","Reggio Emilia. Riqualificazioni escludenti","post",1593523125,[47,48,49,50],"http://radioblackout.org/tag/ex-officine-reggiane/","http://radioblackout.org/tag/reggio-emilia/","http://radioblackout.org/tag/riqualificazioni-escludenti/","http://radioblackout.org/tag/via-paradisi/",[19,17,21,15],{"post_content":53,"tags":60},{"matched_tokens":54,"snippet":58,"value":59},[55,56,57],"ex","Officine","Reggiane","dell’enorme area industriale dismessa delle \u003Cmark>ex\u003C/mark> \u003Cmark>Officine\u003C/mark> \u003Cmark>Reggiane\u003C/mark>. Gli appetiti sono molti e","Un progetto di riqualificazione escludente sta investendo l’area nei pressi della stazione ferroviaria, una zona molto vicina al centro abitata da poveri ed immigrati. L’amministrazione comunale è altresì impegnata nella gestione dell’enorme area industriale dismessa delle \u003Cmark>ex\u003C/mark> \u003Cmark>Officine\u003C/mark> \u003Cmark>Reggiane\u003C/mark>. Gli appetiti sono molti e per i poveri si prepara un destino di ulteriore marginalità.\r\n\r\nIl gruppo degli “architetti indipendenti” ha preso posizione con un documento molto critico sull’intera operazione di cui è protagonista l’amministrazione comunale.\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci:\r\n\r\n“La zona di via Turri – via Paradisi è racchiusa come un bozzolo tra la ferrovia, il sovrappasso di via del Partigiano ed il residuo tessuto di una lontana zona industriale di un tratto di via Emilia. Un quadrilatero di 350 metri di lunghezza e 100 metri di profondità che ha visto la concentrazione su via Turri di innumerevoli progetti voluti dalle amministrazioni comunali avvicendatesi nel corso degli ultimi 20 anni (Reggio Sicura – Parco Paulonie – Piazza D. Secchi – Patto per la convivenza – Piano di riqualificazione zona stazione, mediatore di quartiere, Centro sociale Reggio est, tra gli altri) e l’investimento di molte risorse pubbliche. L’attuale amministrazione, a febbraio 2020 proprio pochi giorni prima del lock down, ha annunciato un nuovo progetto chiamato Area 902_ Abitare Solidale. Un progetto da realizzarsi in sei differenti fasi/stralci e che prevede “un ampio programma di rigenerazione urbana di edifici e aree di interesse pubblico, privilegiando il recupero edilizio e l’incremento della qualità abitativa e delle infrastrutture esistenti sia per la mobilità che per le funzioni di interesse collettivo del quartiere”.\r\n(...)\r\nRiteniamo inaccettabile come siano stati ignorati gli aspetti più elementari del rispetto e della sensibilità degli individui quando, come in questo caso, si è progettato di privare della propria casa una persona, con tutto quel che rappresenta per ciascuno di noi la propria abitazione. Consideriamo una grave violenza il fatto che i residenti siano venuti a conoscenza attraverso i media di un progetto tanto impattante sulle loro esistenze. E ancora più grave l’aver comunicato la possibilità di apporre il vincolo preordinato di esproprio preliminarmente ad ogni fase interlocutoria, collocando i residenti fin da subito con le spalle al muro, con l’angoscia di sedersi ad un tavolo aprendo il confronto con delegati del comune con una tale spada di Damocle sulla testa.\r\n(…)\r\n\r\nLa parola “riqualificazione” è un termine passpartout ormai abusato dalle amministrazioni, come i termini rigenerazione, rivitalizzazione, innovazione. Chi infatti vuole presentarsi contrario a migliorare una situazione? Chi si arrischia ad opporsi ad un cambiamento presentato come virtuoso? Questo progetto, Area 902_ Abitare Solidale, viene calato dall’alto in una realtà considerata scomoda. E come i progetti calati dall’alto risponde a esigenze poste dall’alto.\r\n\r\n(…)\r\n\r\nUna volta allontanate le persone residenti dalle due palazzine, sostituite con nuove figure, in che termini l’amministrazione ritiene che la vita dell’area migliori? Che benefici apporteranno sull’area i nuovi residenti o i city users che per definizione sono Individui che si recano in città transitoriamente per consumare servizi pubblici e privati, non motivati da esigenze lavorative (come i pendolari), ma unicamente ricreative, culturali e commerciali?”