","Slitta la riforma sulla legge 185 in materia di export di armi","post",1739461531,[61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/export-armi/","http://radioblackout.org/tag/legge-185-1990/","http://radioblackout.org/tag/rete-pace-e-disarmo/",[22,30,34],{"post_content":66,"post_title":71,"tags":75},{"matched_tokens":67,"snippet":69,"value":70},[68],"armi","della legge 185 sull'export di \u003Cmark>armi\u003C/mark> e sui criteri previsti per","Il governo italiano ha promosso una riforma della legge 185 sull'export di \u003Cmark>armi\u003C/mark> e sui criteri previsti per vagliare i paesi nei quali l'Italia esporta armamenti. Già passata in Senato, oggi slitta a marzo la decisione sulla modifica a fronte di una quarantina di emendamenti proposti in aula.\r\n\r\nNonostante sia chiaro che la legge di per sé non sia stato un argine effettivo all'esportazione di \u003Cmark>armi\u003C/mark> in paesi in guerra e considerati paesi che violano i diritti umani, come nel caso di Israele, è importante sottolineare il fatto che la legge venga rimaneggiata proprio in questa precisa congiuntura, dove da un lato l'amministrazione Trump sollecita all'aumento della spesa militare e, dall'altra l'UE, esclusa dalla gestione dei negoziati relativamente allo scenario ucraino, punta alla militarizzazione come garanzia di sicurezza.\r\n\r\nInoltre, la modifica di legge creerebbe le condizioni per rendere ancora più opache le transazioni e i flussi di \u003Cmark>armi\u003C/mark>, oltre alla ricaduta dei benefici. In particolare, va sottolineato il ruolo della banche come principali finanziatrici dell'azienda bellica in cui primeggiano UniCredit e Intesa San Paolo, secondo i dati forniti dalla relazione del governo al Parlamento, lista che in caso di modifica della legge non esisterebbe più.\r\n\r\nApprofondiamo con Francesco Vignarca, Rete Pace e Disarmo\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Rete-pace-e-disarmo-2025_02_13_2025.02.13-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":72,"snippet":74,"value":74},[73,68],"export","Slitta la riforma sulla legge 185 in materia di \u003Cmark>export\u003C/mark> di \u003Cmark>armi\u003C/mark>",[76,79,81],{"matched_tokens":77,"snippet":78},[73,68],"\u003Cmark>export\u003C/mark> \u003Cmark>armi\u003C/mark>",{"matched_tokens":80,"snippet":30},[],{"matched_tokens":82,"snippet":34},[],[84,89,92],{"field":35,"indices":85,"matched_tokens":86,"snippets":88},[47],[87],[73,68],[78],{"field":90,"matched_tokens":91,"snippet":74,"value":74},"post_title",[73,68],{"field":93,"matched_tokens":94,"snippet":69,"value":70},"post_content",[68],1157451471441625000,{"best_field_score":97,"best_field_weight":98,"fields_matched":39,"num_tokens_dropped":47,"score":99,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,"1157451471441625195",{"document":101,"highlight":118,"highlights":135,"text_match":145,"text_match_info":146},{"cat_link":102,"category":103,"comment_count":47,"id":104,"is_sticky":47,"permalink":105,"post_author":50,"post_content":106,"post_date":107,"post_excerpt":53,"post_id":104,"post_modified":108,"post_thumbnail":109,"post_thumbnail_html":110,"post_title":111,"post_type":58,"sort_by_date":112,"tag_links":113,"tags":117},[44],[46],"95951","http://radioblackout.org/2025/02/armi-verso-un-export-sempre-piu-opaco/","La legge 185/90 che pone alcuni limiti all’esportazione di armi ai paesi in guerra ed impone una certa trasparenza sulle transazioni e sulle banche, rischia di scomparire definitivamente. Dopo dieci mesi di pausa, che avevano fatto pensare ad un insabbiamento, l’iter parlamentare della nuova legge voluta da Draghi e volentieri ereditata da Meloni, è ripreso in febbraio e continuerà a marzo.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Carlo Tombola dell’OPAL Osservatorio Permanente Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/2025-02-25-legge-185-90-tombola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","25 Febbraio 2025","2025-02-25 16:21:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/banche-armate-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/banche-armate-300x169.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/banche-armate-300x169.