","Superbonus. Rischio boomerang","post",1657711954,[45,46,47],"http://radioblackout.org/tag/ecobonus/","http://radioblackout.org/tag/economia-del-mattone/","http://radioblackout.org/tag/superbonus/",[15,19,17],{"post_content":50,"tags":55},{"matched_tokens":51,"snippet":53,"value":54},[52],"del","ha segnato tutta la storia \u003Cmark>del\u003C/mark> Balpaese, dalle colate di calcestruzzo","Quando i governi decidono di far girare i soldi puntano su grandi opere e cementificazione: una pratica che ha segnato tutta la storia \u003Cmark>del\u003C/mark> Balpaese, dalle colate di calcestruzzo degli anni Sessanta ai giorni nostri, quando l’operazione si mette in “verde” ed indossa le vesti dell’ecobonus. In questi anni di incentivi è cresciuta una gigantesca bolla speculativa.\r\nIl superbonus nasce con il decreto rilancio \u003Cmark>del\u003C/mark> 2020: lo scopo dichiarato è quello di far ripartire l’economia, facendo leva sul recupero \u003Cmark>del\u003C/mark> patrimonio edilizio esistente, riqualificando edifici vecchi ed energivori. Tra pandemia e norme troppo stringenti è decollato male e tardi. Ne hanno beneficiato soprattutto i proprietari di ville ed edifici di pregio, gli unici che avrebbero potuto permettersi di pagare le ristrutturazioni.\r\nNei condomini dove i proprietari non avrebbero mai potuto permettersi di pagare gli interventi previsti dai bonus, le procedure partono tardi e male. Nascono società che hanno l’unico scopo di usufruire \u003Cmark>del\u003C/mark> bonus e poi sparire: si calcolano quasi sei miliardi di potenziali truffe.\r\nIl provvedimento oggi è nel mirino delle forze politiche che lo stanno indicando come legge-bandiera dei pentastellati. In realtà, in prima battuta, tutte le componenti \u003Cmark>del\u003C/mark> governo provarono ad attribuirsene il merito. É probabile che verranno imposti dei limiti che renderanno impossibile portare a termine tutti gli interventi programmati. Oggi ci sono oltre 38 miliardi di ristrutturazioni autorizzate. Il rischio per i proprietari di piccoli alloggi di poco pregio, se i tempi non saranno rispettati o i coefficienti ridotti è di dover pagare rate enormi, che non sarebbero in grado di pagare, mettendo in pericolo la propria stessa abitazione.\r\nChi partisse ora non avrebbe alcuna certezza di copertura.\r\nUn provvedimento che poteva apparire ragionevole si è trasformato in una regalia per i proprietari più ricchi ed in un potenziale vulnus per i più poveri.\r\nNe abbiamo parlato con Renato Strumia, economista\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/2022-07-12-strumia-ecobonus.mp3\"][/audio]",[56,58,63],{"matched_tokens":57,"snippet":15},[],{"matched_tokens":59,"snippet":62},[60,52,61],"economia","mattone","\u003Cmark>economia\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>mattone\u003C/mark>",{"matched_tokens":64,"snippet":17},[],[66,71],{"field":20,"indices":67,"matched_tokens":68,"snippets":70},[14],[69],[60,52,61],[62],{"field":72,"matched_tokens":73,"snippet":53,"value":54},"post_content",[52],1736172819517538300,{"best_field_score":76,"best_field_weight":77,"fields_matched":78,"num_tokens_dropped":31,"score":79,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":31},"3315704398080",13,2,"1736172819517538410",6646,{"collection_name":42,"first_q":19,"per_page":82,"q":19},6,{"facet_counts":84,"found":78,"hits":106,"out_of":174,"page":14,"request_params":175,"search_cutoff":21,"search_time_ms":176},[85,91],{"counts":86,"field_name":89,"sampled":21,"stats":90},[87],{"count":78,"highlighted":88,"value":88},"anarres","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":92,"field_name":20,"sampled":21,"stats":105},[93,95,97,99,101,103],{"count":14,"highlighted":94,"value":94},"rom",{"count":14,"highlighted":96,"value":96},"torino",{"count":14,"highlighted":98,"value":98},"sgombero",{"count":14,"highlighted":100,"value":100},"lungo stura lazio",{"count":14,"highlighted":102,"value":102},"la città possibile",{"count":14,"highlighted":104,"value":104},"chi lucra sui campi