","Rider. Multe e controlli sui fattorini","post",1582029881,[63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/fattorini/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/multe/","http://radioblackout.org/tag/rider/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento-dei-lavoratori-parasubordinati/",[23,21,69,15,70],"multe","sfruttamento dei lavoratori parasubordinati",{"post_content":72,"post_title":76,"tags":79},{"matched_tokens":73,"snippet":74,"value":75},[23],"delle tante ditte che impiegano \u003Cmark>fattorini\u003C/mark> in bicicletta, con tanto di","Domenica sono scattati i controlli dei vigili urbani sui lavoratori che fanno le consegne per conto delle tante ditte che impiegano \u003Cmark>fattorini\u003C/mark> in bicicletta, con tanto di multe e controlli di documenti etnicamente mirati.\r\n\r\nDi seguito il comunicato dei “Deliverance Project”\r\n“Ieri sera mentre le solite centinaia di rider si muovevano per la città alla ricerca di ordini da consegnare, sono incappate in una brutta sorpresa: polizia e Asl, sempre così solerti a controllare i nostri datori di lavoro, erano in giro a placcare colleghi per controllare la presenza delle luci ed il contenuto degli zaini.\r\nNel frattempo ovviamente con la scusa dei controlli per la sicurezza alimentare e stradale, sono partiti i controlli ai telefoni e ai documenti per accertare identità e regolarità del permesso di soggiorno.\r\nProprio come capita sempre più di frequente sugli autobus: da generici controlli si passa alle retate antidroga e antimigrante.\r\nIeri sera è toccato ai rider, domani chissà a chi altri toccherà.\r\n\r\nFin dall'inizio ci erano sembrate strane le dichiarazioni di solidarietà da parte della sindaca, cosi come poco serio ci sembrava il \"biciplan\" così ben sponsorizzato dalla Giunta e dal \"capo\" dei vigili urbani Bezzon.\r\nAlla fine ecco contro chi arrivano i controlli e le multe!\r\n\r\nA partire da febbraio è entrato in vigore il decreto rider che obbliga le aziende a versare i contributi INAIL ed a fornirci i dispositivi di protezione individuale (casco, luci ed altro). Subito abbiamo ricevuto le abituali mail promozionali da parte delle aziende ma come al solito poco o nulla è successo: il security kit è ancora una leggenda metropolitana e di fronte agli incidenti Glovo si rifiuta di pagare i primi tre giorni di infortunio e di avviare le procedure per l'indennità.\r\n\r\nNonostante decreti, sentenze e dichiarazioni noi siamo ancora costretti a muoverci in una jungla di macchine, obbligati dal cottimo e punteggi a correre e schivare automobilisti impazziti.\r\n\r\nLa sindaca, l'ASL, i vigili urbani e le aziende continuano invece a speculare sulle nostre vite: forti con i deboli e deboli con i forti.\r\n\r\nOvviamente non ci piangiamo addosso, anzi, continuiamo ad incontrarci ed organizzarci per pretendere quello che ci spetta.\r\n\r\nVenerdì 21 febbraio ore 15 in piazza castello con ancora più convinzione scenderemo in strada contro i ricatti delle aziende e delle istituzioni.\r\nContro precarietà e sfruttamento.\r\nPer Zohaib e per noi tutt*”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Peppe, uno dei rider impegnati nelle lotte\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/2020-02-18-peppe-rider.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":77,"snippet":78,"value":78},[23],"Rider. 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Si avvale della “collaborazione” di lavoratori non dipendenti, liberi professionisti, che non hanno diritto all’indennità da infortunio, alle ferie, alla mutua, alla previdenza. Nessuna copertura. La compensazione di tale vuoto di tutele sarebbe la libertà di lavorare quanto e quando si vuole.\r\nO no? Sino a poco tempo fa i fattorini dichiaravano la propria disponibilità a lavorare per la settimana, la app che ne governa l’attività confermava o meno i turni richiesti. C’era una paga oraria minima e poi un tot a consegna. Per guadagnare qualcosa era necessario essere molto disponibili per molte ore.\r\nOra Deliveroo alza il tiro, mira a tenere al guinzaglio i fattorini, lasciando a terra i meno disponibili e flessibili.\r\nLa nuova app, già introdotta in vari altri paesi europei, prevede una selezione dei fattorini in base alla loro disponibilità a lavorare, specie nei fine settimana, quando le richieste di consegna aumentano.\r\nNon solo. Deliveroo mira ad introdurre il cottimo. Se non pedali, anche se hai passato ore ad aspettare, non guadagni nulla. Se non pedali in fretta il tuo guadagno sarà risibile.\r\nNon c’è bisogno della frusta: o ti disciplini da solo o non guadagni niente.\r\nVi ricordate “Samarcanda”? La ballata di Vecchioni dove il protagonista lancia il suo cavallo in una corsa folle, per scoprire che la morte da cui fuggiva lo aspettava all’arrivo?\r\nLavorare a cottimo è una corsa folle verso Samarcanda.\r\nSecondo una recente indagine Istat la produttività del lavoro e la redditività del capitale hanno avuto una significativa crescita nel 2017.\r\nQueste cifre, tradotte dai numeri ai fatti, ci descrivono la crescita dello sfruttamento dei lavoratori, che lavorano sempre più per sempre meno.\r\nNulla di nuovo sotto il sole. L’unica novità è la spersonalizzazione del rapporto padrone/lavoratore favorita dalla tecnologia utilizzata. Gli algoritmi che governano le vite dei fattorini sono pensati per rispondere alle esigenze di chi si arricchisce sul lavoro altrui.\r\nIl 20 marzo i rider torinesi hanno deciso di scioperare. Ritrovo nella Casa dei Rider in attesa degli ordini di consegna. Man mano che gli ordini arrivano vengono rifiutati, sino alla paralisi del servizio. Da tempo è stata abolita la possibilità di darsi disponibili anche fuori turno, che consentiva chi non era in servizio di unirsi allo sciopero.\r\n\r\nIl giorno dopo i rider si danno appuntamento allo sportello rider: unico momento in cui i fattorini possono incontrare fisicamente responsabili dell'azienda, ormai organizzata in modo totalmente virtuale: firma dei contratti, organizzazione del lavoro e ogni altra comunicazione avvengono on line.\r\nLa responsabile rifiuta l’incontro, poi promette di telefonare ai capi a Milano. Poi chiama un taxi e, con gli altri due impiegati si dilegua, chiudendo lo sportello per l’intera giornata.\r\n\r\nDi qui la decisione di andare a stanarli nella loro sede centrale a Milano, che sabato scorso è stata occupata e poi sgomberata con la forza.\r\n\r\nNel pomeriggio di venerdì 13 aprile, in occasione dello sportello riders milanese, una ventina tra ciclofattorini e solidali hanno occupato gli uffici di Deliveroo Italia per pretendere delle risposte alle proprie richieste.\r\nI lavoratori si sono presentati con una lettera di rivendicazioni. Matteo Sarzana, il general manager della multinazionale, arriva protetto dalle guardie private. Sarzana, visibilmente nervoso, si attacca alla retorica della precarietà della sua posizione. Siamo tutti sulla stessa barca: chi al timone, chi a remare, chi a sparare su chi non va lesto, chi a contare i soldi guadagnati.\r\nÉ subito chiaro che Sarzana non molla un centimetro. Chi non china il capo e pedala in silenzio per pochi soldi, è libero di licenziarsi. O, meglio, di rescindere il contratto di collaborazione.\r\nLe chiacchiere di Sarzana servono solo a prendere tempo, il tempo necessario all’arrivo della polizia, che lo “scorta” fuori dall’edificio. La Digos entra e cerca di identificare i lavoratori, che stavano provando ad aprire un tavolo di trattativa.\r\nDi fronte al rifiuto, la polizia politica minaccia di far arrivare l’antisommossa, che poco dopo arriva e si schiera all’esterno, dove accorrono anche alcuni solidali.\r\nIn questo caos, i dispatcher, che sovrintendono gli ordini dei fattorini, continuano a pigiare i tasti del loro PC come se nulla fosse.\r\nI guardioni spingono, fanno battute sessiste, provocano. La tensione si alza sia dentro che fuori: guardie private e poliziotti picchiano e manganellano rider e solidali\r\nUn ragazzo viene lievemente ferito alla testa durante gli scontri.\r\nPoi parte per un breve corteino in zona.\r\nIl giorno dopo la dirigenza della multinazionale emette un comunicato volto ad isolare e criminalizzare i lavoratori in lotta, additati come rivoluzionari di professione, pochi arruffapopoli invisi agli altri lavoratori fidelizzati. Le lotte di questi mesi, gli scioperi con blocco totale delle consegne, dimostrano che Deliveroo gioca la carta della delegittimazione dei lavoratori più attivi nelle lotte, nella speranza di riuscire a spezzare il fronte dei ciclofattorini.