normale per tanti giornalisti e commentatori politici. Il paragone tra la lotta armata di trent’anni fa e la resistenza No Tav ne è la pietra miliare.\r\nDa quando i PM Padalino e Rinaudo il 29 luglio hanno accusato una dozzina di ragazzi di associazione a scopo terroristico, affibbiandogli l’articolo 180 del codice, gli scritti su questo tema si sono moltiplicati. Le iniziative di lotta estive li hanno scatenati. Nella loro lente deformante sono finite le passeggiate di lotta in Clarea, i sabotaggi, i blocchi, persino la marcia simbolica degli over 50, simbolo del legame tra le generazioni, del filo robusto che lega tutti gli attivisti in una lotta in cui ogni tassello si incastra nel mosaico deciso collettivamente. I sabotaggi delle ultime settimane verso ditte collaborazioniste – spesso aziende stracotte, plurifallite, in odore di mafia – li hanno scatenati definitivamente.\r\nIn piena sintonia con i media la Procura torinese ha ordinato perquisizioni e limitazioni della libertà con scadenza sempre più ravvicinata. Ultimi i tre No Tav arrestati con l’accusa di violenza privata – ma la Procura voleva infilarci anche la tentata rapina – perché, secondo Erica De Blasi, giornalista del quotidiano “la Repubblica”, avrebbero fatto parte del folto gruppo di No Tav che avevano smascherato l’inganno con cui si era infiltrata nella manifestazione degli over 50. De Blasi si era finta una manifestante ed aveva scattato foto che, per sua stessa ammissione, erano destinate alla Digos. Per quest’episodio insignificante è stata scomodata la libertà di stampa, dimenticando che questa “giornalista” era venuta meno alla sua stessa deontologia professionale, ponendosi al servizio della polizia.\r\nNella guerra mediatica scatenata contro il movimento No Tav si inserisce il dossier uscito proprio sul quotidiano “la Repubblica” il 12 settembre.\r\nLo storico Salvadori tenta una genealogia della pratica del sabotaggio, ricostruendo la vicenda del movimento che, tra il 1811 e il 1816, scosse l’Inghilterra. La pratica della distruzione delle macchine viene descritta da Salvadori come una sorta di disperata resistenza alla miseria frutto delle nuove tecnologie produttive, che riducevano il bisogno di manodopera. Salvadori liquida la rivolta, che pure durò a lungo nonostante i manifestanti uccisi dalla polizia, le deportazioni e le condanne a morte, come ultimo inutile grido di un’epoca preindustriale condannata a sparire.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso con Cosimo Scarinzi, un sindacalista che si è occupato a fondo della pratica del sabotaggio all’interno del movimento dei lavoratori. Secondo Scarinzi la radicalità del movimento “luddista” non era una critica alle macchine, quanto la risposta alla ferocissima repressione che colpiva ogni forma di protesta. Lotte meno dure venivano sanzionate con la deportazione e la condanna a morte, non lasciando alcun margine di trattativa ai lavoratori che si ribellavano ad una miseria estrema. In questa situazione l’attacco alla macchine diviene il mezzo per tentare di piegare un padronato indisponibile a qualsiasi concessione.\r\nScarinzi esamina la pratica del sabotaggio, attraverso la storia del movimento operaio, che ne è attraversato costantemente, sia che si tratti di pratiche spontanee, che non si rivendicano come tali, sia che vengano assunte e valorizzate come uno dei tasselli della lotta contro lo sfruttamento capitalista. Nell’opuscolo “Sabotage” Emile Pouget, esponente del sindacalismo rivoluzionario di segno libertario teorizza esplicitamente l’utilizzo del sabotaggio come segno incontrovertibile dell’indisponibilità ad un compromesso con una società divisa in classi. In questo caso, al di là della materialità dell’agire, emerge la volontà di scoraggiare ogni tentativo di compromesso tra capitale e lavoro, demolendo nei fatti la propaganda che vorrebbe sfruttati e sfruttatori sulla stessa barca, con gli stessi interessi di fondo.\r\nAscolta qui la chiacchierata con Cosimo, che è proseguita con l'analisi del sabotaggio nella pratica dei lavoratori del secolo appena trascorso:\r\n2013 09 13 sabotaggio cosimo\r\n\r\nTorniamo al dossier di “la Repubblica”.\r\nNell’analisi di Salvadori, che pure prudentemente si limita alle rivolte inglesi all’epoca della cosiddetta “rivoluzione industriale”, si possono cogliere due elementi che spiegano le ragioni dell’inserimento in un paginone che si apre con un articolo di Guido Crainz dedicato ai sabotaggi contro l’alta velocità in Val Susa.\r\nIl primo elemento è il carattere antimoderno delle rivolte luddiste, il secondo è l’ineluttabilità della sconfitta di chi si batte contro un progresso inarrestabile. In altri termini l’articolo di Salvadori, anche al di là dell’esplicita volontà dell’autore, svolge il compito che la rivista di intelligence Gnosis affida all’”agente di influenza“, ossia orientare l’opinione pubblica, demolire la fiducia dei No Tav, insinuando il dubbio sulle prospettive della lotta.\r\nQuesti elementi ci consentono vedere la trama del mosaico che la lobby Si Tav sta componendo. Il governo alza il tiro, appesantisce la repressione, picchia, arresta, criminalizza. La speranza è dividere, spaventare il movimento per far emergere la componente più istituzionale e spezzare la resistenza dei No Tav, riducendoli a meri testimoni indignati dello scempio.\r\nLa spettacolarità insita negli attacchi con il fuoco alle ditte, che pure si collocano a pieno nell’alveo della lotta non violenta, da la stura alla retorica sulla violenza. Il pezzo di Crainz si apre con l’occhiello “le polemiche recenti sulle azioni contro (la) Tav in Val di Susa riprono la questione del confine tra diritto al dissenso e forme illegali di opposizione” nel sottotitolo diventa più esplicito con un secco “quando le proteste diventano violenza”. Il pezzo si caratterizza per una continua equiparazione tra illegalità e violenza, il che dimostra, al di là dell’insistito discettare sulla lotta non violenta, la fondamentale incomprensione del senso e dei modi di questa pratica. Non tutto quel che è illegale è necessariamente anche violento, che non tutto quel che è legale è non violento. Che spaccare una ruspa e spaccare la testa di qualcuno non siano gesti equivalenti mi pare non meriti dimostrazioni di sorta. Se in questo gioco si inserisce la distinzione tra legale ed illegale il quadro invece si intorbida.