","Elezioni. Cresce l’astensione, si afferma la destra","post",1664291417,[61,62],"http://radioblackout.org/tag/astensionismo/","http://radioblackout.org/tag/elezioni-2022/",[64,21],"astensionismo",{"post_content":66,"post_title":70,"tags":74},{"matched_tokens":67,"snippet":68,"value":69},[19],"a fare un bilancio delle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> politiche del 25 settembre, il","Proviamo a fare un bilancio delle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> politiche del 25 settembre, il cui esito ha confermato i pronostici della vigilia, consegnando il governo del paese alla coalizione trainata da Fratelli d’Italia. Il partito di Meloni, complice un sistema elettorale maggioritario che premia la coalizione vincente, ha buone prospettive di durare per l’intera legislatura, se non interverranno fattori interni – logoramento della coalizione – o esterni – significative insorgenze sociali, che ne minino le fondamenta.\r\nL’astensionismo è salito di ben 10 punti percentuali, mostrando come la disaffezione dalla politica istituzionale sia in costante crescita, specie nelle aree più povere del paese. Va da se che l’astensione se non si traduce in opposizione sociale e diserzione attiva dalle dinamiche statali e capitaliste, resta una mero dato statistico.\r\nIn generale si può dire che chi ha votato ha scelto le formazioni che non erano salite sul carro di Draghi o ne erano scese in tempo, mentre ha punito chi ha rivendicato l’agenda Draghi, con l’eccezione della coppia Calenda-Renzi.\r\nFratelli d’Italia hanno cannibalizzato Forza Italia e Lega, i Cinquestelle hanno limato la base elettorale del PD. In termini di voti assoluti il centrodestra non si è discostato dal risultato del 2018: il terremoto è stato interno, invece il PD ha avuto un’emorragia di voti significativa.\r\nLa minore propensione europeista della coalizione di centro-destra potrebbe aver influito sulla scelta di chi da ormai un anno, paga bollette energetiche spaventose?\r\nLe esternazione preelettorali di Berlusconi su Putin e Zelensky sono state liquidate come l’ennesima gaffe di un anziano leader. Ci permettiamo di sospettare che fosse l’abile mossa di una vecchia e astuta volpe che lancia il sasso e nasconde la mano. D’altra parte Meloni che, prima delle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark>, ha giurato fedeltà all’Europa e alla NATO, saprà gestire le opposte spinte che ne hanno garantito il successo?\r\nVa peraltro rilevato che alla fine degli anni Quaranta l’MSI, fondato dal ragazzo di Salò Giorgio Almirante, si votò alla fedeltà atlantica in funzione anticomunista. Una fedeltà che le formazioni dell’estrema destra italiana garantirono tramite Gladio e per l’intera stagione delle stragi tra la fine degli anni Sessanta e il principio degli anni Ottanta: da piazza Fontana alla stazione di Bologna. Altra questione è invece la fedeltà all’Unione Europea, che invece non è affatto scontata. Chi paragona l’Italia meloniana all’Ungheria non coglie che il paese europeo più simile agli scenari che ci attendono è probabilmente la Polonia, seccamente atlantista, euscettica e governata da una compagine dell’estrema destra cattolica, misogina ed omofoba.\r\nAl di là della politica estera, possiamo aspettarci un progressivo attacco agli spazi di libertà individuale di tutte le persone con conformi all’idea di dio-patria-famiglia tanto cara alla coalizione di maggioranza in parlamento. E, perché no? Anche una significativa stretta disciplinare tra manganelli e manette.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-27-elezioni-ste.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":71,"snippet":73,"value":73},[72],"Elezioni","\u003Cmark>Elezioni\u003C/mark>. 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Il suo sguardo rappresenta bene quello dell'opposizione libanese nata in questi ultimi anni di mobilitazione popolare.\r\n\r\nIn questo approfondimento, Mazen racconta come si è arrivati a queste elezioni, quali sono i cambiamenti politici in atto e quelli che si prospettano, e ci riporta le sue prospettive sulla crisi economica che sta attraversando il paese.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Elezioni-libano-2022_05_12_2022.05.12-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNB E' chiaro che le posizioni riportate dalla persona intervistata siano espressione dell'opposizione libanese nata dalle manifestazioni del 17 ottobre, con tutte le contraddizioni che questa comporta e che, quindi, non corrisponda a posizionamenti più esplicitamente anticapitalisti cui la redazione di RBO si riferisce.\r\n\r\n \r\n\r\n ","17 Maggio 2022","2022-05-17 10:41:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/FFFGOT05_L_70453975-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/FFFGOT05_L_70453975-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/FFFGOT05_L_70453975-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/FFFGOT05_L_70453975-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/FFFGOT05_L_70453975.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Elezioni legislative in Libano.",1652784079,[113,62,114],"http://radioblackout.org/tag/crisi-sociale/","http://radioblackout.org/tag/libano/",[28,21,116],"libano",{"post_content":118,"post_title":122,"tags":125},{"matched_tokens":119,"snippet":120,"value":121},[19],"A due giorni dalle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> legislative in Libano, durante le","A due giorni dalle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> legislative in Libano, durante le quali al momento si evince una fortissima astensione, riportiamo un approfondimento sul contesto libanese post esplosione del 2020, resa ancora più violenta dal suo intrecciarsi con le conseguenze della pandemia.\r\n\r\nMazen vive a Beirut e ha partecipato alle manifestazioni del 2019 contro l'attuale classe dirigente libanese e a favore di una trasformazione della politica nel paese. 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Le consultazioni elettorali presidenziali si sono tenute ieri, domenica 10 aprile, con un calo dell’affluenza alle urne, che registra il dato più basso dal 2002. Il candidato del partito di sinistra radicale France Insoumise, Jean-Luc Melenchon, con il 22% dei voti, è arrivato a un punto percentuale da Marine Le Pen, attestandosi al terzo posto, e prendendo la maggior parte dei voti nella fascia 18-35 anni. 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Il testo era stato presentato da 48 deputati contrari all'accordo sulla Brexit raggiunto con l'Unione Europea. Dopo il voto May ha annunciato che non guiderà il partito alle prossime elezioni politiche, previste per il 2022, e che non convocherà elezioni anticipate.\r\n\r\nLa premier rimane dunque al governo ma la strada verso l'approvazione dell'accordo sulla Brexit da parte del Parlamento britannico si annuncia sempre più in salita. Lunedì May aveva annunciato il rinvio a data da destinarsi del voto in Parlamento (inizialmente previsto per l'11 dicembre) e di voler chiedere una riapertura del negoziato con l’UE, in particolare per ridefinire le condizioni per l’attuazione della clausola di salvaguardia sul confine irlandese. Ma da parte di Bruxelles gli spazi per una revisione dell'accordo sembrano essere pochi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Nicola Montagna, docente di sociologia alla Middlesex University:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/brexit_13dic.mp3\"][/audio]","13 Dicembre 2018","2018-12-13 15:25:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/brexitmay-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"153\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/brexitmay-300x153.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/brexitmay-300x153.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/brexitmay-768x392.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/brexitmay-1024x523.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/brexitmay.png 1156w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Brexit, May supera il voto di sfiducia e chiede una revisione dell'accordo all'Ue",1544707447,[198,199,200],"http://radioblackout.org/tag/brexit/","http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/theresa-may/",[202,203,26],"Brexit","europa",{"post_content":205},{"matched_tokens":206,"snippet":207,"value":208},[19,79,19],"guiderà il partito alle prossime \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> politiche, previste per il \u003Cmark>2022\u003C/mark>, e che non convocherà \u003Cmark>elezioni\u003C/mark>","Con 200 voti contrari e 117 favorevoli, ieri pomeriggio la Camera dei comuni ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti della premier britannica Theresa May. 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Il presidente uscente della Turchia ha ottenuto il 53,4 per cento delle preferenze al ballottaggio battendo così lo sfidante Kemal Kilicdaroglu, che si è fermato al 46,5 per cento dei consensi.I risultati delle urne hanno restituito il volto di un paese fortemente diviso e polarizzato tra chi sostiene Erdoğan e chi invece rimane profondamente deluso dal suo sistema di potere.\r\n\r\nDovrà affrontare una devastante crisi economica con alti tassi di disoccupazione e di inflazione, oggi rispettivamente al 10% e al 43,7%. Nel corso del 2022 un’impennata dell’inflazione (con un tasso medio al 72,3% contro il 19,6% del 2021) e il deprezzamento della lira (che ha perso il 60% del suo valore rispetto al dollaro negli ultimi due anni) hanno fatto registrare una significativa perdita di potere d’acquisto, soprattutto dei ceti medio-bassi. 