","31 ottobre - A Evros, contro il muro della fortezza Europa","post",1446250620,[61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/evros/","http://radioblackout.org/tag/fortezza-europa/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[22,32,15,17,24],{"post_content":68,"post_title":73,"tags":76},{"matched_tokens":69,"snippet":71,"value":72},[70],"Evros","andranno sabato 31 ottobre a \u003Cmark>Evros\u003C/mark>, sul confine greco-turco, per protestare","Nonostante le belle parole empie di retorica dei leader dell'UE, i naufragi di migranti nel mar Mediterraneo continuano con una frequenza spaventosa. Non passa ormai settimana senza che una nuova tragedia del mare occupi le prime pagine dei giornali.\r\nContro questa ipocrita indignazione, per un intervento radicale là dove i muri della Fortezza Europa si ergono, migliaia di compagn* andranno sabato 31 ottobre a \u003Cmark>Evros\u003C/mark>, sul confine greco-turco, per protestare contro la barriera fisica che costringe tanti migranti a scegliere la via del mare, talvolta morendovi nella traversata...\r\nAscolta la diretta con Niki, compagna di Salonicco, che presenta l'iniziativa di sabato 31 ottobre\r\n\r\nniki_no_muro_evros\r\n\r\n L'appello del Coordinamento contro le recinzioni di \u003Cmark>Evros\u003C/mark> \r\nOgni giorno, migliaia di persone perseguitate dai bombardamenti occidentali, regimi totalitari e violenza integralista, sradicati dalla povertà estrema e dalla \"crescita\" delle imprese, lottano per attraversare le frontiere e venire in Europa. Sono guidati dalla lotta per la sopravvivenza, in cerca di una vita di pace e dignità. In migliaia sono annegati sulle coste del Mediterraneo; ma quelli che riescono a raggiungere gli Stati europei vivi, si trovano di fronte a campi di detenzione, attacchi fascisti e razzisti, violenza della polizia e sciacallaggio, o vengono utilizzati come forza lavoro a basso costo e facilmente sfruttabile.\r\nI leader europei, che invocano tutti ipocritamente il loro presunto umanesimo, si concentrano sul rafforzamento dei controlli alle frontiere, l’aumento degli eserciti e di Frontex, dei campi di detenzione, deportazione e rimpatri forzati, rivelando così il vero volto della Fortezza-Europa.\r\nLa recinzione ad \u003Cmark>Evros\u003C/mark> (al confine tra la Turchia e la Grecia) non è solo il simbolo di esclusione, demonizzazione dello \"straniero\" e protezione della sicurezza nazionale ed europea a tutti i costi, ma anche la causa per cui tutte queste persone sono annegate nel Mar Egeo e nel Mar Mediterraneo. Le recinzioni forzano i rifugiati e gli immigrati a seguire pericolose rotte marittime per attraversare le frontiere. L'evidenza mostra che da quando è stata costruita la recinzione, le persone che sono annegate nel Mar Egeo sono schizzate alle stelle e il numero continuerà a crescere, visto che nessun filo spinato potrà fermare un uomo o una donna che combatte per la sopravvivenza e una vita dignitosa.\r\nAbbiamo creato il Coordinamento contro le recinzioni di \u003Cmark>Evros\u003C/mark> per abbattere la recinzione, aprire le frontiere e fermare la tragedia umana nel Mediterraneo. Gruppi e individui si sono incontrati per unire le forze, ognuno con un diverso portato ideologico, uniti dalla comune convinzione che fermare l'incubo dei confini macchiati di sangue è una questione che riguarda tutta la società e i movimenti. Le assemblee del team di coordinamento sono aperte e orizzontali in un processo che persegue il coordinamento e la cooperazione con iniziative simili, sia in Grecia che all'estero, visto che la questione dei confini riguarda tutti noi.\r\nNon possiamo rimanere in silenzio di fronte alla morte. Fino a quando il recinto è lì e le frontiere sono chiuse, lo Stato greco e l'Unione europea stanno commettendo l'uccisione di migliaia di migranti e rifugiati sulle coste del Mediterraneo, che muoiono dentro “carrette del mare” di trafficanti di esseri umani.\r\nPer questo chiamiamo a una mobilitazione, una manifestazione a \u003Cmark>Evros\u003C/mark> contro il muro e le frontiere, Sabato 31 Ottobre 2015.