\r\nI poliziotti che spaccano le teste dei No Tav, che sparano in faccia lacrimogeni, che mandano in coma un attivista e cavano un occhio ad un altro non fanno che compiere il loro dovere.\r\nI governi di turno ne solo tanto convinti che hanno garantito una buona carriera a tutti i massacratori di Bolzaneto, nonostante, in questo caso, vi sia stata una sentenza di condanna della magistratura. Per la mezza dozzina di capri espiatori di quelle giornate di lotta sono scattate condanne sino a sedici anni di reclusione, nonostante avessero soltanto rotto delle cose.\r\nSe è di Stato vale anche la tortura, se è espressione di lotta sociale viene perseguito anche un semplice danneggiamento. Anzi. Si parla addirittura di terrorismo, l’espressione che venne usata negli anni Settanta per definire la lotta armata. Crainz considera le vicende della Diaz e Bolzaneto errori di percorso da evitare di offrire argomenti a chi vorrebbe una diversa organizzazione politica e sociale. Scivoloni pericolosi perché si fanno delle gran brutte figure.\r\nL’autore, echeggiando Salvadori, sostiene che il sabotaggio è sintomo di debolezza, di sconfitta, di separazione dal movimento popolare. Crainz richiama i fantasmi del “rozzo pedagogismo giacobino ‘del gesto esemplare’ e dell’avanguardia leninista” che, per disprezzo, si sostituiscono all’azione autonoma dei cittadini.\r\nSu questa base Crainz ricostruisce le lotte degli anni Settanta, rievocando le figure dei cattivi maestri e riducendo la dinamica sociale di quegli anni ad una sorta di gigantesca cupio dissolvi culminata nella lotta armata.\r\nParte dall’assunto che le forme di lotta più radicali sono legittime contro le dittature, non certo in un regime democratico.\r\nPeccato che la democrazia reale, non quella dei libri delle scuole elementari, sia quella della Diaz e di Bolzaneto, perché la “sospensione del diritto” non è l’eccezione ma la regola. Peggio. In questi anni la sospensione del diritto si è fatta regola. L’intera legislazione sull’immigrazione, i respingimenti collettivi, gli accordi con la Libia per l’outsourcing della detenzione, le guerre umanitarie, le bombe intelligenti, le carceri che scoppiano, i morti nelle caserme, i militari nelle strade, le proteste popolari sedate con gas e manganelli…\r\nLa sospensione del diritto si fa sempre regola, quando qualcuno si ribella a regole del gioco che garantiscono il ricambio delle elite, negando un reale spazio di partecipazione ai cittadini, sancendo come insuperabile una società divisa in classi, dove il profitto di pochi conta più della vita e della dignità dei più.\r\nCrainz conclude il pezzo ironizzando sugli intellettuali che giocano con i fiammiferi. Quelli come lui usano le penne come i poliziotti i manganelli. Un gioco stupido ma trasparente.\r\nGrande assente nell’analisi di Crainz è il movimento No Tav. Un movimento che non può essere ingabbiato in nessuno degli schemi in cui tanti analisti hanno provato ad incasellarlo negli anni. Un movimento che cresce e si alimenta della sue tante anime, che elabora le proprie strategie attraverso un lento e, a volte difficile, confronto. Un movimento radicale e radicato nel territorio. Un movimento che ha optato per l’azione diretta, che non delega a nessuno e ha deciso di resistere attivamente all’imposizione violenta di un’opera la cui unica utilità è il drenaggio di soldi pubblici a fini privati.\r\nIl movimento No Tav ha scelto alcuni mesi fa di appoggiare la pratica del sabotaggio. Di questa decisione restano poche tracce sui media, sia tra i cronisti che tra gli analisti, perché di fronte alla volontà di un’assemblea popolare tanti teoremi si sgretolano come neve al sole.\r\nIl movimento in questi mesi dovrà affrontare una sfida complessa: mantenere radicalità e radicamento sociale. Non sarà facile, perché la magistratura sta preparando una operazione repressiva in grande stile, come dimostrano le gite dei PM torinesi a Milano e in altre città. Non sarà facile, perché le prossime amministrative rischiano ancora una volta di assorbire troppe energie a discapito dell’azione quotidiana per gettare sabbia negli ingranaggi dell’occupazione militare.\r\nLa scommessa dei prossimi mesi sarà quella di riaprire gli spazi per l’azione diretta popolare, che la repressione e la violenza del governo stanno cercando di chiudere.\r\nIl governo e la lobby del Tav non hanno troppa paura dei sabotaggi o di un manipolo di amministratori No Tav, hanno invece gran timore di una nuova rivolta popolare che renda ingovernabile il territorio.\r\nA noi tutti il compito di rendere reali le loro paure.","15 Settembre 2013","2018-10-17 22:59:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/haywood-sabotagewww-color-200x110.jpg","Sabotaggi, intellettuali e fiammiferi","podcast",1379283095,[284,62,285,286],"http://radioblackout.org/tag/crainz/","http://radioblackout.org/tag/sabotaggio/","http://radioblackout.org/tag/salvadori/",[260,15,266,262],{"post_content":289},{"matched_tokens":290,"snippet":291,"value":292},[76,77],"sabotaggi delle ultime settimane verso \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark> – spesso aziende stracotte, plurifallite, in","Politici, imprenditori falliti, media hanno scatenato un attacco senza precedenti al movimento No Tav. Negli ultimi giorni sono scesi in campo anche intellettuali e storici, che rileggono gli eventi di oggi con la lente distorta di una narrazione che trascolora nel mito. Il mito degli anni di “piombo”, degli “antimoderni” moti luddisti, della perdita di consenso di avanguardie che scelgono la lotta armata.\r\nScomodare un termine ingombrante come “terrorismo” è normale per tanti giornalisti e commentatori politici. Il paragone tra la lotta armata di trent’anni fa e la resistenza No Tav ne è la pietra miliare.