","Eunavfor. Sul filo del rasoio","post",1436290150,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/eunavfor/","http://radioblackout.org/tag/fortezza-euopa/","http://radioblackout.org/tag/grande-gioco/","http://radioblackout.org/tag/guerre/","http://radioblackout.org/tag/libera-circolazione/","http://radioblackout.org/tag/scafisti/",[22,68,69,70,71,72],"fortezza euopa","grande gioco","guerre","libera circolazione","scafisti",{"post_content":74,"post_title":79,"tags":82},{"matched_tokens":75,"snippet":77,"value":78},[76],"Eunavfor","l’Agenda europea sulla Migrazione e \u003Cmark>Eunavfor\u003C/mark> Med, l’operazione di polizia che","Lo maggio il Consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa dell'UE, ha approvato l’Agenda europea sulla Migrazione e \u003Cmark>Eunavfor\u003C/mark> Med, l’operazione di polizia che si propone di neutralizzare l’attività degli scafisti attivi nel Mediterraneo centro-meridionale.\r\n\r\nIn questi giorni la prima parte della missione è divenuta operativa, ma la questione, centrale per mesi nell'agenda dei principali media, oggi è uscita di scena.\r\n\r\nEppure \u003Cmark>Eunavfor\u003C/mark> Med è un’operazione militare. Un'operazione rischiosa in uno scenario sempre più difficile. E' di pochi giorni fa la decisione del governo Essebsi di proclamate lo stato di emergenza in Tunisia. Agli ormai consueti allarmi sui terroristi imbarcati sulle carrette dei profughi, fa sponda l'Isis che invita gli jihadisti ad imbarcarsi per l'Europa, per fare la guerra santa. I proclami dell'Isis non potranno che rinforzare i propositi di chi vuole rinforzare le mura della fortezza Europa, contribuendo ad alimentare la xenofobia.\r\n\r\n\u003Cmark>Eunavfor\u003C/mark> Med mira a distruggere il modello di business messo a punto delle reti di scafisti e trafficanti di esseri umani identificando, catturando e distruggendo le imbarcazioni e le risorse da essi utilizzati. La missione si dovrebbe articolare in di tre fasi. La prima fase prevede l’identificazione e il monitoraggio dei network degli scafisti attraverso la raccolta e lo scambio di informazioni di intelligence e un’attività di pattugliamento rafforzata in acque internazionali. La seconda e la terza includono l’individuazione, la cattura e la distruzione delle risorse dei trafficanti rispettivamente in acque internazionali e libiche, senza escludere azioni sulla costa. Benché la decisione adottata il 18 maggio scorso dal Consiglio dei ministri degli esteri e della difesa abbia approvato la base legale dell’operazione che comprende tutte e tre queste fasi, \u003Cmark>Eunavfor\u003C/mark> Med non potrà essere attuata nelle fasi successive alla prima finché non riceverà il mandato delle Nazioni Unite. E’ infatti necessario che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite approvi una risoluzione in base al capitolo 7 dello Statuto delle Nazioni Unite, in cui si prevede l’uso della forza “per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale”. Ad oggi, tuttavia, a causa dal mancato assenso della Russia e di un governo di unità nazionale libico, la cui formazione non sembra così vicina, non è ancora stato possibile trovare un accordo in tal senso.\r\n\r\nIn assenza del mandato ONU, non potendo cioè agire nei porti e nelle acque libiche, lunedì 22 giugno, all’unanimità e sotto la guida dell’alto rappresentante UE Mogherini, i ministri degli esteri hanno potuto soltanto approvare la prima fase della missione.\r\n\r\nL’operazione, che ha il suo quartier generale a Roma, comprende circa mille uomini, cinque navi da guerra, due sottomarini, tre aerei da pattugliamento marittimo, tre elicotteri, e due droni. I costi ammonterebbero a circa 14 milioni di euro. E’ prevista una collaborazione con la Nato – che porta avanti nel Mediterraneo la sua missione militare antiterrorismo Active Endeavour, lanciata nel 2001 – e diverse agenzie delle Nazioni Unite, oltre all’agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne Frontex. Le modalità del coinvolgimento dell’Unione africana e di diversi Paesi arabi devono essere ancora precisate.\r\n\r\n\u003Cmark>Eunavfor\u003C/mark> Med si inscrive oggi all’interno del piano quinquennale della nuova Agenda europea contro le organizzazioni che facilitano i movimenti non autorizzati di essere umani su tutto il territorio dell’Unione e lungo tutte le rotte migratorie. Per monitorare i gruppi criminali organizzati che agiscono nel Mediterraneo, si attribuisce un ruolo chiave all’operazione JOT MARE, un team d’intelligence formato da agenti dell’Europol, l’ufficio di polizia europeo, ed esperti distaccati degli Stati membri.