\r\n\r\n• Libera circolazione dei rifugiati e degli migranti\r\n\r\n• Documenti per tutti - Nessuna deportazione\r\n\r\n• No ai campi di detenzione\r\n\r\n• Contro la Fortezza-Europa\r\n\r\n• La nostra solidarietà abbatterà le recinzioni e le frontiere\r\n\r\nSABATO 31 OTTOBRE MANIFESTAZIONE ALLE RECENZIONI DI \u003Cmark>EVROS\u003C/mark>\r\n\r\nBus in partenza da Salonicco a 8:00 dalla Statua della Venizelos (Prenotazioni: +30 6949591336, +30 6970395852)\r\n\r\nTratto dal sito del coordinamento contro le recinzioni, traduzione dall'inglese a cura di Dinamopress",{"matched_tokens":74,"snippet":75,"value":75},[70],"31 ottobre - A \u003Cmark>Evros\u003C/mark>, contro il muro della fortezza Europa",[77,80,82,84,86],{"matched_tokens":78,"snippet":79},[22],"\u003Cmark>evros\u003C/mark>",{"matched_tokens":81,"snippet":32},[],{"matched_tokens":83,"snippet":15},[],{"matched_tokens":85,"snippet":17},[],{"matched_tokens":87,"snippet":24},[],[89,94,97],{"field":35,"indices":90,"matched_tokens":91,"snippets":93},[47],[92],[22],[79],{"field":95,"matched_tokens":96,"snippet":75,"value":75},"post_title",[70],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":71,"value":72},"post_content",[70],578730123365712000,{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":39,"num_tokens_dropped":47,"score":104,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},"1108091339008",13,"578730123365711979",{"document":106,"highlight":121,"highlights":126,"text_match":129,"text_match_info":130},{"cat_link":107,"category":108,"comment_count":47,"id":109,"is_sticky":47,"permalink":110,"post_author":50,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":53,"post_id":109,"post_modified":113,"post_thumbnail":114,"post_thumbnail_html":115,"post_title":116,"post_type":58,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":120},[44],[46],"88085","http://radioblackout.org/2024/03/grecia-criminalizzazione-delle-migrazioni-e-militarizzazione-dei-confini/","Con Giulio, che da molti anni vive ad Atene ed è attivo nelle lotte e nella solidarietà ai migranti, abbiamo provato a capire come sia cambiato il panorama delle migrazioni in Grecia negli ultimi anni e a 9 mesi dal più grande naufragio del Mediterraneo. Da un lato, la militarizzazione continua ai confini di terra e marittimi tra fondi e tecnologie europei e spinte nazionalistiche. Dall'altro l'atto stesso di migrare é sempre più l'oggetto diretto di una campagna di repressione che porta a esclusione, isolamento, processi a migranti e solidali, e richieste di condanna di migliaia di anni.\r\nSino al naufragio di Pylos dove una nave è affondata con quasi un migliaio di persone a bordo, botte, intimidazioni e respingimenti erano normali sia dalle isole vicine alla costa turca, sia lungo il confine terrestre, pesantemente militarizzato lungo il fiume Evros. Si calcola per approssimazione che nell’anno precedente al naufragio ci siano stati 500.000 pushback. Chi è annegato a Pylos tentava di raggiungere direttamente l’Italia evitando la Grecia.\r\nSecondo la testimonianza di alcuni sopravvissuti la barca è colata a picco, dopo che una nave della guardia costiera greca ha tentato di trainarla fuori dalle acque territoriali elleniche.\r\nLa forte indignazione per la strage del 14 giugno 2023 ha fatto si che il governo greco allentasse la pressione sulle frontiere e gli sbarchi riprendessero.\r\nDopo il naufragio 9 persone sono state arrestate con l’accusa di essere trafficanti e rischiano pene gravissime. In Grecia è pratica abituale individuare alcuni migranti che, per avere il passaggio hanno accettato di condurre la barca o, sulla frontiera terrestre, guidano un’auto piena di senza carte, arrestarli e accusarli di lucrare sulle vite degli altri migranti. I processi contro queste persone sono fatti senza nessuna possibilità di difesa: niente traduzioni, avvocati d’ufficio nominati il giorno del processo. In media questi processi durano intorno ai 38 minuti.