","La war on drugs sta finendo. Ma non in Italia","post",1612891570,[53,54,55,56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/epidemia-da-oppioidi/","http://radioblackout.org/tag/fentanyl/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/oppioidi-legali/","http://radioblackout.org/tag/proibizionismo/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/war-on-drugs/",[27,17,15,25,23,19,21],{"post_content":62,"tags":68},{"matched_tokens":63,"snippet":66,"value":67},[64,65],"da","oppioidi","di morire per overdose accidentale \u003Cmark>da\u003C/mark> \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> al quinto posto nella classifica","La gran parte dei morti per overdose \u003Cmark>da\u003C/mark> oppiacei negli Stati Uniti muore per uso di sostanze legali come il Fentanyl. Cosa è cambiato negli ultimi 20 anni?\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri di CanaPisa, autore di un articolo uscito sul settimanale Umanità Nova\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-09-iron-war-on-drugs.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nLeggi l’articolo:\r\n\r\n“Prima dell’arrivo del Covid 19 sul nostro pianeta, la cosiddetta “\u003Cmark>epidemia\u003C/mark> degli \u003Cmark>oppioidi”\u003C/mark> negli Stati Uniti era considerata una delle più gravi crisi sanitarie della nostra epoca. Nel 2017 un report del National Safety Council relativo ai rischi di morte prevenibili per la popolazione statunitense aveva messo il rischio di morire per overdose accidentale \u003Cmark>da\u003C/mark> \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> al quinto posto nella classifica delle morti prevenibili (guidata \u003Cmark>da\u003C/mark> malattie cardiovascolari, tumori e malattie respiratorie croniche), superando per la prima volta quello di rimanere vittima di un incidente automobilistico: 1 possibilità su 96 contro 1 su 103. La crisi era dovuta, secondo una nota diffusa dallo stesso Nsc, soprattutto all’uso illegale del fentanyl, un analgesico molto potente, di cui anche solo 20 milligrammi rappresentano una dose potenzialmente letale. Il fentanyl non è, però, una droga illegale ma un farmaco \u003Cmark>da\u003C/mark> prescrizione. Sono farmaci \u003Cmark>da\u003C/mark> prescrizione anche le altre sostanze (morfina, codeina, ossicodone, metadone e tramadolo) che, insieme al fentanyl, provocano la quasi totalità delle morti per overdose negli USA che in totale dal 1999 al 2017 sono state quasi 400 mila, mentre gli ultimi dati dei “Centers for Disease Control and Prevention” (CDC) riferiscono di 81mila vittime nei dodici mesi che vanno dal giugno 2019 al maggio 2020.\r\n\r\nI Cdc americani identificano l’inizio della “\u003Cmark>epidemia”\u003C/mark> nell’aumento della prescrizione degli \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> negli anni Novanta. Allora, rassicurati dalla aziende farmaceutiche che escludevano rischi di dipendenza dagli \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark>, i medici cominciarono a prescriverne in grandi quantità. Prima nella farmacologia gli \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> erano utilizzati per la gestione del dolore severo – per esempio in seguito ad interventi chirurgici o in caso di tumori o altri gravi patologie. A partire dalla seconda metà degli anni Novanta vennero utilizzati anche per patologie meno gravi, inizialmente per il trattamento di dolori come quelli associati all’osteoartrite, poi per tutti i dolori alla schiena, ai muscoli ed alle ossa, poi per i dolori in genere (compresi mal di testa e mal di denti). In pochi anni gli \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> si diffusero come alternativa agli antidolorifici più diffusi (tipo aspirina ed aulin e quelli che continuiamo ad usare qui in Europa), rispetto ai quali erano più veloci a fermare il dolore, avevano meno effetti collaterali e davano anche una certa euforia.