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Passate le elezioni la maggioranza che sostiene il governo Monti è pronta a licenziare la riforma del lavoro: un colpo al cerchio – la flessibilità in entrata – un colpo alla botte – la flessibilità in uscita e l’accordo tra i partiti è ormai quasi fatto. Sulla pelle dei lavoratori, che, al di là delle altisonanti dichiarazioni di Fornero dovranno continuare a fare i conti con ben 46 tipologie di lavoro.\r\nAlla faccia di tutte le dichiarazioni sul contrasto alla precarietà e sul lavoro a tempo indeterminato come forma “comune” di rapporto di lavoro, il disegno di legge in discussione non ha nulla di tutto ciò: nessun tipo di contratto è stato soppresso e la grande riforma si limita, su dieci tipologie di contratti, a piccole modifiche e in alcuni casi a significativi peggioramenti.\r\nL’articolo 18 verrà in buona parte disinnescato, lasciando ampi spazi di manovra ai padroni.\r\nAnche Ggil Cisl e Uil si avviano a concludere la stagione, evitando lo sciopero contro le misure del governo. Una manifestazione con al centro la questione dell’equità fiscale chiuderà la stagione dei sindacati di Stato. Il 2 giugno, di pomeriggio per non disturbare la parata militare della mattina.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cosimo della Cub.\r\n\r\nAscolta l’intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/Cosimo-Scarinzi-CUB-stretta-riforma-del-lavoro-09-05.mp3\"]\r\n\r\nscarica l’audio","9 Maggio 2012","La lunga melina di palleggi a centrocampo che ha caratterizzato l’ultimo mese e mezzo probabilmente è finita. Passate le elezioni la maggioranza che sostiene il governo Monti è pronta a licenziare la riforma del lavoro: un colpo al cerchio – la flessibilità in entrata – un colpo alla botte – la flessibilità in uscita e l’accordo tra i partiti è ormai quasi fatto. Sulla pelle dei lavoratori, che, al di là delle altisonanti dichiarazioni di Fornero dovranno continuare a fare i conti con ben 46 tipologie di lavoro. \r\nAlla faccia di tutte le dichiarazioni sul contrasto alla precarietà e sul lavoro a tempo indeterminato come forma “comune” di rapporto di lavoro, il disegno di legge in discussione non ha nulla di tutto ciò: nessun tipo di contratto è stato soppresso e la grande riforma si limita, su dieci tipologie di contratti, a piccole modifiche e in alcuni casi a significativi peggioramenti.\r\nL’articolo 18 verrà in buona parte disinnescato, lasciando ampi spazi di manovra ai padroni.\r\n\r\nAnche Ggil Cisl e Uil si avviano a concludere la stagione, evitando lo sciopero contro le misure del governo. Una manifestazione con al centro la questione dell’equità fiscale chiuderà la stagione dei sindacati di Stato. 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Lo ha detto il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, nel corso dell’audizione davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato il 25 marzo scorso.\r\nLe aree di interesse sono “il Mediterraneo, i Balcani, il Fianco Est della Nato, il Medio Oriente, il quadrante Sahel/Golfo di Guinea e il Corno d’Africa”.\r\nUn ruolo cruciale, secondo Portolano, lo svolgono la missioni militare in Niger, il fianco est della NATO, le missioni nel Mar Rosso e nel Corno d’Africa, e, in Italia, l’operazione “strade sicure”.\r\nI termini di presentazione della relazione analitica sulle missioni in corso sono stati posticipati dal 31 dicembre al 31 gennaio dell’anno successivo. Un passaggio modifica radicamente l’intero percorso sia di rinnovo delle missioni in corso, sia quelle nuove da avviare.\r\nLa Legge 168 che modifica la legge 145 del 2016, approvata definitivamente dal Senato nell’ottobre scorso, interviene proprio su alcuni punti specifici della stessa Legge 145. Due in particolare le modifiche più significative.\r\nLa prima introduce un elemento di flessibilità che consente di “prevedere” in anticipo le possibili “interoperabilità” in termini di personale e assetti operativi tra missioni diverse ma nella stessa area geografica. In virtù delle evoluzioni dei singoli scenari dunque, il personale già operativo sul terreno (o comunque già autorizzato) può essere destinato a rafforzare un’altra missione in zone limitrofe.\r\nIl tutto, peraltro, con annesso impatto sui documenti stessi presentati al Parlamento; sotto forma di una riorganizzazione/raggruppamento delle schede esplicative. Il secondo elemento di novità è rappresentato dalla istituzione delle “Forze ad alta e altissima prontezza operativa”.\r\nPiù in particolare, con la Legge 168 viene infatti stabilito che nelle deliberazioni con le quali il Governo chiede al Parlamento l’autorizzazione alla partecipazione alle missioni internazionali, l’esecutivo stesso possa individuare dei contingenti di forze con le caratteristiche appena menzionate. Queste ultime diventano così a loro volta impiegabili senza preavviso, dove il governo decidesse.\r\nIn parole povere il parlamento ha dato carta bianca al governo per intraprendere nuove operazioni belliche senza neppure doverle ratificare a posteriori, come accaduto negli ultimi anni. Crosetto imperat.\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli del Coordinamento antimilitarista livornese.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2025-05-27-missioni-militari-dario.mp3\"][/audio]","27 Maggio 2025","2025-05-27 16:13:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/esercito-italiano-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/esercito-italiano-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/esercito-italiano-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/esercito-italiano-1024x512.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/esercito-italiano-768x384.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/esercito-italiano-1536x768.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/esercito-italiano.jpg 1960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Missioni militari 2025. 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Mentre i fondi per l’avventura militare crescono, i salari e le pensioni rimangono fermi e si approvano nuove misure che allargano la precarietà del lavoro.\r\n\r\nNon c’è un solo campo di intervento sociale dove il governo non stia agendo per favorire un aumento delle disuguaglianze e delle ingiustizie:\r\n\r\n \tDalla grande emergenza abitativa provocata da un mercato con prezzi alle stelle e con un patrimonio di case popolari ridotto al lumicino, alla piaga di un sistema sanitario pubblico ormai completamente soppiantato dalle aziende private e una fetta larghissima di popolazione senza più risorse per curarsi.\r\n \tDalla eliminazione del reddito di cittadinanza, sostituito da uno strumento di ricatto utile solo a tenere ancora più in basso i salari, alla vergogna del Decreto Cutro che rende sempre più arduo il percorso di regolarizzazione per i lavoratori migranti.\r\n \tDalla riforma del fisco che mira a eliminare quel poco di progressività che ancora conserva il nostro sistema di tassazione, fino alla ulteriore liberalizzazione degli appalti e dei contratti a tempo determinato che aumentano la ricattabilità del lavoro e ne indeboliscono le tutele.\r\n\r\nUna sequela martellante di provvedimenti che vengono presi senza ascoltare la sofferenza che cresce nel Paese né alcuna interlocuzione con la società che sia altra dai manager dei grandi interessi privati. Una logica che vediamo agire nella realizzazione degli impianti di rigassificazione, da Piombino a Ravenna, come nella prosecuzione della Tav in Val di Susa, nel progetto del Ponte sullo Stretto o della base militare in programma a Coltano. Dietro le parole della transizione verde, il Governo prosegue nella devastazione dell’ambiente e nell’uso delle fonti fossili, contro queste politiche dobbiamo rivendicare giustizia ambientale e giustizia sociale.