","Valencia: DANA fra cambiamento climatico e responsabilità politiche","post",1730382850,[59,60,61],"http://radioblackout.org/tag/cambiamento-climatico/","http://radioblackout.org/tag/dana/","http://radioblackout.org/tag/valencia/",[63,64,65],"cambiamento climatico","dana","valencia",{"post_content":67},{"matched_tokens":68,"snippet":70,"value":71},[69],"feste","17 milioni di euro in \u003Cmark>feste\u003C/mark> taurine, nell'uccisione di tori. Le","Da martedì DANA, o gota freda, fenomeno atmosferico che ha scaricato grandissime quantità di acqua in poche ore, a Valencia ha già causato più di 100 morti e cento mila sfollati e continua ancora. Sono caduti 630 litri d'acqua in pochissimo tempo: il cambiamento climatico e la pessima gestione politica del territorio sono i responsabili di queste morti e di questa distruzione. Infatti le vittime si potevano evitare, il servizio meteorologico spagnolo aveva già avvisato, ma il governo valenciano non ha attivato gli avvisi, o meglio li ha attivati alle 8 di sera, quando le persone erano già sfollate e in pericolo. Anzi, il governo valenciano ha cercato di sminuire il fenomeno, la gente ha continuato ad andare a lavorare e ad andare a scuola. La politica è colpevole per strage.\r\n\r\nLa prevenzione, inoltre, non è stata messa in atto in questi territori, nonostante siano ciclicamente toccati da eventi climatici particolari. La politica locale non solo non si è occupata di mettere in sicurezza questi luoghi, ma da quando (due anni fa) è cambiato il governo valenciano ed è salita al governo la destra e l'estrema destra, ha smantellato i servizi pubblici di prevenzione delle emergenze e, anzi, ha speso 17 milioni di euro in \u003Cmark>feste\u003C/mark> taurine, nell'uccisione di tori. Le telecomunicazioni e la stampa spagnola non stanno coprendo quello che sta accadendo, se non con titoli raccapriccianti che parlano di disagi per i turisti per la mancanza di treni e aerei. Contro tutto questo, sale la rabbia sociale nel territorio.\r\n\r\nNe parliamo al telefono con una compagna da Valencia ai microfoni dell'informazione di radio blackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/VALENCIA-1.mp3\"][/audio]",[73],{"field":74,"matched_tokens":75,"snippet":70,"value":71},"post_content",[69],578730123365187700,{"best_field_score":78,"best_field_weight":79,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":17,"score":80,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":45},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":82,"highlight":101,"highlights":106,"text_match":76,"text_match_info":109},{"cat_link":83,"category":84,"comment_count":45,"id":85,"is_sticky":45,"permalink":86,"post_author":48,"post_content":87,"post_date":88,"post_excerpt":51,"post_id":85,"post_modified":89,"post_thumbnail":90,"post_thumbnail_html":91,"post_title":92,"post_type":56,"sort_by_date":93,"tag_links":94,"tags":98},[42],[44],"85721","http://radioblackout.org/2023/12/85721/","Operazione di polizia al centro sociale occupato Askatasuna di Torino. Alle 7 del mattino di lunedì 11 dicembre, digos, celere, carabinieri hanno raggiunto lo stabile di corso Regina Margherita e circondato l’isolato con i blindati, accompagnati anche da Asl e Vigili del fuoco.\r\n\r\nL’operazione, terminata a metà mattinata, ha portato al prelievo di alcune bombole di gas vuote dalla cucina ma niente è stato sequestrato, al contrario di quanto accaduto lo scorso gennaio – quando durante una perquisizione erano stati sequestrati gli impianti audio per le serate musicali ed erano stati posti i sigilli ad alcuni locali dell’edificio – o lo scorso giugno, quando un blitz analogo era terminato con i sigilli al Csa Murazzi.\r\n\r\nAscolta o scarica la diretta con una compagna del centro sociale Askatasuna:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/ispezione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl comunicato del Centro Sociale Askatasuna:\r\n\r\nCi risiamo. La questura di Torino non riesce a dormire sonni tranquilli sapendo che il centro sociale Askatasuna rischi di avere qualche difetto strutturale, che i muri abbiano qualche crepa, che l’impianto elettrico non sia a norma, che tutte quelle bombole del gas possano mettere in pericolo la nostra incolumità. E così, di buon mattino, per dare una sveglia e un buon natale dopo esser rimasti un po’ male per il successo del week end di lotta in val di Susa, sono arrivati per circondare il – fatiscente a nostra insaputa – centro sociale. Chiuso l’isolato, per evitare che mamme coi passeggini potessero avvicinarsi a un luogo tanto insicuro, con celere e carabinieri, decine di agenti della Digos accompagnati da vigili del fuoco, Asl e Servizio Prevenzione e Sicurezza del Lavoro sono entrati a ispezionare piano per piano il centro sociale. Non hanno portato via niente, se non i vuoti delle bombole del gas che servono per cucinare, hanno però ispezionato con solerzia con l’obiettivo di stabilire lo stato di agibilità e sicurezza dell’immobile. Perché se il risultato di questo passaggio sarà una dichiarazione di inagibilità la questura avrà campo libero per – infine – mettere sotto sequestro tutto l’edificio, mettere i sigilli ed effettuare così lo sgombero tanto agognato. Non a caso succede oggi, quando i titoli dei giornali di questi giorni sbandierano la visita di un “non intimorito dai notav” Salvini che andrà a ispezionare il cantiere di Chiomonte il prossimo lunedì in occasione dell’avvio dei nuovi lavori. Insomma, c’è chi ispeziona cantieri e c’è chi ispeziona edifici, in un’atmosfera di minaccia nemmeno tanto velata da parte di chi subisce il fascino dei pagliacci leghisti che arrivano da lontano.\r\n\r\nLe conosciamo ormai queste mosse da vigili urbani della questura torinese, proprio qualche mese fa stessa sorte è toccata al csa Murazzi che, dopo ispezione e dichiarazione di inagibilità, è stato messo sotto sequestro quest’estate, chiudendo uno spazio storico della città di Torino simbolo della cultura e della musica alternative in questa città. Adesso la questura di Torino dovrebbe spiegarci da dove nasce questa morbosa attenzione alla sicurezza per lo stabile di corso Regina Margherita 47 perché, a nostro modo di vedere, ci sarebbero tanti posti che necessiterebbero di un’accurata ispezione e messa in sicurezza: pensiamo all’ospedale di Tivoli in cui sono morte tre persone a seguito di un incendio, pensiamo ai tetti delle scuole che crollano in testa agli studenti, pensiamo ai treni che deragliano o che investono gli operai stessi che lavorano sui binari, pensiamo ai morti per la mancanza di sicurezza sul lavoro o a scuola per l’alternanza scuola-lavoro. Ci sembra che questa storiella dei rischi per la sicurezza all’interno degli spazi sociali sia una bella invenzione di una qualche mente contorta che, non sapendo più a quale santo rivolgersi per ottenere lo sgombero del centro sociale Askatasuna, debba ricorrere a cavilli burocratici che farebbero ridere un qualsiasi gestore di un locale pubblico, a scorciatoie giudiziarie per evitare di tirare fuori l’asso nella manica e usare la forza bruta per mettere fine all’esperienza pluridecennale del centro sociale.\r\n\r\nIl tempo è tiranno, si sa, eppure addirittura la magistratura, che sappiamo bene quanto ci tenga a mantere una corsia preferenziale per concludere in tutta fretta i procedimenti a carico dei notav e dei movimenti sociali, lascerà passare un anno prima della prossima udienza per il processo di associazione a delinquere. E qui c’è qualcuno che ha molta fretta, probabilmente per potersi togliere quel sassolino dalla scarpa che sta diventando un macigno perché nel frattempo la rete a sostegno del centro sociale Askatasuna si allarga, la legittimità della partecipazione alle lotte in città da parte dei compagni e delle compagne che fanno parte di questa realtà è forte e il governo a guida Meloni tira dritto nonostante un’insofferenza sociale diffusa e inascoltata. In questi ultimi mesi abbiamo visto come siano stati messi svariati tasselli per andare nella direzione di uno sgombero senza dover fare brutte figure, dalla perquisizione e messa sotto sequestro dell’impianto audio e dei frigoriferi dell’aska, ai sigilli al csa Murazzi, dalle multe di centinaia di migliaia di euro per i concerti e le feste, alle denunce per aver organizzato degli eventi pubblici, la fantasia galoppa. Non sappiamo quale sarà il risultato dell’ispezione di questa mattina ma a conti fatti ci sembra molto probabile l’opzione di una messa sotto sequestro dell’intero spazio che non sappiamo in che tempi avverrà.