\r\n\r\nIn un paese in cui mettersi in malattia significa non prendere lo stipendio, per molti utilizzare \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> per ogni tipo di dolore diventò una pratica quotidiana. A differenza, però, dei loro concorrenti gli \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> non hanno anche effetti antinfiammatori: le cause del dolore rimangono e per lenirlo bisogna continuare ad utilizzare i farmaci. Come sanno bene tutti gli eroinomani, però, l’uso degli \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> (di tutti, compresi quelli \u003Cmark>da\u003C/mark> prescrizione) può indurre la tolleranza ai medicinali ed aumentare la sensibilità al dolore, con l’effetto che per avere lo stesso sollievo dal dolore servono più quantità del farmaco. Tutto questo, unitamente al fatto che gli \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> non solo alleviano il dolore, ma inducono anche euforia, aumenta chiaramente il rischio di dipendenza, con usi prolungati. Ad alti dosaggi gli \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> causano problemi respiratori e possono portare a morte e il rischio aumenta se nel mix finiscono anche alcolici e sedativi.\r\n\r\nNegli Stati Uniti, però, nella cultura dominante la performance lavorativa e non solo è considerata il primo sacro dovere di ogni essere umano, al punto che è considerato normale che in molti posti di lavoro tra i fattori che favoriscono la carriera ci sia il fatto di andarsi a fare una corsetta prima di arrivare puntualissimi in ufficio, tenendo fede a “work hard – play hard” (cioè “lavora duro – fai sport duro”), il motto stakanovista di Wall Street che \u003Cmark>da\u003C/mark> noi si vede sulle magliette dei runner più tristi. In pochi anni l’uso prolungato di \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> si è fatto sempre più frequente e diffuso, al punto che già all’inizio dei Duemila è arrivata quella che i Cdc hanno definito “la prima ondata di morti per overdose \u003Cmark>da\u003C/mark> \u003Cmark>oppioidi”\u003C/mark>, quasi interamente causata dall’utilizzo di farmaci legali.\r\n\r\nDi fronte a questa prima ondata di morti, il governo federale e i vari governi statali non hanno saputo far di meglio che aumentare i prezzi dei farmaci e varare misure per limitare la prescrizione di \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> \u003Cmark>da\u003C/mark> parte dei medici, con cose tipo il divieto di prescrivere \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> negli ospedali e nelle cliniche free-care (“gratuite”). Queste misure non hanno certo impedito a chi se lo poteva permettere di continuare ad utilizzare \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> con ricetta a pagamento ed hanno creato così un mercato parallelo illegale per chi come molti lavoratori manuali dei settori della logistica e della ristorazione non poteva permettersi di perdere lo stipendio mettendosi in malattia e neanche però di aggiungere il prezzo della ricetta a quello del farmaco. È così che, secondo i Cdc, l’eroina prima e la diffusione di \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> sintetici poi, in particolare il fentanyl illegale, avrebbero invece caratterizzato rispettivamente la “seconda” e la “terza” ondata dell’epidemia, che continua ad infuriare negli USA.