\r\n\r\nNelle politiche sul lavoro il mantra del governo è la moderazione salariale, che viene scambiata con una misera esenzione contributiva per alcuni mesi. Decenni di riduzione dei salari e una fortissima perdita di potere d’acquisto dovuta all’impennata dei prezzi (che non è affatto finita) non trovano nessuna risposta seria nei rinnovi contrattuali. Addirittura nel settore pubblico non è stata prevista dal governo nessuna risorsa per i contratti. E tutto questo, mentre è forte l’aumento dello sfruttamento nelle fabbriche, nei magazzini, in moltissimi settori lavorativi, dovuto all’intensificazione dei ritmi, all’allungamento della giornata di lavoro ed alla flessibilità sempre più selvaggia dei turni.\r\n\r\nAnche i disegni di stravolgimento dell’ordinamento costituzionale, dall’autonomia differenziata ai propositi di presidenzialismo, rispondono ad una stessa logica di aumento delle disparità, sociali e territoriali, accanto ad un accentramento dei poteri e del controllo sulla società. Con il disegno di legge Calderoli, il governo vuole colpire i diritti sociali definendo i Livelli essenziali di prestazione, garantendo cioè il minimo delle prestazioni in modo da tagliare ancor di più i servizi pubblici e mantenere il Mezzogiorno in uno stato di arretratezza, utile solo per nuove servitù militari, energetiche e logistiche.\r\n\r\nMentre le condizioni economiche peggiorano e i nostri redditi valgono sempre meno, il governo Meloni si pone l’obiettivo di creare fratture nella società, favorire la guerra tra poveri, aumentare il controllo e trascinarci sempre più dentro un conflitto dagli esiti imprevedibili. E per farlo promuove una campagna di restaurazione culturale che aggredisce la scuola pubblica e attraversa tutti gli apparati del sistema informativo e della comunicazione. Diversità, sofferenze, povertà diventano obiettivi da attaccare, soggetti da discriminare ed escludere. I giovani, in particolare, li si vorrebbe irreggimentare in un sistema di sfruttamento e precarietà, lavoro gratuito, affitti alle stelle e soffocamento delle libertà.\r\n\r\nSABATO 24 GIUGNO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA \r\n\r\n \r\n\r\nLa manifestazione ha avuto una vasta partecipazione ne parliamo con Pietro Cusimano della USB .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/INFO-26063-CUSIMANO-MAN.NAZIONALE.mp3\"][/audio]","26 Giugno 2023","Il governo Meloni ci ruba il futuro. 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E tutto questo, mentre è forte l’aumento dello sfruttamento nelle fabbriche, nei magazzini, in moltissimi settori lavorativi, dovuto all’intensificazione dei ritmi, all’allungamento della giornata di lavoro ed alla \u003Cmark>flessibilità\u003C/mark> sempre più selvaggia dei turni.\r\n\r\nAnche i disegni di stravolgimento dell’ordinamento costituzionale, dall’autonomia differenziata ai propositi di presidenzialismo, rispondono ad una stessa logica di aumento delle disparità, sociali e territoriali, accanto ad un accentramento dei poteri e del controllo sulla società. Con il disegno di legge Calderoli, il governo vuole colpire i diritti sociali definendo i Livelli essenziali di prestazione, garantendo cioè il minimo delle prestazioni in modo da tagliare ancor di più i servizi pubblici e mantenere il Mezzogiorno in uno stato di arretratezza, utile solo per nuove servitù militari, energetiche e logistiche.\r\n\r\nMentre le condizioni economiche peggiorano e i nostri redditi valgono sempre meno, il governo Meloni si pone l’obiettivo di creare fratture nella società, favorire la guerra tra poveri, aumentare il controllo e trascinarci sempre più dentro un conflitto dagli esiti imprevedibili. E per farlo promuove una campagna di restaurazione culturale che aggredisce la scuola pubblica e attraversa tutti gli apparati del sistema informativo e della comunicazione. Diversità, sofferenze, povertà diventano obiettivi da attaccare, soggetti da discriminare ed escludere. I giovani, in particolare, li si vorrebbe irreggimentare in un sistema di sfruttamento e precarietà, lavoro gratuito, affitti alle stelle e soffocamento delle libertà.\r\n\r\nSABATO 24 GIUGNO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA \r\n\r\n \r\n\r\nLa manifestazione ha avuto una vasta partecipazione ne parliamo con Pietro Cusimano della USB .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/INFO-26063-CUSIMANO-MAN.NAZIONALE.mp3\"][/audio]",[220],{"field":153,"matched_tokens":221,"snippet":217,"value":218},[30],{"best_field_score":114,"best_field_weight":161,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":49,"score":191,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":49},{"document":224,"highlight":252,"highlights":257,"text_match":112,"text_match_info":260},{"cat_link":225,"category":226,"comment_count":49,"id":227,"is_sticky":49,"permalink":228,"post_author":52,"post_content":229,"post_date":230,"post_excerpt":98,"post_id":227,"post_modified":231,"post_thumbnail":232,"post_thumbnail_html":233,"post_title":234,"post_type":60,"sort_by_date":235,"tag_links":236,"tags":244},[46],[48],"76492","http://radioblackout.org/2022/07/saluzzo-una-strana-stagione-della-frutta/","Il distretto agroalimentare del saluzzese è noto come la “Rosarno” del nord, per l’impiego massiccio di lavorator* soprattutto africani, cui viene negato un alloggio decente, protagonisti nel recente passato di numerose lotte.\r\nQuest’anno, nonostante siamo ai primi di luglio i luoghi frequentati dai braccianti stranieri sono quasi deserti. Cosa sta succedendo?\r\nPer le strade del saluzzese qualche bracciante africano in bicicletta comincia a vedersi ma sono poche unità, probabilmente già in zona da tempo se non residenti. I giardini di villa Aliberti sono frequentati quasi esclusivamente da bambini e saluzzesi che portano a spasso i cani, là dove gli anni scorsi in questo periodo i braccianti accampati erano una presenza vistosa. Comunque per precauzione la polizia municipale vigila quotidianamente.\r\nTramontato il PAS (effimero Progetto Accoglienza Stagionali) al Foro Boario, ufficialmente per il Covid, erano proprio i giardini il luogo di approdo dei braccianti senza casa: sgomberati a inizio luglio dopo la vibrante protesta di qualche giorno prima nel 2020, ignorati nel 2021, salvo quando hanno provato ad alzare la voce per chiedere una sistemazione.\r\nLe truppe professionali e volontarie messe in campo dai soggetti istituzionali per la cosiddetta accoglienza sono ancora in stand-by causa scarse presenze. Per rendersene conto basta passare davanti allo sportello del progetto FAMI Buona Terra presso la casa del cimitero o in Corso Piemonte, sede della Caritas.\r\nEppure a giudicare dagli appelli di Coldiretti sui giornali, il lavoro non manca…\r\nAbbiamo provato a capirne di più con Lele Odiardo, un compagno attivo nella solidarietà ai braccianti in lotta\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/2022-07-05-lele-saluzzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito il testo scritto da Lele:\r\n\r\n“Eppure a giudicare dagli appelli di Coldiretti sui giornali, il lavoro non manca e la colpa della mancanza di manodopera in questo primo scorcio di stagione è dei flussi che non funzionano: niente affatto una novità visto che se ne parla da sempre ma ben pochi ne hanno fatto uso nel corso degli anni a causa di un sistema rigido e troppo vincolante per i datori di lavoro. Cifre esatte non ce ne sono mai state ma si può ben dire che è sempre stato più conveniente il reclutamento di manodopera “porta a porta”, già presente sul territorio.