","Casapound, Padalino e Appendino alla guerra contro i Rom","post",1488543127,[61,62,63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/appendino/","http://radioblackout.org/tag/casapound/","http://radioblackout.org/tag/fumi-tossici/","http://radioblackout.org/tag/germagnano/","http://radioblackout.org/tag/jean/","http://radioblackout.org/tag/padalino/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/tazzoli/",[70,71,26,24,18,22,15,20],"appendino","casapound",{"post_content":73,"tags":79},{"matched_tokens":74,"snippet":77,"value":78},[75,76],"fumi","tossici","80 i presunti responsabili di \"\u003Cmark>fumi\u003C/mark> \u003Cmark>tossici\u003C/mark>\" nei campi di via Germagnano,","Qualche notte fa i dipendenti di un'impresa a cui l'Università di Torino aveva appaltato lo smaltimento dei rifiuti hanno pensato bene di agire nel modo più semplice ed economico: incassare i soldi per poi scaricare la spazzatura al \"campo rom\" di via Germagnano. Una routine per molti italianissimi imprenditori che da anni considerano i ghetti come discariche gratuite. I veri costi, tanto, li pagano sempre gli abitanti di queste baraccopoli, i quali, oltre ad essere costretti per necessità a vivere in ambienti estremamente malsani e privi di qualunque servizio fondamentale, nemmeno l'acqua e la luce, vengono anche additati da amministrazione e magistratura come responsabili di \"degrado\" e, oggi, \"disastro ambientale\". Sono infatti oltre 80 i presunti responsabili di \"\u003Cmark>fumi\u003C/mark> \u003Cmark>tossici\u003C/mark>\" nei campi di via Germagnano, strada Aeroporto e corso Tazzoli, indagati dal sempre solerte pm Padalino per il reato 674 del codice penale. Nel mirino della procura i falò accesi per liberare dalle loro guaine i fili di rame. Che importa se i rottamatori di rame sono lavoratori in nero sfruttati da imprenditori che si arricchiscono con l'oro rosso?\r\n\r\n \r\n\r\nIn questa città è drammaticamente reale la condizione di povertà e precarietà di chi vive segregato nei \"campi rom\" e per sopravvivere è costretto a svolgere attività lavorative sotto-costo e nocive per la salute, tra cui la rottamazione del rame rivenduto per pochi euro ai grossisti, i soli a trarne ampi guadagni. Ma ovviamente costruire “nemici pubblici” garantisce bacini elettorali e profitti economici, come ha ben dimostrato l'amministrazione Fassino promotrice del progetto milionario \"La città possibile\" con cui è stato sgomberato il campo di Lungo Stura Lazio e come ben sa la neo-sindaca pentastellata. Chiara Appendino lo aveva annunciato in campagna elettorale e lo ha ribadito più volte dopo la sua elezione: a Torino è guerra - razzista e di classe - ai Rom. Le prime misure della \"rivoluzionaria\" amministrazione M5S sono state squadre di vigili permanenti e telecamere presso i campi, oltre ai reiterati proclami di sgombero, in particolare di via Germagnano, dove negli ultimi mesi si sono moltiplicati fogli di via, retate e deportazioni. L’amministrazione comunale fa gli interessi di chi le ha garantito la vittoria al ballottaggio con Fassino ed è proprio in questo contesto politico che i fascisti (dichiarati) possono nuovamente provare ad alzare la testa. Casapound ha infatti indetto per questo sabato mattina un presidio vicino al campo di corso Tazzoli, usando il pretesto dei \"\u003Cmark>fumi\u003C/mark> \u003Cmark>tossici\u003C/mark>\" per fomentare l'odio verso il diverso.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta mattina ne abbiamo parlato con Jean, che aveva partecipato alle lotte per la casa di chi era stato sgomberato dal campo di Lungo Stura