","Brexit. Un colpo al cerchio, uno alla botte","post",1609256886,[51,52,53,54,55,56],"http://radioblackout.org/tag/brexit/","http://radioblackout.org/tag/europeismo-e-sovranismo/","http://radioblackout.org/tag/governance-globale/","http://radioblackout.org/tag/gran-bretagna/","http://radioblackout.org/tag/scozia/","http://radioblackout.org/tag/ulster/",[19,25,23,21,17,15],{"post_content":59,"tags":64},{"matched_tokens":60,"snippet":62,"value":63},[61],"e","Dopo un infinito tira \u003Cmark>e\u003C/mark> molla la spinta finale alla","Dopo un infinito tira \u003Cmark>e\u003C/mark> molla la spinta finale alla chiusura dell’accordo per la Brexit \u003Cmark>è\u003C/mark> venuta dai blocchi per la “variante inglese” del covid, che già avevano causato una rarefazione di prodotti negli scaffali di negozi \u003Cmark>e\u003C/mark> supermercati.\r\nQuali saranno le conseguenze di quest’accordo per i lavoratori provenienti dall’UE?\r\nCome funzionerà la stretta doganale? Cosa succederà ai prodotti finanziari?\r\nIl Regno Unito rischia la diaspora europeista di Scozia \u003Cmark>e\u003C/mark> Ulster?\r\nL’eterno confronto tra europeisti \u003Cmark>e\u003C/mark> sovranisti mostra tutti i propri limiti proprio alla luce delle dinamiche della Brexit.\r\nIl tracollo dell’economia britannica paventato dai sostenitori dell’UE non si \u003Cmark>è\u003C/mark> verificato. D’altra parte la Gran Bretagna non ha potuto defilarsi all’inglese dal mercato comune ed \u003Cmark>è\u003C/mark> stata costretta ad una lunga ed estenuante trattativa con i vicini europei, seguendo l’esempio di paesi non UE, come Svizzera \u003Cmark>e\u003C/mark> Norvegia, che negli anni hanno sottoscritto patti bilaterali sia in materia di circolazione delle merci, che delle persone.\r\nLe dinamiche della governance globale vanno al di là delle dinamiche politiche \u003Cmark>e\u003C/mark> potrebbero essere ribaltate solo da una critica radicale al capitalismo.\r\n\r\nCe ne ha parlato Francesco Fricche, economista\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-29-fricche-brexit.mp3\"][/audio]",[65,67,72,74,76,78],{"matched_tokens":66,"snippet":19},[],{"matched_tokens":68,"snippet":71},[69,61,70],"europeismo","sovranismo","\u003Cmark>europeismo\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>sovranismo\u003C/mark>",{"matched_tokens":73,"snippet":23},[],{"matched_tokens":75,"snippet":21},[],{"matched_tokens":77,"snippet":17},[],{"matched_tokens":79,"snippet":15},[],[81,86],{"field":26,"indices":82,"matched_tokens":83,"snippets":85},[14],[84],[69,61,70],[71],{"field":87,"matched_tokens":88,"snippet":62,"value":63},"post_content",[61],1736172819517538300,{"best_field_score":91,"best_field_weight":92,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":37,"score":94,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":37},"3315704398080",13,2,"1736172819517538410",3,6646,{"collection_name":48,"first_q":25,"per_page":29,"q":25},{"facet_counts":99,"found":95,"hits":117,"out_of":215,"page":14,"request_params":216,"search_cutoff":27,"search_time_ms":217},[100,110],{"counts":101,"field_name":108,"sampled":27,"stats":109},[102,104,106],{"count":14,"highlighted":103,"value":103},"anarres",{"count":14,"highlighted":105,"value":105},"cattivi pensieri",{"count":14,"highlighted":107,"value":107},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":95},{"counts":111,"field_name":26,"sampled":27,"stats":116},[112,114],{"count":14,"highlighted":113,"value":113},"Bastioni di Orione",{"count":14,"highlighted":115,"value":115},"Cronache dell'Interregno",{"total_values":93},[118,153,187],{"document":119,"highlight":132,"highlights":141,"text_match":147,"text_match_info":148},{"comment_count":37,"id":120,"is_sticky":37,"permalink":121,"podcastfilter":122,"post_author":103,"post_content":123,"post_date":124,"post_excerpt":43,"post_id":120,"post_modified":125,"post_thumbnail":126,"post_title":127,"post_type":128,"sort_by_date":129,"tag_links":130,"tags":131},"25204","http://radioblackout.org/podcast/ucraina-il-grande-gioco-tra-gas-fascisti-e-preti/",[103],"Quella che si sta combattendo in Ucraina non è solo una guerra civile, le forze coinvolte più o meno formalmente e gli interessi in ballo nel conflitto ci mostrano che la partita si gioca su un piano molto più complesso. Allo scontro interno alla classe dirigente ucraina infatti si sovrappone la contesa tra le potenze imperialiste.\r\nPer capirlo non c'è bisogno di ascoltare i deliri e le minacce del potente di turno, che sia Tusk, Putin o Poroshenko.\r\nCon la strage del 2 maggio scorso nella Casa dei Sindacati di Odessa, la situazione in Ucraina è precipitata in una vera e propria guerra. Una guerra che non è altro che la tragica prosecuzione dello scontro tra Russia, Unione Europea e USA in atto da quasi un ventennio in quella regione.