","GUERRA IN UCRAINA IL PARLAMENTO EUROPEO SOSPINGE L'ESCALATION .","post",1727116685,[63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/contro-la-guerra/","http://radioblackout.org/tag/escalation-militare/","http://radioblackout.org/tag/guerra-in-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/parlamento-europeo/",[68,33,69,70],"contro la guerra","guerra in ucraina","PARLAMENTO EUROPEO",{"post_content":72,"tags":77},{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":76},[74],"escalation","accresce il pericolo di una \u003Cmark>escalation\u003C/mark> incontrollata del conflitto, confermando la","Il voto sia pur non vincolante del parlamento europeo ,che autorizza l'Ucraina all'uso dei missili a lunga gittata contro il territorio russo accresce il pericolo di una \u003Cmark>escalation\u003C/mark> incontrollata del conflitto, confermando la natura guerrafondaia della nuova commissione europea pronta a seguire i dettami del rapporto Draghi ispirato dagli interessi dei produttori di armi. La sottovalutazione delle linee rosse indicate da Mosca e le iniziative belliche ucraine che hanno colpito alcuni depositi di armi russi hanno galvanizzato il fronte della guerra ad oltranza, anche se la propaganda bellicista ha gonfiato oltremodo il reale risultato dell'attacco al deposito di Toropets. L'ipotesi di una risposta non convenzionale al lancio di missili contro il territorio russo rimane un eventualità remota purtuttavia l'alterazione degli equilibri militari potrebbe indurre Mosca a colpire gli interessi americani in altri contesti quali quello medio orientale o limitare le esportazioni verso occidente di materie prime quali titanio o nickel fondamentali per l'industria bellica americana (paradossi della globalizzazione ).\r\n\r\nNe parliamo con Francesco Dall'Aglio :\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/INFO-23092024.mp3\"][/audio]",[78,80,84,86],{"matched_tokens":79,"snippet":68},[],{"matched_tokens":81,"snippet":83},[74,82],"militare","\u003Cmark>escalation\u003C/mark> \u003Cmark>militare\u003C/mark>",{"matched_tokens":85,"snippet":69},[],{"matched_tokens":87,"snippet":70},[],[89,94],{"field":37,"indices":90,"matched_tokens":91,"snippets":93},[35],[92],[74,82],[83],{"field":95,"matched_tokens":96,"snippet":75,"value":76},"post_content",[74],1157451471441625000,{"best_field_score":99,"best_field_weight":100,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":49,"score":101,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":49},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":103,"highlight":129,"highlights":147,"text_match":97,"text_match_info":153},{"cat_link":104,"category":105,"comment_count":49,"id":106,"is_sticky":49,"permalink":107,"post_author":52,"post_content":108,"post_date":109,"post_excerpt":110,"post_id":106,"post_modified":111,"post_thumbnail":112,"post_thumbnail_html":113,"post_title":114,"post_type":60,"sort_by_date":115,"tag_links":116,"tags":124},[46],[48],"73755","http://radioblackout.org/2022/02/ucraina-ombre-scure-sulleuropa/","L’attacco scagliato la scorsa settimana dalla Russia miete ogni giorno nuove vittime, le principali città del paese sono sotto attacco, alle frontiere si allungano le file di profughi in fuga dai missili e dai carri armati. Sebbene la NATO resti alla finestra, la tensione ed il rischio di un conflitto potenzialmente devastante è in continuo aumento. Alla decisione di offrire importanti forniture militari al governo ucraino da parte degli Stati Uniti e di alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, il governo russo ha risposto minacciando il ricorso alle armi atomiche. Il coinvolgimento diretto del nostro paese nel conflitto ci pone oggettivamente in guerra. Un fatto che conduce alla stringente necessità di un movimento non meramente testimoniale di opposizione alla guerra.\r\nIn questo feroce scontro imperialista a farne le spese sono soprattutto i poveri. In Ucraina, in Russia, in Italia.\r\nLe ombre che si allungano sull’Europa sono sempre più scure: lo scontro tra due grandi potenze in decadenza è molto diverso dalla guerra fredda, con rischi sempre più alti di arrivare ad un punto di non ritorno.