","La finanza globale: \"La macchina a vapore della nostra epoca\"","post",1427819826,[61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/finanza-globale/","http://radioblackout.org/tag/saskia-sassen/","http://radioblackout.org/tag/urbanizzazione/",[34,30,65],"urbanizzazione",{"post_content":67,"post_title":73,"tags":76},{"matched_tokens":68,"snippet":71,"value":72},[69,70],"finanza","globale","la risposta oggi è la \u003Cmark>finanza\u003C/mark> \u003Cmark>globale\u003C/mark>. Ora facciamo un piccolo inciso:","La traduzione che segue, a cura della redazione informativa di Radio Blackout, è estrapolata da un intervento della sociologa Saskia Sassen a una conferenza organizzata dal Sib di Utrecht sul tema di un suo libro recente: \"Expulsions: brutality and complexity in the global political economy\".\r\n\r\nVoglio porvi ora una domanda semplice ma grande al tempo stesso, e ho intenzione di darvi qualche minuto prima di rispondere… La domanda è: qual è la macchina a vapore della nostra epoca?\r\n\r\nNon posso certo farvi rispondere tutti ma spero che alcuni di voi stiano pensando che questa domanda ha certamente un senso. Quando pongo la questione di solito le persone rispondono \" le tecnologie informatiche. Quelle sono la macchina a vapore della nostra epoca\". \r\n\r\nIo dico di no, in parte a mo' di provocazione, in parte no. Certo che le tecnologie informatiche sono così potenti e pervasive ma non sono la nostra macchina a vapore. Esse sono fondamentalmente cose intermedie che possono essere utilizzate in modi diversi. \r\n\r\nMa quando parlo di macchina a vapore intendo anche un elemento che è sicuramente la macchina a vapore stessa, il treno, ma che è anche indirettamente presente in molti altri settori. Quindi sicuramente quella delle tecnologie informatiche è una buona risposta. Ma io dico comunque di no. io dico che la risposta oggi è la \u003Cmark>finanza\u003C/mark> \u003Cmark>globale\u003C/mark>. Ora facciamo un piccolo inciso: la \u003Cmark>finanza\u003C/mark> non è il sistema bancario, la \u003Cmark>finanza\u003C/mark> non è un faccenda di soldi e basta, la \u003Cmark>finanza\u003C/mark> è una capacità/potenzialità ed è proprio per questo che è tanto invasiva e pericolosa. Essa modella e rimodella le nostre vite, le nostre economie, i nostri stati, ogni cosa insomma. Quindi penso che la distinzione che possiamo fare tra il sistema bancario tradizionale e il sistema finanziario è che la banca vende qualcosa, in genere denaro, che possiede, mentre la \u003Cmark>finanza\u003C/mark> vende qualcosa che non ha e dentro questa transazione la sua creatività e la sua pericolosità risiedono proprio in ciò che non ha. Perché ponte dopo ponte dopo ponte arriva dappertutto. Ha bisogno di invadere altri settori, invasione che avviene in determinate maniere attraverso determinati strumenti che sono elaborati nei forum finanziari e via dicendo. Per la \u003Cmark>finanza\u003C/mark> insomma \"tutto fa brodo\". Ora fatevi mostrare un'immagine che esemplifica il concetto di \u003Cmark>finanza\u003C/mark> come potenzialità: guardate questo grafico, in soli sei anni, che è un brevissimo lasso di tempo, questo particolare strumento creato dalla \u003Cmark>finanza\u003C/mark> che sono i CDS (credit default swaps) sono passati da un trilione a 62 trilioni. Ora 62.000 miliardi di dollari è una cifra più alta del PIL \u003Cmark>globale\u003C/mark>. Cioè tutte le economie del mondo in quello stesso anno hanno prodotto un PIL di 54 trilioni di dollari. Questi 62 trilioni nel 2007 non sono in fondo che il 10 per cento del valore complessivo della \u003Cmark>finanza\u003C/mark> che in quell'anno è stato di 630 mila miliardi, superando il PIL \u003Cmark>globale\u003C/mark> di 15 volte. Ora quei 630 mila miliardi non esistono sotto forma di moneta. Abbiamo grandi difficoltà a sapere quale sia la quantità complessiva di moneta corrente in circolazione ma pur non sapendolo sappiamo che è certamente di molto inferiore al valore al valore complessivo della \u003Cmark>finanza. \u003C/mark>\r\n\r\nQuindi torniamo al concetto di potenzialità, perché è ciò che in potenza può crescere molto rapidamente monetizzando un valore che in realtà non esiste. \r\n\r\nQuando è arrivata la crisi, nel 2008, 45 miliardi sono svaniti nel giro di un mese. Puf! come non fossero mai esistiti. \r\n\r\nLasciate che vi faccia un esempio, perché questi sono strumenti utilizzati non solo dalle aziende ma anche da molte amministrazioni comunali: un anno fa alcuni di voi potrebbero aver letto che in Italia quattro comuni avevano contratto un prestito con una banca europea di cui qui non dirò il nome. Bene, queste amministrazioni pensavano che quel prestito fosse di un certo tipo, e stavano pagando un interesse mensile su questo prestito. Ma un giorno, circa un anno fa, hanno scoperto che si trattava in realtà di un derivato che era a un certo punto imploso. Insomma quei soldi erano scomparsi. Il prestito su cui pagavano gli interessi materialmente non c'era. E così quei comuni che pensavano di aver stipulato una specie di mutuo in realtà non avevano un bel niente. \r\n\r\nQuesta è un'indicazione della potenza di cui stiamo parlando. \r\n\r\nCi sono un sacco di queste storie, ora vi mostrerò il potere della \u003Cmark>finanza\u003C/mark> e della sua necessità di invadere tutti i tipi di settore. \r\n\r\nLa slide che state guardando mostre a come succede che quartieri popolari diventino parte della \u003Cmark>finanza\u003C/mark> \u003Cmark>globale\u003C/mark>. La chiave è che i profitti per i gruppi finanziari che vendono sub-prime e altri tipi di mutuo ai modesti proprietari non derivano dal pagamento dei mutui stessi; la fonte dei profitti è l'apertura di una grandissima quantità di mutui in modo da venderli agli investitori, incluse banche ed investitori stranieri. La cosa funziona perché questi derivati sono venduti accorpati a prodotti finanziari di più alta qualità.\r\n\r\nQuello che cerco di dire è come avviene che la \u003Cmark>finanza\u003C/mark>, un'algoritmo tanto complesso, creato da fisici e micro economisti, getti concretamente un ponte verso un quartiere popolare? Il punto chiave è che nel 2000 gli investitori di alto livello dicevano al mondo finanziario di sviluppare strumenti che si appoggiassero a cose concrete. Ora negli USA a quel punto era già stato tutto finanziarizzato, ciò che rimaneva erano i ceti medio bassi che ancora non possedevano una casa e che inevitabilmente avrebbero acquistato case modeste. \r\n\r\nQuindi qual'è stata la sfida della \u003Cmark>finanza? \u003C/mark>\r\n\r\nScollegare il valore di quelle casette dallo strumento che andava a mettersi in moto e produrre un sacco di profitti nel circuito dell'alta \u003Cmark>finanza\u003C/mark>. Ci sono voluti 16 passaggi ai fisici per creare uno strumento tanto micidiale. So che questo è un po' astratto per quelli che non hanno familiarità con queste cose, ma non perderò più di un minuto su questa materia tanto oscura. Il fine quindi era quello di creare una modalità in grado di produrre enormi quantità di profitti. \r\n\r\nVi mostro i risultati: in una breve ma brutale storia che inizia nel 2005 e continua ancora oggi nel 2014 e 2015, oltre trenta milioni di case sono state sequestrate per morosità. Secondo la nostra banca centrale circa10 milioni di famiglie sono state cacciate dalle loro case. Perché quello strumento finanziario non era certo stato pensato per proteggerli e dare loro una casa. Ora questa brillante modalità si è diffusa anche in Europa. E anche se i numeri sono più piccoli potete vedere che il più alto numero di pignoramenti sono in Germania. Ora tutto quello che leggete sulla Germania, sul Financial Time, un giornale molto serio, è che la Germania sta facendo molto bene. E sta facendo bene, incredibilmente bene , in realtà. Ma c'è un livello sottostante che è abbastanza invisibile: dove c'è impoverimento vi è perdita di diritti, di protezione; come potete vedere ogni anno 90.000, 80.000, 86.000 persone vengono buttate fuori dalle loro case. \r\n\r\nOra il paese con i più bassi pignoramenti vi sono la Bulgaria, la Finlandia, la Danimarca, i Paesi Bassi, ma nessun paese sfugge a queste dinamiche. Sono processi che continuano ma quello che mi interessa è anche come possono diventare invisibili. C'è un livello di invisibilità che prescinde dalla realtà. \r\n\r\nQuindi torniamo ai 10milioni di proprietari USA, queste sono in realtà famiglie, una famiglia può essere una, due o tre persone, si tratta di 30milioni di persone. Io sono olandese e il mio paese ha 16milioni di persone. RE' come se una voce dall'alto avesse detto \"ok tutti voi abitanti dell'Olanda fuori dalle vostre case, fuori dal vostro territorio. Dove andrete non so, ma fuori!\"\r\n\r\nQuesta è la realtà e tutto ciò è ben visibile, ci sono interi quartieri disabitati, case vuote, chi ci va a vivere? nessuno ci va! Questi quartieri dormitorio istituiti alla periferia delle città funzionano come immensi e ordinati campi profughi, irrimediabilmente deserti. \r\n\r\nQuindi c'è questo problema: ciò che produce vaste distruzioni materiali non è necessariamente visibile.