","Libano. Testimonianze e riflessioni da Beirut dopo gli attentati terroristici israeliani","post",1726849142,[62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/attacco-israele/","http://radioblackout.org/tag/conflitto-israelepalestina/","http://radioblackout.org/tag/esplosioni-in-libano/",[66,67,22],"attacco israele","Conflitto Israele/palestina",{"post_content":69,"post_title":75,"tags":79},{"matched_tokens":70,"snippet":73,"value":74},[71,72,72],"esplosioni","in","Beirut è ancora sconvolta dalle \u003Cmark>esplosioni\u003C/mark> e dai ferimenti di oltre 3000 persone \u003Cmark>in\u003C/mark> seguito agli attentati israeliani \u003Cmark>in\u003C/mark>","Mentre la città di Beirut è ancora sconvolta dalle \u003Cmark>esplosioni\u003C/mark> e dai ferimenti di oltre 3000 persone \u003Cmark>in\u003C/mark> seguito agli attentati israeliani \u003Cmark>in\u003C/mark> tutto il paese, abbiamo parlato con David Ruggini - attivista di \"Un Ponte Per\" e residente nella capitale - dei possibili scenari futuri a partire da uno sguardo interno, focalizzandoci sulla frantumazione politica del \u003Cmark>Libano\u003C/mark>, le condizioni attuali della popolazione, la situazione nella zona meridionale del paese e i rapporti tra società ed Hezbollah.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/davidrugginiunponteperlibano.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":76,"snippet":78,"value":78},[77],"Libano","\u003Cmark>Libano\u003C/mark>. Testimonianze e riflessioni da Beirut dopo gli attentati terroristici israeliani",[80,82,84],{"matched_tokens":81,"snippet":66},[],{"matched_tokens":83,"snippet":67},[],{"matched_tokens":85,"snippet":86},[71,72,15],"\u003Cmark>esplosioni\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>libano\u003C/mark>",[88,93,96],{"field":36,"indices":89,"matched_tokens":90,"snippets":92},[17],[91],[71,72,15],[86],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":73,"value":74},"post_content",[71,72,72],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":78,"value":78},"post_title",[77],1736172819517538300,{"best_field_score":101,"best_field_weight":102,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":103,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":105,"highlight":125,"highlights":148,"text_match":99,"text_match_info":160},{"cat_link":106,"category":107,"comment_count":48,"id":108,"is_sticky":48,"permalink":109,"post_author":51,"post_content":110,"post_date":53,"post_excerpt":54,"post_id":108,"post_modified":111,"post_thumbnail":112,"post_thumbnail_html":113,"post_title":114,"post_type":59,"sort_by_date":115,"tag_links":116,"tags":122},[45],[47],"91956","http://radioblackout.org/2024/09/esplosioni-in-libano-si-apre-un-nuovo-capitolo-del-genocidio/","Dopo le prime esplosioni di migliaia di cercapersone in dotazione a membri di Hezbollah avvenute in Libano, un’ulteriore ondata di esplosioni in contemporanea, di walkie talkie e pannelli fotovoltaici, è stata segnalata dai media libanesi nei giorni scorsi, causando la morte di almeno 20 persone e ferendone a migliaia, anche in Siria. Una forte esplosione è avvenuta durante i funerali dei membri di Hezbollah nella periferia di Beirut, nel frattempo decine e decine di squadre di ambulanze hanno dovuto rispondere a chiamate per “esplosioni multiple\".\r\n\r\nLe esplosioni, avvenute per la manomissione dei dispositivi (di azienda taiwanese poi trasferita in Ungheria, probabilmente di produzione israeliana) attraverso polvere esplosiva, sono avvenute in contemporanea, in mezzo a civili, inaugurando così una pratica senza precedenti. Nessuno ha preso parola per definire l'attacco israeliano come terrorismo di Stato, ignorando l'ONU che ha dichiarato che i responsabili dell'attacco hanno (ancora una volta) violato il diritto internazionale.\r\n\r\nLe ragioni di questo attacco sono molteplici: l'intento di Israele di mostrare la debolezza del Libano e di Hezbollah, l'obiettivo di dichiarare guerra esplicita e colpire in maniera terroristica la popolazione, agire pressione nei confronti di attori internazionali ancora poco direttamente coinvolti come gli Stati Uniti. Nell'anniversario della strage di Sabra e Chatila del 1982 il governo di Netanyahu ha voluto dimostrare le sue capacità di intelligence e di guerra altamente tecnologica, sperimentando e applicando pratiche militari innovative alla guerra coloniale.\r\n\r\nGrazie al commento di Eliana Riva, caporedattrice di PagineEsteri abbiamo analizzato la situazione dal punto di vista interno e degli effetti sull'intera area del Medio Oriente in una fase di probabile allargamento della guerra\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Libano-esplosioni-2024_09_19_2024.09.19-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","2024-09-20 12:39:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/proxy-image-1-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"158\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/proxy-image-1-300x158.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/proxy-image-1-300x158.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/proxy-image-1-1024x538.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/proxy-image-1-768x403.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/proxy-image-1.jpeg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Esplosioni in Libano: si apre un nuovo capitolo del genocidio",1726835947,[64,117,118,119,120,121],"http://radioblackout.org/tag/gaz/","http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/libano/","http://radioblackout.org/tag/palestina/",[22,123,18,20,15,124],"gaz","palestina",{"post_content":126,"post_title":130,"tags":134},{"matched_tokens":127,"snippet":128,"value":129},[72,77,71,72],"a membri di Hezbollah avvenute \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark>, un’ulteriore ondata di \u003Cmark>esplosioni\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> contemporanea, di walkie talkie","Dopo le prime \u003Cmark>esplosioni\u003C/mark> di migliaia di cercapersone \u003Cmark>in\u003C/mark> dotazione a membri di Hezbollah avvenute \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark>, un’ulteriore ondata di \u003Cmark>esplosioni\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> contemporanea, di walkie talkie e pannelli fotovoltaici, è stata segnalata dai media libanesi nei giorni scorsi, causando la morte di almeno 20 persone e ferendone a migliaia, anche \u003Cmark>in\u003C/mark> Siria. Una forte esplosione è avvenuta durante i funerali dei membri di Hezbollah nella periferia di Beirut, nel frattempo decine e decine di squadre di ambulanze hanno dovuto rispondere a chiamate per “\u003Cmark>esplosioni\u003C/mark> multiple\".