Lazio:\r\n\r\nIndagatiRom",[80,82,84,87,89,91,93,95],{"matched_tokens":81,"snippet":70},[],{"matched_tokens":83,"snippet":71},[],{"matched_tokens":85,"snippet":86},[75,76],"\u003Cmark>fumi\u003C/mark> \u003Cmark>tossici\u003C/mark>",{"matched_tokens":88,"snippet":24},[],{"matched_tokens":90,"snippet":18},[],{"matched_tokens":92,"snippet":22},[],{"matched_tokens":94,"snippet":15},[],{"matched_tokens":96,"snippet":20},[],[98,103],{"field":35,"indices":99,"matched_tokens":100,"snippets":102},[14],[101],[75,76],[86],{"field":104,"matched_tokens":105,"snippet":77,"value":78},"post_content",[75,76],1157451471441625000,{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":110,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":112,"highlight":126,"highlights":134,"text_match":140,"text_match_info":141},{"cat_link":113,"category":114,"comment_count":47,"id":115,"is_sticky":47,"permalink":116,"post_author":50,"post_content":117,"post_date":118,"post_excerpt":53,"post_id":115,"post_modified":119,"post_thumbnail":120,"post_thumbnail_html":121,"post_title":122,"post_type":58,"sort_by_date":123,"tag_links":124,"tags":125},[44],[46],"27766","http://radioblackout.org/2015/02/chi-specula-su-fumi-tossici-e-campi-rom/","Oggi pomeriggio un nuovo \"comitato cittadino\" chiamato Co-di-ci - così viene definito dagli organizzatori - convoca l'ennesimo presidio, preceduto da mini corteo alle 17, da Piazza Castello a Piazza Palazzo di Città, per protestare contro \"i fumi tossici e nocivi che si alzano dai campi rom\". In particolare questi cittadini e questo comitato (composto da altri comitati cittadini tra cui quello di Mirafiori Sud che aveva promosso due fiaccolate lo scorso anno contro le famiglie rom che vivono in via Artom con l'aiuto dei fascisti di Forza Nuova) fanno riferimento alla combustione di cavi elettrici che avverrebbe nei campi di Via Germagnano e Strada dell'Aeroporto creando disagi agli abitanti di Barriera di Milano e Madonna di Campagna. Affrontare in questo modo, con comitati più o meno apertamente razzisti, fascisti o falsamente \"democratici\", le questioni che riguardano la precarietà abitativa e lavorativa delle persone rom (e non rom) che vivono a Torino, deforma la realtà ed è strumentale alla costruzione sistematica - in un periodo di crisi strutturale - di nemici \"perfetti\". La retorica becera che accompagna volantini e raccolte firme di questi \"movimenti spontanei\" di cittadini riproduce nei discorsi, e spesso anche nelle pratiche, nuovi confini, nuove zone rosse, nuovi motivi di esclusione per mettere ai margini della città e della vita chi è già escluso e discriminato da molto tempo.\r\n\r\nPertanto oggi a partire dalle 17, in Via Garibaldi angolo Piazza Palazzo di Città, ci sarà un punto informativo antirazzista a cura dell'assemblea Gattonero Gattorosso per chiarire chi specula davvero sui \"campi nomadi\" e guadagna dallo sfruttamento delle attività di precari e precarie, rom e sinti, italiani e migranti. I bisogni di Rom e Sinti sono gli stessi di tutti coloro che vivono ai margini di questo sistema di sfruttamento: casa,reddito, libertà di vivere la propria vita. Per questo rilanciamo la necessità di lottare insieme, in maniera autorganizzata, contro razzismo e speculazioni che destra e sinistra esercitano sulla pelle di chi è più precario.\r\n\r\nAscolta il contributo di Jon di Gattonero Gattorosso\r\n\r\njon","9 Febbraio 2015","2015-02-11 17:52:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/campo-rom-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"256\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/02/campo-rom.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Chi specula su \"fumi tossici\" e campi rom",1423496743,[],[],{"post_content":127,"post_title":131},{"matched_tokens":128,"snippet":129,"value":130},[75,76],"Città, per protestare contro \"i \u003Cmark>fumi\u003C/mark> \u003Cmark>tossici\u003C/mark> e nocivi che si alzano","Oggi pomeriggio un nuovo \"comitato cittadino\" chiamato Co-di-ci - così viene definito dagli organizzatori - convoca l'ennesimo presidio, preceduto da mini corteo alle 17, da Piazza Castello a Piazza Palazzo di Città, per protestare contro \"i \u003Cmark>fumi\u003C/mark> \u003Cmark>tossici\u003C/mark> e nocivi che si alzano dai campi rom\". 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Già lo scorso anno gli operai del petrolchimico avevano scioperato per denunciare le scarse condizioni di sicurezza. L’incendio ha suscitato moltissima apprensione da parte della popolazione, che è stata costretta a barricarsi in casa per evitare di inalare i fumi tossici. La densa nube nera non coinvolge solo Mestre e Venezia, ma anche le zone limitrofe (riviera del Brenta vicino a Padova).