\r\n\r\nOra voglio continuare con qualcosa che ci riguarda tutti, che cos'è questo ponte che la \u003Cmark>finanza\u003C/mark> può costruire verso le nostre case, incluse quelle più modeste? Ecco un'altra breve storia brutale: guardate ancora una volta le cifre, non tutte per carità, voglio solo sottolineare alcuni aspetti. \r\n\r\nInnanzitutto il titolo \"il rapporto tra il credito delle famiglie\", beh suona bene, peccato però che il credito non sia denaro effettivamente da spendere ma in realtà rappresenta il debito delle famiglie. Quindi è meglio dire \"il rapporto tra il debito delle famiglie e il credito personale disponibile\", si tratta di dati del FMI che sono disponibili per l'intero pianeta. Prendiamo l'Ungheria nel 2000, il rapporto è dell'11% ed è molto ragionevole. Allora negli USA eravamo già oltre il 100%, quindi avevamo l'intera popolazione in debito. E guardate di nuovo l'Ungheria lo stesso rapporto cinque anni dopo è del 40%, in soli cinque anni è aumentato di quattro volte. Se guardate agli USA nello stesso periodo quel rapporto era già del 132%. Ora la Germania, sempre 70% anno dopo anno, un tipo di stabilità sorprendente, quasi divertente. Quando vedo questi dati mi chiedo chi possiede quel debito? Se a possederlo è una piccola banca locale, diciamo tradizionale, sappiamo che una buona parte di quell'interesse almeno circolerà nelle nostre città. Se invece a possederlo è una grande banca straniera saranno semplicemente soldi che se ne sono andati. Le possibilità che quel denaro torni in circolo sono minime. \r\n\r\nCosì sono andata a guardare tra i dati nel database del FMI, operazione molto noiosa ma è possibile trovare dati che anch'io trovo interessanti. Così torniamo all'Ungheria: vediamo che nel 2006 il 40% di quel debito è di proprietà di banche straniere, non solo americane ma anche svizzere, tedesche, austriache. Il risultato è che non c'è ricircolo di quegli interessi che la gente paga nelle proprie città. \r\n\r\nQuesto è esattamente quello che succede nel franchising. Sapete tutti cos'è l diritto di franchising ? come certe catene di hotel o gli starbucks…tutte le grandi catene insomma. Una parte del profitto viene staccato e rimane fuori dal territorio invece di circolare all'interno. Mentre invece è provato che un bar, un'impresa locale, tendono a rimettere il denaro in circolo nel territorio. Il franchise non solo estrae a monte una certa quantità di ricchezza e ne farà probabilmente un complicato strumento finanziario. \r\n\r\nQuindi è positivo che ogni realtà locale provi a costruire i propri luoghi di produzione e di consumo. Esiste però un'altra faccia di questa stessa storia: un mercato immaginario che è proprio all'opposto, questi sono i super ricchi. Andremo molto velocemente su questo, i dati che vedete sono i prezzi minimi per una casa o un appartamento. E' un mercato speciale che opera in circa 20 città, ed è parte di una questione seria, sono sempre investitori stranieri a prendervi parte, ed è un mercato che è iniziato crac sei o sette anni fa. Quello che voglio dire veramente, se ci fermiamo un attimo e ci chiediamo \"cosa vedo in questo mercato dei super prime\"? E parliamo solo di abitare, e non stiamo parlando di palazzi, di uffici, ma fondamentalmente di abitazioni. Quello che davvero sta succedendo è che questi super ricchi si stanno comprando il territorio urbano. \r\n\r\nIn che modo si può comprare il territorio urbano?\r\n\r\nTu non compri proprio la terra ma la compri in forma di edifici. Quindi se prendiamo l'esempio del centro di Londra, il centro finanziario, il 70% dei palazzi è posseduto da capitale straniero. E questa è una storia che si ripete. \r\n\r\nBerlino in questo senso è abbastanza speciale, ma anche Berlino sta andando in quella direzione. All'inizio il Mitte si era infatti caratterizzato per una modalità di sviluppo urbano improntato alla piccola proprietà, ma nel mondo possiamo dire che c'è una vera e propria spinata a comprare il territorio urbano. Così spesso assistiamo a operazioni commerciali volte ad acquistare una serie di isolati, con stradine e tutto, che diventano di un solo proprietario. Ciò significa che stanno letteralmente privatizzando tutto quello che era lo spazio pubblico. \r\n\r\nCosì quando si visita oggi una città, che è una città \u003Cmark>globale\u003C/mark>, succedono molte cose che stanno distruggendo totalmente la nozione stessa di città, lo spazio pubblico della città che è la strada. Uno spazio caratterizzato da indeterminatezza; si sovradetermina lo spazio urbano se si crea un centro commerciale dove una volta c'era il tessuto sociale urbano…piccole strade, piccole case, piccoli negozi, si semplifica quello spazio. E in questo senso a mio modo di vedere una delle sfide di oggi in termini di spazio urbano è il tema dell'indeterminatezza. Stiamo perdendo indeterminatezza a causa della sovradeterminazione del nostro spazio. \r\n\r\nlo stesso avviene con l'edilizia per i super ricchi, si compreranno cinque case per costruire quelle che chiamiamo MacMansion, dimore di lusso sovradimensionate.\r\n\r\nQuindi se vogliamo guardare a ciò che rimane in ombra in questa dinamica di comprare case e costruire edifici, io vedo la compera del territorio urbano. Questa è la nuova frontiera. Esiste poi una storia più vecchia e un diverso tipo di acquisto di terreni che non sono urbani ma che vogliamo comunque inquadrare nel discorso dell'urbanizzazione. \r\n\r\nSe c'è una cosa che mi irrita è sentire politici che non si sono mai interessati ai problemi della città ripetere continuamente che ormai la maggior parte della popolazione mondiale vive in città. La città, la città, la città…questo è tutto quello che dicono. Ma vi è tutta una storia che fa parte di questa urbanizzazione, ma rimane nell'ombra intorno a ciò che è visibile della condizione urbana. Ecco di cosa sto parlando, Land-Grab : per dirla in termini empirici ci sono circa 15 governi, incluse Cina, paesi del golfo, regno unito, usa, svezia, corea del sud, più un centinaio di grosse imprese che dal 2006 al 2010 si sono accaparrati 220milioni di ettari tra Africa, Latino America, Cambogia e Ucraina.\r\n\r\nora quando la Cina, solo per citarne uno, compra 2,8 milioni di ettari di terreno in Zambia e un numero simile in Congo, cose successe solo qualche anno fa, per creare una piantagione di palme per biocarburanti, che cos'è che effettivamente accade? Ebbene, quello che succede è la massiccia distruzione della flora, della fauna, ma anche delle economie rurali, villaggi con lunga genealogia di significati, con forme di conoscenza stratificate attraverso le generazioni… totalmente cancellate!\r\n\r\nMa c'è dell'altro: dove andranno mai queste persone? Indoviante un pò. Vanno nelle città.\r\n\r\nLe città, le grandi città anarchiche, sono l'ultimo posto dove ancora i poveri possono posare il loro corpo, e così abbiamo gli slums, le favelas, le baraccopoli… Quindi tornando a ciò che resta in ombra dei processi di urbanizzazione, quello che resta in ombra poi nello stesso linguaggio dell'urbanizzazione, è un intero mondo che non è assolutamente urbano, lo stesso land-grabbing (ovvero i furti di terra).\r\n\r\nSegue il contributo audio della traduzione in studio sopra l'originale inglese in overdub.\r\n\r\nSaskiaSassen_BrutalityandComplexity\r\n\r\n ",{"matched_tokens":74,"snippet":75,"value":75},[69,70],"La \u003Cmark>finanza\u003C/mark> \u003Cmark>globale\u003C/mark>: \"La macchina a vapore della nostra epoca\"",[77,80,82],{"matched_tokens":78,"snippet":79},[69,70],"\u003Cmark>finanza\u003C/mark> \u003Cmark>globale\u003C/mark>",{"matched_tokens":81,"snippet":30},[],{"matched_tokens":83,"snippet":65},[],[85,90,93],{"field":35,"indices":86,"matched_tokens":87,"snippets":89},[47],[88],[69,70],[79],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":75,"value":75},"post_title",[69,70],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":71,"value":72},"post_content",[69,70],1157451471441625000,{"best_field_score":98,"best_field_weight":99,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":47,"score":101,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,3,"1157451471441625195",{"document":103,"highlight":122,"highlights":127,"text_match":130,"text_match_info":131},{"cat_link":104,"category":105,"comment_count":47,"id":106,"is_sticky":47,"permalink":107,"post_author":50,"post_content":108,"post_date":109,"post_excerpt":53,"post_id":106,"post_modified":110,"post_thumbnail":111,"post_thumbnail_html":112,"post_title":113,"post_type":58,"sort_by_date":114,"tag_links":115,"tags":119},[44],[46],"63530","http://radioblackout.org/2020/10/il-caffe-turco-con-murat-fincen-leaks/","Hanno toccato ogni angolo di finanza globale, coinvolgendo tutte le banche più importanti del mondo. Icij (Consorzio internazionale di giornalismo investigativo). Sono i nuovi files del gruppo di giornalisti di inchiesta che già avevano scatenato i Panama Papers, i leaks che scoperchiarono sistemi di riciclaggio e pulizia di capitali per 2099 miliardi di dollari. Ne aveva parlato \"Il Fatto\", unico quotidiano italiano a riportare la notizia di un flusso di denaro ininterrotto trasferito per conto di oligarchi russi, uomini vicini a Trump ed Erdoğan, dittatori e narcos... tra gli istituti Deutsche Bank, Danske Bank, Standard& Poors, JPMorgan, Unicredit.\r\n\r\nAlcuni documenti trapelati in rete contengono gravi accuse di riciclaggio contro i principali istituti bancari globali e l'attivismo turco non può che ripercuotersi anche in questo settore. Di questo parliamo con Murat in questo secondo appuntamento per il caffè delle 9,30 del giovedì su Radio Blackout, un appuntamento introdotto dal duo Gentleman X Ezhel che Murat ci spiega raccontandoci i guai giudiziari e l'afflato di libertà... poi si entra in media res con i financial crime scoperchiati dalla fuga di notizie che ci portano a parlare di grosse infrastrutture legate alla famiglia di Erdoğan e di lì anche a sovvenzioni a Talebani: insomma il saccheggio del paese e il tracollo dela Lira lo testimonia, costringendo il governo turco a bruciare le riserve in valuta pregiata.\r\n\r\nE le privatizzazioni conseguenti per fare cassa conducono dritte agli interessi caucasici con l'acquisizione della azienda nazionale turca da parte di quella azera (la Sokar): uno dei traffici era la compravendita illegale di gas e petrolio siriano al di là delle sanzioni internazionali (e della guerra portata ad Assad).\r\n\r\nTutti giocano sporco. Ma sentite nomi, situazioni, ruberie, alleanze estemporanee, saccheggi finanziari di roba pubblica dalla viva voce di Murat Cinar:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/murat_caffè02.mp3\"][/audio]","4 Ottobre 2020","2020-10-04 02:37:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/fincen-files-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/fincen-files-300x194.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/fincen-files-300x194.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/fincen-files-768x497.