\r\nCon Stefano Capello abbiamo provato a capire come la guerra in Ucraina stia modificando gli equilibri geopolitici.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/2022-02-28-capello-ucraina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato scorso in tutta Italia ci sono state manifestazioni contro la guerra in Ucraina dai toni e dalle finalità non sempre convergenti. A Livorno la partecipazione al presidio indetto dal Coordinamento cittadino contro le missioni all’estero è stata significativa sia sul piano numerico, che per la caratterizzazione esplicitamente antimilitarista e internazionalista, senza bandiere nazionali e con l’obiettivo concreto di contrastare le scelte belliciste del governo italiano.\r\nNe abbiamo parlato con Dario\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/2022-02-28-dario-ucraina.mp3\"][/audio]","28 Febbraio 2022","","2022-02-28 17:41:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/carro-armato-bici-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/carro-armato-bici-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/carro-armato-bici-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/carro-armato-bici-768x511.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/carro-armato-bici.jpg 900w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ucraina. 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Per la prima volta le truppe dell'Azerbaijan hanno attaccato all’interno del territorio armeno, un fatto rilevante di una escalation evidentemente legata agli eventi internazionali, visto che l’Armenia è alleata delle Russia e Mosca difficilmente in questo momento sarebbe potuta intervenire militarmente.\r\n\r\nMa quali sono le radici politiche, economiche e territoriali di questo conflitto, che ciclicamente torna ad acuirsi? Che ruolo hanno i due grandi alleati potenti di Armenia e Azerbaijan, rispettivamente Russia e Turchia? Quali sono gli interessi economici dietro questo conflitto e dove si colloca il crocevia del Caucaso nello scacchiere geopolitico internazionale?\r\n\r\nDi tutto questo ne parliano con Daniele, scrittore, redattore della rivista Nunatak e conoscitore di quei contesti politici e territoriali:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/nagorno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","21 Settembre 2022","2022-09-21 15:02:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/AZ-qa-location-en.svg_-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"203\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/AZ-qa-location-en.svg_-300x203.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/AZ-qa-location-en.svg_-300x203.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/AZ-qa-location-en.svg_-1024x694.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/AZ-qa-location-en.svg_-768x520.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/AZ-qa-location-en.svg_.png 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Nagorno Karabakh. 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Da mesi si susseguono esercitazioni militari nelle basi dislocate in tutto il territorio dello stato italiano.\r\nLa Sardegna è circondata da navi da guerra, con centinaia di uomini in divisa dislocati su tutto il fronte mare, lo spazio aereo è riservato alle plance di comando delle portaerei e alle cloche dei caccia.\r\nIl 16 ottobre si è svolta una manifestazione per la pace, per la chiusura delle basi militari, contro l’uso della Sardegna in funzione della guerra: “Non vogliamo che nella nostra isola siano preparati i conflitti che infiammeranno lo scenario internazionale. Non vogliamo essere complici del sangue che sarà versato”.\r\nScrive L’Unione Sarda: “Quello che sta accadendo da 48 ore sul proscenio di Cagliari è la conferma che la Sardegna è precettata. Il Porto di Cagliari, dal molo Ichnusa passando a quello di Ponente, sino al Porto Canale, è la prova di una mobilitazione senza precedenti. La mappa della dislocazione delle portaerei, delle navi da combattimento, americane, tedesche e italiane agganciate alle bitte cagliaritane, non lascia presagire niente di buono. Da stamane le “corazzate” della Nato, con il supporto dei caccia, a partire dai nuovissimi F35, potrebbero già posizionarsi in\r\nassetto operativo per raggiungere sia il poligono del Salto di Quirra che quello di Teulada.”