","Letta in Emilia contestato dai terremotati","post",1370024188,[64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/emilia/","http://radioblackout.org/tag/governo-letta/","http://radioblackout.org/tag/terremoto/",[68,69,70],"emilia","governo letta","terremoto",{"post_title":72,"tags":76},{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":75},[74],"Emilia","Letta in \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> contestato dai terremotati",[77,80,82],{"matched_tokens":78,"snippet":79},[68],"\u003Cmark>emilia\u003C/mark>",{"matched_tokens":81,"snippet":69},[],{"matched_tokens":83,"snippet":70},[],[85,90],{"field":38,"indices":86,"matched_tokens":87,"snippets":89},[50],[88],[68],[79],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":75,"value":75},"post_title",[74],578730123365712000,{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":50,"score":98,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",1,{"document":101,"highlight":133,"highlights":159,"text_match":93,"text_match_info":165},{"cat_link":102,"category":103,"comment_count":50,"id":104,"is_sticky":50,"permalink":105,"post_author":53,"post_content":106,"post_date":107,"post_excerpt":56,"post_id":104,"post_modified":108,"post_thumbnail":109,"post_thumbnail_html":110,"post_title":111,"post_type":61,"sort_by_date":112,"tag_links":113,"tags":125},[47],[49],"16330","http://radioblackout.org/2013/05/granarolo-licenzia-tutti-tutti-i-facchini-in-corteo/","I facchini della Granarolo hanno appreso la notizia del loro licenziamento dai giornali domenica mattina. Puniti “per aver scioperato e per aver rilasciato interviste lesive dell'immagine aziendale”. Avevano iniziato a scioperare dopo mesi in cui alle loro buste paga veniva tolto il 35% a causa di un non ben motivato stato di crisi. Hanno scioperato e picchettato ai cancelli dell'azienda, hanno protestato raccontando alla stampa le condizioni del loro sfruttamento, hanno viaggiato per raggiungere e interrompere i convegni che Granarolo organizza per parlare di etica e sostenibilità.\r\n\r\nDi fronte a tale lotta il \"padrone cooperativo\" ha richiesto l'intervento della Commisione di garanzia sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, la quale si è espressa con un'interpretazione davvero singolare in cui il latte e lo stracchino ora diventavano un bene primario per la collettività. Le limitazioni imposte allo sciopero nei servizi pubblici essenziali negherebbero di fatto tutte le pratiche di lotta che fino ad ora i facchini hanno messo in campo nel mondo della logistica.\r\nCome prima risposta, oltre ai picchetti ininterrotti davanti ai cancelli dell'azienda, è stata convocata, da parte di tutti i lavoratori della logistica impegnati nelle lotte di questi mesi, una manifestazione a Bologna il 1 Giugno (ritrovo ore 15 in Piazza Nettuno).\r\n\r\nAscolta la diretta con Aldo dei Si Cobas: granarolo","30 Maggio 2013","2013-06-03 12:24:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/tools_granarolo_01-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"203\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/tools_granarolo_01-300x203.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/tools_granarolo_01-300x203.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/tools_granarolo_01.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Granarolo licenzia tutti. Tutti i facchini in corteo.",1369913612,[114,64,115,116,117,118,119,120,121,122,123,124],"http://radioblackout.org/tag/conflitto/","http://radioblackout.org/tag/granarolo/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/","http://radioblackout.org/tag/logistica/","http://radioblackout.org/tag/lotta-di-classe/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/notizie-2/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/",[126,68,127,53,128,37,26,129,130,131,33,132],"conflitto","granarolo","lavoro","lotta di classe","manifestazione","news","sciopero",{"tags":134},[135,137,139,141,143,145,147,149,151,153,155,157],{"matched_tokens":136,"snippet":126},[],{"matched_tokens":138,"snippet":79},[68],{"matched_tokens":140,"snippet":127},[],{"matched_tokens":142,"snippet":53},[],{"matched_tokens":144,"snippet":128},[],{"matched_tokens":146,"snippet":37},[],{"matched_tokens":148,"snippet":26},[],{"matched_tokens":150,"snippet":129},[],{"matched_tokens":152,"snippet":130},[],{"matched_tokens":154,"snippet":131},[],{"matched_tokens":156,"snippet":33},[],{"matched_tokens":158,"snippet":132},[],[160],{"field":38,"indices":161,"matched_tokens":162,"snippets":164},[99],[163],[68],[79],{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":50,"score":166,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},"578730123365711977",{"document":168,"highlight":189,"highlights":207,"text_match":218,"text_match_info":219},{"cat_link":169,"category":170,"comment_count":50,"id":171,"is_sticky":50,"permalink":172,"post_author":53,"post_content":173,"post_date":174,"post_excerpt":56,"post_id":171,"post_modified":175,"post_thumbnail":176,"post_thumbnail_html":177,"post_title":178,"post_type":61,"sort_by_date":179,"tag_links":180,"tags":185},[47],[49],"61929","http://radioblackout.org/2020/06/reggio-emilia-riqualificazioni-esludenti/","Un progetto di riqualificazione escludente sta investendo l’area nei pressi della stazione ferroviaria, una zona molto vicina al centro abitata da poveri ed immigrati. L’amministrazione comunale è altresì impegnata nella gestione dell’enorme area industriale dismessa delle ex Officine Reggiane. Gli appetiti sono molti e per i poveri si prepara un destino di ulteriore marginalità.\r\n\r\nIl gruppo degli “architetti indipendenti” ha preso posizione con un documento molto critico sull’intera operazione di cui è protagonista l’amministrazione comunale.\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci:\r\n\r\n“La zona di via Turri – via Paradisi è racchiusa come un bozzolo tra la ferrovia, il sovrappasso di via del Partigiano ed il residuo tessuto di una lontana zona industriale di un tratto di via Emilia. Un quadrilatero di 350 metri di lunghezza e 100 metri di profondità che ha visto la concentrazione su via Turri di innumerevoli progetti voluti dalle amministrazioni comunali avvicendatesi nel corso degli ultimi 20 anni (Reggio Sicura – Parco Paulonie – Piazza D. Secchi – Patto per la convivenza – Piano di riqualificazione zona stazione, mediatore di quartiere, Centro sociale Reggio est, tra gli altri) e l’investimento di molte risorse pubbliche. L’attuale amministrazione, a febbraio 2020 proprio pochi giorni prima del lock down, ha annunciato un nuovo progetto chiamato Area 902_ Abitare Solidale. Un progetto da realizzarsi in sei differenti fasi/stralci e che prevede “un ampio programma di rigenerazione urbana di edifici e aree di interesse pubblico, privilegiando il recupero edilizio e l’incremento della qualità abitativa e delle infrastrutture esistenti sia per la mobilità che per le funzioni di interesse collettivo del quartiere”.\r\n(...)\r\nRiteniamo inaccettabile come siano stati ignorati gli aspetti più elementari del rispetto e della sensibilità degli individui quando, come in questo caso, si è progettato di privare della propria casa una persona, con tutto quel che rappresenta per ciascuno di noi la propria abitazione. Consideriamo una grave violenza il fatto che i residenti siano venuti a conoscenza attraverso i media di un progetto tanto impattante sulle loro esistenze. E ancora più grave l’aver comunicato la possibilità di apporre il vincolo preordinato di esproprio preliminarmente ad ogni fase interlocutoria, collocando i residenti fin da subito con le spalle al muro, con l’angoscia di sedersi ad un tavolo aprendo il confronto con delegati del comune con una tale spada di Damocle sulla testa.\r\n(…)\r\n\r\nLa parola “riqualificazione” è un termine passpartout ormai abusato dalle amministrazioni, come i termini rigenerazione, rivitalizzazione, innovazione. Chi infatti vuole presentarsi contrario a migliorare una situazione? Chi si arrischia ad opporsi ad un cambiamento presentato come virtuoso? Questo progetto, Area 902_ Abitare Solidale, viene calato dall’alto in una realtà considerata scomoda. E come i progetti calati dall’alto risponde a esigenze poste dall’alto.\r\n\r\n(…)\r\n\r\nUna volta allontanate le persone residenti dalle due palazzine, sostituite con nuove figure, in che termini l’amministrazione ritiene che la vita dell’area migliori? Che benefici apporteranno sull’area i nuovi residenti o i city users che per definizione sono Individui che si recano in città transitoriamente per consumare servizi pubblici e privati, non motivati da esigenze lavorative (come i pendolari), ma unicamente ricreative, culturali e commerciali?”\r\n\r\nCe ne ha parlato Simone Ruini di architetti indipendenti.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-30-ruini-gentri-reggio.mp3\"][/audio]","30 Giugno 2020","2020-06-30 13:21:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/gentri-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"152\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/gentri-300x152.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/gentri-300x152.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/gentri.jpg 592w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Reggio Emilia. Riqualificazioni escludenti",1593523125,[181,182,183,184],"http://radioblackout.org/tag/ex-officine-reggiane/","http://radioblackout.org/tag/reggio-emilia/","http://radioblackout.org/tag/riqualificazioni-escludenti/","http://radioblackout.org/tag/via-paradisi/",[186,20,187,188],"ex officine reggiane","riqualificazioni escludenti","via paradisi",{"post_content":190,"post_title":194,"tags":197},{"matched_tokens":191,"snippet":192,"value":193},[74],"di un tratto di via \u003Cmark>Emilia\u003C/mark>. Un quadrilatero di 350 metri","Un progetto di riqualificazione escludente sta investendo l’area nei pressi della stazione ferroviaria, una zona molto vicina al centro abitata da poveri ed immigrati. L’amministrazione comunale è altresì impegnata nella gestione dell’enorme area industriale dismessa delle ex Officine Reggiane. Gli appetiti sono molti e per i poveri si prepara un destino di ulteriore marginalità.\r\n\r\nIl gruppo degli “architetti indipendenti” ha preso posizione con un documento molto critico sull’intera operazione di cui è protagonista l’amministrazione comunale.\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci:\r\n\r\n“La zona di via Turri – via Paradisi è racchiusa come un bozzolo tra la ferrovia, il sovrappasso di via del Partigiano ed il residuo tessuto di una lontana zona industriale di un tratto di via \u003Cmark>Emilia\u003C/mark>. Un quadrilatero di 350 metri di lunghezza e 100 metri di profondità che ha visto la concentrazione su via Turri di innumerevoli progetti voluti dalle amministrazioni comunali avvicendatesi nel corso degli ultimi 20 anni (Reggio Sicura – Parco Paulonie – Piazza D. Secchi – Patto per la convivenza – Piano di riqualificazione zona stazione, mediatore di quartiere, Centro sociale Reggio est, tra gli altri) e l’investimento di molte risorse pubbliche. L’attuale amministrazione, a febbraio 2020 proprio pochi giorni prima del lock down, ha annunciato un nuovo progetto chiamato Area 902_ Abitare Solidale. Un progetto da realizzarsi in sei differenti fasi/stralci e che prevede “un ampio programma di rigenerazione urbana di edifici e aree di interesse pubblico, privilegiando il recupero edilizio e l’incremento della qualità abitativa e delle infrastrutture esistenti sia per la mobilità che per le funzioni di interesse collettivo del quartiere”.\r\n(...)\r\nRiteniamo inaccettabile come siano stati ignorati gli aspetti più elementari del rispetto e della sensibilità degli individui quando, come in questo caso, si è progettato di privare della propria casa una persona, con tutto quel che rappresenta per ciascuno di noi la propria abitazione. Consideriamo una grave violenza il fatto che i residenti siano venuti a conoscenza attraverso i media di un progetto tanto impattante sulle loro esistenze. E ancora più grave l’aver comunicato la possibilità di apporre il vincolo preordinato di esproprio preliminarmente ad ogni fase interlocutoria, collocando i residenti fin da subito con le spalle al muro, con l’angoscia di sedersi ad un tavolo aprendo il confronto con delegati del comune con una tale spada di Damocle sulla testa.