\r\nLa lotta continua.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano, uno dei rider in lotta.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 stefano riders","17 Aprile 2018","2018-04-21 23:13:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/deliiveroo2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/deliiveroo2-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/deliiveroo2-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/deliiveroo2-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/deliiveroo2-1024x682.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/deliiveroo2.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Occupazione, sgombero e manganellate. 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Dalle pagine del fascicolo escono fuori le minacce e il modus operandi di Uber: ritardi nei pagamenti, sottrazioni delle mance, sfruttamento di lavoratori irregolari, minacce fisiche, blocco degli accessi e tutto un corollario di ricatti possibile soltanto grazie alla deregolamentazione contrattuale di cui si avvalgono queste aziende.\r\nIl lockdown ha fatto impennare i ricavi di queste aziende che hanno optato per assunzioni di massa per poi lasciare una gran parte dei lavoratori senza alcuna consegna e dunque senza alcun ricavo, facendogli perdere intere giornate ad aspettare qualche ordine. Oltretutto ai maggiori costi applicati alle aziende non ci sono stati miglioramenti ai fattorini che non hanno neppure ricevuto i dispositivi di sicurezza sanitaria.\r\nIn questa pandemia le aziende della gig economy si sono arricchite a dismisura (Jeff Bezos, recentemente trilionario è socio in Uber) senza restituire un centesimo alla comunità.\r\nLa lotta dei Riders continua per avere il famigerato contratto da subordinati che dovrebbe spettare a tutti i lavoratori dipendenti. Intanto in sudamerica questo sabato c'è stato lo sciopero transnazionale dei lavoratori delle piattaforme digitali. Il lavoro globale porterà ad una nuova internazionale dei lavoratori? A Torino una nuova mobilitazione è prevista per giovedi 4, maggiori info sulla pagina di Deliverance Project (https://www.facebook.com/DeliveranceProject/photos/a.1256353311051959/3217229064964364/?type=3&theater)\r\nNe parliamo con Junior, rider di Milano\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/commissuber.mp3\"][/audio]","1 Giugno 2020","2020-06-01 13:12:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/caporaalto-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/caporaalto-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/caporaalto-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/caporaalto.jpg 446w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sul commissariamento di Uber",1591017125,[176,177],"http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/uber/",[52,179],"uber",{"post_content":181},{"matched_tokens":182,"snippet":183,"value":184},[23],"ci sono stati miglioramenti ai \u003Cmark>fattorini\u003C/mark> che non hanno neppure ricevuto","Uber è stata commissariata per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro nei riguardi dei ciclofattorini assunti attraverso intermediari come Flash Road City. 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Questa può essere una buona occasione per chi non conosce bene il nostro mondo di famigliarizzare con alcuni aspetti di esso, ma può rappresentare anche l'inizio della costruzione di una piattaforma rivendicativa dove indichiamo chiaramente le storture e i piccoli soprusi che siamo costretti a subire e quali sono le nostre idee per cambiare in meglio. Da sempre, ma in maniera sempre crescente per il nuovo modello della \"gig economy\", il conflitto tra lavoratori e sfruttatori non si articola semplicemente attorno al salario ma anche a tutta una serie di meccanismi disciplinanti che ci ruotano attorno. Comprenderne il funzionamento per contro-utilizzarli può essere un modo per riprendere l'offensiva.\r\n\r\n #1 L'ATTESA\r\n\r\nL'attesa è la parte più frustrante del lavoro del rider. Il tempo morto tra una consegna e l'altra, così come quello davanti al ristorante attendendo la preparazione dell'ordine, è tutto tempo di lavoro non pagato. Le aziende si garantiscono così la possibilità di avere rider nei vari punti strategici della città sempre disponibili, così come la certezza che l'ordine sarà ritirato appena sfornato dal rider pronto ad aspettarlo. La politica più diffusa delle varie piattaforme è infatti quella di tenere a giro molti più rider di quelli di cui effettivamente avrebbero bisogno per coprire tutte le consegne in maniera efficiente. L'efficienza però è un parametro che per le aziende conta poco, visto che gli attuali contratti di lavoro non prevedono nessun costo di assunzione né un effettivo costo del lavoro per queste grosse multinazionali. La paga a cottimo che remunera il rider solo per l'effettiva distanza pedalata rappresenta di fatto lo scarico di un'elevatissima quantità di rischi di cui dovrebbe farsi carico il datore di lavoro sulle spalle del lavoratore: il rischio di una bassa domanda diventa rischio di stare a giro senza lavorare, il rischio di un sovraccarico degli ordini su un ristorante diventa rischio di fare meno ordini e abbassare il salario giornaliero. A questo meccanismo ci si riferisce spesso come cottimo, ma è una forma di cottimo particolare che risponde più alle esigenze del \"just in time\" che a quelle di aumentare la produttività. Infatti, il rider stesso non ha modo di controllare l'effettivo afflusso della produzione e potrebbe ritrovarsi a correre molto per finire un ordine solo per poi ritrovarsi di fatto fermo nel tempo successivo. Lo scarico di responsabilità sulle spalle del rider non obbliga neanche a studiare un modo di allocazione degli ordini efficiente nel tempo e nello spazio, tutti questi problemi sono risolti con la sovrabbondanza di forza-lavoro a disposizione. Viene così a configurarsi un modello di sfruttamento dove di fatto tutta\r\nuna serie di problemi di efficienza rimangono superflui poiché risolvibili con l'abbondanza di tempo gratuito che i rider sono disponibili a fornire, disponibilità che posa però su tutta una serie di fattori sociali in forme economiche che ricordano molto da vicino l'economia schiavistica.\r\n\r\nDal punto di vista rider la soluzione di questo specifico problema è molto semplice. Basterebbe sganciare la produttività dal salario, con buona pace di quel pugno di rider macchinizzati che grazie all'accesso ad una tecnologia superiore riescono a sfruttare i glitch di un sistema designato di fatto per lo sfruttamento di massa. Con una paga oraria nessun rider sarebbe obbligato a prendersi rischi sulla strada, pedalando a una velocità consona ai suoi parametri di forma e di salute. Il tempo di attesa ai ristoranti o tra gli ordini diventerebbe retribuito, essendo di fatto tempo di lavoro.\r\nNell'immediato sarebbe comunque possibile distribuire meglio gli ordini in base al rispettivo tempo di preparazione. Si riuscirebbe così a diminuire il tempo di attesa davanti ai ristoranti e di conseguenza il relativo assembramento di persone. Tuttavia le aziende preferiscono tutelare il flusso dei loro profitti piuttosto che la salute dei lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n#2 IL RANKING\r\n\r\nMeccanismo disciplinante per eccellenza, nonché elemento cardine dell'organizzazione di ogni ambito produttivo, nato nelle fabbriche ed esportato nella società, il ranking è ciò che incatena un rider al suo lavoro, il naso lungo che smentisce ogni bugia di divertimento e flessibilità. La narrazione che avvolge ogni forma di \"lavoretto\" volendo relegarlo nei tempi morti tra lo studio o altri tipi di lavoro, si scioglie come neve al sole quando si inizia ad analizzare questo dispositivo. I sistemi di assegnazione turni delle aziende prevedono che sia dato più spazio a chi lavora di più in alcuni momenti della settimana, di solito coincidenti col weekend in cui la domanda di ordini è più elevata. Il \"lavora quando ti pare\" si traduce così in \"lavora quando te lo diciamo noi oppure non lavorare più\". La disponibilità di un numero spropositato di rider di riserva obbliga chi vive degli introiti di questo lavoro a non poter mai mancare sessioni chiave per restare alto nelle classifiche, anche a costo di lavorare quando non si sta bene o si è infortunati. Non poter mai contare su delle ore settimanali minime rende spasmodica la ricerca dei turni; ore intere sono passate ad aggiornare la finestra delle prenotazioni sperando che un posto si liberi. Alcune applicazioni come Glovo uniscono a questo un sistema valutativo del cliente, basta una recensione negativa per vedere il proprio punteggio abbassarsi drasticamente e con esso la propria possibilità di lavorare. Conseguenza di questo è una spinta decisa verso il servilismo, quale rider rifiuterebbe di salire quattro piani di scale o rallenterebbe la sua pedalata perché stanco quando da una valutazione possono dipendere parte consistente dei guadagni del mese?