\r\nLe esercitazioni sarde, così come le esercitazioni nucleari Steadfast Noon che coinvolgono i bombardieri B-52 nel nord Europa assumono di questi tempi ben altra rilevanza vista la drammatica evoluzione del conflitto in Ucraina.\r\nL’obiettivo di queste “esercitazioni” è quello di preparare una risposta a un eventuale attacco contro uno dei Paesi membri della Nato. Il Manifesto riporta il comunicato con il quale la Us Navy dà l’annuncio delle manovre nelle acque sarde: «Mare 22 è un’esercitazione avanzata, marittima e anfibia. Il suo scopo è addestrare e testare comandi, personale ed equipaggi durante una serie di attività in mare, in uno scenario realistico e multidimensionale».\r\nNe abbiamo parlato con Guido, un compagno ed antimilitarista sardo\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2022-10-18-guido-capo-frasca.mp3\"][/audio]","18 Ottobre 2022","2022-10-18 15:43:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/307019509_676966203991074_7624221075323686819_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"135\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/307019509_676966203991074_7624221075323686819_n-300x135.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/307019509_676966203991074_7624221075323686819_n-300x135.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/307019509_676966203991074_7624221075323686819_n-1024x461.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/307019509_676966203991074_7624221075323686819_n-768x346.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/307019509_676966203991074_7624221075323686819_n-1536x692.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/307019509_676966203991074_7624221075323686819_n-100x44.jpg 100w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/307019509_676966203991074_7624221075323686819_n.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Capo Frasca. 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La cornice è piazza Carlo Alberto, salotto torinese in pieno centro. C’è il monumento al “re tentenna” circondato da fanti in armi tra la biblioteca nazionale e Palazzo Carignano, che tra settembre e ottobre ospita una mostra dedicata alla “Grande guerra a Torino”, ennesima celebrazione in chiave nazionalista del centenario della prima guerra mondiale.\r\nIn questa piazza si è dipanata una giornata antimilitarista promossa dalla Federazione Anarchica Torinese, con mostre, distro, musica ed un’assemblea con una buona partecipazione ed un serrato dibattito, in cui si sono intrecciati momenti analitici e proposte di lotta.\r\nL’Italia è in guerra da molti anni. Ne parlano solo quando un ben pagato professionista ci lascia la pelle.\r\nÈ una guerra su più fronti, che si coniuga nella neolingua del peacekeeping, dell’intervento umanitario, ma parla il lessico feroce dell’emergenza, dell’ordine pubblico, della repressione.\r\nGli stessi militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade delle nostre città, sono in Val Susa.\r\nGuerra esterna e guerra interna sono due facce delle stessa medaglia. Lo rivela l’armamentario propagandistico che le sostiene. Le questioni sociali, coniugate sapientemente in termini di ordine pubblico, sono il perno dell’intera operazione.\r\nHanno applicato nel nostro paese teorie e tattiche sperimentate dalla Somalia all’Afganistan.\r\nSe la guerra è filantropia planetaria, se condizione per il soccorso sono le bombe, l’occupazione militare, i rastrellamenti, se il militare si fa poliziotto ed insieme sono anche operatori umanitari il gioco è fatto, la distanza tra il militare e il poliziotto diviene impalpabile. Il fronte della guerra ai poveri assume dimensioni planetarie, mentre l’affermarsi di un quadro politico multipolare produce veloci cambi di quadro, che moltiplicano i teatri di guerra. La difficoltà di esercitare un pieno controllo in chiave neocoloniale, innesca conflitti il cui unico obiettivo è annientare quello che non si controlla. La Siria ne è l’emblema più recente, ma non l’unico.\r\nLa giornata antimilitarista del 19 settembre è il primo atto di una campagna contro l’“Aerospace & defence meeting”, mostra mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra, che si terrà a Torino dal 17 al 19 novembre.