\r\nDa quando i PM Padalino e Rinaudo il 29 luglio hanno accusato una dozzina di ragazzi di associazione a scopo terroristico, affibbiandogli l’articolo 180 del codice, gli scritti su questo tema si sono moltiplicati. Le iniziative di lotta estive li hanno scatenati. Nella loro lente deformante sono finite le passeggiate di lotta in Clarea, i sabotaggi, i blocchi, persino la marcia simbolica degli over 50, simbolo del legame tra le generazioni, del filo robusto che lega tutti gli attivisti in una lotta in cui ogni tassello si incastra nel mosaico deciso collettivamente. I sabotaggi delle ultime settimane verso \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark> – spesso aziende stracotte, plurifallite, in odore di mafia – li hanno scatenati definitivamente.\r\nIn piena sintonia con i media la Procura torinese ha ordinato perquisizioni e limitazioni della libertà con scadenza sempre più ravvicinata. Ultimi i tre No Tav arrestati con l’accusa di violenza privata – ma la Procura voleva infilarci anche la tentata rapina – perché, secondo Erica De Blasi, giornalista del quotidiano “la Repubblica”, avrebbero fatto parte del folto gruppo di No Tav che avevano smascherato l’inganno con cui si era infiltrata nella manifestazione degli over 50. De Blasi si era finta una manifestante ed aveva scattato foto che, per sua stessa ammissione, erano destinate alla Digos. Per quest’episodio insignificante è stata scomodata la libertà di stampa, dimenticando che questa “giornalista” era venuta meno alla sua stessa deontologia professionale, ponendosi al servizio della polizia.\r\nNella guerra mediatica scatenata contro il movimento No Tav si inserisce il dossier uscito proprio sul quotidiano “la Repubblica” il 12 settembre.\r\nLo storico Salvadori tenta una genealogia della pratica del sabotaggio, ricostruendo la vicenda del movimento che, tra il 1811 e il 1816, scosse l’Inghilterra. La pratica della distruzione delle macchine viene descritta da Salvadori come una sorta di disperata resistenza alla miseria frutto delle nuove tecnologie produttive, che riducevano il bisogno di manodopera. Salvadori liquida la rivolta, che pure durò a lungo nonostante i manifestanti uccisi dalla polizia, le deportazioni e le condanne a morte, come ultimo inutile grido di un’epoca preindustriale condannata a sparire.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso con Cosimo Scarinzi, un sindacalista che si è occupato a fondo della pratica del sabotaggio all’interno del movimento dei lavoratori. Secondo Scarinzi la radicalità del movimento “luddista” non era una critica alle macchine, quanto la risposta alla ferocissima repressione che colpiva ogni forma di protesta. Lotte meno dure venivano sanzionate con la deportazione e la condanna a morte, non lasciando alcun margine di trattativa ai lavoratori che si ribellavano ad una miseria estrema. In questa situazione l’attacco alla macchine diviene il mezzo per tentare di piegare un padronato indisponibile a qualsiasi concessione.\r\nScarinzi esamina la pratica del sabotaggio, attraverso la storia del movimento operaio, che ne è attraversato costantemente, sia che si tratti di pratiche spontanee, che non si rivendicano come tali, sia che vengano assunte e valorizzate come uno dei tasselli della lotta contro lo sfruttamento capitalista. Nell’opuscolo “Sabotage” Emile Pouget, esponente del sindacalismo rivoluzionario di segno libertario teorizza esplicitamente l’utilizzo del sabotaggio come segno incontrovertibile dell’indisponibilità ad un compromesso con una società divisa in classi. In questo caso, al di là della materialità dell’agire, emerge la volontà di scoraggiare ogni tentativo di compromesso tra capitale e lavoro, demolendo nei fatti la propaganda che vorrebbe sfruttati e sfruttatori sulla stessa barca, con gli stessi interessi di fondo.\r\nAscolta qui la chiacchierata con Cosimo, che è proseguita con l'analisi del sabotaggio nella pratica dei lavoratori del secolo appena trascorso:\r\n2013 09 13 sabotaggio cosimo\r\n\r\nTorniamo al dossier di “la Repubblica”.\r\nNell’analisi di Salvadori, che pure prudentemente si limita alle rivolte inglesi all’epoca della cosiddetta “rivoluzione industriale”, si possono cogliere due elementi che spiegano le ragioni dell’inserimento in un paginone che si apre con un articolo di Guido Crainz dedicato ai sabotaggi contro l’alta velocità in Val Susa.\r\nIl primo elemento è il carattere antimoderno delle rivolte luddiste, il secondo è l’ineluttabilità della sconfitta di chi si batte contro un progresso inarrestabile. In altri termini l’articolo di Salvadori, anche al di là dell’esplicita volontà dell’autore, svolge il compito che la rivista di intelligence Gnosis affida all’”agente di influenza“, ossia orientare l’opinione pubblica, demolire la fiducia dei No Tav, insinuando il dubbio sulle prospettive della lotta.\r\nQuesti elementi ci consentono vedere la trama del mosaico che la lobby Si Tav sta componendo. Il governo alza il tiro, appesantisce la repressione, picchia, arresta, criminalizza. La speranza è dividere, spaventare il movimento per far emergere la componente più istituzionale e spezzare la resistenza dei No Tav, riducendoli a meri testimoni indignati dello scempio.\r\nLa spettacolarità insita negli attacchi con il fuoco alle \u003Cmark>ditte\u003C/mark>, che pure si collocano a pieno nell’alveo della lotta non violenta, da la stura alla retorica sulla violenza. Il pezzo di Crainz si apre con l’occhiello “le polemiche recenti sulle azioni contro (la) Tav in Val di Susa riprono la questione del confine tra diritto al dissenso e forme illegali di opposizione” nel sottotitolo diventa più esplicito con un secco “quando le proteste diventano violenza”. Il pezzo si caratterizza per una continua equiparazione tra illegalità e violenza, il che dimostra, al di là dell’insistito discettare sulla lotta non violenta, la fondamentale incomprensione del senso e dei modi di questa pratica. Non tutto quel che è illegale è necessariamente anche violento, che non tutto quel che è legale è non violento. Che spaccare una ruspa e spaccare la testa di qualcuno non siano gesti equivalenti mi pare non meriti dimostrazioni di sorta. Se in questo gioco si inserisce la distinzione tra legale ed illegale il quadro invece si intorbida.\r\nI poliziotti che spaccano le teste dei No Tav, che sparano in faccia lacrimogeni, che mandano in coma un attivista e cavano un occhio ad un altro non fanno che compiere il loro dovere.