\r\nUn duro colpo a chi lotta è stato lo sgombero del campo autogestito di Lavrio, aperto negli anni Ottanta per accogliere oppositori politici turchi e curdi.\r\nChi non viene respinto per strada finisce in campi lontani dai centri urbani, dove è permesso uscire solo a chi ha fornito i propri dati biometrici.\r\nIn questi anni quasi tutte le strutture autogestite sono state sgomberate e buona parte parte di quelle statali sono state chiuse.\r\nIl gruppo di cui fa parte Giulio gestisce una biblioteca mobile che distribuisce libri in diverse lingue. Ogni settimana vanno in uno dei sei campi che si trovano tra i 50 e i 100 chilometri da Atene, ed aprono il loro furgone/biblioteca. Dentro non possono entrare ed anche stare fuori per intercettare quelli che possono uscire non è facile, perché spesso le guardie private incaricate della sorveglianza mettono i bastoni tra le ruote.\r\nOltre ai campi per richiedenti asilo ci sono le prigioni per clandestini in attesa di espulsione, che funzionano in modo simile ai nostri CPR. Con un’importante differenza: la Grecia ha pochi accordi per rimpatrio.\r\nNe consegue che chi finisce impigliato nella rete repressiva passa un anno e mezzo in galera amministrativa, poi torna in strada clandestino, finché non viene ripescato o riesce a lasciare la Grecia. Un feroce gioco dell’oca.\r\n\r\nAscolta la diretta con Giulio D’Errico, un compagno che vive ad Atene da molti anni:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024-03-19-giulio-grecia-migranti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","19 Marzo 2024","2024-03-19 15:57:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/LP_11152959-e1583498157545-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/LP_11152959-e1583498157545-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/LP_11152959-e1583498157545-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/LP_11152959-e1583498157545-1024x682.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/LP_11152959-e1583498157545-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/LP_11152959-e1583498157545.jpg 1201w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Grecia: criminalizzazione delle migrazioni e militarizzazione dei confini",1710863834,[63,64,119],"http://radioblackout.org/tag/pylos/",[15,17,20],{"post_content":122},{"matched_tokens":123,"snippet":124,"value":125},[70],"pesantemente militarizzato lungo il fiume \u003Cmark>Evros\u003C/mark>. 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Oggi ospita un vertice, che di fatto è nuovamente un mercato in cui l’UE tratta con diversi paesi africani il contrasto dei flussi migratori, di fatto l’ennesimo tentativo di esternalizzazione della repressione.\r\n\r\nL’11 e 12 novembre a Malta l’Unione europea incontra i leader africani per convincerli a fermare i migranti. La Slovenia ha annunciato di voler costruire un muro di filo spinato ai confini con per fermare il flusso di migranti. La Germania intende ripristinare il regolamento di Dublino anche per i profughi siriani, che potrebbero essere rispediti nel primo paese in cui sono sbarcati.\r\nIl vertice di Malta tra Ue e Paesi africani dovrebbe, nelle speranze di Bruxelles, riuscire a trovare un accordo su un piano basato principalmente su due punti: fermare le partenze dai paesi di origine e accelerare il rimpatrio dei migranti giunti in Europa. Obiettivi che Bruxelles conta di raggiungere mettendo su piatto 1,5 miliardi di euro destinati alla cooperazione (a fronte di 9,2 miliardi per gestire l’emergenza alle frontiere) ma anche favorendo, a partire dai primi mesi del 2016, missioni di funzionari africani in Europa proprio per facilitare le operazioni di identificazione e quindi i rimpatri.\r\nA La Valletta si ritroveranno 63 capi di Stato e di governo dell’Ue e africani, compresi i rappresentanti di dittature come l’Eritrea con i quali Bruxelles ha scelto di dialogare.