\r\n\r\nLe \u003Cmark>esplosioni\u003C/mark>, avvenute per la manomissione dei dispositivi (di azienda taiwanese poi trasferita \u003Cmark>in\u003C/mark> Ungheria, probabilmente di produzione israeliana) attraverso polvere esplosiva, sono avvenute \u003Cmark>in\u003C/mark> contemporanea, \u003Cmark>in\u003C/mark> mezzo a civili, inaugurando così una pratica senza precedenti. Nessuno ha preso parola per definire l'attacco israeliano come terrorismo di Stato, ignorando l'ONU che ha dichiarato che i responsabili dell'attacco hanno (ancora una volta) violato il diritto internazionale.\r\n\r\nLe ragioni di questo attacco sono molteplici: l'intento di Israele di mostrare la debolezza del \u003Cmark>Libano\u003C/mark> e di Hezbollah, l'obiettivo di dichiarare guerra esplicita e colpire \u003Cmark>in\u003C/mark> maniera terroristica la popolazione, agire pressione nei confronti di attori internazionali ancora poco direttamente coinvolti come gli Stati Uniti. Nell'anniversario della strage di Sabra e Chatila del 1982 il governo di Netanyahu ha voluto dimostrare le sue capacità di intelligence e di guerra altamente tecnologica, sperimentando e applicando pratiche militari innovative alla guerra coloniale.\r\n\r\nGrazie al commento di Eliana Riva, caporedattrice di PagineEsteri abbiamo analizzato la situazione dal punto di vista interno e degli effetti sull'intera area del Medio Oriente \u003Cmark>in\u003C/mark> una fase di probabile allargamento della guerra\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Libano-esplosioni-2024_09_19_2024.09.19-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":131,"snippet":133,"value":133},[132,72,77],"Esplosioni","\u003Cmark>Esplosioni\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark>: si apre un nuovo capitolo del genocidio",[135,137,139,141,143,146],{"matched_tokens":136,"snippet":86},[71,72,15],{"matched_tokens":138,"snippet":123},[],{"matched_tokens":140,"snippet":18},[],{"matched_tokens":142,"snippet":20},[],{"matched_tokens":144,"snippet":145},[15],"\u003Cmark>libano\u003C/mark>",{"matched_tokens":147,"snippet":124},[],[149,156,158],{"field":36,"indices":150,"matched_tokens":152,"snippets":155},[48,151],4,[153,154],[71,72,15],[15],[86,145],{"field":97,"matched_tokens":157,"snippet":133,"value":133},[132,72,77],{"field":94,"matched_tokens":159,"snippet":128,"value":129},[72,77,71,72],{"best_field_score":101,"best_field_weight":102,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":103,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},{"document":162,"highlight":181,"highlights":203,"text_match":213,"text_match_info":214},{"cat_link":163,"category":164,"comment_count":48,"id":165,"is_sticky":48,"permalink":166,"post_author":51,"post_content":167,"post_date":168,"post_excerpt":54,"post_id":165,"post_modified":169,"post_thumbnail":170,"post_thumbnail_html":171,"post_title":172,"post_type":59,"sort_by_date":173,"tag_links":174,"tags":178},[45],[47],"92130","http://radioblackout.org/2024/09/libano-il-copione-di-israele-si-ripete/","In Libano continua l'attacco da parte di Israele che ha adottato la stessa narrazione impiegata per \"giustificare\" agli occhi della comunità internazionale il genocidio nella Striscia di Gaza, la retorica secondo cui l'offensiva avrebbe l'obiettivo di colpire i membri delle organizzazioni di Hezbollah per estirpare il \"terrorismo\". La comunità internazionale rimane in sordina, nonostante le esplosioni dei cercapersone della scorsa settimana siano stati un esempio evidente di terrorismo di Stato da parte di Israele che paventa un'invasione via terra per tentare di fare leva su un intervento massiccio da parte degli USA.\r\n\r\nAbbiamo intervistato la professoressa Rosita Di Peri, politologa specializzata sui territori del Medio Oriente per analizzare la situazione e decostruire la falsa narrazione imposta dai media mainstream.\r\n\r\nCome sottolinea la docente dell'Università degli Studi di Torino, ci sono presupposti che indicano la volontà di Israele di entrare in Libano con lo scopo di creare una zona cuscinetto in Medio Oriente nelle zone interessate dai diversi fronti aperti.\r\nAd oggi questo obiettivo viene portato avanti attraverso attacchi di natura terroristica giustificati dalla volontà di eliminare la resistenza armata di Hezbollah, come nel caso delle esplosioni. E' interessante l'analisi che viene portata rispetto al ruolo di Hezbollah nella società libanese, in merito alla sua natura politica, in quanto organizzazione articolata su diversi ambiti che non riguardano soltanto l'aspetto militare ma che comprendono una serie di apparati sociali che lavorano per garantire servizi e infrastrutture alla popolazione. Vi è una differenza sostanziale tra Hezbollah e Israele in quanto i primi puntano a colpire obiettivi militari, come dimostra l’attacco missilistico compiuto dal gruppo libanese verso la sede del Mossad, il modus operandi di Israele spesso colpisce zone considerate \"sicure\". Infatti, ad oggi si contano più di 100 mila sfollati interni in Libano.\r\n\r\nLa complessità e la molteplicità di interessi nell'area, dall'Iran agli altri Paesi dell'Asse della Resistenza, la posizione volutamente ambigua degli USA in attesa delle presidenziali, implicano una riflessione che guardi alla situazione in ottica globale e senza scorciatoie.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Libano-di-Peri-2024_09_26_2024.09.26-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","26 Settembre 2024","2024-09-26 19:34:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/proxy-image-2-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"171\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/proxy-image-2-300x171.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/proxy-image-2-300x171.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/proxy-image-2-1024x584.