","Calenzano. Una bomba ad orologeria","post",1733841039,[62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/calenzano/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/esplosione-di-calenzano/","http://radioblackout.org/tag/fossile/","http://radioblackout.org/tag/inquinamento/","http://radioblackout.org/tag/salute/",[69,15,70,27,71,72],"calenzano","esplosione di calenzano","inquinamento","salute",{"tags":74},[75,77,79,81,84,86],{"matched_tokens":76,"snippet":69},[],{"matched_tokens":78,"snippet":15},[],{"matched_tokens":80,"snippet":70},[],{"matched_tokens":82,"snippet":83},[27],"\u003Cmark>fossile\u003C/mark>",{"matched_tokens":85,"snippet":71},[],{"matched_tokens":87,"snippet":72},[],[89],{"field":36,"indices":90,"matched_tokens":92,"snippets":94},[91],3,[93],[27],[83],578730123365712000,{"best_field_score":97,"best_field_weight":98,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":48,"score":100,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,1,"578730123365711977",{"document":102,"highlight":121,"highlights":133,"text_match":95,"text_match_info":139},{"cat_link":103,"category":104,"comment_count":48,"id":105,"is_sticky":48,"permalink":106,"post_author":51,"post_content":107,"post_date":108,"post_excerpt":54,"post_id":105,"post_modified":109,"post_thumbnail":110,"post_thumbnail_html":111,"post_title":112,"post_type":59,"sort_by_date":113,"tag_links":114,"tags":118},[45],[47],"92442","http://radioblackout.org/2024/10/eni-descalzi-allattacco-delle-rinnovabili/","Descalzi, l’AD di ENI, durante la convention sull’economia di Forza Italia, è nuovamente partito all’attacco delle rinnovabili, che danneggerebbero l’economia italiana.\r\nLa strategia dell’ENI è chiara, mantenere la vocazione estrattivista dell’ottava impresa mondiale nel campo degli idrocarburi e, al tempo stesso, effettuare vaste campagne di greenwashing. Tra le operazioni di ENI più significative è l’impegno del gruppo nel “sostegno” della cultura.\r\nNe parliamo con Andrea Turco, giornalista ambientale, che al tema della “cultura a sei zampe” ha dedicato un dossier uscito in settembre su A Sud. Collabora anche con Economia Circolare e Valigia Blu\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/2024-10-08-turco-eni.mp3\"][/audio]","8 Ottobre 2024","2024-10-08 14:15:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/eni-cutura-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"239\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/eni-cutura-300x239.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/eni-cutura-300x239.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/eni-cutura-1024x815.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/eni-cutura-768x611.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/eni-cutura.jpg 1044w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Eni. Descalzi all’attacco delle rinnovabili",1728396909,[115,63,65,116,117],"http://radioblackout.org/tag/descalzi/","http://radioblackout.org/tag/ministero-ombra-dellenergia/","http://radioblackout.org/tag/rinnovabili/",[31,15,27,119,120],"ministero ombra dell'energia","rinnovabili",{"tags":122},[123,125,127,129,131],{"matched_tokens":124,"snippet":31},[],{"matched_tokens":126,"snippet":15},[],{"matched_tokens":128,"snippet":83},[27],{"matched_tokens":130,"snippet":119},[],{"matched_tokens":132,"snippet":120},[],[134],{"field":36,"indices":135,"matched_tokens":136,"snippets":138},[20],[137],[27],[83],{"best_field_score":97,"best_field_weight":98,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":48,"score":100,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":48},{"document":141,"highlight":160,"highlights":173,"text_match":182,"text_match_info":183},{"cat_link":142,"category":143,"comment_count":48,"id":144,"is_sticky":48,"permalink":145,"post_author":51,"post_content":146,"post_date":147,"post_excerpt":148,"post_id":144,"post_modified":149,"post_thumbnail":150,"post_thumbnail_html":151,"post_title":152,"post_type":59,"sort_by_date":153,"tag_links":154,"tags":158},[45],[47],"93555","http://radioblackout.org/2024/11/le-lobbies-del-fossile-alla-cop29-fanno-affari/","ReCommon ha avuto accesso a documenti confidenziali da cui si rileva che in totale i “lobbisti fossili” presenti al vertice in corso in Azerbaigian sono almeno 1773. Come già accaduto per la COP28 dello scorso anno a Dubai, a Baku è stato concesso l’accesso a un numero significativamente maggiore di lobbisti delle fonti fossili rispetto a quasi tutte le delegazioni nazionali. Nel dettaglio, quelli italiani fanno capo a Eni, la più importante multinazionale del nostro Paese, Italgas, Edison e Confindustria. Risulta aggregato alla delegazione italiana anche il direttore generale dell’azienda dell’oil&gas azero Socar, Azer Mammadov, a dimostrazione del forte legame con il Paese della regione del Caspio, da cui l’Italia importa la percentuale più alta di petrolio e gas combinati. Si presentano dietro al paravento di fondazioni con apparente scopo di protezione dell'ambiente ma in realtà perseguono l'obiettivo di rafforzare l'egemonia dei combustibili fossili con il pieno sostegno reciproco di governi autocratici come quello dell'Azerbaigian.\r\n\r\nNe parliamo con Elena Gerebizza di ReCommon .