\r\nOltre la parte visibile di tutto ciò esistono inoltre ranking nascosti. Le aziende sono comprensibilmente reticenti nel dichiarare quali dati raccolgono dalle prestazioni dei rider e come li usano. Alcune applicazioni come Just Eat assegnano turni in automatico senza dichiarare le metodologie utilizzate, portando così ad un disciplinamento del lavoratore basato sulla premialità. Quali che siano le metodologie o come vengano usate, la logica sottesa è la medesima: affermare il controllo indiretto dell'azienda sul lavoratore senza dover investire in controllo diretto. Il food delivery pretende rider disciplinati e obbedienti, anche se racconta di lasciare libertà assoluta sulla gestione del proprio lavoro.\r\n\r\nLa perversione di questo meccanismo mette d'accordo tutti i rider. Il sistema del ranking non è riformabile e va semplicemente abolito. Va stabilito un minimo di ore settimanali a cui ogni rider ha diritto in base al contratto di lavoro (a tempo pieno o a tempo parziale) e va disincentivata nella maniera più assoluta la tendenza a premiare l'autosfruttamento del lavoratore.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n #3 I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE\r\n\r\nLa sicurezza del rider è un tema complesso, che interseca alcuni degli argomenti che abbiamo trattato in precedenza ed altri che tratteremo in futuro. Ad essa concorrono alcuni fattori indiretti come la presenza del cottimo, che spinge a prendersi rischi sulla strada come controsensi o semafori rossi, e alcuni fattori diretti come la mancanza dei dispositivi di protezione. Ai classici caschi, campanelli, luci di segnalazione, vengono ad aggiungersi negli ultimi tempi le mascherine, i guanti, il disinfettante.\r\nSe per i primi solo alcune aziende provvedono in parte, per i secondi recenti sentenze di tribunale hanno obbligato a prendere provvedimenti, che tuttavia sono stati tardivi e inefficaci. Le prime mascherine sono arrivate ormai dopo un mese dall'inizio della pandemia. Altre aziende hanno fornito un semplice rimborso lasciando al rider l'onere di procurarsi in prima persona il materiale. In generale verso la sicurezza del lavoratore c'è scarso interesse, testimoniato dal silenzio totale delle aziende in seguito ai numerosi incidenti.\r\nL'atteggiamento mantenuto durante questa pandemia è rappresentativo dell'importanza che viene attribuita alla tutela della nostra salute fisica. Nonostante il rider incontri decine di persone ogni giorno e davanti a molti locali sia impossibile mantenere un distanziamento fisico, la possibilità di sospendere il servizio per tutelarne la salute non è stata presa in considerazione nemmeno per un istante.\r\n\r\n\r\n #4 MANUTENZIONE DEGLI STRUMENTI DI LAVORO\r\n\r\nLa manutenzione della bicicletta, senza la quale il rider non può lavorare, è scaricata totalmente sulle spalle del lavoratore. I numerosi interventi necessari periodicamente non sono coperti in nessun modo dall'azienda andando a rappresentare un'ulteriore tassa indiretta sul salario.\r\nIn quanto strumento di lavoro la manutenzione della bici, così come quella del telefono, dovrebbe essere a carico dell'azienda.\r\nAi tempi Foodora aveva delle convenzioni con alcune ciclofficine, così che almeno la spesa totale delle riparazione non pesasse completamente sui rider. Da lì si è andati peggiorando: aziende come Glovo addirittura forniscono il materiale sottraendo 65 euro dalle prime fatture. Anche il ricambio del materiale di lavoro non è concesso: tutte le aziende ti obbligano a riacquistarlo, nonostante sia usurato dall'uso lavorativo.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n #5 LE TUTELE\r\n\r\nLe tutele sono per il rider un concetto utopico ed evanescente. I contratti di collaborazione occasionale non ne prevedono infatti nessuna. Il rider viene trattato alla stregua di un autonomo anche se non è lui che decide come e quanto lavorare, ma l'applicazione. Su questo fronte sono stati fatti addirittura passi indietro rispetto al passato, quando i contratti cococo garantivano almeno delle tutele minime come malattia e disoccupazione.\r\nLa copertura Inail per gli infortuni è obbligatoria e a carico dell'azienda solo da febbraio di quest'anno. Non ha carattere retroattivo, chi ha avuto gravi incidenti prima di quella data -vedi il caso Zohaib di cui abbiamo più volte parlato- è escluso da qualsiasi tipo di copertura. L'Inail inoltre copre solo dal quarto giorno di infortunio, i giorni precedenti dovrebbero spettare all'azienda che però fa sempre orecchie da mercante.\r\nUn altro limite gigantesco di questa forma contrattuale è l'impossibilità di guadagnare più di 5000 euro lordi l'anno senza aprire una partita IVA. La partita IVA è molto rischiosa perché comporta alti costi ed è sfornita ugualmente di tutela. Se il rider dovesse smettere di lavorare per infortunio o non dovesse più riuscire a trovare ore dovrebbe lo stesso continuare a sostenerne i costi. Per molti il rischio non vale la candela e cercano di aggirare questo limite con qualche trucchetto come lavorare per aziende diverse. Anche qua il vantaggio è solo dalla parte dell'azienda che per consentire ai lavoratori di guadagnare di più dovrebbe iscrivergli alla gestione separata e pagarci sopra le tasse.\r\nAltro aspetto non secondario è l'impossibilità per i molti rider non comunitari di rinnovare il permesso di soggiorno poiché la tipologia di contratto non lo consente. Così pur lavorando legalmente in Italia tante persone si trovano costrette in condizione di illegalità.\r\n\r\n\r\nSu questo punto crediamo che ai rider spettino tutte le tutele del lavoro subordinato: infortunio, malattia (specialmente in questo periodo), ferie, maternità, disoccupazione, possibilità di rinnovare i documenti. Questo indirizzo è stato sancito dal tribunale di Torino come esito di un processo conclusosi lo scorso anno a carico di Foodora, e confermato quest'anno in cassazione. Se i tribunali ci danno ragione, lo Stato ha recepito solo in parte queste indicazioni facendo una legge che non risolve i problemi qui indicati e di fatto aiutando le aziende a ridimensionare un'importante vittoria dei rider.","1 Maggio 2020","2020-05-01 08:54:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/Rider1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/Rider1-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/Rider1-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/Rider1-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/Rider1.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Primo Maggio RiderZ",1588323279,[],[],{"post_content":209},{"matched_tokens":210,"snippet":211,"value":212},[23],"scorso, in cui proprio i \u003Cmark>fattorini\u003C/mark> si erano resi protagonisti mentre","Un primo maggio di lotta per i lavoratori del food delivery che chiamano lo sciopero contro le infime condizioni di lavoro a cui erano sottoposti e che, come già abbiamo avuto modo di raccontare ai microfoni di Radio BlackOut, dall'avvento del coronavirus sono riuscite contro ogni previsione a peggiorare ulteriormente.\r\n \r\n\r\nPer prepararsi a a questo sciopero sono state pubblicate sulla pagina facebook Deliverance Project, e che riproponiamo dopo il podcast, una serie di analisi e riflessioni sulle principali caratteristiche della gig economy in tempi di pandemia, ma non solo, e quelle che potrebbero essere delle richieste base da pretendere dalle aziende.