\r\n(…)\r\n\r\nLa parola “riqualificazione” è un termine passpartout ormai abusato dalle amministrazioni, come i termini rigenerazione, rivitalizzazione, innovazione. Chi infatti vuole presentarsi contrario a migliorare una situazione? Chi si arrischia ad opporsi ad un cambiamento presentato come virtuoso? Questo progetto, Area 902_ Abitare Solidale, viene calato dall’alto in una realtà considerata scomoda. E come i progetti calati dall’alto risponde a esigenze poste dall’alto.\r\n\r\n(…)\r\n\r\nUna volta allontanate le persone residenti dalle due palazzine, sostituite con nuove figure, in che termini l’amministrazione ritiene che la vita dell’area migliori? Che benefici apporteranno sull’area i nuovi residenti o i city users che per definizione sono Individui che si recano in città transitoriamente per consumare servizi pubblici e privati, non motivati da esigenze lavorative (come i pendolari), ma unicamente ricreative, culturali e commerciali?”\r\n\r\nCe ne ha parlato Simone Ruini di architetti indipendenti.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-30-ruini-gentri-reggio.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":195,"snippet":196,"value":196},[74],"Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark>. Riqualificazioni escludenti",[198,200,203,205],{"matched_tokens":199,"snippet":186},[],{"matched_tokens":201,"snippet":202},[68],"reggio \u003Cmark>emilia\u003C/mark>",{"matched_tokens":204,"snippet":187},[],{"matched_tokens":206,"snippet":188},[],[208,210,213],{"field":91,"matched_tokens":209,"snippet":196,"value":196},[74],{"field":211,"matched_tokens":212,"snippet":192,"value":193},"post_content",[74],{"field":38,"indices":214,"matched_tokens":215,"snippets":217},[99],[216],[68],[202],578730123365187700,{"best_field_score":220,"best_field_weight":221,"fields_matched":222,"num_tokens_dropped":50,"score":223,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},"1108091338752",15,3,"578730123365187707",{"document":225,"highlight":252,"highlights":276,"text_match":218,"text_match_info":286},{"cat_link":226,"category":227,"comment_count":50,"id":228,"is_sticky":50,"permalink":229,"post_author":53,"post_content":230,"post_date":231,"post_excerpt":56,"post_id":228,"post_modified":232,"post_thumbnail":233,"post_thumbnail_html":234,"post_title":235,"post_type":61,"sort_by_date":236,"tag_links":237,"tags":245},[47],[49],"38926","http://radioblackout.org/2016/11/emilia-romagna-un-urbanistica-al-servizio-delle-imprese/","E' in discussione in Emilia Romagna la nuova legge regionale sull'urbanistica. La maggioranza PD vorrebbe un'approvazione rapida, senza approfondimenti, di una norma che potrebbe fare scuola nel resto del paese, spalancando le porte alla speculazione, al consumo di suolo, agli interessi dei privati che potrebbero operare senza dover sottostare alla maggior parte dei vincoli previsti ora.\r\n\r\nLa proposta di legge si fonda sulla scelta politica di ridurre quanto più possibile i poteri dell'amministrazione pubblica nel governo delle trasformazioni intensive del territorio, promuovendo gli interessi privati come esclusivi motori del cambiamento. Interessi che corrispondono a quelli delle imprese di costruzioni e di altre società che già possiedono aree periferiche non edificate o immobili da riqualificare e vi hanno programmato iniziative immobiliari.\r\nIl presupposto teorico è la deregolamentazione, spacciata per semplificazione, nell'effettuare trasformazioni intensive risponda alle esigenze di sviluppo economico. Che le esigenze della lobby del cemento del tondino e del mattone coincidano con quelle delle persone che vivono nella città e nei paesi dell'Emilia e della Romagna, è permesso dubitare.\r\nNei fatti semplificare significa abolire la disciplina urbanistica, intesa come determinazione preventiva delle trasformazioni ammissibili sul territorio secondo principi di pubblico interesse, fondata sull’accertamento sistematico della loro sostenibilità e sul preordinamento delle condizioni di fattibilità e dei requisiti quantitativi e qualitativi, sia per nuovi insediamenti che per interventi di rigenerazione e qualificazione urbana.\r\nVa da se che ogni programmazione può comunque corrispondere ad un modello di città e di sviluppo che può a sua volta entrare in rotta di collisione con la qualità della vita e dell'abitare delle persone. Comporta tuttavia l'adeguamento a criteri di tutela sociale e ambientale, che verrebbero spazzati via dalla proposta di legge in discussione alla Regione.\r\nUna proposta che prevede che le indicazioni di carattere progettuale e localizzativo che la “strategia per la qualità urbana ed ecologico ambientale ha facoltà di disporre possono essere modificate in sede di accordo operativo senza che ciò costituisca variante al Piano urbanistico generale”. Nelle parti di territorio urbanizzato soggette alla formazione di accordi operativi è addirittura vietato al PUG “stabilire la capacità edificatoria, anche potenziale”.\r\n\r\nSinteticamente le trasformazioni intensive della città sono predisposte e attuate attraverso accordi operativi nei quali la parte privata beneficia:\r\n\r\n- totale derogabilità degli standard regionali e nazionali per le trasformazioni intensive ricadenti in territorio urbanizzato (che possono includere grandi complessi dismessi, e aree inedificate anche ampie);\r\n\r\n- incentivi volumetrici e rilevantissimi sgravi economico-fiscali per l'attuazione delle trasformazioni intensive;\r\n\r\n- capacità di iniziativa attribuita esclusivamente ai privati, i soli titolati a proporre arbitrariamente progetti di ambiti di espansione e di riqualificazione; progetti di cui i comuni possono solo valutare la conformità a una disciplina urbanistica che ai comuni è vietato disporre, o che è comunque liberamente modificabile, nel termine perentorio di sessanta giorni, che li priva di effettiva capacità negoziale;\r\n\r\n- azzeramento di ogni obbligo a carico dei privati in materia di edilizia residenziale sociale, la cui fattibilità ed entità sono rimesse alla negoziazione degli accordi operativi.\r\n\r\nQuesto implica per le trasformazioni intensive del territorio (sia nuovi insediamenti che ristrutturazioni urbanistiche) l’esautoramento dei comuni nelle politiche del territorio e abitative, rendendo impossibili o estremamente limitati e condizionati. Se persino le istituzioni locali non avranno più voce in capitolo sulle scelte urbanistiche fatte dai costruttori, gli abitanti dei territori investiti, se non metteranno in campo forme di resistenza e azione diretta alle scelte non condivise, non ne avranno nessuna.\r\nL'annunciata semplificazione della disciplina urbanistica del territorio urbanizzato, che coinvolge il 90% delle attuali trasformazioni edilizie, quelle minute, dei privati cittadini, non è invece contemplata dalla nuova legge.\r\n\r\nIl cittadino che vuole fare una ristrutturazione del proprio alloggio, sarà ancora obbligato a infinite trafile burocratiche, i palazzinari avranno invece mano libera nel costruire come e dove vorranno.\r\nIn materia ambientale secondo i promotori della legge si dovrebbe ridurre il consumo di suolo, ma in realtà è improbabile che ciò avvenga.\r\nSecondo i dati presentati dall’assessore, gli insediamenti urbani occupano nel territorio regionale 2.280 chilometri quadrati, e i piani urbanistici consentono un’ulteriore espansione di 250. Limitando a un massimo del 3% la crescita del territorio urbanizzato l’espansione ulteriore sarebbe, secondo l’assessore, contenuta in 70 Kmq.\r\nGià un incremento del 3% in sé non è poco: in un medio capoluogo delle province emiliane può corrispondere a un chilometro quadrato e mezzo o due, sufficiente ad accogliere ventimila abitanti.\r\n\r\nNella cornice dello Sbocca Italia renziano, questa legge, se passerà, ha tutte le caratteristiche, del via libera a speculazioni indiscriminate.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un urbanista emiliano, l'architetto Simone Ruini.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-22-simone-urbanistica","22 Novembre 2016","2016-11-24 12:08:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/casepopolari-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"193\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/casepopolari-300x193.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/casepopolari-300x193.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/casepopolari.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Emilia Romagna. Un urbanistica al servizio delle imprese?",1479822648,[238,239,240,241,242,243,244],"http://radioblackout.org/tag/consumo-di-suolo/","http://radioblackout.org/tag/emilia-romagna/","http://radioblackout.org/tag/generale/","http://radioblackout.org/tag/piano-urbanistico-generale/","http://radioblackout.org/tag/privatizzazione/","http://radioblackout.org/tag/sblocca-italia/","http://radioblackout.org/tag/urbanistica/",[246,30,247,248,249,250,251],"consumo di suolo","generale","piano urbanistico generale","privatizzazione","sblocca italia","urbanistica",{"post_content":253,"post_title":257,"tags":260},{"matched_tokens":254,"snippet":255,"value":256},[74],"E' in discussione in \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> Romagna la nuova legge regionale","E' in discussione in \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> Romagna la nuova legge regionale sull'urbanistica. La maggioranza PD vorrebbe un'approvazione rapida, senza approfondimenti, di una norma che potrebbe fare scuola nel resto del paese, spalancando le porte alla speculazione, al consumo di suolo, agli interessi dei privati che potrebbero operare senza dover sottostare alla maggior parte dei vincoli previsti ora.\r\n\r\nLa proposta di legge si fonda sulla scelta politica di ridurre quanto più possibile i poteri dell'amministrazione pubblica nel governo delle trasformazioni intensive del territorio, promuovendo gli interessi privati come esclusivi motori del cambiamento. Interessi che corrispondono a quelli delle imprese di costruzioni e di altre società che già possiedono aree periferiche non edificate o immobili da riqualificare e vi hanno programmato iniziative immobiliari.\r\nIl presupposto teorico è la deregolamentazione, spacciata per semplificazione, nell'effettuare trasformazioni intensive risponda alle esigenze di sviluppo economico. Che le esigenze della lobby del cemento del tondino e del mattone coincidano con quelle delle persone che vivono nella città e nei paesi dell'Emilia e della Romagna, è permesso dubitare.\r\nNei fatti semplificare significa abolire la disciplina urbanistica, intesa come determinazione preventiva delle trasformazioni ammissibili sul territorio secondo principi di pubblico interesse, fondata sull’accertamento sistematico della loro sostenibilità e sul preordinamento delle condizioni di fattibilità e dei requisiti quantitativi e qualitativi, sia per nuovi insediamenti che per interventi di rigenerazione e qualificazione urbana.\r\nVa da se che ogni programmazione può comunque corrispondere ad un modello di città e di sviluppo che può a sua volta entrare in rotta di collisione con la qualità della vita e dell'abitare delle persone. Comporta tuttavia l'adeguamento a criteri di tutela sociale e ambientale, che verrebbero spazzati via dalla proposta di legge in discussione alla Regione.\r\nUna proposta che prevede che le indicazioni di carattere progettuale e localizzativo che la “strategia per la qualità urbana ed ecologico ambientale ha facoltà di disporre possono essere modificate in sede di accordo operativo senza che ciò costituisca variante al Piano urbanistico generale”. Nelle parti di territorio urbanizzato soggette alla formazione di accordi operativi è addirittura vietato al PUG “stabilire la capacità edificatoria, anche potenziale”.\r\n\r\nSinteticamente le trasformazioni intensive della città sono predisposte e attuate attraverso accordi operativi nei quali la parte privata beneficia:\r\n\r\n- totale derogabilità degli standard regionali e nazionali per le trasformazioni intensive ricadenti in territorio urbanizzato (che possono includere grandi complessi dismessi, e aree inedificate anche ampie);\r\n\r\n- incentivi volumetrici e rilevantissimi sgravi economico-fiscali per l'attuazione delle trasformazioni intensive;\r\n\r\n- capacità di iniziativa attribuita esclusivamente ai privati, i soli titolati a proporre arbitrariamente progetti di ambiti di espansione e di riqualificazione; progetti di cui i comuni possono solo valutare la conformità a una disciplina urbanistica che ai comuni è vietato disporre, o che è comunque liberamente modificabile, nel termine perentorio di sessanta giorni, che li priva di effettiva capacità negoziale;\r\n\r\n- azzeramento di ogni obbligo a carico dei privati in materia di edilizia residenziale sociale, la cui fattibilità ed entità sono rimesse alla negoziazione degli accordi operativi.