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Riflessioni sulla guerra che torna nel cuore dell’Europa: gli scossoni di assestamento della lunga ondata tellurica iniziata con la caduta del muro di Berlino.\r\nDi fronte al conflitto in corso in Ucraina, che vede attualmente la Federazione Russa in fase d'attacco, riaffermiamo il nostro totale rifiuto degli imperialismi degli Stati e delle coalizioni contendenti, NATO e OTSC.\r\nLe politiche di potenza degli Stati, i nazionalismi, le piccole patrie, sono solo paraventi per nascondere lo sfruttamento delle classi lavoratrici, delle risorse, dei territori. Le ricadute di questa guerra sono estremamente gravi, in primis per le popolazioni civili delle zone interessate che si trovano da anni in una situazione di conflitto e privazione materiale.\r\nMa questo conflitto riguarda anche lavoratori e lavoratrici di tutta Europa, che stanno già vedendo i loro redditi falcidiati dagli aumenti dei costi dell'energia e dei beni di prima necessità, nonché dal taglio della spesa pubblica sociale a beneficio dell'aumento delle spese militari.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo\r\nLeggi qui il suo articolo\r\n\r\n\r\nMorti e feriti della guerra del lavoro\r\nIn Italia ci sono stati, nel 2021, 555.236 infortuni sul lavoro. Più di mezzo milione di persone hanno subito danni, lesioni permanenti, in qualche caso sono morte: un tributo in sangue pagato annualmente al profitto e considerato \"normale\" da governo, padroni e sindacati.\r\nI dati degli infortuni e delle morti sul lavoro sono un preciso indice del livello dello sfruttamento. 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