","L'orizzonte fosco dell'abitare: fondi internazionali e necessità di organizzarsi","post",1611764816,[61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/citta/","http://radioblackout.org/tag/fondi-immobiliari/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-degli-affitti/","http://radioblackout.org/tag/speculazione/",[66,67,68,15],"città","fondi immobiliari","sciopero degli affitti",{"post_content":70,"post_title":76,"tags":79},{"matched_tokens":71,"snippet":74,"value":75},[72,73],"fondi","immobiliari","però, è l'incombere all'orizzonte di \u003Cmark>fondi\u003C/mark> \u003Cmark>immobiliari\u003C/mark> internazionali, come Cerberus e Blackstone,","La crisi economica, che accompagna quella pandemica dalla primavera 2020, ha portato a una contrazione del mercato immobiliare, tra chi non è più in grado di pagare l'affitto, chi ha scelto di non pagarlo, chi ha interrotto il contratto lasciando la casa, chi ha patteggiato la riduzione o, ancora, si è rivolto all'usura per mantenersi un tetto sulla testa. Se in Italia il blocco degli sfratti è rimandato a giugno con lo tsunami che questo provocherà, i canoni di affitto rimangono fittiziamente invariati, a dispetto di ogni legge di mercato. L'aspetto più preoccupante, però, è l'incombere all'orizzonte di \u003Cmark>fondi\u003C/mark> \u003Cmark>immobiliari\u003C/mark> internazionali, come Cerberus e Blackstone, pronti a nutrirsi \"dei cadaveri lasciati sul terreno dalle crisi economiche\" a fini speculativi. Che effetti può avere questo? Cosa ci insegna la Spagna post-2008? Come ci si può organizzare per non lasciare che le città siano fagocitate da questi \u003Cmark>fondi\u003C/mark>? Ne abbiamo parlato con Stefano di NapoliMonitor e autore di \"Le mani della finanza internazionale sulla città\".\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/fondi.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":77,"snippet":78,"value":78},[72],"L'orizzonte fosco dell'abitare: \u003Cmark>fondi\u003C/mark> internazionali e necessità di organizzarsi",[80,82,85,87],{"matched_tokens":81,"snippet":66},[],{"matched_tokens":83,"snippet":84},[72,73],"\u003Cmark>fondi\u003C/mark> \u003Cmark>immobiliari\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":68},[],{"matched_tokens":88,"snippet":15},[],[90,95,98],{"field":35,"indices":91,"matched_tokens":92,"snippets":94},[17],[93],[72,73],[84],{"field":96,"matched_tokens":97,"snippet":74,"value":75},"post_content",[72,73],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":78,"value":78},"post_title",[72],1157451471441625000,{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":105,"num_tokens_dropped":47,"score":106,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,3,"1157451471441625195",{"document":108,"highlight":130,"highlights":135,"text_match":138,"text_match_info":139},{"cat_link":109,"category":110,"comment_count":47,"id":111,"is_sticky":47,"permalink":112,"post_author":50,"post_content":113,"post_date":114,"post_excerpt":53,"post_id":111,"post_modified":115,"post_thumbnail":116,"post_thumbnail_html":117,"post_title":118,"post_type":58,"sort_by_date":119,"tag_links":120,"tags":125},[44],[46],"43343","http://radioblackout.org/2017/09/messico-un-altro-terremoto-di-classe/","\"Ore 7.19 del 19 settembre 1985. Le vie di El Centro, il quartiere storico di Città del Messico, erano vuote: la maggior parte dei capitalinos o stava dormendo o era già in fabbrica. Il terremoto dell’ottavo grado della scala Richter sorprese gli uni nel sonno, gli altri al lavoro. Una scossa lunga – più di tre minuti – e devastante: 10 mila morti, 100 mila case crollate e 5 milioni di persone senza acqua né luce. Nel 1985 la capitale era la città più popolosa del mondo: 16 milioni di abitanti concentrati soprattutto nella Colonia Obrera, il quartiere operaio. Era l’epoca del miracolo economico messicano e dagli Anni 70 migliaia di persone avevano scelto di trasferirsi dalla campagna in città in cerca di lavoro. Lo sviluppo urbano fu incontrollato: per tre decenni leggi e piani regolatori permissivi avevano consentito la costruzione di edifici precari non in linea con le norme antisismiche. (...) Ma il simbolo del terremoto del 1985, e delle disastrose politiche abitative del governo autoritario del Partito rivoluzionario istituzionale, rimasero le immagini del complesso residenziale Tlatelolco, un’area di due chilometri quadrati costruita nel 1960 per ospitare 80 mila persone. La scossa travolse buona parte dei 102 edifici che costituivano il complesso, intrappolando migliaia di persone: dalle macerie furono estratti più di 500 cadaveri.