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/INFO-18112024-RECOMMON.mp3\"][/audio]","18 Novembre 2024","Le lobbies del fossile alla COP 29.","2024-11-18 13:27:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/LOBBIES-FOSSILE-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"292\" height=\"173\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/LOBBIES-FOSSILE.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","LE LOBBIES DEL FOSSILE ALLA COP29 FANNO AFFARI.",1731936428,[155,156,157],"http://radioblackout.org/tag/cop29/","http://radioblackout.org/tag/energia-fossile/","http://radioblackout.org/tag/lobbies/",[25,18,159],"lobbies",{"post_title":161,"tags":165},{"matched_tokens":162,"snippet":164,"value":164},[163],"FOSSILE","LE LOBBIES DEL \u003Cmark>FOSSILE\u003C/mark> ALLA COP29 FANNO AFFARI.",[166,168,171],{"matched_tokens":167,"snippet":25},[],{"matched_tokens":169,"snippet":170},[27],"energia 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28 con un bilancio in chiaroscuro ,se è vero che per la prima volta si menzionano le fonti fossili come responsabili dell'innalzamento della temperatura globale al contempo non si è trovato il coraggio di determinare la fase di uscita ,ma si è usato il termine \"transition way\",una formula di compromesso che non definisce nè i tempi nè gli strumenti per una fuoriscita dalle fonti fossili ,che oltretutto sono tuttora copiosamente finanziate dal sistema bancario .\r\n\r\nSi è approvato il primo \" Global Stocktake\" ,un documento che ogni cinque anni fa il punto su cio' che si è fatto per rispettare gli obiettivi dell'accordo di Parigi, di cui il più ambizioso e ancora lontano dal raggiungimento è la limitazione della crescita della temperatura media globale a 1,5 gradi centigradi ,mentre gli scenari prevedono che si arriverà al di sopra dei 2,5 gradi.\r\n\r\nAltra ambiguità della Cop 28 (oltre alla contraddizione evidente di svolgere la conferenza in un paese che ha nello sfruttamento del petrolio la sua ragion d'essere ,come dimostrato anche dalle infelici uscite del presidente della conferenza nonchè capo della compagnia petrolifera degli EAU ) risiede nell'indicazione della scelta nucleare come fonte energetica alternativa con l'obiettivo di triplicarne il ricorso entro il 2050.\r\n\r\nSi è istituito un fondo di compensazione definito \"Loss and damage \" per risarcire i paese colpiti dai disastri climatici ,ma al contempo non è stata fatta chiarezza sui finanziamenti necessari all'adattamento alla transizione energetica per i paesi dell'Africa ,Asia e America Latina ,non ci sono reali impegni finanziari e i costi della transizione rimangono sulle spalle di paesi già indebitati e fragili.\r\n\r\n \r\n\r\nNe parliamo con Marco de Ponte segretario generale di ActionAid in Italia\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/INFO-18122023-COP28.mp3\"][/audio]","18 Dicembre 2023","Si chiude la Cop 28 a Dubai con un compromesso ambiguo.","2023-12-18 18:38:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/COP-28-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/COP-28-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/COP-28-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/COP-28-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/COP-28-768x768.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/COP-28-690x690.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/COP-28-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/COP-28.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","COP 28 A DUBAI : LA FUORISCITA DAL FOSSILE PUO' ASPETTARE .",1702924607,[202,203,204,205],"http://radioblackout.org/tag/combustibili-fossili/","http://radioblackout.org/tag/cop28/","http://radioblackout.org/tag/dubai/","http://radioblackout.org/tag/transizione-verde/",[207,208,209,210],"combustibili fossili","cop28","dubai","transizione verde",{"post_title":212},{"matched_tokens":213,"snippet":214,"value":214},[163],"COP 28 A DUBAI : LA FUORISCITA DAL \u003Cmark>FOSSILE\u003C/mark> PUO' ASPETTARE 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sunniti sauditi ha già stralciato gli accordi con lo sciismo iraniano e va proseguendo nella direzione di dividere il mondo tra stati che assecondano gli interessi della sua parte di produttori e gli altri da ridurre alla ragione attraverso dazi e altre forme di convincimento forzato.\r\n\r\nGli accordi di Obama con il mondo persiano, avevano costretto i sauditi a una strategia di ribasso del prezzo del petrolio per impedire che l'Iran potesse superare crisi di liquidità e avesse guadagni tali da aiutare gli avversari di sauditi e israeliani nell'area mediorientale, in primis gli Houti yemeniti. Ora che scatteranno sanzioni americane di nuovo contro il regime degli ayatollah, il prezzo può di nuovo salire e infatti ha raggiunto e superato la soglia degli 80 dollari al barile, scatenando nuovamente un riequilibrio a livello globale.\r\n\r\nQuesto avviene anche per un altro stato soggetto a sanzioni, il Venezuela, che dal crollo del prezzo del petrolio si è trovato a dover affrontare la crisi più grave dall'avvento del bolivarismo; senza poter nemmeno riuscire a far fronte alla domanda di petrolio che gli arriva dai suoi maggiori clienti, Cina e India, i quali avrebbero tutto da guadagnare da minori speculazioni sull'oro nero, che è usato in chiave geopolitica, aprendo e chiudendo i rubinetti e decretando le montagne russe del prezzo, ma anche suggerendo nuove alleanze e strategie alle grosse potenze: Pechino e Delhi probabilmente non seguiranno gli Usa nella loro sconsiderata campagna di sanzioni all'Iran, voluta da Riyad.