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/proxy-image-2-768x438.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/proxy-image-2.jpeg 1217w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Libano: il copione di Israele si ripete.",1727379288,[118,175,176,119,120,177],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/",[18,179,51,20,15,180],"guerra","linformazione-di-blackout",{"post_content":182,"post_title":187,"tags":190},{"matched_tokens":183,"snippet":185,"value":186},[184,77],"In","\u003Cmark>In\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark> continua l'attacco da parte di","\u003Cmark>In\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark> continua l'attacco da parte di Israele che ha adottato la stessa narrazione impiegata per \"giustificare\" agli occhi della comunità internazionale il genocidio nella Striscia di Gaza, la retorica secondo cui l'offensiva avrebbe l'obiettivo di colpire i membri delle organizzazioni di Hezbollah per estirpare il \"terrorismo\". La comunità internazionale rimane \u003Cmark>in\u003C/mark> sordina, nonostante le \u003Cmark>esplosioni\u003C/mark> dei cercapersone della scorsa settimana siano stati un esempio evidente di terrorismo di Stato da parte di Israele che paventa un'invasione via terra per tentare di fare leva su un intervento massiccio da parte degli USA.\r\n\r\nAbbiamo intervistato la professoressa Rosita Di Peri, politologa specializzata sui territori del Medio Oriente per analizzare la situazione e decostruire la falsa narrazione imposta dai media mainstream.\r\n\r\nCome sottolinea la docente dell'Università degli Studi di Torino, ci sono presupposti che indicano la volontà di Israele di entrare \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark> con lo scopo di creare una zona cuscinetto \u003Cmark>in\u003C/mark> Medio Oriente nelle zone interessate dai diversi fronti aperti.\r\nAd oggi questo obiettivo viene portato avanti attraverso attacchi di natura terroristica giustificati dalla volontà di eliminare la resistenza armata di Hezbollah, come nel caso delle \u003Cmark>esplosioni\u003C/mark>. E' interessante l'analisi che viene portata rispetto al ruolo di Hezbollah nella società libanese, \u003Cmark>in\u003C/mark> merito alla sua natura politica, \u003Cmark>in\u003C/mark> quanto organizzazione articolata su diversi ambiti che non riguardano soltanto l'aspetto militare ma che comprendono una serie di apparati sociali che lavorano per garantire servizi e infrastrutture alla popolazione. Vi è una differenza sostanziale tra Hezbollah e Israele \u003Cmark>in\u003C/mark> quanto i primi puntano a colpire obiettivi militari, come dimostra l’attacco missilistico compiuto dal gruppo libanese verso la sede del Mossad, il modus operandi di Israele spesso colpisce zone considerate \"sicure\". Infatti, ad oggi si contano più di 100 mila sfollati interni \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark>.\r\n\r\nLa complessità e la molteplicità di interessi nell'area, dall'Iran agli altri Paesi dell'Asse della Resistenza, la posizione volutamente ambigua degli USA \u003Cmark>in\u003C/mark> attesa delle presidenziali, implicano una riflessione che guardi alla situazione \u003Cmark>in\u003C/mark> ottica globale e senza scorciatoie.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Libano-di-Peri-2024_09_26_2024.09.26-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":188,"snippet":189,"value":189},[77],"\u003Cmark>Libano\u003C/mark>: il copione di Israele si ripete.",[191,193,195,197,199,201],{"matched_tokens":192,"snippet":18},[],{"matched_tokens":194,"snippet":179},[],{"matched_tokens":196,"snippet":51},[],{"matched_tokens":198,"snippet":20},[],{"matched_tokens":200,"snippet":145},[15],{"matched_tokens":202,"snippet":180},[],[204,206,211],{"field":94,"matched_tokens":205,"snippet":185,"value":186},[184,77],{"field":36,"indices":207,"matched_tokens":208,"snippets":210},[151],[209],[15],[145],{"field":97,"matched_tokens":212,"snippet":189,"value":189},[77],1733921019837546500,{"best_field_score":215,"best_field_weight":216,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":217,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"2216192835584",14,"1733921019837546611",{"document":219,"highlight":236,"highlights":251,"text_match":213,"text_match_info":261},{"cat_link":220,"category":221,"comment_count":48,"id":222,"is_sticky":48,"permalink":223,"post_author":51,"post_content":224,"post_date":225,"post_excerpt":54,"post_id":222,"post_modified":226,"post_thumbnail":227,"post_thumbnail_html":228,"post_title":229,"post_type":59,"sort_by_date":230,"tag_links":231,"tags":234},[45],[47],"75579","http://radioblackout.org/2022/05/elezioni-legislative-in-libano/","A due giorni dalle elezioni legislative in Libano, durante le quali al momento si evince una fortissima astensione, riportiamo un approfondimento sul contesto libanese post esplosione del 2020, resa ancora più violenta dal suo intrecciarsi con le conseguenze della pandemia.\r\n\r\nMazen vive a Beirut e ha partecipato alle manifestazioni del 2019 contro l'attuale classe dirigente libanese e a favore di una trasformazione della politica nel paese. Dopo le esplosioni del 2020, si è impegnato al livello territoriale nella distribuzione di viveri e nei processi di ricostruzione con tutte le persone che avevano perso la casa. Il suo sguardo rappresenta bene quello dell'opposizione libanese nata in questi ultimi anni di mobilitazione popolare.\r\n\r\nIn questo approfondimento, Mazen racconta come si è arrivati a queste elezioni, quali sono i cambiamenti politici in atto e quelli che si prospettano, e ci riporta le sue prospettive sulla crisi economica che sta attraversando il paese.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Elezioni-libano-2022_05_12_2022.05.12-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNB E' chiaro che le posizioni riportate dalla persona intervistata siano espressione dell'opposizione libanese nata dalle manifestazioni del 17 ottobre, con tutte le contraddizioni che questa comporta e che, quindi, non corrisponda a posizionamenti più esplicitamente anticapitalisti cui la redazione di RBO si riferisce.