\r\n\r\nQuesto implica per le trasformazioni intensive del territorio (sia nuovi insediamenti che ristrutturazioni urbanistiche) l’esautoramento dei comuni nelle politiche del territorio e abitative, rendendo impossibili o estremamente limitati e condizionati. Se persino le istituzioni locali non avranno più voce in capitolo sulle scelte urbanistiche fatte dai costruttori, gli abitanti dei territori investiti, se non metteranno in campo forme di resistenza e azione diretta alle scelte non condivise, non ne avranno nessuna.\r\nL'annunciata semplificazione della disciplina urbanistica del territorio urbanizzato, che coinvolge il 90% delle attuali trasformazioni edilizie, quelle minute, dei privati cittadini, non è invece contemplata dalla nuova legge.\r\n\r\nIl cittadino che vuole fare una ristrutturazione del proprio alloggio, sarà ancora obbligato a infinite trafile burocratiche, i palazzinari avranno invece mano libera nel costruire come e dove vorranno.\r\nIn materia ambientale secondo i promotori della legge si dovrebbe ridurre il consumo di suolo, ma in realtà è improbabile che ciò avvenga.\r\nSecondo i dati presentati dall’assessore, gli insediamenti urbani occupano nel territorio regionale 2.280 chilometri quadrati, e i piani urbanistici consentono un’ulteriore espansione di 250. Limitando a un massimo del 3% la crescita del territorio urbanizzato l’espansione ulteriore sarebbe, secondo l’assessore, contenuta in 70 Kmq.\r\nGià un incremento del 3% in sé non è poco: in un medio capoluogo delle province \u003Cmark>emilia\u003C/mark>ne può corrispondere a un chilometro quadrato e mezzo o due, sufficiente ad accogliere ventimila abitanti.\r\n\r\nNella cornice dello Sbocca Italia renziano, questa legge, se passerà, ha tutte le caratteristiche, del via libera a speculazioni indiscriminate.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un urbanista \u003Cmark>emilia\u003C/mark>no, l'architetto Simone Ruini.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-22-simone-urbanistica",{"matched_tokens":258,"snippet":259,"value":259},[74],"\u003Cmark>Emilia\u003C/mark> Romagna. Un urbanistica al servizio delle imprese?",[261,263,266,268,270,272,274],{"matched_tokens":262,"snippet":246},[],{"matched_tokens":264,"snippet":265},[68],"\u003Cmark>emilia\u003C/mark> romagna",{"matched_tokens":267,"snippet":247},[],{"matched_tokens":269,"snippet":248},[],{"matched_tokens":271,"snippet":249},[],{"matched_tokens":273,"snippet":250},[],{"matched_tokens":275,"snippet":251},[],[277,279,281],{"field":211,"matched_tokens":278,"snippet":255,"value":256},[74],{"field":91,"matched_tokens":280,"snippet":259,"value":259},[74],{"field":38,"indices":282,"matched_tokens":283,"snippets":285},[99],[284],[68],[265],{"best_field_score":220,"best_field_weight":221,"fields_matched":222,"num_tokens_dropped":50,"score":223,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},{"document":288,"highlight":313,"highlights":336,"text_match":218,"text_match_info":346},{"cat_link":289,"category":290,"comment_count":50,"id":291,"is_sticky":50,"permalink":292,"post_author":53,"post_content":293,"post_date":294,"post_excerpt":56,"post_id":291,"post_modified":295,"post_thumbnail":296,"post_thumbnail_html":297,"post_title":298,"post_type":61,"sort_by_date":299,"tag_links":300,"tags":307},[47],[49],"28883","http://radioblackout.org/2015/03/reggio-emilia-cronaca-della-due-giorni-contro-gli-opg/","Venerdì 27 e sabato 28 marzo Reggio Emilia è stata l'epicentro di una contestazione, promossa da varie reti antipsichiatriche a livello nazionale, che chiede da tempo la chiusura degli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari), rimandata ormai da quattro anni e che è stata fissata per il prossimo 31 marzo.\r\n\r\nLa due giorni è stata caratterizzata da informazione e critica e ha concentrato l'attenzione sulla trasformazione degli OPG in REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza). Cambia il nome, ma di fatto, quali sono i cambiamenti reali di questa subdola forma detentiva?\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Diego, del Collettivo Antipsichiatrico Artaud di Pisa, che ci ha riassunto le iniziative della scorsa settimana e ci ha spiegato le novità previste da questa trasformazione, più di termini, che di sostanza.\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nOPG_antipsichiatria","30 Marzo 2015","2015-04-01 15:07:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/mini_opg2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"192\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/mini_opg2-300x192.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/mini_opg2-300x192.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/mini_opg2.jpg 352w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Reggio Emilia: cronaca della due giorni contro gli OPG",1427716967,[301,302,303,304,182,305,306],"http://radioblackout.org/tag/antipsichiatria/","http://radioblackout.org/tag/opg/","http://radioblackout.org/tag/organi-detentivi/","http://radioblackout.org/tag/psichiatria/","http://radioblackout.org/tag/rems/","http://radioblackout.org/tag/repressione/",[308,309,310,311,20,312,28],"antipsichiatria","opg","organi detentivi","psichiatria","REMS",{"post_content":314,"post_title":318,"tags":321},{"matched_tokens":315,"snippet":316,"value":317},[74],"e sabato 28 marzo Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> è stata l'epicentro di una","Venerdì 27 e sabato 28 marzo Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> è stata l'epicentro di una contestazione, promossa da varie reti antipsichiatriche a livello nazionale, che chiede da tempo la chiusura degli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari), rimandata ormai da quattro anni e che è stata fissata per il prossimo 31 marzo.\r\n\r\nLa due giorni è stata caratterizzata da informazione e critica e ha concentrato l'attenzione sulla trasformazione degli OPG in REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza). Cambia il nome, ma di fatto, quali sono i cambiamenti reali di questa subdola forma detentiva?\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Diego, del Collettivo Antipsichiatrico Artaud di Pisa, che ci ha riassunto le iniziative della scorsa settimana e ci ha spiegato le novità previste da questa trasformazione, più di termini, che di sostanza.\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nOPG_antipsichiatria",{"matched_tokens":319,"snippet":320,"value":320},[74],"Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark>: cronaca della due giorni contro gli OPG",[322,324,326,328,330,332,334],{"matched_tokens":323,"snippet":308},[],{"matched_tokens":325,"snippet":309},[],{"matched_tokens":327,"snippet":310},[],{"matched_tokens":329,"snippet":311},[],{"matched_tokens":331,"snippet":202},[68],{"matched_tokens":333,"snippet":312},[],{"matched_tokens":335,"snippet":28},[],[337,339,341],{"field":91,"matched_tokens":338,"snippet":320,"value":320},[74],{"field":211,"matched_tokens":340,"snippet":316,"value":317},[74],{"field":38,"indices":342,"matched_tokens":343,"snippets":345},[32],[344],[68],[202],{"best_field_score":220,"best_field_weight":221,"fields_matched":222,"num_tokens_dropped":50,"score":223,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},{"document":348,"highlight":364,"highlights":379,"text_match":218,"text_match_info":389},{"cat_link":349,"category":350,"comment_count":50,"id":351,"is_sticky":50,"permalink":352,"post_author":53,"post_content":353,"post_date":354,"post_excerpt":56,"post_id":351,"post_modified":355,"post_thumbnail":56,"post_thumbnail_html":56,"post_title":356,"post_type":61,"sort_by_date":357,"tag_links":358,"tags":361},[47],[49],"16623","http://radioblackout.org/2013/06/reggio-emilia-ministri-e-no-tav-per-linaugurazione-della-stazione-mediopadana/","Ci sarà anche il Primo ministro Enrico Letta all'inaugurazione della nuova stazione dell'alta velocità a Reggio Emilia che si svolgerà sabato 8 giugno. Oltre al premier è annunciata la presenza del ministro e sindaco della città Del Rio e dell'incaricato alle infrastrutture Lupi.\r\nNon potevano mancare i No Tav reggiani, decisi a denunciare questa cattedrale nel deserto, costata una montagna di soldi pubblici, intascata dalla lobby del cemento e del tondino. Il business delle costruzioni in Emilia è rappresentata dalle grandi cooperative rosse. Tanti soldi per una stazione dove (forse) fermeranno nove treni Italo della compagnia di Montezemolo e soci.\r\nSoldi sottratti alla manutenzione delle linee e al trasporto dei pendolari tagliato per risparmiare. Ogni giorno per andare da Guastalla a Reggio Emilia un pendolare impiega un'ora in treno. Tra le due località ci sono 35 chilometri. Molto pochi sono i pendolari che fanno la spola tra Reggio e Milano.\r\nLa colata di cemento intorno alla stazione continuerà nei prossimi mesi: in cantiere alcuni parcheggi, un centro commerciale, un albergo a cinque stelle.\r\n\r\nAll'inagurazione ci saranno anche i No Tav. L'appuntamento è alle 10,30 dal piazzale delle Fiere di Mancasale\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo, un No Tav reggiano\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nreggio emilia","5 Giugno 2013","2013-06-10 14:44:19","Reggio Emilia. Ministri e No Tav per l'inaugurazione della stazione mediopadana",1370443941,[359,360,182],"http://radioblackout.org/tag/mediopadana/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/",[362,363,20],"mediopadana","no tav",{"post_content":365,"post_title":369,"tags":372},{"matched_tokens":366,"snippet":367,"value":368},[74],"stazione dell'alta velocità a Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> che si svolgerà sabato 8","Ci sarà anche il Primo ministro Enrico Letta all'inaugurazione della nuova stazione dell'alta velocità a Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> che si svolgerà sabato 8 giugno. Oltre al premier è annunciata la presenza del ministro e sindaco della città Del Rio e dell'incaricato alle infrastrutture Lupi.\r\nNon potevano mancare i No Tav reggiani, decisi a denunciare questa cattedrale nel deserto, costata una montagna di soldi pubblici, intascata dalla lobby del cemento e del tondino. Il business delle costruzioni in \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> è rappresentata dalle grandi cooperative rosse. Tanti soldi per una stazione dove (forse) fermeranno nove treni Italo della compagnia di Montezemolo e soci.\r\nSoldi sottratti alla manutenzione delle linee e al trasporto dei pendolari tagliato per risparmiare. Ogni giorno per andare da Guastalla a Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> un pendolare impiega un'ora in treno. Tra le due località ci sono 35 chilometri. Molto pochi sono i pendolari che fanno la spola tra Reggio e Milano.\r\nLa colata di cemento intorno alla stazione continuerà nei prossimi mesi: in cantiere alcuni parcheggi, un centro commerciale, un albergo a cinque stelle.