\" (da Messico, breve storia del terremoto del 1985)\r\n\r\n \r\n\r\n32 anni dopo la storia si ripete. Dopo la violentissima scossa sismica di magnitudo 8.2 del 7 settembre scorso, che ha colpito in particolare gli stati meridionali di Chiapas, Oaxaca, Veracruz e Guerrero, il 19 settembre un terremoto di magnitudo 7.1 ha investito la regione centrale del Messico, causando la morte di 337 persone, 200 delle quali nella capitale. Anche questa volta la calamità non ha colpito indiscriminatamente, perchè anche i terremoti sono sempre di classe: colpiscono gli edifici più vecchi, quelli per cui non ci sono soldi per la manutenzione, quelli costruiti speculando, colpiscono le zone in cui il rischio sismico è più alto ma dove chi non ha soldi o documenti è costretto ad abitare, colpiscono i quartieri delle classi popolari, le baraccopoli, colpiscono i poveri. La violenza politica e strutturale messa a nudo dai crolli è la stessa di trent’anni fa: speculazione edilizia, assenza di misure di prevenzione, enorme divisione di classe, anche in termini spaziali.\r\n\r\n \r\n\r\nLa \"gestione\" istituzionale dell'emergenza riproduce questa violenza. Interesse del governo messicano guidato da Peña Nieto è quello di favorire le imprese e la speculazione edilizia facendo del post-terremoto un'occasione per derubare ulteriormente la popolazione che però, come nell'85, sta dando prova di una grande capacità di auto-organizzazione. La solidarietà della strada, spontanea, è emersa con forza per riprendersi la città e tutti i luoghi colpiti dal terremoto. Persone che si arrangiano in modo autonomo per sottrarre le macerie da una classe politica collusa con le multinazionali, che vorrebbe demolire edifici che avrebbero bisogno solo di riparazioni per favorire i profitti degli speculatori immobiliari. Persone che si mobilitano da sé contro lo Stato e il Capitale per salvare le vite e la memoria di corpi \"di scarto\". Come quelli delle sarte cinesi e centroamericane senza documenti, morte nel crollo di una maquiladora nella zona obrera a Città del Messico. Se non fosse stato per alcune colleghe sopravvissute, di loro non si saprebbe nulla: l'unica preoccupazione dei padroni è stata quella di recuperare macchinari e materiali e rimuovere i detriti il più velocemente possibile per ottenere i fondi assicurativi.\r\n\r\n \r\n\r\nPer un commento sulla natura di classe dei terremoti, questa mattina abbiamo raggiunto ai microfoni Piero Gorza, antropologo e ricercatore presso l'Instituto de Estudios Indígenas di San Cristóbal de Las Casas:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","29 Settembre 2017","2017-10-02 16:09:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/memorial-por-las-vc3adctimas-de-la-fc3a1brica-textil-y-de-las-demc3a1s-fc3a1bricas-en-chimalpopoca-y-bolc3advar-3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/memorial-por-las-vc3adctimas-de-la-fc3a1brica-textil-y-de-las-demc3a1s-fc3a1bricas-en-chimalpopoca-y-bolc3advar-3-300x183.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/memorial-por-las-vc3adctimas-de-la-fc3a1brica-textil-y-de-las-demc3a1s-fc3a1bricas-en-chimalpopoca-y-bolc3advar-3-300x183.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/memorial-por-las-vc3adctimas-de-la-fc3a1brica-textil-y-de-las-demc3a1s-fc3a1bricas-en-chimalpopoca-y-bolc3advar-3-768x467.