\r\nIl nodo resta la tenuta sempre più improbabile di un’Europa sempre più divisa. Il sistema di Shengen è già saltato nei fatti. I tecnocrati di Bruxelles non vogliono ulteriori tentennamenti politici sulle misure d’emergenza per la gestione dei flussi migratori: sistema hotspot e implementazione dei progetti più tecnologicamente sofisticati per il monitoraggio dei confini sotto la supervisione dell’agenzia Frontex. Così protagonista del vertice di oggi sarà una bozza di interventi pre-selezionati, tre paginette e 18 punti diffusa ieri dal sito di controinformazione StateWatch. Al primo punto si prevede una rapida partenza — entro il 16 novembre — degli hotspot in Grecia e Italia (oltre a Lampedusa, l’unico già pronto, in Italia mancano ancora Pozzallo, Porto Empedocle, Augusta, Taranto e Trapani mentre in Grecia si devono attivare Lesbo, Chios, Samos, Lekos e Kos). In questi punti-caldi i «facilitatori» di Frontex e dell’ Easo dovranno mettere in funzione i macchinari per il rilevamento digitale delle impronte e utilizzare le procedure integrate di identificazione e scambio di informazioni di intelligence.\r\nL’UE vorrebbe stabilire clausole per il rimpatrio dei migranti in cambio di incentivi economici. I primi paesi interessati da questi corridoi disumani saranno: Afganistan, Marocco, Nigeria, Pakistan, Tunisia e Turchia. In una seconda fase, entro gennaio, dovrebbero poi essere definiti gli accordi migranti-in-cambio-di-denaro con Etiopia, Niger, nuovamente con il Pakistan, e con la Serbia, paesi con i quali, si dice, sono già stati avviati i primi contatti. Sempre nella logica del do ut des alla Turchia, investita da un ruolo cardine nell’intero sistema di gestione dei flussi, si riconosce la liberalizzazione dei visti d’ingresso nei 28 paesi dell’Ue per i suoi cittadini nel contesto di accordi di cooperazione rafforzata.\r\nNel documento preparato dagli alti burocrati si sottolinea l’esigenza di estendere progressivamente il ruolo dei funzionari di Frontex alle frontiere europee fino al dispiegamento di squadre denominate «Rabit», acronimo di rapid border intervention teams. Il nome è meno fantasioso di ciò che appare: «Jo Rabit» era il nome della missione 2010–2011 per la costruzione del muro anti-immigrazione lungo il fiume Evros tra Grecia e Turchia, considerata da Frontex come il suo più grande successo, incluso la gestione di oltre 100 giornalisti e le accuse di violazione dei diritti umani. Allora in quattro mesi di supporto alle guardie di frontiera turche e greche con 576 funzionari di Frontex, il costo fu 5,5 milioni di euro. I costi umani, nel report finale, non sono menzionati.\r\nOra con team simili, in tandem con l’agenzia Eurojust, si studia la realizzazione di hotspot anche ai confini dei Balcani, insieme a percorsi-chiave per incanalare i profughi. La pressione dei migranti alle frontiere è prevista costante, visto che il piano è quinquennale, fino al 2020. Ma — e questo sarà probabilmente il nodo della discussione a La Valletta – nell’agenda precompilata si prevede anche un periodo di sospensione dell’accordo di Schengen: l’estate prossima, tra il 1 maggio e il 31 ottobre, verrebbero ripristinati i controlli anche alle frontiere interne.\r\n\r\nLa rete No Border ha lanciato un appello a due giorni di informazione e lotta in occasione del vertice di Malta.\r\n\r\nQui potete leggere l’appello “voi crescete recinzioni, noi cresciamo tenaglie”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Elodie della rete No Border.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015-11-10-elodie-malta","11 Novembre 2015","2015-11-12 13:04:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/no-fences-no-borders_0-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"188\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/no-fences-no-borders_0-188x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/no-fences-no-borders_0-188x300.jpg 188w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/no-fences-no-borders_0.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 188px) 100vw, 188px\" />","Malta. 