rom?",{"total_values":82},[107,141],{"document":108,"highlight":127,"highlights":132,"text_match":135,"text_match_info":136},{"comment_count":31,"id":109,"is_sticky":31,"permalink":110,"podcastfilter":111,"post_author":88,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":37,"post_id":109,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_title":116,"post_type":117,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":126},"28267","http://radioblackout.org/podcast/rom-ruspe-e-polizia-e-business-in-lungo-stura/",[88],"I poliziotti si sono fatti il selfie: sorridevano ed ammiccavano mentre immortalavano la propria “impresa”. Sullo sfondo la devastazione del campo di Lungo Stura Lazio a Torino: le baracche schiacciate, i tubi annodati, i panni stesi buttati tra la polvere.\r\nIl giorno prima erano andati ad avvertire una decina di famiglie. In realtà l’operazione di sgombero è stata molto più ampia. La maggior parte delle persone non sapeva nulla.\r\nAlle 7 del mattino di giovedì 26 febbraio sono arrivati centinaia di poliziotti, vigili urbani del nucleo “nomadi”, quelli con in dotazione il tonfa, il manganello estensibile.\r\nSono state buttate in strada circa 200 persone del campo rom di Lungo Stura Lazio a Torino, il più grande della città. Le ruspe che hanno distrutto le baracche non si sono fermate neppure di fronte agli oltre 100 bambini, donne incinte, persone malate, anziani, un disabile. Le istituzioni hanno sgomberato senza offrire alcuna alternativa abitativa.\r\nQuesta vergognosa operazione fa parte del megaprogetto-vetrina “La città possibile”, un progetto che vale oltre 5 milioni di euro.\r\nCon questi fondi (ministeriali) si è previsto l’inserimento abitativo (a termine) in case per sole 15 famiglie, le restanti sono state piazzate in situazioni di social housing, mentre buona parte degli abitanti del campo – fonti “interne” al progetto stamattina parlano di 600 persone – viene semplicemente buttata in mezzo ad una strada (200 persone il 26 febbraio, le restanti entro il 31 marzo).\r\nI criteri con cui questa operazione di “divide et impera” è stata gestita sono estremamente opachi, arbitrari e neppure tanto velatamente razzisti: c’è chi semplicemente non è stato ritenuto “idoneo” a vivere in autonomia, nonostante lavori, abbia minori a carico o sia malato, magari perché non scolarizzato o perché non ha dichiarato di essere “rumenizzato”, come nel caso di gran parte delle famiglie sgomberate oggi. In particolare quelle della “Fossa”. La “Fossa” è la parte del campo più bassa, vicina alle rive del fiume, in un’area pericolosa per il concreto rischio di esondazioni.\r\nLì abitavano famiglie che vengono chiamate “colorate”, perché, specie le donne indossano gonne lunghe, fazzoletti, scialli, calze dai colori vivaci. Sono rom che non fingono di non esserlo, un peccato capitale, che li condanna a non essere considerati adatti “all’emersione dal campo”.\r\nChi viene sbattuto in strada non potrà fare altro che andare a riparare in un altro campo rom della città ed il ciclo degli sgomberi e della “gestione dell’emergenza” (case temporanee e social housing, il tutto a gestione delle solite cooperative) potrà continuare ad infinitum, rappresentando una vera e propria economia che fa comodo a molti interessi forti.\r\nBraccio operativo del progetto sono Valdocco, AIZO, Terra del Fuoco, Liberitutti, Stranaidea e Croce Rossa, cui è stato affidato l’appalto milionario. Alla Croce Rossa, ormai esperta, dopo tre lustri al CIE, il compito di “sorvegliare” che le aree sgomberate non vengano occupate nuovamente.\r\nEsponenti di Valdocco hanno dichiarato al quotidiano “La Stampa” che avrebbero vigilato affinché chi era stato cacciato non tornasse.\r\n\r\nLa mattina dello sgombero in Lungo Stura il freddo era pungente. La gente ha assistito attonita alla distruzione di povere baracche che per loro erano una casa. Il comune di Torino si vanta di essere in prima fila nel “superamento” dei campi: li “supera” mandando le ruspe ad abbattere le povere abitazioni costruite lungo il fiume, in un posto dove nessuno vorrebbe vivere se avesse la possibilità di scegliere.