\r\n\r\nQuesta operazione è stata presentata come l’arma principale dell’Europa contro una nuova tratta degli schiavi ed è stata messa a punto utilizzando come modello la missione Atalanta con cui, dal 2008, l’Unione Europea combatte la pirateria nel Corno d’Africa. E’ tuttavia abbastanza evidente che entrambe le analogie sono a dir poco deboli. Per quanto il prezzo del servizio che si trovano costretti a pagare sia spropositato, i migranti/rifugiati non sono gli schiavi degli scafisti ma piuttosto i loro clienti. In presenza di canali legali per raggiungere un posto sicuro in cui vivere o cercare opportunità di lavoro e vita migliori, la domanda per i servizi offerti dagli scafisti verrebbe meno e con essa le reti del crimine organizzato.\r\nSe ci fosse la libera circolazione non ci sarebbe chi lucra sulla clandestinità.\r\nLa missione Atalanta ha ottenuto il mandato delle Nazioni Unite anche perché il governo provvisorio della Somalia allora al potere diede il suo appoggio alla missione. Sembra però molto improbabile che, anche nel caso in cui si formasse in Libia un governo di unità nazionale, questo darebbe il suo consenso ad \u003Cmark>Eunavfor\u003C/mark> med. Le autorità libiche sanno che si tratta di un’operazione militare che, come si legge nei protocolli riservati dell’Unione Europea recentemente pubblicati da WikiLeaks, potrebbe richiedere un impegno bellico di terra. Diversamente dalla guerra ai pirati, inoltre, \u003Cmark>Eunavfor\u003C/mark> Med dovrà misurarsi con il non banale problema di distruggere le imbarcazioni degli scafisti evitando che questi ultimi utilizzino i migranti come scudi umani.\r\n\r\nNulla è stato però detto per chiarire come questo sarà possibile. L’Europa preferisce imbarcarsi in una missione militare costosa e dagli “effetti collaterali” potenzialmente devastanti piuttosto che aprire le frontiere.\r\nD'altro canto sono decenni che le fortune politiche dei partiti politici europei si giocdano sul fronte dell'immigrazione.\r\n\r\nDi questo e di tanto altro, dalla crisi greca alle politiche del governo Renzi sull'immigrazione, dagli scenari di guerra agli accordi con la Libia, abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago, studioso delle politiche di gestione delle migrazioni.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\ndal lago mediterraneo",{"matched_tokens":80,"snippet":81,"value":81},[76],"\u003Cmark>Eunavfor\u003C/mark>. 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La cornice è piazza Carlo Alberto, salotto torinese in pieno centro. C’è il monumento al “re tentenna” circondato da fanti in armi tra la biblioteca nazionale e Palazzo Carignano, che tra settembre e ottobre ospita una mostra dedicata alla “Grande guerra a Torino”, ennesima celebrazione in chiave nazionalista del centenario della prima guerra mondiale.\r\nIn questa piazza si è dipanata una giornata antimilitarista promossa dalla Federazione Anarchica Torinese, con mostre, distro, musica ed un’assemblea con una buona partecipazione ed un serrato dibattito, in cui si sono intrecciati momenti analitici e proposte di lotta.\r\nL’Italia è in guerra da molti anni. Ne parlano solo quando un ben pagato professionista ci lascia la pelle.\r\nÈ una guerra su più fronti, che si coniuga nella neolingua del peacekeeping, dell’intervento umanitario, ma parla il lessico feroce dell’emergenza, dell’ordine pubblico, della repressione.\r\nGli stessi militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade delle nostre città, sono in Val Susa.\r\nGuerra esterna e guerra interna sono due facce delle stessa medaglia. Lo rivela l’armamentario propagandistico che le sostiene. Le questioni sociali, coniugate sapientemente in termini di ordine pubblico, sono il perno dell’intera operazione.\r\nHanno applicato nel nostro paese teorie e tattiche sperimentate dalla Somalia all’Afganistan.\r\nSe la guerra è filantropia planetaria, se condizione per il soccorso sono le bombe, l’occupazione militare, i rastrellamenti, se il militare si fa poliziotto ed insieme sono anche operatori umanitari il gioco è fatto, la distanza tra il militare e il poliziotto diviene impalpabile. Il fronte della guerra ai poveri assume dimensioni planetarie, mentre l’affermarsi di un quadro politico multipolare produce veloci cambi di quadro, che moltiplicano i teatri di guerra. La difficoltà di esercitare un pieno controllo in chiave neocoloniale, innesca conflitti il cui unico obiettivo è annientare quello che non si controlla. La Siria ne è l’emblema più recente, ma non l’unico.\r\nLa giornata antimilitarista del 19 settembre è il primo atto di una campagna contro l’“Aerospace & defence meeting”, mostra mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra, che si terrà a Torino dal 17 al 19 novembre.