\r\n\r\nCon una compagna dell'Assemblea Riders di Torino proviamo a ricostruire le varie mobilitazioni susseguitesi proprio a partire dal primo maggio dell'anno scorso, in cui proprio i \u003Cmark>fattorini\u003C/mark> si erano resi protagonisti mentre in via Po sfilava il solito carrozzone di partiti e sindacati confederali difesi dall'immancabile schieramento di celere e DiMaio sedeva ancora al ministero del lavoro da cui elargiva promesse a destra e manca.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/PrimoMaggioRiderz.mp3\"][/audio]\r\nPrimoMaggioRiderz\r\n \r\n\r\nVERSO IL PRIMO MAGGIO\r\n\r\nNei prossimi giorni proveremo ad analizzare in maniera più approfondita e specifica alcuni aspetti del nostro lavoro. Questa può essere una buona occasione per chi non conosce bene il nostro mondo di famigliarizzare con alcuni aspetti di esso, ma può rappresentare anche l'inizio della costruzione di una piattaforma rivendicativa dove indichiamo chiaramente le storture e i piccoli soprusi che siamo costretti a subire e quali sono le nostre idee per cambiare in meglio. Da sempre, ma in maniera sempre crescente per il nuovo modello della \"gig economy\", il conflitto tra lavoratori e sfruttatori non si articola semplicemente attorno al salario ma anche a tutta una serie di meccanismi disciplinanti che ci ruotano attorno. Comprenderne il funzionamento per contro-utilizzarli può essere un modo per riprendere l'offensiva.\r\n\r\n #1 L'ATTESA\r\n\r\nL'attesa è la parte più frustrante del lavoro del rider. Il tempo morto tra una consegna e l'altra, così come quello davanti al ristorante attendendo la preparazione dell'ordine, è tutto tempo di lavoro non pagato. Le aziende si garantiscono così la possibilità di avere rider nei vari punti strategici della città sempre disponibili, così come la certezza che l'ordine sarà ritirato appena sfornato dal rider pronto ad aspettarlo. La politica più diffusa delle varie piattaforme è infatti quella di tenere a giro molti più rider di quelli di cui effettivamente avrebbero bisogno per coprire tutte le consegne in maniera efficiente. L'efficienza però è un parametro che per le aziende conta poco, visto che gli attuali contratti di lavoro non prevedono nessun costo di assunzione né un effettivo costo del lavoro per queste grosse multinazionali. La paga a cottimo che remunera il rider solo per l'effettiva distanza pedalata rappresenta di fatto lo scarico di un'elevatissima quantità di rischi di cui dovrebbe farsi carico il datore di lavoro sulle spalle del lavoratore: il rischio di una bassa domanda diventa rischio di stare a giro senza lavorare, il rischio di un sovraccarico degli ordini su un ristorante diventa rischio di fare meno ordini e abbassare il salario giornaliero. A questo meccanismo ci si riferisce spesso come cottimo, ma è una forma di cottimo particolare che risponde più alle esigenze del \"just in time\" che a quelle di aumentare la produttività. Infatti, il rider stesso non ha modo di controllare l'effettivo afflusso della produzione e potrebbe ritrovarsi a correre molto per finire un ordine solo per poi ritrovarsi di fatto fermo nel tempo successivo. Lo scarico di responsabilità sulle spalle del rider non obbliga neanche a studiare un modo di allocazione degli ordini efficiente nel tempo e nello spazio, tutti questi problemi sono risolti con la sovrabbondanza di forza-lavoro a disposizione. Viene così a configurarsi un modello di sfruttamento dove di fatto tutta\r\nuna serie di problemi di efficienza rimangono superflui poiché risolvibili con l'abbondanza di tempo gratuito che i rider sono disponibili a fornire, disponibilità che posa però su tutta una serie di fattori sociali in forme economiche che ricordano molto da vicino l'economia schiavistica.\r\n\r\nDal punto di vista rider la soluzione di questo specifico problema è molto semplice. Basterebbe sganciare la produttività dal salario, con buona pace di quel pugno di rider macchinizzati che grazie all'accesso ad una tecnologia superiore riescono a sfruttare i glitch di un sistema designato di fatto per lo sfruttamento di massa. Con una paga oraria nessun rider sarebbe obbligato a prendersi rischi sulla strada, pedalando a una velocità consona ai suoi parametri di forma e di salute. Il tempo di attesa ai ristoranti o tra gli ordini diventerebbe retribuito, essendo di fatto tempo di lavoro.\r\nNell'immediato sarebbe comunque possibile distribuire meglio gli ordini in base al rispettivo tempo di preparazione. Si riuscirebbe così a diminuire il tempo di attesa davanti ai ristoranti e di conseguenza il relativo assembramento di persone. Tuttavia le aziende preferiscono tutelare il flusso dei loro profitti piuttosto che la salute dei lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n#2 IL RANKING\r\n\r\nMeccanismo disciplinante per eccellenza, nonché elemento cardine dell'organizzazione di ogni ambito produttivo, nato nelle fabbriche ed esportato nella società, il ranking è ciò che incatena un rider al suo lavoro, il naso lungo che smentisce ogni bugia di divertimento e flessibilità. La narrazione che avvolge ogni forma di \"lavoretto\" volendo relegarlo nei tempi morti tra lo studio o altri tipi di lavoro, si scioglie come neve al sole quando si inizia ad analizzare questo dispositivo. I sistemi di assegnazione turni delle aziende prevedono che sia dato più spazio a chi lavora di più in alcuni momenti della settimana, di solito coincidenti col weekend in cui la domanda di ordini è più elevata. Il \"lavora quando ti pare\" si traduce così in \"lavora quando te lo diciamo noi oppure non lavorare più\". La disponibilità di un numero spropositato di rider di riserva obbliga chi vive degli introiti di questo lavoro a non poter mai mancare sessioni chiave per restare alto nelle classifiche, anche a costo di lavorare quando non si sta bene o si è infortunati. Non poter mai contare su delle ore settimanali minime rende spasmodica la ricerca dei turni; ore intere sono passate ad aggiornare la finestra delle prenotazioni sperando che un posto si liberi. Alcune applicazioni come Glovo uniscono a questo un sistema valutativo del cliente, basta una recensione negativa per vedere il proprio punteggio abbassarsi drasticamente e con esso la propria possibilità di lavorare. Conseguenza di questo è una spinta decisa verso il servilismo, quale rider rifiuterebbe di salire quattro piani di scale o rallenterebbe la sua pedalata perché stanco quando da una valutazione possono dipendere parte consistente dei guadagni del mese?\r\nOltre la parte visibile di tutto ciò esistono inoltre ranking nascosti. Le aziende sono comprensibilmente reticenti nel dichiarare quali dati raccolgono dalle prestazioni dei rider e come li usano. Alcune applicazioni come Just Eat assegnano turni in automatico senza dichiarare le metodologie utilizzate, portando così ad un disciplinamento del lavoratore basato sulla premialità. Quali che siano le metodologie o come vengano usate, la logica sottesa è la medesima: affermare il controllo indiretto dell'azienda sul lavoratore senza dover investire in controllo diretto. Il food delivery pretende rider disciplinati e obbedienti, anche se racconta di lasciare libertà assoluta sulla gestione del proprio lavoro.\r\n\r\nLa perversione di questo meccanismo mette d'accordo tutti i rider. Il sistema del ranking non è riformabile e va semplicemente abolito. Va stabilito un minimo di ore settimanali a cui ogni rider ha diritto in base al contratto di lavoro (a tempo pieno o a tempo parziale) e va disincentivata nella maniera più assoluta la tendenza a premiare l'autosfruttamento del lavoratore.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n #3 I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE\r\n\r\nLa sicurezza del rider è un tema complesso, che interseca alcuni degli argomenti che abbiamo trattato in precedenza ed altri che tratteremo in futuro. Ad essa concorrono alcuni fattori indiretti come la presenza del cottimo, che spinge a prendersi rischi sulla strada come controsensi o semafori rossi, e alcuni fattori diretti come la mancanza dei dispositivi di protezione. Ai classici caschi, campanelli, luci di segnalazione, vengono ad aggiungersi negli ultimi tempi le mascherine, i guanti, il disinfettante.