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/banche-armate-1024x576.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/banche-armate-768x432.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/banche-armate-1536x864.png 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/banche-armate.png 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Armi. Verso un export sempre più opaco",1740500464,[114,115,116],"http://radioblackout.org/tag/banche-armate/","http://radioblackout.org/tag/export-di-armi/","http://radioblackout.org/tag/legge-185-90/",[26,15,24],{"post_content":119,"post_title":123,"tags":127},{"matched_tokens":120,"snippet":121,"value":122},[68],"pone alcuni limiti all’esportazione di \u003Cmark>armi\u003C/mark> ai paesi in guerra ed","La legge 185/90 che pone alcuni limiti all’esportazione di \u003Cmark>armi\u003C/mark> ai paesi in guerra ed impone una certa trasparenza sulle transazioni e sulle banche, rischia di scomparire definitivamente. Dopo dieci mesi di pausa, che avevano fatto pensare ad un insabbiamento, l’iter parlamentare della nuova legge voluta da Draghi e volentieri ereditata da Meloni, è ripreso in febbraio e continuerà a marzo.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Carlo Tombola dell’OPAL Osservatorio Permanente \u003Cmark>Armi\u003C/mark> Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/2025-02-25-legge-185-90-tombola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":124,"snippet":126,"value":126},[125,73],"Armi","\u003Cmark>Armi\u003C/mark>. Verso un \u003Cmark>export\u003C/mark> sempre più opaco",[128,130,133],{"matched_tokens":129,"snippet":26},[],{"matched_tokens":131,"snippet":132},[73,68],"\u003Cmark>export\u003C/mark> di \u003Cmark>armi\u003C/mark>",{"matched_tokens":134,"snippet":24},[],[136,141,143],{"field":35,"indices":137,"matched_tokens":138,"snippets":140},[17],[139],[73,68],[132],{"field":90,"matched_tokens":142,"snippet":126,"value":126},[125,73],{"field":93,"matched_tokens":144,"snippet":121,"value":122},[68],1157451471306883000,{"best_field_score":147,"best_field_weight":98,"fields_matched":39,"num_tokens_dropped":47,"score":148,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897802752","1157451471306883179",{"document":150,"highlight":170,"highlights":188,"text_match":145,"text_match_info":196},{"cat_link":151,"category":152,"comment_count":47,"id":153,"is_sticky":47,"permalink":154,"post_author":50,"post_content":155,"post_date":156,"post_excerpt":53,"post_id":153,"post_modified":157,"post_thumbnail":158,"post_thumbnail_html":159,"post_title":160,"post_type":58,"sort_by_date":161,"tag_links":162,"tags":168},[44],[46],"45320","http://radioblackout.org/2018/01/fronti-di-guerra-le-missioni-in-niger-libia-tunisia/","Il governo Gentiloni il 28 dicembre ha deciso le nuove missioni militari dell’Italia per il 2018. Il 17 gennaio il Parlamento ratifica la decisione.\r\nCi sarà un maggiore impegno, tra nuove e vecchie spedizioni, soprattutto in Africa. Lo schema è noto da anni. I militari italiani si assumono il compito di addestrare i soldati locali per contrastare terrorismo e immigrazione clandestina. I due temi, sapientemente mescolati, alimentano l’immaginario di chi li vorrebbe sovrapporre.\r\n470 parà della Folgore andranno in Niger con specialisti del Genio, addestratori, esperti delle forze speciali.\r\nSulla carta una missione contro il terrorismo nel cuore del Sahel. Nei fatti porre le basi per la costruzione di campi di prigionia per migranti a sud della Libia.\r\nLa missione in Niger è l’ultimo tassello di una strategia di spostamento a Sud ed esternalizzazione della repressione dell’immigrazione.\r\n“Aiutiamoli a casa loro”, lo slogan più gettonato degli ultimi anni, è destinato a finire in soffitta.\r\nQuest’anno è previsto un maggiore impegno in Libia e l’inaugurazione di un nuovo fronte in Tunisia, per difendere il gasdotto che porta il gas algerino in Sicilia.\r\nL’ipocrisia del governo maschera gli obiettivi, ma il nuovo target dei militari tricolori è chiaro: “Ammazziamoli a casa loro.”\r\n\r\nQuanto ci costerà la campagna d’Africa dell’esercito italiano sino a settembre?