\r\n\r\n \r\n\r\n ","17 Maggio 2022","2022-05-17 10:41:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/FFFGOT05_L_70453975-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/FFFGOT05_L_70453975-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/FFFGOT05_L_70453975-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/FFFGOT05_L_70453975-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/FFFGOT05_L_70453975.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Elezioni legislative in Libano.",1652784079,[232,233,120],"http://radioblackout.org/tag/crisi-sociale/","http://radioblackout.org/tag/elezioni-2022/",[31,235,15],"elezioni 2022",{"post_content":237,"post_title":241,"tags":244},{"matched_tokens":238,"snippet":239,"value":240},[72,77],"due giorni dalle elezioni legislative \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark>, durante le quali al momento","A due giorni dalle elezioni legislative \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark>, durante le quali al momento si evince una fortissima astensione, riportiamo un approfondimento sul contesto libanese post esplosione del 2020, resa ancora più violenta dal suo intrecciarsi con le conseguenze della pandemia.\r\n\r\nMazen vive a Beirut e ha partecipato alle manifestazioni del 2019 contro l'attuale classe dirigente libanese e a favore di una trasformazione della politica nel paese. Dopo le \u003Cmark>esplosioni\u003C/mark> del 2020, si è impegnato al livello territoriale nella distribuzione di viveri e nei processi di ricostruzione con tutte le persone che avevano perso la casa. Il suo sguardo rappresenta bene quello dell'opposizione libanese nata \u003Cmark>in\u003C/mark> questi ultimi anni di mobilitazione popolare.\r\n\r\n\u003Cmark>In\u003C/mark> questo approfondimento, Mazen racconta come si è arrivati a queste elezioni, quali sono i cambiamenti politici \u003Cmark>in\u003C/mark> atto e quelli che si prospettano, e ci riporta le sue prospettive sulla crisi economica che sta attraversando il paese.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Elezioni-libano-2022_05_12_2022.05.12-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNB E' chiaro che le posizioni riportate dalla persona intervistata siano espressione dell'opposizione libanese nata dalle manifestazioni del 17 ottobre, con tutte le contraddizioni che questa comporta e che, quindi, non corrisponda a posizionamenti più esplicitamente anticapitalisti cui la redazione di RBO si riferisce.\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":242,"snippet":243,"value":243},[72,77],"Elezioni legislative \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark>.",[245,247,249],{"matched_tokens":246,"snippet":31},[],{"matched_tokens":248,"snippet":235},[],{"matched_tokens":250,"snippet":145},[15],[252,254,256],{"field":94,"matched_tokens":253,"snippet":239,"value":240},[72,77],{"field":97,"matched_tokens":255,"snippet":243,"value":243},[72,77],{"field":36,"indices":257,"matched_tokens":258,"snippets":260},[17],[259],[15],[145],{"best_field_score":215,"best_field_weight":216,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":217,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},{"document":263,"highlight":286,"highlights":294,"text_match":213,"text_match_info":299},{"cat_link":264,"category":265,"comment_count":48,"id":266,"is_sticky":48,"permalink":267,"post_author":51,"post_content":268,"post_date":269,"post_excerpt":54,"post_id":266,"post_modified":270,"post_thumbnail":271,"post_thumbnail_html":272,"post_title":273,"post_type":59,"sort_by_date":274,"tag_links":275,"tags":283},[45],[47],"34150","http://radioblackout.org/2016/02/decimomannu-di-nuovo-in-marcia/","La rete No Basi ne’ qui ne’ altrove si è data un nuovo appuntamento il 27 febbraio per una passeggiata lungo il contorno dell’aeroporto militare di Decimomannu. L’aeroporto sta vivendo un momento di forte crisi: dal 1957 la struttura è parte AWTI (Air Weapons Training Installation), un’infrastruttura dedicata all’addestramento con vari sistemi d’armamento aria-aria e aria-superficie. Al progetto nel corso degli anni hanno partecipato gli eserciti di Canada, USA, Gran Bretagna e Germania, partecipando economicamente alle spese assieme all’aeronautica militare italiana. Nei periodi di esercitazioni più intensive, legate ad importanti conflitti (guerra nei Balcani, prima guerra del Golfo), si contò una media di circa 60.000 movimenti annui, pari a circa 450 giornalieri. L’aviazione militare israeliana si è addestrata qui dal 2003 al 2013, partecipando a quasi tutte le esercitazioni aeree internazionali (Spring Flag, Star Vega e Starex) svoltesi nella base persino dopo le stragi in Libano (2006) e a Gaza (2009, Operazione Piombo Fuso). Nel 2011 partirono da Decimomannu gli aerei delle forze NATO e non (come gli Emirati Arabi) che parteciparono ai sanguinosi bombardamenti in Libia. La base è stata inoltre teatro di una serie impressionante di incidenti aerei mortali: 68 aerei precipitati e 19 piloti morti dal 1956 ad oggi. Le attività della base hanno provocato un disastroso inquinamento delle aree agricole circostanti. Le perdite delle tubature e il continuo sversamento di cherosene hanno compromesso le falde acquifere a tal punto da interdirne qualunque utilizzo. Per queste ragioni, a cui si aggiunge un insopportabile inquinamento acustico, una parte della popolazione di Decimomannu e dei paesi nelle vicinanze, negli ultimi vent’anni, poco per volta, ha preso coscienza di ciò che vuol dire vivere con un aeroporto militare di fianco a casa. Ora forse potrebbe arrivare il momento di liberarci di questa terribile presenza\r\n\r\nUno dopo l’altro i partner stranieri si sono defilati e dal 1998 sono rimasti solo italiani e tedeschi, partecipando ciascuno alle spese per il 50%. Dallo scorso anno voci insistenti davano anche la Luftwaffe in partenza, cosa annunciata infine in forma ufficiale il 25 gennaio scorso, in quanto i tedeschi non intendono rinnovare l’accordo bilaterale di durata triennale firmato nel 2013 e ormai in scadenza. Le motivazioni ufficiali della dipartita sono state il fatto che la Regione Sardegna ha preteso il restringimento del periodo delle esercitazioni per preservare la stagione estiva da giugno a settembre compresi, le polemiche seguite ad un grosso incendio causato dai piloti tedeschi in esercitazione nel poligono di Capo Frasca (che è il luogo in cui i jet in partenza da Decimomannu vanno a lanciare le loro bombe) ed il fatto che tutte le ultime grandi esercitazioni multinazionali sono state ostacolate dai movimenti di protesta, il che ha portato nel 2014 alla cancellazione della esercitazione VEGA e nel 2015 alla cancellazione della STAREX ed allo spostamento delle attività a fuoco della Trident Juncture su Trapani.