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Nonostante le iniezioni di liquidità del Golfo abbiano in parte sostenuto la lira e riequilibrato le riserve di valuta straniera, le capacità di risparmio del paese sono allo stremo e le riserve di valuta estera (utilizzate a sostegno della valuta nazionale) sono in negativo per la prima volta dal 2002 .\r\n\r\nIl problema dei profughi siriani condizionerà la sua politica estera e i costi della ricostruzione del devastante terremoto del febbraio scorso peseranno sul quadro economico ,mentre sarà da valutare la stabilità dell'eterogenea coalizione che ha sostenuto il candidato dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu .\r\n\r\nMentre esattamente dieci anni fa, il 28 maggio del 2013, tra il parco di Gezi e piazza Taksim cominciarono le più importanti proteste di massa della storia turca recente contro il governo di Recep Tayyip Erdogan, che allora era primo ministro .\r\nPer la società civile turca, Gezi è stato un momento formativo per migliaia di giovani che ancora considerano quelle proteste come il momento in cui hanno capito che volevano una Turchia diversa. Nei violentissimi scontri tra i manifestanti e la polizia, che durarono per settimane, morirono 11 persone, e migliaia furono ferite.\r\n\r\nNe parliamo con Murat Cynar giornalista turco spesso ospite ai nostri microfoni.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/INFO-TURCHIA-290523.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":244,"snippet":246,"value":246},[245],"ELEZIONI","TURCHIA A DIECI ANNI DALLE RIVOLTE DI GEZI PARK ERDOGAN VINCE ANCORA LE \u003Cmark>ELEZIONI\u003C/mark> ,MA IL SUO POTERE NON E' PIU' COSI' SOLIDO.",[248,250,252,254],{"matched_tokens":249,"snippet":168},[19],{"matched_tokens":251,"snippet":236},[],{"matched_tokens":253,"snippet":237},[],{"matched_tokens":255,"snippet":15},[],[257,259,264],{"field":91,"matched_tokens":258,"snippet":241,"value":242},[19],{"field":35,"indices":260,"matched_tokens":261,"snippets":263},[47],[262],[19],[168],{"field":88,"matched_tokens":265,"snippet":246,"value":246},[245],1155199671761633300,{"best_field_score":268,"best_field_weight":215,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":47,"score":269,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1112386306048","1155199671761633395",{"document":271,"highlight":294,"highlights":302,"text_match":266,"text_match_info":307},{"cat_link":272,"category":273,"comment_count":47,"id":274,"is_sticky":47,"permalink":275,"post_author":50,"post_content":276,"post_date":277,"post_excerpt":53,"post_id":274,"post_modified":278,"post_thumbnail":279,"post_thumbnail_html":280,"post_title":281,"post_type":58,"sort_by_date":282,"tag_links":283,"tags":289},[44],[46],"77467","http://radioblackout.org/2022/10/inflazione-alle-stelle-in-turchia-e-iperprotagonismo-di-erdogan-in-politica-estera/","E' dalle primissime fasi della guerra tra Russia e Ucraina che Erdogan ha cercato di ritagliarsi un ruolo di primo piano nella mediazione tra Putin e Zelensky, e il leader turco, attivissimo da mesi, è stato ancora protagonista anche al summit della Comunità politica europea che si è tenuto a Praga.\r\n\r\nQualcuno poteva pensare che la prima edizione di questo format, che prende spunto da un’idea nata al vertice informale di marzo a Versailles e punta a creare una nuova piattaforma di dialogo tra l’Unione Europea e alcuni dei Paesi confinanti, come Islanda, Albania, Svizzera, Turchia e Regno Unito, potesse essere solo l'occasione per una passerella e per le foto.\r\n\r\nNon per Erdogan, dall'inizio dell'anno iperattivo sul piano diplomatico e impegnato su più tavoli. Nella giornata inaugurale del summit Erdogan ha incontrato il premier spagnolo Pedro Sanchez e avuto un trilaterale con il premier ceco Petr Fiala e con la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, prima di un faccia a faccia con il presidente bulgaro Rumen Radev. Ha poi svolto un ruolo di primo piano nella mediazione tra Azeirbaigian e Armenia e rilasciato dichiarazioni su Siria e Grecia.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a Aberto Tetta, giornalista e producer freelance basato a Istanbul da più di 15 anni, di chiarire le motivazioni che stanno dietro alla belligeranza turca nel Mediterraneo Orientale e all'abbassamento di toni per quanto invece riguarda la Siria.\r\n\r\nNe esce un quadro dove, a farla da padrona, è la difficoltà di Erdogan in patria, con le elezioni alle porte e un'inflazione che galoppa, un costo della vita insostenibile per gran parte della popolazione e la lira al tracollo. Le ultime rilevazioni ufficiali sull'inflazione in Turchia sono impietose: più 83,45 % a settembre 2022 su base annua.\r\n\r\nI maggiori rincari nel settore dei trasporti, al 117 %, degli alimenti e nel settore immobiliare. Questi i numeri di Stato ma secondo l'Istituto indipendente Enag, l'inflazione su base annua questo mese ha toccato invece il 186,27%.\r\n\r\nCon Alberto abbiamo anche parlato dell'opposizione a Erdogan in vista delle elezioni di giugno e della situazione della comunità lgbt in Turchia.\r\n\r\nAscoltate e scaricate l'approfonimento:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/turchia_inflazione.mp3\"][/audio]","10 Ottobre 2022","2022-10-10 12:59:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/Turchia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/Turchia-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/Turchia-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/Turchia-768x480.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/Turchia.jpg 820w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Erdogan si prepara alle elezioni",1665406379,[284,285,286,287,234,288],"http://radioblackout.org/tag/armenia/","http://radioblackout.org/tag/erdgan/","http://radioblackout.org/tag/gas/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/ue/",[290,24,291,292,15,293],"armenia","gas","Siria","UE",{"post_content":295,"post_title":299},{"matched_tokens":296,"snippet":297,"value":298},[19],"Erdogan in patria, con le \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> alle porte e un'inflazione che","E' dalle primissime fasi della guerra tra Russia e Ucraina che Erdogan ha cercato di ritagliarsi un ruolo di primo piano nella mediazione tra Putin e Zelensky, e il leader turco, attivissimo da mesi, è stato ancora protagonista anche al summit della Comunità politica europea che si è tenuto a Praga.\r\n\r\nQualcuno poteva pensare che la prima edizione di questo format, che prende spunto da un’idea nata al vertice informale di marzo a Versailles e punta a creare una nuova piattaforma di dialogo tra l’Unione Europea e alcuni dei Paesi confinanti, come Islanda, Albania, Svizzera, Turchia e Regno Unito, potesse essere solo l'occasione per una passerella e per le foto.\r\n\r\nNon per Erdogan, dall'inizio dell'anno iperattivo sul piano diplomatico e impegnato su più tavoli. Nella giornata inaugurale del summit Erdogan ha incontrato il premier spagnolo Pedro Sanchez e avuto un trilaterale con il premier ceco Petr Fiala e con la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, prima di un faccia a faccia con il presidente bulgaro Rumen Radev. Ha poi svolto un ruolo di primo piano nella mediazione tra Azeirbaigian e Armenia e rilasciato dichiarazioni su Siria e Grecia.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a Aberto Tetta, giornalista e producer freelance basato a Istanbul da più di 15 anni, di chiarire le motivazioni che stanno dietro alla belligeranza turca nel Mediterraneo Orientale e all'abbassamento di toni per quanto invece riguarda la Siria.\r\n\r\nNe esce un quadro dove, a farla da padrona, è la difficoltà di Erdogan in patria, con le \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> alle porte e un'inflazione che galoppa, un costo della vita insostenibile per gran parte della popolazione e la lira al tracollo. 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Marginale è stata la consistenza elettorale dei candidati sostenuti dalle forze politiche tradizionali: Valérie Pécresse (LR) si è fermata al 4,78% e Anne Hidalgo (PS) all'1,75%.\r\nAlle precedenti elezioni presidenziali del 2017 Macron aveva ottenuto il 24,01% e Le Pen il 21,30%; Mélenchon era giunto quarto col 19,58%, mentre al terzo posto era arrivato il gollista François Fillon col 20,01%. Macron ha così visto aumentare i suoi consensi di 3,83 punti percentuale (+1.129.232 voti), Le Pen di 1,85 (+457.878) e Mélenchon di 2,37 (+654.998).\r\nAl primo turno l'affluenza si è attestata al 73,69%, contro il 77,77% delle precedenti. Abbiamo chiesto al nostro inviato un commento politico dal punto di vista di classe sulla tendenza di questo voto.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_Enrico-Riboni-su-elezioni-francesi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","16 Aprile 2022","2022-04-16 11:08:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/gado-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 12/04/2022","podcast",1650107312,[],[],{"post_content":353},{"matched_tokens":354,"snippet":355,"value":356},[19,79],"nostro inviato dalla Francia, sulle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> presidenziali in Francia del \u003Cmark>2022\u003C/mark> tenutesi il 10 aprile per","Il primo collegamento lo abbiamo fatto nel vivo della protesta dei lavoratori della Gado, società multiservizi che fornisce personale alle principali catene di fast food di Torino e cintura, per quanto riguarda i servizi di pulizia. 