\r\nAlcuni bambini quella mattina erano a scuola: al ritorno non hanno trovato più nulla. Per molti di loro l’inserimento scolastico nelle elementari della zona, riuscito nonostante il razzismo dilagante, diventerà un ricordo. Obbligati a nascondersi come randagi inseguiti dall’accalappiacani non potranno tornare in aula.\r\nIl giorno successivo i comitati razzisti animati da Lega Nord e Fratelli d’Italia, Forza Nuova e Casa Pound hanno plaudito ma la canea razzista non si è placata, invocando altri sgomberi.\r\nNon dubitiamo che verranno presto accontentati.\r\nI rom “buoni” negli stanzoni del social housing, con regole da caserma, gli altri in strada.\r\nL’ordine regna nella bella vetrina di una città targata PD.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Gianluca Vitale, avvocato da sempre in prima fila sul fronte dell'immigrazione.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 02 27 rom vitale","3 Marzo 2015","2018-10-17 22:59:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/sgombero-lungo-stura-200x110.jpg","Rom. Ruspe, polizia e business in Lungo Stura","podcast",1425404951,[120,121,122,123,124,125],"http://radioblackout.org/tag/chi-lucra-sui-campi-rom/","http://radioblackout.org/tag/la-citta-possibile/","http://radioblackout.org/tag/lungo-stura-lazio/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/sgombero/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[104,102,100,94,98,96],{"post_content":128},{"matched_tokens":129,"snippet":130,"value":131},[60,52],"rappresentando una vera e propria \u003Cmark>economia\u003C/mark> che fa comodo a molti interessi forti.\r\nBraccio operativo \u003Cmark>del\u003C/mark> progetto sono Valdocco, AIZO, Terra","I poliziotti si sono fatti il selfie: sorridevano ed ammiccavano mentre immortalavano la propria “impresa”. Sullo sfondo la devastazione \u003Cmark>del\u003C/mark> campo di Lungo Stura Lazio a Torino: le baracche schiacciate, i tubi annodati, i panni stesi buttati tra la polvere.\r\nIl giorno prima erano andati ad avvertire una decina di famiglie. In realtà l’operazione di sgombero è stata molto più ampia. La maggior parte delle persone non sapeva nulla.\r\nAlle 7 \u003Cmark>del\u003C/mark> mattino di giovedì 26 febbraio sono arrivati centinaia di poliziotti, vigili urbani \u003Cmark>del\u003C/mark> nucleo “nomadi”, quelli con in dotazione il tonfa, il manganello estensibile.\r\nSono state buttate in strada circa 200 persone \u003Cmark>del\u003C/mark> campo rom di Lungo Stura Lazio a Torino, il più grande della città. Le ruspe che hanno distrutto le baracche non si sono fermate neppure di fronte agli oltre 100 bambini, donne incinte, persone malate, anziani, un disabile. Le istituzioni hanno sgomberato senza offrire alcuna alternativa abitativa.\r\nQuesta vergognosa operazione fa parte \u003Cmark>del\u003C/mark> megaprogetto-vetrina “La città possibile”, un progetto che vale oltre 5 milioni di euro.\r\nCon questi fondi (ministeriali) si è previsto l’inserimento abitativo (a termine) in case per sole 15 famiglie, le restanti sono state piazzate in situazioni di social housing, mentre buona parte degli abitanti \u003Cmark>del\u003C/mark> campo – fonti “interne” al progetto stamattina parlano di 600 persone – viene semplicemente buttata in mezzo ad una strada (200 persone il 26 febbraio, le restanti entro il 31 marzo).\r\nI criteri con cui questa operazione di “divide et impera” è stata gestita sono estremamente opachi, arbitrari e neppure tanto velatamente razzisti: c’è chi semplicemente non è stato ritenuto “idoneo” a vivere in autonomia, nonostante lavori, abbia minori a carico o sia malato, magari perché non scolarizzato o perché non ha dichiarato di essere “rumenizzato”, come nel caso di gran parte delle famiglie sgomberate oggi. In particolare quelle della “Fossa”. La “Fossa” è la parte \u003Cmark>del\u003C/mark> campo più bassa, vicina alle rive \u003Cmark>del\u003C/mark> fiume, in un’area pericolosa per il concreto rischio di esondazioni.\r\nLì abitavano famiglie che vengono chiamate “colorate”, perché, specie le donne indossano gonne lunghe, fazzoletti, scialli, calze dai colori vivaci. Sono rom che non fingono di non esserlo, un peccato capitale, che li condanna a non essere considerati adatti “all’emersione dal campo”.