\r\n“La frutta non aspetta i tempi biblici della burocrazia e in attesa che il Viminale riattivi la piattaforma informatica, mirtilli, pesche e susine, maturano, cadono e marciscono. Così un’annata agricola buona rischia di finire al macero”.\r\nCon queste parole piene di amarezza, Fabiano Porcu - direttore Coldiretti Cuneo - racconta non solo il danno ma anche la beffa che ha travolto gli imprenditori agricoli di tutta Italia e che il Cuneese, per primo, ha segnalato ai vertici della politica per poter trovare una soluzione che sia adeguata e celere…\r\n…In questo momento il settore che patisce maggiormente è quello dei piccoli frutti, giunti ormai a maturazione. Le aziende “si scambiano” i pochi lavoratori disponibili ma la frutta non ritarda la maturazione in attesa che la piattaforma informatica torni ad essere operativa.” (TargatoCN, 10/06/22)\r\nGià l’anno scorso si lamentava la scarsità di manodopera e si faceva “appello agli italiani”: studenti, giovani disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, pensionati, etc… Non si sa come sia andata a finire per quella strana opacità che copre da sempre le cifre relative a chi lavora nell’agroindustria locale: non si sa in quanti hanno lavorato, per quante giornate lavorative, quanto hanno effettivamente percepito all’ora, quanti siano stati ospitati in azienda e via computando.\r\n“Sono indispensabili al più presto misure che riducano il costo del lavoro stagionale e semplifichino radicalmente le procedure di assunzione per garantire flessibilità e tempestività di un lavor legato all’andamento climatico sempre più bizzarro.” dice un comunicato di Coldiretti. Riduzione del costo del lavoro stagionale, “semplificazione radicale” delle procedure di assunzione, flessibilità, le ricette dei padroni sono sempre le stesse.\r\n\r\nMa che succede dunque a Saluzzo, i braccianti non fanno più notizia dopo tanti anni di interminabile emergenza?\r\nUn lavoratore residente a Revello ci dice che “i padroni hanno bisogno e adesso danno un posto per dormire. Quest’anno pagano anche un po’ meglio” ma aggiunge: “Chi non ha i documenti a posto e non è sicuro di lavorare resta al sud, a Foggia, perché là non controllano”.\r\nB. ha iniziato a lavorare già a maggio per i diradamenti nei frutteti e il suo padrone lo ospita come già faceva gli anni scorsi. D. L’autunno scorso ha trovato casa con alcuni connazionali e anche lui lavora già, anche se “non tutti i i giorni”. J. invece è ospite da amici e sta cercando lavoro.\r\nMamadou fa una osservazione interessante: “io so di tanti che sono andati a lavorare in altri posti, dove guadagnano di più. Il lavoro in campagna è duro, adesso le agenzie interinali chiamano più di prima: uno preferisce un contratto di 3 mesi in una fabbrica che raccogliere la frutta.”\r\nUn senegalese, pendolare tra i campi del nord e del sud da tanti anni, in primavera ha trovato lavoro in una fabbrica locale con un contratto da apprendista per 6 mesi: “Appena ho avuto l’occasione me ne sono andato. In campagna è dura e ci vai solo se non trovi altro, anche altri due miei amici non sono più venuti a Saluzzo quest’anno: lavorano dove si guadagna un po’ di più e la vita costa meno che qui.”\r\nIntanto questa mattina (15 giugno) un pick-up davanti ai giardini caricava una bicicletta e una valigia nel bagagliaio e un bracciante con dei fogli in mano saliva a bordo.\r\nDopo i due anni del PAS (2018/2019) e i due del Covid-19 (2020/2021), l’impressione è che qualcosa stia cambiando (non necessariamente in meglio) e un ciclo durato più di 10 anni si sia esaurito.\r\nSicuramente il lavoro di “disciplinamento” svolto dalle istituzioni in questi anni qualche risultato lo sta portando a casa: controllo capillare sul territorio da parte delle forze dell’ordine, sportelli dove i braccianti africani si devono registrare (e quindi dichiarare la loro presenza a Saluzzo), accoglienze diffuse (con finanziamenti pubblici) che hanno aperto in anticipo, sostegno economico (pubblico) e deregolamentazione delle accoglienze in azienda.\r\nRistrutturazione e “ammodernamento” del settore agroindustriale con la differenziazione delle colture (piccoli frutti ad inizio estate, meno pesche e kiwi, mele tardive fino a novembre, varietà super produttive) e potenziamento del settore commerciale e della trasformazione per far fronte alla concorrenza del mercato globalizzato, innovazione tecnologica. Qualcuno la frutta la deve pur raccogliere ma quella della manodopera è una voce sempre più marginale dei costi d’impresa (basta pensare ai costi degli impianti, per i fertilizzanti e i trattamenti chimici, stoccaggio e conservazione, la ricerca, etc…). E anche l’unica voce su cui gli imprenditori possono speculare attraverso il lavoro nero e le irregolarità ben note.\r\nLa basse presenze di questo primo scorcio di stagione sono anche dovute al fatto che la raccolta dei piccoli frutti dura relativamente poco ed è coperta in prevalenza da manodopera già presente sul territorio, poi c’è una paura perché di pesche ce ne sono sempre meno, e ad agosto cominceranno le mele e (con i kiwi9 si andrà avanti fino a fine novembre.\r\nSul versante lavoro, la recente sentenza al “Processo Momo” dovrebbe aver lasciato il segno e portato a galla definitivamente un sistema di irregolarità e sfruttamento diffuso, non certo limitato all’azienda condannata. Molto resta da fare per la conquista dei diritti dei lavoratori agricoli sui quali si sperimentano le condizioni di lavoro peggiori in termini di salario, orario, sicurezza, tutele, etc…certo le accoglienze diffuse e l’assistenzialismo contribuiscono a dividere i braccianti rendendo più complicata la loro auto-organizzazione, necessaria anche dal punto di vista delle rivendicazioni sindacali collettive.”","6 Luglio 2022","2022-07-06 11:21:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-1024x580.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-768x435.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-1536x870.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b.jpg 1800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Saluzzo. 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Questo momento è nato dalla volontà diffusa del personale scolastico organizzato in diversi collettivi locali e col sindacalismo di base, di non sottostare alle regole calate dal Ministro dell'istruzione e del merito sempre più stringenti, oltre che a non rassegnarsi all'andazzo generale creato da dirigenti scolastici sempre più autoritari. Infatti sulla spinta nata dal rifiuto ad un incontro chiesto all'Ufficio Scolastico Regionale, durante uno scorso sciopero lanciato da cub e cgils, da parte di insegnanti e genitori del Norberto Rosa di Susa, riguardo a seri problemi sollevati rispetto alla democraticità delle decisioni prese nell'istituto, si è scelto di indire un'ulteriore presidio sotto la sede dell'USR proprio per mercoledì 4 giugno alle h 14:30. Più tardi si creerà un momento di dibattito e convivialità in piazza Carlo Felice, sempre a Torino, proprio per far capire che i problemi di chi lavora a scuola sono a cascata i problemi di tutta una comunità, dagli alunni e alunne, ai genitori e non solo. In parallelo è stato lanciato un riguardo alle rivendicazioni sopra citate, che vi invitiamo a compilare direttamente QUI\r\n\r\nOppure se non volete compilare direttamente voi il form, potete mandare una mail con i vostri dati a: assemblea.scuola.to@gmail.com\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/F_m_03_06_Lucia-Assemblea-Scuola-Torino-su-manifestazione-4-giugno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto sullo sciopero che si è svolto il 3 giugno a livello nazionale di tutti i lavoratori e lavoratrici di Poste Italiane, di seguito il loro appello:\r\n\r\n \r\n\r\n\"In questi giorni la CGIL e l UIL denunciano la pessima condizione che si vive in Poste Italiane, quella che per anni hanno contribuito a determinare. Gli stessi anni in cui il sindacalismo di base conflittuale di quest'azienda denunciava e lottava per quella manciata di rivendicazioni che solo ora, per esercizio di ricollocazione nel mercato sindacale, mettono in fila e ne fanno uno sciopero.