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Sul sito del sindacato si legge:\r\nUna denuncia telefonica, una perquisizione a colpo sicuro, una pistola che salta fuori dallo scarico di un water. È la sintesi dell’operazione da film dei carabinieri andata in scena questa mattina contro l’Unione Sindacale di Base. Poco prima delle 11 i militari si presentano nella sede nazionale di USB, in via dell’Aeroporto 129 a Roma, pretendendo di operare un’ispezione alla ricerca di armi, segnalate telefonicamente da un anonimo al mattino presto. I dirigenti USB attivano lo staff legale del sindacato e i parlamentari di ManifestA. Si chiede ai militari presenti, che invocano la\r\nprocedibilità senza mandato in forza dell’articolo 4 della legge 152/1975, un provvedimento scritto dell’autorità giudiziaria.\r\nLe forze dell’ordine vanno a colpo sicuro. 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Le pistole le lasciamo a chi le ama, a cominciare dalla compatta maggioranza che alimenta la guerra in Ucraina.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_USB-su-ritrovamento-pistola-nella-sede-nazionale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enrico Riboni, nostro inviato dalla Francia, sulle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> presidenziali in Francia del \u003Cmark>2022\u003C/mark> tenutesi il 10 aprile per il primo turno di votazione; il ballottaggio è fissato per il 24 aprile. Hanno avuto accesso al secondo turno il Presidente della Repubblica uscente Emmanuel Macron (LREM), arrivato al 27,84% dei voti, e Marine LePen (RN), al 23,15%. Al terzo posto si è piazzato Jean-Luc Mélenchon (LFI) col 21,95%, seguito da Éric Zemmour (Reconquête) col 7,07%; tutti gli altri candidati non hanno superato il 5% dei voti. Marginale è stata la consistenza elettorale dei candidati sostenuti dalle forze politiche tradizionali: Valérie Pécresse (LR) si è fermata al 4,78% e Anne Hidalgo (PS) all'1,75%.\r\nAlle precedenti \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> presidenziali del 2017 Macron aveva ottenuto il 24,01% e Le Pen il 21,30%; Mélenchon era giunto quarto col 19,58%, mentre al terzo posto era arrivato il gollista François Fillon col 20,01%. Macron ha così visto aumentare i suoi consensi di 3,83 punti percentuale (+1.129.232 voti), Le Pen di 1,85 (+457.878) e Mélenchon di 2,37 (+654.998).\r\nAl primo turno l'affluenza si è attestata al 73,69%, contro il 77,77% delle precedenti. Abbiamo chiesto al nostro inviato un commento politico dal punto di vista di classe sulla tendenza di questo voto.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_Enrico-Riboni-su-elezioni-francesi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[358],{"field":91,"matched_tokens":359,"snippet":355,"value":356},[19,79],{"best_field_score":214,"best_field_weight":215,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":47,"score":216,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":362,"highlight":376,"highlights":385,"text_match":266,"text_match_info":390},{"comment_count":47,"id":363,"is_sticky":47,"permalink":364,"podcastfilter":365,"post_author":366,"post_content":367,"post_date":368,"post_excerpt":53,"post_id":363,"post_modified":369,"post_thumbnail":370,"post_title":371,"post_type":348,"sort_by_date":372,"tag_links":373,"tags":375},"84277","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-12-10-2023-el-salvador-repressione-di-massa-e-lalibi-della-lotta-alle-maras-gaza-ulteriore-capitolo-del-progetto-sionista-di-stermino-del-popolo-palestinese-polonia-elezion/",[319],"radiokalakuta","Bastioni di Orione si occupa di El Salvador ,il paese piu' piccolo dell'America Centrale con Maria Teresa Messidoro che ha una lunga frequentazione con le realtà salvadoregne che si oppongono al regime del presidente Bukele .Con l'introduzione dello stato di eccezione nel marzo del 2022 con l'alibi della lotta alle\" pandillas\" si è scatenata una repressione di massa con migliaia di arresti e violenze, si sono introdotte limitazioni alla libertà di riunione e di associazione, è stato tolto il diritto alla inviolabilità della corrispondenza e della posta elettronica, non è garantito il diritto alla difesa, non esistono più limiti alla carcerazione preventiva, si può essere arrestati senza un ordine di cattura emesso da un giudice, possono passare 72 ore senza che una persona tratta in arresto conosca il suo capo d’accusa.\r\n\r\nBukele continua a godere di una certa popolarità ,dovuta anche all'utilizzo dei social media ,l'immagine informale con il cappellino rovesciato che fa presa sui giovani ,ed è sostenuto dalle oligarchie salvadoregne che stanno cambiando pelle orientandosi sulla speculazione e sullo sfruttamento delle risorse minerarie allo scopo di attirare investitori stranieri.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-12102023-EL-SALVADOR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nParliamo di quello che sta accadendo in Palestina con Eric Salerno che è stato corrispondente del Messaggero da Gerusalemme per quasi 30 anni il quale fa una ricostruzione della nascita di Hamas legandola all'interesse israeliano di dividere la leadership palestinese , fa risalire agli accordi di Oslo il ritiro dei coloni israeliani da Gaza ,commenta i fatti del 7 ottobre definendo Hamas un gruppo di terroristi e non riconoscendogli alcuna legittimità di rappresentanza della resistenza palestinese all'occupazione .Nonostante la sua indubbia esperienza maturata sul \"campo\", in linea con la narrazione corrente che utilizza le categorie manichee del bene e del male per analizzare la situazione in Palestina ,decontestualizza gli eventi dal processo storico ed espunge dalla riflessione le responsabiltà del progetto sionista che informa sempre più la politica dello stato israeliano contro i palestinesi negandone la loro stessa esistenza.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-12102023-ERIC-SALERNO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine parliamo delle prossime elezioni in Polonia che si svolgeranno il 15 di Ottobre con Alessandro Ajres studioso di storia della Polonia ed esperto conoscitore dell'area ,con cui affrontiamo il tema dell'opposizione al governo reazionario del PIS il partito Diritto e giustizia, opposizione che è scesa in piazza con una manifestazione estremamente numerosa guidata da Donald Tusk.\r\n\r\nSecondo i sondaggi il Pis sarebbe in testa con il 35-37% delle preferenze, ma in calo rispetto all’ultima tornata elettorale, nella quale superò la barriera del 43% ottenendo la maggioranza assoluta grazie al premio di maggioranza per chi supera la soglia del 40%. Il partito di Tusk inseguirebbe a 6-7 punti di distanza, ma sarebbe in rimonta. Se queste previsioni fossero confermate, Morawiecki dovrebbe chiedere l’appoggio al partito di estrema destra e anti-Ue Konfederacja per tentare di formare un esecutivo. Tusk, dal canto suo, potrebbe puntare a una coalizione larga con i centristi dell’Alleanza della terza via e, qualora fosse necessario, eventualmente anche la Sinistra. Konfederacja, Alleanza della terza via e Sinistra mirano tutte a raggiungere il 10% dei consensi per avere più voce in capitolo possibile. Resta ancora alta la percentuale degli indecisi, stimata sopra il 30%, questo potrebbe rimescolare le carte in tavola in un senso o nell’altro.\r\n\r\nAffrontiamo anche alcuni temi di fondo come il nuovo ruolo della Polonia nell'architettura della NATO e relativamente alla guerra in Ucraina ,l'insofferenza polacca storicamente riproposta per la condizione di vicinanza a volte subordinata con Germania e Russia ,Il ruolo delle campagna nel sostegno al PIS in contrapposizione con la borghesia urbanizzata piu' favorevole all'opposizione ,il tema dei migranti che ha condizionato una campagna elettorale molto virulenta.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/AlessandroAjres_Polonia-di-guerra-e-di-piazza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","14 Ottobre 2023","2023-10-14 12:27:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 12/10/2023- EL SALVADOR REPRESSIONE DI MASSA E L'ALIBI DELLA LOTTA ALLE \"MARAS\" -GAZA ULTERIORE CAPITOLO DEL PROGETTO SIONISTA DI STERMINO DEL POPOLO PALESTINESE -POLONIA ELEZIONI : SCELTA FRA REAZIONE E ALLINEAMENTO ALL'ORDINE LIBERALE DI BRUXELLES.",1697286425,[374],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[331],{"post_content":377,"post_title":381},{"matched_tokens":378,"snippet":379,"value":380},[79],"di eccezione nel marzo del \u003Cmark>2022\u003C/mark> con l'alibi della lotta alle\"","Bastioni di Orione si occupa di El Salvador ,il paese piu' piccolo dell'America Centrale con Maria Teresa Messidoro che ha una lunga frequentazione con le realtà salvadoregne che si oppongono al regime del presidente Bukele .Con l'introduzione dello stato di eccezione nel marzo del \u003Cmark>2022\u003C/mark> con l'alibi della lotta alle\" pandillas\" si è scatenata una repressione di massa con migliaia di arresti e violenze, si sono introdotte limitazioni alla libertà di riunione e di associazione, è stato tolto il diritto alla inviolabilità della corrispondenza e della posta elettronica, non è garantito il diritto alla difesa, non esistono più limiti alla carcerazione preventiva, si può essere arrestati senza un ordine di cattura emesso da un giudice, possono passare 72 ore senza che una persona tratta in arresto conosca il suo capo d’accusa.\r\n\r\nBukele continua a godere di una certa popolarità ,dovuta anche all'utilizzo dei social media ,l'immagine informale con il cappellino rovesciato che fa presa sui giovani ,ed è sostenuto dalle oligarchie salvadoregne che stanno cambiando pelle orientandosi sulla speculazione e sullo sfruttamento delle risorse minerarie allo scopo di attirare investitori stranieri.