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/memorial-por-las-vc3adctimas-de-la-fc3a1brica-textil-y-de-las-demc3a1s-fc3a1bricas-en-chimalpopoca-y-bolc3advar-3.jpg 789w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Messico: un altro terremoto di classe",1506689056,[121,122,123,124],"http://radioblackout.org/tag/classe/","http://radioblackout.org/tag/messico/","http://radioblackout.org/tag/terremoti/","http://radioblackout.org/tag/violenza-politica/",[126,127,128,129],"classe","messico","terremoti","violenza politica",{"post_content":131},{"matched_tokens":132,"snippet":133,"value":134},[73],"favorire i profitti degli speculatori \u003Cmark>immobiliari\u003C/mark>. 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Ma il simbolo del terremoto del 1985, e delle disastrose politiche abitative del governo autoritario del Partito rivoluzionario istituzionale, rimasero le immagini del complesso residenziale Tlatelolco, un’area di due chilometri quadrati costruita nel 1960 per ospitare 80 mila persone. La scossa travolse buona parte dei 102 edifici che costituivano il complesso, intrappolando migliaia di persone: dalle macerie furono estratti più di 500 cadaveri.\" (da Messico, breve storia del terremoto del 1985)\r\n\r\n \r\n\r\n32 anni dopo la storia si ripete. Dopo la violentissima scossa sismica di magnitudo 8.2 del 7 settembre scorso, che ha colpito in particolare gli stati meridionali di Chiapas, Oaxaca, Veracruz e Guerrero, il 19 settembre un terremoto di magnitudo 7.1 ha investito la regione centrale del Messico, causando la morte di 337 persone, 200 delle quali nella capitale. Anche questa volta la calamità non ha colpito indiscriminatamente, perchè anche i terremoti sono sempre di classe: colpiscono gli edifici più vecchi, quelli per cui non ci sono soldi per la manutenzione, quelli costruiti speculando, colpiscono le zone in cui il rischio sismico è più alto ma dove chi non ha soldi o documenti è costretto ad abitare, colpiscono i quartieri delle classi popolari, le baraccopoli, colpiscono i poveri. La violenza politica e strutturale messa a nudo dai crolli è la stessa di trent’anni fa: speculazione edilizia, assenza di misure di prevenzione, enorme divisione di classe, anche in termini spaziali.\r\n\r\n \r\n\r\nLa \"gestione\" istituzionale dell'emergenza riproduce questa violenza. 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Invece adesso sembra che non si intenda intervenire a sgonfiare la bolla, creata dal fatto che l'invito a giocare in borsa ha prodotto delle speculazioni su titoli spazzatura proprio a seguito della copertura statale, che non ha intenzione di intervenire a soccorrere eventuali ditte in difficoltà, ma nemmeno intende intervenire su chi torna a investire in massa sui titoli immobiliari, contando sullo stesso principio di egida statale, che ora è orientato a non intervenire con fondi governativi che rastrellavano titoli in difficoltà.\r\n\r\nMa ci sono ancora alcuni aspetti di questa Cina degli ultimi mesi: uno si lega alle esplosioni di magazzini che producono decine di morti e devastazioni e che se non si possono far risalire a manifestazioni millenaristiche, lasciano comunque interdetti per la frequenza: il 12 agosto Tianjing, ieri Shandong pongono delle problematiche sul controllo delle sostanze chimiche pericolose stoccate in Cina, ma forse è il segno che si è giunti a un limite di modello di sviluppo, quello energivoro e corruttivo, che si deve riaggiustare.\r\n\r\nE si deve riaggiustare per forza perché si arriva a scontri e rivolte tantissime: rivolte contadine premoderne, lotte operaie moderne, rifiuti di fabbriche nocive vicino a casa da parte di ceti più illuminati e benestanti e addirittura rivolte campanilistiche per ottenere la Grande Opera nel proprio comune anziché nel municipio limitrofo: tutto questo ventaglio si dovrà per forza ricomporre attraverso il metodo sperimentale... ma sentiamolo espresso meglio dalle parole di Gabriele Battaglia:\r\n\r\nUnknown","2 Settembre 2015","2015-09-10 13:58:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/2015-09-02_cina-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/2015-09-02_cina-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/2015-09-02_cina-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/2015-09-02_cina.jpeg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il riaggiustamento: lo strumento per capire la transizione