\r\n\r\nAll'inagurazione ci saranno anche i No Tav. L'appuntamento è alle 10,30 dal piazzale delle Fiere di Mancasale\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo, un No Tav reggiano\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nreggio \u003Cmark>emilia\u003C/mark>",{"matched_tokens":370,"snippet":371,"value":371},[74],"Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark>. Ministri e No Tav per l'inaugurazione della stazione mediopadana",[373,375,377],{"matched_tokens":374,"snippet":362},[],{"matched_tokens":376,"snippet":363},[],{"matched_tokens":378,"snippet":202},[68],[380,382,384],{"field":91,"matched_tokens":381,"snippet":371,"value":371},[74],{"field":211,"matched_tokens":383,"snippet":367,"value":368},[74],{"field":38,"indices":385,"matched_tokens":386,"snippets":388},[97],[387],[68],[202],{"best_field_score":220,"best_field_weight":221,"fields_matched":222,"num_tokens_dropped":50,"score":223,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},6646,{"collection_name":61,"first_q":68,"per_page":25,"q":68},{"facet_counts":393,"found":441,"hits":442,"out_of":688,"page":99,"request_params":689,"search_cutoff":39,"search_time_ms":22},[394,419],{"counts":395,"field_name":417,"sampled":39,"stats":418},[396,399,401,403,405,407,409,411,413,415],{"count":397,"highlighted":398,"value":398},22,"anarres",{"count":22,"highlighted":400,"value":400},"frittura mista",{"count":32,"highlighted":402,"value":402},"Bello come una prigione che brucia",{"count":222,"highlighted":404,"value":404},"reset-club",{"count":99,"highlighted":406,"value":406},"FROM INSIDE",{"count":99,"highlighted":408,"value":408},"liberation front",{"count":99,"highlighted":410,"value":410},"la perla di labuan",{"count":99,"highlighted":412,"value":412},"Voci dall'antropocene",{"count":99,"highlighted":414,"value":414},"Sono un ribelle mamma",{"count":99,"highlighted":416,"value":416},"La fine della Fine della storia","podcastfilter",{"total_values":221},{"counts":420,"field_name":38,"sampled":39,"stats":439},[421,423,424,426,428,430,432,433,435,437],{"count":222,"highlighted":422,"value":422},"Parma",{"count":222,"highlighted":18,"value":18},{"count":222,"highlighted":425,"value":425},"reato tortura",{"count":97,"highlighted":427,"value":427},"trieste",{"count":97,"highlighted":429,"value":429},"carcere",{"count":97,"highlighted":431,"value":431},"resetclub",{"count":97,"highlighted":20,"value":20},{"count":97,"highlighted":434,"value":434},"suicidi in carcere",{"count":97,"highlighted":436,"value":436},"frittura mista radio fabbrica",{"count":99,"highlighted":438,"value":438},"carrara",{"total_values":440},99,50,[443,480,507,554,583,640],{"document":444,"highlight":464,"highlights":473,"text_match":218,"text_match_info":478},{"comment_count":50,"id":445,"is_sticky":50,"permalink":446,"podcastfilter":447,"post_author":448,"post_content":449,"post_date":450,"post_excerpt":56,"post_id":445,"post_modified":451,"post_thumbnail":452,"post_title":453,"post_type":454,"sort_by_date":455,"tag_links":456,"tags":461},"87231","http://radioblackout.org/podcast/tortura-a-reggio-emilia-quindi-somministrazione-di-dolore/",[402],"bellocome","Estratti dalla puntata del 12 febbraio 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nTORTURA A REGGIO EMILIA: QUINDI?\r\n\r\nCarcere di Reggio Emilia - Un uomo viene trascinato in manette con il volto coperto da quella che sembra la federa di un cuscino: depersonalizzato come un condannato a morte per sottrargli ogni elemento di umanità. Viene pestato in più occasioni e, al termine delle violenze a cui partecipano 10 secondini, resta una enorme pozza di sangue. Questa la sintesi di un video diffuso negli ultimi giorni.\r\n\r\nDi fronte all’evidenza – anche iconografica – della tortura avvenuta nell’aprile 2023 all’interno del carcere di Reggio Emilia viene da porsi qualche domanda.\r\n\r\nCome mai questa vicenda è emersa solo ora, al termine delle indagini preliminari, a quasi un anno di distanza dagli eventi?\r\n\r\nCome è possibile che il ministro Nordio e il sottosegretario Del Mastro non sapessero e che questo non assuma una dimensione politica?\r\n\r\nCosa rischia di produrre - in termini di assuefazione – la diffusione di filmati di questo genere se non vi seguono reazioni forti con effetti concreti?\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BCUPCB_ReggioEmilia-torturaVideo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSERENO QUINTINO\r\n\r\nIl contributo di oggi – raccolto dall’associazione Yairaiha e segnalato dallo Sportello di Supporto per i Familiari delle persone uccise dal carcere – consiste nella lettera del figlio di un uomo detenuto nel carcere di Parma, Quintino Sereno. Una vicenda incredibile, che riguarda il ruolo della medicina carceraria e nello specifico della terapia del dolore, la cui modulazione sembra assumere concretamente la forma di una vera e propria tortura.\r\n\r\nLeggiamo la lettera del figlio Luca:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BCUPCB_sereno-fentanyl.mp3\"][/audio]","14 Febbraio 2024","2024-02-14 12:05:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/bcupcb-reggioemilia-video-200x110.jpg","TORTURA A REGGIO EMILIA: QUINDI? - SOMMINISTRAZIONE DI DOLORE","podcast",1707912328,[457,458,459,460],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/del-mastro/","http://radioblackout.org/tag/nordio/","http://radioblackout.org/tag/reato-tortura/",[429,462,463,425],"del mastro","nordio",{"post_content":465,"post_title":470},{"matched_tokens":466,"snippet":468,"value":469},[467,74],"EMILIA","Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nTORTURA A REGGIO \u003Cmark>EMILIA\u003C/mark>: QUINDI?\r\n\r\nCarcere di Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark>","Estratti dalla puntata del 12 febbraio 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nTORTURA A REGGIO \u003Cmark>EMILIA\u003C/mark>: QUINDI?\r\n\r\nCarcere di Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> - Un uomo viene trascinato in manette con il volto coperto da quella che sembra la federa di un cuscino: depersonalizzato come un condannato a morte per sottrargli ogni elemento di umanità. Viene pestato in più occasioni e, al termine delle violenze a cui partecipano 10 secondini, resta una enorme pozza di sangue. Questa la sintesi di un video diffuso negli ultimi giorni.\r\n\r\nDi fronte all’evidenza – anche iconografica – della tortura avvenuta nell’aprile 2023 all’interno del carcere di Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> viene da porsi qualche domanda.\r\n\r\nCome mai questa vicenda è emersa solo ora, al termine delle indagini preliminari, a quasi un anno di distanza dagli eventi?\r\n\r\nCome è possibile che il ministro Nordio e il sottosegretario Del Mastro non sapessero e che questo non assuma una dimensione politica?\r\n\r\nCosa rischia di produrre - in termini di assuefazione – la diffusione di filmati di questo genere se non vi seguono reazioni forti con effetti concreti?\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BCUPCB_ReggioEmilia-torturaVideo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSERENO QUINTINO\r\n\r\nIl contributo di oggi – raccolto dall’associazione Yairaiha e segnalato dallo Sportello di Supporto per i Familiari delle persone uccise dal carcere – consiste nella lettera del figlio di un uomo detenuto nel carcere di Parma, Quintino Sereno. Una vicenda incredibile, che riguarda il ruolo della medicina carceraria e nello specifico della terapia del dolore, la cui modulazione sembra assumere concretamente la forma di una vera e propria tortura.\r\n\r\nLeggiamo la lettera del figlio Luca:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BCUPCB_sereno-fentanyl.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":471,"snippet":472,"value":472},[467],"TORTURA A REGGIO \u003Cmark>EMILIA\u003C/mark>: QUINDI? - SOMMINISTRAZIONE DI DOLORE",[474,476],{"field":91,"matched_tokens":475,"snippet":472,"value":472},[467],{"field":211,"matched_tokens":477,"snippet":468,"value":469},[467,74],{"best_field_score":220,"best_field_weight":221,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":50,"score":479,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},"578730123365187706",{"document":481,"highlight":493,"highlights":501,"text_match":218,"text_match_info":506},{"comment_count":50,"id":482,"is_sticky":50,"permalink":483,"podcastfilter":484,"post_author":398,"post_content":485,"post_date":486,"post_excerpt":56,"post_id":482,"post_modified":487,"post_thumbnail":488,"post_title":489,"post_type":454,"sort_by_date":490,"tag_links":491,"tags":492},"84809","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-3-novembre-rocker-dalla-grande-guerra-alla-resistenza-al-nazismo-le-piazze-antimilitariste-del-4-novembre-livorno-monfalcone-alessandria-reggio-emilia-palermo-torino-la-neolingua/",[398],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/2023-11-03-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nRudolf Rocker / La grande guerra, la repubblica di Weimar, la resistenza al nazismo\r\nL’anarchismo tedesco è ancora oggi poco noto alle nostre latitudini. Proveremo a proporvene qualche scampolo in più, come già abbiamo fatto con Landauer, attraverso la lente di Rudolph Rocker.\r\nNel corso della sua straordinaria parabola esistenziale, Rudolf Rocker, uno dei maggiori protagonisti dell'anarchismo tedesco e internazionale, ha profuso la sua attività militante in una molteplicità di contesti sociali e politici, passando dalla Germania di Bismarck alla Londra del movimento operaio yiddish, per approdare infine negli Stati Uniti. Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa.\r\nCon David Bernardini abbiamo ripercorso la biografia di Rocker e dell’anarchismo tedesco sino alle soglie della grande guerra.\r\nNella terza di quattro puntate dedicate a Rocker abbiamo percorso gli intensi gli anni della grande guerra, dell’antimilitarismo, della repubblica di Weimar sino alla resistenza al nazismo. La prossima settimana parleremo del dopoguerra.\r\n\r\n4 novembre antimilitarista\r\nIl 4 novembre è la festa delle forze armate. Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine.\r\nNella sola Italia i morti furono 600.000.\r\nIl 4 novembre è la festa degli assassini.\r\nLa divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.\r\nIl governo Meloni vuole farne un giorno festivo, un'occasione in più per affermare la retorica nazionalista e la violenza militarista cui si ispira l'intera azione dell'esecutivo.\r\nIl governo utilizza la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra per giustificare enormi spese militari, l’invio di armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, dall’Ucraina all’Africa.\r\nOvunque in Italia ci saranno iniziative antimilitariste.\r\nNe abbiamo parlato con compagne e compagni da Livorno, Monfalcone, Alessandria, Reggio Emilia, Palermo e, ovviamente, Torino\r\n\r\nContro tutti i nazionalismi! La neolingua dell’esercito per il 4 novembre\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 4 novembre\r\nNessuna festa per un massacro\r\nManifestazione antimilitarista \r\npresidio itinerante\r\nPrima tappa.\r\nOre 15,30 in via Roma 100 alla sede del distretto aerospaziale del Piemonte, tra i promotori dell'Aerospace and defence meetings, mostra-mercato dell'industria aerospaziale di guerra e del nuovo Polo bellico a Torino.\r\nSeconda tappa.\r\nCi spostiamo in piazza Carlo Alberto\r\nTerza tappa.\r\nConcludiamo l’iniziativa in piazza Castello.\r\nContestiamo la città delle armi! \r\nContestiamo la cerimonia militarista del 4 novembre!\r\n\r\nSabato 18 novembre\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\nDisertiamo la guerra!\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori\r\n- No all’invio di armi!\r\n- Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.\r\n- Distruggiamo le frontiere!\r\n- No alle missioni militari all’estero\r\n- No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città\r\n- Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma\r\n- Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.\r\nAssemblea Antimilitarista\r\n\r\nMartedì 28 novembre\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via Matté Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! No al Polo Bellico!\r\n\r\nIl martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 17,30 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","3 Novembre 2023","2023-11-03 16:58:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/18-novembre-grafica-2-scritte-200x110.jpg","Anarres del 3 novembre. Rocker dalla grande guerra alla resistenza al nazismo. Le piazze antimilitariste del 4 novembre: Livorno, Monfalcone, Alessandria, Reggio Emilia, Palermo, Torino. La neolingua dell’esercito...",1699030732,[],[],{"post_content":494,"post_title":498},{"matched_tokens":495,"snippet":496,"value":497},[74],"da Livorno, Monfalcone, Alessandria, Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark>, Palermo e, ovviamente, Torino\r\n\r\nContro","ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/2023-11-03-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nRudolf Rocker / La grande guerra, la repubblica di Weimar, la resistenza al nazismo\r\nL’anarchismo tedesco è ancora oggi poco noto alle nostre latitudini. Proveremo a proporvene qualche scampolo in più, come già abbiamo fatto con Landauer, attraverso la lente di Rudolph Rocker.\r\nNel corso della sua straordinaria parabola esistenziale, Rudolf Rocker, uno dei maggiori protagonisti dell'anarchismo tedesco e internazionale, ha profuso la sua attività militante in una molteplicità di contesti sociali e politici, passando dalla Germania di Bismarck alla Londra del movimento operaio yiddish, per approdare infine negli Stati Uniti. Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa.\r\nCon David Bernardini abbiamo ripercorso la biografia di Rocker e dell’anarchismo tedesco sino alle soglie della grande guerra.