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Ci si chiede se quello che sta accadendo sia una strategia per eliminare Hezbollah e la componente sciita per fini tristemente economici che aprirebbero la sponda ai grandi investitori e agli americani con cui il Paese sarebbe ricoperto di prestiti.Rimangono gli stessi nomi, la stesse divisioni tra la componente maronita sunnita e quella sciita e di Hezboah accusata dalla prima di tenere in ostaggio il Paese e mantenendo vivi i sospetti di un qualche coinvolgimento sull' esplosione di agosto 2020 ancora senza un colpevole.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nParliamo con Adam rappresentante della comunità sudanese a Roma e con Antonella Napoli giornalista e collaboratrice dell'ISPI del colpo di stato in Sudan lo scorso 25 ottobre che ha interrotto il governo di transizione e al quale è seguita la continua opposizione della popolazione contro i militari che ostentano velleità di onnipotenza e già in passato autori del genocidio in Darfur. La forte quanto lungimirante ostinazione popolare di non stringere accordi con tali personaggi non è stata in tempo captata dall'esecutivo destituito. Intanto la popolazione paga il prezzo come sempre: mancanza delle comunicazioni, chiusura delle banche, arresti e detenzioni arbitrarie completano il disastroso scenario. Gli interessi egiziani, dell'Arabia Saudita e degli Emirati hanno messo il loro sigillo. Ambigua la posizione di Israele che per ora fa finta di niente dopo il riconoscimento ufficiale da parte del Sudan , anche il non esporsi d' altronde è una mossa politica. Il tentativo di impedire il progetto della grande diga accomuna la giunta sudanese a quelli che sono gli intenti dell'Egitto che quando vuole qualcosa non sta certo a guardare. Disastroso l'impatto di tale situazione per i profughi rifugiati in Sudan in seguito alle violenze della guerra del Tigray. 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Enjoy...\r\nPER SAPERE CHI ABBIAMO SCELTO SU JAZZ, FUNK E BLACKNESS, CLICCA QUI!\r\nPER SAPERE CHI SONO I PEGGIORI, CLICCA QUI!\r\nTy Segall – Manipulator (Drag City)\r\nChe laido Ty. Ormai tutti lo davano per bollito, bruciato da due anni di pura iperattività discografica dove ogni sputo era, come minimo, un disco. Cambia rotta qui, dedicandosi più agli arrangiamenti per produrre un clone di certa west coast acidella, tra chitarre acustiche con piglio mex e sarabande elettriche dal suono tex. Certo è un logorroico, forse 2 vinili sono troppi…mah, secondo me sono tutte cazzate. questo è un gran disco. Manipolatori e chitarristi, capelli lunghi e albe nel deserto. classici intramontabili suonati e mixati in modo originale (per alcuni una vera merda, per altri ottimo!)\r\nFelix Kubin – Zemsta Plutona (Gagarin Records)\r\nUno che lo abbiamo lasciato in un film sci-fi sovietico di fine anni 50 ad armeggiare con macchinari analogici con bottoni e luci neanche fossimo in una base di lancio russa in Kazakistan. Questo disco è una matrioska di incroci tra retro-futuro, dinamiche del ballo e circuiterie sequenziali che ricordano i “genialen dilettanten”. Kubin mescola come un chimico, smonta come un carpentiere e riassembla alla moda dei collagisti delle avanguardie sovietiche. Per me è sempre (8).\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=SeM-8fk8TRg[/embed]\r\n\r\nPremio Catarro 2014\r\nJacques Berrocal – MDLV (Sub Rosa)\r\nBerrocal rappresenta tutto quello che i cosiddetti puristi del jazz semplicemente odiano. 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Qualcosa che assomiglia da vicino alla reliquia, solo che per questa nuova lingua di Sant'Antonio da Padova vi serviranno 200 euri e almeno 5 giorni, diversi tipi di droghe o comunque alterazioni dello stato di coscienza tali da regge all'endurance. Monumento anche fisico, non può farcela su una mensola qualunque. Difficilissimo anche da rubare, viste le dimensioni, per l'ascolto ci servirà il solito patito russo che renda il tutto disponibile in download. File under: Haunting Presence.\r\nTrance Farmers – Dixie Crystals (Stones Throw)\r\nArriva dal blues ma si arrotola selvaggiamente in un ipnotico southern che sa di fritto drogato con una spruzzata di presa male post-qualcosa. Questo è il disco d'esordio per Dayve Samek aka Trance Farmers, registrato dalle parti di Venice in California , pensato probabilmente negli appiccicosi e semi-abbandonati scenari palustri di un incantata Louisiana. Al primo ascolto ti rendi conto che ne vuoi di nuovo, come le birrette gelate, come le polpette di baccalà . Un cannone non guasta. Momenti di sconforto e di solitudine. Purle Hay sembra uscire da una radio anni '50 tu sei su un'amaca e continui ad avere l'impressione che qualcuno ti stia osservando. Le nuvole non fanno presagire nulla di buono ,quando arrivi a Betty Boop arriva la tempesta i 4 cavalieri sono Tex Willer, il pusher di fiducia, Robert Johnson e Adam Yauch . Il resto è tutta discesa. una cavalcata selvaggia country-apocalittica. Da paura\r\nShakey Graves- And The War Came (Dualtone)\r\nShakey graves is a gentleman from Texas. E si sente ,si sente e come si sente.... Profumo di anni '90 i migliori quelli che ci sono rimasti appiccicati alla pelle , come le T-Shirt della tua band preferita in adolescenza. Chiaramente paga il pegno ai Black Keys , siamo nel 2014 …Melodie che fanno sognare, limpidi cieli attraversati qua e là da splendide aquile e piccioni giusto per riportarci alla realtà. Voglia di Texas , di sesso sfrenato su una sgangerata Chevy degli anni '60.\r\nA tratti ricorda Jeff Buckley ma le sue bracciate sono più vigorose e il Sabine è meno insidioso del Mississipi...L'aggiunta della splendida voce di Esmè Patterson in tre tracce ,le squisite Dearly Departed, Big time Nashville star e Call it Heaven danno il tocco country che rendono il disco succulento come le torte di mele di Nonna papera, gli short di Daisy in Hazzard, le camice di Hank Williams . Brano più figo Pansy Waltz. Ascoltatelo 3 volte di fila stappatevi una Bud gelata , leggendo un Lansdale d'annata con Hap & Leo che so “Il Mambo degli Orsi” o “Bad Chili”. Fatelo!\r\nAram Bajakian- There Were Flowers Also in Hell (Tzadik)\r\nChitarrista Aram piuttosto giovane per poter sfoggiare senza tirarsela troppo ( almeno questa è la mia impressione..) un curriculum fatto di collaborazioni stellari, ha accompagnato Lou Reed fino alla partenza per la tournè permanente, da quel geniaccio di John Zorn , Marc Ribot ecc. ecc. There Were Flowers Also in Hell è uscito all'inizio dell'anno ,ma devo dire non si dimentica così in fretta. Al primo ascolto già dall'apertura con Texas Cannonball il disco ti si arrampica addosso e lo senti che potrà, se non alza troppo la cresta, diventare uno di famiglia. La cresta non la alza anzi dopo un pezzo bomba del genere c'è bisogno di ripigliarsi un attimino. La chitarra e la band di Aram lo fanno . Cavalcate magiare ignudi in notti di mezza estate, alla faccia di chi le mezze stagioni non esistono più.. pronti poi per gli altri piatti forti, Orbisonian è una spremuta di pompelmo tagliata con gin e peperoncino. Balli,caghi, sbocchi e scopi come l'arcangelo gabriele quella volta che giocò a dadi con Jim Morrison e Moana Pozzi, ma questa è un'altra storia...Rent Party mette le cose in chiaro qua non si gioca, si suona e sticazzi se Aram il manico lo sa maneggiare …...... da ascoltare irresponsabilmente. E se ne volete ancora...andate a cercare i vari progetti di imprio e jazz nel quale il nostro infila il suo manico....