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-12102023-EL-SALVADOR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nParliamo di quello che sta accadendo in Palestina con Eric Salerno che è stato corrispondente del Messaggero da Gerusalemme per quasi 30 anni il quale fa una ricostruzione della nascita di Hamas legandola all'interesse israeliano di dividere la leadership palestinese , fa risalire agli accordi di Oslo il ritiro dei coloni israeliani da Gaza ,commenta i fatti del 7 ottobre definendo Hamas un gruppo di terroristi e non riconoscendogli alcuna legittimità di rappresentanza della resistenza palestinese all'occupazione .Nonostante la sua indubbia esperienza maturata sul \"campo\", in linea con la narrazione corrente che utilizza le categorie manichee del bene e del male per analizzare la situazione in Palestina ,decontestualizza gli eventi dal processo storico ed espunge dalla riflessione le responsabiltà del progetto sionista che informa sempre più la politica dello stato israeliano contro i palestinesi negandone la loro stessa esistenza.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-12102023-ERIC-SALERNO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine parliamo delle prossime \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> in Polonia che si svolgeranno il 15 di Ottobre con Alessandro Ajres studioso di storia della Polonia ed esperto conoscitore dell'area ,con cui affrontiamo il tema dell'opposizione al governo reazionario del PIS il partito Diritto e giustizia, opposizione che è scesa in piazza con una manifestazione estremamente numerosa guidata da Donald Tusk.\r\n\r\nSecondo i sondaggi il Pis sarebbe in testa con il 35-37% delle preferenze, ma in calo rispetto all’ultima tornata elettorale, nella quale superò la barriera del 43% ottenendo la maggioranza assoluta grazie al premio di maggioranza per chi supera la soglia del 40%. 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da questo primo spunto si è sviluppata una disamina che ha coinvolto il Pakistan, con il quale l'Arabia Saudita ha stipulato un accordo di reciproco supporto in caso di aggressione, la centralità della spianata nei livelli di provocazione dell'entità ebraica, il dilettantismo trumpiano, finendo con rievocare la distruzione di vestigia e tradizioni culturali perpetrate dall'esercito americano nel recente passato, con lo stesso spregio coloniale e supponente dell'Idf, partendo dal presupposto di detenere il monopolio della cultura di riferimento.\r\nPer contiguità con la regione mediorientale abbiamo proseguito nella carrellata di conflitti che costellano il pianeta, attraversando Bab-al Mandab, ed è toccato a Matteo Palamidesse accompagnarci tra le divisioni armate dell'Africa orientale, dove l'attivazione della diga etiope Gerd sul Nilo Azzurro funge da pretesto per alimentare le divisioni etniche, le rivendicazioni di indipendenza e i campi contrapposti appoggiati da potenze straniere, coinvolgendo il territorio del Corno d'Africa ed estendendosi fino all'assedio di stampo medievale attuato dalle Rsf di Dagalo su Al Fashir nell'Est del Sudan, dove si consumano stragi quotidiane, l'ultima delle quali è avvenuta con un drone su una moschea che ha causato 75 morti poche ore dopo il racconto di Matteo ai nostri microfoni.\r\nL'elenco di conflitti, proteste e insurrezioni è poi proseguito in Sudest asiatico con Emanuele Giordana, che ci ha illustrato gli intrighi, collegati agli interessi delle scam city e del mondo dell'azzardo per quel che riguarda le scaramucce tra Thailandia e Cambogia e che hanno portato a un rivolgimento politico rischioso per la tradizionale suscettibilità dei militari thai, sempre pronti a sciogliere la conduzione democratica del paese, ora in mano a una nuova coalizione anodina condotta da Anutin Charnvirakul con l'appoggio esterno del Partito popolare (ex Move Forward), dopo la destituzione della famiglia Shinawatra; sempre con il reporter esperto delle questioni estremo orientali abbiamo poi raggiunto il Nepal dove si è assistito a un nuovo episodio delle rivolte della macroarea nell'ultimo anno (dopo Bangla Desh e Sri Lanka) che hanno portato alla destituzione del governo corrotto filocinese; senza tralasciare il pugno di ferro di Prabowo che riprende la tradizione repressiva dell'Indonesia.\r\nLa lunga puntata si è conclusa in Latinamerica con Andrea Cegna inseguendo altri venti di guerra, anche questi scatenati dall'Impero americano in declino: le War on Drugs di nixoniana memoria, ripristinate dall'amministrazione Trump come pretesto per colpire i nemici del cortile di casa; così si è parlato di quale sia il significato ancora del regime bolivariano in Venezuela, ma anche del contrasto in Caribe e quale ruolo svolga il Mexico di Scheinbaum, riservandoci di affrontare tra un mese le alterne fortune del neoliberismo nel mondo latinoamericano, in particolare quello incarnato da Milei che ha subito sì una sonora sconfitta a Buenos Aires, ma in ottobre per le elezioni del Parlamento può ambire a un numero maggiore di rappresentanti eletti tra le sue file.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOil non olet\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/3iOadt0OjeBCBS2wCkHYV6?si=2mNA3bJ4QpaubkOL24hdvg\r\n\r\nSi sono sprecati tutti gli aggettivi più vieti possibili per esprimere indignazione per l’efferatezza delle operazioni militari di Idf agli ordini politici del governo fascista di Netanyahu, sempre rispettando il diritto di Israele a perpetuare un genocidio in quanto popolo eletto, ma di fronte alla sorpresa per il bombardamento della delegazione riunita a valutare proposte di “pace” nel territorio sovrano del Qatar, una nazione filoamericana che ospita la più grossa base statunitense nel Sudovest asiatico e ha regalato l’aereo presidenziale come omaggio al nuovo imperatore, sono venute meno le inani riprovazioni e i vicini sauditi si sono rivolti al Pakistan in cerca di ombrello nucleare e protezione. La credibilità dell’amministrazione Trump è scomparsa del tutto e il volto mascherato di sangue dello Stato ebraico è apparso improvvisamente con i suoi veri connotati al mondo arabo, che ha sempre abbandonato le genti di Palestina al loro destino sacrificale, in cambio di affari.\r\nIl raid israeliano a Doha ha superato il perimetro del conflitto con Hamas: ha squassato regole non scritte, infranto la logica del territorio mediatore, e messo in discussione l’intero schema di alleanze della diplomazia araba, quella stessa che ha permesso al Mossad le peggiori turpitudini e fornito appoggio per operazioni nell'area contro gli avversari di Israele, che con il suo istinto da scorpione ha punto persino il proprio cavallo di Troia nella regione. Il Qatar, lungi dall’essere un bersaglio secondario, entra nella storia come simbolo della frattura tra potenza militare israeliana e coesione regionale arabo-americana, dando spazio a una alleanza di nuovo stampo con una potenza nucleare che fa parte della Belt Road cinese e si approvvigiona da Pechino per i suoi ordigni, come la filosionista India si è accorta nell'ultimo conflitto di pochi mesi fa.\r\nForse ora tutti si accorgeranno che la volontà di cancellazione di ogni traccia di vita e cultura araba dal territorio della Israele biblica coinvolge anche le vestigia e le tradizioni mondiali, ma questo risultato è stato possibile perché tutto ciò che stanno perpetrando i sionisti è già stato sperimentato dai governi di Washington, per esempio in Iraq, dove sono state ridotte in briciole dallo spregio dell’esercito americano testimonianze artistiche e culturali millenarie. Questo è reso possibile dalla presunzione che l’unica vera cultura sia quella ebraico-cristiana e tutti gli altri sono semplici colonizzati senza cultura propria.\r\nQuesti sono i prodromi perché quando gli invasati come Smotrich e Ben Gvir picconeranno la moschea di Gerusalemme, come già hanno cominciato a fare, Al-Aqsa sarà la soglia oltre alla quale la hybris ebraica renderà conto dei suoi abusi, perché la rivolta a quel punto non coinvolgerà solo i milioni di palestinesi, ma i miliardi di musulmani. E gli accordi finanziari, gli interessi per i resort progettati su una Striscia di concentramento e sterminio nulla potranno di fronte alla rivendicazione culturale delle masse oltraggiate dall’impunità israeliana.\r\nGià la trasferta di Rubio a Doha si è risolta in un fallimento: nonostante il giorno prima la riunione dei paesi coinvolti avesse balbettato, come una qualunque Unione europea, L’emiro Tamim ha chiesto i risarcimenti per i danni causati nel bombardamento israeliano su Doha, le scuse ufficiali e l’impegno di Netanyahu a non ripetere più la sua prepotenza e soprattutto di bloccare le uccisioni di innocenti a Gaza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Oil-non-olet-in-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAltri temi inerenti all'aggressione colonialista israeliana degli ultimi 80 anni si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\nIrresolubili contrasti che trovano nell'acqua del Nilo pretesti per perpetuarsi\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/dalla-diga-sul-nilo-all-assedio-di-al-fashir-conflitti-in-africa-orientale--67835929\r\n\r\nFinalmente a inizio settembre si è inaugurata Gerd, la grande diga sul Nilo Azzurro voluta da Ahmed e che non solo approvvigionerebbe Etiopia, Sudan, Kenya e Gibuti di energia elettrica, ma coprirebbe il 20% dei consumi dell’Africa orientale. In questo anno in cui il bacino idrico si è andato riempiendo i dati dimostrano che questo non è avvenuto a detrimento dei paesi a valle, eppure i motivi di attrito con l’Egitto non scemano e anzi si dispiegano truppe del Cairo in Somalia, evidenziando alleanze e divisioni legate ad altri dossier, quali lo sbocco al mare in Somaliland (proprio la regione che per essere riconosciuta da Usa e Israele è disposta a ospitare i gazawi deportati) per Addis Abeba, o gli scontri interetnici sia a Nord in Puntland, che nel Jubbaland a Sud. Matteo Palamidesse ci aiuta a districarci ancora una volta in mezzo a queste dispute, ma ci apre anche una finestra sull’orrore attorno ad Al Fashir, città nel Sudan occidentale con 300.000 abitanti assediati dalle milizie delle Forze di intervento rapido di Hemedti; le sue parole a questo proposito vengono registrate qualche ora prima che un attacco contro una moschea proprio nei dintorni della città del Darfur ai confini con il Ciad il 19 settembre producesse 75 morti.