\r\n\r\nLamentano l'esclusione, l'assenza di democrazia e pluralismo. Eppure, loro, con gli storici compagni di merende, hanno operato l'esclusione del sindacalismo non connivente, non dai tavoli di concertazione di cui questi poco sono interessati, ma ancora peggio, dalle agibilità politico sindacali sui luoghi di lavoro partendo dalla legge 146/90 (Denominata addirittura legge anticobas) di cui i sindacati concertativi si sono fatti sostenitori e a seguire con il T.U. sulla rappresentanza 2014 volti a limitare fortemente le possibilità d'azione di chi si è storicamente posto in contrarietà alla loro visione sempre più aderente a quelle aziendali e di cui la CISL, senza'altro, ne è iconica portabandiera.\r\n\r\nE' evidente a chiunque, e per loro stessa ammissione, che l'unico terreno di interesse delle proclamanti è proprio quello della concertazione dalla quale si trovano momentaneamente messi in disparte. Non siamo fiduciosi, abbiamo imparato a non esserlo, ma auspichiamoci che questa postura conflittuale venga mantenuta e che non sia solo di circostanza.\r\n\r\nArrivano tardi, almeno di 20 anni su quelle che sono state le nostre rivendicazioni, peraltro quelle meno radicali, sulle quali noi insistiamo da sempre e per le quali da sempre intraprendiamo azioni di lotta e scioperi.\r\n\r\nLE STESSE RAGIONI CHE CI PORTANO A SCIOPERARE ANCORA UNA VOLTA, CON LA FORZA DELLA COERENZA, IL 3 GIUGNO 2025:\r\n\r\n \tRipubblicizzazione di Poste Italiane e difesa del servizio uniersale\r\n \tAssunzione di tutti i CTD per colmare la cronica mancanza di risorse e che abbatta le richieste di flessibilità\r\n \tBasta precariato in Poste\r\n \tNo alle continue riorganizzazioni al solo scopo di tagliare il personale\r\n \tNo alle continue pressioni aziendali e al continuo ricorso ai provvedimenti disciplinari\r\n \tAumenti dei salari diretti e azzeramento dei sistemi di welfare aziendale\r\n \tRefistribuzione (a chi lavora) dei premi ad personam e bonus ed incentivi ai manager\r\n\r\nMa altre, più e per noi fondamentali si sommano nel contesto dello scenario internazionale e del meschino contributo che l'azienda per la quale lavoriamo sta dando al genocidio in atto in Palestina:\r\n\r\n \tFuori Poste dalla fondazione Med-Or di \"Leonardo\"\r\n \tSospensione immediata del trasporto di prodotti dual-use a scopo civile e bellico verso Israele\r\n\r\nFUORI POSTE DAL MASSACRO IN PALESTINA. 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Il 28 aprile 2024, l'associazione padronale Assocontact, aveva dichiarato l'intenzione di non volere più applicare ai dipendenti delle aziende che riunisce, il CCNL telecomunicazioni perché troppo poco competitivo sul mercato del settore (come sempre più spesso accade, si richiede a chi lavora sempre più flessibilità, meno tutele e riduzione della paga).La notizia è che in un settore dove il lavoro è sempre più parcellizzato, precario e conseguentemente i lavoratori sempre più ricattabili, a Milano c'è stato uno sciopero di categoria molto partecipato, che poi ha dato la spinta lavoratori del Veneto e della Puglia. Ma la notizia ancora più inedita e soddisfacente è che queste mobilitazioni hanno portato a dei risultati concreti.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/F_m_21_01_Carlo-Parianni-CUB-Milano-sull-vittoria-di-lavorat-call-center.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è stato nuovamente quello dei lavoratori nei musei, questa volta di quelli torinesi che hanno lanciato uno sciopero domenica 26 gennaio. Stiamo parlando nello specifico di operatori museali di biglietteria, che alle 13:30 di quella data incroceranno le braccia, abbiamo avuto ospite al telefono uno di loro per farci raccontare come si è giunti all'indizione di sciopero. Infatti ai responsabili dei musei reali pare non interessi il destino di chi per anni sono stati i primi ad interfacciarsi con migliaia e migliaia di turisti da tutto il mondo che hanno visitato i musei di questo circuito, perché a fronte di un cambio appalto per i servizi di biglietteria, non viene richiesta la clausola sociale (ovvero il mantenimento di occupazione seppur con un'azienda diversa). Questi lavoratori hanno deciso dunque di indire per sabato 25 in Piazzetta Reale 1 dalle 14 alle 18 un'assemblea sindacale in presidio e il giorno dopo lo sciopero ai Musei Reali a partire dalle 13:30, ora dalla quale non verrà più venduto nessun biglietto. Vi invitiamo a partecipare numerosi per portare solidarietà a chi sceglie di resistere contro incompetenza e clientelismo strutturali di questo, come tanti altri ambiti lavorativi.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/F_m_21_01_Lavoratore-Musei-Reali-su-assemblea-e-sciopero-25-e-26-gennaio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Alberto Russo dell' ANLM (Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione) manutentore che lavora in RFI (Rete Ferroviaria Italiana) sullo sciopero dello straordinario (dal 28/01/2025 al 26/02/2025) e sul comunicato che l'assemblea sta facendo circolare su \"Problemi nel trasporto ferroviario:\r\nproviamo a fare chiarezza\".\r\n\r\nL'ANLM è nata come assemblea di lavoratori autorganizzati della manutenzione in Ferrovia dello Stato ha avuto la capacità di organizzare scioperi contro le condizioni di lavoro dei manutentori e la loro sicurezza. Durante le ultime assemblee è nata l'esigenza di fare uno sciopero di lunga durata, incisivo e che spezzasse la gogna mediatica contro chi lo fa.\r\n\r\nDa qui nasce l'idea dello sciopero dello straordinario. Alberto ci ha spiegato che \"I problemi di trasporto, venuti alla luce maggiormente negli ultimi tempi, che portano a ritardi normalizzati con\r\nparalisi di interi snodi ferroviari sono legati a doppio filo dalla richiesta illecita dell'azienda di fare straordinari non concordati con i lavoratori e fuori dal CCNL. Per difenderci abbiamo deciso di organizzare lo sciopero dello straordinario e insieme a COBAS e CUB l'ANLM sta facendo girare il comunicato\".\r\nIl comunicaro lo trovate a questo link.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/F_m_21_01_Alberto-Russo-ANLM-ferrovie-su-sciopero-dello-straordinario-e-assemlbea.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","25 Gennaio 2025","2025-02-04 22:50:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/assemblea-sciopero-straordinario-1-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 21/01/2025",1737763338,[342],[284],{"post_content":367},{"matched_tokens":368,"snippet":369,"value":370},[30],"a chi lavora sempre più \u003Cmark>flessibilità\u003C/mark>, meno tutele e riduzione della"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia telefonica di Carlo Parianni della CUB Milano, per esplorare un mondo di cui si parla molto poco, ovvero quello dei call center. 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Per difenderci abbiamo deciso di organizzare lo sciopero dello straordinario e insieme a COBAS e CUB l'ANLM sta facendo girare il comunicato\".\r\nIl comunicaro lo trovate a questo link.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/F_m_21_01_Alberto-Russo-ANLM-ferrovie-su-sciopero-dello-straordinario-e-assemlbea.