\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=cALQqRwgFJI[/embed]\r\nBrian Setzer - Rockabilly Riot! All Original (Surfdog)\r\nAh il vecchio Brian... ve lo devo presentare? Direi di no.Se brillantina,nottate sudate e appiccicose shakerando culi e tutto il resto non sono il vostro territorio... Ascoltate gli Stray Cats passando dal via senza ritirare la birra,il joint e i premi partita.\r\nCazzo il revival R'n'R , billy o non billy non ci riguarda, il ragazzo ( di ieri) ce l'ha nel sangue e nei vestiti ( la copertina parla chiaro) . 12 fottutissime tracce che come la mela di Elvis ( molti sostengono che sia un falso storico sia Elvis , che la mela di Elvis chiaramente) una volta al giorno tolgono il medico di torno... Tutte belle le tracce, come la zia che a Natale prepara la stessa lasagna da vent'anni, non sbaglia e Brian di lasagne e di R'n'R' è un vero mago. Simsalabin! Ps: tra l'altro fa anche il video più bello e tamarro dell'anno.\r\nOrlando Julius with The Heliocentrics- Jaiyede Afro (Strut)\r\nIl pioniere dell'Afrobeat Nigeriano incontra la combo Psyco-Afro-jazz Heliocentrics musicisti giovani che sanno dannatamente il fatto loro, collaborazioni a nastro per loro, per chi come me ha avuto la fortuna di vederli dal vivo con Mulatu Astakè ricorderà... Estikà ! Musica suonata magistralmente fine , elaborata, sabrosa. Il vecchio e il nuovo. Il vecchio marpione dell'Afrobeat che non si vuole arrendere all'età e agli acciacchi e alla musica moderna africana, e il nuovo... Baldi e giovani musicisti che con le vecchie cariatidi si trovano bene, aggiungono freschezza ad un genere che difficilmente tramonterà, godiamoceli così ...Esplosione di colori africana, caldo come il buco del culo di un ippopotamo in amore, turgido come le menne della tipa camerunense che abita di fronte a me ( anche con la giacca a vento parlano chiaro), piacevole come una birra ghiacciata ad Alessandria. I ragazzi non ne sbagliano una... 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Kubin mescola come un chimico, smonta come un carpentiere e riassembla alla moda dei collagisti delle avanguardie sovietiche. Per me è sempre (8).\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=SeM-8fk8TRg[/embed]\r\n\r\nPremio Catarro 2014\r\nJacques Berrocal – MDLV (Sub Rosa)\r\nBerrocal rappresenta tutto quello che i cosiddetti puristi del jazz semplicemente odiano. E’ uno sporcaccione, si perde in mille scatarri da teatro d’avanguardia, collabora con personaggi estranei al giro, insomma è un sovversivo. Ma tra una cover \u003Cmark>di\u003C/mark> Ornette Coleman, un live ripreso come si può e le solite lallazioni da ventriloquo, sale la simpatia per questo outsider financo nella musica outsider. Bisogna prenderlo così, come il ritrovo \u003Cmark>di\u003C/mark> un gruppo \u003Cmark>di\u003C/mark> evasi ad una festa notturna con amici poco raccomandabili (Ron Anderson, Masayoshi Urabe…). Fate attenzione a chi frequentate. (8)\r\n\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=P1yQgbU5c1U[/embed]\r\nL'oggetto misterioso:\r\nMaria Callas - Maria Callas Complete Remastered Editions (Warner Classics)\r\nQuesta ci è giunta da un anonimo redattore ma non potevamo non parlarne. Perchè adoriamo i patiti, i feticisti, i devoti: 69 dischi (sessantanove) con tutti i lavori della Divina rimasterizzati nei prestigiosi Abbey Road Studios, sotto la supervisione del sound Bowers & Wilkins. Qualcosa che assomiglia da vicino alla reliquia, solo che per questa nuova lingua \u003Cmark>di\u003C/mark> Sant'Antonio da Padova vi serviranno 200 euri e almeno 5 giorni, diversi tipi \u003Cmark>di\u003C/mark> droghe o comunque alterazioni dello stato \u003Cmark>di\u003C/mark> coscienza tali da regge all'endurance. Monumento anche fisico, non può farcela su una mensola qualunque. Difficilissimo anche da rubare, viste le dimensioni, per l'ascolto ci servirà il solito patito russo che renda il tutto disponibile in download. File under: Haunting Presence.\r\nTrance Farmers – Dixie Crystals (Stones Throw)\r\nArriva dal blues ma si arrotola selvaggiamente in un ipnotico southern che sa \u003Cmark>di\u003C/mark> fritto drogato con una spruzzata \u003Cmark>di\u003C/mark> presa male post-qualcosa. Questo è il disco d'esordio per Dayve Samek aka Trance Farmers, registrato dalle parti \u003Cmark>di\u003C/mark> Venice in California , pensato probabilmente negli appiccicosi e semi-abbandonati scenari palustri \u003Cmark>di\u003C/mark> un incantata Louisiana. Al primo ascolto ti rendi conto che ne vuoi \u003Cmark>di\u003C/mark> nuovo, come le birrette gelate, come le polpette \u003Cmark>di\u003C/mark> baccalà . Un cannone non guasta. Momenti \u003Cmark>di\u003C/mark> sconforto e \u003Cmark>di\u003C/mark> solitudine. Purle Hay sembra uscire da una radio anni '50 tu sei su un'amaca e continui ad avere l'impressione che qualcuno ti stia osservando. Le nuvole non fanno presagire nulla \u003Cmark>di\u003C/mark> buono ,quando arrivi a Betty Boop arriva la tempesta i 4 cavalieri sono Tex Willer, il pusher \u003Cmark>di\u003C/mark> fiducia, Robert Johnson e Adam Yauch . Il resto è tutta discesa. una cavalcata selvaggia country-apocalittica. Da paura\r\nShakey Graves- And The War Came (Dualtone)\r\nShakey graves is a gentleman from Texas. E si sente ,si sente e come si sente.... Profumo \u003Cmark>di\u003C/mark> anni '90 i migliori quelli che ci sono rimasti appiccicati alla pelle , come le T-Shirt della tua band preferita in adolescenza. Chiaramente paga il pegno ai Black Keys , siamo nel 2014 …Melodie che fanno sognare, limpidi cieli attraversati qua e là da splendide aquile e piccioni giusto per riportarci alla realtà. Voglia \u003Cmark>di\u003C/mark> Texas , \u003Cmark>di\u003C/mark> sesso sfrenato su una sgangerata Chevy degli anni '60.\r\nA tratti ricorda Jeff Buckley ma le sue bracciate sono più vigorose e il Sabine è meno insidioso del Mississipi...L'aggiunta della splendida voce \u003Cmark>di\u003C/mark> Esmè Patterson in tre tracce ,le squisite Dearly Departed, Big time Nashville star e Call it Heaven danno il tocco country che rendono il disco succulento come le torte \u003Cmark>di\u003C/mark> mele \u003Cmark>di\u003C/mark> Nonna papera, gli short \u003Cmark>di\u003C/mark> Daisy in Hazzard, le camice \u003Cmark>di\u003C/mark> Hank Williams . Brano più figo Pansy Waltz. Ascoltatelo 3 volte \u003Cmark>di\u003C/mark> fila stappatevi una Bud gelata , leggendo un Lansdale d'annata con Hap & Leo che so “Il Mambo degli Orsi” o “Bad Chili”. Fatelo!