","LA GERMANIA DEPORTA CHI MANIFESTA PER LA PALESTINA .","post",1744128386,[66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/espulsioni/","http://radioblackout.org/tag/germania/","http://radioblackout.org/tag/manifestazioni/","http://radioblackout.org/tag/palestina/",[17,71,72,73],"germania","manifestazioni","palestina",{"post_content":75,"tags":79},{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":78},[17],"mettendo in pratica le prime \u003Cmark>espulsioni\u003C/mark> degli attivisti che hanno manifestato","Deportati oltre confine per motivi politici: la versione tedesca del metodo-Trump. Berlino si conforma all’inquietante deriva di Washington mettendo in pratica le prime \u003Cmark>espulsioni\u003C/mark> degli attivisti che hanno manifestato a favore della Palestina. Sono quattro giovani residenti nella capitale tedesca che verrano espulsi dal paese “colpevoli” solo di aver partecipato alle manifestazioni contro Israele nel 2024 sfociate nell'occupazione di alcune aule universitarie . Colpevoli di aver disobbedito alla ragione di stato che in Germania impone di stare sempre e comunque dalla parte di Tel Aviv.\r\n\r\nSi chiamano Kasia Wlaszczyk, Cooper Longbottom, Roberta Murray e Shane O’Brien; i primi due sono rispettivamente cittadini di Polonia e Stati uniti mentre gli altri hanno il passaporto irlandese. Hanno meno di un mese di tempo per lasciare la Germania prima che scatti l’ordine esecutivo. «Ciò che si è verificato a Berlino è tratto direttamente dal manuale dell’estrema destra» denuncia Alexander Gorski, avvocato di due degli attivisti. In pratica «il dissenso politico viene messo a tacere facendo leva sullo status di immigrato dei manifestanti. Sotto il profilo legale questa vicenda ricorda da vicino il caso di Mahmoud Khalil, lo studente palestinese della Columbia University espulso dagli Usa». E' la prima volta che il provvedimento di espulsione coinvolge cittadini europei ,mentre palestinesi residenti in Germania , vengono espulsi e deportati verso la Grecia . Migliaia di procedimenti sono lavorati al tribunale di Berlino ,fioccano le denunce anche solo se si grida uno slogan proibito o s'indossa una kefiah.\r\n\r\nNe parliamo con una compagna residente a Berlino\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-07042025-GERMANIA.mp3\"][/audio]",[80,83,85,87],{"matched_tokens":81,"snippet":82},[17],"\u003Cmark>espulsioni\u003C/mark>",{"matched_tokens":84,"snippet":71},[],{"matched_tokens":86,"snippet":72},[],{"matched_tokens":88,"snippet":73},[],[90,95],{"field":40,"indices":91,"matched_tokens":92,"snippets":94},[52],[93],[17],[82],{"field":96,"matched_tokens":97,"snippet":77,"value":78},"post_content",[17],578730123365712000,{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":52,"score":103,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":52},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",1,{"document":106,"highlight":125,"highlights":137,"text_match":98,"text_match_info":145},{"cat_link":107,"category":108,"comment_count":52,"id":109,"is_sticky":52,"permalink":110,"post_author":55,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":113,"post_id":109,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_thumbnail_html":116,"post_title":117,"post_type":63,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":122},[49],[51],"47813","http://radioblackout.org/2018/05/algeria-dissenso-interno-e-deportazioni-di-massa/","Da diversi mesi l'Algeria è scossa da scioperi e proteste che investono il settore educativo, quello sanitario e dei trasporti, ma non solo. Il governo di Ahmed Ouyahia da una parte reprime il dissenso interno tanto da riuscire a limitare la presenza in strada di manifestanti, dall'altra distrae l'opinione pubblica con la propaganda dell'insicurezza e dell'invasione di clandestini indicati come causa prima della disoccupazione nel Paese.\r\n\r\nLegittimata da tale propaganda la polizia rastrella nelle maggiori città “les black”, per rinchiuderli e successivamente deportarli ai margini del desero dove vengono lasciati senza cibo nè acqua.