\r\nDai primi anni Duemila, negli Stati Uniti tutti gli enti “ufficiali” (\u003Cmark>da\u003C/mark> quelli sanitari a quelli governativi) non hanno mancato di lanciare allarmi sulla “\u003Cmark>epidemia\u003C/mark> di \u003Cmark>oppioidi”\u003C/mark>, “uno dei più gravi problemi di salute pubblica dei nostri tempi” come l’ex presidente Trump l’ha definita, promettendo a più riprese crociate che non si sono mai viste. L’epidemia, quindi, continua ad infuriare, \u003Cmark>da\u003C/mark> un lato perché non è semplice bloccare la produzione di farmaci legali e nemmeno controllarla e dall’altro, è soprattutto perché l’utilizzo di farmaci veloci ed efficaci per fermare il dolore è quel che serve in un mondo in cui dappertutto le condizioni di lavoro sono peggiorate per tutte e tutti (negli USA come in Europa) e sono aumentate la fatica, lo stress e, invece, non bisogna mai fermarsi in quella corsa dei topi, la “rat-race” in cui il neoliberismo ha trasformato la nostra vita.\r\n\r\nL’“epidemia \u003Cmark>da\u003C/mark> oppiodi” è chiaramente la più grande dimostrazione del fallimento della War On Drugs chiamata \u003Cmark>da\u003C/mark> Nixon e poi lanciata \u003Cmark>da\u003C/mark> Reagan. \u003Cmark>Da\u003C/mark> quarant’anni esatti, ormai, infuria negli Usa la Guerra Alla Droga (che Reagan evocò dal giorno del suo insediamento, nel gennaio 1981), milioni di persone sono state licenziate per essere state trovate positive ai test antidroga, la popolazione carceraria è quintuplicata (alla fine del 1979 c’erano nelle carceri USA meno di 400mila detenuti, alla fine degli anni Ottanta erano già più di due milioni), sono state lanciate vere e proprie campagne militari (come la famigerata CAMP, la Campaign Against Marijuana Plantantions che per le piantagioni di ganja illegale prevedeva il lancio dagli elicotteri del napalm che negli anni nel Nord della California ha provocato migliaia di nascite di bambini malformati). Nel frattempo, però, la più grande crisi sanitaria legata alle “droghe” è stata provocate \u003Cmark>da\u003C/mark> sostanze legali, diffuse \u003Cmark>da\u003C/mark> cause farmaceutiche che ad un certo punto avevano deciso che per aumentare i loro profitti nelle vendite e in borsa avrebbero puntato sulla diffusione degli \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> come antidolorifici “comuni” ed hanno poi sguinzagliato migliaia di informatori negli studi medici di tutto il paese a offrire depliant con articoli scientifici selezionati, corsi d’aggiornamento gratuiti etc.\r\n\r\nNegli ultimi dieci anni negli Stati Uniti la War On Drugs sta finendo: attualmente sono 33 gli stati che consentono almeno l’utilizzo e la vendita di cannabis medica e 15 (Arizona, Montana, Mississippi, New Jersey, South Dakota ed Oregon si sono aggiunte alla lista durante l’ultimo Election Day del 4 novembre) che consentono l’uso e la vendita di quella “ricreativa”. Secondo la Gallup, l’istituto di ricerca statistica che \u003Cmark>da\u003C/mark> anni registra un consenso crescente nell’opinione pubblica statunitense alla legalizzazione della marijuana (arrivato nel 2020 al record di 65% di favorevoli), la diffusione dell’epidemia d’oppioidi è stato uno dei fattori che hanno fatto crescere il sostegno alle tesi antiproibizioniste.\r\n\r\nIntanto, perché è diffusa la convinzione che la cannabis possa essere un’efficace sostituto per gli oppiodi, convinzione che, peraltro, sembrerebbe confermata \u003Cmark>da\u003C/mark> uno studio pubblicato il 27 gennaio sul British Medical Journal. Secondo la ricerca, l”accesso ai negozi legali di cannabis è associato a una riduzione delle morti legate agli \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> negli Stati Uniti, in particolare quelle legate agli \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> sintetici come il fentanyl. Confrontando i dati provenienti \u003Cmark>da\u003C/mark> 812 contee sulla presenza di punti vendita di marijuana legale e l’evoluzione dei tassi di overdose a casa di \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark>, i ricercatori hanno verificato che le contee con un maggior numero di dispensari di cannabis attivi sono associate a tassi ridotti di mortalità legata ad overdose: la presenza di due dispensari, a scopi medici o ricreativi, è accompagnata dalla diminuzione del tasso di vittime degli oppiacei del 17%, mentre nelle contee dove sono presenti tre dispensari il tasso diminuisce di un ulteriore 9%.