\r\nI governi di turno ne solo tanto convinti che hanno garantito una buona carriera a tutti i massacratori di Bolzaneto, nonostante, in questo caso, vi sia stata una sentenza di condanna della magistratura. Per la mezza dozzina di capri espiatori di quelle giornate di lotta sono scattate condanne sino a sedici anni di reclusione, nonostante avessero soltanto rotto delle cose.\r\nSe è di Stato vale anche la tortura, se è espressione di lotta sociale viene perseguito anche un semplice danneggiamento. Anzi. Si parla addirittura di terrorismo, l’espressione che venne usata negli anni Settanta per definire la lotta armata. Crainz considera le vicende della Diaz e Bolzaneto errori di percorso da evitare di offrire argomenti a chi vorrebbe una diversa organizzazione politica e sociale. Scivoloni pericolosi perché si fanno delle gran brutte figure.\r\nL’autore, echeggiando Salvadori, sostiene che il sabotaggio è sintomo di debolezza, di sconfitta, di separazione dal movimento popolare. Crainz richiama i fantasmi del “rozzo pedagogismo giacobino ‘del gesto esemplare’ e dell’avanguardia leninista” che, per disprezzo, si sostituiscono all’azione autonoma dei cittadini.\r\nSu questa base Crainz ricostruisce le lotte degli anni Settanta, rievocando le figure dei cattivi maestri e riducendo la dinamica sociale di quegli anni ad una sorta di gigantesca cupio dissolvi culminata nella lotta armata.\r\nParte dall’assunto che le forme di lotta più radicali sono legittime contro le dittature, non certo in un regime democratico.\r\nPeccato che la democrazia reale, non quella dei libri delle scuole elementari, sia quella della Diaz e di Bolzaneto, perché la “sospensione del diritto” non è l’eccezione ma la regola. Peggio. In questi anni la sospensione del diritto si è fatta regola. L’intera legislazione sull’immigrazione, i respingimenti collettivi, gli accordi con la Libia per l’outsourcing della detenzione, le guerre umanitarie, le bombe intelligenti, le carceri che scoppiano, i morti nelle caserme, i militari nelle strade, le proteste popolari sedate con gas e manganelli…\r\nLa sospensione del diritto si fa sempre regola, quando qualcuno si ribella a regole del gioco che garantiscono il ricambio delle elite, negando un reale spazio di partecipazione ai cittadini, sancendo come insuperabile una società divisa in classi, dove il profitto di pochi conta più della vita e della dignità dei più.\r\nCrainz conclude il pezzo ironizzando sugli intellettuali che giocano con i fiammiferi. Quelli come lui usano le penne come i poliziotti i manganelli. Un gioco stupido ma trasparente.\r\nGrande assente nell’analisi di Crainz è il movimento No Tav. Un movimento che non può essere ingabbiato in nessuno degli schemi in cui tanti analisti hanno provato ad incasellarlo negli anni. Un movimento che cresce e si alimenta della sue tante anime, che elabora le proprie strategie attraverso un lento e, a volte difficile, confronto. Un movimento radicale e radicato nel territorio. Un movimento che ha optato per l’azione diretta, che non delega a nessuno e ha deciso di resistere attivamente all’imposizione violenta di un’opera la cui unica utilità è il drenaggio di soldi pubblici a fini privati.\r\nIl movimento No Tav ha scelto alcuni mesi fa di appoggiare la pratica del sabotaggio. Di questa decisione restano poche tracce sui media, sia tra i cronisti che tra gli analisti, perché di fronte alla volontà di un’assemblea popolare tanti teoremi si sgretolano come neve al sole.\r\nIl movimento in questi mesi dovrà affrontare una sfida complessa: mantenere radicalità e radicamento sociale. Non sarà facile, perché la magistratura sta preparando una operazione repressiva in grande stile, come dimostrano le gite dei PM torinesi a Milano e in altre città. Non sarà facile, perché le prossime amministrative rischiano ancora una volta di assorbire troppe energie a discapito dell’azione quotidiana per gettare sabbia negli ingranaggi dell’occupazione militare.\r\nLa scommessa dei prossimi mesi sarà quella di riaprire gli spazi per l’azione diretta popolare, che la repressione e la violenza del governo stanno cercando di chiudere.\r\nIl governo e la lobby del Tav non hanno troppa paura dei sabotaggi o di un manipolo di amministratori No Tav, hanno invece gran timore di una nuova rivolta popolare che renda ingovernabile il territorio.\r\nA noi tutti il compito di rendere reali le loro paure.",[294],{"field":103,"matched_tokens":295,"snippet":291,"value":292},[76,77],{"best_field_score":143,"best_field_weight":144,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":145,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":298,"highlight":312,"highlights":317,"text_match":320,"text_match_info":321},{"comment_count":48,"id":299,"is_sticky":48,"permalink":300,"podcastfilter":301,"post_author":253,"post_content":302,"post_date":303,"post_excerpt":54,"post_id":299,"post_modified":304,"post_thumbnail":305,"post_title":306,"post_type":281,"sort_by_date":307,"tag_links":308,"tags":311},"20715","http://radioblackout.org/podcast/terrorismo-di-stato/",[253],"La Procura torinese ha attuato un ulteriore salto di qualità nella repressione degli attivisti No Tav.\r\nL'accusa di terrorismo per atti di mero sabotaggio non violento, la detenzione in regime di isolamento, il trattenimento e la censura della posta, e, da ultimo, il blocco dei colloqui con amici e parenti sono il segno di un irrigidimento disciplinare da tempi di guerra.\r\nD'altra parte, quando c'é il filo spinato, l'occupazione militare, i blindati, i lacrimogeni, i reduci dell'Afganistan, la guerra c'é già. In guerra è normale che la popolazione venga oppressa e chi resiste venga trattato da terrorista.\r\nPer capirne di più anarres ha intervistato Eugenio Losco, uno degli avvocati che difendono i No Tav accusati di terrorismo.\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2014 01 10 avv losco terrorismo\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDi seguito un testo discusso e condiviso tra i compagni e le compagne della Federazione Anarchica di Torino.\r\n\r\nLunedì 13 gennaio il Riesame ha confermato gli arresti per i quattro anarchici arrestati il 9 dicembre con l'accusa di aver partecipato all'azione di sabotaggio del cantiere della Maddalena della notte tra il 12 e il 13 maggio dello scorso anno. Accolto interamente l'impianto accusatorio del Gip Giampieri e dei PM Rinaudo e Padalino, che, oltre all'imputazione di uso di armi da guerra, avevano formulato l'accusa di attentato per fini di terrorismo.