\r\nSe per i primi solo alcune aziende provvedono in parte, per i secondi recenti sentenze di tribunale hanno obbligato a prendere provvedimenti, che tuttavia sono stati tardivi e inefficaci. Le prime mascherine sono arrivate ormai dopo un mese dall'inizio della pandemia. Altre aziende hanno fornito un semplice rimborso lasciando al rider l'onere di procurarsi in prima persona il materiale. In generale verso la sicurezza del lavoratore c'è scarso interesse, testimoniato dal silenzio totale delle aziende in seguito ai numerosi incidenti.\r\nL'atteggiamento mantenuto durante questa pandemia è rappresentativo dell'importanza che viene attribuita alla tutela della nostra salute fisica. Nonostante il rider incontri decine di persone ogni giorno e davanti a molti locali sia impossibile mantenere un distanziamento fisico, la possibilità di sospendere il servizio per tutelarne la salute non è stata presa in considerazione nemmeno per un istante.\r\n\r\n\r\n #4 MANUTENZIONE DEGLI STRUMENTI DI LAVORO\r\n\r\nLa manutenzione della bicicletta, senza la quale il rider non può lavorare, è scaricata totalmente sulle spalle del lavoratore. I numerosi interventi necessari periodicamente non sono coperti in nessun modo dall'azienda andando a rappresentare un'ulteriore tassa indiretta sul salario.\r\nIn quanto strumento di lavoro la manutenzione della bici, così come quella del telefono, dovrebbe essere a carico dell'azienda.\r\nAi tempi Foodora aveva delle convenzioni con alcune ciclofficine, così che almeno la spesa totale delle riparazione non pesasse completamente sui rider. Da lì si è andati peggiorando: aziende come Glovo addirittura forniscono il materiale sottraendo 65 euro dalle prime fatture. Anche il ricambio del materiale di lavoro non è concesso: tutte le aziende ti obbligano a riacquistarlo, nonostante sia usurato dall'uso lavorativo.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n #5 LE TUTELE\r\n\r\nLe tutele sono per il rider un concetto utopico ed evanescente. I contratti di collaborazione occasionale non ne prevedono infatti nessuna. Il rider viene trattato alla stregua di un autonomo anche se non è lui che decide come e quanto lavorare, ma l'applicazione. Su questo fronte sono stati fatti addirittura passi indietro rispetto al passato, quando i contratti cococo garantivano almeno delle tutele minime come malattia e disoccupazione.\r\nLa copertura Inail per gli infortuni è obbligatoria e a carico dell'azienda solo da febbraio di quest'anno. Non ha carattere retroattivo, chi ha avuto gravi incidenti prima di quella data -vedi il caso Zohaib di cui abbiamo più volte parlato- è escluso da qualsiasi tipo di copertura. L'Inail inoltre copre solo dal quarto giorno di infortunio, i giorni precedenti dovrebbero spettare all'azienda che però fa sempre orecchie da mercante.\r\nUn altro limite gigantesco di questa forma contrattuale è l'impossibilità di guadagnare più di 5000 euro lordi l'anno senza aprire una partita IVA. La partita IVA è molto rischiosa perché comporta alti costi ed è sfornita ugualmente di tutela. Se il rider dovesse smettere di lavorare per infortunio o non dovesse più riuscire a trovare ore dovrebbe lo stesso continuare a sostenerne i costi. Per molti il rischio non vale la candela e cercano di aggirare questo limite con qualche trucchetto come lavorare per aziende diverse. Anche qua il vantaggio è solo dalla parte dell'azienda che per consentire ai lavoratori di guadagnare di più dovrebbe iscrivergli alla gestione separata e pagarci sopra le tasse.\r\nAltro aspetto non secondario è l'impossibilità per i molti rider non comunitari di rinnovare il permesso di soggiorno poiché la tipologia di contratto non lo consente. Così pur lavorando legalmente in Italia tante persone si trovano costrette in condizione di illegalità.\r\n\r\n\r\nSu questo punto crediamo che ai rider spettino tutte le tutele del lavoro subordinato: infortunio, malattia (specialmente in questo periodo), ferie, maternità, disoccupazione, possibilità di rinnovare i documenti. Questo indirizzo è stato sancito dal tribunale di Torino come esito di un processo conclusosi lo scorso anno a carico di Foodora, e confermato quest'anno in cassazione. 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Dopo il primo processo la cui sentenza, confermata in cassazione, indica i riders come effettivamente lavoratori autonomi, tesi portata avanti dall’azienda fino all’ultimo grado di giudizio, ma soggetti \"meritevoli comunque di una tutela omogenea” ai lavoratori subordinati.\r\nCogliamo l’occasione per ripercorrere quella che è stata ed è tuttora una delle più importanti lotte nel mondo del lavoro, a Torino e altrove, rispetto alla quale questo risultato in tribunale non è che un piccolo tassello. Negli ultimi anni infatti grandi e piccole iniziative hanno mostrato come sul posto di lavoro sia ancora possibile non abbassare la testa e tornare in strada a far sentire le proprie ragioni, riuscendo in alcuni casi a sovvertire quei rapporti di forza che troppo spesso tendono dalla parte dei padroni.\r\nA dimostrarlo le tante e partecipate iniziative degli ultimi mesi, tra cui vale la pena ricordare quella in programma per il prossimo 21 febbraio, un corteo che verrà presentato questa sera alla Blackout House di via Cecchi 21/A e quelle a sostegno di Zohaib.\r\nUno dei tanti rider di Glovo, ancora oggi ricoverato in ospedale, che essendo stato investito a dicembre durante il suo turno di lavoro, con molta probabilità non riceverà alcuna indennità per l'infortunio, nonostante il 1 febbraio sia entrata in vigore la copertura INAIL.\r\nA seguire, dopo l’audio della diretta di questa mattina con un compagno dell’assemblea riders di Torino, riproponiamo l’invito all’appuntamento per questa sera\r\ne il comunicato “Cosa c’è da festeggiare della sentenza Foodora?” a firma Deliverance Project.\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/Riders-on-the-storm.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nSORRY, WE NEED TO FIGHT!\r\n\r\n>>>Dalle 19:00 Aperitivo e Proiezione del Film-Documentario:\r\n''Dell'Arte della Guerra'' di Silvia Luzi e Luca Bellino\r\n\r\n>>>A seguire dibattito con:\r\nCassa di Resistenza\r\nLavorator* Call Centers\r\nLavorator* Migranti\r\n\r\n>>>Presentazione dei riders in lotta del corteo del 21 Febbraio\r\n\r\n>>>Durante tutta la serata, aperitivo benefit Zohaib, rider di Glovo, investito a dicembre 2019 a Torino e ancora in ospedale.\r\n\r\nPer più informazioni sull'accaduto e per contribuire con una donazione:\r\n\r\nhttps://www.produzionidalbasso.com/project/stand-for-zohaib/?fbclid=IwAR1yJU6tdEjRRpl7st-ZwzbDQDe_4v9L0c1AayxOEwPckjiHDk3wdbtv4h8\r\n\r\nLa lotta dei riders a Torino in questi mesi è stata significativa. Fattorini e solidali hanno attraversato le strade della città urlando la rabbia contro le aziende di food delivery che impongono condizioni di lavoro precarie e rischiose per la stessa vita dei propri dipendenti, che nel contratto risultano come ''collaboratori''. Queste mobilitazioni sono estremamente importanti per immaginare un allargamento di percorsi di lotta collettivi tra lavoratori e lavoratrici.\r\n\r\nQuello che si è fatto fino ad ora non basta.\r\n\r\nLa precarietà, l’isolamento e il ricatto imposto dalla necessità di rinnovare il permesso di soggiorno, da un punteggio o dalla scadenza di un contratto a termine impattano violentemente sulle nostre vite costringendoci a dedicare ogni momento delle giornate al lavoro, alla ricerca di esso o al tentativo di mantenerlo. Anche nella migliore delle ipotesi, la chimera del contratto a tempo indeterminato, le vite di noi lavoratrici e lavoratori restano comunque scandite dalle esigenze di produzione e il tempo ci viene rubato dall’avidità di profitto di padroni vecchi e nuovi.\r\n\r\nAlzare la testa e rispondere alle pressioni e alle punizioni dei padroni è e continua ad essere necessario.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","13 Febbraio 2020","2020-02-13 15:43:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/ride-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/ride-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/ride-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/ride-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/ride.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sorry we need to Fight - le lotte dei riders da foodora a oggi",1581608586,[],[],{"post_content":233},{"matched_tokens":234,"snippet":236,"value":237},[235],"Fattorini","questi mesi è stata significativa. \u003Cmark>Fattorini\u003C/mark> e solidali hanno attraversato le","Inizia oggi il secondo troncone del processo dei lavoratori contro l’azienda di food delivering Foodora. 