\r\n\r\nBen difficilmente lo stato Italiano si farà carico da solo dei costi della struttura, visto che aeroporti di questo genere richiedono un continuo investimento per l’aggiornamento delle tecnologie. L’aeroporto di Decimomannu è un nodo cruciale dell’intera architettura dei poligoni militari sardi, ed in particolare è legato al Poligono Interforze del Salto di Quirra (dove ci si addestra alla guerra missilistica) ed al Poligono di Capo Frasca, vera e propria propaggine di Decimomannu in quanto luogo deputato a fare da bersaglio per gli aerei in esercitazione. E’ difficile immaginare cosa significa una esercitazione a fuoco di aerei da combattimento per chi non l’ha mai vista: solo in termini di boati di motori e di esplosioni è qualcosa di terrificante. Ma è terrificante anche lo scenario che si presenta dopo le esercitazioni e ancora una volta si prospetta il solito vecchio copione di chi ha distrutto fino a quando gli è convenuto e poi se ne va lasciando l’onere di un disastro irrisolto sulle spalle delle popolazioni locali e delle generazioni a venire…\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Guido Coraddu, del Comitato “No Basi, né qui né altrove”.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-02-23-guido-decimomannu\r\n\r\nsegue il testo del manifesto di indizione della manifestazione del 27 febbraio\r\n\r\nLuftwaffe Raus\r\n\r\nLa Luftwaffe (Aeronautica Militare tedesca) è stufa, vuole lasciare la Sardegna. È da un anno che ormai lo annuncia mettendo in subbuglio il Ministero della difesa italiana, che tanto contava su di loro per il mantenimento e la gestione dell’aeroporto militare di Decimomannu e del poligono di Capo Frasca. Non vede le ragioni per cui deve spender tanto per lavorare solo otto mesi all’anno; le attività militari necessitano di strutture efficienti, funzionali e permanentemente attive, non sono un gioco e tanto meno enti di carità. Però vede bene e sente meglio che l’aria sta cambiando, i soldi del ministero italiano per il rinnovamento delle strutture sono sempre meno, il silenzio complice della popolazione non è più così silenzioso… un giorno in particolare, l’11 giugno 2015, dalle parti dell’aeroporto di Decimomannu si è sentito molto rumore. Insomma la Luftwaffe, insensibile al pietoso prostrarsi di persone, enti locali e ministeri che la pregano di non andarsene, potrebbe letteralmente fare armi e bagagli.\r\n\r\nA leggere i giornali delle ultime settimane si annunciano scenari apocalittici: “La chiusura della base rappresenta la morte per questo territorio, ………Con la partenza dei tedeschi non rimarrà nulla…..” sono le parole del sindaco di Villasor; “L’eventuale chiusura della base metterà a rischio tutto il tessuto sociale del territorio e in difficoltà almeno cento famiglie per complessivi 2.000 lavoratori – ha tuonato il sindaco di Decimo – Si tratta di 80 milioni di euro di stipendi, con 80 ditte locali esterne che lavorano per la base, impiegando mille persone” (29 gen 2016 su SARDINIAPOST)\r\n\r\nZombie che parlano di morte e del nulla, sindaci che apertamente dichiarano che nel loro territorio esistono nuclei familiari con venti componenti attivi aventi un reddito tre volte superiore alla media regionale. Tra sceneggiate e improbabili balletti di numeri, a ben guardare, è una vera tragedia: vivere la vita a tinte mimetiche, inabili di immaginare un futuro senza ordini, divise, guerre e inquinamento. Senza leggere tra le righe le attività militari evidentemente non portano solo morte, distruzione e oppressione a chi le subisce, ma annullano anche ogni capacità di giudizio a chi le pratica, creano strutture e menti parassitarie, conducono alla morte sociale.\r\n\r\nCi piace credere che non sia ancora troppo tardi per liberare i nostri territori e le nostre menti dall’ingombrante presenza militare. Speriamo nel declino dell’aeroporto di Decimomannu e ci auspichiamo che veramente comporti la crisi del settore nonché la chiusura anche del poligono di Capo Frasca. Per raggiungere questo parziale obiettivo rinnoviamo l’invito di rendere inospitale il nostro territorio alle attività militari e all’economia di guerra, e contribuire a dare la spallata finale per chiudere quello sciagurato luogo di morte.\r\n\r\nrete NoBasi NeQui NeAltrove","23 Febbraio 2016","2016-02-26 12:35:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/manifesto-decimo-27-2-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"212\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/manifesto-decimo-27-2-300x212.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/manifesto-decimo-27-2-300x212.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/manifesto-decimo-27-2-768x543.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/manifesto-decimo-27-2-1024x724.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/manifesto-decimo-27-2.jpeg 1654w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Decimomannu. Di nuovo in marcia",1456235996,[276,277,278,279,280,281,282],"http://radioblackout.org/tag/aviazione-tedesca/","http://radioblackout.org/tag/capo-frasca/","http://radioblackout.org/tag/corteo-27-febbraio-2016/","http://radioblackout.org/tag/decimomannu/","http://radioblackout.org/tag/esercitazioni/","http://radioblackout.org/tag/no-basi/","http://radioblackout.org/tag/sardegna/",[33,284,35,27,29,25,285],"capo frasca","sardegna",{"post_content":287,"post_title":291},{"matched_tokens":288,"snippet":289,"value":290},[72,77],"base persino dopo le stragi \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark> (2006) e a Gaza (2009,","La rete No Basi ne’ qui ne’ altrove si è data un nuovo appuntamento il 27 febbraio per una passeggiata lungo il contorno dell’aeroporto militare di Decimomannu. L’aeroporto sta vivendo un momento di forte crisi: dal 1957 la struttura è parte AWTI (Air Weapons