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/fincen-files.jpg 1020w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il caffè turco con Murat: FinCen leaks",1601779029,[116,117,118],"http://radioblackout.org/tag/fincen-leaks/","http://radioblackout.org/tag/nagorno-karabach/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[120,121,17],"FinCen leaks","Nagorno Karabach",{"post_content":123},{"matched_tokens":124,"snippet":125,"value":126},[69,70],"Hanno toccato ogni angolo di \u003Cmark>finanza\u003C/mark> \u003Cmark>globale\u003C/mark>, coinvolgendo tutte le banche più","Hanno toccato ogni angolo di \u003Cmark>finanza\u003C/mark> \u003Cmark>globale\u003C/mark>, coinvolgendo tutte le banche più importanti del mondo. 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Oggi il Senato ha votato la decadenza di Silvio Berlusconi. Il funambolo dalle mille risorse e dalle infinite trovate, capace di vendersi per oltre vent'anni meglio di una rock star, esce dalla scena parlamentare italiana.\r\nNe esce - e non paia un paradosso - da vincitore.\r\nIl cavaliere ha calcato la scena politica con le qualità di un attore consumato, capace di interpretare più ruoli, di cogliere e, insieme, creare il clima più propizio. La metafora teatrale riassume con efficacia la parabola politica di chi ha traghettato il nostro paese dal Novecento dell'ideologia al secondo millennio del lunapark globale, tra la roulette russa della finanza e l'effimero perenne della merce.\r\nNella sua cassetta degli attrezzi tanto avanspettacolo anni Trenta, reinterpretato assorbendo gli umori di un paese, che a dispetto di bordelli e ruberie, o, meglio, grazie a bordelli e ruberie si è identificato e ancora si identifica in lui.\r\nUna sinistra moralista senza alcun barlume di etica ne è stata risucchiata, frullata e risputata fuori a Sua immagine e somiglianza.\r\nTra un paio di settimane Matteo Renzi potrebbe essere il nuovo segretario del Partito Democratico, la formazione politica della seconda repubblica che più ha resistito all'omologazione alla politica post ideologica. Renzi non è l'uomo immagine del PD, Renzi è immagine pura, disincarnato più di un cartone animato ma vivo, vero e sexy come Jessica Rabbit. Perfetto per il ruolo.\r\nOggi indubbiamente preferito da chi gestisce le leve di una governance transnazionale che, già due anni fa, spinse per la fine anticipata del governo Berlusconi. Troppe clientele ed interessi da soddisfare per risultare ancora affidabile.\r\nIl berlusconismo ha coinciso con la chiusura, anticipata ma non compiuta dal craxismo, del compromesso socialdemocratico ed il conseguente affermarsi di una democrazia autoritaria. Il rafforzarsi dell'esecutivo è andato di pari passo con l'affievolirsi del ruolo degli organismi rappresentativi ma, insieme, con il rafforzamento e autonomizzazione dell'apparato giudiziario.\r\n\r\nCerto. Non tutti stanno al gioco. Le ultime consultazioni elettorali, dal Trentino alla Basilicata hanno fotografato un paese, dove più della metà di chi ne avrebbe diritto, va a votare. Negli anni Settanta erano meno del dieci per cento.\r\nSe questo in se non può bastare ad invertire la rotta, è tuttavia un indicatore di un disagio profondo verso le dinamiche istituzionali, chiunque se ne faccia interprete.\r\n\r\nNe abbiamo discusso con Stefano Boni, antropologo e docente all'università di Modena e Reggio Emilia.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nberlusconismo","27 Novembre 2013","2013-12-02 15:43:22","Il trionfo del berlusconismo",1385576387,[147,148,149,150,151],"http://radioblackout.org/tag/berlusconi/","http://radioblackout.org/tag/berlusconismo/","http://radioblackout.org/tag/decadenza/","http://radioblackout.org/tag/renzi/","http://radioblackout.org/tag/senato/",[153,32,26,20,22],"berlusconi",{"post_content":155},{"matched_tokens":156,"snippet":157,"value":158},[70,69],"al secondo millennio del lunapark \u003Cmark>globale\u003C/mark>, tra la roulette russa della \u003Cmark>finanza\u003C/mark> e l'effimero perenne della merce.\r","27 novembre. Oggi il Senato ha votato la decadenza di Silvio Berlusconi. Il funambolo dalle mille risorse e dalle infinite trovate, capace di vendersi per oltre vent'anni meglio di una rock star, esce dalla scena parlamentare italiana.\r\nNe esce - e non paia un paradosso - da vincitore.\r\nIl cavaliere ha calcato la scena politica con le qualità di un attore consumato, capace di interpretare più ruoli, di cogliere e, insieme, creare il clima più propizio. La metafora teatrale riassume con efficacia la parabola politica di chi ha traghettato il nostro paese dal Novecento dell'ideologia al secondo millennio del lunapark \u003Cmark>globale\u003C/mark>, tra la roulette russa della \u003Cmark>finanza\u003C/mark> e l'effimero perenne della merce.\r\nNella sua cassetta degli attrezzi tanto avanspettacolo anni Trenta, reinterpretato assorbendo gli umori di un paese, che a dispetto di bordelli e ruberie, o, meglio, grazie a bordelli e ruberie si è identificato e ancora si identifica in lui.\r\nUna sinistra moralista senza alcun barlume di etica ne è stata risucchiata, frullata e risputata fuori a Sua immagine e somiglianza.\r\nTra un paio di settimane Matteo Renzi potrebbe essere il nuovo segretario del Partito Democratico, la formazione politica della seconda repubblica che più ha resistito all'omologazione alla politica post ideologica. Renzi non è l'uomo immagine del PD, Renzi è immagine pura, disincarnato più di un cartone animato ma vivo, vero e sexy come Jessica Rabbit. Perfetto per il ruolo.\r\nOggi indubbiamente preferito da chi gestisce le leve di una governance transnazionale che, già due anni fa, spinse per la fine anticipata del governo Berlusconi. Troppe clientele ed interessi da soddisfare per risultare ancora affidabile.\r\nIl berlusconismo ha coinciso con la chiusura, anticipata ma non compiuta dal craxismo, del compromesso socialdemocratico ed il conseguente affermarsi di una democrazia autoritaria. Il rafforzarsi dell'esecutivo è andato di pari passo con l'affievolirsi del ruolo degli organismi rappresentativi ma, insieme, con il rafforzamento e autonomizzazione dell'apparato giudiziario.\r\n\r\nCerto. Non tutti stanno al gioco. Le ultime consultazioni elettorali, dal Trentino alla Basilicata hanno fotografato un paese, dove più della metà di chi ne avrebbe diritto, va a votare. Negli anni Settanta erano meno del dieci per cento.\r\nSe questo in se non può bastare ad invertire la rotta, è tuttavia un indicatore di un disagio profondo verso le dinamiche istituzionali, chiunque se ne faccia interprete.\r\n\r\nNe abbiamo discusso con Stefano Boni, antropologo e docente all'università di Modena e Reggio Emilia.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nberlusconismo",[160],{"field":94,"matched_tokens":161,"snippet":157,"value":158},[70,69],1157451470770012200,{"best_field_score":164,"best_field_weight":133,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":165,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897540608","1157451470770012273",{"document":167,"highlight":196,"highlights":201,"text_match":204,"text_match_info":205},{"cat_link":168,"category":170,"comment_count":47,"id":172,"is_sticky":47,"permalink":173,"post_author":50,"post_content":174,"post_date":175,"post_excerpt":53,"post_id":172,"post_modified":176,"post_thumbnail":177,"post_thumbnail_html":178,"post_title":179,"post_type":58,"sort_by_date":180,"tag_links":181,"tags":189},[169],"http://radioblackout.org/category/notizie/",[171],"Blackout Inside","65161","http://radioblackout.org/2020/12/il-caffe-di-murat-i-gioielli-di-stato-svenduti-al-qatar-ecco-il-perche/","Come mai il Qatar fa da bancomat dell'economia turca? è solo l'appartenenza alla fratellanza musulmana, o i motivi vanno ricercati in ambiti diversi e meno mistici? Il motivo che ci spinge a questa nuova complessa puntata del “Caffè turco con Murat” prende spunto dall’incontro ad Ankara tra Recep Tayyip Erdoğan e l'emiro del Qatar Tamim Hamad al-Thani e firmano 10 intese, quella che ha fatto più scalpore è la vendita del 10% della borsa di Istanbul a Doha, a cui si aggiunge per buon peso il Centro commerciale Istinye Park di Istanbul e il memorandum per gli investimenti qatarioti nel progetto dell'Istanbul Golden Horn, il trasferimento di quote degli operatori del Middle East Antalya Port di proprietà del Turkey's Global Ports alla Qatar's Terminals W.L.L. (cioè si sono venduti il porto di Antalya), oltre ad accordi commerciali e di libero scambio. Il volume di scambi tra le due nazioni si è incrementato nel 2020 e gli investimenti qatarioti in Turchia hanno raggiunto i 22 miliardi.\r\n\r\nStavolta inseriamo anche l’introduzione al preciso e minuzioso lavoro di Murat, per inquadrare l’argomento che vede al centro i rapporti con il Qatar:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/intro-adr-a_Murat-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\ne questo è il pezzo musicale selezionato da Murat: racchiude anche un significato recondito interessante per il discorso avviato:\r\n\r\nhttps://youtu.be/EfgAVnT5ti0\r\n\r\nQuesto idillio sboccia nel 2016/2017, proprio a ridosso del golpe fallito e all'embargo degli altri emirati contro il Qatar, che è tra i maggiori esportatori di gas e petrolio; e promuove l'ideologia dei Fratelli Musulmani, il che lo rende inviso all'Egitto di Al-Sisi (altro tratto comune alla Turchia che si trova su fronti opposti in ogni dossier mediterraneo).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/accordi-Qatar-Turchia_01.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPrima del fallito golpe c'erano già stati degli accordi – che hanno insufflato dubbi su quanto gli affari britannici siano coinvolti più o meno segretamente con l'emirato iperconfessionale, eclatante il caso della Bmc azienda britannica di mezzi blindati militari al centro di passaggi repentini di proprietà. Dalla vicenda Bmc si evince quanto il governo turco stia affidando anche gli investimenti militari alle banche del Qatar, che ha già interessi dunque nelle istituzioni nevralgiche della finanza globale. Fino al parossismo: senza gara la vendita di sperma di purosangue vincitore di gare: regalie senza bando al Qatar (fa quello che vuole) Il sistema della svendita senza concorrenza è diffusa in ogni ambito, per esempio le 60 dosi di sperma di purosangue (arabi di origine ma di proprietà dello stato turco) vincitori di gare anche queste vendute al Qatar senza gara.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/speculazioni-Qatar-Turchia_02.