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[372],{"field":153,"matched_tokens":373,"snippet":369,"value":370},[30],{"best_field_score":114,"best_field_weight":161,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":49,"score":191,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":49},{"document":376,"highlight":411,"highlights":416,"text_match":112,"text_match_info":419},{"comment_count":49,"id":377,"is_sticky":49,"permalink":378,"podcastfilter":379,"post_author":380,"post_content":381,"post_date":382,"post_excerpt":98,"post_id":377,"post_modified":383,"post_thumbnail":384,"post_title":385,"post_type":316,"sort_by_date":386,"tag_links":387,"tags":399},"92524","http://radioblackout.org/podcast/10-9-24-andiamo-a-grani-live-a-bologna-pallido-fango/",[276],"outsidermusic","??????? ? ????? - ???? ?? ???????, ?? ?????? ???????:\r\narsider live hosting + live show samplewrap\r\nfield recordings from F.Carella brain archive ket induced dreams\r\nCristal Pussy - live @freakout club - metallaro bolognese edit\r\nGiovanni Rana mandante del sequestro di Aldo Moro (arsider remix)\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Bolo_live_andiamo_a_grani_19102024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n�? ?????? ???????: ? ?????? ?? ??? ???????????? ??????????? ??? ???? ??? ???????\r\n\r\nIn questo episodio analizziamo una delle trasmissioni radiofoniche dal vivo che meglio riflette le contraddizioni del presente, con un focus sui rischi associati all’adozione di formati estremi nel contesto aziendale. Arsider ha scelto di investire in un format radiofonico audace, caratterizzato da contenuti provocatori e dalla partecipazione diretta del pubblico. Sebbene questo approccio abbia inizialmente attirato un vasto seguito, l'esposizione a tematiche controverse e il tono spesso polemico hanno sollevato significative questioni reputazionali.\r\n\r\nL'analisi spettrometrica dell'ascolto ed il posizionamento LUFS sulla parte apicale della banda frequenze, evidenziano chiaramente come la scelta di formati estremi possa rappresentare sia un'opportunità per l'espansione dei transienti, sia in termini di volume che di visibilità e differenziazione, ma anche un rischio in termini di gestione della reputazione, stabilità del brand e possibili reazioni, da parte del pubblico e degli investitori. L'instabilità dell'audience, i costi imprevisti di gestione delle crisi e l'incapacità di mantenere una coerenza nel posizionamento sono stati fattori determinanti per le criticità incontrate.\r\n\r\nCome spesso suggerisce l'esperienza è fondamentale una pianificazione strategica più attenta, che ponga particolare enfasi sulla gestione del rischio reputazionale e sulla maggiore flessibilità nella risposta alle dinamiche imprevedibili tipiche dei format estremi.","11 Ottobre 2024","2024-10-11 14:03:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Screenshot-2024-10-11-at-14-00-34-ARSIDER-@arsider_cam-•-Foto-e-video-di-Instagram-200x110.png","10/9/24 | ANDIAMO A GRANI | LIVE A BOLOGNA | PALLIDO FANGO",1728655401,[388,389,390,391,392,393,394,395,396,397,398],"http://radioblackout.org/tag/a-grani/","http://radioblackout.org/tag/blast/","http://radioblackout.org/tag/eroina/","http://radioblackout.org/tag/hardcore/","http://radioblackout.org/tag/harsh/","http://radioblackout.org/tag/ketamina/","http://radioblackout.org/tag/merda/","http://radioblackout.org/tag/merda-elettronica/","http://radioblackout.org/tag/merdapura/","http://radioblackout.org/tag/noise/","http://radioblackout.org/tag/smerdificato/",[400,401,402,403,404,405,406,407,408,409,410],"a grani","blast","eroina","hardcore","harsh","ketamina","merda","merda elettronica","merdapura","noise","smerdificato",{"post_content":412},{"matched_tokens":413,"snippet":414,"value":415},[30],"rischio reputazionale e sulla maggiore \u003Cmark>flessibilità\u003C/mark> nella risposta alle dinamiche imprevedibili","??????? ? ????? - ???? ?? ???????, ?? ?????? ???????:\r\narsider live hosting + live show samplewrap\r\nfield recordings from F.Carella brain archive ket induced dreams\r\nCristal Pussy - live @freakout club - metallaro bolognese edit\r\nGiovanni Rana mandante del sequestro di Aldo Moro (arsider remix)\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Bolo_live_andiamo_a_grani_19102024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n�? ?????? ???????: ? ?????? ?? ??? ???????????? ??????????? ??? ???? ??? ???????\r\n\r\nIn questo episodio analizziamo una delle trasmissioni radiofoniche dal vivo che meglio riflette le contraddizioni del presente, con un focus sui rischi associati all’adozione di formati estremi nel contesto aziendale. 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L’obiettivo, dopo aver fatto il punto, è verificare ciò che bisogna fare, come intervenire, e quante risorse e quanto tempo sono necessari, per consegnare ai lavoratori un luogo di lavoro sicuro e al tempo stesso assicurare il rispetto delle prescrizioni ambientali, passaggi obbligati per il commissario perché si possa tornare alla normalità in termini anche di attività produttiva. La manutenzione quindi torna finalmente tra le priorità ed è condicio sine qua non.\r\nIl commissario ha inoltre garantito che la vertenza dell’indotto è al centro dell’agenda del Governo. Sono moltissimi i lavoratori ridotti sul lastrico perché non percepiscono gli stipendi.\r\nI sindacati hanno chiesto attenzione per tutti i lavoratori allo stesso modo, diretti, appalto ed ex Ilva in AS, questi ultimi si badi bene hanno pari dignità degli altri. E' stato anche chiesto un decisivo cambio di passo nelle relazioni con il sindacato, e quindi con i lavoratori, finora decisamente complicate. Da rivedere per esempio quella tendenza che, negli ultimi tempi era diventata consuetudine, a trasformare ferie e permessi in cassa integrazione. Francesco ci ha raccontato anche l'incontro di oggi in prefettura.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/F_m_27_02_Francesco-Rizzo-USB-su-commissariamento-ILVA-e-lancio-sciopero.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è stato quello del rinnovo del CCNL commercio, ne abbiamo parlato con Stefano Capello della FLAICA CUB di Torino. Si tratta delle condizioni di circa 4 milioni di lavoratrici e lavoratori nel nostro Paese ad essere ancora in trattativa, infatti il 25 Gennaio era stato trovato un accordo tra sindacati ed associazioni di categoria per quanto riguarda la copertura economica di questo contratto, ma ancora non è stato raggiunta un'intesa. Infatti le condizioni poste da parte datoriale, risultano persino difficili da digerire per i sindacati confederali, un CCNL già celebre per venire utilizzato anche in categorie non esattamente commerciali, proprio per la sua malleabilità e per il risparmio sul costo dei e delle dipendenti, sancirebbe un'ulteriore precarizzazione di chi lavora in questo ambito. Abbiamo concluso chiedendo al nostro intervistato come ci si sta preparando a livello di sindacalismo di base per fronteggiare questa situazione e tra le altre risposte, Stefano Capello ci invita tutte e tutti all'assemblea on-line organizzata proprio per iniziare ad avere una maggiore consapevolezza rispetto a quanto cambierà con il rinnovo di questo CCNL.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/F_m_27_02_Stefano-Capello-FLAICA-CUB-su-rinnovo-CCNL-commercio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Viola del CSOA Gabrio, riguardo al presidio da loro lanciato a fronte della strage sul lavoro avvenuta nel cantiere per la costruzione di un punto vendita Esselunga a Firenze, ma anche rispetto al rinnovo del CCNL commercio di cui abbiamo parlato nella scorsa intervista. Ecco l'invito di partecipazione all'evento:\r\n\r\n\"Venerdì 16 febbraio, il crollo di una trave di cemento non conforme ha provocato la morte di 5 operai edili in un cantiere Esselunga a Firenze, appaltato alla Aep di Pavia.