\r\nIn Libia: 400 soldati e 34.982.433 euro. In Niger: 470 parà e 30 milioni di euro. Per potenziare lo spazio aereo della NATO: 250 militari e 12 milioni e 586mila euro. In Tunisia: 60 persone e quattro milioni e 900mila euro. In Repubblica Centrafricana: 324.260 euro. In Marocco: due soldati e 302.839 euro.\r\nA queste cifre bisogna ovviamente aggiungere i costi per le truppe sugli altri fronti di guerra: Afganistan (101 milioni), Iraq (162 milioni), Libano (102 milioni), Mare sicuro (63 milioni) e Sophia (31 milioni), Lettonia (15 milioni)…\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Raspa del Comitato contro Aviano 2000. E’ stata una anche una buona occasione per fare il punto sull’export di armi italiano. Secondo quanto riporta l’ultimo rapporto del Sipri, dopo essere piombata all’undicesimo posto l’Italia si attesta nuovamente all’ottavo. Come diceva Alberto Sordi in un vecchio film “Finché c’è guerra c’è speranza”.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 01 15 raspa missioni estero","17 Gennaio 2018","2018-01-19 14:15:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/soldati-ita-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/soldati-ita-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/soldati-ita-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/soldati-ita-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/soldati-ita-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/soldati-ita.jpg 1620w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Fronti di guerra. Le missioni in Niger, Libia, Tunisia…",1516188537,[115,163,164,165,166,167],"http://radioblackout.org/tag/libia/","http://radioblackout.org/tag/missioni-militari/","http://radioblackout.org/tag/niger/","http://radioblackout.org/tag/spesa-militare/","http://radioblackout.org/tag/tunisia/",[15,18,32,169,28,20],"niger",{"post_content":171,"tags":175},{"matched_tokens":172,"snippet":173,"value":174},[68],"fare il punto sull’export di \u003Cmark>armi\u003C/mark> italiano. Secondo quanto riporta l’ultimo","Il governo Gentiloni il 28 dicembre ha deciso le nuove missioni militari dell’Italia per il 2018. Il 17 gennaio il Parlamento ratifica la decisione.\r\nCi sarà un maggiore impegno, tra nuove e vecchie spedizioni, soprattutto in Africa. Lo schema è noto da anni. I militari italiani si assumono il compito di addestrare i soldati locali per contrastare terrorismo e immigrazione clandestina. I due temi, sapientemente mescolati, alimentano l’immaginario di chi li vorrebbe sovrapporre.\r\n470 parà della Folgore andranno in Niger con specialisti del Genio, addestratori, esperti delle forze speciali.\r\nSulla carta una missione contro il terrorismo nel cuore del Sahel. Nei fatti porre le basi per la costruzione di campi di prigionia per migranti a sud della Libia.\r\nLa missione in Niger è l’ultimo tassello di una strategia di spostamento a Sud ed esternalizzazione della repressione dell’immigrazione.\r\n“Aiutiamoli a casa loro”, lo slogan più gettonato degli ultimi anni, è destinato a finire in soffitta.\r\nQuest’anno è previsto un maggiore impegno in Libia e l’inaugurazione di un nuovo fronte in Tunisia, per difendere il gasdotto che porta il gas algerino in Sicilia.\r\nL’ipocrisia del governo maschera gli obiettivi, ma il nuovo target dei militari tricolori è chiaro: “Ammazziamoli a casa loro.”\r\n\r\nQuanto ci costerà la campagna d’Africa dell’esercito italiano sino a settembre?\r\nIn Libia: 400 soldati e 34.982.433 euro. In Niger: 470 parà e 30 milioni di euro. Per potenziare lo spazio aereo della NATO: 250 militari e 12 milioni e 586mila euro. In Tunisia: 60 persone e quattro milioni e 900mila euro. In Repubblica Centrafricana: 324.260 euro. In Marocco: due soldati e 302.839 euro.\r\nA queste cifre bisogna ovviamente aggiungere i costi per le truppe sugli altri fronti di guerra: Afganistan (101 milioni), Iraq (162 milioni), Libano (102 milioni), Mare sicuro (63 milioni) e Sophia (31 milioni), Lettonia (15 milioni)…\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Raspa del Comitato contro Aviano 2000. E’ stata una anche una buona occasione per fare il punto sull’export di \u003Cmark>armi\u003C/mark> italiano. Secondo quanto riporta l’ultimo rapporto del Sipri, dopo essere piombata all’undicesimo posto l’Italia si attesta nuovamente all’ottavo. Come diceva Alberto Sordi in un vecchio film “Finché c’è guerra c’è speranza”.