\r\nNon poteva mancare anche uno sguardo al Sud Sudan nel giorno in cui è stato reso noto il rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan, frutto di due anni di indagini e analisi indipendenti che hanno evidenziato il Saccheggio di una nazione, come riporta il titolo del dossier stesso.\r\n\r\n \r\n\r\nIl dossier africano che racchiude i podcast precedenti si trova qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Infiniti-squilibri-distopici-in-Africa-orientale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nIl capillare cambio di paradigma sistemico in Sudest asiatico\r\n\r\nCon Emanuele Giordana parliamo dei venti di rivolta giovanile che stanno scuotendo alcuni paesi asiatici, un'onda lunga partita dalle rivolte in Sri Lanka nel 2022 e Bangladesh nel 2024 che hanno defenestrato le dinastie al potere reclamando un cambiamento sostanziale . Le cause delle crisi che stanno attraversando alcuni paesi asiatici hanno le loro radici in un sistema di potere autoritario che nega le legittime aspirazioni delle nuove generazioni a una partecipazione concreta alle scelte che condizionano il loro futuro. La crisi economica, le distorsioni nello sviluppo eredità del colonialismo, l'iniqua distribuzione delle risorse, la corruzione imperante, le smodate ricchezze esibite da élite predatorie, l'ingombrante presenza dei militari nella vita politica ed economica, la disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive sono tratti comuni in paesi come la Thailandia, l'Indonesia e con caratteristiche più peculiari il Nepal. Sono paesi dove i giovani sono la maggioranza ma le loro richieste di cambiamento sono state compresse e represse per molto tempo e dove hanno trovato uno sbocco elettorale come in Thailandia i poteri conservatori e legati alla monarchia hanno invalidato l'esito elettorale. La chiamano la generazione \"z\" ma a prescindere dalle definizioni queste rivolte sono il sintomo di una forte richiesta di cambiamento del modello di accumulazione che ha contraddistinto la tumultuosa crescita dei paesi asiatici. Questa spinta generazionale ancora non riesce a trasformarsi in un articolato progetto politico ma sta mettendo in discussione fortemente un modello di società che ormai non garantisce né crescita né uguaglianza, le rivolte si stanno espandendo e chissà che dall'Asia arrivi anche in Europa questo virus benefico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/i-giovani-scuotono-l-asia-dalla-crisi-politica-thai-alle-rivolte-in-nepal-ed-indonesia--67824026\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-GIORDANA-18092025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTrump ringhia contro il Venezuela agitando lo spettro della guerra alla droga.\r\n\r\nTrump si rivolge verso il \" patio trasero\" yankee con molta più frequenza ed aggressività delle precedenti amministrazioni anche repubblicane. L'impero declinante ha perso importanti posizioni in America Latina nel confronto con il competitor cinese e quindi ora Washington si atteggia a \" terminator\" nella strategia della lotta antidroga ,alibi per eccellenza fin dai tempi di Nixon per mascherare le ingerenze nordamericane. Il target è il Venezuela, irriducibilmente chavista nonostante Maduro, comunque eccezione pur con le sue contraddizioni a causa di un modello economico redistributivo verso il basso che non trova più seguaci nella regione . Rimasto prigioniero delle logiche di capitalismo estrattivo il Venezuela di Maduro resiste anche per l'inefficacia di un'opposizione poco credibile ed asservita agli interessi statunitensi, preda ambita per le sue riserve petrolifere.\r\nIl narcotraffico costituisce la copertura per l'interventismo nordamericano che ricorda la versione 2.0 della dottrina Monroe, ma il destino manifesto è duro da affermare in un continente sempre più autonomo dai legami con l'ingombrante vicino e legato ad interessi economici ed investimenti cinesi.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna, giornalista e conoscitore dell'America Latina\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-ringhia-contro-il-venezuela-agitando-lo-spettro-della-guerra-alla-droga--67855661\r\n\r\nPer ripercorrere i sentieri fin qui percorsi con i popoli latinos, si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-18092025-CEGNA.mp3\"][/audio]","20 Settembre 2025","2025-09-22 23:43:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 18/09/2025 - LA SVOLTA DELL'ATTACCO SIONISTA A DOHA; RIVOLTE E INTRIGHI NELLA CONTORTA ESTATE IN SUDEST ASIATICO; IL GERD ETIOPE, ALLEANZE IN CORNO D'AFRICA E L'ASSEDIO MEDIEVALE SUDANESE; WAR ON DRUGS CONTRO CARACAS, CARIBE E MEXICO",1758374559,[374,404],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[331,333],{"post_content":407},{"matched_tokens":408,"snippet":409,"value":410},[19],"ma in ottobre per le \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> del Parlamento può ambire a","Nel 43esimo anniversario di Sabra e Chatila iniziamo la trasmissione con Laura Silvia Battaglia per analizzare quali strade si aprono al mondo arabo e in particolare ai paesi del Golfo dopo il proditorio attacco del fascistissimo governo israeliano contro la delegazione di Hamas chiamata a Doha a valutare le proposte di tregua; da questo primo spunto si è sviluppata una disamina che ha coinvolto il Pakistan, con il quale l'Arabia Saudita ha stipulato un accordo di reciproco supporto in caso di aggressione, la centralità della spianata nei livelli di provocazione dell'entità ebraica, il dilettantismo trumpiano, finendo con rievocare la distruzione di vestigia e tradizioni culturali perpetrate dall'esercito americano nel recente passato, con lo stesso spregio coloniale e supponente dell'Idf, partendo dal presupposto di detenere il monopolio della cultura di riferimento.\r\nPer contiguità con la regione mediorientale abbiamo proseguito nella carrellata di conflitti che costellano il pianeta, attraversando Bab-al Mandab, ed è toccato a Matteo Palamidesse accompagnarci tra le divisioni armate dell'Africa orientale, dove l'attivazione della diga etiope Gerd sul Nilo Azzurro funge da pretesto per alimentare le divisioni etniche, le rivendicazioni di indipendenza e i campi contrapposti appoggiati da potenze straniere, coinvolgendo il territorio del Corno d'Africa ed estendendosi fino all'assedio di stampo medievale attuato dalle Rsf di Dagalo su Al Fashir nell'Est del Sudan, dove si consumano stragi quotidiane, l'ultima delle quali è avvenuta con un drone su una moschea che ha causato 75 morti poche ore dopo il racconto di Matteo ai nostri microfoni.\r\nL'elenco di conflitti, proteste e insurrezioni è poi proseguito in Sudest asiatico con Emanuele Giordana, che ci ha illustrato gli intrighi, collegati agli interessi delle scam city e del mondo dell'azzardo per quel che riguarda le scaramucce tra Thailandia e Cambogia e che hanno portato a un rivolgimento politico rischioso per la tradizionale suscettibilità dei militari thai, sempre pronti a sciogliere la conduzione democratica del paese, ora in mano a una nuova coalizione anodina condotta da Anutin Charnvirakul con l'appoggio esterno del Partito popolare (ex Move Forward), dopo la destituzione della famiglia Shinawatra; sempre con il reporter esperto delle questioni estremo orientali abbiamo poi raggiunto il Nepal dove si è assistito a un nuovo episodio delle rivolte della macroarea nell'ultimo anno (dopo Bangla Desh e Sri Lanka) che hanno portato alla destituzione del governo corrotto filocinese; senza tralasciare il pugno di ferro di Prabowo che riprende la tradizione repressiva dell'Indonesia.\r\nLa lunga puntata si è conclusa in Latinamerica con Andrea Cegna inseguendo altri venti di guerra, anche questi scatenati dall'Impero americano in declino: le War on Drugs di nixoniana memoria, ripristinate dall'amministrazione Trump come pretesto per colpire i nemici del cortile di casa; così si è parlato di quale sia il significato ancora del regime bolivariano in Venezuela, ma anche del contrasto in Caribe e quale ruolo svolga il Mexico di Scheinbaum, riservandoci di affrontare tra un mese le alterne fortune del neoliberismo nel mondo latinoamericano, in particolare quello incarnato da Milei che ha subito sì una sonora sconfitta a Buenos Aires, ma in ottobre per le \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> del Parlamento può ambire a un numero maggiore di rappresentanti eletti tra le sue file.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOil non olet\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/3iOadt0OjeBCBS2wCkHYV6?si=2mNA3bJ4QpaubkOL24hdvg\r\n\r\nSi sono sprecati tutti gli aggettivi più vieti possibili per esprimere indignazione per l’efferatezza delle operazioni militari di Idf agli ordini politici del governo fascista di Netanyahu, sempre rispettando il diritto di Israele a perpetuare un genocidio in quanto popolo eletto, ma di fronte alla sorpresa per il bombardamento della delegazione riunita a valutare proposte di “pace” nel territorio sovrano del Qatar, una nazione filoamericana che ospita la più grossa base statunitense nel Sudovest asiatico e ha regalato l’aereo presidenziale come omaggio al nuovo imperatore, sono venute meno le inani riprovazioni e i vicini sauditi si sono rivolti al Pakistan in cerca di ombrello nucleare e protezione. La credibilità dell’amministrazione Trump è scomparsa del tutto e il volto mascherato di sangue dello Stato ebraico è apparso improvvisamente con i suoi veri connotati al mondo arabo, che ha sempre abbandonato le genti di Palestina al loro destino sacrificale, in cambio di affari.