\r\nPer l’industria armiera italiana, in testa il colosso pubblico Finmeccanica, sarà un’occasione per valorizzare le eccellenze del made in Italy, con un focus sulle cinque aziende piemontesi, leader nel settore: Alenia Aermacchi, Thales Alenia Space, Avio Aero, Selex Es, Microtecnica Actuation Systems / UTC. 280 SMEs.\r\nLa mostra-mercato è riservata agli addetti ai lavori: industrie del settore, governi e organizzazioni internazionali, protagonisti di un business lucroso che trova il proprio compimento nell’industria di guerra.\r\nUn settore che non conosce crisi, in cui si gioca il ricatto occupazionale, come arma da guerra contro chi si oppone alle produzioni di armi.\r\nLa necessità di avviare un percorso per la chiusura e riconversione delle industrie belliche è stata evidenziata in numerosi interventi: tra le proposte la costituzione di una cassa di resistenza per i lavoratori disposti a lottare per non essere complici dei massacri, che quotidianamente insanguinano il pianeta.\r\nLe immagini dei profughi che premono alle frontiere chiuse dell’Europa, il dibattito sull’accoglienza umanitaria, la retorica su chi muore in mare o in fondo a un tir nascondono una verità banale. Le guerre sono combattute con armi costruite a due passi dalle nostre case.\r\nL’enfasi sull’accoglienza che ha caratterizzato l’ultimo scorcio di un’estate segnata da morti in mare e migrazioni di massa attraverso i muri della fortezza Europa, si scontra contro la decisione, l’unica unanime, di dare avvio alla fase 2 della missione Eunavfor Med, l’operazione antiscafisti promossa dall’UE. La flotta europea e i droni di cui è dotata passeranno all’azione. Inutile dire che l’obiettivo vero è impedire le partenze, mettendo sotto tutela militare le coste libiche. Forte il rischio di una nuova escalation militare per il controllo della Libia, dopo il fallimento del 2011.\r\nIn questo quadro si innestano il Trident Juncture 2015, la grande esercitazione NATO, la cui fase operativa sarà tra l’il 26 ottobre e il 6 novembre.\r\nTra lo Stretto di Gibilterra e il Mediterraneo centrale e i grandi poligoni di guerra di Spagna, Portogallo e Italia 38.000 militari, 200 velivoli e 50 unità navali di 33 nazioni per la più grande esercitazione NATO dalla fine della guerra fredda. Ospiti d’eccezione, i manager delle industrie militari di 15 Paesi.\r\nIl principale trampolino di lancio sarà l’aeroporto trapanese di Birgi, ma non mancheranno esercitazioni dai poligoni sardi, dalla base di Camp Darby in Toscana, con fulcro logistico al comando Nato di Napoli.\r\nLe prove generali dei conflitti dei prossimi anni vengono fatte nelle basi sparse per l’Italia. Le stesse basi da cui in questi anni sono partite le missioni belliche dirette in Libia, Iraq, Afganistan, Serbia, Somalia, Libano…\r\nContro le manovre sta crescendo un movimento che darà vita ad iniziative: un campeggio antimilitarista in Sardegna, corteo a Trapani durante le manovre, manifestazione a Napoli a fine ottobre.\r\nA Torino l’assemblea antimilitarista si è posta numerosi obiettivi, oltre all’appoggio alle lotte contro il Trident Juncture, l’impegno centrale sarà una campagna di informazione e lotta contro la mostra mercato di novembre all’Oval Lingotto.\r\n\r\nNumerose le proposte emerse della campagna “Spezzare le ali al militarismo”: un presidio più corteo nella zona della mostra il 17 novembre, giorno dell’inaugurazione dell’Aerospace & defence meeting, iniziative per il 4 novembre, azioni diffuse contro le fabbriche di guerra, serate informative e proiezioni di film e documentari.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con uno dei partecipanti all’assemblea, Domenico del movimento No F35\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015-09-22-domenica-antimili-to","23 Settembre 2015","2015-09-24 13:36:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/DSCN3427-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/DSCN3427-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/DSCN3427-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/DSCN3427-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/DSCN3427-1024x768.