\r\nGli articoli del codice sono il 280 e il 280 bis.\r\nL'articolo 280 contempla il reato di \"attentato per finalità terroristiche o di eversione\". Ed è così formulato: \"Chiunque per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico attenta alla vita od alla incolumità di una persona, è punito, nel primo caso, con la reclusione non inferiore ad anni venti e, nel secondo caso, con la reclusione non inferiore ad anni sei.\"\r\nL'articolo 280 bis, \"Atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi\" prevede che \"salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque per finalità di terrorismo compie qualsiasi atto diretto a danneggiare cose mobili o immobili altrui, mediante l'uso di dispositivi esplosivi o comunque micidiali, è punito con la reclusione da due a cinque anni\".\r\nQuella notte venne danneggiato un compressore. Nonostante non sia stato ferito nessuno, gli attivisti sono stati accusati di aver tentato di colpire gli operai del cantiere e i militari di guardia. Una follia. una lucida follia.\r\nCome si configura il terrorismo? Qual è la differenza tra un danneggiamento e l'attentato terrorista? Come si trasforma un'azione di sabotaggio in un atto terrorista?\r\nL'ordinamento mette a disposizione delle procure l'articolo 270 sexies, l'ultima incarnazione del famigerato 270, l'articolo che descrive i reati associativi di natura politica. Il 270 sexies fu frutto dell'onda emotiva seguita ai sanguinosi attentati di Londra e Madrid, delle bombe su treni e metropolitane che fecero centinaia di morti nelle due capitali europee, l'ennesimo episodio nella guerra di Al Quaeda agli infedeli. La Jihad del secondo millennio.\r\nDal 270 sexies i PM torinesi hanno desunto la definizione di terrorismo sulla quale hanno incardinato l'imputazione contro i quattro No Tav arrestati il 9 dicembre. Per questa norma \"sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un'organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un'organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto (…)\".\r\nNelle motivazioni della decisione del riesame di mantenere in carcere i quattro attivisti No Tav si legge: “È ravvisabile la finalità di terrorismo tenuto conto che l’azione è idonea, per contesto e natura, a cagionare grave danno al Paese, ed è stata posta in essere allo scopo di costringere i pubblici poteri ad astenersi dalla realizzazione di un’opera pubblica di rilevanza internazionale”.\r\nChiunque si opponga concretamente ad una decisione dello Stato italiano o dell'Unione Europea rischia di incappare nell'accusa di terrorismo.\r\nIl meccanismo che ha portato in galera i quattro No Tav potrebbe essere in ogni momento esteso a chiunque lotti contro le scelte del governo non condivise. In questo caso la lotta tocca una vasta parte della popolazione valsusina e di quanti negli anni ne hanno condiviso motivazioni e percorsi.\r\nUn fatto gravissimo.\r\nNon è “soltanto” in gioco la libertà di quattro attivisti ma quella di tutti. Se il teorema che equipara le lotte al terrorismo dovesse passare, la possibilità di opporsi sarebbe negata in modo drastico.\r\nIn questi anni, di fronte alle manifestazioni più nette della criminalità del potere tanti hanno parlato di \"democrazia tradita\". Una illusione. Una illusione pericolosa, perché ha in se l'idea che questo sistema sia correggibile, che la violenza delle forze dell'ordine, la ferocia della macchina delle espulsioni, l'inumanità delle galere, la tortura nelle caserme, i pestaggi nei CIE e per le strade, le facce spaccate dai manganelli, le gole bruciate dai lacrimogeni, i lavoratori che muoiono di lavoro, i veleni che ammorbano la terra siano eccezioni, gravi, estese, durevoli ma eccezioni. La democrazia avrebbe in se gli anticorpi per eliminare i mali che la affliggono, per correggere la rotta, costruire partecipazione nella libertà.\r\nL'introduzione nell'ordinamento di norme come il 270 sexies e il suo utilizzo contro attivisti No Tav è lo specchio di una democrazia che lungi dall'essere tradita, tradisce la propria intima natura, (di)mostra che l'unica possibilità offerta al dissenso è la testimonianza ineffettuale.\r\nPezzo dopo pezzo sono state demolite le pur esigue garanzie offerte a chi disapprova le scelte del governo, delle istituzioni locali, delle organizzazioni padronali e dei sindacati di Stato. L'accordo stipulato il 31 maggio 2013 tra CGIL, CISL, UIL e Confindustria, che esclude dalla rappresentanza chi non ne accetta le regole e punisce chi sciopera contro, ne è il segno.\r\nIn questi anni le Procure hanno giocato un ruolo sempre più netto nel disciplinamento dell'opposizione politica e sociale.\r\nSpesso non è stato neppure necessario modificare le norme: è bastato un uso molto disinvolto di quelle che c'erano. Una vera torsione del diritto per ottenere anni di carcere e lunghe detenzioni.\r\nReati da tempi di guerra come \"devastazione e saccheggio\", l'utilizzo di fattispecie come \"associazione sovversiva\", \"violenza privata\", “associazione a delinquere”, \"resistenza a pubblico ufficiale\", \"vilipendio\" della sacralità delle istituzioni sono le leve potenti utilizzate per colpire chi agisce per costruire relazioni all'insegna della partecipazione, dell'eguaglianza, della libertà.\r\nIn questi anni Torino è stata ed è uno dei laboratori dove si sperimentano le strategie repressive delle Procure. Si va dall’accusa – poi caduta – di “devastazione e saccheggio” per una manifestazione antifascista come tante, sino al tentativo di trasformare le lotte antirazziste in un’associazione a delinquere, che sebbene sia fallito, non ha tuttavia distolto la Procura torinese dall’imbastire due maxi processi contro gli antirazzisti, che rischiano lunghi anni di detenzione per banali episodi di contestazione e lotta.\r\nL'adozione di misure che per via amministrativa consentono la limitazione della libertà come fogli di via, divieti e obblighi di dimora sono distribuite a piene mani per mettere i bastoni tra le ruote dei movimenti.\r\nPersino le \"normali\" garanzie vengono fatte a pezzi in processi che per l'impianto e per le modalità di svolgimento negano l'esercizio dei cosiddetti diritti di difesa.