\r\nIl raid israeliano a Doha ha superato il perimetro del conflitto con Hamas: ha squassato regole non scritte, infranto la logica del territorio mediatore, e messo in discussione l’intero schema di alleanze della diplomazia araba, quella stessa che ha permesso al Mossad le peggiori turpitudini e fornito appoggio per operazioni nell'area contro gli avversari di Israele, che con il suo istinto da scorpione ha punto persino il proprio cavallo di Troia nella regione. Il Qatar, lungi dall’essere un bersaglio secondario, entra nella storia come simbolo della frattura tra potenza militare israeliana e coesione regionale arabo-americana, dando spazio a una alleanza di nuovo stampo con una potenza nucleare che fa parte della Belt Road cinese e si approvvigiona da Pechino per i suoi ordigni, come la filosionista India si è accorta nell'ultimo conflitto di pochi mesi fa.\r\nForse ora tutti si accorgeranno che la volontà di cancellazione di ogni traccia di vita e cultura araba dal territorio della Israele biblica coinvolge anche le vestigia e le tradizioni mondiali, ma questo risultato è stato possibile perché tutto ciò che stanno perpetrando i sionisti è già stato sperimentato dai governi di Washington, per esempio in Iraq, dove sono state ridotte in briciole dallo spregio dell’esercito americano testimonianze artistiche e culturali millenarie. Questo è reso possibile dalla presunzione che l’unica vera cultura sia quella ebraico-cristiana e tutti gli altri sono semplici colonizzati senza cultura propria.\r\nQuesti sono i prodromi perché quando gli invasati come Smotrich e Ben Gvir picconeranno la moschea di Gerusalemme, come già hanno cominciato a fare, Al-Aqsa sarà la soglia oltre alla quale la hybris ebraica renderà conto dei suoi abusi, perché la rivolta a quel punto non coinvolgerà solo i milioni di palestinesi, ma i miliardi di musulmani. E gli accordi finanziari, gli interessi per i resort progettati su una Striscia di concentramento e sterminio nulla potranno di fronte alla rivendicazione culturale delle masse oltraggiate dall’impunità israeliana.\r\nGià la trasferta di Rubio a Doha si è risolta in un fallimento: nonostante il giorno prima la riunione dei paesi coinvolti avesse balbettato, come una qualunque Unione europea, L’emiro Tamim ha chiesto i risarcimenti per i danni causati nel bombardamento israeliano su Doha, le scuse ufficiali e l’impegno di Netanyahu a non ripetere più la sua prepotenza e soprattutto di bloccare le uccisioni di innocenti a Gaza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Oil-non-olet-in-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAltri temi inerenti all'aggressione colonialista israeliana degli ultimi 80 anni si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\nIrresolubili contrasti che trovano nell'acqua del Nilo pretesti per perpetuarsi\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/dalla-diga-sul-nilo-all-assedio-di-al-fashir-conflitti-in-africa-orientale--67835929\r\n\r\nFinalmente a inizio settembre si è inaugurata Gerd, la grande diga sul Nilo Azzurro voluta da Ahmed e che non solo approvvigionerebbe Etiopia, Sudan, Kenya e Gibuti di energia elettrica, ma coprirebbe il 20% dei consumi dell’Africa orientale. In questo anno in cui il bacino idrico si è andato riempiendo i dati dimostrano che questo non è avvenuto a detrimento dei paesi a valle, eppure i motivi di attrito con l’Egitto non scemano e anzi si dispiegano truppe del Cairo in Somalia, evidenziando alleanze e divisioni legate ad altri dossier, quali lo sbocco al mare in Somaliland (proprio la regione che per essere riconosciuta da Usa e Israele è disposta a ospitare i gazawi deportati) per Addis Abeba, o gli scontri interetnici sia a Nord in Puntland, che nel Jubbaland a Sud. Matteo Palamidesse ci aiuta a districarci ancora una volta in mezzo a queste dispute, ma ci apre anche una finestra sull’orrore attorno ad Al Fashir, città nel Sudan occidentale con 300.000 abitanti assediati dalle milizie delle Forze di intervento rapido di Hemedti; le sue parole a questo proposito vengono registrate qualche ora prima che un attacco contro una moschea proprio nei dintorni della città del Darfur ai confini con il Ciad il 19 settembre producesse 75 morti.\r\nNon poteva mancare anche uno sguardo al Sud Sudan nel giorno in cui è stato reso noto il rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan, frutto di due anni di indagini e analisi indipendenti che hanno evidenziato il Saccheggio di una nazione, come riporta il titolo del dossier stesso.\r\n\r\n \r\n\r\nIl dossier africano che racchiude i podcast precedenti si trova qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Infiniti-squilibri-distopici-in-Africa-orientale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nIl capillare cambio di paradigma sistemico in Sudest asiatico\r\n\r\nCon Emanuele Giordana parliamo dei venti di rivolta giovanile che stanno scuotendo alcuni paesi asiatici, un'onda lunga partita dalle rivolte in Sri Lanka nel \u003Cmark>2022\u003C/mark> e Bangladesh nel 2024 che hanno defenestrato le dinastie al potere reclamando un cambiamento sostanziale . Le cause delle crisi che stanno attraversando alcuni paesi asiatici hanno le loro radici in un sistema di potere autoritario che nega le legittime aspirazioni delle nuove generazioni a una partecipazione concreta alle scelte che condizionano il loro futuro. La crisi economica, le distorsioni nello sviluppo eredità del colonialismo, l'iniqua distribuzione delle risorse, la corruzione imperante, le smodate ricchezze esibite da élite predatorie, l'ingombrante presenza dei militari nella vita politica ed economica, la disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive sono tratti comuni in paesi come la Thailandia, l'Indonesia e con caratteristiche più peculiari il Nepal. Sono paesi dove i giovani sono la maggioranza ma le loro richieste di cambiamento sono state compresse e represse per molto tempo e dove hanno trovato uno sbocco elettorale come in Thailandia i poteri conservatori e legati alla monarchia hanno invalidato l'esito elettorale. La chiamano la generazione \"z\" ma a prescindere dalle definizioni queste rivolte sono il sintomo di una forte richiesta di cambiamento del modello di accumulazione che ha contraddistinto la tumultuosa crescita dei paesi asiatici. Questa spinta generazionale ancora non riesce a trasformarsi in un articolato progetto politico ma sta mettendo in discussione fortemente un modello di società che ormai non garantisce né crescita né uguaglianza, le rivolte si stanno espandendo e chissà che dall'Asia arrivi anche in Europa questo virus benefico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/i-giovani-scuotono-l-asia-dalla-crisi-politica-thai-alle-rivolte-in-nepal-ed-indonesia--67824026\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-GIORDANA-18092025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTrump ringhia contro il Venezuela agitando lo spettro della guerra alla droga.\r\n\r\nTrump si rivolge verso il \" patio trasero\" yankee con molta più frequenza ed aggressività delle precedenti amministrazioni anche repubblicane. L'impero declinante ha perso importanti posizioni in America Latina nel confronto con il competitor cinese e quindi ora Washington si atteggia a \" terminator\" nella strategia della lotta antidroga ,alibi per eccellenza fin dai tempi di Nixon per mascherare le ingerenze nordamericane. Il target è il Venezuela, irriducibilmente chavista nonostante Maduro, comunque eccezione pur con le sue contraddizioni a causa di un modello economico redistributivo verso il basso che non trova più seguaci nella regione . Rimasto prigioniero delle logiche di capitalismo estrattivo il Venezuela di Maduro resiste anche per l'inefficacia di un'opposizione poco credibile ed asservita agli interessi statunitensi, preda ambita per le sue riserve petrolifere.\r\nIl narcotraffico costituisce la copertura per l'interventismo nordamericano che ricorda la versione 2.0 della dottrina Monroe, ma il destino manifesto è duro da affermare in un continente sempre più autonomo dai legami con l'ingombrante vicino e legato ad interessi economici ed investimenti cinesi.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna, giornalista e conoscitore dell'America Latina\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-ringhia-contro-il-venezuela-agitando-lo-spettro-della-guerra-alla-droga--67855661\r\n\r\nPer ripercorrere i sentieri fin qui percorsi con i popoli latinos, si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-18092025-CEGNA.mp3\"][/audio]",[412],{"field":91,"matched_tokens":413,"snippet":409,"value":410},[19],{"best_field_score":268,"best_field_weight":215,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":47,"score":415,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1155199671761633393",{"document":417,"highlight":430,"highlights":435,"text_match":266,"text_match_info":438},{"comment_count":47,"id":418,"is_sticky":47,"permalink":419,"podcastfilter":420,"post_author":421,"post_content":422,"post_date":423,"post_excerpt":53,"post_id":418,"post_modified":424,"post_thumbnail":425,"post_title":426,"post_type":348,"sort_by_date":427,"tag_links":428,"tags":429},"90730","http://radioblackout.org/podcast/gazaweb/",[325],"underscore","Ascolta la puntata completa\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/alberi-della-rete.