cinese",1441225870,[157,158,159,160,161,162,163,164],"http://radioblackout.org/tag/3-settembre/","http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/esplosioni/","http://radioblackout.org/tag/mercati/","http://radioblackout.org/tag/parata/","http://radioblackout.org/tag/pechino/","http://radioblackout.org/tag/tianjin/","http://radioblackout.org/tag/xi-jinping/",[166,167,168,169,20,26,24,170],"3 settembre","cina","esplosioni","mercati","Xi Jinping",{"post_content":172},{"matched_tokens":173,"snippet":174,"value":175},[73],"investire in massa sui titoli \u003Cmark>immobiliari\u003C/mark>, contando sullo stesso principio di","Per orientarci ci siamo rivolti a Gabriele Battaglia, redattore di China Files: ecco cosa ne è scaturito.\r\n\r\nLa Cina dalla fine del 2012, collocando le riforme intorno al IV Plenum del Comitato Centrale del Partito, si va trasformando da fabbrica del mondo a paese più equilibrato con un mercato interno di prodotti anche tecnologici, con la conseguenza di salari cresciuti e un minore sviluppo demografico; 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Tutto si fonda non sui servizi ma è asservito ai grandi capitali e volto a creare una rete transnazionale di città fatte con lo stampino a livello europeo. Queste trasformazioni sono poi comunicate da giornalisti, antropologi e intellettuali di vario tipo che devono fare in modo che l'idea di urbanizzazione venga acquisita capillarmente e data come già decretata e soluzione ottimale, compresa la sostenibilità, che prevede anche un minimo di fondi per gli sfratti inevitabili per il buon esito dell'operazione.\r\n\r\nI processi si fondono su un primo momento di disinvestimento che conduce al degrado una zona, per poi riqualificarla una volta estromessi gli autoctoni di quel quartiere, quando diventa conveniente al capitale cambiarne i connotati, che non si adattano più a quei cittadini che non si possono permettere gli affitti che la riqualificazione impone e lasciano il posto ai clienti delle grandi agenzie miste con una quota di minoranza pubblica ma controllate dai grandi capitali privati (banche e immobiliaristi) che quindi possono dettare le logiche sottese alla progettazione delle città attraverso un investimento integrato nel territorio al fine di avere un profitto sicuro. A Torino i processi di riqualificazione in corso sono 17 e quasi tutti si rifanno a Torino Immobiliare, come ci spiega con maggior precisione Luigi in questo intervento:\r\n\r\n2014.05.29-luigi\r\n\r\nLuigi ha accennato nel suo discorso all'area ex Diatto di Borgo san Paolo, quartiere ex operaio del cui intervento di gentrificazione ci parla più diffusamente Manuel della Snia Rischiosa, in vista anche della manifestazione del 7 giugno che lambirà quasi tutte le aree sotto osservazione da parte dei palazzinari che vogliono riprogettare la vita di buona parte del quartiere nel cui tessuto erano incastonate molte industrie ormai in disuso e quindi appetibili per affari assimilabili a quelli descritti nell'analisi della \"variante 200\" o dell'attacco portato in Barriera, o con minime variazioni nel sito della Thyssen, su cui sono già stati avanzati progetti improntati al solito schema, nonostante non insista su un'area già \"vissuta\" da famiglie e storie popolari, magari centenarie, come quelle dello storico borgo proletario di sanpaolino.\r\n\r\nLaddove non è tanto il degrado indotto a porre le premesse per gli affari sulla riqualificazione fatti dalle agenzie colluse con il potere amministrativo, il lavoro sporco viene eseguito dall'incuria, se non la distruzione del patrimonio culturale: siano esse vestigia del recente passato industriale, siano acquedotti romani. Il comitato Snia Rischiosa ha già sbugiardato più volte l'amministrazione (che aveva addirittura postdatato la costruzione per far saltare i vincoli sui monumenti storici con la connivenza della sovrintendenza), ha colto in fallo anche l'ente dell'asl preposto alla bonifica dall'amianto. I lavori erano iniziati a spron battuto un anno fa nei modi incauti e sprovveduti raccontati da Manuel nel podcast allegato... ora da dicembre il cantiere è vuoto, non ci lavora nessuno e non ci sono progetti conosciuti sulla ex fabbrica come sull'intero quartiere, su cui campeggia imponente l'inquietante grattacielo di Intesa-Sanpaolo.