\r\nAram Bajakian- There Were Flowers Also in Hell (Tzadik)\r\nChitarrista Aram piuttosto giovane per poter sfoggiare senza tirarsela troppo ( almeno questa è la mia impressione..) un curriculum fatto \u003Cmark>di\u003C/mark> collaborazioni stellari, ha accompagnato Lou Reed fino alla partenza per la tournè permanente, da quel geniaccio \u003Cmark>di\u003C/mark> John Zorn , Marc Ribot ecc. ecc. There Were Flowers Also in Hell è uscito all'inizio dell'anno ,ma devo dire non si dimentica così in fretta. Al primo ascolto già dall'apertura con Texas Cannonball il disco ti si arrampica addosso e lo senti che potrà, se non alza troppo la cresta, diventare uno \u003Cmark>di\u003C/mark> famiglia. La cresta non la alza anzi dopo un pezzo bomba del genere c'è bisogno \u003Cmark>di\u003C/mark> ripigliarsi un attimino. La chitarra e la band \u003Cmark>di\u003C/mark> Aram lo fanno . Cavalcate magiare ignudi in notti \u003Cmark>di\u003C/mark> mezza estate, alla faccia \u003Cmark>di\u003C/mark> chi le mezze stagioni non esistono più.. pronti poi per gli altri piatti forti, Orbisonian è una spremuta \u003Cmark>di\u003C/mark> pompelmo tagliata con gin e peperoncino. Balli,caghi, sbocchi e scopi come l'arcangelo gabriele quella volta che giocò a dadi con Jim Morrison e Moana Pozzi, ma questa è un'altra storia...Rent Party mette le cose in chiaro qua non si gioca, si suona e sticazzi se Aram il manico lo sa maneggiare …...... da ascoltare irresponsabilmente. E se ne volete ancora...andate a cercare i vari progetti \u003Cmark>di\u003C/mark> imprio e jazz nel quale il nostro infila il suo manico....\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=cALQqRwgFJI[/embed]\r\nBrian Setzer - Rockabilly Riot! All Original (Surfdog)\r\nAh il vecchio Brian... ve lo devo presentare? Direi \u003Cmark>di\u003C/mark> no.Se brillantina,nottate sudate e appiccicose shakerando culi e tutto il resto non sono il vostro territorio... Ascoltate gli Stray Cats passando dal via senza ritirare la birra,il joint e i premi partita.\r\nCazzo il revival R'n'R , billy o non billy non ci riguarda, il ragazzo ( \u003Cmark>di\u003C/mark> ieri) ce l'ha nel sangue e nei vestiti ( la copertina parla chiaro) . 12 fottutissime tracce che come la mela \u003Cmark>di\u003C/mark> Elvis ( molti sostengono che sia un falso storico sia Elvis , che la mela \u003Cmark>di\u003C/mark> Elvis chiaramente) una volta al giorno tolgono il medico \u003Cmark>di\u003C/mark> torno... Tutte belle le tracce, come la zia che a Natale prepara la stessa lasagna da vent'anni, non sbaglia e Brian \u003Cmark>di\u003C/mark> lasagne e \u003Cmark>di\u003C/mark> R'n'R' è un vero mago. Simsalabin! Ps: tra l'altro fa anche il video più bello e tamarro dell'anno.\r\nOrlando Julius with The Heliocentrics- Jaiyede Afro (Strut)\r\nIl pioniere dell'Afrobeat Nigeriano incontra la combo Psyco-Afro-jazz Heliocentrics musicisti giovani che sanno dannatamente il fatto loro, collaborazioni a nastro per loro, per chi come me ha avuto la fortuna \u003Cmark>di\u003C/mark> vederli dal vivo con Mulatu Astakè ricorderà... Estikà ! Musica suonata magistralmente fine , elaborata, sabrosa. Il vecchio e il nuovo. Il vecchio marpione dell'Afrobeat che non si vuole arrendere all'età e agli acciacchi e alla musica moderna africana, e il nuovo... Baldi e giovani musicisti che con le vecchie cariatidi si trovano bene, aggiungono freschezza ad un genere che difficilmente tramonterà, godiamoceli così ...\u003Cmark>Esplosione\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> colori africana, caldo come il buco del culo \u003Cmark>di\u003C/mark> un ippopotamo in amore, turgido come le menne della tipa camerunense che abita \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte a me ( anche con la giacca a vento parlano chiaro), piacevole come una birra ghiacciata ad Alessandria. I ragazzi non ne sbagliano una... 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Si tratta di un gabinetto composto da 23 membri, di cui 4 facenti parte di gruppi minoritari. Continuano però le preoccupazioni su questo governo e sul processo, ben poco democratico, che ha portato a questa formazione. L'amministrazione autonoma della Siria del Nord Est ha rilasciato a proposito un comunicato in cui sottolinea come il governo di Damasco abbia costantemente escluso diversi segmenti e gruppi etnici del popolo siriano dai processi politici e come abbia perseguito un approccio di governance unilaterale.\r\n\r\nSi legge nel comunicato:\r\n\r\n\"Qualsiasi governo che non rifletta la struttura multiculturale e polifonica della Siria non può governare il paese in modo sano e non può offrire una via d'uscita dall'attuale crisi. Al contrario, tali governi aggravano la crisi e creano nuove situazioni di stallo invece di risolvere le cause profonde del problema. Pertanto, non abbiamo alcun obbligo di attuare le decisioni di tali governi. Ripetere gli errori del passato danneggerà solo il popolo siriano e non aprirà mai la strada a una soluzione politica globale\".\r\n\r\nL'amministrazione autonoma si rivolge direttamente al governo quindi, facendo presente che o nel concreto si avvia un processo democratico interno al Paese, oppure l'amministrazione non riterrà legittime le decisioni del governo centrale. Ciò succede dopo che il governo centrale e le SDF, le forze militari dell'amministrazione autonoma, hanno firmato un accordo in otto punti, di cui abbiamo parlato nella puntata dedicata a Lorenzo Orsetti, che di fatto rappresenta il primo passo verso l’integrazione delle istituzioni civili e militari della Siria del Nord-Est nel governo siriano.\r\n\r\nA ciò si aggiunge la notizia che i quartieri a maggioranza curda Sheikh Maqsoud e Ashrafiyah di Aleppo, città che si trova fuori dall'amministrazione autonoma della Siria del nord est, hanno raggiunto un'accordo con il governo centrale siriano. Secondo questo accordo, le ypg e le ypj (forze di difesa popolare che fanno parte delle SDF), si ritirano dai due quartieri e la sicurezza di questi è in garantita dal ministero degli interni Siriano, legato al governo di Al Shara, insieme alle forze di sicurezza interna (l'Asaysh) che invece risponde all'amministrazione autonoma ed è la polizia interna dell'amministrazione autonoma.\r\n\r\nUna situazione quella in Siria in cui è evidente come l'amministrazione autonoma stia cercando di espandere la propria influenza nell'ottica di democratizzare il resto della Siria sulla base dell'esperienza del Rojava, contrapponendosi ad un governo che sta cercando di mantenere saldo il potere appena conquistato. Tanto si sta giocando su piano diplomatico, almeno nei confronti del governo centrale siriano, per non perdere le conquiste politiche ottenute fino ad oggi, mentre non finiscono le operazioni militari contro gli attacchi turchi e dell'SNA.\r\n\r\nEcco una lettera ricevuta da un compagno internazionalista dalla diga di Tishreen dove continua la veglia della popolazione.\r\n\r\n\r\n\"Come è ben noto, lo stato fascista turco ha attaccato le regioni della Siria settentrionale e orientale da novembre, poiché il processo rivoluzionario qui è un faro di speranza e una vera alternativa alla dura realtà della modernità capitalista. Questi attacchi sono stati fermati alla diga di Tişirin e al ponte di Qarakozah, poiché i mercenari turchi dell'SNA volevano avanzare verso Kobane, la \"Stalingrado curda\", che ha segnato l'inizio della sconfitta dell'ISIS nel 2015.