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Negli ultimi anni infatti grandi e piccole iniziative hanno mostrato come sul posto di lavoro sia ancora possibile non abbassare la testa e tornare in strada a far sentire le proprie ragioni, riuscendo in alcuni casi a sovvertire quei rapporti di forza che troppo spesso tendono dalla parte dei padroni.\r\nA dimostrarlo le tante e partecipate iniziative degli ultimi mesi, tra cui vale la pena ricordare quella in programma per il prossimo 21 febbraio, un corteo che verrà presentato questa sera alla Blackout House di via Cecchi 21/A e quelle a sostegno di Zohaib.\r\nUno dei tanti rider di Glovo, ancora oggi ricoverato in ospedale, che essendo stato investito a dicembre durante il suo turno di lavoro, con molta probabilità non riceverà alcuna indennità per l'infortunio, nonostante il 1 febbraio sia entrata in vigore la copertura INAIL.\r\nA seguire, dopo l’audio della diretta di questa mattina con un compagno dell’assemblea riders di Torino, riproponiamo l’invito all’appuntamento per questa sera\r\ne il comunicato “Cosa c’è da festeggiare della sentenza Foodora?” a firma Deliverance Project.\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/Riders-on-the-storm.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nSORRY, WE NEED TO FIGHT!\r\n\r\n>>>Dalle 19:00 Aperitivo e Proiezione del Film-Documentario:\r\n''Dell'Arte della Guerra'' di Silvia Luzi e Luca Bellino\r\n\r\n>>>A seguire dibattito con:\r\nCassa di Resistenza\r\nLavorator* Call Centers\r\nLavorator* Migranti\r\n\r\n>>>Presentazione dei riders in lotta del corteo del 21 Febbraio\r\n\r\n>>>Durante tutta la serata, aperitivo benefit Zohaib, rider di Glovo, investito a dicembre 2019 a Torino e ancora in ospedale.\r\n\r\nPer più informazioni sull'accaduto e per contribuire con una donazione:\r\n\r\nhttps://www.produzionidalbasso.com/project/stand-for-zohaib/?fbclid=IwAR1yJU6tdEjRRpl7st-ZwzbDQDe_4v9L0c1AayxOEwPckjiHDk3wdbtv4h8\r\n\r\nLa lotta dei riders a Torino in questi mesi è stata significativa. \u003Cmark>Fattorini\u003C/mark> e solidali hanno attraversato le strade della città urlando la rabbia contro le aziende di food delivery che impongono condizioni di lavoro precarie e rischiose per la stessa vita dei propri dipendenti, che nel contratto risultano come ''collaboratori''. Queste mobilitazioni sono estremamente importanti per immaginare un allargamento di percorsi di lotta collettivi tra lavoratori e lavoratrici.\r\n\r\nQuello che si è fatto fino ad ora non basta.\r\n\r\nLa precarietà, l’isolamento e il ricatto imposto dalla necessità di rinnovare il permesso di soggiorno, da un punteggio o dalla scadenza di un contratto a termine impattano violentemente sulle nostre vite costringendoci a dedicare ogni momento delle giornate al lavoro, alla ricerca di esso o al tentativo di mantenerlo. Anche nella migliore delle ipotesi, la chimera del contratto a tempo indeterminato, le vite di noi lavoratrici e lavoratori restano comunque scandite dalle esigenze di produzione e il tempo ci viene rubato dall’avidità di profitto di padroni vecchi e nuovi.\r\n\r\nAlzare la testa e rispondere alle pressioni e alle punizioni dei padroni è e continua ad essere necessario.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[239],{"field":101,"matched_tokens":240,"snippet":236,"value":237},[235],{"best_field_score":190,"best_field_weight":191,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":49,"score":192,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":49},{"document":243,"highlight":261,"highlights":266,"text_match":188,"text_match_info":269},{"cat_link":244,"category":245,"comment_count":49,"id":246,"is_sticky":49,"permalink":247,"post_author":52,"post_content":248,"post_date":249,"post_excerpt":55,"post_id":246,"post_modified":250,"post_thumbnail":251,"post_thumbnail_html":252,"post_title":253,"post_type":60,"sort_by_date":254,"tag_links":255,"tags":258},[46],[48],"48281","http://radioblackout.org/2018/06/di-maio-il-ddl-dignita-e-le-lotte-dei-rider/","\"Decreto dignità\": con questa formula il ministro del lavoro Luigi Di Maio ha annunciato nei giorni scorsi un pacchetto di provvedimenti per contrastare la precarietà lavorativa di quanti sono inquadrati tramite piattaforme digitali, applicazioni e algoritmi; primi tra tutti i riders, che da tempo si stanno mobilitando in varie parti d'Italia contro lo sfruttamento imposto dalle grandi aziende del food delivery.\r\n\r\nLa bozza del decreto - pubblicata sul Sole 24 Ore - comprende buona parte delle rivendicazioni emerse dalle lotte dei rider (ma anche diverse criticità), e il condizionale è per ora d'obbligo, soprattutto perché attorno ai fattorini delle consegne a domicilio si stanno addensando molti tentativi di cavalcarne dall'alto la mobilitazione. All'annuncio di Di Maio è comunque seguita la reazione scomposta dell'amministratore delegato di Foodora Italia, Andrea Cocco, che ha commentato stizzito che se il Ddl dovesse entrare in vigore, la sua azienda sarebbe costretta a lasciare l'Italia. 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Un paio di parole su Carlotta Silvestri e Luca Deri,i presidenti della sesta e settima circoscrizione che vorrebbero imporre divieti. \r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nI \u003Cmark>fattorini\u003C/mark> di Deliveroo in sciopero bloccano i saldi di fine estate di una nota gelateria. Altre azioni simboliche ieri sera alla street parade. Ne parliamo con Stefano, rider di Deliveroo\r\n28 settembre giornata internazionale di lotta per la libertà di decidere e la salute delle donne. Ieri presidio, blocco e corteo spontaneo.\r\n\r\n\r\nLa mia disillusione in Russia. Massimo Varengo di Zero in Condotta presenta “Emma Goldman “Un sogno infranto. Russia 1917, curato da Carlotta Pedrazzini\r\n \r\ngli appuntamenti contro il G7\r\n \r\nVenerdì 29 settembre\r\n \r\nore 17,30\r\n \r\nCorteo dei lavoratori e delle lavoratrici contro il G7\r\n \r\nPartenza da Corso G. 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Le case fuorilegge e chi ci vive, costruendo – anche – utopia concreta\r\n \r\nNe parliamo con l'antropologo Andrea Staid\r\n \r\nVenerdì 20 ottobre \r\n \r\nore 21\r\n \r\ncorso Palermo 46\r\n \r\nEulalia Vega dell'università di Barcellona presenta il suo libro: \r\n \r\n“Pioniere e rivoluzionarie - Donne anarchiche nella Spagna (1931-1975)”\r\n \r\nLe riunioni della Federazione anarchica torinese sono aperte a tutti gli interessati e si svolgono ogni giovedì alle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[384,386,388,390,392,394,397,399],{"matched_tokens":385,"snippet":298,"value":298},[],{"matched_tokens":387,"snippet":25,"value":25},[],{"matched_tokens":389,"snippet":295,"value":295},[],{"matched_tokens":391,"snippet":308,"value":308},[],{"matched_tokens":393,"snippet":15,"value":15},[],{"matched_tokens":395,"snippet":396,"value":396},[23],"sciopero \u003Cmark>fattorini\u003C/mark>",{"matched_tokens":398,"snippet":306,"value":306},[],{"matched_tokens":400,"snippet":377,"value":377},[],[402,404],{"field":101,"matched_tokens":403,"snippet":381,"value":382},[23],{"field":37,"indices":405,"matched_tokens":406,"snippets":408,"values":409},[291],[407],[23],[396],[396],{"best_field_score":190,"best_field_weight":191,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":49,"score":411,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":49},"578730123365187698",{"document":413,"highlight":426,"highlights":431,"text_match":188,"text_match_info":434},{"comment_count":49,"id":414,"is_sticky":49,"permalink":415,"podcastfilter":416,"post_author":417,"post_content":418,"post_date":419,"post_excerpt":55,"post_id":414,"post_modified":420,"post_thumbnail":421,"post_title":422,"post_type":324,"sort_by_date":423,"tag_links":424,"tags":425},"79501","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-17-01-23/",[280],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo argomento che abbiamo trattato in questa puntata è stato quello della parte giuridica della lotta dei riders a Torino, lo abbiamo fatto grazie a l'intervista con Luna che ci ha aggiornati sull'esito dell'ultima sentenza del processo che vede coinvolti 8 ciclofattorini e Glovo. Se da un lato si può dire che c'è stato un esito positivo di questo processo, perchè la giudice ha riconosciuto il rapporto di lavoro subordinato invece che quello di collaborazione paventato dal colosso del food delivery (la quale differenza contributiva l'azienda dovrà corrispondere ai fattorini) dall'altro le altre due rivendicazioni portate all'attenzione della giustizia dai riders non sono state riconosciute. Capiamo assieme cosa queste decisioni comportano e comporteranno per la vita di chi tutti i giorni percorre le strade per consegnare cibo a domicilio.