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGazaweb\r\nhttps://www.produzionidalbasso.com/project/fai-crescere-gli-alberi-della-rete-a-gaza-1/\r\n\r\nSilvio edizioni\r\n\r\nhttps://www.ilpost.it/2024/06/25/silvio-berlusconi-editore-mondadori/\r\n\r\nIl gruppo editoriale Mondadori ha annunciato formalmente la creazione di “Silvio Berlusconi Editore”, una nuova casa editrice del Gruppo Mondadori. Il primo libro uscirà il prossimo 5 settembre e sarà la traduzione del saggio On Leadership scritto da Tony Blair, primo ministro britannico tra il 1997 e il 2007 e a lungo leader del Partito Laburista. Sono state annunciate anche alcune pubblicazioni previste per il 2025, tra cui La fine del regime, dello scrittore russo Alexander Baunov, e Ragazzi di carta velina, dello scrittore italiano Walter Siti.\r\n\r\nDa che parte stare?\r\n\r\nhttps://futurism.com/the-byte/cop-leaps-tesla-self-driving\r\nhttps://www.cbsnews.com/losangeles/news/self-driving-tesla-crashes-into-police-cruiser-in-fullerton/\r\n\r\nAI is just going great\r\n\r\nhttps://www.bloomberg.com/news/articles/2023-12-07/ai-fast-food-drive-thrus-need-human-workers-70-of-time\r\n\r\nAssange\r\n\r\nhttps://www.ilpost.it/2024/06/26/julian-assange-liberato/\r\n\r\nLa liberazione di Assange era prevista da un accordo raggiunto martedì tra lui e il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, dove Assange, per via della sua attività con WikiLeaks, è accusato di aver violato l’Espionage Act, una legge contro lo spionaggio: complessivamente rischiava fino a 175 anni di carcere. L’accordo prevedeva che Assange si dichiarasse colpevole di aver ottenuto e diffuso in modo illegale alcuni documenti considerati sensibili per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, e che in cambio venisse giudicato a Saipan, che ricade sotto la giurisdizione statunitense ma non è propriamente territorio americano.\r\n\r\nhttps://www.ilpost.it/2024/06/26/accordo-liberazione-assange/\r\n\r\nSecondo BBC News le trattative che hanno portato a un accordo di fatto sono iniziate nel 2022, quando in Australia è entrato in carica un governo di centrosinistra guidato da Anthony Albanese, del Partito Laburista. Albanese aveva reso la liberazione di Assange una delle priorità diplomatiche del suo governo: nell’ottobre del 2023 in una visita alla Casa Bianca ne aveva parlato direttamente col presidente statunitense Joe Biden, mentre qualche mese dopo il suo partito aveva appoggiato una mozione parlamentare, approvata a larga maggioranza, che di fatto chiedeva la liberazione di Assange agli Stati Uniti e al Regno Unito, dove era detenuto.\r\n\r\nhttps://www.ilpost.it/2024/06/25/wikileaks-oggi/\r\n\r\nNel 2016 WikiLeaks tornò improvvisamente rilevante perché cominciò a diffondere documenti riservati (soprattutto email) che provenivano dal Partito Democratico statunitense e dal comitato elettorale di Hillary Clinton, che in quel momento era candidata alle elezioni presidenziali. A quanto sembra i documenti erano stati sottratti al partito e a Clinton da hacker russi vicini al regime di Vladimir Putin, che durante quella campagna elettorale provarono ad agevolare l’elezione di Donald Trump, ritenuto meno ostile di Clinton a Putin. WikiLeaks ha sempre negato di avere ricevuto i documenti dai russi, ma l’intelligence statunitense si è detta certa che la provenienza dei documenti fosse quella.\r\n\r\nWikiLeaks era nata come progetto personale di Assange, ma negli anni in cui era maggiormente esposta si era allargata fino a impiegare giornalisti, esperti di sicurezza e attivisti per la trasparenza. Fra il 2007 e il 2010 WikiLeaks pubblicò centinaia di migliaia di documenti riservati che riguardavano soprattutto gli Stati Uniti e le operazioni militari in Iraq e Afghanistan, oltre a moltissime comunicazioni diplomatiche (quindi riservate) con i rappresentanti di altri paesi. In una prima fase WikiLeaks collaborò con i giornali più rispettati al mondo, fra cui il New York Times e il Guardian: negli anni poi quelle collaborazioni si sono interrotte, anche per via dell’approccio spregiudicato e spesso poco ortodosso dal punto di vista giornalistico di Assange, noto peraltro per il suo atteggiamento spesso megalomane e paranoico.\r\n\r\nCompagni in lotta\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=YyL1VGfFeS4\r\nhttps://www.lastampa.it/cronaca/2024/06/20/video/il_bancomobile_di_bitcoin_cosi_franco_lee_promuoveva_la_sua_attivita_illecita_via_social-14407986/?ref=LSHA-BH-P5-S2-T1\r\n\r\nhttps://decrypt.co/236152/certik-kraken-extortion-white-hat-hack","26 Giugno 2024","2024-06-26 23:03:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/gazaweb-200x110.jpg","Gazaweb",1719442961,[],[],{"post_content":431},{"matched_tokens":432,"snippet":433,"value":434},[79],"di fatto sono iniziate nel \u003Cmark>2022\u003C/mark>, quando in Australia è entrato","Ascolta la puntata completa\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/alberi-della-rete.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGazaweb\r\nhttps://www.produzionidalbasso.com/project/fai-crescere-gli-alberi-della-rete-a-gaza-1/\r\n\r\nSilvio edizioni\r\n\r\nhttps://www.ilpost.it/2024/06/25/silvio-berlusconi-editore-mondadori/\r\n\r\nIl gruppo editoriale Mondadori ha annunciato formalmente la creazione di “Silvio Berlusconi Editore”, una nuova casa editrice del Gruppo Mondadori. Il primo libro uscirà il prossimo 5 settembre e sarà la traduzione del saggio On Leadership scritto da Tony Blair, primo ministro britannico tra il 1997 e il 2007 e a lungo leader del Partito Laburista. Sono state annunciate anche alcune pubblicazioni previste per il 2025, tra cui La fine del regime, dello scrittore russo Alexander Baunov, e Ragazzi di carta velina, dello scrittore italiano Walter Siti.\r\n\r\nDa che parte stare?\r\n\r\nhttps://futurism.com/the-byte/cop-leaps-tesla-self-driving\r\nhttps://www.cbsnews.com/losangeles/news/self-driving-tesla-crashes-into-police-cruiser-in-fullerton/\r\n\r\nAI is just going great\r\n\r\nhttps://www.bloomberg.com/news/articles/2023-12-07/ai-fast-food-drive-thrus-need-human-workers-70-of-time\r\n\r\nAssange\r\n\r\nhttps://www.ilpost.it/2024/06/26/julian-assange-liberato/\r\n\r\nLa liberazione di Assange era prevista da un accordo raggiunto martedì tra lui e il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, dove Assange, per via della sua attività con WikiLeaks, è accusato di aver violato l’Espionage Act, una legge contro lo spionaggio: complessivamente rischiava fino a 175 anni di carcere. L’accordo prevedeva che Assange si dichiarasse colpevole di aver ottenuto e diffuso in modo illegale alcuni documenti considerati sensibili per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, e che in cambio venisse giudicato a Saipan, che ricade sotto la giurisdizione statunitense ma non è propriamente territorio americano.\r\n\r\nhttps://www.ilpost.it/2024/06/26/accordo-liberazione-assange/\r\n\r\nSecondo BBC News le trattative che hanno portato a un accordo di fatto sono iniziate nel \u003Cmark>2022\u003C/mark>, quando in Australia è entrato in carica un governo di centrosinistra guidato da Anthony Albanese, del Partito Laburista. Albanese aveva reso la liberazione di Assange una delle priorità diplomatiche del suo governo: nell’ottobre del 2023 in una visita alla Casa Bianca ne aveva parlato direttamente col presidente statunitense Joe Biden, mentre qualche mese dopo il suo partito aveva appoggiato una mozione parlamentare, approvata a larga maggioranza, che di fatto chiedeva la liberazione di Assange agli Stati Uniti e al Regno Unito, dove era detenuto.\r\n\r\nhttps://www.ilpost.it/2024/06/25/wikileaks-oggi/\r\n\r\nNel 2016 WikiLeaks tornò improvvisamente rilevante perché cominciò a diffondere documenti riservati (soprattutto email) che provenivano dal Partito Democratico statunitense e dal comitato elettorale di Hillary Clinton, che in quel momento era candidata alle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> presidenziali. A quanto sembra i documenti erano stati sottratti al partito e a Clinton da hacker russi vicini al regime di Vladimir Putin, che durante quella campagna elettorale provarono ad agevolare l’elezione di Donald Trump, ritenuto meno ostile di Clinton a Putin. WikiLeaks ha sempre negato di avere ricevuto i documenti dai russi, ma l’intelligence statunitense si è detta certa che la provenienza dei documenti fosse quella.\r\n\r\nWikiLeaks era nata come progetto personale di Assange, ma negli anni in cui era maggiormente esposta si era allargata fino a impiegare giornalisti, esperti di sicurezza e attivisti per la trasparenza. Fra il 2007 e il 2010 WikiLeaks pubblicò centinaia di migliaia di documenti riservati che riguardavano soprattutto gli Stati Uniti e le operazioni militari in Iraq e Afghanistan, oltre a moltissime comunicazioni diplomatiche (quindi riservate) con i rappresentanti di altri paesi. In una prima fase WikiLeaks collaborò con i giornali più rispettati al mondo, fra cui il New York Times e il Guardian: negli anni poi quelle collaborazioni si sono interrotte, anche per via dell’approccio spregiudicato e spesso poco ortodosso dal punto di vista giornalistico di Assange, noto peraltro per il suo atteggiamento spesso megalomane e paranoico.