\r\n\r\n2014.05.29-manuel","29 Maggio 2014","2014-06-02 16:10:09","Sgomberi, degrado e riqualificazione: gli stadi della gentrificazione",1401373222,[192,193,194,195,196,197,198,199,200,64,201,202],"http://radioblackout.org/tag/degrado/","http://radioblackout.org/tag/diatto/","http://radioblackout.org/tag/diritto-alla-casa/","http://radioblackout.org/tag/gentrificazione/","http://radioblackout.org/tag/investimento-integrato/","http://radioblackout.org/tag/palazzinari/","http://radioblackout.org/tag/rabel/","http://radioblackout.org/tag/riqualificazione/","http://radioblackout.org/tag/sgomberi/","http://radioblackout.org/tag/urban-center/","http://radioblackout.org/tag/westinghouse/",[204,22,205,206,34,28,18,207,208,15,32,30],"degrado","diritto alla casa","gentrificazione","riqualificazione","Sgomberi",{"post_content":210},{"matched_tokens":211,"snippet":212,"value":213},[72],"prevede anche un minimo di \u003Cmark>fondi\u003C/mark> per gli sfratti inevitabili per","Prendendo spunto dallo sgombero di ieri del bar-libreria Rabél, abbiamo voluto allargare il discorso alle politiche di urbanizzazione che sottendono alle scelte speculative del comitato d'affari politico-finanziario dell'aministrazione torinese, esemplificativo di quelli che sono i criteri e le forme in cui opera il processo di degrado/riqualificazione di aree urbane volte a favorire la creazione di quartieri destinati dalla speculazione a modelli di vita che possono permettersi gli oneri di urbanizzazione, in modo da ripianare i debiti olimpici.\r\n\r\nIl modello di sviluppo dell'urbanizzazione non è una esclusiva torinese, ma è informato da una prassi europea ben incarnata dallo Urban Center, che si fa un vanto di prendere decisioni in modo partecipato con la cittadinanza (come si vede dall'esempio dell'ex Diatto, o dai molti sfratti e sgomberi operati per fare posto ai progetti avveniristici delle archistar). Tutto si fonda non sui servizi ma è asservito ai grandi capitali e volto a creare una rete transnazionale di città fatte con lo stampino a livello europeo. Queste trasformazioni sono poi comunicate da giornalisti, antropologi e intellettuali di vario tipo che devono fare in modo che l'idea di urbanizzazione venga acquisita capillarmente e data come già decretata e soluzione ottimale, compresa la sostenibilità, che prevede anche un minimo di \u003Cmark>fondi\u003C/mark> per gli sfratti inevitabili per il buon esito dell'operazione.\r\n\r\nI processi si fondono su un primo momento di disinvestimento che conduce al degrado una zona, per poi riqualificarla una volta estromessi gli autoctoni di quel quartiere, quando diventa conveniente al capitale cambiarne i connotati, che non si adattano più a quei cittadini che non si possono permettere gli affitti che la riqualificazione impone e lasciano il posto ai clienti delle grandi agenzie miste con una quota di minoranza pubblica ma controllate dai grandi capitali privati (banche e \u003Cmark>immobiliari\u003C/mark>sti) che quindi possono dettare le logiche sottese alla progettazione delle città attraverso un investimento integrato nel territorio al fine di avere un profitto sicuro. A Torino i processi di riqualificazione in corso sono 17 e quasi tutti si rifanno a Torino Immobiliare, come ci spiega con maggior precisione Luigi in questo intervento:\r\n\r\n2014.05.29-luigi\r\n\r\nLuigi ha accennato nel suo discorso all'area ex Diatto di Borgo san Paolo, quartiere ex operaio del cui intervento di gentrificazione ci parla più diffusamente Manuel della Snia Rischiosa, in vista anche della manifestazione del 7 giugno che lambirà quasi tutte le aree sotto osservazione da parte dei palazzinari che vogliono riprogettare la vita di buona parte del quartiere nel cui tessuto erano incastonate molte industrie ormai in disuso e quindi appetibili per affari assimilabili a quelli descritti nell'analisi della \"variante 200\" o dell'attacco portato in Barriera, o con minime variazioni nel sito della Thyssen, su cui sono già stati avanzati progetti improntati al solito schema, nonostante non insista su un'area già \"vissuta\" da famiglie e storie popolari, magari centenarie, come quelle dello storico borgo proletario di sanpaolino.