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLa diga di Tişirin è di grande importanza strategica. In tempi normali, fornisce elettricità a centinaia di migliaia di abitanti della Siria nord-orientale e produce una grandissima quantità di acqua potabile grazie a un sistema di depurazione. È anche uno dei pochi punti di attraversamento dell'Eufrate. Sapendo questo, i mercenari si sono trovati di fronte a una grande e storica resistenza da parte dei combattenti SDF e non sono riusciti a guadagnare terreno in questa regione. La resistenza è in corso da 2 mesi e sta entrando nel suo terzo... all'inizio della lotta i combattenti per la libertà SDF sono stati attaccati da ondate di mercenari supportati da attacchi aerei e tecnologia turchi. Ci sono state molte vittime nei primi giorni di scontro. Anche se l'intera Siria stava arrivando a un processo di riduzione dei combattimenti, facendo appelli alla situazione politica nella regione e alla nuova situazione consolidata, gli attacchi alla Siria settentrionale e orientale sono aumentati. Rendendosi conto della realtà della situazione, il popolo della rivoluzione, il popolo di Rêber Apo, si è prontamente ribellato e si è mosso verso la diga di Tişirin per protestare contro gli attacchi immotivati dello stato turco e per dimostrare il proprio sostegno ai combattenti delle SDF che resistevano in prima linea (a circa 3 km dalla diga).\r\n\r\n\r\n\r\nSotto lo spirito della guerra popolare rivoluzionaria, i popoli del Rojava hanno formato veri e propri scudi umani per difendere la diga, provenienti da ogni gruppo etnico e da ogni parte della Siria nord-orientale [...] Il coraggio, la potenza in ciò è semplicemente inspiegabile. Mentre le persone fuggono dalle bombe, ce ne sono altre che corrono l'una verso l'altra per proteggere i loro compagni dalla loro parte, sapendo che questa potrebbe essere la loro ultima mossa. Mentre le bombe cadevano intorno a noi, gli slogan di resistenza aumentavano, il morale si elevava a ogni suono di esplosione.\r\n\r\n\r\n\r\n[...] assistere alla resistenza popolare sulla diga ha avuto un impatto enorme tra i combattenti. Hanno visto le loro coraggiose donne e uomini anziani come le loro madri e padri lì per loro e, motivati da questo spirito di guerra popolare rivoluzionaria, sono andati ad affrontare il nemico e ondata dopo ondata di attacchi mercenari sono stati sconfitti dalle SDF. Sì, i compagni sono caduti martiri, gli amici non hanno potuto muovere i loro corpi per giorni a causa del volo costante dei droni turchi sulle nostre teste, abbiamo ferito degli amici, ma questa è la realtà della guerra. Il vero volto di questa resistenza non risiede nelle vittorie militari sul campo di battaglia. La vera resistenza risiede in ognuna di queste giovani donne e uomini che hanno capito nel profondo perché stiamo combattendo.\r\n\r\n\r\n\r\n[...] Lo spirito è forte e il significato della nostra vita quotidiana ha raggiunto un livello diverso dal sacrificio delle persone alla diga dei martiri. In questo momento gli scontri sono meno frequenti, gli attacchi dell'SNA sono concentrati sull'uso di armi pesanti e con il supporto dei droni e degli aerei da guerra dello stato turco, molto simili alla resistenza sulle montagne libere del Kurdistan. Siamo entrati in un nuovo momento per il Kurdistan e per la Rivoluzione, c'è ancora molto da accadere e molto da chiarire. Tuttavia, qui in prima linea alla diga di Tişrîn, il nostro obiettivo e il nostro lavoro sono chiari come l'acqua della diga che difendiamo. Siamo pronti, motivati e impazienti. Non ci arrenderemo e sotto lo spirito della guerra popolare rivoluzionaria prevarremo ancora una volta contro questo barbaro nemico fascista. Lunga vita alla resistenza a Tişirin Lunga vita al popolo Vittoria o vittoria!”\r\n\r\n\r\n\r\nMarzo 2025\r\n\r\n\r\nIl 4 aprile è stato il giorno internazionale del libro di Ocalan e in tutto il mondo, compresa Torino, si sono tenute iniziative di dibattito e letture dei testi di Abdullah Ocalan, filosofo e rivoluzionario in carcere da 26 anni nell'isola - prigione di Imrali. I suoi testi, in particolare quelli scritti in carcere, hanno ispirato la rivoluzione del Rojava e continuano ad ispirare in tutto il mondo la lotta politica di tantissime persone. La campagna per la liberazione fisica di Ocalan continua, con ancora più forza dopo i recenti sviluppi seguiti alle visite che ha ricevuto da parte di esponenti del partito DEM turco e dopo l'appello alla pace e alla società democratica, di cui potete trovare un commento nei podcast pubblicati sul sito.","10 Aprile 2025","2025-04-10 16:02:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/AGGIORNAMENTI-DALLA-CAMPAGNA-DEFEND-ROJAVA-2-1-e1744293681399-200x110.png","Aggiornamenti dalla campagna Defend Rojava! Cosa succede in Siria.",1744300959,[],[],{"post_content":230},{"matched_tokens":231,"snippet":232,"value":233},[62,61],"si elevava a ogni suono \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>esplosione\u003C/mark>.\r\n\r\n\r\n\r\n[...] assistere alla resistenza popolare sulla","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/podcast-DR12.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[Download]\r\n\r\nAhmed Al Shara, presidente ad interim della Siria ha nominato il nuovo governo dopo la presentazione della costituzione provvisoria. Si tratta \u003Cmark>di\u003C/mark> un gabinetto composto da 23 membri, \u003Cmark>di\u003C/mark> cui 4 facenti parte \u003Cmark>di\u003C/mark> gruppi minoritari. Continuano però le preoccupazioni su questo governo e sul processo, ben poco democratico, che ha portato a questa formazione. 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Mentre le bombe cadevano intorno a noi, gli slogan \u003Cmark>di\u003C/mark> resistenza aumentavano, il morale si elevava a ogni suono \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>esplosione\u003C/mark>.\r\n\r\n\r\n\r\n[...] assistere alla resistenza popolare sulla diga ha avuto un impatto enorme tra i combattenti. Hanno visto le loro coraggiose donne e uomini anziani come le loro madri e padri lì per loro e, motivati da questo spirito \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra popolare rivoluzionaria, sono andati ad affrontare il nemico e ondata dopo ondata \u003Cmark>di\u003C/mark> attacchi mercenari sono stati sconfitti dalle SDF. Sì, i compagni sono caduti martiri, gli amici non hanno potuto muovere i loro corpi per giorni a causa del volo costante dei droni turchi sulle nostre teste, abbiamo ferito degli amici, ma questa è la realtà della guerra. Il vero volto \u003Cmark>di\u003C/mark> questa resistenza non risiede nelle vittorie militari sul campo \u003Cmark>di\u003C/mark> battaglia. 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Non ci arrenderemo e sotto lo spirito della guerra popolare rivoluzionaria prevarremo ancora una volta contro questo barbaro nemico fascista. Lunga vita alla resistenza a Tişirin Lunga vita al popolo Vittoria o vittoria!”