\r\nL'Ucraina ha avuto negli ultimi anni un ruolo chiave nelle relazioni tra Russia e Unione Europea, importanti relazioni economiche dalle quali ovviamente ciascuna delle due parti ha sempre tentato di trarre il massimo profitto; relazioni che hanno attraversato numerose crisi, anche molto gravi, spesso segnate dall'intervento del Fondo Monetario Internazionale, della NATO o da quello diretto degli USA.\r\nUno scontro tra imperialismi diretto ed evidente, in cui sono in ballo grossi interessi.\r\nGli interessi per gli importanti gasdotti ucraini che permettono alla Russia di rifornire l'Europa; gli interessi strategici per il controllo del Mar Nero e della nuova frontiera che si verrebbe a creare in Ucraina tra Russia e Unione Europea; gli interessi delle aziende straniere che operano in quel paese, tra cui molte italiane; l'importanza delle regioni industrializzate dell'est ucraino, che negli scorsi anni avevano conosciuto una forte crescita produttiva, e che pesano molto sia sul mercato estero delle esportazioni che su quello interno ucraino; gli interessi coloniali e di influenza della Nato del FMI e della Russia.\r\nCi troviamo di fronte all'ennesima guerra tra forze imperialiste. Forze che sembrano avere interessi solo in parte contrapposti. Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una tregua più politica che militare, dato che sul campo continuavano a verificarsi scontri armati; tregua che proprio per la sua valenza politica ha dato modo al governo di Kiev di ratificare l'accordo di adesione all'Unione Europea e di approvare un decreto che concede una certa autonomia alle regioni “separatiste” dell'est, un passo del governo ucraino che è stato accolto con favore da Mosca. Ne è scaturito un primo accordo tra le parti per la costituzione di un'area smilitarizzata. Si ha l’impressione che, una volta consolidate le rispettive aree di influenza e posta sotto maggiore controllo politico, finanziario e militare l'Ucraina, sia interesse di tutti che le relazioni economiche ripartano il prima possibile.\r\nAncora una volta i lavoratori, come la grande maggioranza della popolazione di queste regioni, non hanno niente da guadagnare dalla guerra, ma ne subiscono solo le drammatiche conseguenze, sul piano umanitario come nelle condizioni di vita e di lavoro.\r\nParadossalmente di fronte ad uno scenario tanto chiaro di contesa e spartizione tra le potenze imperialiste, sono fortissime le connotazioni ideologiche tra gli schieramenti armati che si affrontano, costituendo un vero e proprio elemento della propaganda di guerra. In questi schieramenti cui giocano un importante ruolo milizie, mercenari, “volontari” stranieri, e formazioni armate legate direttamente a partiti politici. Queste, facendo leva sulle differenze linguistiche, culturali e religiose della regione, dividono la popolazione alimentando le vecchie forme di nazionalismo ed introducendone di nuove. La rappresentazione ideale del conflitto e delle parti che si affrontano fa sì che lo scontro imperialista si presenti attraverso le lenti della propaganda come un caleidoscopio di forze. A combattere dalla parte delle repubbliche dell'est ucraino troviamo eurasiatisti sostenitori della politica di Putin, ultraortodossi russi, cetnici serbi, nazisti polacchi, rossobruni di mezza Europa, ceceni, nazisti russi, gruppi della “sinistra” nazionalista e autoritaria. Tra le fila delle milizie che sostengono il governo di Kiev troviamo formazioni naziste e ultranazionaliste ucraine, terzoposizionisti, cosacchi, nazisti polacchi, autonomi nazionalisti, “liberali” europeisti. I caratteri di identità nazionale, culturale e religiosa sono da parte russa come da parte ucraina uno strumento della propaganda di guerra.\r\nQuesta fortissima ideologizzazione, ma soprattutto i forti interessi in gioco, che fanno girare soldi e armi, hanno portato ad una internazionalizzazione delle milizie. Per cui sono moltissimi e da tutta Europa i piccoli movimenti politici e i gruppuscoli, soprattutto della destra estrema, a inviare delegazioni e volontari combattenti in Ucraina. Anche dall'Italia andati a combattere noti fascisti, schierati soprattutto con le milizie più crudeli legate al governo di Kiev, mentre alcuni combattono anche per le regioni “separatiste” dell'est. Sul piano dell'appoggio politico vediamo come le formazioni neofasciste italiane siano divise, alcune propendono per un appoggio al governo di Kiev, altre invece, tra cui anche i gruppuscoli nazisti ed eurasiatisti rossobruni, propendono per un appoggio ai cosiddetti “filorussi” e alla politica di potenza di Putin. Ma c'è anche qualcuno che “da sinistra” ha deciso di sostenere una delle due parti in questa guerra imperialista, probabilmente attirati dal presunto carattere “antifascista” dell'autoproclamato Stato Federale della Nuova Russia; visto anche l'uso, nella propaganda di quello schieramento, di una simbologia che rimanda alla Grande Guerra Patriottica condotta dall'Unione Sovietica contro l'invasione nazista. Peccato che a fianco di tale simbologia “sovietica” si trovino presenti, spesso in modo prevalente, i simboli della chiesa ortodossa russa e soprattutto dello zarismo imperiale, tra cui la bandiera dei Romanov, nera bianca ed oro, adottata come bandiera ufficiale dallo Stato Federale di Nuova Russia il 13 agosto scorso.