Training Installation), un’infrastruttura dedicata all’addestramento con vari sistemi d’armamento aria-aria e aria-superficie. Al progetto nel corso degli anni hanno partecipato gli eserciti di Canada, USA, Gran Bretagna e Germania, partecipando economicamente alle spese assieme all’aeronautica militare italiana. Nei periodi di esercitazioni più intensive, legate ad importanti conflitti (guerra nei Balcani, prima guerra del Golfo), si contò una media di circa 60.000 movimenti annui, pari a circa 450 giornalieri. L’aviazione militare israeliana si è addestrata qui dal 2003 al 2013, partecipando a quasi tutte le esercitazioni aeree internazionali (Spring Flag, Star Vega e Starex) svoltesi nella base persino dopo le stragi \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark> (2006) e a Gaza (2009, Operazione Piombo Fuso). Nel 2011 partirono da Decimomannu gli aerei delle forze NATO e non (come gli Emirati Arabi) che parteciparono ai sanguinosi bombardamenti \u003Cmark>in\u003C/mark> Libia. La base è stata inoltre teatro di una serie impressionante di incidenti aerei mortali: 68 aerei precipitati e 19 piloti morti dal 1956 ad oggi. Le attività della base hanno provocato un disastroso inquinamento delle aree agricole circostanti. Le perdite delle tubature e il continuo sversamento di cherosene hanno compromesso le falde acquifere a tal punto da interdirne qualunque utilizzo. Per queste ragioni, a cui si aggiunge un insopportabile inquinamento acustico, una parte della popolazione di Decimomannu e dei paesi nelle vicinanze, negli ultimi vent’anni, poco per volta, ha preso coscienza di ciò che vuol dire vivere con un aeroporto militare di fianco a casa. Ora forse potrebbe arrivare il momento di liberarci di questa terribile presenza\r\n\r\nUno dopo l’altro i partner stranieri si sono defilati e dal 1998 sono rimasti solo italiani e tedeschi, partecipando ciascuno alle spese per il 50%. Dallo scorso anno voci insistenti davano anche la Luftwaffe \u003Cmark>in\u003C/mark> partenza, cosa annunciata infine \u003Cmark>in\u003C/mark> forma ufficiale il 25 gennaio scorso, \u003Cmark>in\u003C/mark> quanto i tedeschi non intendono rinnovare l’accordo bilaterale di durata triennale firmato nel 2013 e ormai \u003Cmark>in\u003C/mark> scadenza. Le motivazioni ufficiali della dipartita sono state il fatto che la Regione Sardegna ha preteso il restringimento del periodo delle esercitazioni per preservare la stagione estiva da giugno a settembre compresi, le polemiche seguite ad un grosso incendio causato dai piloti tedeschi \u003Cmark>in\u003C/mark> esercitazione nel poligono di Capo Frasca (che è il luogo \u003Cmark>in\u003C/mark> cui i jet \u003Cmark>in\u003C/mark> partenza da Decimomannu vanno a lanciare le loro bombe) ed il fatto che tutte le ultime grandi esercitazioni multinazionali sono state ostacolate dai movimenti di protesta, il che ha portato nel 2014 alla cancellazione della esercitazione VEGA e nel 2015 alla cancellazione della STAREX ed allo spostamento delle attività a fuoco della Trident Juncture su Trapani.\r\n\r\nBen difficilmente lo stato Italiano si farà carico da solo dei costi della struttura, visto che aeroporti di questo genere richiedono un continuo investimento per l’aggiornamento delle tecnologie. L’aeroporto di Decimomannu è un nodo cruciale dell’intera architettura dei poligoni militari sardi, ed \u003Cmark>in\u003C/mark> particolare è legato al Poligono Interforze del Salto di Quirra (dove ci si addestra alla guerra missilistica) ed al Poligono di Capo Frasca, vera e propria propaggine di Decimomannu \u003Cmark>in\u003C/mark> quanto luogo deputato a fare da bersaglio per gli aerei \u003Cmark>in\u003C/mark> esercitazione. E’ difficile immaginare cosa significa una esercitazione a fuoco di aerei da combattimento per chi non l’ha mai vista: solo \u003Cmark>in\u003C/mark> termini di boati di motori e di \u003Cmark>esplosioni\u003C/mark> è qualcosa di terrificante. Ma è terrificante anche lo scenario che si presenta dopo le esercitazioni e ancora una volta si prospetta il solito vecchio copione di chi ha distrutto fino a quando gli è convenuto e poi se ne va lasciando l’onere di un disastro irrisolto sulle spalle delle popolazioni locali e delle generazioni a venire…\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Guido Coraddu, del Comitato “No Basi, né qui né altrove”.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-02-23-guido-decimomannu\r\n\r\nsegue il testo del manifesto di indizione della manifestazione del 27 febbraio\r\n\r\nLuftwaffe Raus\r\n\r\nLa Luftwaffe (Aeronautica Militare tedesca) è stufa, vuole lasciare la Sardegna. È da un anno che ormai lo annuncia mettendo \u003Cmark>in\u003C/mark> subbuglio il Ministero della difesa italiana, che tanto contava su di loro per il mantenimento e la gestione dell’aeroporto militare di Decimomannu e del poligono di Capo Frasca. Non vede le ragioni per cui deve spender tanto per lavorare solo otto mesi all’anno; le attività militari necessitano di strutture efficienti, funzionali e permanentemente attive, non sono un gioco e tanto meno enti di carità. Però vede bene e sente meglio che l’aria sta cambiando, i soldi del ministero italiano per il rinnovamento delle strutture sono sempre meno, il silenzio complice della popolazione non è più così silenzioso… un giorno \u003Cmark>in\u003C/mark> particolare, l’11 giugno 2015, dalle parti dell’aeroporto di Decimomannu si è sentito molto rumore. Insomma la Luftwaffe, insensibile al pietoso prostrarsi di persone, enti locali e ministeri che la pregano di non andarsene, potrebbe letteralmente fare armi e bagagli.\r\n\r\nA leggere i giornali delle ultime settimane si annunciano scenari apocalittici: “La chiusura della base rappresenta la morte per questo territorio, ………Con la partenza dei tedeschi non rimarrà nulla…..” sono le parole del sindaco di Villasor; “L’eventuale chiusura della base metterà a rischio tutto il tessuto sociale del territorio e \u003Cmark>in\u003C/mark> difficoltà almeno cento famiglie per complessivi 2.000 lavoratori – ha tuonato il sindaco di Decimo – Si tratta di 80 milioni di euro di stipendi, con 80 ditte locali esterne che lavorano per la base, impiegando mille persone” (29 gen 2016 su SARDINIAPOST)\r\n\r\nZombie che parlano di morte e del nulla, sindaci che apertamente dichiarano che nel loro territorio esistono nuclei familiari con venti componenti attivi aventi un reddito tre volte superiore alla media regionale. Tra sceneggiate e improbabili balletti di numeri, a ben guardare, è una vera tragedia: vivere la vita a tinte mimetiche, inabili di immaginare un futuro senza ordini, divise, guerre e inquinamento. Senza leggere tra le righe le attività militari evidentemente non portano solo morte, distruzione e oppressione a chi le subisce, ma annullano anche ogni capacità di giudizio a chi le pratica, creano strutture e menti parassitarie, conducono alla morte sociale.