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPerversione delle forze in campo in Yemen: terra di guerra per procura scatenata da alleanze tra loro ibride, dove gli intrecci militari Doha/Ankara riguardano tutto: traffici, impegni, scambi, presenze militari tra i due paesi isolati dal consesso delel nazioni arabe della zona; due debolezze in difesa l'una dell’altra.\r\n\r\nIn Yemen si fronteggiano fazioni diverse dove peraltro il Qatar opera in missione congiunta con una fazione che però opera un embargo nei suoi confronti e la Turchia si trova ad appoggiarlo per contrastare nell'area gli interessi emiratini, in quanto mirano entrambi a Socotra e alle basi in Somaliland, ora in mano agli Emirati. Ma perché la Turchia appoggia in tutti i modi gli interessi del Qatar messo al bando dai suoi vicini e sottoposto a embargo sia dall'Egitto che dai Sauditi? e poi... quanto è coinvolta la Gran Bretagna? Alla fine quanto è importante che Qatar e Turchia abbiano un nemico in comune: l’Arabia Saudita. Un ultimo elemento di questo \"intrico\" internazionale – parodiando il titolo italiano di North by Northwest – proviene dall’Ucraina, come si sente ancora in quest’ultimo brano del Caffè turco di Murat del 3 dicembre 2020:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/imprese-militari-Qatar-Turchia_03.mp3\"][/audio]","5 Dicembre 2020","2020-12-05 21:33:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/doha01-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/doha01-300x199.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/doha01-300x199.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/doha01-768x510.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/doha01.png 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il caffè di Murat: i gioielli di stato svenduti al Qatar. 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Il motivo che ci spinge a questa nuova complessa puntata del “Caffè turco con Murat” prende spunto dall’incontro ad Ankara tra Recep Tayyip Erdoğan e l'emiro del Qatar Tamim Hamad al-Thani e firmano 10 intese, quella che ha fatto più scalpore è la vendita del 10% della borsa di Istanbul a Doha, a cui si aggiunge per buon peso il Centro commerciale Istinye Park di Istanbul e il memorandum per gli investimenti qatarioti nel progetto dell'Istanbul Golden Horn, il trasferimento di quote degli operatori del Middle East Antalya Port di proprietà del Turkey's Global Ports alla Qatar's Terminals W.L.L. (cioè si sono venduti il porto di Antalya), oltre ad accordi commerciali e di libero scambio. Il volume di scambi tra le due nazioni si è incrementato nel 2020 e gli investimenti qatarioti in Turchia hanno raggiunto i 22 miliardi.\r\n\r\nStavolta inseriamo anche l’introduzione al preciso e minuzioso lavoro di Murat, per inquadrare l’argomento che vede al centro i rapporti con il Qatar:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/intro-adr-a_Murat-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\ne questo è il pezzo musicale selezionato da Murat: racchiude anche un significato recondito interessante per il discorso avviato:\r\n\r\nhttps://youtu.be/EfgAVnT5ti0\r\n\r\nQuesto idillio sboccia nel 2016/2017, proprio a ridosso del golpe fallito e all'embargo degli altri emirati contro il Qatar, che è tra i maggiori esportatori di gas e petrolio; e promuove l'ideologia dei Fratelli Musulmani, il che lo rende inviso all'Egitto di Al-Sisi (altro tratto comune alla Turchia che si trova su fronti opposti in ogni dossier mediterraneo).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/accordi-Qatar-Turchia_01.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPrima del fallito golpe c'erano già stati degli accordi – che hanno insufflato dubbi su quanto gli affari britannici siano coinvolti più o meno segretamente con l'emirato iperconfessionale, eclatante il caso della Bmc azienda britannica di mezzi blindati militari al centro di passaggi repentini di proprietà. 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Fino al parossismo: senza gara la vendita di sperma di purosangue vincitore di gare: regalie senza bando al Qatar (fa quello che vuole) Il sistema della svendita senza concorrenza è diffusa in ogni ambito, per esempio le 60 dosi di sperma di purosangue (arabi di origine ma di proprietà dello stato turco) vincitori di gare anche queste vendute al Qatar senza gara.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/speculazioni-Qatar-Turchia_02.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPerversione delle forze in campo in Yemen: terra di guerra per procura scatenata da alleanze tra loro ibride, dove gli intrecci militari Doha/Ankara riguardano tutto: traffici, impegni, scambi, presenze militari tra i due paesi isolati dal consesso delel nazioni arabe della zona; due debolezze in difesa l'una dell’altra.\r\n\r\nIn Yemen si fronteggiano fazioni diverse dove peraltro il Qatar opera in missione congiunta con una fazione che però opera un embargo nei suoi confronti e la Turchia si trova ad appoggiarlo per contrastare nell'area gli interessi emiratini, in quanto mirano entrambi a Socotra e alle basi in Somaliland, ora in mano agli Emirati. Ma perché la Turchia appoggia in tutti i modi gli interessi del Qatar messo al bando dai suoi vicini e sottoposto a embargo sia dall'Egitto che dai Sauditi? e poi... quanto è coinvolta la Gran Bretagna? Alla fine quanto è importante che Qatar e Turchia abbiano un nemico in comune: l’Arabia Saudita. 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Negli ultimi anni abbiamo vissuto una forte crisi dei mercati finanziari che ha visto una crescita fuori misura di specifici settori (come il Big Tech) e il disancoraggio totale con l'economia reale, alimentando una bolla che ha sostenuto il capitalismo finanziario americano che oggi vede una scossa con l'elezione di Trump. Non si può non commentare la reazione dell'Unione Europea con il piano Rearm e il piano per aumentare l'indebitamento degli Stati per poter aumentare la spesa militare, avverando così in pochi mesi una crescita del valore borsistico del 100% delle aziende belliche come Leonardo e altre, che assumono un ruolo centrale nella finanza. Una bolla che si sta costruendo sulla paura e sulla necessità del riarmo per prepararsi a un potenziale conflitto e, allo stesso tempo, per \"armare l'Ucraina fino alla vittoria\". Una strenua battaglia per tenere in piedi il capitalismo finanziario in una crisi che parte dal cuore dell'Impero.\r\n\r\nAlessandro Volpi, docente di Storia Contemporanea all'Università di Pisa, ha pubblicato \"I padroni del mondo\"\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Volpi-2025_04_03_2025.04.03-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAlessandro Volpi interverrà nel dibattito di sabato 12 aprile alle ore 16 durante il Festival Altri Mondi Altri Modi dal titolo \"Scenari della guerra globale\"\r\n\r\nIn un certo senso tutto è collegato. I conflitti militari che stanno aumentando di intensità nel mondo, al netto delle loro specificità regionali, si inseriscono in un contesto politico ed economico globale. Non possiamo comprendere fino in fondo il genocidio in corso a Gaza, la guerra tra Russia e Ucraina, le tensioni in Corea e su Taiwan senza considerare che l’inasprimento di vecchie linee di tensione e la nascita di nuove dipende anche da un quadro generale di crisi del sistema di produzione capitalista per come lo abbiamo conosciuto negli ultimi cinquant’anni. In questo dibattito abbiamo deciso dunque di provare a fare una panoramica degli scenari di guerra e tensione e degli attori protagonisti di questi conflitti. Parleremo di Stati Uniti, Cina, Russia e Medio Oriente tentando di esplorare gli aspetti finanziari, geopolitici, di politica interna e sociali che si inseriscono nella tendenza alla guerra globale.\r\n\r\nNello stesso dibattito interverranno Rosita di Peri, Pierluigi Fagan, Nick Chavez e Phil Neel \r\n\r\nQui il programma completo del Festival Altri Mondi / Altri Modi \r\n\r\nPer tutti gli aggiornamenti segui la pagina Instagram","4 Aprile 2025","2025-04-04 12:42:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/usa-dazi-auto-1920x960-1-1024x596-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"175\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/usa-dazi-auto-1920x960-1-1024x596-1-300x175.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/usa-dazi-auto-1920x960-1-1024x596-1-300x175.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/usa-dazi-auto-1920x960-1-1024x596-1-768x447.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/usa-dazi-auto-1920x960-1-1024x596-1.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Capitalismo finanziario e economia di guerra",1743770568,[222,223,224,225,226],"http://radioblackout.org/tag/crisi-capitalismo/","http://radioblackout.org/tag/dazi/","http://radioblackout.org/tag/donald-trump/","http://radioblackout.org/tag/economia-di-guerra/","http://radioblackout.org/tag/finanza/",[228,229,230,231,69],"crisi capitalismo","dazi","donald trump","economia di guerra",{"post_content":233,"tags":237},{"matched_tokens":234,"snippet":235,"value":236},[69],"approfondito come la ristrutturazione della \u003Cmark>finanza\u003C/mark> e gli scenari bellici mondiali","Nella giornata che ha visto grandi dichiarazioni del presidente Trump aprire alla guerra commerciale dei dazi abbiamo approfondito come la ristrutturazione della \u003Cmark>finanza\u003C/mark> e gli scenari bellici mondiali siano strettamente connessi. 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La prima giornata è partita con la presidenza che da subito ha annunciato un accordo sui crediti di carbonio -meccanismi di mercato per ridurre le emissioni, vecchio sistema su cui ormai non si fa più affidamento. Il posizionamento del paese ospitante è venuto fuori da subito «Il gas e il petrolio sono un dono di Dio» ha detto il presidente durante il suo discorso. La trasparenza nel posizionamento di questi petrostati è forse il segno più evidente del clima sempre meno favorevole a una transizione a livello globale. Dall'altro lato, qualche grammo di attenzione al problema ecologico sembrano porlo il premier britannico Starmer, che presenta un piano per ridurre le emissioni di gas serra del Regno Unito di almeno l’81% entro il 2035 rispetto ai livelli del 1990 come parte degli obiettivi nazionali per la transizione green, e il vice-presidente brasiliano Geraldo Alckmin ha mostrato al mondo nuovi target, ma un po’ meno ambiziosi: tra -39% e meno -50% allo stesso anno. Il paese sudamericano ospiterà il summit del prossimo anno, Cop30.