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In una seconda fase, entro gennaio, dovrebbero poi essere definiti gli accordi migranti-in-cambio-di-denaro con Etiopia, Niger, nuovamente con il Pakistan, e con la Serbia, paesi con i quali, si dice, sono già stati avviati i primi contatti. Sempre nella logica del do ut des alla Turchia, investita da un ruolo cardine nell’intero sistema di gestione dei flussi, si riconosce la liberalizzazione dei visti d’ingresso nei 28 paesi dell’Ue per i suoi cittadini nel contesto di accordi di cooperazione rafforzata.\r\nNel documento preparato dagli alti burocrati si sottolinea l’esigenza di estendere progressivamente il ruolo dei funzionari di Frontex alle frontiere europee fino al dispiegamento di squadre denominate «Rabit», acronimo di rapid border intervention teams. 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Ma — e questo sarà probabilmente il nodo della discussione a La Valletta – nell’agenda precompilata si prevede anche un periodo di sospensione dell’accordo di Schengen: l’estate prossima, tra il 1 maggio e il 31 ottobre, verrebbero ripristinati i controlli anche alle frontiere interne.\r\n\r\nLa rete No Border ha lanciato un appello a due giorni di informazione e lotta in occasione del vertice di Malta.\r\n\r\nQui potete leggere l’appello “voi crescete recinzioni, noi cresciamo tenaglie”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Elodie della rete No Border.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015-11-10-elodie-malta",[159],{"field":98,"matched_tokens":160,"snippet":156,"value":157},[70],{"best_field_score":131,"best_field_weight":132,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":133,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":22,"per_page":164,"q":22},6,4,{"facet_counts":167,"found":14,"hits":190,"out_of":267,"page":19,"request_params":268,"search_cutoff":36,"search_time_ms":19},[168,174],{"counts":169,"field_name":172,"sampled":36,"stats":173},[170],{"count":19,"highlighted":171,"value":171},"Harraga","podcastfilter",{"total_values":19},{"counts":175,"field_name":35,"sampled":36,"stats":188},[176,178,179,180,182,184,186],{"count":19,"highlighted":177,"value":177},"lotta",{"count":19,"highlighted":15,"value":15},{"count":19,"highlighted":30,"value":30},{"count":19,"highlighted":181,"value":181},"antirazzismo",{"count":19,"highlighted":183,"value":183},"muro di evros",{"count":19,"highlighted":185,"value":185},"war on migrants",{"count":19,"highlighted":187,"value":187},"guerra tra poveri",{"total_values":189},7,[191,241],{"document":192,"highlight":209,"highlights":227,"text_match":129,"text_match_info":238},{"comment_count":47,"id":193,"is_sticky":47,"permalink":194,"podcastfilter":195,"post_author":196,"post_content":197,"post_date":198,"post_excerpt":199,"post_id":193,"post_modified":200,"post_thumbnail":201,"post_title":202,"post_type":203,"sort_by_date":204,"tag_links":205,"tags":208},"8128","http://radioblackout.org/podcast/grecia-il-muro-di-evros-e-la-guerra-allimmigrazione/",[],"anarres","La Grecia ha deciso: il muro lungo il confine con la Turchia si farà. Lo ha annunciato il ministro \"per la protezione dei cittadini\" Michalis Chrisochoidis. L'Unione Europea non finanzierà il progetto, peraltro caldeggiato da Sarkozy, ma non si opporrà a quello che l'incaricata UE Cecilia Malmström, ha definito un \"affare interno\".\r\nLa pressione dell’estrema destra xenofoba, che i sondaggi danno in crescita, il tentativo di spezzare il fronte della lotta di classe giocando la carta della guerra tra poveri, sono all’origine della scelta di dare una ulteriore svolta disciplinare all’immigrazione nel paese ellenico.\r\nMolti immigrati sono afgani, spesso minorenni, cui è negato l’asilo politico o il riconoscimento dello status di profughi, perché provengono da una paese “democratico” e non hanno “motivo” di fuggire.\r\nTanti si ammassano in campi di fortuna alle spalle di Patrasso, nella speranza di guadagnare un passaggio clandestino verso l’Italia. 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