\r\n\r\nPer questo motivo invitiamo tutti e tutte a partecipare numerosi all’appuntamento di venerdì 15 dicembre al centro sociale Askatasuna per un momento di incontro e confronto su quanto sta accadendo in occasione della consueta apertura del centro per il dopolavoro. Pensiamo che nonostante questi innumerevoli tentativi di mettere i bastoni fra le ruote atti a chiudere spazi di aggregazione, socialità e lotta la nostra priorità debba essere non perdere tempo dietro a questi attacchi, ma concentrarci sulle necessità che il presente che viviamo impone, continuare a incontrarci, unirci nelle lotte come unica possibilità per contrastare questo impianto repressivo generalizzato. Parlano di agibilità degli edifici per nascondersi dietro al dito della motivazione profonda che spinge a effettuare queste operazioni: qui si tratta di voler impedire qualsiasi agibilità politica in città e non solo, per sopire le spinte contrarie a un sistema di profitto che ci vorrebbe silenti e a testa bassa a lavorare.","11 Dicembre 2023","2023-12-11 16:13:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/aska_ispezione-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/aska_ispezione-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/aska_ispezione-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/aska_ispezione-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/aska_ispezione-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/aska_ispezione-1536x864.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/aska_ispezione.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ispezione al centro sociale Askatasuna",1702311160,[95,96,97],"http://radioblackout.org/tag/askatasuna/","http://radioblackout.org/tag/perquisizione/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[99,100,12],"Askatasuna","perquisizione",{"post_content":102},{"matched_tokens":103,"snippet":104,"value":105},[69],"per i concerti e le \u003Cmark>feste\u003C/mark>, alle denunce per aver organizzato","Operazione di polizia al centro sociale occupato Askatasuna di Torino. 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A Napoli, Bologna e Torino ci sono state altrettante street parade, e anche a Firenze c'è stata un'iniziativa in contemporanea. \r\n\r\nDiversi i motivi alla base della protesta: su tutti le contestazioni al governo a guida Meloni e l’opposizione al decreto anti-rave, approvato tre giorni fa in Senato, che incide anche sulla disciplina del cosiddetto ergastolo ostativo. Lo striscione del carro di apertura, a Torino, recitava \"Contro repressione, sorveglianza e 41 bis // SMASH REPRESSION\", per esplicitare i molteplici nodi che vanno a erodere progressivamente la libertà di tutt*, e il sostegno a chi lotta in regime di 41 bis.\r\n\r\nFin dalla sua prima stesura - e nonostante le limitazioni introdotte successivamente – questo decreto ha incarnato lo scopo evidente di colpire non solo le feste, ma anche i concerti e le iniziative nei centri sociali, negli squat, in uno spazio urbano abbandonato o in un bosco, attaccando tutti gli eventi “musicali o aventi altro scopo di intrattenimento” con la scusa della “sicurezza e dell’igiene”.\r\n\r\nStanno plasmando un mondo in cui la nostra unica speranza è quella di sopravvivere in \"sicurezza\"... tra una pandemia e una guerra mondiale. Un concetto di sicurezza o di igiene evidentemente strumentale, che si traduce in un mondo in cui scuole pericolanti o farcite di amianto, fabbriche d’armi, allevamenti intensivi e depredazione del pianeta sono considerati “sicuri e igienici”... mentre ballare in una fabbrica, in un bosco, occupare una casa per un concerto o una proiezione, diventano fenomeni punibili come “minacce alla sicurezza”.\r\n\r\nAbbiamo parlato con un compagno del decreto, delle piazze di Torino, Bologna, Roma, Napoli e Firenze, provando a elaborare qualche riflessione sulla giornata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/street.mp3\"][/audio]","19 Dicembre 2022","2022-12-19 18:40:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d-768x1086.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d-1086x1536.jpg 1086w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d.jpg 1131w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Street parade contro il DL anti rave",1671475243,[124,125,126,127,128,97],"http://radioblackout.org/tag/bologna/","http://radioblackout.org/tag/dl-anti-rave/","http://radioblackout.org/tag/governo-meloni/","http://radioblackout.org/tag/napoli/","http://radioblackout.org/tag/street-parade/",[130,131,132,133,134,12],"Bologna","dl anti rave","governo meloni","napoli","street parade",{"post_content":136},{"matched_tokens":137,"snippet":138,"value":139},[69],"di colpire non solo le \u003Cmark>feste\u003C/mark>, ma anche i concerti e","Sabato 17 è stata una giornata di mobilitazione contro l’articolo 633bis. 