\r\n\r\nIn questi giorni a San Pietroburgo fervono gli incontri che vedono protagonista anche la Russia putiniana che sta operando accordi con i sauditi stessi, intanto i dati percentuali stanno sancendo il sorpasso dello shale oil della regione texana in quanto a produzione mondiale, così che gli Usa sono diventati esportatori per 10 milioni di barili al giorno. Eppure il sistema è fragile e abbisogna ancora di supporto: gli Stati Uniti, nonostante il boom petrolifero, non sono al riparo dagli scossoni del mercato e non possono fare a meno degli alleati, mentre i dazi stessi sull'acciaio non aiutano la costruzione di pipeline indispensabili all'espansione.\r\n\r\nLe incognite, le conseguenze e le variabili geopolitiche in gioco sono tante, perciò abbiamo chiesto a Marco Dell'Aguzzo di aiutarci a orientarci in questo intreccio di interessi contrastanti tra loro a livello globale, dopo cha abbiamo letto il suo bell'articolo al riguardo:\r\n\r\n \r\n\r\nVenezuelaeCrisiPetrolifera","25 Maggio 2018","2018-05-28 13:46:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/in-alto-i-barili-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/in-alto-i-barili-300x150.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/in-alto-i-barili-300x150.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/in-alto-i-barili.jpeg 318w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Strategie petrolifere in un mondo ancora troppo fossile",1527269051,[234,235,236,237,238,239,240,241,242,243],"http://radioblackout.org/tag/arabia-saudita/","http://radioblackout.org/tag/economia/","http://radioblackout.org/tag/energia/","http://radioblackout.org/tag/iran/","http://radioblackout.org/tag/opec/","http://radioblackout.org/tag/petrodollari/","http://radioblackout.org/tag/petrolio/","http://radioblackout.org/tag/shale/","http://radioblackout.org/tag/texas/","http://radioblackout.org/tag/venezuela/",[245,246,247,248,21,249,29,23,250,251],"arabia saudita","economia","energia","Iran","petrodollari","Texas","Venezuela",{"post_title":253},{"matched_tokens":254,"snippet":255,"value":255},[27],"Strategie petrolifere in un mondo ancora troppo \u003Cmark>fossile\u003C/mark>",[257],{"field":175,"matched_tokens":258,"snippet":255,"value":255},[27],{"best_field_score":184,"best_field_weight":185,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":48,"score":219,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":48},{"document":261,"highlight":279,"highlights":293,"text_match":182,"text_match_info":302},{"cat_link":262,"category":263,"comment_count":48,"id":264,"is_sticky":48,"permalink":265,"post_author":51,"post_content":266,"post_date":267,"post_excerpt":54,"post_id":264,"post_modified":268,"post_thumbnail":269,"post_thumbnail_html":270,"post_title":271,"post_type":59,"sort_by_date":272,"tag_links":273,"tags":276},[45],[47],"93489","http://radioblackout.org/2024/11/il-tap-perde-metano-e-snam-nega-le-responsabilita/","IrpiMedia, periodico indipendente che svolge giornalismo d'inchiesta, con un'inchiesta sulla TAP/SNAM rivela che nel 2021 i terminali del gasdotto che porta gas dall'Azerbaijan all'Italia a Melendugno, in Puglia, rilascia metano in modo continuo a causa di sfiati che sarebbero previsti esserci soltanto in caso di emergenza.\r\n\r\nIl Tap è uno dei corridoi più importanti nel Mediterraneo, tra i più grandi progetti dell'industria dei combustibili fossili e concorre, insieme ad altri progetti, alla favoletta dell'Italia come hub del gas. Questa ambizione è supportata dalla narrazione propagandistica avanzata dal governo Meloni che, in questi giorni a Baku proprio in occasione della COP29, ha dichiarato che non esiste alcuna alternativa al fossile e che occorre utilizzare qualsiasi tecnologia per garantire la sopravvivenza del sistema produttivo, oltre ad aver agitato la vecchia formula del nucleare.\r\n\r\nGrazie al controllo e al monitoraggio dal basso a partire dalle associazioni e resistenze locali è stato possibile verificare questo disfunzionamento del gasdotto, all'oggi ancora si attende una risposta da parte delle società che gestiscono il corridoio.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Vittoria Torsello che, insieme a Teresa De Mauro, ha scritto l'inchiesta \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Irpi-media-TAP-2024_11_14_2024.11.14-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","14 Novembre 2024","2024-11-14 15:46:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-1-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"205\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-1-300x205.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-1-300x205.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-1-1024x699.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-1-768x524.