\r\n\r\nLe autorità algerine ripetono che queste espulsioni avvengono “in concertazione con i governi dei paesi coinvolti”, ma si tratta di una pura menzogna. A parte il programma “di rimpatrio volontario” firmato con l’OIM, organismo che si rende complice di tutte quelle violenze che le autorità algerine mettono in atto per spingere le persone a firmare la richiesta di rimpatrio, la Lega dei diritti umani algerina sottolinea che ad ora esiste solo un accordo “opaco” con il Niger concernente prima di tutto donne e bambini. Del resto la stampa locale accenna ad accordi sotterranei con i paesi europei ma nessuno ne parla in maniera ufficiale.\r\n\r\nDi fronte agli abusi subiti nei campi di detenzione e nelle fasi dell'espulsione è cresciuta la rabbia tra i deportati tanto che in Mali a marzo diverse centinaia di persone, tra le quali molte che recentemente avevano subito la deportazione dall’Algeria, hanno manifestato davanti all’ambasciata algerina a Bamako, tentandone l'assalto.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Karim Metref.\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nAlgeriaeMali\r\n\r\n ","28 Maggio 2018","","2018-05-31 12:43:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/449827-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"162\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/449827-300x162.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/449827-300x162.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/449827-768x415.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/449827.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Algeria: dissenso interno e deportazioni di massa",1527500197,[120,66,121],"http://radioblackout.org/tag/algeria/","http://radioblackout.org/tag/mali/",[123,17,124],"Algeria","Mali",{"post_content":126,"tags":130},{"matched_tokens":127,"snippet":128,"value":129},[17],"autorità algerine ripetono che queste \u003Cmark>espulsioni\u003C/mark> avvengono “in concertazione con i","Da diversi mesi l'Algeria è scossa da scioperi e proteste che investono il settore educativo, quello sanitario e dei trasporti, ma non solo. 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Sei le fattispecie previste: vittime di grave sfruttamento, motivi di salute, violenza domestica, calamità nel paese d'origine, cure mediche, atti di particolare valore civile.\r\nDi fatto diventerà quasi impossibile entrare legalmente nel nostro paese e verranno chiusi tutti gli spiragli rimasti per uscire dalla clandestinità.\r\nDa anni ormai le sanatorie mascherate da “decreto flussi” non vengono più fatte. Chi lavora senza documenti non ha nessuna possibilità di avere un contratto di lavoro che consenta di uscire dal limbo.\r\nLa protezione umanitaria era l’ultimo strumento disponibile.\r\n\r\nPIU' REATI PER REVOCA ASILO: Il decreto amplia la possibilità di negare o revocare la protezione internazionale per i reati di violenza sessuale, lesioni gravi rapina, violenza a pubblico ufficiale, mutilazioni sessuali, furto aggravato, traffico di droga. E' prevista inoltre la sospensione della domanda d'asilo in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado.\r\nLa nozione di pericolosità sociale è tanto scivolosa da lasciare ampio arbitrio a chi decide se applicarla o meno. Non solo: l’espulsione dopo una condanna in primo grado, di fatto lede il principio per il quale la condanna diventa effettuale solo dopo il terzo grado di giudizio.\r\nL’introduzione nell’elenco della resistenza a pubblico ufficiale la dice lunga sulla volontà di colpire chiunque protesti, partecipando a manifestazioni o semplicemente ribellandosi ad un sopruso.\r\n\r\nPIU' TEMPO NEI CPR: La durata massima di permanenza nei Centri per il rimpatrio passa da tre a sei mesi. Il decreto prevede anche il \"completamento, adeguamento e ristrutturazione\" dei centri già presenti sul territorio e la \"costruzione\" di altri. Vogliono realizzarne uno in ogni regione. uno in ogni regione. Nel caso di sovraffollamento dei Cpr i migranti in attesa di identificazione possono essere trattenuti anche in \"strutture diverse e idonee nella disponibilità dell'autorità di Pubblica Sicurezza\".\r\n\r\n3,5 MLN SU FONDO RIMPATRI: Per potenziare le attività di rimpatrio, il decreto stanzia 500mila euro per il 2018 e 1,5 milioni per il 2019 e 2020.