\r\n\r\nQueste morti si vanno a sommare ai gravi incidenti già avvenuti a Genova nel 2023, quando nel cantiere della stessa Esselunga,sempre gestito da Aep, caddero rampe e cancellate e i sindacati decisero di depositare tre esposti per denunciare, con chiare prove fotografiche, come i lavoratori fossero obbligati a lavorare ritmi insostenibili e senza i dispositivi di protezione adeguati.\r\nIl rinnovo dei CCNL Commercio- Grande Distribuzione- Distribuzione cooperativa è fermo dal 2018 così come le nostre retribuzioni. Nelle trattative gestite da CGIL-CISL e UIL i padroni del commercio vogliono più flessibilità e meno stipendio;noi al contrario riteniamo che lavoratrici e lavoratori abbiano già pagato un prezzo troppo alto alla crescita dei profitti dei grandi marchi.\r\nVogliamo quindi:\r\n- riduzione d'orario a 30 ore a parità di salario contro il dilagare dei part time involontari;\r\n- aumenti salariali del 20%;\r\n- internalizzazione di tutte le lavoratrici e lavoratori in appalto;\r\n- democrazia sui luoghi di lavoro perché i contratti non devono firmarli i sindacati decisi dalle aziende ma lavoratrici e lavoratori;\r\n- domeniche di lavoro solo volontario e pagate in straordinario.\r\nCi vediamo davanti ad Esselunga per ribadire a padroni ed istituzioni che\r\nIl loro profitto assassino ha ucciso ancora e continuerà a farlo!\r\nPromettono lavoro e portano sfruttamento, precarietà, esternalizzazioni, subappalti, morte.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/F_m_27_02_Viola-Gabrio-su-presidio-Esselunga-Torino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n ","6 Marzo 2024","2024-03-06 16:59:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/430045252_738451055044462_2108313508758838266_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 27/02/2024",1709744377,[342],[284],{"post_content":434},{"matched_tokens":435,"snippet":436,"value":437},[30],"padroni del commercio vogliono più \u003Cmark>flessibilità\u003C/mark> e meno stipendio;noi al contrario"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Francesco Rizzo USB operaio all'ex ILVA di Taranto sul cambiamento di rotta del governo rispetto alla fabbrica che, di fatto con l'amministrazione straordinaria e la nomina del commissario dell'amministrazione Giancarlo Quaranta, ha messo da parte il socio ArcelorMittal.\r\nMartedì 16 il primo incontro con il commissario dell’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia Giancarlo Quaranta ed i sindacati.\r\nDiversi i punti illustrati da parte padronale: in primis la necessità di continuare nell’avviata operazione di verifica dello stato degli impianti, reparto per reparto, finanche su ciascun posto di lavoro. 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Infatti le condizioni poste da parte datoriale, risultano persino difficili da digerire per i sindacati confederali, un CCNL già celebre per venire utilizzato anche in categorie non esattamente commerciali, proprio per la sua malleabilità e per il risparmio sul costo dei e delle dipendenti, sancirebbe un'ulteriore precarizzazione di chi lavora in questo ambito. 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È sicuramente il segnale che, il lavoro che svolgiamo, sia arrivato ad un punto di non sopportazione collettiva: precarietà, flessibilità, salari bassi, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, lunghe catene di appalti, pessime condizioni di lavoro e salute. Non è però un caso che la nascita di questi comitati coincida con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle cooperative sociali, uno dei più importanti del settore, che vedrà una ipotetica chiusura a giugno del 2023. Già da novembre sono iniziati i tavoli di contrattazione tra Sindacati Confederali, Legacoop e Confcooperative.\r\n\r\nTuttavia, tale percorso di rinnovo non ha visto una buona partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore: a che punto è la contrattazione? I punti di rivendicazione rispecchiano le reali condizioni di lavoro? Quali rapporti di forza sono messi in campo per decidere il destino del nostro contratto?\r\n\r\nSono domande semplici a cui però nessuno dà una risposta chiara e collettiva, nondimeno noi non solo pretendiamo una risposta, ma vogliamo e dobbiamo essere partecipi in prima istanza: è il nostro lavoro! Perché è chiaro ed evidente che se vogliamo cambiare le attuali condizioni di lavoro, parte del cambiamento deve passare per una seria riscrittura delle norme che regolano la nostra prestazione. Alle quali segua una mobilitazione che imponga tali regole in modo intransigente alle aziende e cooperative che hanno in gestione gli appalti e, non per ultimo, pretendere dagli enti locali appalti seri che non impoveriscano e umiliano, non solo la nostra professione, ma l’intero sistema di welfare pubblico.\r\n\r\nQui a Torino, durante le assemblee condivise della Rete del Lavoro Sociale, il Comitato Diritti Educatori Professionali Piemonte, il Coordinamento del Terzo Settore, l’Associazione “M.I.L.L.E. Professioni Educative”, oltre che nei diversi momenti di incontro e formazione con le lavoratrici e i lavoratori del sociale, sono emersi molti temi rivendicativi che abbiamo deciso di sintetizzare in un questionario. Il questionario è stato promosso dalla Rete del Lavoro Sociale, ma è andato immediatamente oltre il comitato, essendo stato compilato da più di 3.000 lavoratori e lavoratrici del sociale in meno di tre settimane. Il questionario rappresenta quindi un primo momento di valutazione delle rivendicazioni collettive che attraversano il settore, uno spunto importante per cominciare discutere collettivamente delle nostre istanze. Al suo interno si parla di aumenti salariali, delle ore indirette non riconosciute, delle notti passive e della banca ore, del precariato, della sicurezza dei luoghi di lavoro, della formazione continua, di rimborsi e permessi, di internalizzazione dei servizi nel pubblico.\r\n\r\nAdesso è il momento di un passaggio di convergenza dei diversi percorsi, che veda prima di tutto una voce comune delle diverse professioni del settore – fuori da schemi corporativi e piccoli interessi da orticello – perché le regole contrattuali valgono per tutte e tutti, ed è sempre bene ricordarlo. Un passaggio di convergenza che veda finalmente la sintesi delle migliori istanze raccolte dalle diverse piattaforme rivendicative dei comitati e dei sindacati (di base e confederali). Un percorso di mobilitazione comune è l’unico che può dare la forza per indirizzare il tavolo di contrattazione del CCNL. È il momento quindi di organizzare assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro, scioperi e mobilitazioni di diverso livello, locale e nazionale, in accordo con gli altri comitati in tutta Italia.\r\n\r\nIl 13 maggio 2023 abbiamo deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, promossa dai diversi comitati e allargata a tutte le sigle sindacali che hanno un intervento nel nostro settore. Il dibattito sarà ospitato presso la sala conferenze del Polo del 900, in C.so Valdocco 4/a, alle ore 14.30.\r\n\r\nInvitiamo alla massima partecipazione tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, è il tempo di organizzarsi e di mobilitarsi per cominciare a cambiare le nostre condizioni di lavoro. Il momento è adesso!!\r\n\r\nL’attacco è diretto, tra le altre cose, ai contratti nazionali, con privatizzazioni ed ulteriori tagli ai servizi pubblici, la liquidazione di ciò che resta della sanità pubblica, la fine della scuola pubblica, etc.”