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Oggetto di queste aggressioni sono state lavoratrici, passanti, residenti, turiste che hanno avuto la sfortuna di incrociare sul loro percorso l'adunata militarista. Questi fatti non sono certo una novità. Dopo ogni adunata degli alpini le testimonianze arrivano a centinaia. Le istituzioni si affrettano come sempre ad una compatta levata di scudi in difesa del buon nome del corpo degli alpini. \"È solo goliardia, i valori degli alpini sono ben altri, è colpa delle mele marce...\" fino al virtuosismo di arrampicata sugli specchi che incolpa gli \"infiltrati\" che dotatisi abusivamente di cappello con la piuma si sarebbero approfittati della situazione. Una giustificazione che - pur nel ridicolo - palesa esattamente uno dei problemi: le adunate degli alpini sono il contesto perfetto in cui i valori del patriarcato sono talmente forti ed accettati che anche i semplici simpatizzanti si sentono legittimati e al sicuro ad agire con violenza nei confronti delle donne.\r\nNe abbiamo parlato con Anna della Miccia di Asti, dove in aprile si è tenuto il raduno provinciale degli alpini, contestato dagli antimilitarist*\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/2022-05-17-anna-alpini-molestie.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci del comunicato del La Miccia:\r\n“Basterebbe avere il coraggio di chiedersi il perché. La cultura patriarcale della forza fisica, della violenza, della supremazia dell'uomo etero e cis è la base fondante di ogni corpo militare. Ogni contesto militare poggia le fondamenta su valori culturali intrisi di machismo, esibizione muscolare ed esaltazione della violenza. Valori che si palesano massimamente negli scenari di guerra come espressione estrema del patriarcato: basti pensare allo stupro come arma universale di terrore e conquista nei territori di guerra, un'arma per nulla casuale e mai ignorata nell'arsenale bellico di ogni esercito.\r\nMa c'è di più, perché gli alpini non sono solo un corpo militare attivo negli scenari di guerra al servizio dello stato italiano. Agli alpini è riservato nell'immaginario comune anche un ruolo civile e sociale di soccorritori, aiuto durante le grandi emergenze come terremoti o alluvioni e, grazie al capillare associazionismo che riempie città e paesi, anche di animatori di feste e sagre. Un ruolo ancora una volta estremamente caratterizzato in modo patriarcale e paternalista. Come se non bastasse sono coinvolti anche nella gestione della sicurezza pubblica nelle città, come per l'operazione orwellianamente chiamata Strade Sicure (e chiedetelo alle donne quanto sono sicure le strade piene di alpini).\r\n\r\nCome donne, individualità non conformi e uomini impegnatx nella lotta transfemminista vediamo molto chiaramente queste connessioni. Le adunate degli alpini sono la celebrazione in contesto civile di un corpo armato dell'esercito, un raduno di persone che inneggiano - più o meno consapevolmente - a professionisti della guerra. Persone a cui tutto è concesso e perdonato perchè attorno al cappello con la piuma è stato propagandato nel tempo un mito di bonarietà che li dipinge come militari sì, ma quelli buoni, patriottici, persino associati, da una certa sinistra, alla figura dei partigiani.\r\n\r\nVediamo chiaramente come gli alpini non si discostino di un millimetro da questo modello, anzi di come lo rivestano di un velo di folklore che lo rende ancora più pericoloso in quanto socialmente più accettabile. Adunata dopo adunata ce ne danno prova creando un contesto di costante e ripetuta minaccia alle donne, militarizzando le città e rendendole impossibili da attraversare in sicurezza per tutte le donne e le individualità che si discostano dal ruolo imposto dei generi.