\r\n\r\nCertamente, però, anche perché proprio l’epidemia d’oppioidi è la dimostrazione del fallimento della War On Drugs che lo storico Howard Zinn ha definito a suo tempo “la causa delle più gravi, le più diffuse e le più sistematiche violazioni dei diritti umani della storia degli Stati Uniti”. Non per niente, la fine della War On Drugs è stata una delle richieste più condivise nei movimenti contro la polizia e contro Trump che dalla fine di maggio, dopo la morte di George Flloyd, hanno occupato (e continuano ad occupare anche dopo l’elezione di Biden perché anche chi l’ha votato contro Trump sa che non ci sono governanti amici, ma al massimo nemici meno nemici) le strade e le piazze della citta USA.\r\n\r\nLa War On Drugs non sta finendo solo negli USA. L’assemblea delle 53 nazioni rappresentate nella mattinata del 2 dicembre alla riconvocazione della 63ma CND “Conferenza Droghe Narcotiche delle Nazioni Unite” a Vienna ha votato la riclassificazione della cannabis come richiesto \u003Cmark>da\u003C/mark> un comitato di esperti nominato dall’Organizzazione mondiale della Sanità e la cannabis è stata tolta dalla Tabella IV – quella delle sostanze “a rischio particolarmente forte di abuso e senza alcuna utilità terapeutica” – e messa nella Tabella I, quella delle “sostanze pericolose” che comprende i farmaci legali ottenuti senza prescrizione. Questo di fatto rende non più valida la Convenzione di Vienna che dagli anni Sessanta ha messo fuorilegge la cannabis in tutto il mondo (anche se negli ultimi anni è stata legalizzata in Canada e in Uruguay, è in libera vendita \u003Cmark>da\u003C/mark> mezzo secolo nei coffee shop olandesi e \u003Cmark>da\u003C/mark> un po’ di tempo anche nei cannabis club spagnoli).\r\n\r\nIn Messico, in Svizzera, in Lussemburgo e in Macedonia del Nord sono stati già approvati dei progetti di legalizzazione di cui sono ancora stati definiti i tempi ma che si concretizzeranno nei prossimi anni.\r\n\r\nIn Italia, invece, siamo ancora ai tempi in cui basta un docufilm su Netflix su Muccioli “San Patrignano – luci e ombre”, che pur mostrando più luci che ombre non può tacere sull’omicidio di Roberto Maranzano, i suicidi nascosti le centinaia di denunce di violenze etc. e la reazione non è chiedersi come sia possibile che un tale lager degli orrori non sia ancora stato chiuso ma le urla e gli strepiti di fascisti e leghisti che, dello stupratore e torturatore Vincenzo Muccioli, ne fanno un emblema e che sono pronti a lanciarsi in una nuova e più feroce stagione della Guerra Alla Droga all’Italiana. La Lega ha dichiarato che i soldi del Recovery Fund dovrebbero essere impiegati “per la lotta alla droga (…) per costruire nuove carceri e per finanziare le comunità terapeutiche” e per quando tornerà al governo ha già presentato una proposta di legge a prima firma Molinari composta \u003Cmark>da\u003C/mark> due soli articoli che prevedono: 1. l’immediato arresto di chiunque coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito o consegna per qualunque scopo cannabis. Ad esempio, se un ragazzo dopo aver “fatto un tiro” passa alla propria ragazza o al proprio ragazzo una canna ci dovrebbe essere l’arresto immediato; 2. dopo l’arresto, l’incarcerazione.