\r\nIl governo di Kiev rappresenta certamente la principale minaccia per i lavoratori e le popolazioni dell'Ucraina. Un governo che fa largo uso dei paramilitari nazisti, premiandone i capi conferendo loro importanti incarichi. Un governo che chiama “operazione antiterrorismo” il bombardamento delle città del suo stesso territorio, la strage e la deportazione di civili. Un governo che con la guerra sarà ancora più legato dalle potenze imperialiste: il Fondo Monetario internazionale, che già aveva imposto lo scorso anno un innalzamento delle tariffe del gas sulla pelle delle popolazione, completata la colonizzazione ad opera della NATO e indebitata l'Ucraina per altri 17 miliardi, potrà imporre al governo ucraino qualsiasi condizione.\r\nChi vuole trovare per forza “il buono” in questo scontro, e vede nella Russia una speranza o anche solo una sponda, si illude. Per la Russia il prestito dell'FMI all'Ucraina significa sempre pagamenti sicuri per il gas. Alla Russia certo interessa avere una posizione di favore per le rinnovate relazioni commerciali con l'Unione Europea. Alla Russia certo non interessano le sorti dei lavoratori o della popolazione ucraina, neanche di quella russofona. Come ci hanno dimostrato la crisi di Crimea e gli accordi degli ultimi giorni, a Mosca basta che siano consolidate le sue postazioni strategiche, basta che siano acquisite sicure posizioni di influenza politica ed economica nel nuovo scenario.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Dario Antonelli.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 09 19 dario ucraina","26 Settembre 2014","2018-10-17 22:59:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/09/gas-ucraina-200x110.jpg","Ucraina. Il grande gioco tra gas, fascisti e preti","podcast",1411755138,[],[],{"post_content":133,"post_title":138},{"matched_tokens":134,"snippet":136,"value":137},[135,61],"europeisti","nazisti polacchi, autonomi nazionalisti, “liberali” \u003Cmark>europeisti\u003C/mark>. I caratteri di identità nazionale, culturale \u003Cmark>e\u003C/mark> religiosa sono da parte russa","Quella che si sta combattendo in Ucraina non \u003Cmark>è\u003C/mark> solo una guerra civile, le forze coinvolte più o meno formalmente \u003Cmark>e\u003C/mark> gli interessi in ballo nel conflitto ci mostrano che la partita si gioca su un piano molto più complesso. Allo scontro interno alla classe dirigente ucraina infatti si sovrappone la contesa tra le potenze imperialiste.\r\nPer capirlo non c'è bisogno di ascoltare i deliri \u003Cmark>e\u003C/mark> le minacce del potente di turno, che sia Tusk, Putin o Poroshenko.\r\nCon la strage del 2 maggio scorso nella Casa dei Sindacati di Odessa, la situazione in Ucraina \u003Cmark>è\u003C/mark> precipitata in una vera \u003Cmark>e\u003C/mark> propria guerra. Una guerra che non \u003Cmark>è\u003C/mark> altro che la tragica prosecuzione dello scontro tra Russia, Unione Europea \u003Cmark>e\u003C/mark> USA in atto da quasi un ventennio in quella regione.\r\nL'Ucraina ha avuto negli ultimi anni un ruolo chiave nelle relazioni tra Russia \u003Cmark>e\u003C/mark> Unione Europea, importanti relazioni economiche dalle quali ovviamente ciascuna delle due parti ha sempre tentato di trarre il massimo profitto; relazioni che hanno attraversato numerose crisi, anche molto gravi, spesso segnate dall'intervento del Fondo Monetario Internazionale, della NATO o da quello diretto degli USA.\r\nUno scontro tra imperialismi diretto ed evidente, in cui sono in ballo grossi interessi.\r\nGli interessi per gli importanti gasdotti ucraini che permettono alla Russia di rifornire l'Europa; gli interessi strategici per il controllo del Mar Nero \u003Cmark>e\u003C/mark> della nuova frontiera che si verrebbe a creare in Ucraina tra Russia \u003Cmark>e\u003C/mark> Unione Europea; gli interessi delle aziende straniere che operano in quel paese, tra cui molte italiane; l'importanza delle regioni industrializzate dell'est ucraino, che negli scorsi anni avevano conosciuto una forte crescita produttiva, \u003Cmark>e\u003C/mark> che pesano molto sia sul mercato estero delle esportazioni che su quello interno ucraino; gli interessi coloniali \u003Cmark>e\u003C/mark> di influenza della Nato del FMI \u003Cmark>e\u003C/mark> della Russia.\r\nCi troviamo di fronte all'ennesima guerra tra forze imperialiste. Forze che sembrano avere interessi solo in parte contrapposti. Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una tregua più politica che militare, dato che sul campo continuavano a verificarsi scontri armati; tregua che proprio per la sua valenza politica ha dato modo al governo di Kiev di ratificare l'accordo di adesione all'Unione Europea \u003Cmark>e\u003C/mark> di approvare un decreto che concede una certa autonomia alle regioni “separatiste” dell'est, un passo del governo ucraino che \u003Cmark>è\u003C/mark> stato accolto con favore da Mosca. Ne \u003Cmark>è\u003C/mark> scaturito un primo accordo tra le parti per la costituzione di un'area smilitarizzata. Si ha l’impressione che, una volta consolidate le rispettive aree di influenza \u003Cmark>e\u003C/mark> posta sotto maggiore controllo politico, finanziario \u003Cmark>e\u003C/mark> militare l'Ucraina, sia interesse di tutti che le relazioni economiche ripartano il prima possibile.\r\nAncora una volta i lavoratori, come la grande maggioranza della popolazione di queste regioni, non hanno niente da guadagnare dalla guerra, ma ne subiscono solo le drammatiche conseguenze, sul piano umanitario come nelle condizioni di vita \u003Cmark>e\u003C/mark> di lavoro.\r\nParadossalmente di fronte ad uno scenario tanto chiaro di contesa \u003Cmark>e\u003C/mark> spartizione tra le potenze imperialiste, sono fortissime le connotazioni ideologiche tra gli schieramenti armati che si affrontano, costituendo un vero \u003Cmark>e\u003C/mark> proprio elemento della propaganda di guerra. In questi schieramenti cui giocano un importante ruolo milizie, mercenari, “volontari” stranieri, \u003Cmark>e\u003C/mark> formazioni armate legate direttamente a partiti politici. Queste, facendo leva sulle differenze linguistiche, culturali \u003Cmark>e\u003C/mark> religiose della regione, dividono la popolazione alimentando le vecchie forme di nazionalismo ed introducendone di nuove. La rappresentazione ideale del conflitto \u003Cmark>e\u003C/mark> delle parti che si affrontano fa sì che lo scontro imperialista si presenti attraverso le lenti della propaganda come un caleidoscopio di forze. A combattere dalla parte delle repubbliche dell'est ucraino troviamo eurasiatisti sostenitori della politica di Putin, ultraortodossi russi, cetnici serbi, nazisti polacchi, rossobruni di mezza Europa, ceceni, nazisti russi, gruppi della “sinistra” nazionalista \u003Cmark>e\u003C/mark> autoritaria. Tra le fila delle milizie che sostengono il governo di Kiev troviamo formazioni naziste \u003Cmark>e\u003C/mark> ultranazionaliste ucraine, terzoposizionisti, cosacchi, nazisti polacchi, autonomi nazionalisti, “liberali” \u003Cmark>europeisti\u003C/mark>. I caratteri di identità nazionale, culturale \u003Cmark>e\u003C/mark> religiosa sono da parte russa come da parte ucraina uno strumento della propaganda di guerra.\r\nQuesta fortissima ideologizzazione, ma soprattutto i forti interessi in gioco, che fanno girare soldi \u003Cmark>e\u003C/mark> armi, hanno portato ad una internazionalizzazione delle milizie. Per cui sono moltissimi \u003Cmark>e\u003C/mark> da tutta Europa i piccoli movimenti politici \u003Cmark>e\u003C/mark> i gruppuscoli, soprattutto della destra estrema, a inviare delegazioni \u003Cmark>e\u003C/mark> volontari combattenti in Ucraina. Anche dall'Italia andati a combattere noti fascisti, schierati soprattutto con le milizie più crudeli legate al governo di Kiev, mentre alcuni combattono anche per le regioni “separatiste” dell'est. Sul piano dell'appoggio politico vediamo come le formazioni neofasciste italiane siano divise, alcune propendono per un appoggio al governo di Kiev, altre invece, tra cui anche i gruppuscoli nazisti ed eurasiatisti rossobruni, propendono per un appoggio ai cosiddetti “filorussi” \u003Cmark>e\u003C/mark> alla politica di potenza di Putin. Ma c'è anche qualcuno che “da sinistra” ha deciso di sostenere una delle due parti in questa guerra imperialista, probabilmente attirati dal presunto carattere “antifascista” dell'autoproclamato Stato Federale della Nuova Russia; visto anche l'uso, nella propaganda di quello schieramento, di una simbologia che rimanda alla Grande Guerra Patriottica condotta dall'Unione Sovietica contro l'invasione nazista. Peccato che a fianco di tale simbologia “sovietica” si trovino presenti, spesso in modo prevalente, i simboli della chiesa ortodossa russa \u003Cmark>e\u003C/mark> soprattutto dello zarismo imperiale, tra cui la bandiera dei Romanov, nera bianca ed oro, adottata come bandiera ufficiale dallo Stato Federale di Nuova Russia il 13 agosto scorso.\r\nIl governo di Kiev rappresenta certamente la principale minaccia per i lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> le popolazioni dell'Ucraina. Un governo che fa largo uso dei paramilitari nazisti, premiandone i capi conferendo loro importanti incarichi. Un governo che chiama “operazione antiterrorismo” il bombardamento delle città del suo stesso territorio, la strage \u003Cmark>e\u003C/mark> la deportazione di civili. Un governo che con la guerra sarà ancora più legato dalle potenze imperialiste: il Fondo Monetario internazionale, che già aveva imposto lo scorso anno un innalzamento delle tariffe del gas sulla pelle delle popolazione, completata la colonizzazione ad opera della NATO \u003Cmark>e\u003C/mark> indebitata l'Ucraina per altri 17 miliardi, potrà imporre al governo ucraino qualsiasi condizione.