\r\nNel processo in cui sono alla sbarra 52 No Tav per le giornate di lotta del 27 giugno e del 3 luglio 2011, persino gli avvocati hanno dovuto prendere posizione pubblica contro la Procura perché ai difensori è consentita a malapena la presenza. Un processo farsa: la sentenza pare già scritta. La corte ha imposto due udienze a settimana di dieci ore, senza certezza sul calendario dei testimoni e senza spazio per le difese. Oggi la soluzione disciplinare è l'unico approdo dei governi che hanno delegato all'apparato giudiziario la gestione dei nodi che non riescono ad affrontare. Dalla legge elettorale, a quella sulle droghe, dalla terra dei fuochi alla demolizione dei movimenti di opposizione la parola è passata ai gestori della guerra, dell’ordine pubblico e dei tribunali.\r\nNel solo movimento No Tav sono ormai diverse centinaia gli attivisti finiti nel mirino della magistratura.\r\nL'arresto di quattro attivisti No Tav con l'accusa di terrorismo non è certo giunto inaspettato. Sin da maggio i media e i politici hanno parlato di terrorismo. Prima della Procura torinese, l'accusa che ha privato della libertà Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò è stata formulata nelle redazioni dei giornali e nelle segreterie dei partiti.\r\nLa determinazione ad affondare sempre più nella carne viva del movimento contro la Torino Lyon aumenta quando il movimento lancia un segnale forte. Inequivocabile. Le decine di migliaia di persone che hanno partecipato alla manifestazione dello scorso 16 novembre a Susa sono la dimostrazione che il movimento, nelle sue varie componenti, non è disponibile a trasformarsi in mero testimone dello scempio. In quella manifestazione era esplicito l'appoggio alle azioni di resistenza attiva e alle centinaia di No Tav colpiti dalla repressione per aver partecipato alla lotta, mettendosi in mezzo, partecipando a blocchi, azioni, occupazioni, sabotaggi.\r\nDue settimane dopo sono scattati gli arresti.\r\nIl governo usa sempre di più la mano dura contro chi non si piega e continua a lottare. Lo scopo è chiaro: seminare il terrore tra i No Tav, spaventare la popolazione della Val Susa, far paura ai tanti che in questi anni, chi più e chi meno, chi in prima fila, chi in ultima si sono messi di mezzo, hanno costruito presidi, eretto barricate, bloccato strade e ferrovie, hanno boicottato e sabotato il cantiere e le ditte collaborazioniste, si sono difesi dall’occupazione militare e dalla distruzione del territorio.\r\nIn questi ultimi due anni e mezzo si è allungata la lista degli attivisti feriti, gasati, pestati, torturati. Quest’estate la polizia ha anche molestato sessualmente una No Tav. Qualcuno ha anche rischiato di morire per le botte, che hanno rotto teste, spezzato gambe e braccia, accecato.\r\nQuesto è terrorismo di Stato. Non uno slogan ma la realtà che stiamo vivendo. In Val Susa, ma non solo.\r\nLa repressione si sta inasprendo perché il governo si prepara ad attaccare in bassa valle, dove si stanno preparando ai lavori preliminari per aprire il cantiere del mega tunnel a Susa.\r\nNei prossimi mesi proveranno a fare i lavori per spostare l’autoporto da Susa a Bruzolo e il servizio”Guida Sicura” da Susa ad Avigliana.\r\nSeminare il terrore tra la popolazione è l’ultima carta da giocare perché il governo sa bene che in bassa valle la partita potrebbe essere molto più difficile che a Chiomonte, in una zona isolata, senza abitazioni, raggiungibile solo a piedi.\r\nIn questa strategia del terrore ci sono sia gli arresti per terrorismo sia la condanna al pagamento di oltre 200.000 euro per Alberto, Giorgio e Loredana tre attivisti, accusati di aver danneggiato gli affari di LTF, il general contractor dell’opera, per aver impedito un sondaggio proprio all’autoporto di Susa. Pagare cifre simili non è alla portata di tutti: si rischia di perdere la casa, l’auto, un quinto dello stipendio o della pensione. Il governo spera che di fronte a decenni di galera, alla perdita di quello chi si ha per campare, qualcuno anche se non ha cambiato idea, si tiri indietro.\r\nLa scommessa è far si che si sbaglino.\r\nIl governo sa che l’apertura dei cantieri a Susa non sarà una passeggiata. Sa che in molti si metteranno di mezzo, sa che i più li sosterranno. Ma per vincere la partita non basterà.\r\nOggi tutti plaudono e molti agiscono. Per mettersi in mezzo basta poco, anche una sedia in mezzo alla strada. Se saranno tante quando tireranno giù la prima barricata ne troveranno un’altra poco lontano.\r\nSe ancora una volta il movimento saprà rendere ingovernabile un intero territorio per i nostri avversari sarà di nuovo dura.\r\nIl 22 febbraio il movimento No Tav ha lanciato una giornata di lotta nazionale – ognuno sul proprio territorio – contro la repressione e contro il Tav e le altre grandi opere inutili e dannose.\r\nSarà una buona occasione per inceppare il terrorismo di Stato.\r\n°°°°\r\nChi ci vuole contattare per commentare il testo ci può scrivere ad anarres@inventati.org","22 Gennaio 2014","2019-01-31 12:41:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/compressore-200x110.jpg","Terrorismo di Stato",1390417059,[309,62,310],"http://radioblackout.org/tag/arresti-no-tav/","http://radioblackout.org/tag/terrorismo/",[268,15,264],{"post_content":313},{"matched_tokens":314,"snippet":315,"value":316},[76,77],"sabotato il cantiere e le \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark>, si sono difesi dall’occupazione militare e","La Procura torinese ha attuato un ulteriore salto di qualità nella repressione degli attivisti No Tav.\r\nL'accusa di terrorismo per atti di mero sabotaggio non violento, la detenzione in regime di isolamento, il trattenimento e la censura della posta, e, da ultimo, il blocco dei colloqui con amici e parenti sono il segno di un irrigidimento disciplinare da tempi di guerra.\r\nD'altra parte, quando c'é il filo spinato, l'occupazione militare, i blindati, i lacrimogeni, i reduci dell'Afganistan, la guerra c'é già. In guerra è normale che la popolazione venga oppressa e chi resiste venga trattato da terrorista.\r\nPer capirne di più anarres ha intervistato Eugenio Losco, uno degli avvocati che difendono i No Tav accusati di terrorismo.