\r\n\r\nDa 20 anni i movimenti sociali del nord-est stanno intraprendendo una serie di lotte per la chiusura del polo chimico, a cui si aggiunge quella contro l'ampliamento della centrale termoelettrica di Fusina, oltre alle più note battaglie contro il Mose e le Grandi Navi. Nonostante il lockdown gran parte dell'attività del petrolchimico è pro\r\n\r\nseguita regolarmente, condannando gli operai a un doppio pericolo: quello del contagio e quello della scarsa sicurezza degli impianti.\r\n\r\nL'area industriale di Venezia è l'esempio concreto di inquinamento e spreco di denaro pubblico. Se fino a ieri i danni ambientali venivano \"tollerati\" in virtù di un ampia occupazione, con l'automatizzazione dei processi industriali e la conseguente riduzione di mano d'opera, la presenza di un tale mostro diviene ancor più inaccettabile. Anziché cercare alternative il denaro pubblico viene re-indirizzato in grandi opere inutili come il Mose, un vero e proprio buco nell'acqua che ha dimostrato tutta la sua inefficienza con le ultime inondazioni di metà novembre.\r\nNe parliamo con Cristian di Global Project:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/mestre.mp3\"][/audio]","20 Maggio 2020","2020-05-20 15:19:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/incendio_marghera_errebi-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/incendio_marghera_errebi-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/incendio_marghera_errebi-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/incendio_marghera_errebi-1024x684.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/incendio_marghera_errebi-768x513.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/incendio_marghera_errebi.jpg 1417w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","sull'incendio al petrolchimico di Porto Marghera",1589987964,[159,160,161],"http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/marghera/","http://radioblackout.org/tag/petrolchimico/",[50,163,164],"marghera","petrolchimico",{"post_content":166},{"matched_tokens":167,"snippet":168,"value":169},[75,76],"per evitare di inalare i \u003Cmark>fumi\u003C/mark> \u003Cmark>tossici\u003C/mark>. 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Dietro il coordinamento Torino Nord, vicino al Movimento Cinque Stelle, il comitato del nuovo assessore all'ambiente Alberto Unia, che ha accompagnato i razzisti, quando si sono spostati in Prefettura.\r\n\r\nSull'angolo di una piazza pesantemente militarizzata, un cacerolazo rumoroso di antirazzisti e anarchici ha accolto con slogan, casseruole, fischietti e numerosi interventi chi da settimane sta alimentando la guerra ai poveri, il razzismo e l'aria di pogrom. In prima fila lo striscione “i rom torinesi come noi”\r\n\r\nDa un balcone qualcuno ha deciso di rinfrescare le idee dei razzisti, tirando qualche secchiata d'acqua sui piccoli duci torinesi e i loro camerati, che, nonostante la calura non hanno gradito la doccia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Emilio, uno dei partecipanti al presidio antirazzista antifascista. Dal suo intervento è emersa la difficoltà a superare lo stigma che investe i rom, uno stigma tanto potente, radicato e forte da permeare anche ambiti di movimento che praticano quotidianamente l'opposizione al razzismo, alla pulizia etnica, alla criminalizzazione di interi gruppi sociali ed etnici.\r\n\r\nUna chiara lettura di classe fatica ad emergere. Una questione sulla quale è lecito interrogarsi dopo i tanti episodi di violenza fascista e istituzionale contro i rom delle baraccopoli, che si sono susseguiti negli ultimi anni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 06 20 emilio l\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito uno dei volantini distribuiti ai passanti:\r\n\r\n \r\n\r\n“Una Barriera antifascista e antirazzista\r\n\r\nTira una brutta aria a Torino. Nelle ultime settimane i “comitati spontanei” di destra hanno animato presidi ed attacchi contro i rom.