\r\nPer l’industria armiera italiana, in testa il colosso pubblico Finmeccanica, sarà un’occasione per valorizzare le eccellenze del made in Italy, con un focus sulle cinque aziende piemontesi, leader nel settore: Alenia Aermacchi, Thales Alenia Space, Avio Aero, Selex Es, Microtecnica Actuation Systems / UTC. 280 SMEs.\r\nLa mostra-mercato è riservata agli addetti ai lavori: industrie del settore, governi e organizzazioni internazionali, protagonisti di un business lucroso che trova il proprio compimento nell’industria di guerra.\r\nUn settore che non conosce crisi, in cui si gioca il ricatto occupazionale, come arma da guerra contro chi si oppone alle produzioni di armi.\r\nLa necessità di avviare un percorso per la chiusura e riconversione delle industrie belliche è stata evidenziata in numerosi interventi: tra le proposte la costituzione di una cassa di resistenza per i lavoratori disposti a lottare per non essere complici dei massacri, che quotidianamente insanguinano il pianeta.\r\nLe immagini dei profughi che premono alle frontiere chiuse dell’Europa, il dibattito sull’accoglienza umanitaria, la retorica su chi muore in mare o in fondo a un tir nascondono una verità banale. 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La cornice è piazza Carlo Alberto, salotto torinese in pieno centro. C’è il monumento al “re tentenna” circondato da fanti in armi tra la biblioteca nazionale e Palazzo Carignano, che tra settembre e ottobre ospita una mostra dedicata alla “Grande guerra a Torino”, ennesima celebrazione in chiave nazionalista del centenario della prima guerra mondiale.\r\nIn questa piazza si è dipanata una giornata antimilitarista promossa dalla Federazione Anarchica Torinese, con mostre, distro, musica ed un’assemblea con una buona partecipazione ed un serrato dibattito, in cui si sono intrecciati momenti analitici e proposte di lotta.\r\nL’Italia è in guerra da molti anni. Ne parlano solo quando un ben pagato professionista ci lascia la pelle.\r\nÈ una guerra su più fronti, che si coniuga nella neolingua del peacekeeping, dell’intervento umanitario, ma parla il lessico feroce dell’emergenza, dell’ordine pubblico, della repressione.\r\nGli stessi militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade delle nostre città, sono in Val Susa.\r\nGuerra esterna e guerra interna sono due facce delle stessa medaglia. Lo rivela l’armamentario propagandistico che le sostiene. Le questioni sociali, coniugate sapientemente in termini di ordine pubblico, sono il perno dell’intera operazione.\r\nHanno applicato nel nostro paese teorie e tattiche sperimentate dalla Somalia all’Afganistan.\r\nSe la guerra è filantropia planetaria, se condizione per il soccorso sono le bombe, l’occupazione \u003Cmark>militare\u003C/mark>, i rastrellamenti, se il \u003Cmark>militare\u003C/mark> si fa poliziotto ed insieme sono anche operatori umanitari il gioco è fatto, la distanza tra il \u003Cmark>militare\u003C/mark> e il poliziotto diviene impalpabile. Il fronte della guerra ai poveri assume dimensioni planetarie, mentre l’affermarsi di un quadro politico multipolare produce veloci cambi di quadro, che moltiplicano i teatri di guerra. La difficoltà di esercitare un pieno controllo in chiave neocoloniale, innesca conflitti il cui unico obiettivo è annientare quello che non si controlla. La Siria ne è l’emblema più recente, ma non l’unico.\r\nLa giornata antimilitarista del 19 settembre è il primo atto di una campagna contro l’“Aerospace & defence meeting”, mostra mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra, che si terrà a Torino dal 17 al 19 novembre.\r\nPer l’industria armiera italiana, in testa il colosso pubblico Finmeccanica, sarà un’occasione per valorizzare le eccellenze del made in Italy, con un focus sulle cinque aziende piemontesi, leader nel settore: Alenia Aermacchi, Thales Alenia Space, Avio Aero, Selex Es, Microtecnica Actuation Systems / UTC. 280 SMEs.\r\nLa mostra-mercato è riservata agli addetti ai lavori: industrie del settore, governi e organizzazioni internazionali, protagonisti di un business lucroso che trova il proprio compimento nell’industria di guerra.