\r\n\r\nCi piace credere che non sia ancora troppo tardi per liberare i nostri territori e le nostre menti dall’ingombrante presenza militare. Speriamo nel declino dell’aeroporto di Decimomannu e ci auspichiamo che veramente comporti la crisi del settore nonché la chiusura anche del poligono di Capo Frasca. Per raggiungere questo parziale obiettivo rinnoviamo l’invito di rendere inospitale il nostro territorio alle attività militari e all’economia di guerra, e contribuire a dare la spallata finale per chiudere quello sciagurato luogo di morte.\r\n\r\nrete NoBasi NeQui NeAltrove",{"matched_tokens":292,"snippet":293,"value":293},[72],"Decimomannu. Di nuovo \u003Cmark>in\u003C/mark> marcia",[295,297],{"field":94,"matched_tokens":296,"snippet":289,"value":290},[72,77],{"field":97,"matched_tokens":298,"snippet":293,"value":293},[72],{"best_field_score":215,"best_field_weight":216,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":300,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"1733921019837546610",6646,{"collection_name":59,"first_q":22,"per_page":303,"q":22},6,8,{"facet_counts":306,"found":24,"hits":323,"out_of":369,"page":24,"request_params":370,"search_cutoff":37,"search_time_ms":17},[307,311],{"counts":308,"field_name":309,"sampled":37,"stats":310},[],"podcastfilter",{"total_values":48},{"counts":312,"field_name":36,"sampled":37,"stats":322},[313,315,317,318,320],{"count":24,"highlighted":314,"value":314},"iraq",{"count":24,"highlighted":316,"value":316},"Iran",{"count":24,"highlighted":15,"value":15},{"count":24,"highlighted":319,"value":319},"Stati Uniti",{"count":24,"highlighted":321,"value":321},"arabia saudita",{"total_values":40},[324],{"document":325,"highlight":343,"highlights":359,"text_match":213,"text_match_info":368},{"comment_count":48,"id":326,"is_sticky":48,"permalink":327,"podcastfilter":328,"post_author":329,"post_content":330,"post_date":331,"post_excerpt":54,"post_id":326,"post_modified":332,"post_thumbnail":333,"post_title":334,"post_type":335,"sort_by_date":336,"tag_links":337,"tags":342},"19643","http://radioblackout.org/podcast/la-grande-partita-del-medioriente/",[],"anarres","Martedì 19 novembre un duplice attentato ha colpito il quartiere Bir Hassan nel sud della capitale libanese. Una zona elegante dove si trova sia l'ambasciata iraniana sia la dirigenza di Hezbollah, la milizia shiita, che affianca il regime di Bashar Hassad nella guerra civile contro l'esercito libero della Siria. L'attentato nel quale sono morte 23 persone e altre 146 sono rimaste ferite, è stato rivendicato dal gruppo jihadista delle Brigate Abdullah Azzam. La televisione libanese Lbci riportato le dichiarazioni di uno dei portavoce del gruppo, affiliato ad Al Quaeda, Sirajeddine Zreikat che ha dichiarato che “la duplice operazione di martirio è stata portata a termine da due eroi sunniti libanesi”. In un messaggio su Twitter, il responsabile ha avvertito che gli attentati in Libano proseguiranno fino a quando il movimento Hezbollah non si ritirerà dalla vicina Siria.\r\n\r\nUn messaggio chiaro che mostra in modo inequivocabile come la guerra civile siriana si stia estendendo anche nel vicino Libano, acuendo le tensioni tra sunniti e shiiti.\r\n\r\nA far da eco alle bombe di Beirut, il giorno successivo, ben sette autobomba sono scoppiate in altrettanti quartieri di Baghdad, tutti a maggioranza shiita. Il bilancio è stato di 20 morti e 60 feriti.\r\nLe esplosioni sono avvenute attorno alle sette e mezza di mattina nei quartieri di Sadriya, Karrada, Shaab, Tobchi, Azamiya e Amil. L’episodio più grave si è verificato a Sadriya, una zona abitata per lo più da sciiti, dove l’autobomba è esplosa nei pressi di un mercato popolare.\r\nIn Iraq l’ultima ondata di attentati e violenze era coincisa domenica con la festività religiosa dell’Ashura. In un solo giorno erano state uccise più di 40 persone. Secondo la Missione di assistenza dell’Onu in Iraq (Unami), dall’inizio dell’anno le vittime della guerra civile non dichiarata che continua a scuotere il paese sono state 5700.\r\nA pochi mesi dalle elezioni legislative, in programma ad aprile, il governo dello sciita Nouri Al Maliki ha fatto incarcerare nella regione di Baghdad numerosi attivisti sunniti, accusati di appartenere a gruppi affiliati ad Al Qaida.\r\n\r\nLa grande partita mediorientale si gioca anche sulla pelle delle tante persone che vengono tritate in un infinito stillicidio di morti.\r\n\r\nIl quadro delle alleanze sta subendo alcuni mutamenti inediti, che segnalano il riposizionamento dei maggiori attori sulla scena.\r\nLe relazioni tra Stati Uniti e Israele sono al minimo storico, persino peggiori del 1982, quando Israele attaccò ed invase il Libano meridionale contro la volontà del potente alleato.\r\nIsraele sta facendo di tutto per inceppare il processo di pace tra Iran e Stati Uniti, che invece sta faticosamente andando avanti.\r\nGli Stati Uniti stanno cercando di ridefinire la propria posizione nell'area, smarcandosi progressivamente dall'ingombrante alleanza con i sauditi. Non è certo casuale che l'ammnistrazione Obama abbia annunciato un programma energetico che dovrebbe portare gli Stati Uniti ad una sostanziale autosufficienza nell'approvigionamento degli idrocarburi, che sarebbe limitata all'area del Nafta, la zona di libero scambio tra gli stessi Stati Uniti, il Canada e il Messico.\r\nLa decadenza dal ruolo di potenza mondiale assoluta e l'affermarsi di una stagione caratterizzata di un'estesa multipolarità spinge gli Stati Uniti ad evitare la contrapposizione secca con l'Iran, che oggi, grazie ad Hezbollah in Libano e alla situazione favorevole in Iraq, è molto più forte che in passato. Era dai tempi di Ciro il Grande che i persiani non avevano uno sbocco agevole sul Mediterraneo.