\r\n\r\nSISTEMA SPRAR: Il decreto riserva esclusivamente ai titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati i progetti di integrazione ed inclusione sociale previsti dal sistema Sprar. I richiedenti asilo troveranno invece accoglienza solo nei centri ad essi dedicati (i Cara).\r\n\r\nVIA CITTADINANZA PER REATI TERRORISMO: C'è poi la revoca della cittadinanza italiana a carico dei condannati per reati di terrorismo.\r\n\r\nA queste misure se ne aggiungono altre, miranti a soddisfare l’isteria securitaria del governo: si va dall’introduzione del Taser, alla repressione di chi occupa, sino alla reintroduzione del reato di blocco stradale con pene tra uno e quattro anni.\r\n\r\nIl decreto integra una legislazione che già si prefigura come “diritto penale del nemico e che, sancisce l’equiparazione tra sicurezza e repressione dei migranti e di ogni forma di opposizione politica e sociale.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianluca Vitale, avvocato da sempre in prima fila a fianco della gente in viaggio.\r\nLa chiacchierata si è estesa al recente blitz contro le roulotte rom di corso Corsica a Torino\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 09 25 Vitale, decreto immigrazione e sicurezza2","25 Settembre 2018","2018-10-03 10:27:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/migranti-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"182\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/migranti-300x182.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/migranti-300x182.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/migranti-768x466.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/migranti-1024x621.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La fabbrica dei clandestini",1537887026,[306,307,308,66,161,309,310,311,312],"http://radioblackout.org/tag/cara/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/decreto-immigrazione-sicurezza/","http://radioblackout.org/tag/reato-di-blocco-stradale/","http://radioblackout.org/tag/rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/salvini/","http://radioblackout.org/tag/sprar/",[314,23,315,17,26,316,317,318,319],"CARA","decreto immigrazione/sicurezza","reato di blocco stradale","rifugiati","salvini","Sprar",{"tags":321},[322,324,326,328,330,332,334,336,338],{"matched_tokens":323,"snippet":314},[],{"matched_tokens":325,"snippet":23},[],{"matched_tokens":327,"snippet":315},[],{"matched_tokens":329,"snippet":82},[17],{"matched_tokens":331,"snippet":26},[],{"matched_tokens":333,"snippet":316},[],{"matched_tokens":335,"snippet":317},[],{"matched_tokens":337,"snippet":318},[],{"matched_tokens":339,"snippet":319},[],[341],{"field":40,"indices":342,"matched_tokens":343,"snippets":345},[34],[344],[17],[82],{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":104,"num_tokens_dropped":52,"score":347,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":52},"578730123365711977",6646,{"collection_name":63,"first_q":17,"per_page":25,"q":17},{"facet_counts":351,"found":389,"hits":390,"out_of":553,"page":104,"request_params":554,"search_cutoff":41,"search_time_ms":25},[352,369],{"counts":353,"field_name":367,"sampled":41,"stats":368},[354,357,359,361,363,365],{"count":355,"highlighted":356,"value":356},10,"anarres",{"count":25,"highlighted":358,"value":358},"Harraga",{"count":34,"highlighted":360,"value":360},"Macerie su macerie",{"count":102,"highlighted":362,"value":362},"Bello come una prigione che brucia",{"count":104,"highlighted":364,"value":364},"ACAB",{"count":104,"highlighted":366,"value":366},"liberation front","podcastfilter",{"total_values":25},{"counts":370,"field_name":40,"sampled":41,"stats":387},[371,372,373,375,377,378,380,381,383,385],{"count":34,"highlighted":15,"value":15},{"count":102,"highlighted":23,"value":23},{"count":102,"highlighted":374,"value":374},"gradisca",{"count":102,"highlighted":376,"value":376},"war on migrants",{"count":104,"highlighted":314,"value":314},{"count":104,"highlighted":379,"value":379},"lapide",{"count":104,"highlighted":29,"value":29},{"count":104,"highlighted":382,"value":382},"arresti no tav",{"count":104,"highlighted":384,"value":384},"rinvio