\r\n\r\nAppare evidente in questa COP29 che da un lato, i paesi poveri parlano di finanza climatica, mentre i ricchi, sempre che siano presenti, no. Il tema dei fondi che dal Nord devono andare al Sud globale per finanziare la transizione dovrebbe essere il cuore di Cop29, infatti a Baku si dovrà rinnovare la promessa dei 100 miliardi all'anno del 2009. Tra i paesi cosiddetti in via di sviluppo molti - ad esempio l’Unione Africana - vorrebbero decuplicare la cifra, arrivando a 1.000 miliardi all’anno. Nel corso della seconda giornata della conferenza per il clima, alcuni rappresentanti africani, di isole e stati dell'Asia centrale hanno esposto le conseguenze note e reali del riscaldamento climatico nei loro territori e sulle popolazioni che li abitano, testimonianze però davanti a poltrone lasciate vuote dai paesi che di questa crisi sono i diretti responsabili.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo parlato di COP29 con Lorenzo Tecleme, inviato a Baku (Il manifesto), durante la trasmissione informativa del mercoledì, su radio blackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/cop29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","13 Novembre 2024","2024-11-13 16:45:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/oilwell-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/oilwell-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/oilwell-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/oilwell-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/oilwell-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/oilwell.jpg 500w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","COP29: l'assenza di molti stati responsabili della crisi climatica e \"il petrolio dono di dio...\"",1731516306,[276,277,278],"http://radioblackout.org/tag/cop29/","http://radioblackout.org/tag/emissioni-di-gas-serra/","http://radioblackout.org/tag/clima/",[280,281,282],"#cop29","#emissioni di gas serra","clima",{"post_content":284},{"matched_tokens":285,"snippet":286,"value":287},[70],"a una transizione a livello \u003Cmark>globale\u003C/mark>. 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Dall'altro lato, qualche grammo di attenzione al problema ecologico sembrano porlo il premier britannico Starmer, che presenta un piano per ridurre le emissioni di gas serra del Regno Unito di almeno l’81% entro il 2035 rispetto ai livelli del 1990 come parte degli obiettivi nazionali per la transizione green, e il vice-presidente brasiliano Geraldo Alckmin ha mostrato al mondo nuovi target, ma un po’ meno ambiziosi: tra -39% e meno -50% allo stesso anno. Il paese sudamericano ospiterà il summit del prossimo anno, Cop30.\r\n\r\nAppare evidente in questa COP29 che da un lato, i paesi poveri parlano di \u003Cmark>finanza\u003C/mark> climatica, mentre i ricchi, sempre che siano presenti, no. Il tema dei fondi che dal Nord devono andare al Sud \u003Cmark>globale\u003C/mark> per finanziare la transizione dovrebbe essere il cuore di Cop29, infatti a Baku si dovrà rinnovare la promessa dei 100 miliardi all'anno del 2009. 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Da lì comincia il nostro dialogo che replica e moltiplica quello che Emanuele e Massimo hanno innescato nel loro libro per trasmettere impressioni e analisi, interpretazioni e intuizioni elaborate singolarmente o nei sopralluoghi insieme nel Sudest asiatico per dare una forma un po' più dettagliata al fenomeno delel scam city e alle sue implicanze.\r\n\r\nNon si muove foglia che Xi non voglia tra i grattacieli delle scam city\r\n\r\nImmergendosi nel fenomeno delle scam city, le città della truffa, si può ricavare una fotografia nitida dei differenti parametri che regolano l'economia dell'Asean, quella sommersa ma anche quella su cui si fonda l'intero sistema – basti pensare a quale peso (più della metà del pil) hanno questi eredi dei casinò precovid nel'economia cambogiana. E l'aea del Sudest asiatico è quella dove si regola il reale scontro a livello globale.\r\nEmanuele Giordana e Massimo Morello si sono immersi in questo magma frenetico di creazione e sviluppo di realtà urbane dal nulla e suo improvviso disfacimento una volta compreso che quei compound misteriosi e talvolta trasandati a nascondere tante vite rapite e ridotte in schivitù (forse in alcuni casi una reclusione volontaria per i facili guadagni) costituiscono un affare da migliaia di miliardi, gestiti da tycoon ai vertici delle mafie, ma regolati dalla volontà cinese di sfruttarne i proventi e, al momento opportuno, azzerarli con tutta la città cresciuta intorno (che torna a essere preda della giungla naturale in sostituzione dei blockchain, delle truffe telefoniche, della pirateria informatica...). I due reporter hanno battuto di persona i confini pericolosi tra Myanmar e Thailandia, le realtà cambogiane (il paese che maggiormente detiene le concessioni cinesi a ospitare scam center), il Laos e il Vietnam, scrivendo un libro (Asia Criminale, edito da Baldini+Castoldi) che è fondato su una sorta di dialogo tra loro e con i testimoni incontrati, corredato dalla storia da loro stessi testimoniata negli articoli di prezioso giornalismo sul campo a partire dagli anni Settanta, quando frequentavano quegli stessi luoghi, riuscendo a dare così anche l'effettiva trasformazione della società e dei luoghi di questa parte di mondo rivisitata più volte nel tempo.\r\nIl racconto che ce ne hanno fatto, a tratti divertente, apre uno squarcio nel velo di mistero attorno alle scam city e ai costanti rivolgimenti di alleanze, affari e amicizie tradite con toni che tra l'evocazione dell'atmosfera letteraria, la geometria dei vari Triangoli d'Oro (o altri preziosi) e il dettaglio fotografico che con precisione inquadrano la realtà presente consentono di interpretare eventi, sviluppi, cambiamenti e direzione di quelle società difficilmente penetrabili e che continuano a condizionare il mondo attraverso gli intrecci tra economia criminale, microfinanza e finanza globale... e sullo sfondo emerge sempre da ogni particolare l'impronta vigile della Cina.\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/4xWsR7M5kbFjSn1sAamkxc?si=p9ptvPlrSa6kwnHIIz5J6Q\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carola Frediani che ha lavorato per anni come giornalista occupandosi di sorveglianza, cybercrimine e cybersicurezza, animatrice della newsletter Guerre di Rete, parliamo delle interazioni sempre più pervasive fra guerre e tecnologia.\r\nGuerre di rete conduce una ricerca accurata sui temi della cybersicurezza con uno sguardo critico ed informato sull'applicazione delle nuove tecnologie agli scenari bellici, partendo dal caso ucraino, scenario in cui la predominanza dell'uso dei droni ha cambiato il modo di fare la guerra con l'utilizzo di tecnologia diffusa spesso a duplice uso militare e civile .Gli attacchi informatici spesso anticipano le guerre sul terreno, si cita il caso del reclutamento da parte dell'esercito ucraino di vari hacker attivisti nonché di attacchi informatici russi contro obiettivi sensibili ucraini .Si espande il controllo dei sistemi di sorveglianza anche verso gruppi sociali ritenuti pericolosi in un contesto bellico con il supporto di aziende tecnologiche che sperimentano in scenari bellici l'efficacia dei propri sistemi di cybersicurezza. La ricerca di armamenti che riduca sempre di più l'intervento umano conduce all'utilizzo dell'intelligenza artificiale nella definizione degli obiettivi (vedi il sistema Lavender israeliano utilizzato a Gaza) definendo il numero di potenziali vittime \"collaterali\" in base alla preminenza dell'obiettivo da colpire.\r\nL'osservatorio con le sue peculiarità consente di registrare realmente i tempi di progettazione e uso dell'innovazione tecnologica, consentendo di verificare quando e chi abbia preparato le guerre, ma anche quale uso dell'Intelligenza Artificiale sia più sviluppato dai poteri nazionali – ormai tutti apertamente totalitari e di impronta autoritaria. Evidente è il caso dell'Iran che sviluppa sicuramente il comparto dei droni da combattimento (meno sofisticati di altri stati), ma potenzia moltissimo le applicazioni che pervadono il controllo dell'ordine interno; altri paesi sono all'avanguardia del contrasto alla migrazione (Usa); e poi ci sono le guerre scatenate per appropriarsi delle risorse utili a potenziare la dotazione in AI.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/le-nuove-frontiere-belliche-della-tecnologia-guerre-di-rete-e-dual-use--67031781\r\n\r\ngli altri interlocutori interpellati sull'escalation bellica e le nuove forme di guerra si trovano qui","18 Luglio 2025","2025-07-19 10:01:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 17/07/2025 - LE CONSEGUENZE DISTOPICHE DELLA DIGITALIZZAZIONE: LO SCHIAVISMO NELLE SCAM CITY DI AZZARDO ON LINE E BITCOIN, LE VITTIME COLLATERALI DELLA GUERRA DI DRONI","podcast",1752831646,[347,348],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/","http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[312,350],"BastioniOrione",{"post_content":352},{"matched_tokens":353,"snippet":354,"value":355},[69,70],"tra economia criminale, microfinanza e \u003Cmark>finanza\u003C/mark> \u003Cmark>globale\u003C/mark>... e sullo sfondo emerge sempre"," \r\n\r\n \r\n\r\nNel giorno in cui filtra la notizia che una pattuglia russa si arrende per la prima volta a una brigata di droni ucraini interamente postumana abbiamo trasmesso due racconti apparentemente distanti tra loro ma con una peculiarità in comune: sia nelle scam city descritte dai due mitici reporter Emanuele Giordana e Massimo Morello sulla scorta del loro libro Asia Criminale, sia nei conflitti analizzati da Carola Frediani e dagli ottimi giornalisti di \"Guerre di Rete\" si possono individuare le conseguenze della pervasività della rete e degli effetti della digitalizzazione su \u003Cmark>finanza\u003C/mark> più o meno criminale, strategie commerciali, controllo geopolitico di interi paesi, sfruttamento del gioco d'azzardo e delle criptovalute per allargare l'influenza su intere regioni – come spiegato con dovizia di testimonianze di primissima mano da Manulo e Max –, dove si possono preparare quelle guerre che poi vedranno droni e intelligenze artificiali di vario tipo spadroneggiare (e uccidere civili) nelle descrizioni di Carola.