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/proxy-image-1.jpeg 1400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il TAP perde metano e Snam nega le responsabilità",1731599218,[155,156,274,275],"http://radioblackout.org/tag/gasdotto/","http://radioblackout.org/tag/tap/",[25,18,277,278],"gasdotto","tap",{"post_content":280,"tags":284},{"matched_tokens":281,"snippet":282,"value":283},[27],"non esiste alcuna alternativa al \u003Cmark>fossile\u003C/mark> e che occorre utilizzare qualsiasi","IrpiMedia, periodico indipendente che svolge giornalismo d'inchiesta, con un'inchiesta sulla TAP/SNAM rivela che nel 2021 i terminali del gasdotto che porta gas dall'Azerbaijan all'Italia a Melendugno, in Puglia, rilascia metano in modo continuo a causa di sfiati che sarebbero previsti esserci soltanto in caso di emergenza.\r\n\r\nIl Tap è uno dei corridoi più importanti nel Mediterraneo, tra i più grandi progetti dell'industria dei combustibili fossili e concorre, insieme ad altri progetti, alla favoletta dell'Italia come hub del gas. 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Una Cop, quella di quest'anno, se possibile ancora più ipocrita delle edizioni precedenti, caratterizzata da un compromesso tra paesi dell'Opec e Unione Europea mentre mantengono un low profile i due giganti delle emissioni globali: Cina e Stati Uniti. 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La mobilitazione degli studenti serbi è stata innescata dal crollo di una tettoia alla stazione di Novi Sad lo scorso 1 novembre , costruita da una ditta cinese che la corruzione ha dotato di materiali scadenti: 15 persone sono morte in quel crollo. La protesta si è estesa a macchia d'olio a tutti gli istituti universitari e si è ben presto trasformata in una critica radicale al potere di Vučić, senza farsi condizionare dalle opposizioni e estendendosi anche ad altri soggetti sociali oltre gli studenti . I manifestanti chiedono conto dei 65 milioni spesi per la presunta ristrutturazione della stazione di Novi Sad ,puntano il dito sulla corruzione dilagante e ,come spesso è accaduto nella storia recente della Serbia, dimostrano la loro insofferenza al nazionalismo di Vucic ,degno erede di Seselj (fondatore e presidente del Partito Radicale Serbo, condannato nel 2018 per crimini contro l’umanità) ma abile trasformista che riesce a blandire l'Unione Europea ,flirtare con Mosca mentre invia armi agli ucraini e fare lucrosi affari con la Cina.\r\n\r\nLe proteste nascono dal basso senza leader ,nelle assemblee plenarie gli studenti affrontano i temi della mobilitazione ,discutono dei media ,la sicurezza, la repressione esercitando un metodo di democrazia diretta che mette in discussione l'architettura del regime di Vucic .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-DI-ORIONE-09012025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Diego Battistessa parliamo di Panama dopo le uscite di Trump che ha reclamato diritti sul canale in funzione anticinese perseguendo una nuova versione della dottrina Monroe che prevede l'America agli americani (quelli del nord). Panama si staccò nel 1903 dalla Gran Colombia su istigazione nordamericana che finanziò le classi dirigenti corrotte per favorire gli interessi statunitensi, il canale torno' con l'accordo Carter-Torrijos sotto la sovranità del Panama ma non avendo lo stato centroamericano un esercito ,le clausole dell'accordo prevedono che la protezione militare sia demandata all'esercito americano. Facendo leva sulla presenza cinese nel canale Trump sfrutta questa clausola per minacciare l'uso della forza ,circostanza non nuova l'ultima nel 1989 con l'invasione voluta da Bush senior contro l'ex agente della C.I.A. Noriega e il massacro di circa 4000 civili nel criminale bombardamento del popoloso quartiere di El Chorrillo . Svanita al momento l'opzione alternativa di un canale che passasse per il Nicaragua , il choke point panamense è in sofferenza a causa della cronica mancanza d'acqua e del sovraffollamento delle navi che ingolfano il canale ,il governo del presidente Molino cerca di tenere testa alle intemperanze trumpiane ma ha una grave crisi di consensi e si trova a gestire una situazione sociale esplosiva .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-09012025-BASTIONI-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Pierluigi Fagan che pubblica articoli su varie riviste on line e partecipa ad incontri e dibattiti pubblici sulle questioni geopolitiche e del tema della complessità, proviamo a decrittare le ultime uscite di Trump svincolandole dall'immagine della volubilità caratteriale del soggetto ma riportandole ad una cogente visione realista in linea con il pensiero delle nuove élite dominanti a Washington. Trump è il front-man delle oligarchie dei grandi produttori di energia fossile ,del complesso militare industriale ,dei magnati della Silicon Valley ,le tecno élite e la cosidetta Paypal mafia che va da Peter Thiel ad Elon Musk. Le sue dichiarazioni sulla Groenlandia ,Canada,Panama e Messico squadernano una nuova dottrina Monroe 2.0 che prevede il controllo degli U.S.A. sul continente americano contro potenziali ingerenze straniere. Questa elaborazione discende dalla constatazione della struttura multipolare che si sta affermando nel mondo ,in cui ciascun soggetto si costruisce e rafforza il proprio polo distanziandosi così dal globalismo atlantista ed ideologico dei neocon . Trump cercherà di riequilibrare la bilancia commerciale americana trattando con i singoli stati ed utilizzando la minaccia dei dazi così da costringere gli europei ad aumentare il budget per la difesa alimentando l'industria bellica statunitense dei cui interessi è portatore. Probabilmente proverà ad utilizzare l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) una legge federale promulgata nel 1977 che conferisce al Presidente il potere di identificare qualunque minaccia abbia origine al di fuori degli Stati Uniti ,se sussiste uno stato di emergenza economica puo' assumere dei poteri che consentono di aggirare il Congresso . Sul piano interno il controllo sociale sarà demandato al nefasto Project 2025 allo scopo di mantenere l'innaturale asimmetria costituita dal privilegio americano di controllare il 26% del Pil mondiale rappresentando solo il 4,5% della popolazione mondiale .