\r\n\r\n\r\n\r\nMarzo 2025\r\n\r\n\r\nIl 4 aprile è stato il giorno internazionale del libro \u003Cmark>di\u003C/mark> Ocalan e in tutto il mondo, compresa Torino, si sono tenute iniziative \u003Cmark>di\u003C/mark> dibattito e letture dei testi \u003Cmark>di\u003C/mark> Abdullah Ocalan, filosofo e rivoluzionario in carcere da 26 anni nell'isola - prigione \u003Cmark>di\u003C/mark> Imrali. I suoi testi, in particolare quelli scritti in carcere, hanno ispirato la rivoluzione del Rojava e continuano ad ispirare in tutto il mondo la lotta politica \u003Cmark>di\u003C/mark> tantissime persone. La campagna per la liberazione fisica \u003Cmark>di\u003C/mark> Ocalan continua, con ancora più forza dopo i recenti sviluppi seguiti alle visite che ha ricevuto da parte \u003Cmark>di\u003C/mark> esponenti del partito DEM turco e dopo l'appello alla pace e alla società democratica, \u003Cmark>di\u003C/mark> cui potete trovare un commento nei podcast pubblicati sul sito.",[235],{"field":93,"matched_tokens":236,"snippet":232,"value":233},[62,61],{"best_field_score":182,"best_field_weight":183,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":238,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":37},"1157451471441100913",{"document":240,"highlight":253,"highlights":259,"text_match":180,"text_match_info":262},{"comment_count":37,"id":241,"is_sticky":37,"permalink":242,"podcastfilter":243,"post_author":146,"post_content":244,"post_date":245,"post_excerpt":43,"post_id":241,"post_modified":246,"post_thumbnail":247,"post_title":248,"post_type":152,"sort_by_date":249,"tag_links":250,"tags":252},"65763","http://radioblackout.org/podcast/radio-kalakuta-04-01-2021/",[115],"Radio Kalakuta nella prima trasmissione del 2021 voci femminili dall'Africa ; da Somi e le sue nostalgie di Lagos ,alla potente presenza scenica della nuova Miriam Makeba ,Simphiwe Dana ,alla \"Queen dell'Afrobeat Tiwa Sawage ,al progetto afro femminista delle Amazones d'Afrique ,alla voce della scena ruandese della Nu Kigali Angel Mutoni...e tanto altro e per finire un esplosione di soukous e coupé décalé .\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/radio-kalakuta-04012021.mp3\"][/audio]","5 Gennaio 2021","2021-01-05 22:53:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/SIMPHIWE-DANA-200x110.jpg","Radio Kalakuta 04/01/2021",1609886997,[251],"http://radioblackout.org/tag/radiokalakuta/",[131],{"post_content":254},{"matched_tokens":255,"snippet":257,"value":258},[61,256],"di ","altro e per finire un \u003Cmark>esplosione\u003C/mark> \u003Cmark>di \u003C/mark> soukous e coupé décalé .\r\n\r\n \r","Radio Kalakuta nella prima trasmissione del 2021 voci femminili dall'Africa ; da Somi e le sue nostalgie \u003Cmark>di\u003C/mark> Lagos ,alla potente presenza scenica della nuova Miriam Makeba ,Simphiwe Dana ,alla \"Queen dell'Afrobeat Tiwa Sawage ,al progetto afro femminista delle Amazones d'Afrique ,alla voce della scena ruandese della Nu Kigali Angel Mutoni...e tanto altro e per finire un \u003Cmark>esplosione\u003C/mark> \u003Cmark>di \u003C/mark> soukous e coupé décalé .\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/radio-kalakuta-04012021.mp3\"][/audio]",[260],{"field":93,"matched_tokens":261,"snippet":257,"value":258},[61,256],{"best_field_score":182,"best_field_weight":183,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":238,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":37},{"document":264,"highlight":277,"highlights":282,"text_match":285,"text_match_info":286},{"comment_count":37,"id":265,"is_sticky":37,"permalink":266,"podcastfilter":267,"post_author":268,"post_content":269,"post_date":270,"post_excerpt":43,"post_id":265,"post_modified":271,"post_thumbnail":272,"post_title":273,"post_type":152,"sort_by_date":274,"tag_links":275,"tags":276},"84635","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-s-2-5-entrare-a-gaza-il-mondo-in-attesa/",[121],"cattivipensieri","E' il ventesimo giorno di guerra. Proprio all'alba sembra che alcuni tank israeliani accompagnati da unità di fanteria abbiano compiuto alcune incursioni nel nord della Striscia, ma a parte questo, l'offensiva di terra continua a non partire.\r\nLe cause sono molte: innanzitutto si teme un allargamento in senso regionale del conflitto, ma pesa anche la percezione della questione palestinese in quasi tutto il mondo che non sia occidente. Erdogan non avrebbe potuto essere più chiaro, affermando che gli uomini di Hamas non sono terroristi ma combattenti per la causa palestinese.\r\n\r\nLa contro narrazione di parte occidentale è tutta tesa a coprire i crimini di guerra israeliani sotto frasi roboanti tipo “il diritto di Israele a difendersi”, che per la verità non è mai stato messo in discussione, o “il diritto di Israele ad esistere”, che Hamas non è minimamente in grado di mettere in discussione. Guterres, nella sua impotenza, ha cercato una sintesi, condannando le atrocità di Hamas ma sottolineandone l'origine storica nelle sofferenze che impunemente e illegalmente Israele infligge da decenni ai Palestinesi, ma anche questo è sembrato troppo alle orecchie occidentali, sensibilissime quando i morti sono i suoi.\r\n\r\nSul tavolo pesa come un macigno la questione degli ostaggi attorno alla quale ruotano i segretissimi negoziati e che può essere l'ago della bilancia di una nuova esplosione del dissenso interno israeliano per ora più o meno soffocato dalla chiamata a serrare i ranghi. La verità è che stiamo assistendo alla punizione collettiva del popolo palestinese che non può che auto percepirsi come martire anche per dare un senso alle condizioni disumane cui è sottoposto che in questi giorni assumono i contorni di una vera e propria carneficina di massa in cui donne e bambini sono colpevoli quanto gli uomini di Hamas. Intanto è difficile non vedere che al di là della vendetta attesa, tremenda e scomposta di Israele, Hamas è soprattutto colpevole di aver messo in luce la vulnerabilità di uno stato che si pensava quasi normalizzato, con i palestinesi ridotti a una fastidiosa questione di razzi destinati a far cilecca, di coltelli o investimenti in auto, qualcosa di gestibile a livello di polizia, insomma, nel disinteresse internazionale.\r\n\r\nGli Usa intanto fanno capire che c'è appoggio ma che non è incondizionato e Biden saltella tra il pieno sostegno a Israele, cui riconoscono di dirigere le operazioni, e i richiami al fatto che il popolo palestinese non è Hamas. Ben intenzionato, quindi, a far si che il fronte regionale non si allarghi.\r\n\r\nNella seconda parte della puntata, a partire dal recente forum sulla Belt and Road Initiative tenutosi a Pechino la scorsa settimana, analizziamo la postura cinese in Medio Oriente: la Cina, infatti, è economicamente il secondo partner di Israele (dopo gli Usa), mentre dal punto di vista diplomatico la Repubblica Popolare, fin dai tempi di Mao, ha un atteggiamento di vicinanza alle istanze del popolo palestinese. Atteggiamento contradditorio, che fa il paio con i consolidati rapporti bilaterali intessuti con l'Iran e che ha nondimeno consentito di registrare di recente significativi successi diplomatici nell'area. Come incide la guerra su questa postura? Quanto pesa lo scontro Stati Uniti-Cina perennemente presente sullo sfondo? Ne parliamo ai nostri microfoni con Dario di Conzo, dottorando in Political Economy cinese alla Normale di Pisa.