\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Dario-Fontana-e-Leo-su-incontro-rete-lavoro-sociale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo affrontato con Enzo Miccoli, delegato del sindacato USB alla Reggia di Venaria, ovvero lo sciopero messo in piedi il 1 Maggio proprio davanti a questa importante attrazione turistica cittadina. Grazie all'altissima adesione allo sciopero dei lavoratori e lavoratrici, la reggia, come altri luoghi appartenenti al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude non hanno potuto aprire al pubblico, risultato già ottimo, se pensiamo che c'è una legge in vigore voluta dall'ex Ministro Franceschini per limitare il diritto allo sciopero nel settore culturale. Settore che si vuole mantenere in piedi ad ogni costo, ma come sempre a spese di chi ci lavora, che in questo caso lamenta di essere sottopagato, mal inquadrato dal punto di vista contrattuale e in preda al meccanismo degli appalti da ben 16 anni. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'indagine nei confronti del senatore del PD Mauro Laus, socio ed ex presidente della Rear, azienda leader nel settore, che da anni vince gare d'appalto nei musei grazie alle paghe da fame erogate a chi finisce per lavorarci. I giornali parlano di come questa vicenda stia scombinando gli equilibri interni al PD senza dare troppo risalto al fatto che Laus ricopre la figura di capogruppo del suo partito nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, noi abbiamo preferito dare voce a chi subisce gli effetti delle azioni di questa classe politica criminale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Enzo-Miccoli-USB-su-sciopero-consorzioresidenzerealisabaude.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di tre compagni e compagne di Progetto Palestina sul corteo di domenica 14/05/2023 dalle 15.00 in piazza Castello a Torino: Corteo solidale al fianco della Palestina resistente->\r\n\r\n“Il 15 maggio ricorre l'anniversario della Nakba, la catastrofe che diede avvio all'esodo di 700.000 palestinesi, espulsi e costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre in seguito alla distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele. Sin dalla sua nascita, lo stato di Israele e il sionismo hanno dato inizio ad una storia fatta di colonialismo e pulizia etnica.Come altro chiamare l'allontanamento forzato, la cacciata violenta e stabilita a tavolino di un popolo che in quel territorio viveva da più di mille anni? Come chiamare un progetto politico di oppressione, l'ennesimo ideato nel \"moderno\" Occidente ai danni del \"deserto\" mediorientale? E come chiamare il sostegno esplicito o il consenso tacito di potenze che in quel progetto vedevano l'opportunità di lavarsi la coscienza per la tragedia della II guerra mondiale, finalmente scoperchiata e visibile a tutto il mondo? Si tratta di violenza, abusi quotidiani, estrattivismo, razzismo e classismo. In una parola, 75 anni di colonialismo. La Nakba non è una ricorrenza, una data per ricordare le violenze del passato, ma un momento per denunciare e alzare la testa per quello che quotidianamente succede in Palestina. Dobbiamo parlare di attualità, di quelle notizie che spesso neanche riescono ad arrivare nelle nostre città, di quelle urla di rabbia e dolore zittite dagli interessi guerrafondai e neoliberisti del presente in cui viviamo. Possiamo e dobbiamo resistere a questo presente: il popolo palestinese e la sua lotta ci indicano un insieme di pratiche per ripensare il mondo in cui viviamo, prendere posizione con forza allo stato attuale delle cose e costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, Jenin, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo alcuni dei luoghi nei quali la violenza del sionismo non si è mai interrotta, da più di 75 anni ad oggi.\r\n\r\nIl nostro contributo alla resistenza palestinese è nella lotta di tutti i giorni. Nello smascherare i rapporti di potere che lo stato in cui viviamo intesse con Israele, nel denunciare gli accordi che le nostre università garantiscono alla forza politica sionista, nell'opporci alle trattive economiche tra potenze che hanno le mani sporche di sangue. Scendiamo in piazza per ricordare la Nakba, perché non ne venga cancellata la memoria. Scendiamo in piazza per denunciare le politiche oppressive, coloniali e di apartheid portate avanti dallo stato di Israele.\r\n\r\nLa NAKBA CONTINUA, LA PALESTINA RESISTE.”\r\n\r\n \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Progetto-Palestina-su-75-anni-di-Nakba-manifestazione-p.za-castello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","10 Maggio 2023","2023-05-10 19:58:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/344404315_1390176505158814_5960865848755411475_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/05/2023",1683748643,[],[],{"post_content":456},{"matched_tokens":457,"snippet":458,"value":459},[30],"di non sopportazione collettiva: precarietà, \u003Cmark>flessibilità\u003C/mark>, salari bassi, tagli alla spesa"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Leo, lavoratore del terzo settore aderente alla rete Lavoro Sociale e Dario Fontana, ricercatore in sociologia del Lavoro presso il servizio di Epidemiologia Piemonte ASL TO3, sull’incontro di convergenza di lavorator* del settore educativo, socio-assistenziale e socio-sanitario, con comitati di base e organizzazioni sindacali che si terrà in corso Valdocco 4/A a Torino sabato 13 maggio 2023 alle ore 14.30.\r\n\r\nLa rete del Lavoro Sociale, tra gli organizzatori dell’incontro, ha deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, un dibattito allargato a tutte le sigle sindacali che intervengono nel settore:\r\n\r\n“In questi mesi sono nati diversi comitati in tutta Italia che raggruppano lavoratori e lavoratrici del settore. È sicuramente il segnale che, il lavoro che svolgiamo, sia arrivato ad un punto di non sopportazione collettiva: precarietà, \u003Cmark>flessibilità\u003C/mark>, salari bassi, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, lunghe catene di appalti, pessime condizioni di lavoro e salute. Non è però un caso che la nascita di questi comitati coincida con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle cooperative sociali, uno dei più importanti del settore, che vedrà una ipotetica chiusura a giugno del 2023. Già da novembre sono iniziati i tavoli di contrattazione tra Sindacati Confederali, Legacoop e Confcooperative.\r\n\r\nTuttavia, tale percorso di rinnovo non ha visto una buona partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore: a che punto è la contrattazione? I punti di rivendicazione rispecchiano le reali condizioni di lavoro? Quali rapporti di forza sono messi in campo per decidere il destino del nostro contratto?\r\n\r\nSono domande semplici a cui però nessuno dà una risposta chiara e collettiva, nondimeno noi non solo pretendiamo una risposta, ma vogliamo e dobbiamo essere partecipi in prima istanza: è il nostro lavoro! Perché è chiaro ed evidente che se vogliamo cambiare le attuali condizioni di lavoro, parte del cambiamento deve passare per una seria riscrittura delle norme che regolano la nostra prestazione. Alle quali segua una mobilitazione che imponga tali regole in modo intransigente alle aziende e cooperative che hanno in gestione gli appalti e, non per ultimo, pretendere dagli enti locali appalti seri che non impoveriscano e umiliano, non solo la nostra professione, ma l’intero sistema di welfare pubblico.