\r\nCrediamo fortemente che le lotte transfemministe e antimilitariste non possano essere separate, e anzi si debbano rafforzare a vicenda attraverso la critica, l'analisi, la partecipazione collettiva e la costruzione dal basso di una resistenza. Vogliamo resistere al patriarcato e alla retorica militarista che si sta rafforzando giorno dopo giorno. Qui ad Asti poco più di un mese fa si è celebrato il centenario della sezione astigiana, tre giorni in cui le penne nere hanno invaso il centro cittadino installando pure una cittadella militare. In quell'occasione non siamo rimast* in silenzio, siamo sces* in piazza, abbiamo contestato la presenza militare in città e le loro celebrazioni guerrafondaie! I fatti di Rimini ci spingono ancora di più ad opporci con tutte le nostre forze alla presenza militare nelle nostre città. Patriarcato e militarismo sono due elementi inscindibili. Non si può combatterne uno, difendendo l'altro. Non sono mele marce. È la pianta che è da abbattere.”","17 Maggio 2022","2022-05-17 16:15:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/raduno-alpini-intervista-schlein-rimini-2022-denunce-molestie.-1200x627-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"157\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/raduno-alpini-intervista-schlein-rimini-2022-denunce-molestie.-1200x627-1-300x157.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/raduno-alpini-intervista-schlein-rimini-2022-denunce-molestie.-1200x627-1-300x157.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/raduno-alpini-intervista-schlein-rimini-2022-denunce-molestie.-1200x627-1-1024x535.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/raduno-alpini-intervista-schlein-rimini-2022-denunce-molestie.-1200x627-1-768x401.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/raduno-alpini-intervista-schlein-rimini-2022-denunce-molestie.-1200x627-1.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Alpini e molestie",1652800494,[158,159,160,161,162,163,164,165,166],"http://radioblackout.org/tag/adunata-degli-alpini-a-rimini/","http://radioblackout.org/tag/asti-alpini/","http://radioblackout.org/tag/la-miccia/","http://radioblackout.org/tag/machismo-e-militarismo/","http://radioblackout.org/tag/molestie/","http://radioblackout.org/tag/stupri-di-guerra/","http://radioblackout.org/tag/transfemminismo/","http://radioblackout.org/tag/violenza-patriacale/","http://radioblackout.org/tag/zapini/",[168,169,170,171,172,173,174,175,176],"adunata degli alpini a rimini","asti alpini","la miccia","machismo e militarismo","molestie","stupri di guerra","transfemminismo","violenza patriacale","zapini",{"post_content":178},{"matched_tokens":179,"snippet":180,"value":181},[69],"paesi, anche di animatori di \u003Cmark>feste\u003C/mark> e sagre. Un ruolo ancora","Durante la 93ª adunata degli alpini che si è svolta a Rimini e San Marino tra il 5 e l’8 maggio si sono verificati decine e decine di casi di molestie verbali e fisiche contro donne. Oggetto di queste aggressioni sono state lavoratrici, passanti, residenti, turiste che hanno avuto la sfortuna di incrociare sul loro percorso l'adunata militarista. Questi fatti non sono certo una novità. Dopo ogni adunata degli alpini le testimonianze arrivano a centinaia. Le istituzioni si affrettano come sempre ad una compatta levata di scudi in difesa del buon nome del corpo degli alpini. \"È solo goliardia, i valori degli alpini sono ben altri, è colpa delle mele marce...\" fino al virtuosismo di arrampicata sugli specchi che incolpa gli \"infiltrati\" che dotatisi abusivamente di cappello con la piuma si sarebbero approfittati della situazione. Una giustificazione che - pur nel ridicolo - palesa esattamente uno dei problemi: le adunate degli alpini sono il contesto perfetto in cui i valori del patriarcato sono talmente forti ed accettati che anche i semplici simpatizzanti si sentono legittimati e al sicuro ad agire con violenza nei confronti delle donne.\r\nNe abbiamo parlato con Anna della Miccia di Asti, dove in aprile si è tenuto il raduno provinciale degli alpini, contestato dagli antimilitarist*\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/2022-05-17-anna-alpini-molestie.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci del comunicato del La Miccia:\r\n“Basterebbe avere il coraggio di chiedersi il perché. La cultura patriarcale della forza fisica, della violenza, della supremazia dell'uomo etero e cis è la base fondante di ogni corpo militare. Ogni contesto militare poggia le fondamenta su valori culturali intrisi di machismo, esibizione muscolare ed esaltazione della violenza. Valori che si palesano massimamente negli scenari di guerra come espressione estrema del patriarcato: basti pensare allo stupro come arma universale di terrore e conquista nei territori di guerra, un'arma per nulla casuale e mai ignorata nell'arsenale bellico di ogni esercito.