\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2014 01 10 avv losco terrorismo\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDi seguito un testo discusso e condiviso tra i compagni e le compagne della Federazione Anarchica di Torino.\r\n\r\nLunedì 13 gennaio il Riesame ha confermato gli arresti per i quattro anarchici arrestati il 9 dicembre con l'accusa di aver partecipato all'azione di sabotaggio del cantiere della Maddalena della notte tra il 12 e il 13 maggio dello scorso anno. Accolto interamente l'impianto accusatorio del Gip Giampieri e dei PM Rinaudo e Padalino, che, oltre all'imputazione di uso di armi da guerra, avevano formulato l'accusa di attentato per fini di terrorismo.\r\nGli articoli del codice sono il 280 e il 280 bis.\r\nL'articolo 280 contempla il reato di \"attentato per finalità terroristiche o di eversione\". Ed è così formulato: \"Chiunque per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico attenta alla vita od alla incolumità di una persona, è punito, nel primo caso, con la reclusione non inferiore ad anni venti e, nel secondo caso, con la reclusione non inferiore ad anni sei.\"\r\nL'articolo 280 bis, \"Atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi\" prevede che \"salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque per finalità di terrorismo compie qualsiasi atto diretto a danneggiare cose mobili o immobili altrui, mediante l'uso di dispositivi esplosivi o comunque micidiali, è punito con la reclusione da due a cinque anni\".\r\nQuella notte venne danneggiato un compressore. Nonostante non sia stato ferito nessuno, gli attivisti sono stati accusati di aver tentato di colpire gli operai del cantiere e i militari di guardia. Una follia. una lucida follia.\r\nCome si configura il terrorismo? Qual è la differenza tra un danneggiamento e l'attentato terrorista? Come si trasforma un'azione di sabotaggio in un atto terrorista?\r\nL'ordinamento mette a disposizione delle procure l'articolo 270 sexies, l'ultima incarnazione del famigerato 270, l'articolo che descrive i reati associativi di natura politica. Il 270 sexies fu frutto dell'onda emotiva seguita ai sanguinosi attentati di Londra e Madrid, delle bombe su treni e metropolitane che fecero centinaia di morti nelle due capitali europee, l'ennesimo episodio nella guerra di Al Quaeda agli infedeli. La Jihad del secondo millennio.\r\nDal 270 sexies i PM torinesi hanno desunto la definizione di terrorismo sulla quale hanno incardinato l'imputazione contro i quattro No Tav arrestati il 9 dicembre. Per questa norma \"sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un'organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un'organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto (…)\".\r\nNelle motivazioni della decisione del riesame di mantenere in carcere i quattro attivisti No Tav si legge: “È ravvisabile la finalità di terrorismo tenuto conto che l’azione è idonea, per contesto e natura, a cagionare grave danno al Paese, ed è stata posta in essere allo scopo di costringere i pubblici poteri ad astenersi dalla realizzazione di un’opera pubblica di rilevanza internazionale”.\r\nChiunque si opponga concretamente ad una decisione dello Stato italiano o dell'Unione Europea rischia di incappare nell'accusa di terrorismo.\r\nIl meccanismo che ha portato in galera i quattro No Tav potrebbe essere in ogni momento esteso a chiunque lotti contro le scelte del governo non condivise. In questo caso la lotta tocca una vasta parte della popolazione valsusina e di quanti negli anni ne hanno condiviso motivazioni e percorsi.\r\nUn fatto gravissimo.\r\nNon è “soltanto” in gioco la libertà di quattro attivisti ma quella di tutti. Se il teorema che equipara le lotte al terrorismo dovesse passare, la possibilità di opporsi sarebbe negata in modo drastico.\r\nIn questi anni, di fronte alle manifestazioni più nette della criminalità del potere tanti hanno parlato di \"democrazia tradita\". Una illusione. Una illusione pericolosa, perché ha in se l'idea che questo sistema sia correggibile, che la violenza delle forze dell'ordine, la ferocia della macchina delle espulsioni, l'inumanità delle galere, la tortura nelle caserme, i pestaggi nei CIE e per le strade, le facce spaccate dai manganelli, le gole bruciate dai lacrimogeni, i lavoratori che muoiono di lavoro, i veleni che ammorbano la terra siano eccezioni, gravi, estese, durevoli ma eccezioni. La democrazia avrebbe in se gli anticorpi per eliminare i mali che la affliggono, per correggere la rotta, costruire partecipazione nella libertà.\r\nL'introduzione nell'ordinamento di norme come il 270 sexies e il suo utilizzo contro attivisti No Tav è lo specchio di una democrazia che lungi dall'essere tradita, tradisce la propria intima natura, (di)mostra che l'unica possibilità offerta al dissenso è la testimonianza ineffettuale.\r\nPezzo dopo pezzo sono state demolite le pur esigue garanzie offerte a chi disapprova le scelte del governo, delle istituzioni locali, delle organizzazioni padronali e dei sindacati di Stato. L'accordo stipulato il 31 maggio 2013 tra CGIL, CISL, UIL e Confindustria, che esclude dalla rappresentanza chi non ne accetta le regole e punisce chi sciopera contro, ne è il segno.\r\nIn questi anni le Procure hanno giocato un ruolo sempre più netto nel disciplinamento dell'opposizione politica e sociale.\r\nSpesso non è stato neppure necessario modificare le norme: è bastato un uso molto disinvolto di quelle che c'erano. Una vera torsione del diritto per ottenere anni di carcere e lunghe detenzioni.\r\nReati da tempi di guerra come \"devastazione e saccheggio\", l'utilizzo di fattispecie come \"associazione sovversiva\", \"violenza privata\", “associazione a delinquere”, \"resistenza a pubblico ufficiale\", \"vilipendio\" della sacralità delle istituzioni sono le leve potenti utilizzate per colpire chi agisce per costruire relazioni all'insegna della partecipazione, dell'eguaglianza, della libertà.