\r\nNell'area lo scontro, che è anche confessionale, tra le aree a prevalenza shiita e quelle sunnite si sta intensificando. Ne sono il segno tangibile i morti di Beirut e Baghdad della scorsa settimana.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2013 11 22 stefanone libano\r\n\r\n ","22 Novembre 2013","2018-10-17 22:10:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/403x296_231362_libano-autobomba-esplode-in-quartier-200x110.jpg","La grande partita del medioriente","podcast",1385141595,[338,339,340,120,341],"http://radioblackout.org/tag/arabia-saudita/","http://radioblackout.org/tag/iran/","http://radioblackout.org/tag/iraq/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[321,316,314,15,319],{"post_content":344,"tags":348},{"matched_tokens":345,"snippet":346,"value":347},[72,77],"ha avvertito che gli attentati \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark> proseguiranno fino a quando il","Martedì 19 novembre un duplice attentato ha colpito il quartiere Bir Hassan nel sud della capitale libanese. Una zona elegante dove si trova sia l'ambasciata iraniana sia la dirigenza di Hezbollah, la milizia shiita, che affianca il regime di Bashar Hassad nella guerra civile contro l'esercito libero della Siria. L'attentato nel quale sono morte 23 persone e altre 146 sono rimaste ferite, è stato rivendicato dal gruppo jihadista delle Brigate Abdullah Azzam. La televisione libanese Lbci riportato le dichiarazioni di uno dei portavoce del gruppo, affiliato ad Al Quaeda, Sirajeddine Zreikat che ha dichiarato che “la duplice operazione di martirio è stata portata a termine da due eroi sunniti libanesi”. \u003Cmark>In\u003C/mark> un messaggio su Twitter, il responsabile ha avvertito che gli attentati \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark> proseguiranno fino a quando il movimento Hezbollah non si ritirerà dalla vicina Siria.\r\n\r\nUn messaggio chiaro che mostra \u003Cmark>in\u003C/mark> modo inequivocabile come la guerra civile siriana si stia estendendo anche nel vicino \u003Cmark>Libano\u003C/mark>, acuendo le tensioni tra sunniti e shiiti.\r\n\r\nA far da eco alle bombe di Beirut, il giorno successivo, ben sette autobomba sono scoppiate \u003Cmark>in\u003C/mark> altrettanti quartieri di Baghdad, tutti a maggioranza shiita. Il bilancio è stato di 20 morti e 60 feriti.\r\nLe \u003Cmark>esplosioni\u003C/mark> sono avvenute attorno alle sette e mezza di mattina nei quartieri di Sadriya, Karrada, Shaab, Tobchi, Azamiya e Amil. L’episodio più grave si è verificato a Sadriya, una zona abitata per lo più da sciiti, dove l’autobomba è esplosa nei pressi di un mercato popolare.\r\n\u003Cmark>In\u003C/mark> Iraq l’ultima ondata di attentati e violenze era coincisa domenica con la festività religiosa dell’Ashura. \u003Cmark>In\u003C/mark> un solo giorno erano state uccise più di 40 persone. Secondo la Missione di assistenza dell’Onu \u003Cmark>in\u003C/mark> Iraq (Unami), dall’inizio dell’anno le vittime della guerra civile non dichiarata che continua a scuotere il paese sono state 5700.\r\nA pochi mesi dalle elezioni legislative, \u003Cmark>in\u003C/mark> programma ad aprile, il governo dello sciita Nouri Al Maliki ha fatto incarcerare nella regione di Baghdad numerosi attivisti sunniti, accusati di appartenere a gruppi affiliati ad Al Qaida.\r\n\r\nLa grande partita mediorientale si gioca anche sulla pelle delle tante persone che vengono tritate \u003Cmark>in\u003C/mark> un infinito stillicidio di morti.\r\n\r\nIl quadro delle alleanze sta subendo alcuni mutamenti inediti, che segnalano il riposizionamento dei maggiori attori sulla scena.\r\nLe relazioni tra Stati Uniti e Israele sono al minimo storico, persino peggiori del 1982, quando Israele attaccò ed invase il \u003Cmark>Libano\u003C/mark> meridionale contro la volontà del potente alleato.\r\nIsraele sta facendo di tutto per inceppare il processo di pace tra Iran e Stati Uniti, che invece sta faticosamente andando avanti.\r\nGli Stati Uniti stanno cercando di ridefinire la propria posizione nell'area, smarcandosi progressivamente dall'ingombrante alleanza con i sauditi. Non è certo casuale che l'ammnistrazione Obama abbia annunciato un programma energetico che dovrebbe portare gli Stati Uniti ad una sostanziale autosufficienza nell'approvigionamento degli idrocarburi, che sarebbe limitata all'area del Nafta, la zona di libero scambio tra gli stessi Stati Uniti, il Canada e il Messico.\r\nLa decadenza dal ruolo di potenza mondiale assoluta e l'affermarsi di una stagione caratterizzata di un'estesa multipolarità spinge gli Stati Uniti ad evitare la contrapposizione secca con l'Iran, che oggi, grazie ad Hezbollah \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Libano\u003C/mark> e alla situazione favorevole \u003Cmark>in\u003C/mark> Iraq, è molto più forte che \u003Cmark>in\u003C/mark> passato. Era dai tempi di Ciro il Grande che i persiani non avevano uno sbocco agevole sul Mediterraneo.\r\nNell'area lo scontro, che è anche confessionale, tra le aree a prevalenza shiita e quelle sunnite si sta intensificando. Ne sono il segno tangibile i morti di Beirut e Baghdad della scorsa settimana.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2013 11 22 stefanone \u003Cmark>libano\u003C/mark>\r\n\r\n ",[349,351,353,355,357],{"matched_tokens":350,"snippet":321,"value":321},[],{"matched_tokens":352,"snippet":316,"value":316},[],{"matched_tokens":354,"snippet":314,"value":314},[],{"matched_tokens":356,"snippet":145,"value":145},[15],{"matched_tokens":358,"snippet":319,"value":319},[],[360,362],{"field":94,"matched_tokens":361,"snippet":346,"value":347},[72,77],{"field":36,"indices":363,"matched_tokens":364,"snippets":366,"values":367},[14],[365],[15],[145],[145],{"best_field_score":215,"best_field_weight":216,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":300,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":335,"first_q":22,"per_page":303,"q":22},["Reactive",372],{},["Set"],["ShallowReactive",375],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fUXv1e3zbHiD9z6SVMb9XsuFBPf3A46f0O9i-PtCpHvY":-1},true,"/search?query=esplosioni+in+libano"]