\r\nChi vuole trovare per forza “il buono” in questo scontro, \u003Cmark>e\u003C/mark> vede nella Russia una speranza o anche solo una sponda, si illude. Per la Russia il prestito dell'FMI all'Ucraina significa sempre pagamenti sicuri per il gas. Alla Russia certo interessa avere una posizione di favore per le rinnovate relazioni commerciali con l'Unione Europea. Alla Russia certo non interessano le sorti dei lavoratori o della popolazione ucraina, neanche di quella russofona. Come ci hanno dimostrato la crisi di Crimea \u003Cmark>e\u003C/mark> gli accordi degli ultimi giorni, a Mosca basta che siano consolidate le sue postazioni strategiche, basta che siano acquisite sicure posizioni di influenza politica ed economica nel nuovo scenario.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Dario Antonelli.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 09 19 dario ucraina",{"matched_tokens":139,"snippet":140,"value":140},[61],"Ucraina. Il grande gioco tra gas, fascisti \u003Cmark>e\u003C/mark> preti",[142,144],{"field":87,"matched_tokens":143,"snippet":136,"value":137},[135,61],{"field":145,"matched_tokens":146,"snippet":140,"value":140},"post_title",[61],1157451333196841000,{"best_field_score":149,"best_field_weight":150,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":14,"score":151,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":152},"2211830366208",14,"1157451333196841074",4,{"document":154,"highlight":168,"highlights":178,"text_match":183,"text_match_info":184},{"comment_count":37,"id":155,"is_sticky":37,"permalink":156,"podcastfilter":157,"post_author":158,"post_content":159,"post_date":160,"post_excerpt":43,"post_id":155,"post_modified":161,"post_thumbnail":162,"post_title":163,"post_type":128,"sort_by_date":164,"tag_links":165,"tags":167},"89806","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-16-05-2024-elezioni-in-india-modi-attizza-il-fuoco-del-nazionalismo-hindu-georgia-riflessi-caucasici-tra-oligarchi-miliardari-aspirazioni-delle-nuove-generazioni-e-ingerenze-euro/",[107],"radiokalakuta","Bastioni di Orione con Matteo Miavaldi esperto di Asia e autore presso China Files nonchè gran conoscitore del continente indiano,parliamo delle prospettive relative alle elezioni indiane che si concluderanno il 4 giugno . Le operazioni di voto ,alquanto complesse considerando la demografia e le distanze, sono iniziate il 19 aprile per il rinnovo della Lok Sabha (Camera del popolo) che è la camera bassa del parlamento indiano che, insieme alla camera alta , il Rajya Sabha , compone l’organo legislativo indiano. Di fronte la coalizione della Alleanza Democratica Nazionale guidata dal BJP ,il partito al potere espressione del nazionalismo hindu guidato da Narendra Modi al potere da quasi 10 anni, e il partito del Congresso guidato dall'ennesimo discendente della dinastia politica dei Ghandi, Rahul.\r\n\r\nModi durante il suo governo ha implementato una politica di comunitarizzazione del paese emarginando la minoranza islamica (il 15% della popolazione quasi 200 milioni di persone ) e rinfocolando il nazionalismo hindu con atteggiamenti e dichiarazioni anche in campagna elettorali estremamente divisive e discriminatorie verso i musulmani definiti \"gli intrusi \". La modifica della legge sulla cittadinanza, l'abrogazione dell'articolo della costituzione che riconosceva l'autonomia del Kashmir con la conseguente repressione delle proteste hanno confermato la volontà di Modi di affemare come unica identità indiana quella hindu. Sul piano economica nonostante la crescita del PIl indiano permangono disuguaglianze enormi con la minoranza del 1% della popolazione che possiede il 40 % della ricchezza ,la gran parte dei lavoratori indiani è impiegato nel settore informale senza diritti e con bassi salari ,le riforme in agricoltrura hanno colpito i piccoli produttori sempre piu' impoveriti. Questi temi non hanno alcun riflesso sulla campagna elettorale del BJP che alimenta solo le pulsioni identitarie anti musulmane che evidentemente pagano di più dal punto di vista elettorale.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-160524-INDIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Simone Zoppellaro ,giornalista freelance conoscitore del Caucaso, parliamo dell situazione in Georgia dove continuano le proteste contro la legge che prevede che i media e le ong che ricevono almeno il 20 per cento dei propri fondi dall’estero debbano registrarsi come entità che «perseguono gli interessi di una potenza straniera». Indubbiamente questa legge taglierebbe le gambe a tutta una serie di attività anche di natuta culturale che coinvolgono una scena artistica e musicale estremamente vivace nella capitale georgiana ,ma al comtempo anche ad alcuni enti come USAID ,agenzia governativa statunitense spesso al centro di manovre di \"regime change\" nello spazio post-sovietico. La legge è definita legge russa ed è difesa dal partito al governo \"sogno georgiano\" che fa riferimento all'oligarca Bidzina Ivanishivili ,dominus del partito che si è arricchito a dismisura in Russia ai tempi di Eltsin. Le manifestazioni esprimono anche il genuino desiderio delle nuove generazioni per una diversa prospettiva di vita futura ,ma la presenza di cartelli scritti in inglese e le bandiere europee e americane sventolate in piazza ,l'ingerenza palese delle cancellerie euro atlantiche , fanno presupporre un tentativo di rafforzamento in funzione filo europeista dell'area caucasica strumentalizzando le proteste contro la legge e il sentimento antirusso dopo l'invasione del 2008 dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud da parte di Mosca .