\r\n\r\nLaddove non è tanto il degrado indotto a porre le premesse per gli affari sulla riqualificazione fatti dalle agenzie colluse con il potere amministrativo, il lavoro sporco viene eseguito dall'incuria, se non la distruzione del patrimonio culturale: siano esse vestigia del recente passato industriale, siano acquedotti romani. Il comitato Snia Rischiosa ha già sbugiardato più volte l'amministrazione (che aveva addirittura postdatato la costruzione per far saltare i vincoli sui monumenti storici con la connivenza della sovrintendenza), ha colto in fallo anche l'ente dell'asl preposto alla bonifica dall'amianto. 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FERMIAMO IL GENOCIDIO!!!\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/F_m_21_11_Beppe-SiCobas-su-iniziative-antimilitariste-in-Campania.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Dario della ex GKN a Campi Bisenzio (Fi) sullo stato della vertenza del collettivo di Fabbrica che si avvicina all'ora x:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nComunicazione 1, importante, a tutta la rete solidale: verso l’ora x\r\n\r\n1. Sono ripartiti i licenziamenti. Il nostro tempo sta scadendo. Qualsiasi attività di solidarietà o di appoggio a Gkn deve ormai fare i conti con questo tempo.\r\n\r\n2. L’ora x ad oggi è il primo gennaio 2024: i licenziamenti saranno definitivi e Gkn sarà trasformata definitivamente in una operazione immobiliare.\r\n\r\n3. Non c’è una terza via: Gkn stabilimento vuoto o fabbrica socialmente integrata. O simbolo del fatto che “loro”, in un modo o nell’altro, prima o poi vincono. O esempio del fatto, qui e ora, “noi possiamo”. Arrivati sull’orlo del baratro, spiccare il volo o cadere.\r\n\r\n4. Noi non abbiamo scelta, questo è il nostro posto di lavoro. Proveremo a resistere. Voi avete scelta: potete prendere atto di come sono andate le cose o giocarvi qua l’esistenza di un esempio concreto, a disposizione di nuovi rapporti di forza per il movimento sindacale, la giustizia sociale e il movimento climatico\r\n\r\n5. Siamo consapevoli del contesto. Siamo di fronte a una escalation bellica mondiale e a una strage a Gaza. Non siamo l’unica crisi aziendale, né l’unica vertenza esemplare. E non sgomitiamo di certo per essere più visibili o più urgenti di tutto il resto. Siamo solo una minuscola parte del tutto. Ma vi segnaliamo che questa minuscola parte è arrivata, qui e ora, all’epilogo. E si decide ora quale sarà questo epilogo. Quanto questo epilogo sia importante per i rapporti di forza complessivi, sta a voi valutarlo e deciderlo.\r\n\r\n6. Comunicare i diversi passaggi della lotta non è semplice. La controparte si è attrezzata con il tempo per inquinare ogni nostra narrazione, confonderla, ingarbugliarla, tecnicizzarla. Vi dobbiamo\r\nchiedere un surplus di attenzione, seguendo i nostri social, segnandovi nei gruppi info gkn su whatsapp (scrivere a 3478646481) o iscrivendovi al nostro canale Telegram\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nhttps://t.me/infocollettivodifabbricagkn [1]\r\n\r\nSu insorgiamo.org [2], trovate:\r\n\r\n- un dossier riassuntivo dei diversi passaggi e della potenziale speculazione immobiliare\r\nhttps://insorgiamo.org/dossier-gkn/ [3]\r\n\r\n- tutte le info sul progetto cargobike\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nhttps://insorgiamo.org/cargo-bike/ [4]\r\n\r\n- tutte le info sull’azionariato popolare\r\nhttps://insorgiamo.org/100x10-000/ [5]\r\n\r\n7. La reindustrializzazione dal basso è uno strumento di lotta e come tale deve dipendere dai tempi della lotta. Fondi per l’azionariato popolare, contributo per le cargobike, competenza per il piano fotovoltaico: tutte le attività legate o accelerano ora o diventano superflue.