\r\nChi viene sbattuto in strada non potrà fare altro che andare a riparare in un altro campo rom della città ed il ciclo degli sgomberi e della “gestione dell’emergenza” (case temporanee e social housing, il tutto a gestione delle solite cooperative) potrà continuare ad infinitum, rappresentando una vera e propria \u003Cmark>economia\u003C/mark> che fa comodo a molti interessi forti.\r\nBraccio operativo \u003Cmark>del\u003C/mark> progetto sono Valdocco, AIZO, Terra \u003Cmark>del\u003C/mark> Fuoco, Liberitutti, Stranaidea e Croce Rossa, cui è stato affidato l’appalto milionario. Alla Croce Rossa, ormai esperta, dopo tre lustri al CIE, il compito di “sorvegliare” che le aree sgomberate non vengano occupate nuovamente.\r\nEsponenti di Valdocco hanno dichiarato al quotidiano “La Stampa” che avrebbero vigilato affinché chi era stato cacciato non tornasse.\r\n\r\nLa \u003Cmark>mattina\u003C/mark> dello sgombero in Lungo Stura il freddo era pungente. La gente ha assistito attonita alla distruzione di povere baracche che per loro erano una casa. Il comune di Torino si vanta di essere in prima fila nel “superamento” dei campi: li “supera” mandando le ruspe ad abbattere le povere abitazioni costruite lungo il fiume, in un posto dove nessuno vorrebbe vivere se avesse la possibilità di scegliere.\r\nAlcuni bambini quella \u003Cmark>mattina\u003C/mark> erano a scuola: al ritorno non hanno trovato più nulla. Per molti di loro l’inserimento scolastico nelle elementari della zona, riuscito nonostante il razzismo dilagante, diventerà un ricordo. Obbligati a nascondersi come randagi inseguiti dall’accalappiacani non potranno tornare in aula.\r\nIl giorno successivo i comitati razzisti animati da Lega Nord e Fratelli d’Italia, Forza Nuova e Casa Pound hanno plaudito ma la canea razzista non si è placata, invocando altri sgomberi.\r\nNon dubitiamo che verranno presto accontentati.\r\nI rom “buoni” negli stanzoni \u003Cmark>del\u003C/mark> social housing, con regole da caserma, gli altri in strada.\r\nL’ordine regna nella bella vetrina di una città targata PD.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Gianluca Vitale, avvocato da sempre in prima fila sul fronte dell'immigrazione.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 02 27 rom vitale",[133],{"field":72,"matched_tokens":134,"snippet":130,"value":131},[60,52],1733920881190633500,{"best_field_score":137,"best_field_weight":138,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":31,"score":139,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":140},"2216125136896",14,"1733920881190633585",4,{"document":142,"highlight":154,"highlights":163,"text_match":169,"text_match_info":170},{"comment_count":31,"id":143,"is_sticky":31,"permalink":144,"podcastfilter":145,"post_author":88,"post_content":146,"post_date":147,"post_excerpt":37,"post_id":143,"post_modified":148,"post_thumbnail":149,"post_title":150,"post_type":117,"sort_by_date":151,"tag_links":152,"tags":153},"85002","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-novembre-corteo-antimilitarista-economia-di-guerra-rocker-e-lanarchismo-tedesco-dalla-resistenza-al-nazismo-al-dopoguerra/",[88],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/2023-11-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nRudolf Rocker / Il dopoguerra\r\nL’anarchismo tedesco è ancora oggi poco noto alle nostre latitudini. Proveremo a proporvene qualche scampolo in più, come già abbiamo fatto con Landauer, attraverso la lente di Rudolph Rocker.\r\nNel corso della sua straordinaria parabola esistenziale, Rudolf Rocker, uno dei maggiori protagonisti dell'anarchismo tedesco e internazionale, ha profuso la sua attività militante in una molteplicità di contesti sociali e politici, passando dalla Germania di Bismarck alla Londra del movimento operaio yiddish, per approdare infine negli Stati Uniti. Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa.\r\nCon David Bernardini abbiamo ripercorso la biografia di Rocker e, in parallelo, dell’anarchismo tedesco. In questa, quarta e ultima puntata, abbiamo ripercorso il dopoguerra sino al 68.