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Spezzare le ali al militarismo",1443013781,[128,129,130,131,132,133,134,135],"http://radioblackout.org/tag/aerospceamp/","http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/assemblea-antimilitarista/","http://radioblackout.org/tag/defence-meeting/","http://radioblackout.org/tag/eunavfor-med/","http://radioblackout.org/tag/spezzare-le-ali-al-militarismo/","http://radioblackout.org/tag/torino/","http://radioblackout.org/tag/trident-juncture/",[24,137,138,28,19,139,140,141],"antimilitarismo","assemblea antimilitarista","spezzare le ali al militarismo","torino","trident juncture",{"post_content":143,"tags":147},{"matched_tokens":144,"snippet":145,"value":146},[76],"alla fase 2 della missione \u003Cmark>Eunavfor\u003C/mark> Med, l’operazione antiscafisti promossa dall’UE.","Sabato 19 settembre. 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Le questioni sociali, coniugate sapientemente in termini di ordine pubblico, sono il perno dell’intera operazione.\r\nHanno applicato nel nostro paese teorie e tattiche sperimentate dalla Somalia all’Afganistan.\r\nSe la guerra è filantropia planetaria, se condizione per il soccorso sono le bombe, l’occupazione militare, i rastrellamenti, se il militare si fa poliziotto ed insieme sono anche operatori umanitari il gioco è fatto, la distanza tra il militare e il poliziotto diviene impalpabile. Il fronte della guerra ai poveri assume dimensioni planetarie, mentre l’affermarsi di un quadro politico multipolare produce veloci cambi di quadro, che moltiplicano i teatri di guerra. La difficoltà di esercitare un pieno controllo in chiave neocoloniale, innesca conflitti il cui unico obiettivo è annientare quello che non si controlla. La Siria ne è l’emblema più recente, ma non l’unico.\r\nLa giornata antimilitarista del 19 settembre è il primo atto di una campagna contro l’“Aerospace & defence meeting”, mostra mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra, che si terrà a Torino dal 17 al 19 novembre.\r\nPer l’industria armiera italiana, in testa il colosso pubblico Finmeccanica, sarà un’occasione per valorizzare le eccellenze del made in Italy, con un focus sulle cinque aziende piemontesi, leader nel settore: Alenia Aermacchi, Thales Alenia Space, Avio Aero, Selex Es, Microtecnica Actuation Systems / UTC. 280 SMEs.\r\nLa mostra-mercato è riservata agli addetti ai lavori: industrie del settore, governi e organizzazioni internazionali, protagonisti di un business lucroso che trova il proprio compimento nell’industria di guerra.\r\nUn settore che non conosce crisi, in cui si gioca il ricatto occupazionale, come arma da guerra contro chi si oppone alle produzioni di armi.\r\nLa necessità di avviare un percorso per la chiusura e riconversione delle industrie belliche è stata evidenziata in numerosi interventi: tra le proposte la costituzione di una cassa di resistenza per i lavoratori disposti a lottare per non essere complici dei massacri, che quotidianamente insanguinano il pianeta.\r\nLe immagini dei profughi che premono alle frontiere chiuse dell’Europa, il dibattito sull’accoglienza umanitaria, la retorica su chi muore in mare o in fondo a un tir nascondono una verità banale. 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Forte il rischio di una nuova escalation militare per il controllo della Libia, dopo il fallimento del 2011.\r\nIn questo quadro si innestano il Trident Juncture 2015, la grande esercitazione NATO, la cui fase operativa sarà tra l’il 26 ottobre e il 6 novembre.\r\nTra lo Stretto di Gibilterra e il Mediterraneo centrale e i grandi poligoni di guerra di Spagna, Portogallo e Italia 38.000 militari, 200 velivoli e 50 unità navali di 33 nazioni per la più grande esercitazione NATO dalla fine della guerra fredda. Ospiti d’eccezione, i manager delle industrie militari di 15 Paesi.\r\nIl principale trampolino di lancio sarà l’aeroporto trapanese di Birgi, ma non mancheranno esercitazioni dai poligoni sardi, dalla base di Camp Darby in Toscana, con fulcro logistico al comando Nato di Napoli.\r\nLe prove generali dei conflitti dei prossimi anni vengono fatte nelle basi sparse per l’Italia. 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Si chiamerà Eunavfor Med, avrà sede a Roma e sarà comandata dall’ammiraglio italiano Enrico Credendino. Il mandato iniziale della missione, che potrebbe partire entro la fine del mese prossimo, sarà di un anno e per la fase di avvio dei primi due mesi il consiglio dei ministri dell’Ue ha previsto di spendere 11,82 milioni di euro. Il testo approvato stabilisce di procedere subito con l’identificazione e il monitoraggio dei network dei trafficanti attraverso la raccolta delle informazioni e la sorveglianza delle acque internazionali.\r\n\r\nL’azione potrebbe essere rafforzata una volta ottenuto il consenso delle Nazioni Unite. Senza l’autorizzazione dell’Onu, la missione navale europea non avrà il mandato di sconfinare nelle acque territoriali e nello spazio aereo della Libia né potrà intervenire sulle coste libiche per colpire le imbarcazioni.