\r\n\r\nSecondo la proposta della Lega la pena dovrebbe andare dai 3 ai 6 anni di carcere con una sanzione dai 5mila ai 20mila euro e questo in modo tassativo perché la proposta chiede di eliminare le pene alternative al carcere, come i lavori di pubblica utilità. Se invece la persona coltiva o detiene cannabis ed il giudice non riscontra la “lieve entità”, la pena dovrebbe salire dai 6 ai 20 anni di carcere e dai 26mila ai 260mila euro (tanto per intenderci, per l’omicidio, così come \u003Cmark>da\u003C/mark> articolo 575 del codice penale, è prevista una pena dai 21 anni di carcere). Nel novero della cannabis, peraltro, rientra secondo la Lega anche la cannabis light (quella con basso contenuto di Thc che secondo un recente pronunciamento della Commissione Europea dovrebbe essere commercializzabile in tutta la UE), che viene venduta in centinaia di hemp shops di tutta Italia e che è proprio la marijuana che “non fa niente – speriamo che non si annoi” (come diceva una vignetta di Matteo Guarrnaccia ripresa anche \u003Cmark>da\u003C/mark> Gaber), visto che ha solo proprietà rilassanti senza avere effetti psichedelici.\r\n\r\nAd accompagnare il ritorno della crociata proibizionista anche un articolo sul settimanale berlusconiano Panorama che ha pubblicato un editoriale del direttore dal titolo: “Perché il consumo di droga va punito” (con a fianco, peraltro, una pubblicità, a tutta pagina, di una marca di grappa “\u003Cmark>da\u003C/mark> condividere e gustare in ogni occasione”), come se non fosse già punito abbastanza in quest’Italia più di un milione e 200mila persone sono state segnalate e sanzionate solo in quanto consumatori di sostanze proibite. \u003Cmark>Da\u003C/mark> parte loro, Pd e M5S che sono al governo (e probabilmente ci resteranno) non riescono neanche a trovare un cavillo per regolamentare in qualche modo la cannabis light e continuano solo a proseguire la Guerra alla Droga all’italiana. Senza farsi mancare neanche di fare un accordo antidroga con l’Iran (dove secondo Iran Human Rights, il governo nel 2019 ha giustiziato almeno 30 persone accusate di reati di droga), come rivelato dal Tehran Times che ha riferito che: “Dopo un incontro con l’ufficiale di collegamento della polizia antidroga italiana Salvatore Labarbera, il capo della polizia antidroga iraniana Majid Karimi ha annunciato che il livello di cooperazione tra i due Paesi sarà rafforzato e incrementato per la necessità di combattere gli stupefacenti anche a livello internazionale”, anche se fornire assistenza diretta contro il narcotraffico alle operazioni antidroga iraniane, comporterà inevitabilmente condanne a morte per presunti autori di reati di droga (e proprio per questo motivo hanno rifiutato di fornire assistenza alle operazioni antidroga iraniane Germania, Austria, Danimarca, Irlanda e Norvegia).\r\n\r\nIn questo contesto si comprende il silenzio su uno degli episodi più gravi avvenuti negli ultimi anni in Italia, la morte di 13 detenuti dopo le rivolte in carcere nel marzo dell’anno scorso. Anche se non si sa ancora di cosa sono morti (visto che scandalosamente non sono stati ancora rivelati i risultati delle autopsie mentre iniziano ad uscire testimonianze sull’ultraviolenza delle forze di polizie intervenute), erano tutti dentro “per droga” e sicuramente sono vittime di questa Guerra Alla Droga che è prima di tutto una guerra contro le persone che provoca soltanto sofferenza e