\r\n\r\nCe ne ha parlato Simone Ruini di architetti indipendenti.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-30-ruini-gentri-reggio.mp3\"][/audio]",[61,66,68,70],{"matched_tokens":62,"snippet":65},[55,63,64],"officine","reggiane","\u003Cmark>ex\u003C/mark> \u003Cmark>officine\u003C/mark> \u003Cmark>reggiane\u003C/mark>",{"matched_tokens":67,"snippet":17},[],{"matched_tokens":69,"snippet":21},[],{"matched_tokens":71,"snippet":15},[],[73,78],{"field":22,"indices":74,"matched_tokens":75,"snippets":77},[33],[76],[55,63,64],[65],{"field":79,"matched_tokens":80,"snippet":58,"value":59},"post_content",[55,56,57],1736172819517538300,{"best_field_score":83,"best_field_weight":84,"fields_matched":85,"num_tokens_dropped":33,"score":86,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":33},"3315704398080",13,2,"1736172819517538410",3,6646,{"collection_name":44,"first_q":19,"per_page":90,"q":19},6,{"facet_counts":92,"found":87,"hits":104,"out_of":188,"page":14,"request_params":189,"search_cutoff":23,"search_time_ms":190},[93,101],{"counts":94,"field_name":99,"sampled":23,"stats":100},[95,97],{"count":85,"highlighted":96,"value":96},"frittura mista",{"count":14,"highlighted":98,"value":98},"Macerie su macerie","podcastfilter",{"total_values":85},{"counts":102,"field_name":22,"sampled":23,"stats":103},[],{"total_values":33},[105,133,155],{"document":106,"highlight":120,"highlights":125,"text_match":128,"text_match_info":129},{"comment_count":33,"id":107,"is_sticky":33,"permalink":108,"podcastfilter":109,"post_author":110,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":39,"post_id":107,"post_modified":113,"post_thumbnail":114,"post_title":115,"post_type":116,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":119},"83619","http://radioblackout.org/podcast/speciale-sul-3-luglio-1969-a-torino-giornata-di-lotta-in-corso-traiano/",[96],"fritturamista","Eccoci alla nostra terza trasmissione dedicata alla memoria: correva l’anno 1969 nei giorni 3 e 4 luglio, cinquantaquattro anni fa, e a Torino andava in scena la rivolta di corso Traiano.\r\n\r\nIl 3 luglio 1969 arriva dopo più di 50 gg di lotta, la primavera di Mirafiori inizia l'11 aprile '69 con il primo sciopero interno da 20 anni per protestare contro l'uccisione di due lavoratori da parte della polizia a Battipaglia... poi il 13 maggio i lavoratori prolungano lo sciopero indetto dal sindacato di una ora in maniera autonoma e ne allargano la piattaforma rivendicativa. durante i seguenti mesi la lotta coinvolge tutta Mirafiori ed inizia ad allargarsi agli altri stabilimenti. Iniziano a radicarsi sempre di più strutture assembleari e metodi autorganizzativi autonomi. diventa l'atto della riscossa operaia, la resistenza di una periferia nata e cresciuta in nome e per conto della Fiat, la comparsa dell'operaio massa, la sconfitta del sindacato e la nascita delle organizzazioni extraparlamentari degli anni 70. Corso Traiano apre un ciclo di lotte che si svilupperanno negli anni 70, agli stessi cancelli di Mirafiori, vedendo crescere la classe operaia fino al suo punto di forza più elevato. Mirafiori è il teatro sociale e politico di una nuova figura operaia, quella dell'operaio massa, generalmente immigrato dal sud, non qualificato che rompe la tradizione torinese dell'operaio specializzato, di cultura PCI, fortemente inquadrato nel sindacato, con una tradizione lavorista che lo ha sempre portato a rivendicare diritti in base alle proprie capacità produttive. L'operaio massa spazza via questa figura, relegandola ad una nicchia in fabbrica, e proprio nella Torino modellata per nome e per conto della Fiat, quella che \"non affitta case a meridionali\", questa nuova figura pone sul piatto del conflitto tutto, mettendo in crisi, quel sistema di contrattazione e di gestione che il sindacato era diventato per i movimenti operai.