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-09012025-FAGAN.mp3\"][/audio]","15 Gennaio 2025","2025-01-15 15:39:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 09/01/2025-SERBIA GLI STUDENTI FANNO TREMARE VUCIC -PANAMA ,IL CANALE TORNA NEL MIRINO YANKEE- IL FRONTMAN ARANCIONE DELLE TECNO ELITE E LA DOTTRINA MONROE 2.0",1736955546,[423],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[331],{"post_content":426},{"matched_tokens":427,"snippet":428,"value":429},[27],"dei grandi produttori di energia \u003Cmark>fossile\u003C/mark> ,del complesso militare industriale ,dei","In questa prima puntata del 2025 Bastioni di Orione si occupa delle manifestazioni studentesche in Serbia con Tatiana Djordjevic corrispondente dall'Italia per vari media serbi . La mobilitazione degli studenti serbi è stata innescata dal crollo di una tettoia alla stazione di Novi Sad lo scorso 1 novembre , costruita da una ditta cinese che la corruzione ha dotato di materiali scadenti: 15 persone sono morte in quel crollo. La protesta si è estesa a macchia d'olio a tutti gli istituti universitari e si è ben presto trasformata in una critica radicale al potere di Vučić, senza farsi condizionare dalle opposizioni e estendendosi anche ad altri soggetti sociali oltre gli studenti . I manifestanti chiedono conto dei 65 milioni spesi per la presunta ristrutturazione della stazione di Novi Sad ,puntano il dito sulla corruzione dilagante e ,come spesso è accaduto nella storia recente della Serbia, dimostrano la loro insofferenza al nazionalismo di Vucic ,degno erede di Seselj (fondatore e presidente del Partito Radicale Serbo, condannato nel 2018 per crimini contro l’umanità) ma abile trasformista che riesce a blandire l'Unione Europea ,flirtare con Mosca mentre invia armi agli ucraini e fare lucrosi affari con la Cina.\r\n\r\nLe proteste nascono dal basso senza leader ,nelle assemblee plenarie gli studenti affrontano i temi della mobilitazione ,discutono dei media ,la sicurezza, la repressione esercitando un metodo di democrazia diretta che mette in discussione l'architettura del regime di Vucic .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-DI-ORIONE-09012025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Diego Battistessa parliamo di Panama dopo le uscite di Trump che ha reclamato diritti sul canale in funzione anticinese perseguendo una nuova versione della dottrina Monroe che prevede l'America agli americani (quelli del nord). Panama si staccò nel 1903 dalla Gran Colombia su istigazione nordamericana che finanziò le classi dirigenti corrotte per favorire gli interessi statunitensi, il canale torno' con l'accordo Carter-Torrijos sotto la sovranità del Panama ma non avendo lo stato centroamericano un esercito ,le clausole dell'accordo prevedono che la protezione militare sia demandata all'esercito americano. Facendo leva sulla presenza cinese nel canale Trump sfrutta questa clausola per minacciare l'uso della forza ,circostanza non nuova l'ultima nel 1989 con l'invasione voluta da Bush senior contro l'ex agente della C.I.A. Noriega e il massacro di circa 4000 civili nel criminale bombardamento del popoloso quartiere di El Chorrillo . Svanita al momento l'opzione alternativa di un canale che passasse per il Nicaragua , il choke point panamense è in sofferenza a causa della cronica mancanza d'acqua e del sovraffollamento delle navi che ingolfano il canale ,il governo del presidente Molino cerca di tenere testa alle intemperanze trumpiane ma ha una grave crisi di consensi e si trova a gestire una situazione sociale esplosiva .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-09012025-BASTIONI-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Pierluigi Fagan che pubblica articoli su varie riviste on line e partecipa ad incontri e dibattiti pubblici sulle questioni geopolitiche e del tema della complessità, proviamo a decrittare le ultime uscite di Trump svincolandole dall'immagine della volubilità caratteriale del soggetto ma riportandole ad una cogente visione realista in linea con il pensiero delle nuove élite dominanti a Washington. Trump è il front-man delle oligarchie dei grandi produttori di energia \u003Cmark>fossile\u003C/mark> ,del complesso militare industriale ,dei magnati della Silicon Valley ,le tecno élite e la cosidetta Paypal mafia che va da Peter Thiel ad Elon Musk. Le sue dichiarazioni sulla Groenlandia ,Canada,Panama e Messico squadernano una nuova dottrina Monroe 2.0 che prevede il controllo degli U.S.A. sul continente americano contro potenziali ingerenze straniere. Questa elaborazione discende dalla constatazione della struttura multipolare che si sta affermando nel mondo ,in cui ciascun soggetto si costruisce e rafforza il proprio polo distanziandosi così dal globalismo atlantista ed ideologico dei neocon . Trump cercherà di riequilibrare la bilancia commerciale americana trattando con i singoli stati ed utilizzando la minaccia dei dazi così da costringere gli europei ad aumentare il budget per la difesa alimentando l'industria bellica statunitense dei cui interessi è portatore. Probabilmente proverà ad utilizzare l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) una legge federale promulgata nel 1977 che conferisce al Presidente il potere di identificare qualunque minaccia abbia origine al di fuori degli Stati Uniti ,se sussiste uno stato di emergenza economica puo' assumere dei poteri che consentono di aggirare il Congresso . Sul piano interno il controllo sociale sarà demandato al nefasto Project 2025 allo scopo di mantenere l'innaturale asimmetria costituita dal privilegio americano di controllare il 26% del Pil mondiale rappresentando solo il 4,5% della popolazione mondiale .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-09012025-FAGAN.mp3\"][/audio]",[431],{"field":295,"matched_tokens":432,"snippet":428,"value":429},[27],{"best_field_score":184,"best_field_weight":303,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":48,"score":434,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":48},"578730123365187697",{"document":436,"highlight":448,"highlights":453,"text_match":182,"text_match_info":456},{"comment_count":48,"id":437,"is_sticky":48,"permalink":438,"podcastfilter":439,"post_author":51,"post_content":440,"post_date":441,"post_excerpt":54,"post_id":437,"post_modified":442,"post_thumbnail":443,"post_title":444,"post_type":360,"sort_by_date":445,"tag_links":446,"tags":447},"85653","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-s-2-11-controffensiva-nucleare/",[319],"Si è aperta il 30 novembre la COP 28 a Dubai. Il padrone di casa, Sulktan Al Jaber, ha subito fatto intuire l’aria che tira con un sorprendente fuori onda in odore di negazionismo climatico, sostenendo che nessuna scienza ci dice che la rinuncia al carbon-fossile impedirà l’aumento della temperatura globale di 1,5 gradi centigradi, traguardo che forse abbiamo già mancato e si parla già del prossimo target: evitare l’aumento di 2 gradi centigradi.\r\n\r\nLa conferenza si chiuderà il 12 dicembre e fino ad allora non sapremo quali trattative andranno in porto e con che forza. Per il momento le dichiarazioni ci lasciano scorgere scenari abbastanza foschi. Venti paesi hanno firmato una dichiarazione con cui si chiede di triplicare il ricorso all'energia nucleare entro il 2050 e di riconoscere ufficialmente il ruolo dell'atomo nel raggiungere le zero emissioni nette, in testa Usa, Gran Bretagna e Francia. Si insite molto sulla cosiddetta “povertà energetica”, ovvero quel decimo del mondo che ancora non ha accesso alla corrente elettrica, che sono poi quasi sempre Paesi sub-sahariani.\r\n\r\nSi è parlato molto della creazione del fondo per risarcire i Paesi che già vivono gli effetti disastrosi del cambiamento climatico come alcune isole del Pacifico o alcune zone africane che già vedono processi di desertificazione. Peccato che questi disastri si misurino nell’ordine dei miliardi di dollari e finora il fondo abbia raccolto qualche centinaio di milioni, grazie all’impegno di Italia, Francia e Germania ma con gli Usa che mettono appena qualche milione di dollari.\r\n\r\nInfine sembrano confermati gli impegni, ma senza vincoli, a triplicare entro il 2030 il ricorso alle energie rinnovabili che nel frattempo diventano sempre più economiche. Ha diffuso un certo allarme uno studio della Banca Mondiale che stima in 25 milioni le vite perse entro il 2050 a causa dei cambiamenti climatici, disastri ma soprattutto nuove e vecchie malattie.\r\n\r\nNe abbiamo discusso con Andrea Capocci, collaboratore de “Il Manifesto” e della rivista “Le Scienze”.\r\n\r\nPer parlare del rilancio del nucleare, che come una fenice risorge costantemente, abbiamo sentito Gian Piero Godio di Legambiente Piemonte, con il quale affrontiamo la questione delle nuove centrali nucleari a fissione, più piccole e diffuse, e del miraggio del nucleare \"pulito\" da fusione.\r\n\r\n***\r\n\r\nChiudiamo la puntata commentando la lunga inchiesta uscita in due parti sulle pagine del Washington Post del 4 e 5 dicembre.\r\n\r\nLa prima cosa che capiamo è che l’Ucraina era molto esitante di fronte all’ipotesi della controffensiva perché sapeva dei dover sopportare perdite enormi, mentre erano gli Usa a spronare all’attacco, sostenendo che bisognasse partire presto per evitare che le linee russe si fortificassero troppo e troppo in profondità. Quindi con qualche ritardo e malumore alla fine si è partiti. Si è partiti come desideravano gli Usa ma con la tattica decisa dagli Ucraini perché gli Usa volevano un attacco massiccio ma concentrato in un solo punto del fronte, l’area di Melitopol, per raggiungere il mare di Azov mentre gli Ucraini optavano per insistere su tre fronti alla ricerca di un punto debole nei 600 miglia di frontiera.\r\n\r\nEsisteva davvero un ipotesi vincente?