a giudizio",{"count":104,"highlighted":386,"value":386},"connecting people",{"total_values":388},45,23,[391,425,447,477,506,528],{"document":392,"highlight":412,"highlights":417,"text_match":420,"text_match_info":421},{"comment_count":52,"id":393,"is_sticky":52,"permalink":394,"podcastfilter":395,"post_author":396,"post_content":397,"post_date":398,"post_excerpt":113,"post_id":393,"post_modified":399,"post_thumbnail":400,"post_title":401,"post_type":402,"sort_by_date":403,"tag_links":404,"tags":408},"99524","http://radioblackout.org/podcast/egitto-paese-sicuro-una-storia-paradigmatica-di-reclusione-e-deportazione-dal-cpr-di-gradisca-disonzo/",[358],"harraga","La macchina del razzismo è – come spesso anche ribadito ai microfoni di Harraga – composta di tanti tasselli tra loro complementari. Uno di essi – e ultimamente in crescita quantitativa – è quello delle deportazioni: le espulsioni coatte verso i cosiddetti paesi d’origine.\r\nRaccogliere informazioni e studiare la macchina delle espulsioni è fondamentale con il fine di lottare e trovare i migliori punti di attacco contro essa. A tal proposito ricordiamo l’opuscolo, fresco di stampa, dal titolo \"Deportazioni. Riflessioni per attaccare il razzismo di Stato\" scaricabile sui tre blog: campagneinlotta.org, nofrontierefvg.noblogs.org e nocprtorino.noblogs.org\r\n\r\nIn questo episodio non staremo qui a elencare le varie modalità attraverso cui lo Stato si garantisce la possibilità di arrestare, detenere e deportare le persone sprovviste di documento europeo, ma piuttosto ci interessa andare al fondo della storia raccontata in un altro importante opuscolo - edito recentemente e scaricabile sul blog nofrontierefvg.noblogs.org – dal titolo \"Egitto paese sicuro? Una storia paradigmatica di reclusione e deportazione dal CPR di Gradisca d’Isonzo\".\r\n\r\n\r\n\r\nSe “normalmente” le torture all’interno degli stati europei hanno la sua esemplare conclusione con l’arrivo nel paese di partenza: chiudendo il cerchio in un eterno perverso gioco dell’oca che dilania migliaia di vite. 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Chi nasce nel posto giusto non rischia la libertà se lavora in nero o perde un’occupazione regolare, chi viene dai posti sbagliati – oggi il governo ha anche le liste – rischia ogni momento di restarvi impigliati. Non tutti quelli che finiscono in un centro per il rimpatrio vengono poi deportati, ma sono comunque derubati di un anno e mezzo di vita.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele\r\n\r\nDisarmiamo la guerra! Antimilitaristi contro la Città dell'Aerospazio\r\nIl 23 marzo. Visita a sorpresa al cantiere della Città dell'Aerospazio in corso Marche, dove, da circa un mese sono cominciati i lavori di demolizione della palazzina 27 della ex Alenia - Aermacchi.\r\nUn manichino insanguinato, scritte, fumogeni, cartelli che ci ricordano le vite rubate dalle bombe, dalle armi, dalle guerre. Guerre tra potenti che si contendono risorse, potere, indifferenti alla distruzione di città, alla contaminazione dell'ambiente, al futuro negato di tanta parte di chi vive sul pianeta.\r\nLe macerie sono solo buoni affari per un capitalismo vorace e distruttivo che ha una sola logica, quella del profitto ad ogni costo. Uomini, donne, bambine e bambini sono solo pedine sacrificabili in un gioco terribile, che non ha altro limite se non quello imposto dalla forza di oppress e sfruttat, che si ribellano ad un ordine del mondo intollerabile.\r\nLa guerra è a due passi dalle nostre case: fermiamola!\r\n\r\nIl manifesto strappato\r\nL’attacco di Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene nel corso del dibattito alla Camera sul tema del piano di riarmo europeo ha avuto il merito di riportare l’attenzione dell’opinione pubblica su un documento politico che, probabilmente, non sono in molti a conoscere.