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCominciamo dai Triangoli di una geometria da sempre sinonimo di criminalità in Sudest asiatico. Da lì comincia il nostro dialogo che replica e moltiplica quello che Emanuele e Massimo hanno innescato nel loro libro per trasmettere impressioni e analisi, interpretazioni e intuizioni elaborate singolarmente o nei sopralluoghi insieme nel Sudest asiatico per dare una forma un po' più dettagliata al fenomeno delel scam city e alle sue implicanze.\r\n\r\nNon si muove foglia che Xi non voglia tra i grattacieli delle scam city\r\n\r\nImmergendosi nel fenomeno delle scam city, le città della truffa, si può ricavare una fotografia nitida dei differenti parametri che regolano l'economia dell'Asean, quella sommersa ma anche quella su cui si fonda l'intero sistema – basti pensare a quale peso (più della metà del pil) hanno questi eredi dei casinò precovid nel'economia cambogiana. E l'aea del Sudest asiatico è quella dove si regola il reale scontro a livello \u003Cmark>globale\u003C/mark>.\r\nEmanuele Giordana e Massimo Morello si sono immersi in questo magma frenetico di creazione e sviluppo di realtà urbane dal nulla e suo improvviso disfacimento una volta compreso che quei compound misteriosi e talvolta trasandati a nascondere tante vite rapite e ridotte in schivitù (forse in alcuni casi una reclusione volontaria per i facili guadagni) costituiscono un affare da migliaia di miliardi, gestiti da tycoon ai vertici delle mafie, ma regolati dalla volontà cinese di sfruttarne i proventi e, al momento opportuno, azzerarli con tutta la città cresciuta intorno (che torna a essere preda della giungla naturale in sostituzione dei blockchain, delle truffe telefoniche, della pirateria informatica...). I due reporter hanno battuto di persona i confini pericolosi tra Myanmar e Thailandia, le realtà cambogiane (il paese che maggiormente detiene le concessioni cinesi a ospitare scam center), il Laos e il Vietnam, scrivendo un libro (Asia Criminale, edito da Baldini+Castoldi) che è fondato su una sorta di dialogo tra loro e con i testimoni incontrati, corredato dalla storia da loro stessi testimoniata negli articoli di prezioso giornalismo sul campo a partire dagli anni Settanta, quando frequentavano quegli stessi luoghi, riuscendo a dare così anche l'effettiva trasformazione della società e dei luoghi di questa parte di mondo rivisitata più volte nel tempo.\r\nIl racconto che ce ne hanno fatto, a tratti divertente, apre uno squarcio nel velo di mistero attorno alle scam city e ai costanti rivolgimenti di alleanze, affari e amicizie tradite con toni che tra l'evocazione dell'atmosfera letteraria, la geometria dei vari Triangoli d'Oro (o altri preziosi) e il dettaglio fotografico che con precisione inquadrano la realtà presente consentono di interpretare eventi, sviluppi, cambiamenti e direzione di quelle società difficilmente penetrabili e che continuano a condizionare il mondo attraverso gli intrecci tra economia criminale, microfinanza e \u003Cmark>finanza\u003C/mark> \u003Cmark>globale\u003C/mark>... e sullo sfondo emerge sempre da ogni particolare l'impronta vigile della Cina.\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/4xWsR7M5kbFjSn1sAamkxc?si=p9ptvPlrSa6kwnHIIz5J6Q\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carola Frediani che ha lavorato per anni come giornalista occupandosi di sorveglianza, cybercrimine e cybersicurezza, animatrice della newsletter Guerre di Rete, parliamo delle interazioni sempre più pervasive fra guerre e tecnologia.\r\nGuerre di rete conduce una ricerca accurata sui temi della cybersicurezza con uno sguardo critico ed informato sull'applicazione delle nuove tecnologie agli scenari bellici, partendo dal caso ucraino, scenario in cui la predominanza dell'uso dei droni ha cambiato il modo di fare la guerra con l'utilizzo di tecnologia diffusa spesso a duplice uso militare e civile .Gli attacchi informatici spesso anticipano le guerre sul terreno, si cita il caso del reclutamento da parte dell'esercito ucraino di vari hacker attivisti nonché di attacchi informatici russi contro obiettivi sensibili ucraini .Si espande il controllo dei sistemi di sorveglianza anche verso gruppi sociali ritenuti pericolosi in un contesto bellico con il supporto di aziende tecnologiche che sperimentano in scenari bellici l'efficacia dei propri sistemi di cybersicurezza. 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Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. 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Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. 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Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. 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La città di Kiruna si è sviluppata vicino alla miniera nel 1903 e oggi ospita più di ventimila persone. La ricchezza del suolo è considerata straordinaria. Ancora lontana dall'essere esaurita, la miniera ha già prodotto più di un miliardo di tonnellate di minerale. La vena del giacimento così prolifico, però, penetra nel terreno con un'inclinazione di 60 gradi, il che la conduce direttamente sotto la città, che viene poco a poco inghiottita dalla miniera. Questa esercita una tale presa sugli abitanti di Kiruna che quando la società mineraria statale che la gestisce ha proposto di spostare la città di 3 km, non ha incontrato alcuna resistenza. 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Rigettando le riduzionistiche declinazioni economiciste del concetto, in questo senso l’estrattivismo nomina il sostrato materiale di tutto il sistema capitalista \u003Cmark>globale\u003C/mark> e il suo legame strutturale e indissolubile con la crescente vampirizzazione del mondo (non soltanto quello definito come “naturale”), oggettificato in quanto \"risorsa\".\r\n\r\nLa dimensione materiale e distruttiva del capitalismo termoindustriale viene allo stesso tempo costantemente mistificata, tanto da costituirne un rimosso tale da raggiungere esiti estremi. Come nel caso di Kiruna, in Svezia, nella provincia della Lapponia, che si trova a 150 chilometri a nord del circolo polare artico. Dall'inizio di dicembre, per lunghe settimane, la città è avvolta dalla notte polare. In inverno, la temperatura media è di – 14 °C. Per molto tempo, solo i Saamis hanno popolato queste lande. A seguito della scoperta di un giacimento di ferro, nel 1890, vi si stabilì una società mineraria. La città di Kiruna si è sviluppata vicino alla miniera nel 1903 e oggi ospita più di ventimila persone. La ricchezza del suolo è considerata straordinaria. Ancora lontana dall'essere esaurita, la miniera ha già prodotto più di un miliardo di tonnellate di minerale. La vena del giacimento così prolifico, però, penetra nel terreno con un'inclinazione di 60 gradi, il che la conduce direttamente sotto la città, che viene poco a poco inghiottita dalla miniera. Questa esercita una tale presa sugli abitanti di Kiruna che quando la società mineraria statale che la gestisce ha proposto di spostare la città di 3 km, non ha incontrato alcuna resistenza. Gli abitanti sembrano aver normalizzato il fatto che la miniera, come un Moloch moderno, inghiottisce le loro case, le loro strade, i loro spazi di vita.\r\n\r\nE' di questo rimosso, e del suo nesso con il fondamento ed orizzonte bellico del mondo in cui viviamo, che parliamo nelle due puntate di aprile di Happy Hour, insieme ad una compagna del Collettivo Escombrera, autore del libro \"Il rimosso della miniera. La nuova febbre dell'oro nell'Europa in guerra\" (OGzero, 2024).\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/HAPPY-HOUR-ESTRATTIVISMOpt1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n_prima puntata_7.04.24_\r\n00:00 - a cosa serve l'Energia?\r\n08:19 - addentrarsi nella \"materia\": materie prime critiche, strategiche, terre rare\r\n14:50 - riconfigurazione delle catene di approvvigionamento nella guerra mondiale \"a pezzi\"\r\n22:00 - utilità della miniera: militare, nucleare, AI, medicina, agroindustria, \u003Cmark>finanza\u003C/mark>, automotive, rinnovabili...\r\n27:30 - fronti di guerra: i progetti strategici europei e italiani del Critical Raw Material Act, l'Ucraina, la Serbia, Panama, l'Artico\r\n57:45- la realtà estrattiva protoindustriale, la produzione della \"natura a buon mercato\"\r\n1:03:30 - Estratti da \"L'invenzione della tradizione del cavar marmi\" nelle Alpi Apuane (Cheddite?, 2021)\r\n1:07:27 - il caso delle Alpi occidentali, le lingere di galleria\r\n1:16:12 - colonialismo interno ed esterno: il Regio Editto Savoia sulla proprietà del sottosuolo del 1840, applicato in Sardegna nel 1848\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/HAPPY-HOUR-ESTRATTIVISMOpt2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n_seconda puntata_14.04.24_\r\n00:00 - il rapporto metabolico tra Capitale e \"natura\" si dà in relazione all'intreccio tra Scienza e Tecnica\r\n7:10 - il ruolo dello Stato e del capitalismo finanziario transnazionale: il caso di ISPRA e Altamin Ldt\r\n19:40 - genealogia del concetto di \"estrattivismo\", lottare contro le forze che rendono sacrificabili alcuni luoghi di vita\r\n27:50 - intrecci: processi di accumulazione originaria in Europa come nel \"Sud \u003Cmark>globale\u003C/mark>\"\r\n36:40 - Zonizzazione e militarizzazione: che mondo produce la miniera?