\r\n\r\nForse, quello che WP non dice è che le insistenze Usa non erano tanto rivolte al successo reale della controffensiva quanto ad agire presto, per lanciare uno spot sulla vitalità della resistenza ucraina, mostrare che era ancora viva e aveva delle ambizioni, soprattutto perché non arrivasse presto una guerra di logoramento che avrebbe favorito i Russi e fatto scemare l’attenzione e il sostegno occidentali, costruiti con fatica, che avevano negli Usa e in GB il centro propulsore mentre il resto del mondo già graduava da una larga perplessità europea, che seguiva il padrone Usa obtorto collo, a una vera e propria contrarietà di quasi tutto il resto del mondo.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/La_fine_7_dic_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nhttps://www.cop28.com\r\n\r\nCop28, a Dubai i lobbisti del fossile sono quadruplicati\r\n\r\nGli affari nucleari di Bill Gates hanno fatto irruzione alla COP28 sul clima\r\n\r\nNuclear Now - lo spot nuclearista di Oliver Stone\r\n\r\n**\r\n\r\nWashington Post Miscalculations, divisions marked offensive planning by U.S., Ukraine\r\n\r\nA Dubai russi e ucraini gomito a gomito in nome degli affari\r\n\r\nhttps://www.theuardian.com/environment/video/2023/dec/04/cop28-president-al-jaber-no-science-fossil-fuels-remarks-misrepresented-video","8 Dicembre 2023","2023-12-08 13:57:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/1702026360544-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #11 - CONTROFFENSIVA NUCLEARE",1702043297,[],[],{"post_content":449},{"matched_tokens":450,"snippet":451,"value":452},[27],"a Dubai i lobbisti del \u003Cmark>fossile\u003C/mark> sono quadruplicati\r\n\r\nGli affari nucleari","Si è aperta il 30 novembre la COP 28 a Dubai. Il padrone di casa, Sulktan Al Jaber, ha subito fatto intuire l’aria che tira con un sorprendente fuori onda in odore di negazionismo climatico, sostenendo che nessuna scienza ci dice che la rinuncia al carbon-fossile impedirà l’aumento della temperatura globale di 1,5 gradi centigradi, traguardo che forse abbiamo già mancato e si parla già del prossimo target: evitare l’aumento di 2 gradi centigradi.\r\n\r\nLa conferenza si chiuderà il 12 dicembre e fino ad allora non sapremo quali trattative andranno in porto e con che forza. Per il momento le dichiarazioni ci lasciano scorgere scenari abbastanza foschi. Venti paesi hanno firmato una dichiarazione con cui si chiede di triplicare il ricorso all'energia nucleare entro il 2050 e di riconoscere ufficialmente il ruolo dell'atomo nel raggiungere le zero emissioni nette, in testa Usa, Gran Bretagna e Francia. 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Che interessi geopolitici e commerciali ci sono dietro? Che rischi ambientali, sanitari e di sicurezza per le comunità che ospitano un rigassificatore? Quanto ancora può restare a galla il capitalismo fossile? \r\n\r\nIl 6 Dicembre su ricongiuzioni abbiamo parlato di mercati dell'energia, geopolitica e transizione energetica con Gianluca Ruggieri e Marco Della Guzzo. Qui di seguito il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/cong.6Dicembre22.mp3\"][/audio]\r\n\r\ndownload: cong.6Dicembre22\r\n\r\n \r\n\r\nSu liberation-front abbiamo continuato l'indagine sui rigassificatori dando voce ai comitati locali da Portoscuso in Sardegna e da Piombino, con particolare attenzione ai rischi di sicurezza, sanitari e ambientali. Qui il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/liberation7Dicembre22.mp3\"][/audio]\r\n\r\ndownload: liberation7Dicembre22","8 Dicembre 2022","2022-12-08 21:34:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/1000003563_e1fa6a23f39e796c15c077c12765077b-3_12_2022-14_19_09-200x110.jpg","CAPITALISMO GALLEGGIANTE del 6/12/2022",1670534991,[236,470,471,472,473,474,475,476],"http://radioblackout.org/tag/gas/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/liberation-front/","http://radioblackout.org/tag/piombino/","http://radioblackout.org/tag/portoscuso/","http://radioblackout.org/tag/ricongiunzioni/","http://radioblackout.org/tag/rigassificatori/",[247,478,479,480,337,341,462,345],"gas","guerra","liberation front",{"post_content":482},{"matched_tokens":483,"snippet":484,"value":485},[27],"restare a galla il capitalismo \u003Cmark>fossile\u003C/mark>? \r\n\r\nIl 6 Dicembre su ricongiuzioni","Sicurezza energetica e indipendenza dalla Russia, ci dicono, sono le ragioni imprescindibili per adottare soluzioni inquinanti e costose: i rigassificatori per l'import di gas liquefatto. 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.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-27102022-PALESTINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine conversazione con Gabriele Battaglia ,giornalista free lance che vive da anni in Cina e saggista ,sugli esiti del congresso del Partito comunista cinese ,il terzo mandato di Xi Jing Ping , gli scenari economici e lo sviluppo cinese ricco di contraddizioni,la questione di Taiwan,il confronto con gli U.S.A. sul piano militare e tecnologico, la composizione dei vertici del partito ,lo scontro tra X i e la vecchia guardia di Hu Jintao ,la crescita della classe media e il mercato interno , il progetto della \"belt and road initiative\".