\r\n«Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto» – questo il titolo originale – è, in realtà, un testo profondamente incompreso. Tanto incompreso quanto strumentalmente utilizzato, nel corso dei decenni, per finalità che poco o nulla hanno a che fare con la visione ideale e politica dei suoi estensori: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. Tre antifascisti di diversa estrazione ma tutti e tre accomunati da una postura radicalmente eterodossa e originale rispetto alle grandi narrazioni ideologiche del loro tempo e alle rispettive famiglie politiche di riferimento. È per questo che il loro Manifesto viene spesso definito come un documento visionario: concepire ed elaborare nelle sofferenze del confino, in piena guerra e in un momento in cui le sorti del conflitto sembravano arridere al nazismo e al fascismo, l’idea di un’Europa unita e federale che superasse e archiviasse per sempre la centralità degli stati-nazione, fu un atto estremamente coraggioso e lungimirante. Si voleva scardinare, infatti, tutto quello che fino a quel momento aveva creato i presupposti per l’affermazione dei totalitarismi e della carneficina bellica: il nazionalismo, il militarismo, l’autoritarismo fondato sulla volontà di sopraffazione.\r\nNe abbiamo parlato con Alberto La Via\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rivoluzionario contro le guerre promosse dai “nostri” governi e sosteniamo chi, in ogni dove, diserta, sabota, inceppa gli ingranaggi della guerra\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","5 Aprile 2025","2025-05-27 07:30:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/02-200x110.jpg","Anarres del 4 aprile. 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Tre morti volute dalle guardie di frontiera, che nonostante le numerose segnalazioni, hanno ostacolato in ogni modo i tentativi di soccorso dei solidali presenti sul posto. Come su ogni frontiera militarizzata dell’UE, le morti non sono incidentali, anzi: i respingimenti, il rifiuto di rispondere a segnalazioni e di chiamare l’ambulanza, l’occultamento dei cadaveri e le violenze sono parte integrante del sistema di controllo dell’immigrazione illegale attuato dalla polizia di frontiera bulgara, supportata da Frontex, e voluto dall’UE come moneta di scambio del recente ingresso del paese nello spazio Schengen. A questo drammatico quadro fanno da contorno una politica migratoria che rende l’accesso ad uno status legale sempre più difficile, condizioni disumane nei campi destinati ai richiedenti asilo, e l’uso sistematico della detenzione amministrativa per processare le domande di asilo, espellere e deportare il maggior numero di persone il più velocemente possibile.\r\n\r\nChi tenta di ostacolare la macchina delle espulsioni viene represso duramente, ed è ciò che è accaduto ai/alle tre compagne arrestate la notte del 24 dicembre, per aver tratto in salvo tre persone disperse nei boschi. 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Chi incappa in un controllo prende il foglio di via, se viene ripescato finisce al CPR.\r\nI CPR sono un importante ingranaggio della macchina delle espulsioni, necessaria a mantenere intatta la fama di intransigenza verso i “clandestini” di cui si fregia ogni governo.\r\nLe vite intrappolate nei CPR, sospese negli hotspot, in bilico tra carte da bollo e quotidiani abusi di polizia partono da lontano, in terre dove il neocolonialismo, lo sfruttamento delle risorse, le guerre fanno il deserto.\r\nLa storia dei CPR – un tempo CIE e prima ancora CPT – è storia di rivolte, fughe, pestaggi, scioperi della fame, gente che si taglia, altri che si cuciono la bocca. 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Si sono rivelate infondate le voci di un ridimensionamento del progetto, che si erano diffuse in luglio per l’intenzione del nuovo governo britannico di fare una spending review della difesa. Le delegazioni dei tre paesi partecipanti, firmatari di un trattato internazionale nel dicembre del 2023, hanno avuto incontri intensi anche nelle ultime settimane, per mettere a punto l’accordo industriale che dovrebbe portare alla costituzione di una joint venture paritetica.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nVenerdì 1 novembre\r\ncorteo contro la riapertura del CPR di Torino\r\nore 16 piazza Robilant\r\n\r\nGiornate dei disertori\r\nSabato 2 e lunedì 4 novembre\r\n\r\nContro la guerra, il militarismo, la produzione bellica, l’occupazione militare delle periferie, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon disertori e obiettori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 2 novembre dalle 15\r\nNo alla città dell’aerospazio! 