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-160524-ZOPPELLARO.mp3\"][/audio]","18 Maggio 2024","2024-05-18 14:16:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 16/05/2024-ELEZIONI IN INDIA ,MODI ATTIZZA IL FUOCO DEL NAZIONALISMO HINDU-GEORGIA RIFLESSI CAUCASICI TRA OLIGARCHI MILIARDARI, ASPIRAZIONI DELLE NUOVE GENERAZIONI E INGERENZE EURO ATLANTICHE.",1716041796,[166],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[113],{"post_content":169,"post_title":174},{"matched_tokens":170,"snippet":172,"value":173},[171,61],"europeista","di rafforzamento in funzione filo \u003Cmark>europeista\u003C/mark> dell'area caucasica strumentalizzando le proteste contro la legge \u003Cmark>e\u003C/mark> il sentimento antirusso dopo l'invasione","Bastioni di Orione con Matteo Miavaldi esperto di Asia \u003Cmark>e\u003C/mark> autore presso China Files nonchè gran conoscitore del continente indiano,parliamo delle prospettive relative alle elezioni indiane che si concluderanno il 4 giugno . Le operazioni di voto ,alquanto complesse considerando la demografia \u003Cmark>e\u003C/mark> le distanze, sono iniziate il 19 aprile per il rinnovo della Lok Sabha (Camera del popolo) che \u003Cmark>è\u003C/mark> la camera bassa del parlamento indiano che, insieme alla camera alta , il Rajya Sabha , compone l’organo legislativo indiano. Di fronte la coalizione della Alleanza Democratica Nazionale guidata dal BJP ,il partito al potere espressione del nazionalismo hindu guidato da Narendra Modi al potere da quasi 10 anni, \u003Cmark>e\u003C/mark> il partito del Congresso guidato dall'ennesimo discendente della dinastia politica dei Ghandi, Rahul.\r\n\r\nModi durante il suo governo ha implementato una politica di comunitarizzazione del paese emarginando la minoranza islamica (il 15% della popolazione quasi 200 milioni di persone ) \u003Cmark>e\u003C/mark> rinfocolando il nazionalismo hindu con atteggiamenti \u003Cmark>e\u003C/mark> dichiarazioni anche in campagna elettorali estremamente divisive \u003Cmark>e\u003C/mark> discriminatorie verso i musulmani definiti \"gli intrusi \". La modifica della legge sulla cittadinanza, l'abrogazione dell'articolo della costituzione che riconosceva l'autonomia del Kashmir con la conseguente repressione delle proteste hanno confermato la volontà di Modi di affemare come unica identità indiana quella hindu. Sul piano economica nonostante la crescita del PIl indiano permangono disuguaglianze enormi con la minoranza del 1% della popolazione che possiede il 40 % della ricchezza ,la gran parte dei lavoratori indiani \u003Cmark>è\u003C/mark> impiegato nel settore informale senza diritti \u003Cmark>e\u003C/mark> con bassi salari ,le riforme in agricoltrura hanno colpito i piccoli produttori sempre piu' impoveriti. Questi temi non hanno alcun riflesso sulla campagna elettorale del BJP che alimenta solo le pulsioni identitarie anti musulmane che evidentemente pagano di più dal punto di vista elettorale.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-160524-INDIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Simone Zoppellaro ,giornalista freelance conoscitore del Caucaso, parliamo dell situazione in Georgia dove continuano le proteste contro la legge che prevede che i media \u003Cmark>e\u003C/mark> le ong che ricevono almeno il 20 per cento dei propri fondi dall’estero debbano registrarsi come entità che «perseguono gli interessi di una potenza straniera». Indubbiamente questa legge taglierebbe le gambe a tutta una serie di attività anche di natuta culturale che coinvolgono una scena artistica \u003Cmark>e\u003C/mark> musicale estremamente vivace nella capitale georgiana ,ma al comtempo anche ad alcuni enti come USAID ,agenzia governativa statunitense spesso al centro di manovre di \"regime change\" nello spazio post-sovietico. La legge \u003Cmark>è\u003C/mark> definita legge russa ed \u003Cmark>è\u003C/mark> difesa dal partito al governo \"sogno georgiano\" che fa riferimento all'oligarca Bidzina Ivanishivili ,dominus del partito che si \u003Cmark>è\u003C/mark> arricchito a dismisura in Russia ai tempi di Eltsin. Le manifestazioni esprimono anche il genuino desiderio delle nuove generazioni per una diversa prospettiva di vita futura ,ma la presenza di cartelli scritti in inglese \u003Cmark>e\u003C/mark> le bandiere europee \u003Cmark>e\u003C/mark> americane sventolate in piazza ,l'ingerenza palese delle cancellerie euro atlantiche , fanno presupporre un tentativo di rafforzamento in funzione filo \u003Cmark>europeista\u003C/mark> dell'area caucasica strumentalizzando le proteste contro la legge \u003Cmark>e\u003C/mark> il sentimento antirusso dopo l'invasione del 2008 dell'Abkhazia \u003Cmark>e\u003C/mark> dell'Ossezia del Sud da parte di Mosca .