\r\n\r\nLe navi impegnate nell'operazione – l'Italia è il paese che ne mette in campo di più – avranno a bordo oltre duemila incursori di Marina, truppe di sbarco, destinate ad un impiego di terra. Facile immaginare una possibile escalation bellica dell'intera operazione.\r\n\r\nIl documento di 19 pagine preparato per i ministri dell’Ue prevede infatti diverse fasi. Dopo un primo momento in cui la flotta sarà impegnata nel monitoraggio, nella seconda e nella terza l'obiettivo sarà l’individuazione, la cattura e la distruzione delle navi dei trafficanti. I tempi di passaggio dalla prima alla seconda fase sono difficili da prevedere perché sia il mandato ONU che l'approvazione delle autorità libiche sono tutt'altro che scontate.\r\n\r\nNei fatti si ritorna al 2009, quando, in un quadro legislativo solo italiano venne effettuata un'azione di pattugliamento e di respingimento in mare dei barconi di profughi e migranti. In quell'occasione migliaia di uomini e donne vennero rimandati in Libia, dove li attendeva il carcere, le torture, gli stupri ed i ricatti. L'ascaro Gheddafi si mise al servizio degli ex occupanti italiani per un mucchio di soldi.\r\nL'Italia incassò senza batter ciglio la condanna della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per trattamenti inumani e degradanti inflitti ai richiedenti asilo. L'alto commissariato per i rifugiati – presieduto dall'attuale presidente della Camera – protestò per i respingimenti collettivi. Ma i respingimenti e le morti in mare continuarono finché migranti e profughi intrapresero nuove strade. La guerra del 2011 riaprì la rotta libica, con il suo corollario di morti annegati e “emergenze” sbarchi.\r\n\r\nQuesta volta la missione vede in prima fila l'UE, che ha trovato un accordo sulla missione militare, ma è spaccata sulle “quote” di accoglienza ai profughi. Giorno dopo giorno si moltiplicano i dietrofront.\r\n\r\nDurante un vertice straordinario lo scorso 23 aprile, i leader dell’Unione europea avevano preso la decisione di “identificare, catturare e distruggere le imbarcazioni prima che siano usate dai trafficanti”. Secondo l’Unhcr, l’agenzia dell’Onu che si occupa di rifugiati, dall’inizio dell’anno sono arrivati in Europa 51mila migranti attraverso il Mediterraneo, di cui 30.500 sono sbarcati in Italia. Circa 1.800 persone sono morte in mare.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 05 19 dal lago mediterraneo","19 Maggio 2015","2015-05-21 14:12:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/mediterraneo-militare-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/mediterraneo-militare-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/mediterraneo-militare-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/mediterraneo-militare-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/mediterraneo-militare-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/mediterraneo-militare.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Guerra all'immigrazione. 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Il mandato iniziale della missione, che potrebbe partire entro la fine del mese prossimo, sarà di un anno e per la fase di avvio dei primi due mesi il consiglio dei ministri dell’Ue ha previsto di spendere 11,82 milioni di euro. Il testo approvato stabilisce di procedere subito con l’identificazione e il monitoraggio dei network dei trafficanti attraverso la raccolta delle informazioni e la sorveglianza delle acque internazionali.\r\n\r\nL’azione potrebbe essere rafforzata una volta ottenuto il consenso delle Nazioni Unite. Senza l’autorizzazione dell’Onu, la missione navale europea non avrà il mandato di sconfinare nelle acque territoriali e nello spazio aereo della Libia né potrà intervenire sulle coste libiche per colpire le imbarcazioni.\r\n\r\nLe navi impegnate nell'operazione – l'Italia è il paese che ne mette in campo di più – avranno a bordo oltre duemila incursori di Marina, truppe di sbarco, destinate ad un impiego di terra. Facile immaginare una possibile escalation bellica dell'intera operazione.\r\n\r\nIl documento di 19 pagine preparato per i ministri dell’Ue prevede infatti diverse fasi. Dopo un primo momento in cui la flotta sarà impegnata nel monitoraggio, nella seconda e nella terza l'obiettivo sarà l’individuazione, la cattura e la distruzione delle navi dei trafficanti. I tempi di passaggio dalla prima alla seconda fase sono difficili da prevedere perché sia il mandato ONU che l'approvazione delle autorità libiche sono tutt'altro che scontate.