\r\nNella terza di quattro puntate dedicate a Rocker abbiamo percorso gli intensi gli anni della grande guerra, dell’antimilitarismo, della repubblica di Weimar sino alla resistenza al nazismo. La prossima settimana parleremo del dopoguerra.\r\n\r\n4 novembre antimilitarista\r\nIl 4 novembre è la festa delle forze armate. Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine.\r\nNella sola Italia i morti furono 600.000.\r\nIl 4 novembre è la festa degli assassini.\r\nLa divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.\r\nIl governo Meloni vuole farne un giorno festivo, un'occasione in più per affermare la retorica nazionalista e la violenza militarista cui si ispira l'intera azione dell'esecutivo.\r\nIl governo utilizza la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra per giustificare enormi spese militari, l’invio di armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, dall’Ucraina all’Africa.\r\nOvunque in Italia ci saranno iniziative antimilitariste.\r\nNe abbiamo parlato con compagne e compagni da Livorno, Monfalcone, Alessandria, Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark>, Palermo e, ovviamente, Torino\r\n\r\nContro tutti i nazionalismi! La neolingua dell’esercito per il 4 novembre\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 4 novembre\r\nNessuna festa per un massacro\r\nManifestazione antimilitarista \r\npresidio itinerante\r\nPrima tappa.\r\nOre 15,30 in via Roma 100 alla sede del distretto aerospaziale del Piemonte, tra i promotori dell'Aerospace and defence meetings, mostra-mercato dell'industria aerospaziale di guerra e del nuovo Polo bellico a Torino.\r\nSeconda tappa.\r\nCi spostiamo in piazza Carlo Alberto\r\nTerza tappa.\r\nConcludiamo l’iniziativa in piazza Castello.\r\nContestiamo la città delle armi! \r\nContestiamo la cerimonia militarista del 4 novembre!\r\n\r\nSabato 18 novembre\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\nDisertiamo la guerra!\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori\r\n- No all’invio di armi!\r\n- Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.\r\n- Distruggiamo le frontiere!\r\n- No alle missioni militari all’estero\r\n- No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città\r\n- Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma\r\n- Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.\r\nAssemblea Antimilitarista\r\n\r\nMartedì 28 novembre\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via Matté Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! No al Polo Bellico!\r\n\r\nIl martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 17,30 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":499,"snippet":500,"value":500},[74],"Anarres del 3 novembre. Rocker dalla grande guerra alla resistenza al nazismo. Le piazze antimilitariste del 4 novembre: Livorno, Monfalcone, Alessandria, Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark>, Palermo, Torino. La neolingua dell’esercito...",[502,504],{"field":91,"matched_tokens":503,"snippet":500,"value":500},[74],{"field":211,"matched_tokens":505,"snippet":496,"value":497},[74],{"best_field_score":220,"best_field_weight":221,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":50,"score":479,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},{"document":508,"highlight":526,"highlights":542,"text_match":218,"text_match_info":553},{"comment_count":50,"id":509,"is_sticky":50,"permalink":510,"podcastfilter":511,"post_author":398,"post_content":512,"post_date":513,"post_excerpt":56,"post_id":509,"post_modified":514,"post_thumbnail":515,"post_title":516,"post_type":454,"sort_by_date":517,"tag_links":518,"tags":522},"26514","http://radioblackout.org/podcast/emilia-romagna-il-grande-flop-del-voto/",[],"Il risultato delle regionali in Emilia Romagna ha stupito? L’esito no, cioè la conferma al governo della regione del partito che l’ha amministrata dal 1970, ma l’affluenza al voto, che non ha raggiunto il 38 % degli aventi diritto, è stato un crash test per il sistema politico della regione.\r\nIl voto ha dimostrato la lontananza della base del partito dalle politiche confindustriali di Renzi. Ha ricordato anche che le schifezze clientelari di Errani e di tutto il consiglio regionale, nonché il problemuccio dei rimborsi spese che ha coinvolto anche Bonacini, il presidente eletto, hanno incrinato il sistema fiduciario che da decenni ha sostenuto i partiti di sinistra al governo della regione . Ha dimostrato che senza il leader Forza Italia non esiste e che in Emilia Romagna si trovano ancora resistenze alla becera demagogia razzista sulla quale la lega nord, anzi Salvini ha costruito la campagna. Non a caso Salvini è stato l’unico leader nazionale che ha condotto la campagna regionale: la lega nord in Emilia Romagna si era auto estinta e nessuno ne sentiva la mancanza.\r\nIl M5S è finalmente emerso come il partito autoritario che è. Un partito che ha avuto il coraggio di presentare per l’ennesima volta Giulia Gibertoni riciclata dopo non essere stata eletta al parlamento europeo. Insomma roba già vista.\r\nL’astensione è il risultato della disillusione, dell’allontanamento da questo sistema politico di centinaia di migliaia di persone. Così il nuovo presidente Stefano Bonacini, eletto con il 49% delle preferenze, in realtà avrà la delega del 18% degli aventi diritto.\r\n\r\nQuesti i risultati, PD 535.109 voti (857.613 nelle regionali del 2010) e Sinistra Ecologia e Libertà 38.845 voti (37.698 nel 2010) raggiungono il 49,69 %. La Lega Nord 233.439 voti (288.601 nel 2010) con Forza Italia 100.478 (518.108 nel 2010) raggiungono il 29,79%. Il M5S 159.456 voti (126.619nel 2010) raggiunge il 13,26%. Infine l’Altra Emilia Romagna con 44.676 voti tocca il 5%.\r\n\r\nIl M5S non è più valvola di sfogo dei delusi; doppiamente delusi. Il modello statunitense dei due megapartiti che si autosostengono con le stesse politiche neoliberali che omogenizzano il panorama istituzionale non rappresenta più un riferimento credibile.\r\nMentre Renzi e una coalizione parlamentare trasversale si organizzano e costruiscono una riforma elettorale che consentirà ad una forza con il 35/37 % dei voti di avere un’ampia maggioranza in parlamento come si tradurrà politicamente la disillusione e la rabbia verso questo panorama politico, la distanza dai partiti e la consapevolezza degli interessi malsani che questi generano?\r\nDue sono le possibilità, aspettare il prossimo demagogo, il leader che ridia fiducia e speranza a milioni di elettori assuefatti da decenni di processi di delega o ricostruire faticosamente e lentamente processi partecipativi reali, traducendo l’astensionismo amorfo in una forza sociale attiva.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Simone, astenuto nonché anarchico.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 11 28 ruini elezioni emilia","30 Novembre 2014","2018-10-17 22:09:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/incidente-treno-200x110.jpg","Emilia Romagna. Il grande flop del voto",1417376758,[519,520,521],"http://radioblackout.org/tag/astensione-record/","http://radioblackout.org/tag/elezioni-emilia-romagna/","http://radioblackout.org/tag/flop-del-voto/",[523,524,525],"astensione record","elezioni emilia-romagna","flop del voto",{"post_content":527,"post_title":531,"tags":534},{"matched_tokens":528,"snippet":529,"value":530},[74],"Il risultato delle regionali in \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> Romagna ha stupito? L’esito no,","Il risultato delle regionali in \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> Romagna ha stupito? L’esito no, cioè la conferma al governo della regione del partito che l’ha amministrata dal 1970, ma l’affluenza al voto, che non ha raggiunto il 38 % degli aventi diritto, è stato un crash test per il sistema politico della regione.\r\nIl voto ha dimostrato la lontananza della base del partito dalle politiche confindustriali di Renzi. Ha ricordato anche che le schifezze clientelari di Errani e di tutto il consiglio regionale, nonché il problemuccio dei rimborsi spese che ha coinvolto anche Bonacini, il presidente eletto, hanno incrinato il sistema fiduciario che da decenni ha sostenuto i partiti di sinistra al governo della regione . Ha dimostrato che senza il leader Forza Italia non esiste e che in \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> Romagna si trovano ancora resistenze alla becera demagogia razzista sulla quale la lega nord, anzi Salvini ha costruito la campagna. Non a caso Salvini è stato l’unico leader nazionale che ha condotto la campagna regionale: la lega nord in \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> Romagna si era auto estinta e nessuno ne sentiva la mancanza.\r\nIl M5S è finalmente emerso come il partito autoritario che è. Un partito che ha avuto il coraggio di presentare per l’ennesima volta Giulia Gibertoni riciclata dopo non essere stata eletta al parlamento europeo. Insomma roba già vista.\r\nL’astensione è il risultato della disillusione, dell’allontanamento da questo sistema politico di centinaia di migliaia di persone. Così il nuovo presidente Stefano Bonacini, eletto con il 49% delle preferenze, in realtà avrà la delega del 18% degli aventi diritto.\r\n\r\nQuesti i risultati, PD 535.109 voti (857.613 nelle regionali del 2010) e Sinistra Ecologia e Libertà 38.845 voti (37.698 nel 2010) raggiungono il 49,69 %. La Lega Nord 233.439 voti (288.601 nel 2010) con Forza Italia 100.478 (518.108 nel 2010) raggiungono il 29,79%. Il M5S 159.456 voti (126.619nel 2010) raggiunge il 13,26%. Infine l’Altra \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> Romagna con 44.676 voti tocca il 5%.\r\n\r\nIl M5S non è più valvola di sfogo dei delusi; doppiamente delusi. Il modello statunitense dei due megapartiti che si autosostengono con le stesse politiche neoliberali che omogenizzano il panorama istituzionale non rappresenta più un riferimento credibile.\r\nMentre Renzi e una coalizione parlamentare trasversale si organizzano e costruiscono una riforma elettorale che consentirà ad una forza con il 35/37 % dei voti di avere un’ampia maggioranza in parlamento come si tradurrà politicamente la disillusione e la rabbia verso questo panorama politico, la distanza dai partiti e la consapevolezza degli interessi malsani che questi generano?\r\nDue sono le possibilità, aspettare il prossimo demagogo, il leader che ridia fiducia e speranza a milioni di elettori assuefatti da decenni di processi di delega o ricostruire faticosamente e lentamente processi partecipativi reali, traducendo l’astensionismo amorfo in una forza sociale attiva.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Simone, astenuto nonché anarchico.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 11 28 ruini elezioni \u003Cmark>emilia\u003C/mark>",{"matched_tokens":532,"snippet":533,"value":533},[74],"\u003Cmark>Emilia\u003C/mark> Romagna. Il grande flop del voto",[535,537,540],{"matched_tokens":536,"snippet":523,"value":523},[],{"matched_tokens":538,"snippet":539,"value":539},[68],"elezioni \u003Cmark>emilia\u003C/mark>-romagna",{"matched_tokens":541,"snippet":525,"value":525},[],[543,545,547],{"field":91,"matched_tokens":544,"snippet":533,"value":533},[74],{"field":211,"matched_tokens":546,"snippet":529,"value":530},[74],{"field":38,"indices":548,"matched_tokens":549,"snippets":551,"values":552},[99],[550],[68],[539],[539],{"best_field_score":220,"best_field_weight":221,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":50,"score":479,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},{"document":555,"highlight":568,"highlights":576,"text_match":218,"text_match_info":581},{"comment_count":50,"id":556,"is_sticky":50,"permalink":557,"podcastfilter":558,"post_author":53,"post_content":560,"post_date":561,"post_excerpt":56,"post_id":556,"post_modified":562,"post_thumbnail":563,"post_title":564,"post_type":454,"sort_by_date":565,"tag_links":566,"tags":567},"8909","http://radioblackout.org/podcast/testimonianze-dal-terremoto-in-emilia-romagna/",[559],"Macerie su macerie","dalla trx 'Conflitti Globali'/\r\nIeri mattina l'Emilia Romagna è stata scossa da un sisma di magnitudo 5.8 alle ore 9. Secondo l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulanologia il suo epicentro è stato nel modenese a 30 chilometri dall'ex probabile sito prescelto per la costruzione di un impianto nucleare. Altre due scosse di magnitudo superiori al grado 5 hanno poi colpito il terrirorio emiliano alle 12.56 ed alle 13.01.