\r\nIn questi anni Torino è stata ed è uno dei laboratori dove si sperimentano le strategie repressive delle Procure. Si va dall’accusa – poi caduta – di “devastazione e saccheggio” per una manifestazione antifascista come tante, sino al tentativo di trasformare le lotte antirazziste in un’associazione a delinquere, che sebbene sia fallito, non ha tuttavia distolto la Procura torinese dall’imbastire due maxi processi contro gli antirazzisti, che rischiano lunghi anni di detenzione per banali episodi di contestazione e lotta.\r\nL'adozione di misure che per via amministrativa consentono la limitazione della libertà come fogli di via, divieti e obblighi di dimora sono distribuite a piene mani per mettere i bastoni tra le ruote dei movimenti.\r\nPersino le \"normali\" garanzie vengono fatte a pezzi in processi che per l'impianto e per le modalità di svolgimento negano l'esercizio dei cosiddetti diritti di difesa.\r\nNel processo in cui sono alla sbarra 52 No Tav per le giornate di lotta del 27 giugno e del 3 luglio 2011, persino gli avvocati hanno dovuto prendere posizione pubblica contro la Procura perché ai difensori è consentita a malapena la presenza. Un processo farsa: la sentenza pare già scritta. La corte ha imposto due udienze a settimana di dieci ore, senza certezza sul calendario dei testimoni e senza spazio per le difese. Oggi la soluzione disciplinare è l'unico approdo dei governi che hanno delegato all'apparato giudiziario la gestione dei nodi che non riescono ad affrontare. Dalla legge elettorale, a quella sulle droghe, dalla terra dei fuochi alla demolizione dei movimenti di opposizione la parola è passata ai gestori della guerra, dell’ordine pubblico e dei tribunali.\r\nNel solo movimento No Tav sono ormai diverse centinaia gli attivisti finiti nel mirino della magistratura.\r\nL'arresto di quattro attivisti No Tav con l'accusa di terrorismo non è certo giunto inaspettato. Sin da maggio i media e i politici hanno parlato di terrorismo. Prima della Procura torinese, l'accusa che ha privato della libertà Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò è stata formulata nelle redazioni dei giornali e nelle segreterie dei partiti.\r\nLa determinazione ad affondare sempre più nella carne viva del movimento contro la Torino Lyon aumenta quando il movimento lancia un segnale forte. Inequivocabile. Le decine di migliaia di persone che hanno partecipato alla manifestazione dello scorso 16 novembre a Susa sono la dimostrazione che il movimento, nelle sue varie componenti, non è disponibile a trasformarsi in mero testimone dello scempio. In quella manifestazione era esplicito l'appoggio alle azioni di resistenza attiva e alle centinaia di No Tav colpiti dalla repressione per aver partecipato alla lotta, mettendosi in mezzo, partecipando a blocchi, azioni, occupazioni, sabotaggi.\r\nDue settimane dopo sono scattati gli arresti.\r\nIl governo usa sempre di più la mano dura contro chi non si piega e continua a lottare. Lo scopo è chiaro: seminare il terrore tra i No Tav, spaventare la popolazione della Val Susa, far paura ai tanti che in questi anni, chi più e chi meno, chi in prima fila, chi in ultima si sono messi di mezzo, hanno costruito presidi, eretto barricate, bloccato strade e ferrovie, hanno boicottato e sabotato il cantiere e le \u003Cmark>ditte\u003C/mark> \u003Cmark>collaborazioniste\u003C/mark>, si sono difesi dall’occupazione militare e dalla distruzione del territorio.\r\nIn questi ultimi due anni e mezzo si è allungata la lista degli attivisti feriti, gasati, pestati, torturati. Quest’estate la polizia ha anche molestato sessualmente una No Tav. Qualcuno ha anche rischiato di morire per le botte, che hanno rotto teste, spezzato gambe e braccia, accecato.\r\nQuesto è terrorismo di Stato. Non uno slogan ma la realtà che stiamo vivendo. In Val Susa, ma non solo.\r\nLa repressione si sta inasprendo perché il governo si prepara ad attaccare in bassa valle, dove si stanno preparando ai lavori preliminari per aprire il cantiere del mega tunnel a Susa.\r\nNei prossimi mesi proveranno a fare i lavori per spostare l’autoporto da Susa a Bruzolo e il servizio”Guida Sicura” da Susa ad Avigliana.\r\nSeminare il terrore tra la popolazione è l’ultima carta da giocare perché il governo sa bene che in bassa valle la partita potrebbe essere molto più difficile che a Chiomonte, in una zona isolata, senza abitazioni, raggiungibile solo a piedi.\r\nIn questa strategia del terrore ci sono sia gli arresti per terrorismo sia la condanna al pagamento di oltre 200.000 euro per Alberto, Giorgio e Loredana tre attivisti, accusati di aver danneggiato gli affari di LTF, il general contractor dell’opera, per aver impedito un sondaggio proprio all’autoporto di Susa. Pagare cifre simili non è alla portata di tutti: si rischia di perdere la casa, l’auto, un quinto dello stipendio o della pensione. Il governo spera che di fronte a decenni di galera, alla perdita di quello chi si ha per campare, qualcuno anche se non ha cambiato idea, si tiri indietro.\r\nLa scommessa è far si che si sbaglino.\r\nIl governo sa che l’apertura dei cantieri a Susa non sarà una passeggiata. Sa che in molti si metteranno di mezzo, sa che i più li sosterranno. Ma per vincere la partita non basterà.\r\nOggi tutti plaudono e molti agiscono. Per mettersi in mezzo basta poco, anche una sedia in mezzo alla strada. Se saranno tante quando tireranno giù la prima barricata ne troveranno un’altra poco lontano.\r\nSe ancora una volta il movimento saprà rendere ingovernabile un intero territorio per i nostri avversari sarà di nuovo dura.\r\nIl 22 febbraio il movimento No Tav ha lanciato una giornata di lotta nazionale – ognuno sul proprio territorio – contro la repressione e contro il Tav e le altre grandi opere inutili e dannose.\r\nSarà una buona occasione per inceppare il terrorismo di Stato.\r\n°°°°\r\nChi ci vuole contattare per commentare il testo ci può scrivere ad anarres@inventati.org",[318],{"field":103,"matched_tokens":319,"snippet":315,"value":316},[76,77],1157451437081362400,{"best_field_score":322,"best_field_weight":144,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":323,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":22},"2211881091072","1157451437081362545",6637,{"collection_name":281,"first_q":68,"per_page":247,"q":68},4,["Reactive",328],{},["Set"],["ShallowReactive",331],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fGR8aoQSc4GvtoNPH7Jap9A371kN2v2iv7YzzaXYFb7w":-1},true,"/search?query=ditte+collaborazioniste"]