\r\nMa c'è di più, perché gli alpini non sono solo un corpo militare attivo negli scenari di guerra al servizio dello stato italiano. Agli alpini è riservato nell'immaginario comune anche un ruolo civile e sociale di soccorritori, aiuto durante le grandi emergenze come terremoti o alluvioni e, grazie al capillare associazionismo che riempie città e paesi, anche di animatori di \u003Cmark>feste\u003C/mark> e sagre. Un ruolo ancora una volta estremamente caratterizzato in modo patriarcale e paternalista. Come se non bastasse sono coinvolti anche nella gestione della sicurezza pubblica nelle città, come per l'operazione orwellianamente chiamata Strade Sicure (e chiedetelo alle donne quanto sono sicure le strade piene di alpini).\r\n\r\nCome donne, individualità non conformi e uomini impegnatx nella lotta transfemminista vediamo molto chiaramente queste connessioni. Le adunate degli alpini sono la celebrazione in contesto civile di un corpo armato dell'esercito, un raduno di persone che inneggiano - più o meno consapevolmente - a professionisti della guerra. Persone a cui tutto è concesso e perdonato perchè attorno al cappello con la piuma è stato propagandato nel tempo un mito di bonarietà che li dipinge come militari sì, ma quelli buoni, patriottici, persino associati, da una certa sinistra, alla figura dei partigiani.\r\n\r\nVediamo chiaramente come gli alpini non si discostino di un millimetro da questo modello, anzi di come lo rivestano di un velo di folklore che lo rende ancora più pericoloso in quanto socialmente più accettabile. Adunata dopo adunata ce ne danno prova creando un contesto di costante e ripetuta minaccia alle donne, militarizzando le città e rendendole impossibili da attraversare in sicurezza per tutte le donne e le individualità che si discostano dal ruolo imposto dei generi.\r\nCrediamo fortemente che le lotte transfemministe e antimilitariste non possano essere separate, e anzi si debbano rafforzare a vicenda attraverso la critica, l'analisi, la partecipazione collettiva e la costruzione dal basso di una resistenza. Vogliamo resistere al patriarcato e alla retorica militarista che si sta rafforzando giorno dopo giorno. Qui ad Asti poco più di un mese fa si è celebrato il centenario della sezione astigiana, tre giorni in cui le penne nere hanno invaso il centro cittadino installando pure una cittadella militare. In quell'occasione non siamo rimast* in silenzio, siamo sces* in piazza, abbiamo contestato la presenza militare in città e le loro celebrazioni guerrafondaie! 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Il soggetto proponente è l'associazione QuBi, che oltre a fare pranzi e affittare uffici per il coworking, noleggia il suo grande spazio modulare per eventi, feste, meeting aziendali, shooting fotografici, corsi.\r\n\r\nCon Francesco, abbiamo cercato di mettere in relazione questa alienazione di uno spazio pubblico in favore di un ente privato con le altre modalità di gestione e controllo delle dinamiche del quartiere Aurora, e in particolare delle sponde della Dora, oggetto di molteplici progetti, iniziative, investimenti e operazioni di polizia.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/tonite5.mp3\"][/audio]","9 Maggio 2022","2022-05-11 03:46:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Tonite-render-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Tonite-render-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Tonite-render-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Tonite-render-1024x642.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Tonite-render-768x481.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Tonite-render.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Non solo TOnite/Un nuovo protocollo della Circoscrizione 7",1652105961,[200,201,202,203],"http://radioblackout.org/tag/aurora/","http://radioblackout.org/tag/borgo-dora/","http://radioblackout.org/tag/riqualificazione/","http://radioblackout.org/tag/tonite/",[205,206,207,208],"aurora","borgo dora","riqualificazione","toNite",{"post_content":210},{"matched_tokens":211,"snippet":212,"value":213},[69],"grande spazio modulare per eventi, \u003Cmark>feste\u003C/mark>, meeting aziendali, shooting fotografici, corsi.\r","Dopo aver rinnovato il protocollo \"Sponde sicure\", un'operazione che, nelle intenzioni dei suoi firmatari, \"chiama in causa come forze sane i cittadini residenti e il mondo dell'imprenditoria commerciale esercitante su quell'area [...] per combattere gli evidenti segni di degrado socio ambientale\" attraverso la frequenza di \"cittadini non problematici, sensibili verso il decoro urbano e capaci di poter normalizzare l'area\", la Circoscrizione 7 ha siglato un nuovo patto di collaborazione, questa volta per la riqualificazione dell'area verde tra Lungodora Firenze e l'argine della Dora. 