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/la-fine-26-10.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nThe Economist - Netanyahu’s handling of the hostage crisis enrages Israelis\r\n\r\nEtienne Dignat - La guerra degli ostaggi: 10 punti sulla tattica di Hamas in Israele\r\n\r\nRichard Haass - What Friends Owe Friends - Why Washington Should Restrain Israeli Military Action in Gaza—and Preserve a Path to Peace\r\n\r\nThe Economist - Can America handle two wars, and maybe a third?\r\n\r\nUmberto De Giovannangeli - Intervista a Lucio Caracciolo: “Israele non ha capito che non si possono tenere in gabbia due milioni di persone”\r\n\r\nFrancesco Rigatelli - Amitav Ghosh: “Occidente, il tuo dominio sta finendo”\r\n\r\nOrigins of Hamas/Israeli War w/ Prof. John J. Mearsheimer","27 Ottobre 2023","2023-10-27 14:01:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/1698405243812-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #5 - ENTRARE A GAZA? IL MONDO IN ATTESA",1698415175,[],[],{"post_content":278},{"matched_tokens":279,"snippet":280,"value":281},[62,61],"può essere l'ago della bilancia \u003Cmark>di\u003C/mark> una nuova \u003Cmark>esplosione\u003C/mark> del dissenso interno israeliano per","E' il ventesimo giorno \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra. Proprio all'alba sembra che alcuni tank israeliani accompagnati da unità \u003Cmark>di\u003C/mark> fanteria abbiano compiuto alcune incursioni nel nord della Striscia, ma a parte questo, l'offensiva \u003Cmark>di\u003C/mark> terra continua a non partire.\r\nLe cause sono molte: innanzitutto si teme un allargamento in senso regionale del conflitto, ma pesa anche la percezione della questione palestinese in quasi tutto il mondo che non sia occidente. 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Accendere un riflettore sui prepotenti primi cento giorni del mandato trumpiano alla Casa Bianca con uno storico come Gian Giacomo Migone significa anche comprendere quali strategie di contenimento del declino americano può permettersi l'amministrazione americana, scoperchiando l'evidenza della dissoluzione del ruolo di gendarme pure nell'ultimo focolaio di tensione che sfrutta il momento di vacanza imperiale per sondare quali sviluppi potrebbe avere lo scontro indo-pakistano sul contenzioso relativo al Kashmir (diviso nelle sue tre componenti etno-religiose) incancrenito nel postcolonialismo del subcontinente indiano. Ne abbiamo parlato con Matteo Miavaldi, con il quale avevamo preconizzato la potenziale esplosione innescata con l'attentato di Pahalgam. Ma anche il dinamismo polacco in materia militare e il conseguente avvicinamento delle due caserme Nato nell'Europa centrorientale: Germania e Polonia sono rivali per il primato militare in Europa e si alleano all'unica potenza nucleare del continente, sfruttando le paure scatenate da una Russia apparentemente aggressiva, anche se non avrebbe interesse a invadere Alessandro Ajres allude a una \"libido\" putiniana in un delirio di espansione imperiale, la paura del quale forse la società polacca ha introiettato in questi anni di destra estrema, alternati a centrodestra, che hanno sviluppato lo sviluppo economico per foraggiare l'industria bellica.\r\n\r\n\r\n\r\nNé India, né Pakistan trovano convenienza in uno scontro frontale ora sulla ottantennale \"questione del Kashmir\", eppure sta avvenendo ed è… esplosiva, nel senso che entrambe sono dotate di armamenti nucleari. L’India ha una preponderanza in ogni arma, ma quando si parla di nucleare e di dispute religioso-nazionaliste tra stati retti da fanatici difficilmente ne esce un vincitore vivo.\r\nCon Matteo Miavaldi percorriamo la china che ha portato a questa situazione pericolosa che ha già prodotto decine di morti dalla strage di Pahalgham del 22 aprile, quando un commando jihadista ha ucciso 26 indiani in Kashmir, evidenziando l’impreparazione dell’intelligence di Dehli e scatenando la reazione unitaria della nazione indiana che due settimane dopo ha prodotto una quarantina di morti con il bombardamento dell’Operazione Sindoor contro il Pakistan, i cui vertici negano ogni responsabilità nell’innesco della spirale. L’escalation muscolare è pari a quella propagandistica, tanto che è difficile accettare e prendere per buone quasi tutte le ricostruzioni che provengono da ciascuno dei contendenti.\r\nLa storia del Jammu-Kashmir è travagliata dal dopoguerra: in comune con le vicende israelo-palestinesi non c’è solo il 1947 come data del vulnus, ma anche lo sfruttamento di ogni periodo in cui la diplomazia internazionale va in panne, permettendo all’apparato militare di risolvere con i suoi metodi le dispute; e forse si può individuare nel 2019 con la revoca dello stato semiautonomo della regione indiana una svolta a cui non si possono ricondurre questi risultati ma fu un avvio di un processo che ne ha consentito il deflagrare del problema in questi termini, perché ha prodotto un cambio nella composizione delle credenze e nella maggiore presenza culturale hindu tra la popolazione delle regioni di confine. Le conseguenze non possono che essere le risposte reciproche più violente dalla creazione del Bangla Desh dal Pakistan Orientale.\r\nE a fronte di un evento di portata così storica le reazioni internazionali o i tentativi di interposizione per arrivare a una pacificazione dell’area sono risibili da parte di tutte le potenze globali, peraltro difficilmente potrebbero venire accettate dai rispettivi nazionalismi dei contendenti. La Cina si è offerte come mediatrice, appalesando un interesse precipuo alla composizione del conflitto, benché sia chiaro che l’interesse di Pechino è il mantenimento del territorio pakistano, storico alleato e indispensabile corridoio per la Belt Road Initiative; facendo da contrappeso all’immediato sostegno di Israele alla rappresaglia indiana, tanto assimilabile alla reazione assassina dell’entità sionista a Gaza.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/7IBzky3YF9FknUxHEN6yWV?si=bHv964OURDqoJY5k3qRDSA\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Innesco-e-propaganda-in-Kashmir_Miavaldi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast sull'Estremo oriente si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nTusk partecipa ai summit sul destino della guerra con Merz e Macron, a dimostrazione della sua potenza militare che sfida la preminenza europea dei due partner, esaltando il nazionalismo di matrice romantica mai realmente venuto meno al paese, che negli ultimi 2/3 decenni ha raddoppiato il pil e livellato i tassi di povertà delle componenti sociali. Sottoposto questo paesaggio ad Alessandro Ajres, ci ha fatto notare come questo sia potuto accadere in seguito all’alternanza al potere dei rappresentanti della sacca rurale retriva e conservatrice che vota l'estrema destra del PiS e di quelli del centro destra liberal-conservatore che trova i propri consensi nelle metropoli e nei bacini minerari e navali. La matrice militare e reazionaria – sempre meno sfumata in entrambi i campi dalla forza della chiesa cattolica, che ha disperso la potenza data dal fanatismo dei tempi wojtyliani – si fonda su una produzione industriale a basso costo, e l’importanza della posizione geografica, che la pone tra quegli stati europei a ridosso del confine con i territori controllati da Mosca che cavalcano le paure dell’orso russo e le fomentano per spostare capitali statali verso il settore bellico (che drena il 5 per cento del pil ormai da anni).