\r\n41:20 - Materie prime \"di carta\": il ruolo della \u003Cmark>finanza\u003C/mark>\r\n43:45 - \"Ecologia di guerra\", la mitologia green dell'autonomia energetica nello scenario bellico europeo\r\n48:12 - Chi non può essere cooptato, deve essere silenziato: il dispositivo Nimby\r\n\r\n \r\n\r\n_intermezzi musicali_\r\n\r\nTerra, Caetano Veloso\r\n\r\nLa lingera di galleria, canzone dei minatori\r\n\r\nLes mines de charbon, Claude Nougaro\r\n\r\nOcchi di rana, Kina\r\n\r\nIndecifrabile, Arturo\r\n\r\nWorking in the coal mine, Lee Dorsey",[435],{"field":94,"matched_tokens":436,"snippet":432,"value":433},[70],{"best_field_score":260,"best_field_weight":133,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":292,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":439,"highlight":452,"highlights":457,"text_match":258,"text_match_info":460},{"comment_count":47,"id":440,"is_sticky":47,"permalink":441,"podcastfilter":442,"post_author":443,"post_content":444,"post_date":445,"post_excerpt":53,"post_id":440,"post_modified":446,"post_thumbnail":447,"post_title":448,"post_type":344,"sort_by_date":449,"tag_links":450,"tags":451},"94490","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-19-12-2024-limplosione-degli-stati-nazione-post-coloniali-siria-e-myanmar-contraccolpi-in-georgia-e-nel-caucaso-ex-sovietico-della-guerra-in-europa-i-fantasmi-di-gwangju-in-c/",[302],"radiokalakuta","In questa ultima puntata del 2024 Bastioni di Orione si confronta con gli effetti della frammentazione dei territori , conseguenza della crisi dell'ordine capitalista post globalizzazione e la ridefinizione in corso degli assetti di potere in aree strategiche come il Levante e il Sud Est asiatico guardando nello specifico al caso della Siria e del Myanmar. Le fratture dovute al confronto bellico fra Nato e Russia come onde sismiche si estendono fino al Caucaso ,ingerenze esterne si manifestano scompaginando equlibri ,innestando tensioni ,favorendo divisioni all'interno di società colpite dalla crisi sociale e anche d'identità riveniente dal collasso dell'URSS come nel caso della Georgia. Nel quadro della frammentazione globale anche società ritenute stabili come la Corea del Sud ripiombano nell'incubo di un passato autoritario non troppo lontano in cui i militari detenevano il potere , tentativi di golpe e crisi di rappresentanza politica scuotono le fondamenta di un paese divenuto fondamentale per l'architettura militare anticinese nell'Indo Pacifico.\r\n\r\nCon Emanuele Giordana giornalista ,scrittore e profondo conoscitore dell'Asia ,parliamo della situazione in Myanmar e degli sviluppi della guerra che ha provocato migliaia di morti e almeno tre milioni di profughi interni. Le città principali sono ancora sotto il controllo dell'esercito mentre le milizie etniche e l'opposizione controllano gli stati perifici e le aree di confine in particolare con la Cina e il Bangladesh. L'avanzata delle formazioni separatiste che sono attive dal 1948 respinge l'esercito del regime militare ma segue un' agenda legata ad interessi particolari dal traffico di droga al contrabbando . L'atteggiamento della Cina sta cambiando ,ha tollerato la giunta fino ad ora e al contempo ha consentito il passaggio di armi e viveri verso le formazioni armate ,ma ora sta spingendo per un negoziato fra le parti preoccupata dal caos ai suoi confini . L' ASEAN (la Associazione delle nazioni del Sudest Asiatico ) si sta muovendo per trovare una via d'uscita dalla crisi che attanaglia il Myanmar dopo il colpo di stato militare del 2021 ,su iniziativa della Thailandia ,inquieta per l'afflusso dei profughi . L'Indonesia ,che ora ha un presidente ex militare ,sembra voler cambiare posizione verso la giunta bimana e se i cinesi non abbandonano i generali la situazione potrebbe cambiare per i militari al potere anche perchè finora, la road map per la pace, proposta dai 10 membri dell'ASEAN e nota come \"Piano in cinque punti\", non ha trovato l'appoggio del governo birmano, nè dei gruppi di opposizione. Ora, secondo gli analisti, in questa fase, dopo le sconfitte sul campo e la saldatura avvenuta tra i movimenti ribelli e le milizie etniche in Myanmar, anche la giunta militare al potere nel paese potrebbe aprire alla prospettiva di colloqui per raggiungere una tregua e un accordo.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-DI-ORIONE-19122024-GIORDANA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Rosella Ideo ,storica dell'Asia orientale all'Università di Trieste ,dialogando con Emanuele Giordana cerchiamo di comprendere le dinamiche del golpe di Seoul ,che ha riportato la Corea del Sud indietro nel tempo agli anni '80. L'arresto del capo di stato maggiore dell'esercito dimostra come il tentativo di golpe orchestrato dal presidente Yoon Suk Yeol sia stato condiviso dagli alti gradi delle forze armate e forse ,in considerazione delle catene di comando fortemente integrate ,anche che gli Stati Uniti ne fossero a conoscenza . Il parlamento al terzo tentativo è riuscito a votare l'impeachment contro il presidente ,ora sospeso dalle sue funzioni ,bisognerà attendere la Corte Costituzionale per confermare l'incriminazione ma la composizione della stessa corte fa supporre un esito negativo.\r\n\r\nLa mobilitazione della piazza costituisce un elemento di fiducia nella presenza di anticorpi democratici nella società coreana,la memoria collettiva della sanguinosa repressione del 1980 dell'insurrezione di Gwangju ,raccontata anche nel romanzo \"Atti umani\" del premio nobel per la letteratura Hang Kang, ha sedimentato l'insofferenza per i pronunciamenti autoritari dei militari. Il sistema economico basato sui conglomerati industriali chiamati \"chaebol\" ,controllati dalle grandi famiglie impedisce al capitale coreano di essere fagocitato dalla finanza speculativa internazionale ,rimandando una realtà ancora legata a dinamiche del potere economico verticali e impermeabili ai cambiamenti di cui la sovrastrtutura politica è lo specchio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-DI-ORIONE-ROSSELLA-IDEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Antonella De Biasi ,giornalista e scrittrice parliamo della situazione in Siria ,in particolare del ruolo della Turchia nella spartizione delle sfere d'influenza nel paese in corso guardando alla posizione dell'entità curda nel Nord Est. Erdogan,apparentemente il vincitore della contesa siriana. nelle sue recenti dichiarazioni ha fatto riferimento ad una supposta \"geografia del cuore\" affermando che la Turchia è più grande della Turchia con esplicito riferimento al mondo turcofono che si espande bel oltre i confini dello stato turco.\r\n\r\nDopo il passaggio dal barbiere Al Jolani cerca di vendere la sua nuova immagine ma le donne sono le sentinelle che per prime danno l'allarme sulla natura integralista del nuovo potere insediatosi con il sostegno della Turchia a Damasco . Nessuno dei protagonisti che si muovono nello scenario siriano vuole apparentementre fare gli stessi errori che fecero gli americani in Irak sciogliendo il partito Bath e l'esercito creando cosi' le condizioni per la rivolta sunnita ,ma l'integrazione delle varie milizie che si sono combattute finora in un nuovo esercito sembra un' impresa estremamente difficoltosa . L'esperimento del confederalismo democratico nei territori curdi è a rischio sia perchè costituisce un modello alternativo al nazionalismo etnico prevalente sia perchè nei piani di Erdogan non cè spazio per una entità curda e colui che gestirà la transizione siriana per conto di Ankara è lo stesso Hakam Fidam ora ministro degli esteri , ex capo dei servizi segreti turchi che agevolarono il passaggio delle milizie islamiche verso la Siria dal confine turco. La caduta di Assad ,per il ruolo che ha la Siria nell'Asia occidentale è considerato da alcuni analisti come un nuovo 1989 che genera un onda sismica di destabilizzazione che rischia di coinvolgere anche l'Iran.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-19122024-SIRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Simone Zoppellaro giornalista assiduo frequentatore del Caucaso ,parliamo della situazione della Georgia che si trova in una situazione di rottura degli equilibri istituzionali con un presidente eletto da un parlamento non riconosciuto dall'opposizione e da una presidente uscente che non vuole lasciare l'incarico ,con le piazze in ebollizione. Il partito \"Sogno georgiano\" del magnate Ivanishvili che possiede ricchezze pari al 20% del pil del paese,ha vinto le elezioni del 26 ottobre ma fra accuse di brogli e ingerenze esterne l'esito elettorale non è stato riconosciuto dalle opposizioni. Il rinvio del percorso di adesione all'Unione Europea ha scatenato l'insofferenza di una parte del paese che vedeva in questo processo la possibilità di fuoriuscita dalla crisi economica ,la visione conservatrice del partito di governo dettata da un'agenda populista e reazionaria ha portato alla chiusura della società georgiana prima considerata aperta ed accogliente . L'ingerenze delle istituzioni europee ,l'influenza americana che si esercita attraverso il sistema delle ONG ,la volontà della NATO di coinvolgere la Georgia nella guerra ucraina ,il legame del partito di governo con la Russia fanno della Georgia uno scenario simile a quello che precedette i fatti di piazza Maidan, i fattori esterni prevalgono sulle contraddizioni strutturali della società georgiana che rischia una frattura insanabile.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-19122024-ZOPPELLARO.mp3\"][/audio]","21 Dicembre 2024","2024-12-21 16:05:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 19/12/2024- L'IMPLOSIONE DEGLI STATI NAZIONE POST COLONIALI : SIRIA E MYANMAR, CONTRACCOLPI IN GEORGIA E NEL CAUCASO EX SOVIETICO DELLA GUERRA IN EUROPA ,I FANTASMI DI GWANGJU IN COREA DEL SUD.",1734797138,[347],[312],{"post_content":453},{"matched_tokens":454,"snippet":455,"value":456},[70],"Georgia. 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Nel quadro della frammentazione \u003Cmark>globale\u003C/mark> anche società ritenute stabili come la Corea del Sud ripiombano nell'incubo di un passato autoritario non troppo lontano in cui i militari detenevano il potere , tentativi di golpe e crisi di rappresentanza politica scuotono le fondamenta di un paese divenuto fondamentale per l'architettura militare anticinese nell'Indo Pacifico.\r\n\r\nCon Emanuele Giordana giornalista ,scrittore e profondo conoscitore dell'Asia ,parliamo della situazione in Myanmar e degli sviluppi della guerra che ha provocato migliaia di morti e almeno tre milioni di profughi interni. Le città principali sono ancora sotto il controllo dell'esercito mentre le milizie etniche e l'opposizione controllano gli stati perifici e le aree di confine in particolare con la Cina e il Bangladesh. 