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-160524-ZOPPELLARO.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":175,"snippet":177,"value":177},[176],"E","BASTIONI DI ORIONE 16/05/2024-ELEZIONI IN INDIA ,MODI ATTIZZA IL FUOCO DEL NAZIONALISMO HINDU-GEORGIA RIFLESSI CAUCASICI TRA OLIGARCHI MILIARDARI, ASPIRAZIONI DELLE NUOVE GENERAZIONI \u003Cmark>E\u003C/mark> INGERENZE EURO ATLANTICHE.",[179,181],{"field":87,"matched_tokens":180,"snippet":172,"value":173},[171,61],{"field":145,"matched_tokens":182,"snippet":177,"value":177},[176],1157451332928405500,{"best_field_score":185,"best_field_weight":150,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":14,"score":186,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":152},"2211830235136","1157451332928405618",{"document":188,"highlight":202,"highlights":208,"text_match":211,"text_match_info":212},{"comment_count":37,"id":189,"is_sticky":37,"permalink":190,"podcastfilter":191,"post_author":192,"post_content":193,"post_date":194,"post_excerpt":43,"post_id":189,"post_modified":195,"post_thumbnail":196,"post_title":197,"post_type":128,"sort_by_date":198,"tag_links":199,"tags":201},"62297","http://radioblackout.org/podcast/cronache-dellinterregno-episodio-9-verso-il-crollo-delle-certezze-la-crisi-dellideologia-dominante/",[105],"cattivipensieri","\"Nella cronaca di oggi, che è l'ultima di questo ciclo, parleremo della crisi dell'ideologia dominante, che attraversa in vario modo “coloro che stanno in basso”.\r\n\r\n\"[...]La crisi dell'ideologia dominante non è un semplice diradarsi di illusioni, non è la sostituzione dell'ideologia con una “coscienza vera” – impossibile fin tanto che il mondo non è radicalmente trasformato nella sua base materiale. La crisi dell'ideologia dominante è il crollo della sua efficacia, della sua capacità a restituire agli individui una rappresentazione immediatamente pregnante della loro quotidianità e delle loro aspirazioni; è l'erosione di una certa visione, di un certo modo di raccontare il mondo, in favore di una miriade di contro-discorsi inegualmente fondati, ma tutti accomunati da un rigetto delle ingiunzioni provenienti dai canali ufficiali.\r\n\r\nQuesto rigetto non esce dall'ideologia semplicemente perché tale uscita non è alla portata, è impossibile senza un movimento materiale che la sostenga. Ma è il massimo di critica e di sovversione che si può esprimere nella coscienza comune allorché il quadro del vecchio mondo è ancora vigente, la pace sociale si mantiene anche malgrado tensioni crescenti, e un cambio di paradigma – sia esso di segno riformista o rivoluzionario – si fa attendere.\r\n\r\nÈ un rigetto che si insinua in tutti i settori della vita sociale, dalla politica alla storia, dal diritto alla religione, dall'alimentazione alla medicina e alla scienza in generale. In ognuno di questi ambiti ce n'è davvero per tutti i gusti, da quelli più rozzi a quelli più raffinati: dal terrapiattismo all'opposizione ai vaccini, dai complottismi più grossolani alla critica argomentata dei diktat europeisti o mondialisti, dalla nostalgia dello Stato interventista – finanche nelle sue varianti di fascismo e di socialismo reale – fino al rifiuto in blocco di una storia sempre e comunque scritta dai vincitori. Nulla, salvo il fondamento stesso di questo mondo, il banale scambio fra lavoro e capitale, sfugge alle armi di questa critica, tanto virulenta quanto parcellare e incapace di unificarsi in una dottrina coerente e in un progetto di società nuova – e ciononostante pervasa da un'innegabile spinta all'auto-determinazione dei soggetti, quale che sia la ristrettezza del suo campo d'azione o la povertà dei suoi esiti – non da ultimo lo scetticismo radicale e in fondo paralizzante di fronte ad una realtà la cui conoscenza appare in fin dei conti impossibile.\"\r\n\r\n\"[...] La crisi dell'ideologia dominante e il vuoto della politica ad essa legata suggeriscono l'approssimarsi del momento in cui gli sfruttatori non potranno davvero più vivere né governare come prima. È in simili momenti, dove le certezze crollano per tutti, in basso e come in alto, che diventa infine possibile inventare il nuovo che nell'Interregno non può nascere. Ciò vale per quelli che stanno in basso come per quelli che stanno in alto.\"\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/cronaca-9def.