\r\n\r\nSabato 18 novembre si terrà a Torino un corteo antimilitarista. Il corteo, promosso dall’Assemblea Antimilitarista, ha l’obiettivo di far uscire dall’opacità il grande mercato delle armi da guerra aerospaziali che si terrà all’Oval a fine mese, quando le maggiori industrie del settore a livello mondiale, i rappresentanti di governi, forze armate e compagnie di contractor faranno buoni affari, in una serie di incontri rigorosamente chiusi al pubblico. Negli stessi giorni verrà posta la prima pietra della città dell’aerospazio, nuovo polo bellico promosso da Leonardo e Politecnico di Torino.\r\nOpporsi ad un futuro per la città legato alla ricerca, produzione e commercio bellici è un modo concreto per opporsi alla guerra e a chi la a(r)ma.\r\nAl corteo parteciperanno delegazioni dalle tante lotte che attraversano i vari territori: contro basi militari, poligoni di tiro e aeroporti militari, caserme e spazi di esercitazione.\r\nNe abbiamo parlato con Dario dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nGuerra ed economia di guerra\r\nL’economia di guerra, quella in cui siamo tutti forzati a vivere, comporta un ulteriore, secco spostamento delle risorse pubbliche dalla spesa sociale alla spesa militare. Non dimentichiamo che i soldi che lo Stato usa per rinforzare l’apparato militare e condurre campagne di guerra all’estero, ci vengono estorti tramite una tassazione che favorisce i grandi capitali e depreda i lavoratori e lavoratrici, soprattutto dipendenti.\r\nL’economia di guerra è anche l’indicatore di un’instabilità globale molto pericolosa in un quadro geopolitico multipolare ed a geografia variabile. Il rischio che deflagri in un conflitto globale è molto concreto e rischia di cancellare definitivamente l’illusione tutta occidentale che la guerra sia sempre altrove, lontana dalle nostre case, lontana dalle nostre vite. Nel frattempo l’aumento della spesa militare attuato dai governi del nostro paese è in se un atto di guerra alle vite di noi tutt*.\r\nUn motivo in più per partecipare al corteo antimilitarista del 18 novembre a Torino\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 18 novembre\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori\r\n- No all’invio di armi!\r\n- Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.\r\n- Distruggiamo le frontiere!\r\n- No alle missioni militari all’estero\r\n- No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città\r\n- Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma\r\n- Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.\r\nAssemblea Antimilitarista\r\n\r\nMartedì 28 novembre\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via Matté Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! No al Polo Bellico!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 17,30 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","14 Novembre 2023","2023-11-14 08:26:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/ussf_marsawaits-cur-color-viola-200x110.jpg","Anarres del 10 novembre. Corteo antimilitarista. Economia di guerra. Rocker e l’anarchismo tedesco dalla resistenza al nazismo al dopoguerra",1699950395,[],[],{"post_content":155,"post_title":159},{"matched_tokens":156,"snippet":157,"value":158},[52,52],"ll podcast \u003Cmark>del\u003C/mark> nostro nostro viaggio \u003Cmark>del\u003C/mark> venerdì","ll podcast \u003Cmark>del\u003C/mark> nostro nostro viaggio \u003Cmark>del\u003C/mark> venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/2023-11-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nRudolf Rocker / Il dopoguerra\r\nL’anarchismo tedesco è ancora oggi poco noto alle nostre latitudini. Proveremo a proporvene qualche scampolo in più, come già abbiamo fatto con Landauer, attraverso la lente di Rudolph Rocker.\r\nNel corso della sua straordinaria parabola esistenziale, Rudolf Rocker, uno dei maggiori protagonisti dell'anarchismo tedesco e internazionale, ha profuso la sua attività militante in una molteplicità di contesti sociali e politici, passando dalla Germania di Bismarck alla Londra \u003Cmark>del\u003C/mark> movimento operaio yiddish, per approdare infine negli Stati Uniti. Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari \u003Cmark>del\u003C/mark> Novecento, come testimonia la sua acuta analisi \u003Cmark>del\u003C/mark> totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa.\r\nCon David Bernardini abbiamo ripercorso la biografia di Rocker e, in parallelo, dell’anarchismo tedesco. In questa, quarta e ultima puntata, abbiamo ripercorso il dopoguerra sino al 68.\r\n\r\nSabato 18 novembre si terrà a Torino un corteo antimilitarista. Il corteo, promosso dall’Assemblea Antimilitarista, ha l’obiettivo di far uscire dall’opacità il grande mercato delle armi da guerra aerospaziali che si terrà all’Oval a fine mese, quando le maggiori industrie \u003Cmark>del\u003C/mark> settore a livello mondiale, i rappresentanti di governi, forze armate e compagnie di contractor faranno buoni affari, in una serie di incontri rigorosamente chiusi al pubblico. Negli stessi giorni verrà posta la prima pietra della città dell’aerospazio, nuovo polo bellico promosso da Leonardo e Politecnico di Torino.\r\nOpporsi ad un futuro per la città legato alla ricerca, produzione e commercio bellici è un modo concreto per opporsi alla guerra e a chi la a(r)ma.\r\nAl corteo parteciperanno delegazioni dalle tante lotte che attraversano i vari territori: contro basi militari, poligoni di tiro e aeroporti militari, caserme e spazi di esercitazione.\r\nNe abbiamo parlato con Dario dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nGuerra ed \u003Cmark>economia\u003C/mark> di guerra\r\nL’economia di guerra, quella in cui siamo tutti forzati a vivere, comporta un ulteriore, secco spostamento delle risorse pubbliche dalla spesa sociale alla spesa militare. Non dimentichiamo che i soldi che lo Stato usa per rinforzare l’apparato militare e condurre campagne di guerra all’estero, ci vengono estorti tramite una tassazione che favorisce i grandi capitali e depreda i lavoratori e lavoratrici, soprattutto dipendenti.\r\nL’economia di guerra è anche l’indicatore di un’instabilità globale molto pericolosa in un quadro geopolitico multipolare ed a geografia variabile. Il rischio che deflagri in un conflitto globale è molto concreto e rischia di cancellare definitivamente l’illusione tutta occidentale che la guerra sia sempre altrove, lontana dalle nostre case, lontana dalle nostre vite. Nel frattempo l’aumento della spesa militare attuato dai governi \u003Cmark>del\u003C/mark> nostro paese è in se un atto di guerra alle vite di noi tutt*.\r\nUn motivo in più per partecipare al corteo antimilitarista \u003Cmark>del\u003C/mark> 18 novembre a Torino\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 18 novembre\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori\r\n- No all’invio di armi!\r\n- Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.\r\n- Distruggiamo le frontiere!\r\n- No alle missioni militari all’estero\r\n- No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città\r\n- Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma\r\n- Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.\r\nAssemblea Antimilitarista\r\n\r\nMartedì 28 novembre\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via \u003Cmark>Matté\u003C/mark> Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! No al Polo Bellico!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 17,30 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":160,"snippet":162,"value":162},[52,161],"Economia","Anarres \u003Cmark>del\u003C/mark> 10 novembre. Corteo antimilitarista. \u003Cmark>Economia\u003C/mark> di guerra. Rocker e l’anarchismo tedesco dalla resistenza al nazismo al dopoguerra",[164,166],{"field":72,"matched_tokens":165,"snippet":157,"value":158},[52,52],{"field":167,"matched_tokens":168,"snippet":162,"value":162},"post_title",[52,161],1733912085768700000,{"best_field_score":171,"best_field_weight":172,"fields_matched":78,"num_tokens_dropped":31,"score":173,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":140},"2211830497280",15,"1733912085768700026",6637,{"collection_name":117,"first_q":19,"per_page":82,"q":19},8,["Reactive",178],{},["Set"],["ShallowReactive",181],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fu-zbr1a2yljnx1yMVfDnhr3GKsrHOBHD9NmztPx1Exo":-1},true,"/search?query=economia+del+mattone"]