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I CPR italiani sono stati distrutti e ricostruiti più e più volte.\r\nI CPR sono, con le carceri, discariche sociali nelle quali vengono rinchiusi quelli che non si sono adattati, quelli inghiottiti dalla strada, i ribelli, gli scarti da eliminare alla fine di un processo che comincia nei paesi d’origine.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele\r\n\r\nHamas a fianco della Turchia contro il confederalismo democratico\r\nIl 23 ottobre la Tusas, fabbrica d’armi del settore aerospaziale di proprietà pubblica, metà dell’esercito, metà del ministero della Difesa, è stata attaccata con esplosivi e mitra da due persone, che sono state uccise durante l’attacco in cui sono morte cinque persone.\r\nNelle ore successive un massiccio bombardamento turco ha colpito le città del nord della Siria e le basi del PKK in Iraq.\r\nHamas si è ovviamente posta a fianco di Erdogan con un comunicato di solidarietà per l’attacco alla Tusas.\r\nNoi non ci stupiamo. Fascisti islamici si schierano con altri fascisti islamici. \r\nQuello che non smette di indignarci è il silenzio dei movimenti che ancora una volta sono ambigui o conniventi con Hamas. \r\n\r\nEl Alamein: il ministero della guerra esalta la guerra e il colonialismo\r\nAnche quest’anno i parà della Folgore hanno festeggiato la “gloriosa sconfitta” nella battaglia di El Alamein nella seconda guerra mondiale. Alla cerimonia ha partecipato la vice ministro Rauti.\r\nIn un post su X il ministero della Difesa ha scritto: “El Alamein 23 ottobre 1942, un luogo e una data che raccontano di valore e sacrificio, un capitolo tanto eroico quanto tragico della nostra storia. Rendiamo onore ai coraggiosi militari italiani che combatterono tra le sabbie del Nord Africa. Con loro ricordiamo con deferenza tutti i Caduti che hanno sacrificato la loro vita per la nostra libertà.”\r\nNe abbiamo parlato con Dario\r\n\r\nIndustria bellica, esercitazioni militari: le ultime novità \r\n\r\nDal 14 al 29 ottobre si è tenuta Steadfast Noon, l’esercitazione annuale della NATO in cui viene simulato il dispiegamento e l'impiego di armi nucleari “tattiche” in territorio europeo (le nuove B61-12 già installate anche in territorio italiano nelle basi di Ghedi, Brescia, e Aviano, Pordenone).\r\n\r\nNell’ambito di un’ampia serie di accordi bilaterali tra Italia e Qatar definiti nel bilaterale tenutosi a Villa Pamphili a Roma tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e l’Emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, spicca un memorandum di intesa tra Fincantieri e il gruppo qatarino del settore difesa Barzan Holdings in vista della firma di un contratto per 40 radar Omega 360.\r\n\r\nIl programma aeronautico Gcap, il futuro cacciabombardiere che la Gran Bretagna sta studiando insieme a Italia e Giappone, va avanti. Si sono rivelate infondate le voci di un ridimensionamento del progetto, che si erano diffuse in luglio per l’intenzione del nuovo governo britannico di fare una spending review della difesa. Le delegazioni dei tre paesi partecipanti, firmatari di un trattato internazionale nel dicembre del 2023, hanno avuto incontri intensi anche nelle ultime settimane, per mettere a punto l’accordo industriale che dovrebbe portare alla costituzione di una joint venture paritetica.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nVenerdì 1 novembre\r\ncorteo contro la riapertura del CPR di Torino\r\nore 16 piazza Robilant\r\n\r\nGiornate dei disertori\r\nSabato 2 e lunedì 4 novembre\r\n\r\nContro la guerra, il militarismo, la produzione bellica, l’occupazione militare delle periferie, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon disertori e obiettori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 2 novembre dalle 15\r\nNo alla città dell’aerospazio! No alla città delle armi \r\nManifestazione antimilitarista\r\nIn via Roma 100 di fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP – Distretto Aerospaziale Piemontese\r\n\r\n\r\nLunedì 4 