\r\n\r\nNei fatti si ritorna al 2009, quando, in un quadro legislativo solo italiano venne effettuata un'azione di pattugliamento e di respingimento in mare dei barconi di profughi e migranti. In quell'occasione migliaia di uomini e donne vennero rimandati in Libia, dove li attendeva il carcere, le torture, gli stupri ed i ricatti. L'ascaro Gheddafi si mise al servizio degli ex occupanti italiani per un mucchio di soldi.\r\nL'Italia incassò senza batter ciglio la condanna della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per trattamenti inumani e degradanti inflitti ai richiedenti asilo. L'alto commissariato per i rifugiati – presieduto dall'attuale presidente della Camera – protestò per i respingimenti collettivi. Ma i respingimenti e le morti in mare continuarono finché migranti e profughi intrapresero nuove strade. La guerra del 2011 riaprì la rotta libica, con il suo corollario di morti annegati e “emergenze” sbarchi.\r\n\r\nQuesta volta la missione vede in prima fila l'UE, che ha trovato un accordo sulla missione militare, ma è spaccata sulle “quote” di accoglienza ai profughi. Giorno dopo giorno si moltiplicano i dietrofront.\r\n\r\nDurante un vertice straordinario lo scorso 23 aprile, i leader dell’Unione europea avevano preso la decisione di “identificare, catturare e distruggere le imbarcazioni prima che siano usate dai trafficanti”. Secondo l’Unhcr, l’agenzia dell’Onu che si occupa di rifugiati, dall’inizio dell’anno sono arrivati in Europa 51mila migranti attraverso il Mediterraneo, di cui 30.500 sono sbarcati in Italia. Circa 1.800 persone sono morte in mare.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 05 19 dal lago mediterraneo",[209,211,213,215,217,219,221],{"matched_tokens":210,"snippet":158},[76],{"matched_tokens":212,"snippet":15},[],{"matched_tokens":214,"snippet":200},[],{"matched_tokens":216,"snippet":34},[],{"matched_tokens":218,"snippet":201},[],{"matched_tokens":220,"snippet":32},[],{"matched_tokens":222,"snippet":202},[],[224,226],{"field":106,"matched_tokens":225,"snippet":206,"value":207},[76],{"field":35,"indices":227,"matched_tokens":228,"snippets":230},[47],[229],[76],[158],{"best_field_score":176,"best_field_weight":177,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":178,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":47},{"document":233,"highlight":252,"highlights":258,"text_match":174,"text_match_info":261},{"cat_link":234,"category":235,"comment_count":47,"id":236,"is_sticky":47,"permalink":237,"post_author":50,"post_content":238,"post_date":239,"post_excerpt":53,"post_id":236,"post_modified":240,"post_thumbnail":241,"post_thumbnail_html":242,"post_title":243,"post_type":58,"sort_by_date":244,"tag_links":245,"tags":249},[44],[46],"62440","http://radioblackout.org/2020/07/missioni-di-guerra-e-buoni-affari/","Le avventure in armi della banda Conte, dopo il rifinanziamento degli interventi militari.\r\nL’Italia è il secondo paese al mondo per numero di missioni all’estero. Sul campo ci sono 1200 unità in più del 2018.\r\nIl dato saliente per il 2020 è costituito dall’avvio di 5 nuove missioni mentre per i mancati rinnovi ci si ferma a 2: più precisamente, la “Temporary International Presence in Hebron” (TIPH2) in Cisgiordania e il dispositivo “NATO Support to Turkey – Active Fence” a difesa dei confini sud-orientali dell’Alleanza, cioè la batteria SAMP-T schierata in Turchia.\r\n\r\nNe risulta che, sommando quanto previsto per le vecchie e per le nuove si raggiungono le 41 missioni con un impegno complessivo di 8.613 militari come consistenza massima e 6.494 come consistenza media contro i 7.358 e 6.290 militari del 2019.\r\n\r\nLe 5 nuove missioni sono la “European Union Advisory Mission” o EUAM Iraq (con appena 2 militari e 0,3 milioni di euro di spesa) e l’iniziativa NATO “Implementation of the Enhancement of the Framework for the South” (con 6 militari e 0,4 milioni in termini di fabbisogno).\r\nDi ben altro “spessore” invece le altre.\r\n\r\nLa prima è la “European Union Military Operation in the Mediterranean – EUNAVFOR MED Irini”, cioè la forza navale UE subentrata a “EUNAVFOR MED Sophia”.\r\n\r\nQui l’Italia mette a disposizione un mezzo navale, 3 aeromobili e 517 militari per una spesa di 21,3 milioni.\r\n\r\nLa seconda missione è nel Sahel, dove verrà inviato un contingente da schierare nell’ambito della Task Force “Takuba”; una forza multinazionale a guida Francese, composta da Forze Speciali e il cui compito principale sarà quello di fornire attività di consulenza, assistenza, addestramento e “mentorship” a supporto delle Forze Armate e delle Forze Speciali locali. Tale Task Force si inserisce nell’ambito della “Coalizione per il Sahel” che a sua volta comprende l’”Opération Barkhane” e la “Force conjointe du G5 Sahel” (FC-G5S).