\r\n\r\nQui a Torino, durante le assemblee condivise della Rete del Lavoro Sociale, il Comitato Diritti Educatori Professionali Piemonte, il Coordinamento del Terzo Settore, l’Associazione “M.I.L.L.E. Professioni Educative”, oltre che nei diversi momenti di incontro e formazione con le lavoratrici e i lavoratori del sociale, sono emersi molti temi rivendicativi che abbiamo deciso di sintetizzare in un questionario. Il questionario è stato promosso dalla Rete del Lavoro Sociale, ma è andato immediatamente oltre il comitato, essendo stato compilato da più di 3.000 lavoratori e lavoratrici del sociale in meno di tre settimane. Il questionario rappresenta quindi un primo momento di valutazione delle rivendicazioni collettive che attraversano il settore, uno spunto importante per cominciare discutere collettivamente delle nostre istanze. Al suo interno si parla di aumenti salariali, delle ore indirette non riconosciute, delle notti passive e della banca ore, del precariato, della sicurezza dei luoghi di lavoro, della formazione continua, di rimborsi e permessi, di internalizzazione dei servizi nel pubblico.\r\n\r\nAdesso è il momento di un passaggio di convergenza dei diversi percorsi, che veda prima di tutto una voce comune delle diverse professioni del settore – fuori da schemi corporativi e piccoli interessi da orticello – perché le regole contrattuali valgono per tutte e tutti, ed è sempre bene ricordarlo. Un passaggio di convergenza che veda finalmente la sintesi delle migliori istanze raccolte dalle diverse piattaforme rivendicative dei comitati e dei sindacati (di base e confederali). Un percorso di mobilitazione comune è l’unico che può dare la forza per indirizzare il tavolo di contrattazione del CCNL. È il momento quindi di organizzare assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro, scioperi e mobilitazioni di diverso livello, locale e nazionale, in accordo con gli altri comitati in tutta Italia.\r\n\r\nIl 13 maggio 2023 abbiamo deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, promossa dai diversi comitati e allargata a tutte le sigle sindacali che hanno un intervento nel nostro settore. Il dibattito sarà ospitato presso la sala conferenze del Polo del 900, in C.so Valdocco 4/a, alle ore 14.30.\r\n\r\nInvitiamo alla massima partecipazione tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, è il tempo di organizzarsi e di mobilitarsi per cominciare a cambiare le nostre condizioni di lavoro. Il momento è adesso!!\r\n\r\nL’attacco è diretto, tra le altre cose, ai contratti nazionali, con privatizzazioni ed ulteriori tagli ai servizi pubblici, la liquidazione di ciò che resta della sanità pubblica, la fine della scuola pubblica, etc.”\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Dario-Fontana-e-Leo-su-incontro-rete-lavoro-sociale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo affrontato con Enzo Miccoli, delegato del sindacato USB alla Reggia di Venaria, ovvero lo sciopero messo in piedi il 1 Maggio proprio davanti a questa importante attrazione turistica cittadina. Grazie all'altissima adesione allo sciopero dei lavoratori e lavoratrici, la reggia, come altri luoghi appartenenti al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude non hanno potuto aprire al pubblico, risultato già ottimo, se pensiamo che c'è una legge in vigore voluta dall'ex Ministro Franceschini per limitare il diritto allo sciopero nel settore culturale. Settore che si vuole mantenere in piedi ad ogni costo, ma come sempre a spese di chi ci lavora, che in questo caso lamenta di essere sottopagato, mal inquadrato dal punto di vista contrattuale e in preda al meccanismo degli appalti da ben 16 anni. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'indagine nei confronti del senatore del PD Mauro Laus, socio ed ex presidente della Rear, azienda leader nel settore, che da anni vince gare d'appalto nei musei grazie alle paghe da fame erogate a chi finisce per lavorarci. I giornali parlano di come questa vicenda stia scombinando gli equilibri interni al PD senza dare troppo risalto al fatto che Laus ricopre la figura di capogruppo del suo partito nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, noi abbiamo preferito dare voce a chi subisce gli effetti delle azioni di questa classe politica criminale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Enzo-Miccoli-USB-su-sciopero-consorzioresidenzerealisabaude.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di tre compagni e compagne di Progetto Palestina sul corteo di domenica 14/05/2023 dalle 15.00 in piazza Castello a Torino: Corteo solidale al fianco della Palestina resistente->\r\n\r\n“Il 15 maggio ricorre l'anniversario della Nakba, la catastrofe che diede avvio all'esodo di 700.000 palestinesi, espulsi e costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre in seguito alla distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele. Sin dalla sua nascita, lo stato di Israele e il sionismo hanno dato inizio ad una storia fatta di colonialismo e pulizia etnica.Come altro chiamare l'allontanamento forzato, la cacciata violenta e stabilita a tavolino di un popolo che in quel territorio viveva da più di mille anni? Come chiamare un progetto politico di oppressione, l'ennesimo ideato nel \"moderno\" Occidente ai danni del \"deserto\" mediorientale? E come chiamare il sostegno esplicito o il consenso tacito di potenze che in quel progetto vedevano l'opportunità di lavarsi la coscienza per la tragedia della II guerra mondiale, finalmente scoperchiata e visibile a tutto il mondo? Si tratta di violenza, abusi quotidiani, estrattivismo, razzismo e classismo. In una parola, 75 anni di colonialismo. La Nakba non è una ricorrenza, una data per ricordare le violenze del passato, ma un momento per denunciare e alzare la testa per quello che quotidianamente succede in Palestina. Dobbiamo parlare di attualità, di quelle notizie che spesso neanche riescono ad arrivare nelle nostre città, di quelle urla di rabbia e dolore zittite dagli interessi guerrafondai e neoliberisti del presente in cui viviamo. Possiamo e dobbiamo resistere a questo presente: il popolo palestinese e la sua lotta ci indicano un insieme di pratiche per ripensare il mondo in cui viviamo, prendere posizione con forza allo stato attuale delle cose e costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, Jenin, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo alcuni dei luoghi nei quali la violenza del sionismo non si è mai interrotta, da più di 75 anni ad oggi.\r\n\r\nIl nostro contributo alla resistenza palestinese è nella lotta di tutti i giorni. Nello smascherare i rapporti di potere che lo stato in cui viviamo intesse con Israele, nel denunciare gli accordi che le nostre università garantiscono alla forza politica sionista, nell'opporci alle trattive economiche tra potenze che hanno le mani sporche di sangue. Scendiamo in piazza per ricordare la Nakba, perché non ne venga cancellata la memoria. Scendiamo in piazza per denunciare le politiche oppressive, coloniali e di apartheid portate avanti dallo stato di Israele.\r\n\r\nLa NAKBA CONTINUA, LA PALESTINA RESISTE.”\r\n\r\n \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Progetto-Palestina-su-75-anni-di-Nakba-manifestazione-p.za-castello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[461],{"field":153,"matched_tokens":462,"snippet":458,"value":459},[30],{"best_field_score":114,"best_field_weight":161,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":49,"score":191,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":49},6637,{"collection_name":316,"first_q":30,"per_page":263,"q":30},7,["Reactive",468],{},["Set"],["ShallowReactive",471],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fpEYGBZISIqkGCPPa8-3xVRYiTb0IXWOZYtCwfc9uFuA":-1},true,"/search?query=flessibilit%C3%A0"]