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 01 15 raspa missioni estero",[176,178,180,182,184,186],{"matched_tokens":177,"snippet":132},[73,68],{"matched_tokens":179,"snippet":18},[],{"matched_tokens":181,"snippet":32},[],{"matched_tokens":183,"snippet":169},[],{"matched_tokens":185,"snippet":28},[],{"matched_tokens":187,"snippet":20},[],[189,194],{"field":35,"indices":190,"matched_tokens":191,"snippets":193},[47],[192],[73,68],[132],{"field":93,"matched_tokens":195,"snippet":173,"value":174},[68],{"best_field_score":147,"best_field_weight":98,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":197,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1157451471306883178",6646,{"collection_name":58,"first_q":22,"per_page":200,"q":22},6,{"facet_counts":202,"found":17,"hits":214,"out_of":244,"page":17,"request_params":245,"search_cutoff":36,"search_time_ms":17},[203,209],{"counts":204,"field_name":207,"sampled":36,"stats":208},[205],{"count":17,"highlighted":206,"value":206},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":17},{"counts":210,"field_name":35,"sampled":36,"stats":213},[211],{"count":17,"highlighted":212,"value":212},"Bastioni di Orione",{"total_values":17},[215],{"document":216,"highlight":231,"highlights":236,"text_match":239,"text_match_info":240},{"comment_count":47,"id":217,"is_sticky":47,"permalink":218,"podcastfilter":219,"post_author":220,"post_content":221,"post_date":222,"post_excerpt":53,"post_id":217,"post_modified":223,"post_thumbnail":224,"post_title":225,"post_type":226,"sort_by_date":227,"tag_links":228,"tags":230},"87683","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-29-02-2024-congo-orientale-goma-trema-transnistria-schegge-post-sovietiche-cina-leconomia-rallenta/",[206],"radiokalakuta","Bastioni di Orione torna sulla situazione del Kivu nel Congo orientale ,dove gli scontri tra i ribelli del movimento M23 e le forze armate congolesi sostenuti dai volontari \"wazalendos\" si fanno sempre piu' aspri. I ribelli M23 sostenuti dal Ruanda (lo dice anche l'ONU con tanto di foto satellitari) sono ormai alle porte di Goma capoluogo della regione ,gettando nel panico gli abitanti che cercano di fuggire e i profughi provenienti dalle altre regioni colpite dalla guerra. La crisi umanitaria si fa sempre piu' grave secondo il Displacement Tracking Matrix dell’Organizzazione Internazionale Migrazioni, l’Oim, il 14 febbraio attorno alla città sono state stimate 1.659.000 persone sfollate ,l'ultimo rapporto rilasciato da Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari) qualche giorno fa, parla di 25,4 milioni di persone in uno stato di bisogno, numeri difficili da ritrovare in altre crisi.\r\n\r\nLe armi utilizzate in questa guerra sono estremamente moderne e letati ,con Giovanni Carbone profondo conoscitore dell'area parliamo anche delle cause del conflitto e della stratificazione complessa di dinamiche che risalgono a contrapposizioni etniche ,spesso indotte da agenti esterni ,appetiti delle potenze regionali e non solo verso le immense risorse minerarie ,la difficoltà del governo centrale di Kinshasa nel controllare e amministrare la remota regione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-CARBONE-CONGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Policano che vive da anni in Moldavia parliamo della situazione di tensione tra la Moldavia e la repubblica della Transnistria , una regione filorussa che formalmente fa parte della Moldavia ma da tempo si proclama indipendente, poichè il parlamento di Tiraspol ha chiesto al governo russo di mettere in atto alcune misure, non specificate, per «proteggere» la regione dalle «crescenti pressioni» ricevute dal governo moldavo. Nel suo discorso Vadim Krasnoselsky, il presidente autoproclamato della Transnistria, ha sostenuto che gli oltre 220mila cittadini russi che vivono nella regione potrebbero essere vittime di discriminazioni da parte della Moldavia.