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/F_m_17_01_Luna-su-sentenza-processo-contro-Glovo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Luca, coordinatore del CMC (Coordinamento Macchinisti Cargo), sul 7° sciopero organizzato e proclamato in 11 mesi cioè da quando i macchinisti si sono autoconvocati e organizzati (uno sciopero ogni 2 mesi).\r\n\r\n\"Prosegue la lotta per migliorare le nostre condizioni di lavoro.Dalle ore 21:00 del 16 gennaio alle ore 21:00 del 17 gennaio 2023 è stato proclamato dal CMC il 7° sciopero, di 24 ore, del Personale di Macchina di Mercitalia Rail s.r.l.\" Il percorso di lotta che ha portato agli scioperi mira alla riduzione dei lunghissimi orari di lavoro (oltre le 11 ore), dei ritmi insostenibili, dei turni notturni e per il diritto al riposo, al pasto (la pausa pranzo), per (ri)ottenere il secondo macchinista alla guida dei treni e per la sicurezza degli scali e degli impianti.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/F_m_17_01_Luca-CMC-su-sciopero.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nQuesto invece è il comunicato uscito il giorno dopo la nostra intervista:","20 Gennaio 2023","2023-01-20 13:12:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/cmc2-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 17/01/23",1674220373,[],[],{"post_content":427},{"matched_tokens":428,"snippet":429,"value":430},[23],"contributiva l'azienda dovrà corrispondere ai \u003Cmark>fattorini\u003C/mark>) dall'altro le altre due rivendicazioni"," \r\n\r\nIl primo argomento che abbiamo trattato in questa puntata è stato quello della parte giuridica della lotta dei riders a Torino, lo abbiamo fatto grazie a l'intervista con Luna che ci ha aggiornati sull'esito dell'ultima sentenza del processo che vede coinvolti 8 ciclofattorini e Glovo. 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Le più colpite dalle sanzioni sono le classi medie urbane: non per caso l’opposizione alla guerra in Ucraina si concentra a Mosca e San Pietroburgo senza investire il paese nel suo complesso. Al momento la leadership di Putin resta solida.\r\nLa Cina, indicata come grande nemico da Biden, gioca la propria partita, moltiplicando la propria influenza.\r\nSullo sfondo i paesi europei che hanno tutto da perdere con la guerra in Ucraina, ma non hanno la forza per giocare in proprio.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nLe frontiere del controllo\r\nIl modello cinese che impone ai propri cittadini una sorveglianza tanto capillare da rendere possibile l’applicazione di algoritmi che valutano i comportamenti e assegnano premi e punizioni sulla base di quanto viene rilevato è tanto lontano da noi?\r\nNella sua forma più esplicita per ora è improbabile che approdi alle nostre latitudini, ma in modalità più sfumate è già qui. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","14 Luglio 2022","2022-07-14 02:38:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/facial-recognition-200x110.jpg","Anarres dell’8 luglio. Guerra e scacchiere geopolitico. Le frontiere del controllo. Prospettive antimilitariste...",1657766280,[],[],{"post_content":449},{"matched_tokens":450,"snippet":451,"value":452},[23],"che guida il lavoro dei \u003Cmark>fattorini\u003C/mark> in bicicletta premia chi accetta","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Lo abbiamo fatto con i nostri racconti dalla piazza, rimpallando registrazioni di cori ed interventi oltre che delle interviste realizzate in presa diretta. In questo podcast abbiamo voluto sintetizzare, lasciando il cappello narrativo/introduttivo di Benni, che racconta il suo punto di vista dalla partenza del corteo dei lavoratori SiCobas e del Coordinamento NoGreenPass da Piazza della Repubblica. In seguito andremo a sentire l’intervista della lavoratrice di Meridiana (in appalto a Iveco) Marianna Juliana Nanci, che ci spiegherà nel dettaglio della sua testimonianza, perchè non si possono più accettare certe politiche sui lavoratori, che anche dopo 12 anni di esperienza si devono ritrovare senza lavoro per un cambio appalto, in competizione diretta con altri precari che sono stati messi a lavorare in un altro stabilimento dopo un periodo di cassa integrazione. A chiosare il viaggio negli inferi delle condizioni di lavoro nella logistica italiana, abbiamo realizzato un’intervista telefonica con Hamed, che era intervenuto nell’intervista con Marianna Juliana per raccontare del suo incidente sul lavoro.\r\n\r\nAd Hamed è stato schiacciato il piede e la caviglia dalla manovra di un sua collega mulettista, prima di arrivare all’ospedale è passata un’ora e mezza, quando l’ospedale più vicino distava dieci minuti in macchina dallo stabilimento. Da qui in poi un susseguirsi di malasanità e di oscure collaborazioni tra aziende e ASL per non far mai comparire sulla carta l’infortunio di Hamed. Da queste storie non possiamo altro che fare tesoro per motivare sempre di più la nostra volontà nel promuovere la solidarietà attiva per chi lotta perché queste cose non debbano mai più succedere.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_03_05_1Maggio.Intro-e-intervista-più-diretta-lavoratori-IVECO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nAbbiamo poi voluto intervistare Peppe, uno dei rider di Deliverance Project che era in piazza il 1 Maggio a Torino e che come tale è stato strumentalizzato dall’informazione e dalla chiacchiera main stream. Colpevolizzati di essere tra i pericolosi provocatori da fermare e braccati, prima dal servizio d’ordine del PD e poi dalle forze dell’ordine, i riders sono comunque riusciti a fare sentire la loro voce. Gli abbiamo chiesto di riportarci il loro punto di vista degli avvenimenti di questa piazza e di commentare gli articoli di certe testate che hanno di fatto orchestrato con Nidl Cgil una campagna diffamatoria tra colleghi.\r\n\r\nInfine ci siamo fatti raccontare come sono andati i blocchi organizzati ai danni dei due Glovo Market di Torino nella giornata del 30Aprile, ad inaugurare la partecipazione torinese allo sciopero internazionale dei fattorini che lavorano su mezzi a due ruote del 1 Maggio 2022 lanciata dal sindacato autonomo greco Sveod.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_03_05_Peppe-rider-su-primo-maggio-ed-eventi-collaterali-riders.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","8 Maggio 2022","2022-05-08 11:02:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/WhatsApp-Image-2022-05-08-at-10.58.36-2-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 03/05/2022",1652007677,[],[],{"post_content":471},{"matched_tokens":472,"snippet":473,"value":474},[23],"torinese allo sciopero internazionale dei \u003Cmark>fattorini\u003C/mark> che lavorano su mezzi a"," \r\n\r\nCon questa puntata abbiamo cercato di farvi ascoltare dall’ interno del corteo della festa dei lavoratori 2022 a Torino diverse testimonianze e rivendicazioni. 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Gli abbiamo chiesto di riportarci il loro punto di vista degli avvenimenti di questa piazza e di commentare gli articoli di certe testate che hanno di fatto orchestrato con Nidl Cgil una campagna diffamatoria tra colleghi.\r\n\r\nInfine ci siamo fatti raccontare come sono andati i blocchi organizzati ai danni dei due Glovo Market di Torino nella giornata del 30Aprile, ad inaugurare la partecipazione torinese allo sciopero internazionale dei \u003Cmark>fattorini\u003C/mark> che lavorano su mezzi a due ruote del 1 Maggio 2022 lanciata dal sindacato autonomo greco Sveod.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_03_05_Peppe-rider-su-primo-maggio-ed-eventi-collaterali-riders.