\r\nPer questa missione, l’Italia mette a disposizione 200 militari, 20 mezzi terrestri e 8 aeromobili per un costo di 15,6 milioni; con lo schieramento previsto a partire da questa estate e raggiungimento della capacità operativa di Task Force nella primavera prossima.\r\n\r\nLa novità più importante è l’invio di un dispositivo aeronavale nel Golfo di Guinea, destinato ad attività di presenza, sorveglianza, e sicurezza. In particolare, per il contrasto di fenomeni di pirateria, delle attività di organizzazioni criminali ma soprattutto per proteggere gli asset estrattivi dell‘ENI presenti nell’area.\r\nD’altra parte se sovrapponete mappa delle missioni a quella degli interessi dell’ENI scoprirete molte notevoli\r\n“coincidenze”.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/2020-07-21-daniele-missiomi-di-guerra.mp3\"][/audio]","21 Luglio 2020","2020-07-21 15:11:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/4-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"219\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/4-1-300x219.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/4-1-300x219.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/4-1.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Missioni di guerra e buoni affari",1595344183,[246,247,248],"http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/rifinanziamento-missioni-militari/",[250,17,251],"ENI","rifinanziamento missioni militari",{"post_content":253},{"matched_tokens":254,"snippet":256,"value":257},[255],"EUNAVFOR","Military Operation in the Mediterranean – \u003Cmark>EUNAVFOR\u003C/mark> MED Irini”, cioè la forza","Le avventure in armi della banda Conte, dopo il rifinanziamento degli interventi militari.\r\nL’Italia è il secondo paese al mondo per numero di missioni all’estero. 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No solo la politica statale nella sua normalità.\r\n\r\nIn questi giorni la missione antiscafisti EUNAVFOR si sta avvicinando alle coste libiche, preludendo forse alla terza parte della missione contro gli scafisti, forse il primo atto della seconda parte della guerra per la Libia, cominciata nel 2011.\r\nI media nostrani hanno dedicato poca attenzione ad entrambi i fatti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, che segue questi temi sul suo blog.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-04-19-mazzeo-pinotti-quatar\r\n\r\nLeggi il pezzo di Mazzeo","19 Aprile 2016","2016-04-21 11:53:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/pinotti-qatar-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"220\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/pinotti-qatar-300x220.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/pinotti-qatar-300x220.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/pinotti-qatar.jpg 580w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Una ministra amica degli amici del Califfo",1461091340,[277,278,279,280,281],"http://radioblackout.org/tag/armi/","http://radioblackout.org/tag/finmeccanica/","http://radioblackout.org/tag/isis/","http://radioblackout.org/tag/pinotti/","http://radioblackout.org/tag/qatar/",[283,284,285,286,287],"armi","finmeccanica","isis","pinotti","qatar",{"post_content":289},{"matched_tokens":290,"snippet":291,"value":292},[255],"questi giorni la missione antiscafisti \u003Cmark>EUNAVFOR\u003C/mark> si sta avvicinando alle coste","Alla fine di marzo la ministra della Difesa Pinotti è andata in Qatar e ha portato a casa intese milionarie per forniture d'armi.\r\nIl Qatar è il principale finanziatore dello Stato Islamico, l'Is, il nemico numero uno dell'Italia, quello contro il quale si fanno dichiarazioni di fuoco ad ogni occasione.\r\nUn ossimoro? 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Big data, Cuba libertaria, disertare le urne, posta aerea e deportazioni\r\n\r\nCome ogni venerdì siamo sbarcati su Anarres, il pianeta delle utopie concrete, dalle 10,45 alle 12,45 sui 105.250 delle libere frequenze di Blackout. \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2016 12 02 anarres1\r\n\r\n2016 12 02 anarres2\r\n\r\n2016 12 02 anarres3\r\n\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nTorino. I padroni del web.Tra internet, big data, fibra ottica, militari…\r\nComunicazione virtuale, economia reale, controllo globale\r\n\r\nCuba libertaria. La storia degli anarchici contro le dittature di Batista e di Castro\r\n\r\nReferendum: Tanto rumore per nulla\r\nQui puoi leggere un'anteprima del capitolo centrale di \"Referendum: Tanto rumore per