\r\n\r\nLa Transnistria è una sottile striscia di terra, lunga 400 chilometri e in cui vivono circa 470mila persone. Confina con la Moldavia, di cui formalmente fa parte, e con l’Ucraina: non condivide invece alcun confine territoriale con la Russia, da cui anzi dista centinaia di chilometri. La Moldavia però non ha reale controllo su questa sua regione separatista, che ha un suo governo e una sua valuta, il rublo transnistriano, fortemente dipendente economicamente da Mosca, che ad esempio gli fornisce gas gratuito, ha un’economia che si basa sull’industria pesante e sui molteplici traffici, ma il tenore di vita resta molto basso. Una buona parte della popolazione parla russo, nella regione si usa l’alfabeto cirillico e le trasmissioni televisive sono dominate dai media russi filogovernativi, dal 1992 in Transnistria sono anche presenti circa 1.500 soldati russi, presentati come una forza di peacekeeping .\r\n\r\nL’economia della regione è stata messa in ulteriore difficoltà a causa della decisione della Moldavia di introdurre a partire dallo scorso gennaio, alcuni dazi doganali sulle merci importate in Transnistria: finora la regione era stata esentata dal pagamento di alcune tasse, ma ora il regime fiscale per le operazioni di import ed export è stato equiparato a quello già da tempo in vigore per le aziende moldave. La decisione è stata molto criticata dal governo della Transnistria e secondo alcuni analisti sarrebe uno dei motivi principali che avrebbero spinto il governo locale a chiedere aiuto alla Russia.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-TRANSNISTRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sabrina Moles di China files affrontiamo una serie di questioni relative al quadro economico del Giappone ,che sembra uscito dallo stato di stagnazione dopo le politiche espansive di Abe ma che ancora ha difficoltà nonostante la crescita dell'indice Nikkei , la proiezione cinese verso l'Artico dove la concorrenza per il controllo delle rotte si fa sempre piu' serrata ,la situazione economica cinese e del settore immobiliare dopo il mancato pagamento degli interessi su un obbligazione in dollari HK del colosso Country Garden , lo scontento dei piccoli investitori per i mancati guadagni del mercato finanziario cinese che si riflette anche sul consenso verso il partito ,la mutata strategia della Cina riguardo la \"Belt and road initiative \" e il confronto con altre iniziative occidentali di costituire corridoi alternativi a quello cinese.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-SABRINA.mp3\"][/audio]","3 Marzo 2024","2024-03-03 11:27:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 29/02/2024-CONGO ORIENTALE GOMA TREMA -TRANSNISTRIA SCHEGGE POST SOVIETICHE-CINA L'ECONOMIA RALLENTA .","podcast",1709465240,[229],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[212],{"post_content":232},{"matched_tokens":233,"snippet":234,"value":235},[68],"ritrovare in altre crisi.\r\n\r\nLe \u003Cmark>armi\u003C/mark> utilizzate in questa guerra sono","Bastioni di Orione torna sulla situazione del Kivu nel Congo orientale ,dove gli scontri tra i ribelli del movimento M23 e le forze armate congolesi sostenuti dai volontari \"wazalendos\" si fanno sempre piu' aspri. I ribelli M23 sostenuti dal Ruanda (lo dice anche l'ONU con tanto di foto satellitari) sono ormai alle porte di Goma capoluogo della regione ,gettando nel panico gli abitanti che cercano di fuggire e i profughi provenienti dalle altre regioni colpite dalla guerra. La crisi umanitaria si fa sempre piu' grave secondo il Displacement Tracking Matrix dell’Organizzazione Internazionale Migrazioni, l’Oim, il 14 febbraio attorno alla città sono state stimate 1.659.000 persone sfollate ,l'ultimo rapporto rilasciato da Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari) qualche giorno fa, parla di 25,4 milioni di persone in uno stato di bisogno, numeri difficili da ritrovare in altre crisi.