\r\n\r\nBasta mere rivendicazioni professionali, le lotte dell'operaio massa nascono libere, slegate da qualsiasi imbrigliamento del connubio capitale-sindacato, e danno vita a nuove pratiche del conflitto, che si adattano al presente, che sono realmente incisive contro il nuovo assetto del capitale, mettendolo decisamente in crisi. Abbiamo scelto di farci aiutare nella narrazione degli avvenimenti del romanzo di Nanni Balestrini Vogliamo tutto: https://ia804606.us.archive.org/4/items/vogliamo-tutto/Vogliamo%20tutto.pdf\r\n\r\n\r\n\r\nIl \"Vogliamo Tutto\" del romanzo è la piattaforma di uomini e donne che iniziano, insieme alle prime forme dell'Autonomia, a parlare di rifuto del lavoro, fabbrica sociale, di qualità della vita di bisogni sociali. La lotta alla Fiat diviene la scuola per tutti i compagni e le compagne che mirano ad una trasformazione radicale dell'esistente. La rivolta di corso Traiano esemplifica tutto ciò, nel giorno di una manifestazione slegata ed in conflitto con il sindacato, militarizzata dalla Questura di Torino, che vuole portare nel cuore della metropoli le lotte della fabbrica, si sviluppa uno dei momenti più alti nel conflitto cittadino, dopo quelle di piazza Statuto del 1963, vedendo mirafiori e la prima periferia torinese, ingaggiare la battaglia con le autoblindo fino a tarda notte. Una rivolta dispiegata: dalle strade ai balconi dei palazzi, da corso Traiano a Nichelino, gli scontri si moltiplicano e le forze dell'ordine sono costrette a riparare in difesa, rispetto a quella che sarà la forza del conflitto operaio e sociale. In compagnia di Dino Antonioni, ex operaio FIAT della Meccaniche di Mirafiori, che in quell'epoca è stato parte attiva delle assemblee nelle officine, abbiamo raccontato la giornata del 3 luglio 1969 e come ci si è arrivati. La narrazione della lotta è stata scandita anche da alcune letture tratte da \"La rivolta di Corso Traiano. Torino, 3 luglio 1969\" di Diego Giachetti e alcuni audio inediti registrati fino al 1999 e racchiusi in una pubblicazione (2 audio CD) indipendente \"Voci e suoni intorno a un giorno di rivolta\" (curato da CRAC autoproduzioni sotterranee) che potete scaricare integralmente qui: CD1 CD2\r\n\r\nOspite speciale della puntata Giacomo in prestito dalla trasmissione radio kalakuta (https://radioblackout.org/shows/radio-kalakuta/)\r\n\r\nLe altre due puntate sulla memoria le trovate:\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-17-11-20/\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-19-07-2022/\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Speciale-rivolta-corso-Traiano-Torino-1969.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n ","6 Settembre 2023","2023-09-06 17:49:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Speciale-200x110.jpg","Speciale sul 3 Luglio 1969 a Torino: Giornata di lotta in Corso Traiano","podcast",1694022578,[],[],{"post_content":121},{"matched_tokens":122,"snippet":123,"value":124},[55],"In compagnia di Dino Antonioni, \u003Cmark>ex\u003C/mark> operaio FIAT della Meccaniche di","Eccoci alla nostra terza trasmissione dedicata alla memoria: correva l’anno 1969 nei giorni 3 e 4 luglio, cinquantaquattro anni fa, e a Torino andava in scena la rivolta di corso Traiano.\r\n\r\nIl 3 luglio 1969 arriva dopo più di 50 gg di lotta, la primavera di Mirafiori inizia l'11 aprile '69 con il primo sciopero interno da 20 anni per protestare contro l'uccisione di due lavoratori da parte della polizia a Battipaglia... poi il 13 maggio i lavoratori prolungano lo sciopero indetto dal sindacato di una ora in maniera autonoma e ne allargano la piattaforma rivendicativa. durante i seguenti mesi la lotta coinvolge tutta Mirafiori ed inizia ad allargarsi agli altri stabilimenti. 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