\r\nIl giorno dopo le nuove scosse di terremoto, il territorio del modenese è una landa battuta e desolata dove primeggiano le carcasse di capannoni industriali costruiti troppo in fretta e altrettanto velocemente cadute ai primi sussulti della terra. La maggioranza dei morti sono lavoratori, in non pochi casi obbligati a restare sul luogo di lavoro da datori troppo produttivisti. Tra le macerie, la gente riscopre anche forme di solidrietà e embrionali forme di auto-organizzazione.\r\n \r\n\r\nUna diretta da Modena...\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/Luca-collettivo-ghernica-Modena-su-terremoto-30-05.mp3|titles=Luca - collettivo ghernica Modena su terremoto - 30-05] Scarica file\r\n\r\n... e una da Mirandola\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/Fulvio-Mirandola-sul-terremoto-30-05.mp3|titles=Fulvio - Mirandola sul terremoto - 30-05] Scarica file","30 Maggio 2012","2018-10-17 23:05:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/Terremoto-Emilia-29-maggio-2012-anteprima-600x399-677932-200x110.jpg","Testimonianze dal terremoto in Emilia Romagna",1338391180,[],[],{"post_content":569,"post_title":573},{"matched_tokens":570,"snippet":571,"value":572},[68],"hanno poi colpito il terrirorio \u003Cmark>emilia\u003C/mark>no alle 12.56 ed alle 13.01.\r","dalla trx 'Conflitti Globali'/\r\nIeri mattina l'Emilia Romagna è stata scossa da un sisma di magnitudo 5.8 alle ore 9. Secondo l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulanologia il suo epicentro è stato nel modenese a 30 chilometri dall'ex probabile sito prescelto per la costruzione di un impianto nucleare. Altre due scosse di magnitudo superiori al grado 5 hanno poi colpito il terrirorio \u003Cmark>emilia\u003C/mark>no alle 12.56 ed alle 13.01.\r\nIl giorno dopo le nuove scosse di terremoto, il territorio del modenese è una landa battuta e desolata dove primeggiano le carcasse di capannoni industriali costruiti troppo in fretta e altrettanto velocemente cadute ai primi sussulti della terra. La maggioranza dei morti sono lavoratori, in non pochi casi obbligati a restare sul luogo di lavoro da datori troppo produttivisti. Tra le macerie, la gente riscopre anche forme di solidrietà e embrionali forme di auto-organizzazione.\r\n \r\n\r\nUna diretta da Modena...\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/Luca-collettivo-ghernica-Modena-su-terremoto-30-05.mp3|titles=Luca - collettivo ghernica Modena su terremoto - 30-05] Scarica file\r\n\r\n... e una da Mirandola\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/Fulvio-Mirandola-sul-terremoto-30-05.mp3|titles=Fulvio - Mirandola sul terremoto - 30-05] Scarica file",{"matched_tokens":574,"snippet":575,"value":575},[74],"Testimonianze dal terremoto in \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> Romagna",[577,579],{"field":91,"matched_tokens":578,"snippet":575,"value":575},[74],{"field":211,"matched_tokens":580,"snippet":571,"value":572},[68],{"best_field_score":220,"best_field_weight":221,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":50,"score":582,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},"578730123365187705",{"document":584,"highlight":609,"highlights":628,"text_match":218,"text_match_info":637},{"comment_count":50,"id":585,"is_sticky":50,"permalink":586,"podcastfilter":587,"post_author":588,"post_content":589,"post_date":590,"post_excerpt":56,"post_id":585,"post_modified":591,"post_thumbnail":592,"post_title":593,"post_type":454,"sort_by_date":594,"tag_links":595,"tags":602},"95531","http://radioblackout.org/podcast/malormone-del-10-febbraio/",[588],"malormone","Siete andatx a vedere Emilia Perez al cinema e vi ha fatto schifo ma non sapete bene dire perchè? Eccoci! due ore di buone ragioni per essere meglio degli oscar, con le vostre zie acide del Quore, tutte e quattro in formazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/malormone10febbraio.mp3\"][/audio]\r\n\r\nmalormone10febbraio","11 Febbraio 2025","2025-02-11 13:23:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/photo_2025-02-11-13.06.32-200x110.jpeg","Malormone del 10 febbraio",1739280195,[596,597,598,599,600,601],"http://radioblackout.org/tag/cinema/","http://radioblackout.org/tag/emilia-perez/","http://radioblackout.org/tag/film/","http://radioblackout.org/tag/musical/","http://radioblackout.org/tag/queer/","http://radioblackout.org/tag/trans/",[603,604,605,606,607,608],"cinema","emilia perez","film","musical","queer","trans",{"post_content":610,"tags":614},{"matched_tokens":611,"snippet":612,"value":613},[74],"Siete andatx a vedere \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> Perez al cinema e vi","Siete andatx a vedere \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> Perez al cinema e vi ha fatto schifo ma non sapete bene dire perchè? Eccoci! due ore di buone ragioni per essere meglio degli oscar, con le vostre zie acide del Quore, tutte e quattro in formazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/malormone10febbraio.mp3\"][/audio]\r\n\r\nmalormone10febbraio",[615,617,620,622,624,626],{"matched_tokens":616,"snippet":603,"value":603},[],{"matched_tokens":618,"snippet":619,"value":619},[68],"\u003Cmark>emilia\u003C/mark> perez",{"matched_tokens":621,"snippet":605,"value":605},[],{"matched_tokens":623,"snippet":606,"value":606},[],{"matched_tokens":625,"snippet":607,"value":607},[],{"matched_tokens":627,"snippet":608,"value":608},[],[629,631],{"field":211,"matched_tokens":630,"snippet":612,"value":613},[74],{"field":38,"indices":632,"matched_tokens":633,"snippets":635,"values":636},[99],[634],[68],[619],[619],{"best_field_score":220,"best_field_weight":638,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":50,"score":639,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},14,"578730123365187698",{"document":641,"highlight":662,"highlights":678,"text_match":218,"text_match_info":687},{"comment_count":50,"id":642,"is_sticky":50,"permalink":643,"podcastfilter":644,"post_author":398,"post_content":645,"post_date":646,"post_excerpt":647,"post_id":642,"post_modified":648,"post_thumbnail":649,"post_title":650,"post_type":454,"sort_by_date":651,"tag_links":652,"tags":657},"8328","http://radioblackout.org/podcast/siam-del-popolo-gli-arditi/",[],"Il prossimo 28 aprile si svolgerà a Reggio Emilia un convegno sugli Arditi del popolo.\r\n\r\nIl convegno si svolgerà in via Dom Minzoni dalle 15.\r\nInterverranno Luigi Balsamini, Antonio Zambonelli e Marco Rossi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Rossi, autore di “Arditi non gendarmi!”\r\n\r\nAscolta l’approfondimento: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/2012.04-marco-rossi-arditi-del-popolo.mp3|titles=2012.04 marco rossi arditi del popolo]\r\n\r\nScarica l'audio \r\n\r\nDi seguito l’estratto di un articolo di Marco comparso su Arivista:\r\n\r\nLe battute d’arresto e i rovesci che i fascisti subirono avvennero quasi sempre in contesti urbani (Roma, Bari, Parma...) dove la moderna classe operaia, reduce dall’esperienza dell’occupazione delle fabbriche, e il combattentismo rivoluzionario poterono opporre “guerra alla guerra” trasformando le strade e i quartieri in campi trincerati, difesi da solidali moltitudini popolari, tanto che si dovette ricorrere alle artiglierie, alle autoblindo e persino agli aerei.\r\nPer questi motivi, l’isolamento e il controllo politico imposto agli Arditi del popolo dai partiti socialista, repubblicano e comunista, costituì oggettivamente un grave fattore di indebolimento dell’antifascismo, in quanto l’arditismo popolare era in grado di contrastare con efficacia - ossia in termini militari e di massa - «la più atroce e difficile guerriglia che classe operaia abbia mai dovuto combattere» (come ebbe a definirla Gramsci). […] Sarebbe occorsa, come scrisse Malatesta da vecchio insurrezionalista, una «resistenza energica, metodica, organizzata contro la violenza avversaria». […] Invece, di fronte a tale inedita sistematica aggressione prevalse una sorta di fuga dalla realtà: «erano tutti d’accordo – secondo le parole di Emilio Lussu - nel valutare la violenza fascista come antistorica: non bisognava dunque contrapporre ad essa un’altra violenza antistorica, ma attendere il crearsi dell’ambiente favorevole ad una violenza storica».\r\n[…] La direzione del Partito socialista aveva preso presto le distanze dagli Arditi del popolo, malgrado le sincere simpatie manifestate dalla base, quali risultavano dalle pagine dell’«Avanti!»; ma tale decisione politica si rivelò ancora più grave con l’accettazione del cosiddetto Patto di pacificazione che il 2 agosto, nello studio romano del presidente della Camera De Nicola, venne unitamente sottoscritto dal Partito socialista, dalla Confederazione generale del lavoro e dai Fasci, e condiviso dall’Associazione nazionale combattenti, dal Partito popolare e dalla direzione di quello repubblicano. Il cosiddetto patto di Roma, infatti, all’art. 5 recitava: «Il PSI dichiara di essere estraneo all’organizzazione e all’opera degli Arditi del popolo, come del resto risulta già dallo stesso convegno di questi che si proclamano al di fuori di tutti i partiti». A distanza di pochi anni, Nenni molto lucidamente definì il Trattato «un grave errore di valutazione» persino «grottesco se si pensa che il Partito nello stesso momento, rifiutava qualsiasi intesa coi gruppi antifascisti».\r\nAl contrario, l’organo dei Fasci poteva esprimere la propria soddisfazione: «gli arditi del popolo, i quali ormai sconfessati da repubblicani, da comunisti e dai socialisti, dovranno rapidamente concludere la loro breve ed ingloriosa carriera».\r\nQuattro giorni dopo la firma del Patto di pacificazione pure il Partito comunista, attraverso un comunicato dell’Esecutivo datato 7 agosto, si “chiamava fuori” minacciando i «più severi provvedimenti» per i militanti comunisti che avessero fatto parte degli Arditi del popolo, lasciando questi ultimi in un sempre più pesante isolamento, specie dopo la dissociazione del Partito repubblicano avvenuta alla fine di luglio.\r\n\r\nIl discorso è diverso per il movimento anarchico che, invece, respinse decisamente ogni ipotesi di pacificazione, continuando a sostenere gli Arditi del popolo. Sino ad allora, a differenza degli altri raggruppamenti politici, gli anarchici non avevano sentito l’esigenza di dare vita a proprie strutture di difesa, in quanto la loro prassi era già improntata ad una lunga consuetudine di azione diretta e organizzazione semi-legale; ma la comparsa dell’arditismo popolare rappresentava per loro un’occasione per dare impulso all’iniziativa rivoluzionaria.\r\n[…] Pur risultando l’unica realtà del movimento di classe ad appoggiare sino all’ultimo gli Arditi del popolo - come attestato dai comunicati dell’Associazione regolarmente ospitati sia su «Umanità Nova» che sulla stampa libertaria in genere - anche in seno all’anarchismo vi fu un dibattito in merito, a causa soprattutto della struttura militarista (disinvoltamente accettata da molti anarchici di tendenza individualista e antiorganizzatrice), ma anche per la sua composizione non esclusivamente proletaria (vista invece con diffidenza dai comunisti anarchici). L’esistenza di alcune divergenze teoriche si può intuire da un articolo pubblicato, in data 20 luglio 1921, su «Il Seme», settimanale livornese dell’Uniona anarchica italiana, di cui si riporta uno stralcio: «Chi sono cotesti Arditi del popolo? Sento già questa domanda affiorare alle labbra di qualcuno di quei compagni ingenui o forse troppo puritani, che vedono dappertutto l’incoerenza che nuoce ai principi della incorruttibile Anarchia nostra [...] La rivoluzione non si affretta leggendo filosofia o scrivendo articoli di giornale, ma scendendo sul terreno dell’azione. Ed era l’ora. Anche l’anarchismo divenuto troppo giornalaio minacciava di irretirsi di rinunce, e troppo lasciava correre imponendosi un pericoloso isolamento [...] Possiamo adunque pensare che gli Arditi del popolo, sorti dalla fraterna riconciliazione dei rivoluzionari romani, sono sangue del nostro sangue e carne della nostra carne. Dobbiamo aiutarli, incoraggiarli, imitarli». In un altro articolo, seppure favorevole agli AdP, pubblicato su «Il Libertario» del 21 luglio, veniva premesso che «Noi, lo si sa, non abbiamo troppe simpatie per l’apparato militaresco e per la sottomissione e disciplina che consegue all’organizzazione di questi eserciti proletari».\r\n\r\nNel 1922, a Roma, probabilmente per rafforzare la difesa delle proprie sedi e manifestazioni, i preesistenti Nuclei libertari «Arditi Anarchici» costituirono il 1° battaglione «Arditi Anarchici» e fu avviata la formazione del 2° e del 3°, come si apprende dagli articoli pubblicati nella cronaca romana di «Umanità Nova» del 21 e 28 ottobre. Da un fonogramma della questura di Roma al Ministero dell’Interno, in data 14 novembre, si apprende della perquisizione e dell’arresto di Raffaele De Angelis, ritenuto uno dei principali organizzatori dei «Nuclei giovanili arditi anarchici».