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Il motivo di questo intervento non è stato dato, hanno parlato solo di \"usuale controllo\" dei locali di ristorazione.\r\nQuesta grave provocazione segue di pochi giorni quella effettuata nel medesimo luogo da un gruppo neofascista che – approfittando di un momento in cui non vi era nessuno – ha esposto uno striscione chiedendo la demolizione del Metelkova.\r\nDa quindici anni il Rog e da trenta il Metelkova sono spazi sociali, culturali e politici attraversati da migliaia di persone delle più diverse età e interessi, non solo di Lubiana, ma da tutto il mondo. 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Anche per questo vogliamo dimostrare pubblicamente la nostra solidarietà e vicinanza alle compagne e ai compagni di Lubiana.\r\nChiediamo a tutt* di essere presenti e portare un cartello e/o striscione nella lingua che preferite.\r\n\r\n\r\n\r\nSabato 20 febbraio ore 15.30 in via del Teatro Romano (nei pressi della scalinata di santa maria maggiore) presidio sotto il consolato sloveno.\r\n\r\nGruppo Anarchico Germinal\r\n\r\ndi seguito il comunicato di Metelkova:\r\n\r\nPer una città libera, per una Lubiana antifascista\r\n\r\nrichiamo a un'iniziativa comune contro le minacce dei gruppi fascisti\r\n\r\nNell'ultimo anno siamo stati testimoni di un graduale aumento dell'audacia di gruppi fascisti nel diffondere una retorica di violenza nei confronti dei migranti, di quell* che la pensano diversamente, de* artist*e, antifascist*, generalmente nei confronti di una società aperta e libera. Il loro odio non si manifesta solamente da tastiera sui social, ma - come si è visto ultimamente - si manifesta anche nella loro presenza come imposizione nel dibattito pubblico. Questo si è visto con la presenza dei \"gilet gialli\" [diversi da quelli francesi, ndJ] sabato [6/2/2020], e le loro richieste e minacce di disintegrare la Metelkova. Loro non nascondono più la loro natura di ideologia neonazista, perché si rendono conto che hanno un appoggio sicuro dalla parte di chi governa, che gli concede la legittimazione per le loro più vergognose idee.\r\n\r\nUna tipica prova della collisione con i valori basilari di una società è l'intervento di stanotte delle forze dell'ordine speciali, armate fino ai denti, che dopo la tranquilla parata funebre dovuta alla perdita della nostra sorella Fabbrica Autonoma Rog, ha occupato le vie intorno all'AKC metelkova mesto. 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Sotto il governo di estrema destra la polizia si è trasformata da un'organo professionale autonomo a un'orda di violenta, che crea conflitti e tensioni, invece di attuare i suoi doveri basilari, cioé: garantire la sicurezza de* cittadin* e della comunità, il rispetto della libertà e dei diritti umani, nonché il rafforzamento dello stato giuridico.\r\n\r\nPer quest'ondata di politiche di odio e violenza sono responsabili sia i governanti, che sono vicini a chi espone le proprie idee di intolleranza, sia quelli che si descrivono come la loro controparte sensibile alle tematiche sociali, ma che poi hanno demolito il Rog. Le ronde di strada, prendendo spunto dall'autorità cittadina, stanno già cercando nuove forme di azione. Sta diventando solo questione di tempo in che modo la violenza simbolica prenderà forma in attacchi concreti e \"pogrom\", indirizzati alle strutture di movimenti sociali e vesro l* abitanti della città.\r\n\r\nIgnorare e deridere queste minacce, che già da tempo stanno subendo numerosi spazi di aggregazione e singol*, non porterà alla loro scomparsa nella discarica della storia, dove e come li hanno portati l* nostr* predecessor* col consenso globale. Di sicuro le loro intenzioni vanno ben oltre il momentaneo chiarissimo bersaglio che è la Metelkova. Se vogliamo vivere in libertà, come società dobbiamo fare di più.\r\n\r\nPer questo all'AKC Metelkova mesto abbiamo fatto una chiamata di solidarietà e a una ribellione generale contro le minacce delle bande fasciste. Possiamo fermare loro cammino e violenza solamente se siamo uniti. Così, ognuno per sé e tutt* per un*, pensiamo cosa possiamo fare per mostrare chiaramente, che le vie di Lubiana sono antifasciste. Che la violenza fascista con i suoi simboli, messaggi, discorsi sulle nostre vie non abbia seguito. Facciamo in modo che potremo camminare per la nostra città spensierati, baciarci, tenerci per mano, ridere, creare, parlare, vivere. Esattamente così come siamo.