\r\nUn settore che non conosce crisi, in cui si gioca il ricatto occupazionale, come arma da guerra contro chi si oppone alle produzioni di armi.\r\nLa necessità di avviare un percorso per la chiusura e riconversione delle industrie belliche è stata evidenziata in numerosi interventi: tra le proposte la costituzione di una cassa di resistenza per i lavoratori disposti a lottare per non essere complici dei massacri, che quotidianamente insanguinano il pianeta.\r\nLe immagini dei profughi che premono alle frontiere chiuse dell’Europa, il dibattito sull’accoglienza umanitaria, la retorica su chi muore in mare o in fondo a un tir nascondono una verità banale. 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molto simile se non identico a quello siglato qualche mese fa e presto miseramente fallito, prevede un cessate il fuoco a partire dal 15 febbraio, accompagnato dalla costruzione di una zona-cuscinetto tra le due Ucraine, parziale disarmo ed accordo sulle sanzioni alla Russia.\r\n\r\nPer leggere in chiave di equilibri geopolitici mondiali questo accordo, nella sostanza portatore di poche novità, si deve tenere in conto il ruolo e gli interessi dell'occidente Europeo che ha presenziato alle trattative (Francia e Germania), assieme a quali possibili scenari si potrebbero sviluppare in caso di escalation militare, nell'eventualità che la tregua fallisca, e molti altri elementi di equilibrio e potere.\r\n\r\nNe discute con Radio Blackout Matteo Zola, Redattore di Eastjournal: matteoUcraina","13 Febbraio 2015","2015-02-17 18:53:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/thumb.php_-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"138\" 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Quando la democrazia diventa fascismo\r\nLa stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde idee sovversive.\r\nQuesti dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur mantenendosi in una cornice universalista. \r\nIl diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità. Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.\r\nInterverrà l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nSabato 12 ottobre\r\nore 10,30/13,30\r\npresidio al Balon\r\ncontro il ddl 1660\r\n\r\nDomenica 20 ottobre\r\nAssemblea Antimilitarista\r\ndalle 10 alle 17\r\nA Massenzatico (Reggio Emilia)\r\nPresso le \"Cucine del popolo\", via Beethoven 78\r\nPer info: assembleantimilitarista@gmail.com\r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[353],{"field":95,"matched_tokens":354,"snippet":350,"value":351},[74,82],{"best_field_score":192,"best_field_weight":229,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":49,"score":230,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":49},{"document":357,"highlight":369,"highlights":374,"text_match":377,"text_match_info":378},{"comment_count":49,"id":358,"is_sticky":49,"permalink":359,"podcastfilter":360,"post_author":317,"post_content":361,"post_date":362,"post_excerpt":110,"post_id":358,"post_modified":363,"post_thumbnail":364,"post_title":365,"post_type":343,"sort_by_date":366,"tag_links":367,"tags":368},"96309","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-7-marzo-rearm-europe-anarcofeminnist-il-ciclone-trump-e-la-marea-nera-globale/",[317],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/2025-03-07-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nReArm Europe\r\nIl vertice europeo straordinario sulla guerra in Ucraina ha prodotto un nuovo mostro militarista. 800 miliardi di investimenti, una parte dei quali potrebbero essere attinti dal fondo di stabilità europeo, quello destinato all’ambiente e alle infrastrutture dei trasporti (TEN-T), di cui, paradossalmente fa parte la Torino Lione.\r\nUn programma di riarmo su ampia scala, che segna un’ulteriore potente escalation bellica. 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Noi lottiamo perché lo diventi, perché siano strappate le radici dell’oppressione patriarcale, modello di ogni visione gerarchica ed autoritaria delle relazioni sociali.\r\nLa vita e la libertà delle donne e di tutte le soggettività non conformi alla norma etero cis patriarcale sono sotto attacco in ogni angolo del pianeta.