\r\n[…] Numerosi furono i militanti anarchici, sia di tendenza individualista che comunista, promotori dell’organizzazione ardito-popolare e con responsabilità di comando in essa, ad iniziare dalla sezione romana con A. Paolinelli, A. Eluisi, V. Santarelli, R. Gentilezza, C. Mannarelli, G. Gallinella, A. Di Giacomo, N. Rita, A. Mastrosanti, U. Piermattei, S. Stagnetti, G. Luzzi e, in provincia, Del Prete a Genzano e V. De Fazi a Civitavecchia. Altri anarchici con ruoli dirigenti furono A. Del Sole a Orte (Vt); P. Ranieri a Tavernelle (Pu); A. Cieri a Parma; G. Tenaglia, P. Tripol, A. Poggiani e M. Camin a Trento; I. Margherita a Torino; M. Corona a Vercelli; N. Prina a Gattinara (Vc); E. Lelli a Bologna; E. Canzi a Piacenza; P. Binazzi a La Spezia; U. Marzocchi a La Spezia e a Savona; G. Del Freo e G. Raffaelli a Montignoso (Ms); R. Sarti e A. Raspini a Firenze; V. Mazzoni, O. Buoncristiani, R. Corucci e A. Fontana a Pisa; A. Consani, V. Recchi e L. Filippi a Livorno; T. Eschini a Pistoia; G. Lessi a Piombino (Li). Molti anche gli anarchici che, militando negli AdP, rimasero uccisi, tra i quali: A. Baldasseroni, F. Nardi e F. Filippetti a Livorno; S. Rossi a Castagneto Carducci (Li); L. Landi, A. Lucarelli, G. Morelli a Piombino (Li); C. Fava e A. Puzzarini a Parma; Nello Rossi a Rimini, F. Raffaelli a Terni (Pg); R. Semenzato a Dolo (Ve); G. Bonci a Spello (Pg); C. Comaschi a Cascina (Pi).\r\n[…] L’intransigenza dell’Unione sindacale italiana era nota allo stesso Mussolini che, nel 1920, commentando un progetto insurrezionale “dannunziano”, ebbe ad osservare: «Bisogna dunque fare il possibile perché la fulminea marcia su Roma non sia complicata da uno sciopero generale […] Ora, per evitare lo sciopero generale o analoghi movimenti di masse e per non essere costretti a reprimerli, occorre, se non convincere i capi, dividerli: il che disorienterà le masse stesse.\r\nNon si può contare sulla Unione sindacale italiana, ma si può contare, sino un certo punto, sulla Confederazione Generale del Lavoro».\r\nPer la sua attività l’USI subì innumerevoli distruzioni e l’uccisione di numerosi militanti: tra le Camere del lavoro e le sezioni dell’organizzazione “anarco-sindacalista” devastate od occupate dagli squadristi, in camicia nera o in uniforme, vi furono quelle di Milano, Varese, Suzzara, Monastero, Brescia, Crema, Mantova, Piacenza, Rovereto, Vicenza, Bologna, Ferrara, Imola, Parma, Modena, Genova, Sampierdarena, Sestri Ponente, Savona, La Spezia, Firenze, Arezzo, Pisa, Carrara, Lucca, Viareggio, Livorno, Pistoia, Piombino, San Giovanni Valdarno, Castelnuovo dei Sabbioni, Terni, Fano, Roma, Andria, Taranto, Cerignola, Minervino Murge, Iglesias, nonché quelle di Bari e Verona, da poco fuoriuscite dall’Unione.\r\nIl prefetto di Genova, legittimando l’invasione fascista della Camera del lavoro di Sestri Ponente, difesa anche dagli Arditi del popolo, sottolineò che questa «non è socialista ufficiale, ma sindacalista anarchica comunista ed ha sempre dato motivo a pericolo di disordini per suo carattere violento e rivoluzionario».\r\nIl 7 gennaio 1925 il prefetto di Milano decretò lo scioglimento definitivo dell’USI su tutto il territorio nazionale in quanto «organizzazione sovvertitrice e antinazionale», anche se poi questa avrebbe continuato a operare in clandestinità e all’estero.","23 Aprile 2012","Il prossimo 28 aprile si svolgerà a Reggio Emilia un convegno sugli Arditi del popolo.\r\n\r\nIl convegno si svolgerà in via Dom Minzoni dalle 15.\r\nInterverranno Luigi Balsamini, Antonio Zambonelli e Marco Rossi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Rossi, autore di “Arditi non gendarmi!”\r\n\r\nAscolta l’approfondimento: \r\n\r\nDi seguito l’estratto di un articolo di Marco comparso su Arivista:\r\n\r\nLe battute d’arresto e i rovesci che i fascisti subirono avvennero quasi sempre in contesti urbani (Roma, Bari, Parma...) dove la moderna classe operaia, reduce dall’esperienza dell’occupazione delle fabbriche, e il combattentismo rivoluzionario poterono opporre “guerra alla guerra” trasformando le strade e i quartieri in campi trincerati, difesi da solidali moltitudini popolari, tanto che si dovette ricorrere alle artiglierie, alle autoblindo e persino agli aerei.\r\nPer questi motivi, l’isolamento e il controllo politico imposto agli Arditi del popolo dai partiti socialista, repubblicano e comunista, costituì oggettivamente un grave fattore di indebolimento dell’antifascismo, in quanto l’arditismo popolare era in grado di contrastare con efficacia - ossia in termini militari e di massa - «la più atroce e difficile guerriglia che classe operaia abbia mai dovuto combattere» (come ebbe a definirla Gramsci). […] Sarebbe occorsa, come scrisse Malatesta da vecchio insurrezionalista, una «resistenza energica, metodica, organizzata contro la violenza avversaria». […] Invece, di fronte a tale inedita sistematica aggressione prevalse una sorta di fuga dalla realtà: «erano tutti d’accordo – secondo le parole di Emilio Lussu - nel valutare la violenza fascista come antistorica: non bisognava dunque contrapporre ad essa un’altra violenza antistorica, ma attendere il crearsi dell’ambiente favorevole ad una violenza storica».\r\n[…] La direzione del Partito socialista aveva preso presto le distanze dagli Arditi del popolo, malgrado le sincere simpatie manifestate dalla base, quali risultavano dalle pagine dell’«Avanti!»; ma tale decisione politica si rivelò ancora più grave con l’accettazione del cosiddetto Patto di pacificazione che il 2 agosto, nello studio romano del presidente della Camera De Nicola, venne unitamente sottoscritto dal Partito socialista, dalla Confederazione generale del lavoro e dai Fasci, e condiviso dall’Associazione nazionale combattenti, dal Partito popolare e dalla direzione di quello repubblicano. Il cosiddetto patto di Roma, infatti, all’art. 5 recitava: «Il PSI dichiara di essere estraneo all’organizzazione e all’opera degli Arditi del popolo, come del resto risulta già dallo stesso convegno di questi che si proclamano al di fuori di tutti i partiti». A distanza di pochi anni, Nenni molto lucidamente definì il Trattato «un grave errore di valutazione» persino «grottesco se si pensa che il Partito nello stesso momento, rifiutava qualsiasi intesa coi gruppi antifascisti».\r\nAl contrario, l’organo dei Fasci poteva esprimere la propria soddisfazione: «gli arditi del popolo, i quali ormai sconfessati da repubblicani, da comunisti e dai socialisti, dovranno rapidamente concludere la loro breve ed ingloriosa carriera».\r\nQuattro giorni dopo la firma del Patto di pacificazione pure il Partito comunista, attraverso un comunicato dell’Esecutivo datato 7 agosto, si “chiamava fuori” minacciando i «più severi provvedimenti» per i militanti comunisti che avessero fatto parte degli Arditi del popolo, lasciando questi ultimi in un sempre più pesante isolamento, specie dopo la dissociazione del Partito repubblicano avvenuta alla fine di luglio.\r\n\r\nIl discorso è diverso per il movimento anarchico che, invece, respinse decisamente ogni ipotesi di pacificazione, continuando a sostenere gli Arditi del popolo. Sino ad allora, a differenza degli altri raggruppamenti politici, gli anarchici non avevano sentito l’esigenza di dare vita a proprie strutture di difesa, in quanto la loro prassi era già improntata ad una lunga consuetudine di azione diretta e organizzazione semi-legale; ma la comparsa dell’arditismo popolare rappresentava per loro un’occasione per dare impulso all’iniziativa rivoluzionaria.\r\n[…] Pur risultando l’unica realtà del movimento di classe ad appoggiare sino all’ultimo gli Arditi del popolo - come attestato dai comunicati dell’Associazione regolarmente ospitati sia su «Umanità Nova» che sulla stampa libertaria in genere - anche in seno all’anarchismo vi fu un dibattito in merito, a causa soprattutto della struttura militarista (disinvoltamente accettata da molti anarchici di tendenza individualista e antiorganizzatrice), ma anche per la sua composizione non esclusivamente proletaria (vista invece con diffidenza dai comunisti anarchici). L’esistenza di alcune divergenze teoriche si può intuire da un articolo pubblicato, in data 20 luglio 1921, su «Il Seme», settimanale livornese dell’Uniona anarchica italiana, di cui si riporta uno stralcio: «Chi sono cotesti Arditi del popolo? Sento già questa domanda affiorare alle labbra di qualcuno di quei compagni ingenui o forse troppo puritani, che vedono dappertutto l’incoerenza che nuoce ai principi della incorruttibile Anarchia nostra [...] La rivoluzione non si affretta leggendo filosofia o scrivendo articoli di giornale, ma scendendo sul terreno dell’azione. Ed era l’ora. Anche l’anarchismo divenuto troppo giornalaio minacciava di irretirsi di rinunce, e troppo lasciava correre imponendosi un pericoloso isolamento [...] Possiamo adunque pensare che gli Arditi del popolo, sorti dalla fraterna riconciliazione dei rivoluzionari romani, sono sangue del nostro sangue e carne della nostra carne. Dobbiamo aiutarli, incoraggiarli, imitarli». In un altro articolo, seppure favorevole agli AdP, pubblicato su «Il Libertario» del 21 luglio, veniva premesso che «Noi, lo si sa, non abbiamo troppe simpatie per l’apparato militaresco e per la sottomissione e disciplina che consegue all’organizzazione di questi eserciti proletari».\r\n\r\nNel 1922, a Roma, probabilmente per rafforzare la difesa delle proprie sedi e manifestazioni, i preesistenti Nuclei libertari «Arditi Anarchici» costituirono il 1° battaglione «Arditi Anarchici» e fu avviata la formazione del 2° e del 3°, come si apprende dagli articoli pubblicati nella cronaca romana di «Umanità Nova» del 21 e 28 ottobre. Da un fonogramma della questura di Roma al Ministero dell’Interno, in data 14 novembre, si apprende della perquisizione e dell’arresto di Raffaele De Angelis, ritenuto uno dei principali organizzatori dei «Nuclei giovanili arditi anarchici».\r\n[…] Numerosi furono i militanti anarchici, sia di tendenza individualista che comunista, promotori dell’organizzazione ardito-popolare e con responsabilità di comando in essa, ad iniziare dalla sezione romana con A. Paolinelli, A. Eluisi, V. Santarelli, R. Gentilezza, C. Mannarelli, G. Gallinella, A. Di Giacomo, N. Rita, A. Mastrosanti, U. Piermattei, S. Stagnetti, G. Luzzi e, in provincia, Del Prete a Genzano e V. De Fazi a Civitavecchia. Altri anarchici con ruoli dirigenti furono A. Del Sole a Orte (Vt); P. Ranieri a Tavernelle (Pu); A. Cieri a Parma; G. Tenaglia, P. Tripol, A. Poggiani e M. Camin a Trento; I. Margherita a Torino; M. Corona a Vercelli; N. Prina a Gattinara (Vc); E. Lelli a Bologna; E. Canzi a Piacenza; P. Binazzi a La Spezia; U. Marzocchi a La Spezia e a Savona; G. Del Freo e G. Raffaelli a Montignoso (Ms); R. Sarti e A. Raspini a Firenze; V. Mazzoni, O. Buoncristiani, R. Corucci e A. Fontana a Pisa; A. Consani, V. Recchi e L. Filippi a Livorno; T. Eschini a Pistoia; G. Lessi a Piombino (Li). Molti anche gli anarchici che, militando negli AdP, rimasero uccisi, tra i quali: A. Baldasseroni, F. Nardi e F. Filippetti a Livorno; S. Rossi a Castagneto Carducci (Li); L. Landi, A. Lucarelli, G. Morelli a Piombino (Li); C. Fava e A. Puzzarini a Parma; Nello Rossi a Rimini, F. Raffaelli a Terni (Pg); R. Semenzato a Dolo (Ve); G. Bonci a Spello (Pg); C. Comaschi a Cascina (Pi).\r\n[…] L’intransigenza dell’Unione sindacale italiana era nota allo stesso Mussolini che, nel 1920, commentando un progetto insurrezionale “dannunziano”, ebbe ad osservare: «Bisogna dunque fare il possibile perché la fulminea marcia su Roma non sia complicata da uno sciopero generale […] Ora, per evitare lo sciopero generale o analoghi movimenti di masse e per non essere costretti a reprimerli, occorre, se non convincere i capi, dividerli: il che disorienterà le masse stesse.\r\nNon si può contare sulla Unione sindacale italiana, ma si può contare, sino un certo punto, sulla Confederazione Generale del Lavoro».