novembre\r\nIniziative antimilitariste in giro per Torino\r\nSmilitarizziamo la città! \r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[525],{"field":96,"matched_tokens":526,"snippet":522,"value":523},[17],{"best_field_score":422,"best_field_weight":423,"fields_matched":104,"num_tokens_dropped":52,"score":424,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":52},{"document":529,"highlight":544,"highlights":549,"text_match":420,"text_match_info":552},{"comment_count":52,"id":530,"is_sticky":52,"permalink":531,"podcastfilter":532,"post_author":533,"post_content":534,"post_date":535,"post_excerpt":113,"post_id":530,"post_modified":536,"post_thumbnail":537,"post_title":538,"post_type":402,"sort_by_date":539,"tag_links":540,"tags":542},"89209","http://radioblackout.org/podcast/agricoltura-e-guerra-colonizzazione-israeliana-come-terraformazione-e-resistenza-palestinese/",[366],"liberationfront","La colonizzazione israeliana è stata spesso declinata nei termini di apartheid, mettendo in evidenza le pratiche di esclusione, divisione e cancellazione della popolazione palestinese su diversi livelli, da quello fisico (l'espropriazione, la repressione, l'uccisione) a quelli culturale e discorsivo (il revisionismo storico, l'educazione). Vi è un aspetto dell'apartheid che passa spesso in secondo piano, pur rappresentando - letteralmente - la radice della violenza coloniale che israele esercita sistematicamente sulla popolazione palestinese, nei territori occupati così come in territorio israeliano, da oltre 70 anni. Si tratta dell'espulsione dalla terra coltivata, della cancellazione delle colture e della loro funzione di sussistenza, oltre che simbolica, per la preservazione dell'identità palestinese. L'idea alla base di questi processi di espropriazione e sostituzione colturale (sementi), arborea (eliminazione degli ulivi) e geografica (riforestazione dei pascoli coi pini) è la radicale trasformazione - e terraformazione - dell'ambiente e del paesaggio palestinesi e la parallela creazione di un mondo nuovo, animato da tendenze moderniste e hi-tech, espressione della superiorità e del dominio israeliani. All'ulivo si sostiuisce il pino, il pino rende impraticabili i pascoli e povero il terreno, i semi tradizionali spariscono in favore di sementi industriali, da acquistare ogni anno, prodotte dai grandi centri agricoli israeliani.\r\n\r\nEppure la popolazione palestinese (r)esiste, consapevole che per farlo è necessario preservare le relazioni con ciò che l'ha resa ciò che è, che l'ha radicata alla terra e messa in sinergia con essa. Le pratiche agricole palestinesi, che siano per aggirare l'aggressione geografica israeliana e le sue espulsioni, o per ribadire il proprio radicamento sulla terra, sono vere e proprie armi contro l'oppressore. Non può esservi resistenza senza legami da salvare, forme di organizzazione tra umani, non umani e territori, da contrapporre a quelle del nemico.\r\n\r\nSe ne è parlato al Campus Einaudi il 22 aprile, in occasone dell'incontro \"Ma quale terra promessa?\", organizzato dai collettivi di Ecologia Politica e Progetto Palestina, che ringraziamo per la disponibilità alla diffusione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/ma-quale-terra-promessa-progettopaleaken.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[scarica]","30 Aprile 2024","2024-04-30 12:29:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Burning_olive_tree_Nilin-200x110.jpg","Agricoltura è guerra: colonizzazione israeliana come terraformazione e resistenza palestinese",1714479212,[541],"http://radioblackout.org/tag/guerra/",[543],"guerra",{"post_content":545},{"matched_tokens":546,"snippet":547,"value":548},[17],"geografica israeliana e le sue \u003Cmark>espulsioni\u003C/mark>, o per ribadire il proprio","La colonizzazione israeliana è stata spesso declinata nei termini di apartheid, mettendo in evidenza le pratiche di esclusione, divisione e cancellazione della popolazione palestinese su diversi livelli, da quello fisico (l'espropriazione, la repressione, l'uccisione) a quelli culturale e discorsivo (il revisionismo storico, l'educazione). 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