\r\nBotte, coltellate, prigioni di stoffa, umiliazioni, discriminazioni sul lavoro non sono il retaggio del passato ma la dura realtà per miliardi di donne in ogni dove.\r\nLe donne che fanno il militare, che diventano manager, che sono capi di governo o al vertice della Digos sono il segno della sconfitta del femminismo, non la sua vittoria. \r\nSe si capovolge la clessidra non si cambia di senso al tempo. \r\n\r\nIl ciclone Trump e la marea nera globale\r\nGuerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt.\r\nIl ciclone Trump negli States è solo l’ultimo potente segno di un vento di destra globale in un orizzonte di guerra permanente. \r\nA popolazioni spaventate dagli effetti devastanti dell’affermarsi inarrestabile della logica capitalista, le destre di ogni latitudine offrono la speranza che qualcuno possa essere al sicuro. In ogni dove si affermano leadership che individuano nella libertà delle donne e delle identità non conformi un nemico. In ogni dove le proteste di piazza vengono represse, i servizi essenziali negati, la propaganda militarista e patriottica disegna un orizzonte di normalità bellica. \r\nL’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie su scala mondiale segna un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna mediazione sociale.\r\nSarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla propria narrazione.\r\nPrendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e dalle dinamiche che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione politica e sociale. 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L'annuncio del futuro invio di Abrahms e Leopard (in tempi certo non immediati) non determinerà comunque l'inversione di uno scontro sul campo determinato da una sostanziale a-simmetria. Secondo alcuni (Lucio Caracciolo - Limes) l'esito rischia di giocarsi sulla pericolosa alternativa tra vergogna (vittoria Russa) o catastrofe (escalation). Certamente le élite del campo occidentale (quelle americane in veste di decisori, quelle europee come subalterne) sembrano votate ad un prolungamento del conflitto e al supporto dell'Ucraina \"whenever it takes!\".\r\n\r\nNostri ospiti, Gastone Breccia (esperto di strategia militare)e Angelo Baracca (fisico e attivista anti-nucleare).\r\n\r\nA fine trasmissione, una nostra recensione del libro \"L'arco dell'Impero\" del colonnello cinese Qiao Liang (LEG edizioni)\r\n\r\nAscolta il podcast\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/Fine-_della_Radio_6.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMateriali\r\n\r\nLucio Caracciolo “La guerra in Ucraina avrà una soluzione militare o non ne avrà”\r\n\r\nEnrico Tomaselli \"La sottile linea rossa\"\r\n\r\nMelvin Goodman \"A Costly and Prolonged Cold War Now Seems a Certainty\"\r\n\r\nAngelo Baracca \"L'orologio ticchetta verso l'Apocalisse\"","1 Febbraio 2023","2023-06-16 12:15:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/WhatsApp-Image-2023-02-01-at-16.08.43-200x110.jpeg","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #7 – Passeggiando sul baratro",1675272469,[],[],{"post_content":395},{"matched_tokens":396,"snippet":397,"value":398},[74],"vergogna (vittoria Russa) o catastrofe (\u003Cmark>escalation\u003C/mark>). 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Poco più di grandi bellissimi scogli tra Okinawa e la costa cinese, non lontano da Taiwan, queste isole erano cinesi sino al 1995, quando se ne impadronì il Giappone. Dopo la seconda guerra mandiale le Senkaku ebbero lo stesso destino delle grandi isole che costituiscono il Giappone: rimasero sotto il controllo statunitense sino al 1971. Dall'anno successivo vennero restituite al governo nipponico.\r\nSia la repubblica popolare cinese sia Taiwan le hanno sempre reclamate per se.\r\nIl governo giapponese, pur non mollando la presa, ha sempre avuto una politica molto prudente, evitando sia insediamenti sulle isole che erano e sono ancora disabitate, sia installazioni militari.\r\n\r\nLa decisione di Pechino di includere le Senkaku nello spazio di protezione aerea della Cina ha suscitato la pronta reazione degli Stati Uniti che hanno spedito i B52 a sorvolare l'area. 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