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta gli episodi precedenti qui\r\n\r\nPer impressioni, quesiti e critiche in merito a questo ciclo di approfondimenti: interregno@canaglie.org\r\n\r\n-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------","14 Luglio 2020","2020-07-14 12:19:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/Vanitas-by-Von-Fäckl-200x110.jpg","Cronache dell'Interregno - Episodio 9 - Verso il crollo delle certezze: la crisi dell'ideologia dominante",1594729149,[200],"http://radioblackout.org/tag/cronache-dellinterregno/",[115],{"post_content":203},{"matched_tokens":204,"snippet":206,"value":207},[205],"è","Nella cronaca di oggi, che \u003Cmark>è\u003C/mark> l'ultima di questo ciclo, parleremo","\"Nella cronaca di oggi, che \u003Cmark>è\u003C/mark> l'ultima di questo ciclo, parleremo della crisi dell'ideologia dominante, che attraversa in vario modo “coloro che stanno in basso”.\r\n\r\n\"[...]La crisi dell'ideologia dominante non \u003Cmark>è\u003C/mark> un semplice diradarsi di illusioni, non \u003Cmark>è\u003C/mark> la sostituzione dell'ideologia con una “coscienza vera” – impossibile fin tanto che il mondo non \u003Cmark>è\u003C/mark> radicalmente trasformato nella sua base materiale. La crisi dell'ideologia dominante \u003Cmark>è\u003C/mark> il crollo della sua efficacia, della sua capacità a restituire agli individui una rappresentazione immediatamente pregnante della loro quotidianità \u003Cmark>e\u003C/mark> delle loro aspirazioni; \u003Cmark>è\u003C/mark> l'erosione di una certa visione, di un certo modo di raccontare il mondo, in favore di una miriade di contro-discorsi inegualmente fondati, ma tutti accomunati da un rigetto delle ingiunzioni provenienti dai canali ufficiali.\r\n\r\nQuesto rigetto non esce dall'ideologia semplicemente perché tale uscita non \u003Cmark>è\u003C/mark> alla portata, \u003Cmark>è\u003C/mark> impossibile senza un movimento materiale che la sostenga. Ma \u003Cmark>è\u003C/mark> il massimo di critica \u003Cmark>e\u003C/mark> di sovversione che si può esprimere nella coscienza comune allorché il quadro del vecchio mondo \u003Cmark>è\u003C/mark> ancora vigente, la pace sociale si mantiene anche malgrado tensioni crescenti, \u003Cmark>e\u003C/mark> un cambio di paradigma – sia esso di segno riformista o rivoluzionario – si fa attendere.\r\n\r\n\u003Cmark>È\u003C/mark> un rigetto che si insinua in tutti i settori della vita sociale, dalla politica alla storia, dal diritto alla religione, dall'alimentazione alla medicina \u003Cmark>e\u003C/mark> alla scienza in generale. In ognuno di questi ambiti ce n'è davvero per tutti i gusti, da quelli più rozzi a quelli più raffinati: dal terrapiattismo all'opposizione ai vaccini, dai complottismi più grossolani alla critica argomentata dei diktat \u003Cmark>europeisti\u003C/mark> o mondialisti, dalla nostalgia dello Stato interventista – finanche nelle sue varianti di fascismo \u003Cmark>e\u003C/mark> di socialismo reale – fino al rifiuto in blocco di una storia sempre \u003Cmark>e\u003C/mark> comunque scritta dai vincitori. Nulla, salvo il fondamento stesso di questo mondo, il banale scambio fra lavoro \u003Cmark>e\u003C/mark> capitale, sfugge alle armi di questa critica, tanto virulenta quanto parcellare \u003Cmark>e\u003C/mark> incapace di unificarsi in una dottrina coerente \u003Cmark>e\u003C/mark> in un progetto di società nuova – \u003Cmark>e\u003C/mark> ciononostante pervasa da un'innegabile spinta all'auto-determinazione dei soggetti, quale che sia la ristrettezza del suo campo d'azione o la povertà dei suoi esiti – non da ultimo lo scetticismo radicale \u003Cmark>e\u003C/mark> in fondo paralizzante di fronte ad una realtà la cui conoscenza appare in fin dei conti impossibile.\"\r\n\r\n\"[...] La crisi dell'ideologia dominante \u003Cmark>e\u003C/mark> il vuoto della politica ad essa legata suggeriscono l'approssimarsi del momento in cui gli sfruttatori non potranno davvero più vivere né governare come prima. \u003Cmark>È\u003C/mark> in simili momenti, dove le certezze crollano per tutti, in basso \u003Cmark>e\u003C/mark> come in alto, che diventa infine possibile inventare il nuovo che nell'Interregno non può nascere. Ciò vale per quelli che stanno in basso come per quelli che stanno in alto.\"\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/cronaca-9def.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta gli episodi precedenti qui\r\n\r\nPer impressioni, quesiti \u003Cmark>e\u003C/mark> critiche in merito a questo ciclo di approfondimenti: interregno@canaglie.org\r\n\r\n-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------",[209],{"field":87,"matched_tokens":210,"snippet":206,"value":207},[205],1155199534322679800,{"best_field_score":213,"best_field_weight":150,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":214,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":152},"1112319197184","1155199534322679921",6637,{"collection_name":128,"first_q":25,"per_page":29,"q":25},25,["Reactive",219],{},["Set"],["ShallowReactive",222],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fLyldXLIVQPU6OhQiD4nYGpYYq_6nRowe2WlFj8OWUSA":-1},true,"/search?query=europeismo+e+sovranismo"]