\r\nQuesta situazione pone la Polonia nella condizione di incalzare la potenza militare tedesca e la sua preminenza nel mettere a disposizione territorio e basi missilistiche al sistema di guerra occidentale; e questa spirale le consente inoltre di essere il faro della fazione degli impauriti baltici, inserendosi nella tradizione deel destre nazionaliste dell'Esteuropa. Ed è in questo contesto che diventa interessante vedere come anziché scontrarsi sembra che Polonia e Germania uniscano le loro forze per sostenere una politica europea a loro immagine.\r\nLa Polonia e i suoi fratelli comprende sia le repubbliche baltiche, sia gli altri stati ex sovietici, in cui la recrudescenza antirussa ha prodotto frange sempre più ampie di nostalgie fasciste che impastano un po' tutta la regione di nazionalismi fanatici, più che romantici.\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/gli-assi-di-potere-europei-inglobano-la-polonia--66032024\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/La-Polonia-e-i-suoi-fratelli_Ajres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti relativi alla regione pannonica, balcanica e caucasica si trovano qui\r\n\r\nCon Giangiacomo Migone che fra le altre cose ha insegnato storia dell'America del nord all'università di Torino ,parliamo delle fratture all'interno della società americana e della crisi di egemonia di cui l'elezione di Trump è la conseguenza. Trump si è rivolto ad un altro elettorato ,la parte dei bianchi americani impoveriti dalla globalizzazione che ha mangiato i posti di lavoro che sono stati delocalizzati altrove .Trump prende atto che gli USA nonostante la potenza militare non sono più l'egemone e la sua visione incarna la nostalgia della grandezza americana che vorrebbe far rivivere nonostante la concorrenza della Cina che ha invece una percezione multipolare del mondo.\r\nNonostante la torsione autoritaria che è incarnata dalla politica trumpiana ci sono delle resistenze all'interno del tessuto sociale americano che si manifestano nelle università ,nell'opposizione dei tribunali ai decreti del presidente che non considera i contrappesi istituzionali e si concretizzano anche nelle affollate piazze che stanno seguendo il tour contro l'oligarchia del senatore Sanders e di Alexandra Ocasio Cortez. La politica di Trump è al servizio dell'1% più ricco e alimenta la guerra fra poveri delle classi medie impoverite bianche contro gli immigrati .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-specchio-della-crisi-di-egemonia-degli-usa--66055851\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-DI-ORIONE-08052025-MIGONE.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSi è affrontata il sovranismo imperante dall'avvento del Trump Revenge qui\r\n\r\n ","11 Maggio 2025","2025-05-14 00:54:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 08/05/2025 - IL NUOVO ASSE MILITARE PARIGI BERLINO VARSAVIA A DIFESA DAGLI USA DI TRUMP MENTRE ESPLODE LA REGIONE INDO-PAKISTANA.",1746964824,[155],[127],{"post_content":303,"post_title":307,"tags":311},{"matched_tokens":304,"snippet":305,"value":306},[61,62],"quale avevamo preconizzato la potenziale \u003Cmark>esplosione\u003C/mark> innescata con l'attentato \u003Cmark>di\u003C/mark> Pahalgam. Ma anche il dinamismo","In questa puntata \"Bastioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Orione\" torna a toccare vari punti dell'orbe terraqueo che sono in qualche modo collegati tra loro. Accendere un riflettore sui prepotenti primi cento giorni del mandato trumpiano alla Casa Bianca con uno storico come Gian Giacomo Migone significa anche comprendere quali strategie \u003Cmark>di\u003C/mark> contenimento del declino americano può permettersi l'amministrazione americana, scoperchiando l'evidenza della dissoluzione del ruolo \u003Cmark>di\u003C/mark> gendarme pure nell'ultimo focolaio \u003Cmark>di\u003C/mark> tensione che sfrutta il momento \u003Cmark>di\u003C/mark> vacanza imperiale per sondare quali sviluppi potrebbe avere lo scontro indo-pakistano sul contenzioso relativo al Kashmir (diviso nelle sue tre componenti etno-religiose) incancrenito nel postcolonialismo del subcontinente indiano. Ne abbiamo parlato con Matteo Miavaldi, con il quale avevamo preconizzato la potenziale \u003Cmark>esplosione\u003C/mark> innescata con l'attentato \u003Cmark>di\u003C/mark> Pahalgam. Ma anche il dinamismo polacco in materia militare e il conseguente avvicinamento delle due caserme Nato nell'Europa centrorientale: Germania e Polonia sono rivali per il primato militare in Europa e si alleano all'unica potenza nucleare del continente, sfruttando le paure scatenate da una Russia apparentemente aggressiva, anche se non avrebbe interesse a invadere Alessandro Ajres allude a una \"libido\" putiniana in un delirio \u003Cmark>di\u003C/mark> espansione imperiale, la paura del quale forse la società polacca ha introiettato in questi anni \u003Cmark>di\u003C/mark> destra estrema, alternati a centrodestra, che hanno sviluppato lo sviluppo economico per foraggiare l'industria bellica.\r\n\r\n\r\n\r\nNé India, né Pakistan trovano convenienza in uno scontro frontale ora sulla ottantennale \"questione del Kashmir\", eppure sta avvenendo ed è… esplosiva, nel senso che entrambe sono dotate \u003Cmark>di\u003C/mark> armamenti nucleari. L’India ha una preponderanza in ogni arma, ma quando si parla \u003Cmark>di\u003C/mark> nucleare e \u003Cmark>di\u003C/mark> dispute religioso-nazionaliste tra stati retti da fanatici difficilmente ne esce un vincitore vivo.\r\nCon Matteo Miavaldi percorriamo la china che ha portato a questa situazione pericolosa che ha già prodotto decine \u003Cmark>di\u003C/mark> morti dalla strage \u003Cmark>di\u003C/mark> Pahalgham del 22 aprile, quando un commando jihadista ha ucciso 26 indiani in Kashmir, evidenziando l’impreparazione dell’intelligence \u003Cmark>di\u003C/mark> Dehli e scatenando la reazione unitaria della nazione indiana che due settimane dopo ha prodotto una quarantina \u003Cmark>di\u003C/mark> morti con il bombardamento dell’Operazione Sindoor contro il Pakistan, i cui vertici negano ogni responsabilità nell’innesco della spirale. L’escalation muscolare è pari a quella propagandistica, tanto che è difficile accettare e prendere per buone quasi tutte le ricostruzioni che provengono da ciascuno dei contendenti.