\r\n\r\nCompagni in lotta\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=YyL1VGfFeS4\r\nhttps://www.lastampa.it/cronaca/2024/06/20/video/il_bancomobile_di_bitcoin_cosi_franco_lee_promuoveva_la_sua_attivita_illecita_via_social-14407986/?ref=LSHA-BH-P5-S2-T1\r\n\r\nhttps://decrypt.co/236152/certik-kraken-extortion-white-hat-hack",[436],{"field":91,"matched_tokens":437,"snippet":433,"value":434},[79],{"best_field_score":268,"best_field_weight":215,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":47,"score":415,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":440,"highlight":451,"highlights":456,"text_match":266,"text_match_info":459},{"comment_count":47,"id":441,"is_sticky":47,"permalink":442,"podcastfilter":443,"post_author":366,"post_content":444,"post_date":445,"post_excerpt":53,"post_id":441,"post_modified":446,"post_thumbnail":370,"post_title":447,"post_type":348,"sort_by_date":448,"tag_links":449,"tags":450},"83803","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-14-09-2023-cile-a-50-anni-dal-golpe-incombe-ancora-sul-latinoamerica-la-pesante-eredita-del-neoliberismo-autoritario-corno-dafrica-strage-senza-fine-in-sudan-e-guerra-civile-et/",[319],"Bastioni di Orione riflette con Alfredo Somoza e Diego Battistessa sulla pesante eredità del colpo di stato in Cile di cui ricorre il cinquantenario,la sua ingombrante ombra ancora condiziona la politica cilena ,le difficoltà del presidente Boric che si va sempre di piu' spostando verso posizioni moderate ,la nuova legge \"anti tomas\" contro le occupazioni di terreni ed edifici che segue quella definita \"gatillo facil \" che concede l'impunità alle forze di polizia, la condizione dei Mapuche che affrontano una repressione sempre piu' pesante nel difendere le loro terre dalle espropriazioni ,le cariche contro i manifestanti cui è stato impedito di accedere alle celebrazioni ufficiali davanti alla Moneda in occasione dell'11 settembre, l'esito incerto del processo costituzionale che potrebbe portare ad una riforma peggiorativa della costituzione pinochettista del 1980 .\r\n\r\nCi soffermiamo anche sull'insegnamento dell'esperienza di Unidad Popular per i movimenti rivoluzionari latinoamericani e non solo , relativamente alla possibilità di operare cambiamenti radicali in un contesto di rispetto delle istituzioni democratiche borghesi.La vicenda cilena dimostra che quando le organizzazioni popolari arrivano a contendere il potere reale a borghesia e oligarchia ,queste non esitano a usare la violenza per mantenere i loro privilegi rendendo vano il ricorso ad un percorso di mutamento istituzionale .\r\n\r\nCon Alfredo Somoza parliamo anche delle prossime elezioni in Argentina con la preoccupante ascesa di Javier Milei ,personaggio televisivo dalle proposte radicali neoliberiste e autoritarie che sembra godere dei favori degli elettori e della crisi da fine regime del peronismo.\r\n\r\nGuardiamo anche alla seconda tornata delle elezioni in Ecuador ,divenuto centro delle attività del narcotraffico con una forte presenza dei cartelli messicani e un incremento parossistico della violenza con decine di morti al giorno. La candidata del correismo potrebbe prevalere ma i sondaggi la danno testa a testa con il rampollo della famiglia di AlvaroNoboa ,uno degli uomini piu' ricchi dell'Ecuador.\r\n\r\nPesa la rottura fra il correismo e le organizzazioni indigene che frattura il fronte di sinistra e non garantisce l'unità di azione delle forze di opposizione al governo Lasso.\r\n\r\nInfine ci occupiamo anche delle vicende del Guatemala dove la vittoria elettorale nelle scorse presidenziali del partito Semilla guidato dal neo presidente progressista Bernardo Arevalo è messo in discussione dalla mobilitazione dei \"poderes facticos\" che garantiscono l'oligarchia corrotta e l'ineguale distribuzione delle risorse . Vari magistrati cercano di invalidare l'esito elettorale con accuse strumentali tanto da costringere Arevalo a sospendere il processo di transizione presidenziale che dovrebbe concretizzarsi a gennaio con il passaggio delle consegne .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Bastioni-di-orione-14-settembre-latinoamerica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse parliamo della notizia dell'avvenuto completamento del riempimento della diga della \"Rinascita\" ,che acuisce le tensioni con i paesi limitrofi in particolare l'Egitto ,e facciamo il punto sulla situazione interna dell'Etiopia dove continuano i combattimenti con le milizie ahmara Fano nonostante il cessate il fuoco firmato a Pretoria nel novembre 2022, continua l'abominevole pratica degli stupri etnici da parte delle forze armate eritree ancora sul campo, si mette in discussione la presenza degli organismi di verifica del rispetto dei iritti umani da parte del governo di Ahmed che continua con la sua politica di accentramento e repressione.\r\n\r\nParliamo anche della guerra in Sudan che non si ferma ,bombardamenti indiscriminati su obiettivi civili come è accaduto su un mercato di Karthoum ,centinaia di migliaia di profughi in fuga alla ricerca di protezione ,la guerra sembra impantanarsi con una supremazia aerea dell'esercito di Al Bhuran ,mentre sul terreno si muovono agevolmente le RSF di Hemmetti.\r\n\r\nGuardiamo anche alle prospettive dell'allargamento dei Brics all'Etiopia e la possibilità di consolidamento di un polo economico alternativo alle istituzioni globali dominate dall'Occidente.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Raffaele Crocco di Atlante delle guerre ,parliamo di WARS una mostra fotografica dedicata alle foto di guerra visibile anche sul sito della rivista .Sono stati premiati i lavori dei fotoreporter e l'occasione ci consente anche delle riflessioni sulle narrazione asimmetriche dei conflitti e la pulsione censoria che caratterizza il sistema informativo quando si parla di guerra.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-WARS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","19 Settembre 2023","2023-09-19 12:42:29","BASTIONI DI ORIONE 14/09/2023- CILE A 50 ANNI DAL GOLPE INCOMBE ANCORA SUL LATINOAMERICA LA PESANTE EREDITA' DEL NEOLIBERISMO AUTORITARIO-CORNO D'AFRICA STRAGE SENZA FINE IN SUDAN E GUERRA CIVILE ETIOPE-L'OCCHIO DEI FOTOREPORTER SULLA GUERRA .",1695127349,[374],[331],{"post_content":452},{"matched_tokens":453,"snippet":454,"value":455},[19],"Somoza parliamo anche delle prossime \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> in Argentina con la preoccupante","Bastioni di Orione riflette con Alfredo Somoza e Diego Battistessa sulla pesante eredità del colpo di stato in Cile di cui ricorre il cinquantenario,la sua ingombrante ombra ancora condiziona la politica cilena ,le difficoltà del presidente Boric che si va sempre di piu' spostando verso posizioni moderate ,la nuova legge \"anti tomas\" contro le occupazioni di terreni ed edifici che segue quella definita \"gatillo facil \" che concede l'impunità alle forze di polizia, la condizione dei Mapuche che affrontano una repressione sempre piu' pesante nel difendere le loro terre dalle espropriazioni ,le cariche contro i manifestanti cui è stato impedito di accedere alle celebrazioni ufficiali davanti alla Moneda in occasione dell'11 settembre, l'esito incerto del processo costituzionale che potrebbe portare ad una riforma peggiorativa della costituzione pinochettista del 1980 .\r\n\r\nCi soffermiamo anche sull'insegnamento dell'esperienza di Unidad Popular per i movimenti rivoluzionari latinoamericani e non solo , relativamente alla possibilità di operare cambiamenti radicali in un contesto di rispetto delle istituzioni democratiche borghesi.La vicenda cilena dimostra che quando le organizzazioni popolari arrivano a contendere il potere reale a borghesia e oligarchia ,queste non esitano a usare la violenza per mantenere i loro privilegi rendendo vano il ricorso ad un percorso di mutamento istituzionale .\r\n\r\nCon Alfredo Somoza parliamo anche delle prossime \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> in Argentina con la preoccupante ascesa di Javier Milei ,personaggio televisivo dalle proposte radicali neoliberiste e autoritarie che sembra godere dei favori degli elettori e della crisi da fine regime del peronismo.\r\n\r\nGuardiamo anche alla seconda tornata delle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> in Ecuador ,divenuto centro delle attività del narcotraffico con una forte presenza dei cartelli messicani e un incremento parossistico della violenza con decine di morti al giorno. 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presidenziali in Brasile , le complicità degli apparati dello stato profondo brasiliano ,i settori agropecuari e latifondisti che hanno finanziato gli assalitori ,la reazione di Lula e le difficoltà che si troverà ad affrontare per ricomporre questa frattufra profonda nella società brasiliana e il compito di far uscire dalla miseria trenta milioni di concittadini ,le ripercussioni internazionali e la persistenza del bolsonarismo alimentato da un apparato informativo distorto e poi guardiamo anche agli avvenimenti del Perù dove dilaga la protesta dopo la destituzione del presidente Castillo sopratutto nelle città dell'interno ,con una brutale repressione che ha fatto decine di morti.Il movimento richiede nuove elezioni e segna il permanere delle fratture sociali che nel paese andino passano fra la costa e la sierra ,fra i creoli e bianchi e i mestizos accentuate da un modello di sviluppo dipendente e ineguale .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio 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crisi del Nord Kivu in Congo ,le accuse reciproche fra Congo e Ruanda per il sostegno alle milizie M23 ,il rischio di espansione regionale del conflitto,il rifiuto da parte del presidente ruandese Paul Kagame di accogliere altri profughi provenienti dall scenario di guerra (circa 70000 finora ) ,la contesa continentale per il controllo delle terre rare che coinvolge Cina ,USA e Unione europea ,la scelta dello Zimbabwe di limitare l'esportazione del litio e i contraccolpi sul mercato di questa decisione .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/BASTIONI-120123-MASSIMO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","15 Gennaio 2023","2023-01-15 12:38:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-3-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 12/01/2023 - BRASILE E PERU' LE VENE APERTE DELL'AMERICA LATINA CONTINUANO A SANGUINARE- ISRAELE IL NUOVO GOVERNO ESTREMISTA FOMENTA L'APARTHEID CONTRO I PALESTINESI-LA CRISI DEL NORD KIVU E LA CONTESA PER LE TERRE 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