dolore.”",[69,73,75,77,80,82,84],{"matched_tokens":70,"snippet":72},[71,64,65],"epidemia","\u003Cmark>epidemia\u003C/mark> \u003Cmark>da\u003C/mark> \u003Cmark>oppioidi\u003C/mark>",{"matched_tokens":74,"snippet":17},[],{"matched_tokens":76,"snippet":15},[],{"matched_tokens":78,"snippet":79},[65],"\u003Cmark>oppioidi\u003C/mark> legali",{"matched_tokens":81,"snippet":23},[],{"matched_tokens":83,"snippet":19},[],{"matched_tokens":85,"snippet":21},[],[87,94],{"field":28,"indices":88,"matched_tokens":90,"snippets":93},[39,89],3,[91,92],[71,64,65],[65],[72,79],{"field":95,"matched_tokens":96,"snippet":66,"value":67},"post_content",[64,65],1736172819517538300,{"best_field_score":99,"best_field_weight":100,"fields_matched":101,"num_tokens_dropped":39,"score":102,"tokens_matched":89,"typo_prefix_score":39},"3315704398080",13,2,"1736172819517538410",6646,{"collection_name":50,"first_q":27,"per_page":105,"q":27},6,4,{"facet_counts":108,"found":14,"hits":138,"out_of":178,"page":14,"request_params":179,"search_cutoff":29,"search_time_ms":180},[109,115],{"counts":110,"field_name":113,"sampled":29,"stats":114},[111],{"count":14,"highlighted":112,"value":112},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":116,"field_name":28,"sampled":29,"stats":136},[117,119,121,123,125,127,128,130,132,134],{"count":14,"highlighted":118,"value":118},"cpr",{"count":14,"highlighted":120,"value":120},"cina",{"count":14,"highlighted":122,"value":122},"droga",{"count":14,"highlighted":124,"value":124},"41 bis",{"count":14,"highlighted":126,"value":126},"carcere",{"count":14,"highlighted":17,"value":17},{"count":14,"highlighted":129,"value":129},"algoritmi",{"count":14,"highlighted":131,"value":131},"cpr albania",{"count":14,"highlighted":133,"value":133},"alfredo cospito",{"count":14,"highlighted":135,"value":135},"intelligenza artificiale",{"total_values":137},10,[139],{"document":140,"highlight":163,"highlights":170,"text_match":173,"text_match_info":174},{"comment_count":39,"id":141,"is_sticky":39,"permalink":142,"podcastfilter":143,"post_author":144,"post_content":145,"post_date":146,"post_excerpt":45,"post_id":141,"post_modified":147,"post_thumbnail":148,"post_title":149,"post_type":150,"sort_by_date":151,"tag_links":152,"tags":162},"97801","http://radioblackout.org/podcast/41bis-e-cpr-algoritmi-punitivi-in-louisiana-fentanyl-e-neoliberismo/",[112],"bellocome","Estratti dalla puntata del 5 maggio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\n41BIS E CPR: SPAZI NASCOSTI E SOFFERENZA SPETTACOLARIZZATA\r\n\r\nPartiamo da alcuni aggiornamenti su Alfredo Cospito, prigioniero anarchico in 41bis, recentemente assolto dall’accusa di istigazione a delinquere per i suoi articoli (utilizzati per giustificarne la sepoltura in questo regime di censura estrema), a cui è stato recentemente negato l’accesso a libri su vangeli apocrifi, scienza e fantascienza.\r\n\r\nParallelamente, le vicende attorno alla morte di un uomo nel CPR di Restinco e l’inaccessibilità al regolamento sulla videosorveglianza nei lager italiani in Albania, aprono a una riflessione sugli spazi detentivi: carceri e CPR sono luoghi che devono essere inaccessibili agli sguardi del resto del mondo, ma al contempo ostentati per simboleggiare la sofferenza spettacolarizzata inflitta dallo Stato.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_cospito-cpr-visibilizzazione-albania.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nALGORITMI PUNITIVI: L’USO DI TIGER IN LOUISIANA\r\n\r\nDopo aver affrontato gli algoritmi utilizzati in ambito sanzionatorio in UK, cerchiamo di approfondire il sistema TIGER e il suo ruolo nella gestione della popolazione detenuta in Louisiana.\r\n\r\nOsserviamo il ruolo di questa tecnologia nell’impedire a migliaia di persone l’accesso a misure alternative al carcere, partendo dalla storia di Calvin Alexander: un uomo ipovedente, settantenne e in sedia a rotelle.\r\n\r\nTIGER nasce come algoritmo per determinare come meglio allocare le risorse da destinare a programmi di riabilitazione e reinserimento in base al rischio di recidiva degli individui detenuti; 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