\r\n\r\n8. Non abbiamo più tempo. Non siamo più in grado di rispondere a singole proposte, singoli inviti, singole attività. Novembre è già quasi finito e dicembre è un mese reso corto dalle festività. Dobbiamo tagliare drasticamente su riunioni, call, iniziative. Lanciamo un Insorgiamo tour mirato all’ora x: Roma, Milano, Padova, Napoli, Torino. E sul piano internazionale: Vienna, Barcellona, forse Berlino, forse Londra. Chiediamo a tutte le realtà di convergere, per insorgere nelle date che verranno indicate.\r\n\r\n9. La road map verso l’ora x sarà caratterizzata da momenti di “alta convergenza crescente”: insorgiamo tour, sciopero generale il 17 novembre a Firenze, ci rimettiamo a testuggine, 2 e 3 dicembre “saremo coro”, 16 o 17 dicembre giornata di lotta. Vi chiediamo di tenervi libere e liberi,di continuare a convergere, per evitare e al contempo provare ad affrontare insieme l’ora x: il 31 dicembre alle h 00.00. Se non riusciamo a impedire l’ora x, il 31 dicembre e il primo gennaio, non prendete impegni. Dobbiamo continuare a stupire\r\n\r\n10. In questi giorni, giustizia climatica, sociale, mutualismo, fabbrica socialmente integrata, cura del territorio e della comunità, necessità della convergenza sembrano essere collassate tutte insieme in poche ore a Campi Bisenzio. Sembra tutto apparentemente casuale. In verità, è segno del fatto che ci preparavamo da tempo a questo tempo che ci viene incontro.\r\nChe abbiamo fatto delle scelte. I rapporti di forza sono schiaccianti, il contesto può sovrastarci, ma hai sempre un margine di scelta. Non puoi scegliere quando piove, ma puoi scegliere che persona sarai sotto la pioggia. Scegliamo insieme di non cadere.\r\n\r\n#insorgiamo [6]\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/F_m_21_11_Dario-exGKN-su-lancio-evento-31-dicembre-e-continuazione-lotta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","24 Novembre 2023","2023-11-24 17:10:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/402313253_18035050573720913_5342233810330345323_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 21/11/2023","podcast",1700845707,[],[],{"post_content":252},{"matched_tokens":253,"snippet":255,"value":256},[254],"immobiliare","trasformata definitivamente in una operazione \u003Cmark>immobiliare\u003C/mark>.\r\n\r\n3. 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La road map verso l’ora x sarà caratterizzata da momenti di “alta convergenza crescente”: insorgiamo tour, sciopero generale il 17 novembre a Firenze, ci rimettiamo a testuggine, 2 e 3 dicembre “saremo coro”, 16 o 17 dicembre giornata di lotta. Vi chiediamo di tenervi libere e liberi,di continuare a convergere, per evitare e al contempo provare ad affrontare insieme l’ora x: il 31 dicembre alle h 00.00. Se non riusciamo a impedire l’ora x, il 31 dicembre e il primo gennaio, non prendete impegni. Dobbiamo continuare a stupire\r\n\r\n10. In questi giorni, giustizia climatica, sociale, mutualismo, fabbrica socialmente integrata, cura del territorio e della comunità, necessità della convergenza sembrano essere collassate tutte insieme in poche ore a Campi Bisenzio. Sembra tutto apparentemente casuale. In verità, è segno del fatto che ci preparavamo da tempo a questo tempo che ci viene incontro.\r\nChe abbiamo fatto delle scelte. I rapporti di forza sono schiaccianti, il contesto può sovrastarci, ma hai sempre un margine di scelta. Non puoi scegliere quando piove, ma puoi scegliere che persona sarai sotto la pioggia. Scegliamo insieme di non cadere.\r\n\r\n#insorgiamo [6]\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/F_m_21_11_Dario-exGKN-su-lancio-evento-31-dicembre-e-continuazione-lotta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[258],{"field":96,"matched_tokens":259,"snippet":255,"value":256},[254],1155199603042156500,{"best_field_score":262,"best_field_weight":141,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":263,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":14},"1112352751616","1155199603042156657",6637,{"collection_name":247,"first_q":67,"per_page":223,"q":67},["Reactive",267],{},["Set"],["ShallowReactive",270],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fhvyoZ5CdhPnQtRCppvUC2OCuWYu-MyjXGzDWK4raZVU":-1},true,"/search?query=fondi+immobiliari"]