nulla\"\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 2 dicembre\r\nI padroni del web.Tra internet, big data, fibra ottica, militari…\r\nComunicazione virtuale, economia reale, controllo globale\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46 \r\nne discutiamo con Lorenzo Coniglione, navigatore esperto e redattore di Umanità Nova. \r\nriunione wormup hackit17\r\n0000\r\n\r\nMartedì 6 dicembre\r\nSenza confini. La lotta contro muri e frontiere in Slovenia\r\nInterverranno tre compagni della Federacija za Anarhisticno Organiziranje (FAO)\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\n0000\r\n\r\nSabato 10 dicembre\r\nPosta aerea. Mistral Air deporta profughi e migranti\r\nore 10,30 presidio in corso Giulio Cesare 3 – nei pressi dell’ufficio postale\r\n\r\nMistral Air, la compagnia aerea di Poste Italiane non trasporta lettere, pacchi e cartoline… ma deporta i rifugiati e migranti in paesi dove non vogliono tornare.\r\nFuggono guerre, miseria, persecuzioni, dittature. C'è chi non vuole sottostare ad un matrimonio forzato e chi non intende fare il soldato. C'è anche chi, semplicemente vuole andare in Europa, perché desidera un'altra vita.\r\nTutti di trovano di fronte frontiere chiuse, filo spinato,\r\n\r\nLe società di pullman siciliane non caricano turisti ma uomini, donne e bambini rastrellati nel Mediterraneo dalla Marina Militare italiana e dalle altre imbarcazioni del programma Eunavfor o di Frontex, per trasferirli nelle strutture di ogni genere in cui sono parcheggiate le persone in viaggio, intrappolate in una ragnatela di burocrazia e polizia, difficile da districare. Soccorritori e carcerieri sono le due mani di una stessa macchina, spesso sono gli stessi in entrambi i ruoli. Molte volte le strutture di accoglienza e gli operatori che ci lavorano diventano le camere di compensazione dove provare a sopire con una coperta ed un piatto di minestra la spinta a continuare la strada scelta e percorsa tra mille rischi e difficoltà.\r\nI militari italiani assumono vesti di operatori umanitari, gli operatori umanitari, svolgono spesso funzioni di polizia. Non per caso sulle frontiere chiuse, come nelle zone di guerra dove operano le forze armate tricolori, non c’è spazio per i volontari non allineati, i sovversivi, chi si batte per la libera circolazione e contro guerre e militarismo.\r\n\r\nfederazione anarchica torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni – aperte agli interessati –ogni giovedì alle 21\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","2 Dicembre 2016","2018-10-17 22:58:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/2016-12-02-manif-fat-sloveni-color-200x110.jpg","Anarres del 2 dicembre. 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Mistral Air deporta profughi e migranti\r\nore 10,30 presidio in corso Giulio Cesare 3 – nei pressi dell’ufficio postale\r\n\r\nMistral Air, la compagnia aerea di Poste Italiane non trasporta lettere, pacchi e cartoline… ma deporta i rifugiati e migranti in paesi dove non vogliono tornare.\r\nFuggono guerre, miseria, persecuzioni, dittature. C'è chi non vuole sottostare ad un matrimonio forzato e chi non intende fare il soldato. C'è anche chi, semplicemente vuole andare in Europa, perché desidera un'altra vita.\r\nTutti di trovano di fronte frontiere chiuse, filo spinato,\r\n\r\nLe società di pullman siciliane non caricano turisti ma uomini, donne e bambini rastrellati nel Mediterraneo dalla Marina Militare italiana e dalle altre imbarcazioni del programma \u003Cmark>Eunavfor\u003C/mark> o di Frontex, per trasferirli nelle strutture di ogni genere in cui sono parcheggiate le persone in viaggio, intrappolate in una ragnatela di burocrazia e polizia, difficile da districare. 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Non per caso sulle frontiere chiuse, come nelle zone di guerra dove operano le forze armate tricolori, non c’è spazio per i volontari non allineati, i sovversivi, chi si batte per la libera circolazione e contro guerre e militarismo.\r\n\r\nfederazione anarchica torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni – aperte agli interessati –ogni giovedì alle 21\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[376],{"field":106,"matched_tokens":377,"snippet":373,"value":374},[76],{"best_field_score":176,"best_field_weight":177,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":262,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":360,"first_q":22,"per_page":324,"q":22},["Reactive",382],{},["Set"],["ShallowReactive",385],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fNmTJZgXHIA3HEtG8lvpK9jd-u-Rx1YnAJVCBWltLP8c":-1},true,"/search?query=eunavfor"]