\r\n\r\nI brani inseriti nel podcast provengono dalla scena punk cinese e sono rispettivamente dei SMZB ,gli Anarchy Boys e Brain flavoure\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-27102022-CINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[509],{"field":295,"matched_tokens":510,"snippet":506,"value":507},[27],{"best_field_score":184,"best_field_weight":303,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":48,"score":434,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":48},{"document":513,"highlight":525,"highlights":530,"text_match":182,"text_match_info":533},{"comment_count":48,"id":514,"is_sticky":48,"permalink":515,"podcastfilter":516,"post_author":321,"post_content":517,"post_date":518,"post_excerpt":54,"post_id":514,"post_modified":519,"post_thumbnail":520,"post_title":521,"post_type":360,"sort_by_date":522,"tag_links":523,"tags":524},"74925","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-primo-aprile-guerra-energia-capitalismo-nazisti-buoni-e-nazisti-cattivi-come-e-cambiato-il-paradigma-bellico-in-italia/",[321],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-01-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nGuerra, energia, capitalismo. La vicenda russo-ucraina fa emergere due nodi fondamentali, uno geopolitico e l’altro economico, nei quali l’energia gioca un ruolo decisivo. Il conflitto ripropone all’Europa un tema centrale, quello di trovare nello scacchiere internazionale un proprio autonomo spazio di là delle tradizionali alleanze politiche e militari atlantiche. L’Europa, ancora una volta, non ha una posizione unitaria, si presenta in ordine sparso nella gestione diplomatica e militare del conflitto. Se la UE non è compatta nell’affrontare la crisi non è solo la risultanza di una incompiuta unità politica ma è legata a doppio filo alla questione energetica. La dipendenza dalle fonti fossili russe (solo per il gas la UE importa il 45% del suo fabbisogno dalla Russia, 25% la quota del petrolio), non è equamente divisa fra i 27 stati membri. Italia e soprattutto Germania ne dipendono in modo decisivo: l’Italia importa dalla Russia il 40% del gas, la Germania ne dipende per il 50%, mentre altri, ad esempio la Francia, non hanno significativi legami energetici con Mosca. Uno degli obiettivi strategici di Putin è quello di dividere l’Europa e l’arma energetica è quella più efficace.\r\nLa storia del Nord Stream2 – il più importante progetto di collegamento energetico tra Russia e Germania (temporaneamente sospeso nello scorso mese dal cancelliere Scholz) – ci offre un significativo quadro di come gli interessi del capitalismo europeo, e in particolare tedesco, non abbiano una posizione unitaria nei confronti di Mosca. Il gasdotto, sebbene di proprietà della società russa Gazprom (uno dei leader mondiali del settore fossile,) è stato finanziato da cinque società europee (Uniper, Wintershall Dea, Shell, Omv ed Engie) e rappresenta, sotto il profilo geopolitico, un saldo legame con Putin. In Germania è da tempo attiva una lobby del gas capitanata dall’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder che al giugno 2020 sedeva nei board della compagine petrolifera russa Rosneft e di Nord Stream AG, società che aveva costruito la prima pipeline Nord Stream1.\r\nQuelli sopra sono alcuni stralci di un articolo di Daniele Ratti, uscito sull’ultimo numero di Umanità Nova.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele per approfondire una questione cruciale nello scontro interimperialista in atto.\r\n\r\nNazisti buoni e nazisti cattivi. I paradossi nella narrazione della guerra in Ucraina.\r\nI media main stream stanno sdoganando i nazisti del battaglione Azov, descrivendoli come nazionalisti, patrioti, amanti della filosofia. I mercenari russi della Wagner, a loro volta dichiaratamente nazisti, sono invece demonizzati. Niente di nuovo: in guerra i media arruolati travestono la propaganda sotto i panni dell’informazione.\r\nAbbiamo provato a capirne di più con Stefano Capello\r\n\r\nOrizzonti antimilitaristi\r\nCome si è modificato il paradigma bellico nel nostro paese: dalla guerra umanitaria, all’operazione di polizia internazionale, alla guerra imperialista. Un utile excursus sulle guerre dell’Italia e sui modi in cui vengono presentate. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 16 aprile\r\nmarcia contro la guerra e il Tav da Bussoleno a San Didero\r\nore 14 piazza del mercato\r\n\r\nLunedì 25 aprile\r\nDisertori di tutte le guerre\r\nPartigiani contro tutti gli Stati\r\nore 15\r\nricordo, fiori, bicchierata, interventi e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\nE dal vivo… canzoniere anarchico, partigiano e antifascista\r\n\r\nDomenica Primo Maggio\r\nore 9\r\nPace tra gli oppressi, guerra agli oppressori\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\nDopo il corteo pranzo benefit lotte contro la guerra alla tettoia dei contadini\r\n(per prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n#disertiamolaguerra\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","14 Aprile 2022","2022-04-14 11:43:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/06-200x110.jpg","Anarres del primo aprile. Guerra, energia, capitalismo. Nazisti buoni e nazisti cattivi. Come è cambiato il paradigma bellico in Italia...",1649936607,[],[],{"post_content":526},{"matched_tokens":527,"snippet":528,"value":529},[27],"dei leader mondiali del settore \u003Cmark>fossile\u003C/mark>,) è stato finanziato da cinque","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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