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L'Indonesia ,che ora ha un presidente ex militare ,sembra voler cambiare posizione verso la giunta bimana e se i cinesi non abbandonano i generali la situazione potrebbe cambiare per i militari al potere anche perchè finora, la road map per la pace, proposta dai 10 membri dell'ASEAN e nota come \"Piano in cinque punti\", non ha trovato l'appoggio del governo birmano, nè dei gruppi di opposizione. Ora, secondo gli analisti, in questa fase, dopo le sconfitte sul campo e la saldatura avvenuta tra i movimenti ribelli e le milizie etniche in Myanmar, anche la giunta militare al potere nel paese potrebbe aprire alla prospettiva di colloqui per raggiungere una tregua e un accordo.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-DI-ORIONE-19122024-GIORDANA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Rosella Ideo ,storica dell'Asia orientale all'Università di Trieste ,dialogando con Emanuele Giordana cerchiamo di comprendere le dinamiche del golpe di Seoul ,che ha riportato la Corea del Sud indietro nel tempo agli anni '80. L'arresto del capo di stato maggiore dell'esercito dimostra come il tentativo di golpe orchestrato dal presidente Yoon Suk Yeol sia stato condiviso dagli alti gradi delle forze armate e forse ,in considerazione delle catene di comando fortemente integrate ,anche che gli Stati Uniti ne fossero a conoscenza . 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L'esperimento del confederalismo democratico nei territori curdi è a rischio sia perchè costituisce un modello alternativo al nazionalismo etnico prevalente sia perchè nei piani di Erdogan non cè spazio per una entità curda e colui che gestirà la transizione siriana per conto di Ankara è lo stesso Hakam Fidam ora ministro degli esteri , ex capo dei servizi segreti turchi che agevolarono il passaggio delle milizie islamiche verso la Siria dal confine turco. 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L'ingerenze delle istituzioni europee ,l'influenza americana che si esercita attraverso il sistema delle ONG ,la volontà della NATO di coinvolgere la Georgia nella guerra ucraina ,il legame del partito di governo con la Russia fanno della Georgia uno scenario simile a quello che precedette i fatti di piazza Maidan, i fattori esterni prevalgono sulle contraddizioni strutturali della società georgiana che rischia una frattura insanabile.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-19122024-ZOPPELLARO.mp3\"][/audio]",[458],{"field":94,"matched_tokens":459,"snippet":455,"value":456},[70],{"best_field_score":260,"best_field_weight":133,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":292,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":462,"highlight":481,"highlights":486,"text_match":258,"text_match_info":489},{"comment_count":47,"id":463,"is_sticky":47,"permalink":464,"podcastfilter":465,"post_author":466,"post_content":467,"post_date":468,"post_excerpt":53,"post_id":463,"post_modified":469,"post_thumbnail":470,"post_title":471,"post_type":344,"sort_by_date":472,"tag_links":473,"tags":477},"60418","http://radioblackout.org/podcast/la-penny%c2%b7kella-malaria/",[306],"pennykella","\"io sento il cuore a mille\r\nsento il cuore a mille\"\r\n\r\nun tempo ignoto avanza: emoticon, i like e pandemia. attività essenziali e corpi sacrificali; nella sostanza, comanda la finanza: esegue la politica, armata di religione. un eterno ritorno dell'uguale in atto, dalla torino di nietzsche ai navigli, al resto dello stivale. vengono frullati nel mixer spot anni 80, concerti anni 90, poesia contemporanea, programmi televisi e telegiornali, conferenze, video e dirette dai social. delineando riflessioni frammentarie su ciò che ci gira attorno e le vite che facciamo: nazismo e razzismo, classismo e complotti, riscaldamento globale e dipendenza, narcisismo e consumismo, gentrificazione e schizofrenia. modelli di potere, e il potere dei modelli sociali. una sintesi farmaceutica fatta sommando medicine, fatta di spanne, di panacee e placebo. dirette di sala persone confinate nelle proprie stanze. non pervenute altre istanze. un mondo di persone né formidabili né no, ignare che i muri sono caduti, è arrivato il tempo di aprire tutto, iniziando dal\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/PENNY·KELLA-13_05_2020-@-RadioBLACKOUT-105.2FM-Turin-PODCAST_1_26_20_Big-Jimmy_PENNY·KELLA-29_04_2020-@-RadioBLACKOUT-105.2FM-Turin-PODCAST_podcast.radioblackout105.2FM.pennichella-_0_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[ GLF / LIL' $XTXN / BRESSANINI / DAMAGE INC. / LUCA ABORT / GABER / BG&MRGN / BARBERO / SHUNSUKE NAKAMURA / TERMINATOR2 / NIRVANA / MATTEO DI GENOVA / BORRELLI / MELONI / CONTE / IGORRR / POVIA / MR.WEBBLE / MAROCCOLO / BORIS / - s p o t - / KINGS KALEIDOSCOPE / PAOLOFOX / SCHELETRO / DELUCA / ALXJNS / THE HILLIBILLY SOUL SURFERS / JOKER / APPALOOSA / KENT BROCKMAN / MENTANA / SALVINI / PRAGER / VASA / DANIELE FABBRI / BODENSTADIG3000 / ASTRONOMIA / SALA / CALCUTTA / FGL ]","14 Maggio 2020","2020-05-14 14:20:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/photo_2020-05-13_14-22-12-200x110.jpg","LA PENNY·KELLA \"MAL'ARIA\"",1589465208,[474,475,476],"http://radioblackout.org/tag/big-jimmix/","http://radioblackout.org/tag/big-jimmy/","http://radioblackout.org/tag/radio-blackout/",[478,479,480],"Big Jimmix","Big Jimmy","Radio Blackout",{"post_content":482},{"matched_tokens":483,"snippet":484,"value":485},[69],"sacrificali; 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Obama si limita a mettere a disposizione fondi pubblici per consentire ad un maggior numero di persone di accedere alle cure. Inoltre vengono modificate alcune regole per impedire alle assicurazioni di rifiutare la copertura sanitaria a soggetti a \"rischio\" perché obesi, fumatori, senza un lavoro regolare.\r\nI repubblicani avrebbero voluto uno slittamento di un anno del provvedimento, Obama, che su questo tema si è giocato l'immagine della propria presidenza, ha deciso di non cedere alle pressioni del Tea Party, che ha reagito provocando lo shutdown.\r\nSebbene Obama sia riuscito in extremis a trovare la copertura per garantire il funzionamento del Pentagono, la situazione resta critica.\r\nSe il 17 ottobre Obama non riuscisse a stringere un accordo con i repubblicani e questi mantenessero la linea dura, il rischio, ben più grave sarebbe quello del deafult, un fallimento che trascinerebbe nella propria rovina l'intero pianeta.\r\nIl nocciolo che questa vicenda ci consente di enucleare è che l'impero americano è un impero a credito. Gran parte del gigantesco debito estero degli Stati Uniti è nelle mani della Cina, del Giappone, degli stessi stati europei, che, se da un lato hanno in mano una gigantesca arma di pressione sugli Stati Uniti, dall'altro però rischiano a loro volta il tracollo. Un grosso debito inesigibile fa fallire il creditore non meno del debitore. La corda al collo degli Stati Uniti stringe anche chi ne detiene il credito, rischiando di soffocare entrambi.\r\nLa finanza internazionale basata sul debito sovrano da al creditore la possibilità di imporre al debitore condizioni molto dure, ma, nel caso degli Stati Uniti l'equilibrio si mantiene grazie alla fiducia che il creditore ha nel debitore, fiducia che si basa sulla valutazione che gli Stati Uniti siano una grande potenza. Una grande potenza che in alcune occasioni ha usato il potere di deterrenza legato alla consapevolezza che il fallimento degli USA trascinerebbe con se il sistema finanziario internazionale, aprendo scenari di guerra globale.\r\nNegli ultimi anni i paesi creditori degli Stati Uniti hanno proposto uno slittamento del sistema finanziario verso una pluralità di monete leader, puntando ad un sistema in cui il dollaro non sia l'unico perno su cui si basa il sistema mondiale di scambi.\r\nNell'attuale situazione il default degli Stati Uniti non sarebbe paragonalile a quello dell'Islanda, della Grecia o dell'Argentina. La mera notizia che il gigante americano dichiari ai propri creditori che riceveranno il 50% o finanche il 30& di quanto loro dovuto farebbe sì che dal giorno successivo la gran parte degli Stati moderni avrebbe difficoltà a pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni.\r\nSe non si cambiano radicalmente e in fretta le relazioni sociali le conseguenze di un eventuale default statunitense sarebbero inimmaginabili.\r\nLa forza con cui gli Stati Uniti hanno costruito la fiducia che gli consente di accumulare un debito di gran lunga superiore a quello di paesi falliti e alla mercé della governance transnazionale che detta le regole per non affogare, è essenzialmente quella militare.\r\nL'indebitamento statunitense è di gran lunga superiore al loro Pil e sopravanza di almeno uno zero quello della Grecia o dell'Italia.\r\nDalla crisi del 2008 si sta incrinando la fiducia nella capacità statunitense di esercitare il proprio imperio mondiale: queste crepe minano l'architrave sulla quale si basa l'intero edificio. Le tante guerre perse degli ultimi anni hanno contribuito ad erodere l'immagine dei padroni del mondo.\r\nIn Europa ha avuto scarsissima eco la decisione degli Stati Uniti di adottare misure protezioniste. L'IVA sui prodotti americani è al 15%, anche se a produrre sono aziende straniere con stabilimenti negli Stati Uniti, mentre sale al 25% per i prodotti esteri.\r\nNon siamo più ai tempi dei Baldi e dei Peruzzi, i banchieri fiorentini che avevano il mano un enorme credito del regno di Inghilterra, che li ridusse sull'orlo del fallimento.\r\nOggi il default degli Stati Uniti farebbe saltare il mondo. Sempre che, ovviamente, non si riesca ad allestire un diverso spettacolo.\r\nNon c'è molto tempo. L'eternità dell'effimero mercantile è un'illusione pericolosa.\r\n\r\nAscolta la diretta con Stefano Capello:\r\n\r\n2013 10 04 stefano shutdown","11 Ottobre 2013","2018-10-17 22:10:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/congress-meets-government-shutdown-looms-20130930-133303-510-200x110.jpg","Shutdown. 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