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[476],{"field":101,"matched_tokens":477,"snippet":473,"value":474},[23],{"best_field_score":190,"best_field_weight":191,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":49,"score":192,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":49},{"document":480,"highlight":492,"highlights":497,"text_match":188,"text_match_info":500},{"comment_count":49,"id":481,"is_sticky":49,"permalink":482,"podcastfilter":483,"post_author":417,"post_content":484,"post_date":485,"post_excerpt":55,"post_id":481,"post_modified":486,"post_thumbnail":487,"post_title":488,"post_type":324,"sort_by_date":489,"tag_links":490,"tags":491},"74415","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-22-03-2020/",[280]," \r\n\r\nIl primo collegamento lo abbiamo fatto con Claudia del Comitato di Lotta RSA/RSD, perchè come sempre in controtendenza vogliamo parlare di un tema che ai più ricorderà il passato, il recente passato dell'inizio pandemia di COVID-19, ovvero il tema delle Residenze sanitarie per anziani e quelle per disabili. Ci teniamo perchè è proprio andando a ripescare gli elementi che hanno costituito la narrazione su cui si è basata la discussione pubblica sulla gestione pandemica, che si evidenzia l'enorme divario tra la retorica e i fatti. Peccato che nel dimenticatoio assieme ai pezzi di narrazione ci finiscono persone in carne ed ossa, che come denuncia un comunicato del Comitato di Lotta RSA/RSD, vivono da due anni come carcerati.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/F_m_22_03_Collettivo-di-lotta-RSA-RSD-mobilitazione-nazionalei.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo trattato con Francesco del Collettivo di Fabbrica GKN su un'altra positiva iniziativa che propongono nel loro percorso, al grido di \"Insorgiamo\" per cercare di creare un contesto di lotta sempre più allargato a livello nazionale e parallelamente sensibilizzare le persone sul tema lavoro. Infatti per il 26 di Marzo a Firenze, è stata indetta una manifestazione nazionale perchè, per dirla a parole di chi l'ha voluta:\r\n\r\n\" E nonostante ci dicano che è \"tutto risolto\", che \"andrà tutto bene\", nonostante i piani di rilancio, i contagi in risalita, gli sgomberi ad orologeria, i presunti ordigni, la sorveglianza speciale, le misure cautelari, gli avvisi orali, i preventivi salati dei pullman, il carobenzina, il carovita, le menzogne di guerra, la paura di cui vorrebbero farci ammalare, le distanze, le ore di sonno, i nostri disagi, le nostre debolezze, i nostri pessimismi, gli acciacchi e le ferite gli affetti trascurati, il tempo che manca sempre. Nonostante tutto questo, o forse proprio per tutto questo, andiamoci a prendere questi brividi.\r\n\r\nIn testa bandiera partigiana, subito dopo la brigata di sfondamento sonoro Snupo, chi ha tamburi li scaldi e la raggiunga, testuggine, quel viziaccio dei fumogeni, le voci che diventano roche, mani che battono, piedi che si sfiniscono, spezzone contro la guerra, spezzone ambientalista, reti antifasciste, transfemministe, striscioni di fabbriche e di scuole.\r\n\r\n\r\nI corpi a farsi rapporto di forza. I corpi a disposizione di un futuro non scritto.\"\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/F_m_22_03_Collettivo-GKN-lancia-corteo-a-Firenze-il-24-Marzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto proponendo uno speciale su \"Non Cambierò lavoro//Cambieremo il lavoro\", organizzato dall'assemblea dei riders torinesi, in collaborazione con l'assemblea lotte lavoro e il CSOA Gabrio, che ha ospitato l'iniziativa. Frittura mista alias Radio Fabbrica, esce dalla radio e si fa un giro al Gabrio, dal quale abbiamo voluto riportarvi integralmente e proporvi la traduzione di qualche intervento avvenuto da questo momento di formazione e dibattito in ambito di delivery in senso allargato, come andremo ad ascoltare. Gli scambi di esperienze tra lavoratori, greci, berlinesi, e italiani da varie città è stato ricco di stimoli di riflessione e discussione e per approfondirli vi consigliamo di rivolgervi alla pagina facebook di Deliverance Project .\r\n\r\nPer incominciare andremo ad ascoltare la presentazione del sindacato greco SVEOD, per poi passare alle testimonianze su come se la passano i fattorini di Gorillas che lavorano a Berlino, ritornando alle vicende locali, con un'analisi fatta dai riders torinesi per quanto riguarda il desiderio (o meno) dei lavoratori riders di essere lavoratori autonomi .\r\n\r\nLo speciale si conclude in maniera propositiva, con l'appello dei compagni greci di SVEOD che invita ad un 1 maggio 2020 di lotta internazionale rider, per continuare ad agire sul territorio ma pensare in maniera globale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/F_m_22_03_Speciale-su-Non-cambierò-il-mio-lavoro_Cambieremo-il-lavoro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","25 Marzo 2022","2022-03-25 00:29:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/275422896_296386562584249_2211328122813381224_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 22/03/2020",1648167723,[],[],{"post_content":493},{"matched_tokens":494,"snippet":495,"value":496},[23],"come se la passano i \u003Cmark>fattorini\u003C/mark> di Gorillas che lavorano a"," \r\n\r\nIl primo collegamento lo abbiamo fatto con Claudia del Comitato di Lotta RSA/RSD, perchè come sempre in controtendenza vogliamo parlare di un tema che ai più ricorderà il passato, il recente passato dell'inizio pandemia di COVID-19, ovvero il tema delle Residenze sanitarie per anziani e quelle per disabili. Ci teniamo perchè è proprio andando a ripescare gli elementi che hanno costituito la narrazione su cui si è basata la discussione pubblica sulla gestione pandemica, che si evidenzia l'enorme divario tra la retorica e i fatti. Peccato che nel dimenticatoio assieme ai pezzi di narrazione ci finiscono persone in carne ed ossa, che come denuncia un comunicato del Comitato di Lotta RSA/RSD, vivono da due anni come carcerati.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/F_m_22_03_Collettivo-di-lotta-RSA-RSD-mobilitazione-nazionalei.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo trattato con Francesco del Collettivo di Fabbrica GKN su un'altra positiva iniziativa che propongono nel loro percorso, al grido di \"Insorgiamo\" per cercare di creare un contesto di lotta sempre più allargato a livello nazionale e parallelamente sensibilizzare le persone sul tema lavoro. 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Nonostante tutto questo, o forse proprio per tutto questo, andiamoci a prendere questi brividi.\r\n\r\nIn testa bandiera partigiana, subito dopo la brigata di sfondamento sonoro Snupo, chi ha tamburi li scaldi e la raggiunga, testuggine, quel viziaccio dei fumogeni, le voci che diventano roche, mani che battono, piedi che si sfiniscono, spezzone contro la guerra, spezzone ambientalista, reti antifasciste, transfemministe, striscioni di fabbriche e di scuole.\r\n\r\n\r\nI corpi a farsi rapporto di forza. 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Gli scambi di esperienze tra lavoratori, greci, berlinesi, e italiani da varie città è stato ricco di stimoli di riflessione e discussione e per approfondirli vi consigliamo di rivolgervi alla pagina facebook di Deliverance Project .\r\n\r\nPer incominciare andremo ad ascoltare la presentazione del sindacato greco SVEOD, per poi passare alle testimonianze su come se la passano i \u003Cmark>fattorini\u003C/mark> di Gorillas che lavorano a Berlino, ritornando alle vicende locali, con un'analisi fatta dai riders torinesi per quanto riguarda il desiderio (o meno) dei lavoratori riders di essere lavoratori autonomi .\r\n\r\nLo speciale si conclude in maniera propositiva, con l'appello dei compagni greci di SVEOD che invita ad un 1 maggio 2020 di lotta internazionale rider, per continuare ad agire sul territorio ma pensare in maniera globale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/F_m_22_03_Speciale-su-Non-cambierò-il-mio-lavoro_Cambieremo-il-lavoro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[498],{"field":101,"matched_tokens":499,"snippet":495,"value":496},[23],{"best_field_score":190,"best_field_weight":191,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":49,"score":192,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":49},6637,{"collection_name":324,"first_q":23,"per_page":272,"q":23},["Reactive",504],{},["Set"],["ShallowReactive",507],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fT0w1qaC4XFIxmfiYGys5-Acvassmf5lcuFfe1nNc2vk":-1},true,"/search?query=fattorini"]