\r\n\r\nLe \u003Cmark>armi\u003C/mark> utilizzate in questa guerra sono estremamente moderne e letati ,con Giovanni Carbone profondo conoscitore dell'area parliamo anche delle cause del conflitto e della stratificazione complessa di dinamiche che risalgono a contrapposizioni etniche ,spesso indotte da agenti esterni ,appetiti delle potenze regionali e non solo verso le immense risorse minerarie ,la difficoltà del governo centrale di Kinshasa nel controllare e amministrare la remota regione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-CARBONE-CONGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Policano che vive da anni in Moldavia parliamo della situazione di tensione tra la Moldavia e la repubblica della Transnistria , una regione filorussa che formalmente fa parte della Moldavia ma da tempo si proclama indipendente, poichè il parlamento di Tiraspol ha chiesto al governo russo di mettere in atto alcune misure, non specificate, per «proteggere» la regione dalle «crescenti pressioni» ricevute dal governo moldavo. Nel suo discorso Vadim Krasnoselsky, il presidente autoproclamato della Transnistria, ha sostenuto che gli oltre 220mila cittadini russi che vivono nella regione potrebbero essere vittime di discriminazioni da parte della Moldavia.\r\n\r\nLa Transnistria è una sottile striscia di terra, lunga 400 chilometri e in cui vivono circa 470mila persone. Confina con la Moldavia, di cui formalmente fa parte, e con l’Ucraina: non condivide invece alcun confine territoriale con la Russia, da cui anzi dista centinaia di chilometri. La Moldavia però non ha reale controllo su questa sua regione separatista, che ha un suo governo e una sua valuta, il rublo transnistriano, fortemente dipendente economicamente da Mosca, che ad esempio gli fornisce gas gratuito, ha un’economia che si basa sull’industria pesante e sui molteplici traffici, ma il tenore di vita resta molto basso. Una buona parte della popolazione parla russo, nella regione si usa l’alfabeto cirillico e le trasmissioni televisive sono dominate dai media russi filogovernativi, dal 1992 in Transnistria sono anche presenti circa 1.500 soldati russi, presentati come una forza di peacekeeping .\r\n\r\nL’economia della regione è stata messa in ulteriore difficoltà a causa della decisione della Moldavia di introdurre a partire dallo scorso gennaio, alcuni dazi doganali sulle merci importate in Transnistria: finora la regione era stata esentata dal pagamento di alcune tasse, ma ora il regime fiscale per le operazioni di import ed \u003Cmark>export\u003C/mark> è stato equiparato a quello già da tempo in vigore per le aziende moldave. La decisione è stata molto criticata dal governo della Transnistria e secondo alcuni analisti sarrebe uno dei motivi principali che avrebbero spinto il governo locale a chiedere aiuto alla Russia.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-TRANSNISTRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sabrina Moles di China files affrontiamo una serie di questioni relative al quadro economico del Giappone ,che sembra uscito dallo stato di stagnazione dopo le politiche espansive di Abe ma che ancora ha difficoltà nonostante la crescita dell'indice Nikkei , la proiezione cinese verso l'Artico dove la concorrenza per il controllo delle rotte si fa sempre piu' serrata ,la situazione economica cinese e del settore immobiliare dopo il mancato pagamento degli interessi su un obbligazione in dollari HK del colosso Country Garden , lo scontento dei piccoli investitori per i mancati guadagni del mercato finanziario cinese che si riflette anche sul consenso verso il partito ,la mutata strategia della Cina riguardo la \"Belt and road initiative \" e il confronto con altre iniziative occidentali di costituire corridoi alternativi a quello cinese.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-SABRINA.mp3\"][/audio]",[237],{"field":93,"matched_tokens":238,"snippet":234,"value":235},[68],1155199671761633300,{"best_field_score":241,"best_field_weight":242,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":243,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1112386306048",14,"1155199671761633393",6637,{"collection_name":226,"first_q":22,"per_page":200,"q":22},["Reactive",247],{},["Set"],["ShallowReactive",250],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$frdEuofpS1Jwh5n13kXw5U0F7BYVZ5u-qO1OEFP9ZxrM":-1},true,"/search?query=export+armi"]