\r\nLa storia del Jammu-Kashmir è travagliata dal dopoguerra: in comune con le vicende israelo-palestinesi non c’è solo il 1947 come data del vulnus, ma anche lo sfruttamento \u003Cmark>di\u003C/mark> ogni periodo in cui la diplomazia internazionale va in panne, permettendo all’apparato militare \u003Cmark>di\u003C/mark> risolvere con i suoi metodi le dispute; e forse si può individuare nel 2019 con la revoca dello stato semiautonomo della regione indiana una svolta a cui non si possono ricondurre questi risultati ma fu un avvio \u003Cmark>di\u003C/mark> un processo che ne ha consentito il deflagrare del problema in questi termini, perché ha prodotto un cambio nella composizione delle credenze e nella maggiore presenza culturale hindu tra la popolazione delle regioni \u003Cmark>di\u003C/mark> confine. Le conseguenze non possono che essere le risposte reciproche più violente dalla creazione del Bangla Desh dal Pakistan Orientale.\r\nE a fronte \u003Cmark>di\u003C/mark> un evento \u003Cmark>di\u003C/mark> portata così storica le reazioni internazionali o i tentativi \u003Cmark>di\u003C/mark> interposizione per arrivare a una pacificazione dell’area sono risibili da parte \u003Cmark>di\u003C/mark> tutte le potenze globali, peraltro difficilmente potrebbero venire accettate dai rispettivi nazionalismi dei contendenti. La Cina si è offerte come mediatrice, appalesando un interesse precipuo alla composizione del conflitto, benché sia chiaro che l’interesse \u003Cmark>di\u003C/mark> Pechino è il mantenimento del territorio pakistano, storico alleato e indispensabile corridoio per la Belt Road Initiative; facendo da contrappeso all’immediato sostegno \u003Cmark>di\u003C/mark> Israele alla rappresaglia indiana, tanto assimilabile alla reazione assassina dell’entità sionista a Gaza.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/7IBzky3YF9FknUxHEN6yWV?si=bHv964OURDqoJY5k3qRDSA\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Innesco-e-propaganda-in-Kashmir_Miavaldi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast sull'Estremo oriente si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nTusk partecipa ai summit sul destino della guerra con Merz e Macron, a dimostrazione della sua potenza militare che sfida la preminenza europea dei due partner, esaltando il nazionalismo \u003Cmark>di\u003C/mark> matrice romantica mai realmente venuto meno al paese, che negli ultimi 2/3 decenni ha raddoppiato il pil e livellato i tassi \u003Cmark>di\u003C/mark> povertà delle componenti sociali. Sottoposto questo paesaggio ad Alessandro Ajres, ci ha fatto notare come questo sia potuto accadere in seguito all’alternanza al potere dei rappresentanti della sacca rurale retriva e conservatrice che vota l'estrema destra del PiS e \u003Cmark>di\u003C/mark> quelli del centro destra liberal-conservatore che trova i propri consensi nelle metropoli e nei bacini minerari e navali. La matrice militare e reazionaria – sempre meno sfumata in entrambi i campi dalla forza della chiesa cattolica, che ha disperso la potenza data dal fanatismo dei tempi wojtyliani – si fonda su una produzione industriale a basso costo, e l’importanza della posizione geografica, che la pone tra quegli stati europei a ridosso del confine con i territori controllati da Mosca che cavalcano le paure dell’orso russo e le fomentano per spostare capitali statali verso il settore bellico (che drena il 5 per cento del pil ormai da anni).\r\nQuesta situazione pone la Polonia nella condizione \u003Cmark>di\u003C/mark> incalzare la potenza militare tedesca e la sua preminenza nel mettere a disposizione territorio e basi missilistiche al sistema \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra occidentale; e questa spirale le consente inoltre \u003Cmark>di\u003C/mark> essere il faro della fazione degli impauriti baltici, inserendosi nella tradizione deel destre nazionaliste dell'Esteuropa. Ed è in questo contesto che diventa interessante vedere come anziché scontrarsi sembra che Polonia e Germania uniscano le loro forze per sostenere una politica europea a loro immagine.\r\nLa Polonia e i suoi fratelli comprende sia le repubbliche baltiche, sia gli altri stati ex sovietici, in cui la recrudescenza antirussa ha prodotto frange sempre più ampie \u003Cmark>di\u003C/mark> nostalgie fasciste che impastano un po' tutta la regione \u003Cmark>di\u003C/mark> nazionalismi fanatici, più che romantici.\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/gli-assi-di-potere-europei-inglobano-la-polonia--66032024\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/La-Polonia-e-i-suoi-fratelli_Ajres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti relativi alla regione pannonica, balcanica e caucasica si trovano qui\r\n\r\nCon Giangiacomo Migone che fra le altre cose ha insegnato storia dell'America del nord all'università \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino ,parliamo delle fratture all'interno della società americana e della crisi \u003Cmark>di \u003C/mark> egemonia \u003Cmark>di\u003C/mark> cui l'elezione \u003Cmark>di\u003C/mark> Trump è la conseguenza. Trump si è rivolto ad un altro elettorato ,la parte dei bianchi americani impoveriti dalla globalizzazione che ha mangiato i posti \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro che sono stati delocalizzati altrove .Trump prende atto che gli USA nonostante la potenza militare non sono più l'egemone e la sua visione incarna la nostalgia della grandezza americana che vorrebbe far rivivere nonostante la concorrenza della Cina che ha invece una percezione multipolare del mondo.\r\nNonostante la torsione autoritaria che è incarnata dalla politica trumpiana ci sono delle resistenze all'interno del tessuto sociale americano che si manifestano nelle università ,nell'opposizione dei tribunali ai decreti del presidente che non considera i contrappesi istituzionali e si concretizzano anche nelle affollate piazze che stanno seguendo il tour contro l'oligarchia del senatore Sanders e \u003Cmark>di\u003C/mark> Alexandra Ocasio Cortez. La politica \u003Cmark>di\u003C/mark> Trump è al servizio dell'1% più ricco e alimenta la guerra fra poveri delle classi medie impoverite bianche contro gli immigrati .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-specchio-della-crisi-di-egemonia-degli-usa--66055851\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-DI-ORIONE-08052025-MIGONE.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSi è affrontata il sovranismo imperante dall'avvento del Trump Revenge qui\r\n\r\n ",{"matched_tokens":308,"snippet":310,"value":310},[309,309],"DI","BASTIONI \u003Cmark>DI\u003C/mark> ORIONE 08/05/2025 - IL NUOVO ASSE MILITARE PARIGI BERLINO VARSAVIA A DIFESA DAGLI USA \u003Cmark>DI\u003C/mark> TRUMP MENTRE ESPLODE LA REGIONE INDO-PAKISTANA.",[312],{"matched_tokens":313,"snippet":168,"value":168},[62],[315,317,319],{"field":93,"matched_tokens":316,"snippet":305,"value":306},[61,62],{"field":96,"matched_tokens":318,"snippet":310,"value":310},[309,309],{"field":26,"indices":320,"matched_tokens":321,"snippets":323,"values":324},[37],[322],[62],[168],[168],1157451471038447600,{"best_field_score":327,"best_field_weight":183,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":14,"score":328,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":37},"2211897671680","1157451471038447731",6637,{"collection_name":152,"first_q":25,"per_page":29,"q":25},39,["Reactive",333],{},["Set"],["ShallowReactive",336],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fCdDv2hqG9A5eG0dCr0zEX6YXrmd14rDtdbf1UcuE-o8":-1},true,"/search?query=esplosione+di+calenzano"]