\r\nPer la sua attività l’USI subì innumerevoli distruzioni e l’uccisione di numerosi militanti: tra le Camere del lavoro e le sezioni dell’organizzazione “anarco-sindacalista” devastate od occupate dagli squadristi, in camicia nera o in uniforme, vi furono quelle di Milano, Varese, Suzzara, Monastero, Brescia, Crema, Mantova, Piacenza, Rovereto, Vicenza, Bologna, Ferrara, Imola, Parma, Modena, Genova, Sampierdarena, Sestri Ponente, Savona, La Spezia, Firenze, Arezzo, Pisa, Carrara, Lucca, Viareggio, Livorno, Pistoia, Piombino, San Giovanni Valdarno, Castelnuovo dei Sabbioni, Terni, Fano, Roma, Andria, Taranto, Cerignola, Minervino Murge, Iglesias, nonché quelle di Bari e Verona, da poco fuoriuscite dall’Unione.\r\nIl prefetto di Genova, legittimando l’invasione fascista della Camera del lavoro di Sestri Ponente, difesa anche dagli Arditi del popolo, sottolineò che questa «non è socialista ufficiale, ma sindacalista anarchica comunista ed ha sempre dato motivo a pericolo di disordini per suo carattere violento e rivoluzionario».\r\nIl 7 gennaio 1925 il prefetto di Milano decretò lo scioglimento definitivo dell’USI su tutto il territorio nazionale in quanto «organizzazione sovvertitrice e antinazionale», anche se poi questa avrebbe continuato a operare in clandestinità e all’estero.\r\n","2018-10-17 22:11:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/arditi_28_04_2012-200x110.jpg","Siam del popolo gli arditi",1335177189,[653,654,655,182,656],"http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/arditi-del-popolo/","http://radioblackout.org/tag/convegno/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/",[658,659,660,20,661],"antifascismo","arditi del popolo","convegno","resistenza",{"post_content":663,"tags":667},{"matched_tokens":664,"snippet":665,"value":666},[74],"aprile si svolgerà a Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> un convegno sugli Arditi del","Il prossimo 28 aprile si svolgerà a Reggio \u003Cmark>Emilia\u003C/mark> un convegno sugli Arditi del popolo.\r\n\r\nIl convegno si svolgerà in via Dom Minzoni dalle 15.\r\nInterverranno Luigi Balsamini, Antonio Zambonelli e Marco Rossi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Rossi, autore di “Arditi non gendarmi!”\r\n\r\nAscolta l’approfondimento: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/2012.04-marco-rossi-arditi-del-popolo.mp3|titles=2012.04 marco rossi arditi del popolo]\r\n\r\nScarica l'audio \r\n\r\nDi seguito l’estratto di un articolo di Marco comparso su Arivista:\r\n\r\nLe battute d’arresto e i rovesci che i fascisti subirono avvennero quasi sempre in contesti urbani (Roma, Bari, Parma...) dove la moderna classe operaia, reduce dall’esperienza dell’occupazione delle fabbriche, e il combattentismo rivoluzionario poterono opporre “guerra alla guerra” trasformando le strade e i quartieri in campi trincerati, difesi da solidali moltitudini popolari, tanto che si dovette ricorrere alle artiglierie, alle autoblindo e persino agli aerei.\r\nPer questi motivi, l’isolamento e il controllo politico imposto agli Arditi del popolo dai partiti socialista, repubblicano e comunista, costituì oggettivamente un grave fattore di indebolimento dell’antifascismo, in quanto l’arditismo popolare era in grado di contrastare con efficacia - ossia in termini militari e di massa - «la più atroce e difficile guerriglia che classe operaia abbia mai dovuto combattere» (come ebbe a definirla Gramsci). […] Sarebbe occorsa, come scrisse Malatesta da vecchio insurrezionalista, una «resistenza energica, metodica, organizzata contro la violenza avversaria». […] Invece, di fronte a tale inedita sistematica aggressione prevalse una sorta di fuga dalla realtà: «erano tutti d’accordo – secondo le parole di Emilio Lussu - nel valutare la violenza fascista come antistorica: non bisognava dunque contrapporre ad essa un’altra violenza antistorica, ma attendere il crearsi dell’ambiente favorevole ad una violenza storica».\r\n[…] La direzione del Partito socialista aveva preso presto le distanze dagli Arditi del popolo, malgrado le sincere simpatie manifestate dalla base, quali risultavano dalle pagine dell’«Avanti!»; ma tale decisione politica si rivelò ancora più grave con l’accettazione del cosiddetto Patto di pacificazione che il 2 agosto, nello studio romano del presidente della Camera De Nicola, venne unitamente sottoscritto dal Partito socialista, dalla Confederazione generale del lavoro e dai Fasci, e condiviso dall’Associazione nazionale combattenti, dal Partito popolare e dalla direzione di quello repubblicano. Il cosiddetto patto di Roma, infatti, all’art. 5 recitava: «Il PSI dichiara di essere estraneo all’organizzazione e all’opera degli Arditi del popolo, come del resto risulta già dallo stesso convegno di questi che si proclamano al di fuori di tutti i partiti». A distanza di pochi anni, Nenni molto lucidamente definì il Trattato «un grave errore di valutazione» persino «grottesco se si pensa che il Partito nello stesso momento, rifiutava qualsiasi intesa coi gruppi antifascisti».\r\nAl contrario, l’organo dei Fasci poteva esprimere la propria soddisfazione: «gli arditi del popolo, i quali ormai sconfessati da repubblicani, da comunisti e dai socialisti, dovranno rapidamente concludere la loro breve ed ingloriosa carriera».\r\nQuattro giorni dopo la firma del Patto di pacificazione pure il Partito comunista, attraverso un comunicato dell’Esecutivo datato 7 agosto, si “chiamava fuori” minacciando i «più severi provvedimenti» per i militanti comunisti che avessero fatto parte degli Arditi del popolo, lasciando questi ultimi in un sempre più pesante isolamento, specie dopo la dissociazione del Partito repubblicano avvenuta alla fine di luglio.\r\n\r\nIl discorso è diverso per il movimento anarchico che, invece, respinse decisamente ogni ipotesi di pacificazione, continuando a sostenere gli Arditi del popolo. Sino ad allora, a differenza degli altri raggruppamenti politici, gli anarchici non avevano sentito l’esigenza di dare vita a proprie strutture di difesa, in quanto la loro prassi era già improntata ad una lunga consuetudine di azione diretta e organizzazione semi-legale; ma la comparsa dell’arditismo popolare rappresentava per loro un’occasione per dare impulso all’iniziativa rivoluzionaria.\r\n[…] Pur risultando l’unica realtà del movimento di classe ad appoggiare sino all’ultimo gli Arditi del popolo - come attestato dai comunicati dell’Associazione regolarmente ospitati sia su «Umanità Nova» che sulla stampa libertaria in genere - anche in seno all’anarchismo vi fu un dibattito in merito, a causa soprattutto della struttura militarista (disinvoltamente accettata da molti anarchici di tendenza individualista e antiorganizzatrice), ma anche per la sua composizione non esclusivamente proletaria (vista invece con diffidenza dai comunisti anarchici). L’esistenza di alcune divergenze teoriche si può intuire da un articolo pubblicato, in data 20 luglio 1921, su «Il Seme», settimanale livornese dell’Uniona anarchica italiana, di cui si riporta uno stralcio: «Chi sono cotesti Arditi del popolo? Sento già questa domanda affiorare alle labbra di qualcuno di quei compagni ingenui o forse troppo puritani, che vedono dappertutto l’incoerenza che nuoce ai principi della incorruttibile Anarchia nostra [...] La rivoluzione non si affretta leggendo filosofia o scrivendo articoli di giornale, ma scendendo sul terreno dell’azione. Ed era l’ora. Anche l’anarchismo divenuto troppo giornalaio minacciava di irretirsi di rinunce, e troppo lasciava correre imponendosi un pericoloso isolamento [...] Possiamo adunque pensare che gli Arditi del popolo, sorti dalla fraterna riconciliazione dei rivoluzionari romani, sono sangue del nostro sangue e carne della nostra carne. Dobbiamo aiutarli, incoraggiarli, imitarli». In un altro articolo, seppure favorevole agli AdP, pubblicato su «Il Libertario» del 21 luglio, veniva premesso che «Noi, lo si sa, non abbiamo troppe simpatie per l’apparato militaresco e per la sottomissione e disciplina che consegue all’organizzazione di questi eserciti proletari».\r\n\r\nNel 1922, a Roma, probabilmente per rafforzare la difesa delle proprie sedi e manifestazioni, i preesistenti Nuclei libertari «Arditi Anarchici» costituirono il 1° battaglione «Arditi Anarchici» e fu avviata la formazione del 2° e del 3°, come si apprende dagli articoli pubblicati nella cronaca romana di «Umanità Nova» del 21 e 28 ottobre. Da un fonogramma della questura di Roma al Ministero dell’Interno, in data 14 novembre, si apprende della perquisizione e dell’arresto di Raffaele De Angelis, ritenuto uno dei principali organizzatori dei «Nuclei giovanili arditi anarchici».\r\n[…] Numerosi furono i militanti anarchici, sia di tendenza individualista che comunista, promotori dell’organizzazione ardito-popolare e con responsabilità di comando in essa, ad iniziare dalla sezione romana con A. Paolinelli, A. Eluisi, V. Santarelli, R. Gentilezza, C. Mannarelli, G. Gallinella, A. Di Giacomo, N. Rita, A. Mastrosanti, U. Piermattei, S. Stagnetti, G. Luzzi e, in provincia, Del Prete a Genzano e V. De Fazi a Civitavecchia. Altri anarchici con ruoli dirigenti furono A. Del Sole a Orte (Vt); P. Ranieri a Tavernelle (Pu); A. Cieri a Parma; G. Tenaglia, P. Tripol, A. Poggiani e M. Camin a Trento; I. Margherita a Torino; M. Corona a Vercelli; N. Prina a Gattinara (Vc); E. Lelli a Bologna; E. Canzi a Piacenza; P. Binazzi a La Spezia; U. Marzocchi a La Spezia e a Savona; G. Del Freo e G. Raffaelli a Montignoso (Ms); R. Sarti e A. Raspini a Firenze; V. Mazzoni, O. Buoncristiani, R. Corucci e A. Fontana a Pisa; A. Consani, V. Recchi e L. Filippi a Livorno; T. Eschini a Pistoia; G. Lessi a Piombino (Li). Molti anche gli anarchici che, militando negli AdP, rimasero uccisi, tra i quali: A. Baldasseroni, F. Nardi e F. Filippetti a Livorno; S. Rossi a Castagneto Carducci (Li); L. Landi, A. Lucarelli, G. Morelli a Piombino (Li); C. Fava e A. Puzzarini a Parma; Nello Rossi a Rimini, F. Raffaelli a Terni (Pg); R. Semenzato a Dolo (Ve); G. Bonci a Spello (Pg); C. Comaschi a Cascina (Pi).\r\n[…] L’intransigenza dell’Unione sindacale italiana era nota allo stesso Mussolini che, nel 1920, commentando un progetto insurrezionale “dannunziano”, ebbe ad osservare: «Bisogna dunque fare il possibile perché la fulminea marcia su Roma non sia complicata da uno sciopero generale […] Ora, per evitare lo sciopero generale o analoghi movimenti di masse e per non essere costretti a reprimerli, occorre, se non convincere i capi, dividerli: il che disorienterà le masse stesse.\r\nNon si può contare sulla Unione sindacale italiana, ma si può contare, sino un certo punto, sulla Confederazione Generale del Lavoro».\r\nPer la sua attività l’USI subì innumerevoli distruzioni e l’uccisione di numerosi militanti: tra le Camere del lavoro e le sezioni dell’organizzazione “anarco-sindacalista” devastate od occupate dagli squadristi, in camicia nera o in uniforme, vi furono quelle di Milano, Varese, Suzzara, Monastero, Brescia, Crema, Mantova, Piacenza, Rovereto, Vicenza, Bologna, Ferrara, Imola, Parma, Modena, Genova, Sampierdarena, Sestri Ponente, Savona, La Spezia, Firenze, Arezzo, Pisa, Carrara, Lucca, Viareggio, Livorno, Pistoia, Piombino, San Giovanni Valdarno, Castelnuovo dei Sabbioni, Terni, Fano, Roma, Andria, Taranto, Cerignola, Minervino Murge, Iglesias, nonché quelle di Bari e Verona, da poco fuoriuscite dall’Unione.\r\nIl prefetto di Genova, legittimando l’invasione fascista della Camera del lavoro di Sestri Ponente, difesa anche dagli Arditi del popolo, sottolineò che questa «non è socialista ufficiale, ma sindacalista anarchica comunista ed ha sempre dato motivo a pericolo di disordini per suo carattere violento e rivoluzionario».\r\nIl 7 gennaio 1925 il prefetto di Milano decretò lo scioglimento definitivo dell’USI su tutto il territorio nazionale in quanto «organizzazione sovvertitrice e antinazionale», anche se poi questa avrebbe continuato a operare in clandestinità e all’estero.",[668,670,672,674,676],{"matched_tokens":669,"snippet":658,"value":658},[],{"matched_tokens":671,"snippet":659,"value":659},[],{"matched_tokens":673,"snippet":660,"value":660},[],{"matched_tokens":675,"snippet":202,"value":202},[68],{"matched_tokens":677,"snippet":661,"value":661},[],[679,681],{"field":211,"matched_tokens":680,"snippet":665,"value":666},[74],{"field":38,"indices":682,"matched_tokens":683,"snippets":685,"values":686},[222],[684],[68],[202],[202],{"best_field_score":220,"best_field_weight":638,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":50,"score":639,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},6637,{"collection_name":454,"first_q":68,"per_page":25,"q":68},["Reactive",691],{},["Set"],["ShallowReactive",694],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fPs0InMVkpGohKJ6qEohrINx184JIsjjn2NujjEF8rEY":-1},true,"/search?query=emilia"]