\r\n\r\nAKC Metelkova mesto\r\nLjubljana, 9 febbraio 2021","16 Febbraio 2021","2021-02-16 15:58:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/metelkova-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/metelkova-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/metelkova-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/metelkova.jpg 630w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lubljana. 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Anche per questo vogliamo dimostrare pubblicamente la nostra solidarietà e vicinanza alle compagne e ai compagni di Lubiana.\r\nChiediamo a tutt* di essere presenti e portare un cartello e/o striscione nella lingua che preferite.\r\n\r\n\r\n\r\nSabato 20 febbraio ore 15.30 in via del Teatro Romano (nei pressi della scalinata di santa maria maggiore) presidio sotto il consolato sloveno.\r\n\r\nGruppo Anarchico Germinal\r\n\r\ndi seguito il comunicato di Metelkova:\r\n\r\nPer una città libera, per una Lubiana antifascista\r\n\r\nrichiamo a un'iniziativa comune contro le minacce dei gruppi fascisti\r\n\r\nNell'ultimo anno siamo stati testimoni di un graduale aumento dell'audacia di gruppi fascisti nel diffondere una retorica di violenza nei confronti dei migranti, di quell* che la pensano diversamente, de* artist*e, antifascist*, generalmente nei confronti di una società aperta e libera. 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Più di 40 Robocop, con l'accompagnamento di poliziotti in uniforme, hanno poi inondato il piazzale della metelkova, hanno provato a entrare nei club terrorizzando i passanti. Il motivo di questo intervento non è stato dato, hanno parlato solo di \"usuale controllo\" dei locali di ristorazione.\r\n\r\nUna tale e così folta intrusione delle forze speciali, viene da noi intesa come un'inammissibile escalation di tensione da parte della polizia, che così facendo non solo non risolve gli esempi di attacco e minaccia, ma complica la situazione con l'immotivato mostrarsi con la forza, quindi con l'intimidazione e la creazione dell'impressione che la metelkova sia un problema da risolvere con fucili automatici a canna lunga. Sotto il governo di estrema destra la polizia si è trasformata da un'organo professionale autonomo a un'orda di violenta, che crea conflitti e tensioni, invece di attuare i suoi doveri basilari, cioé: garantire la sicurezza de* cittadin* e della comunità, il rispetto della libertà e dei diritti umani, nonché il rafforzamento dello stato giuridico.\r\n\r\nPer quest'ondata di politiche di odio e violenza sono responsabili sia i governanti, che sono vicini a chi espone le proprie idee di intolleranza, sia quelli che si descrivono come la loro controparte sensibile alle tematiche sociali, ma che poi hanno demolito il Rog. Le ronde di strada, prendendo spunto dall'autorità cittadina, stanno già cercando nuove forme di azione. Sta diventando solo questione di tempo in che modo la violenza simbolica prenderà forma in attacchi concreti e \"pogrom\", indirizzati alle strutture di movimenti sociali e vesro l* abitanti della città.\r\n\r\nIgnorare e deridere queste minacce, che già da tempo stanno subendo numerosi spazi di aggregazione e singol*, non porterà alla loro scomparsa nella discarica della storia, dove e come li hanno portati l* nostr* predecessor* col consenso globale. Di sicuro le loro intenzioni vanno ben oltre il momentaneo chiarissimo bersaglio che è la Metelkova. Se vogliamo vivere in libertà, come società dobbiamo fare di più.\r\n\r\nPer questo all'AKC Metelkova mesto abbiamo fatto una chiamata di solidarietà e a una ribellione generale contro le minacce delle bande fasciste. Possiamo fermare loro cammino e violenza solamente se siamo uniti. Così, ognuno per sé e tutt* per un*, pensiamo cosa possiamo fare per mostrare chiaramente, che le vie di Lubiana sono antifasciste. Che la violenza fascista con i suoi simboli, messaggi, discorsi sulle nostre vie non abbia seguito. Facciamo in modo che potremo camminare per la nostra città spensierati, baciarci, tenerci per mano, ridere, creare, parlare, vivere. 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