\r\nLa maggior parte vivono nelle baraccopoli ai margini della città. Quasi sempre in condizioni terribili. Niente acqua, riscaldamento, luce. Lampadine e televisori sono alimentati da generatori di corrente, quando ci sono i soldi per la benzina. Nelle stufe si brucia quel che si trova. \r\n\r\nOgni giorno all'alba dalla baracche esce gente che gira sino al tramonto per trovare nei bidoni dell'immondizia qualcosa da vendere nei mercati del sabato e della domenica. Pochi fortunati hanno un lavoro – elettricista, badante, addetto alle pulizie - ma nessuno affitta loro una casa. \r\nOgni giorno escono anche bambini e ragazzini con le cartelle per andare a scuola. \r\n\r\nI fascisti di Casa Pound, sotto l'esile travestimento di comitato “Noi di Barriera”, provano a cavalcare il disagio della gente della zona per i fuochi che si levano dal campo di via Germagnano.\r\n\r\nNel mirino dei comitati i “fumi” dei falò accesi per liberare dalle loro guaine i fili di rame. Pochi sanno che i rottamatori di rame sono lavoratori in nero sfruttati da italianissimi imprenditori che si arricchiscono con il loro lavoro.\r\n\r\nIn questa zona ci sono fabbriche che emettono fumi che olezzano di uova marce, ma la destra punta l’indice contro i rom della baraccopoli. \r\n\r\nI poveri che vivono riciclando e vendendo quello che trovano tra i rifiuti sono i capri espiatori ideali, in una delle città più inquinate d’Europa.\r\n\r\nSappiamo bene che quei fumi danneggiano la salute. Ma sappiamo guardare la luna e non il dito che la indica. L'inceneritore di Torino ogni giorno brucia immondizia e produce diossina, rifiuti tossici e filtri da smaltire. Il Comune di Torino potrebbe puntare sul riuso, il riciclo, la riduzione a zero dei rifiuti, chiudendo inceneritori e discariche. 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Vergogna!” gridavano tutti. \r\n\r\n \r\n\r\nI fascisti di Forza Nuova martedì 6 giugno, protetti dalla polizia hanno lanciato fiaccole sulle baracche del campo di strada dell’Aeroporto, facendo scoppiare incendi e seminando il panico tra le famiglie della baraccopoli, fuggite nella notte in mezzo ai rovi. Una bambina di tre anni è stata trovata solo dopo tre ore di affannose ricerche tra il buio e le urla razziste.\r\n\r\nIl comitato “Torino ai torinesi” sta facendo leva sulla famiglia di Oreste Gianotto, morto lo scorso anno in un incidente in cui era coinvolta una ragazza del campo. Una vicenda dolorosa che, ad un anno di distanza, viene usata per invocare la pulizia etnica. La ragazza dopo un’ora dall’incidente si costituì alla polizia.\r\n\r\nAi fascisti non basta. Per loro la responsabilità è collettiva, perché gli abitanti del campo sono considerati “naturalmente criminali”. I triangoli neri erano messi sulle giacche dei rom e dei sinti mandati a morire nei lager razzisti. La logica è la stessa. I fascisti vogliono il pogrom, le fiamme, come alla Continassa e in via Vistrorio anni fa. \r\n\r\nAppendino non ha – ancora - trovato i soldi per imitare Fassino, che sgomberò il campo di lungo Stura Lazio, spendendo cinque milioni di euro per la sua famelica corte di associazioni e cooperative del “sociale”.\r\n\r\n \r\n\r\nI fascisti puntano il dito sulla giunta pentastellata, colpevole di non aver mantenuto la promessa di sgomberare le baraccopoli rom della città.\r\nIn realtà, da diversi mesi, è in corso uno sgombero strisciante dell’area, posta sotto sequestro dalla magistratura, perche dopo decenni di discariche legali ed abusive, la responsabilità dell’inquinamento viene rovesciata sugli ultimi arrivati, i rom immigrati dalla Romania.\r\nAppendino gioca sul ricatto, la divisione, la paura. Ogni due o tre settimane scattano retate improvvise, con fogli di via e deportazioni dei senza documenti: le baracche degli esiliati vengono abbattute. \r\n\r\nAgli altri raccontano la favola che se non protestano verranno risparmiati. In questi giorni Appendino ha nominato assessore “all’ambiente” Unia, uomo dei “Comitati”, per gettare in strada uomini, donne e bambini.\r\n\r\n \r\n\r\nI rom sono nostri vicini di casa, gente della Barriera. Sono più poveri di tanti altri ma come tutti vorrebbero una casa e una vita migliore. Non hanno scelto le baracche e i bidoni dell’immondizia. I fascisti vogliono i roghi, vogliono la pulizia etnica. \r\n\r\n \r\n\r\nFermiamo la guerra ai poveri, ai rom, agli immigrati! \r\n\r\n \r\n\r\nFermiamo i comitati razzisti! \r\n\r\n \r\n\r\nFermiamo lo sgombero a Cinque Stelle!”","20 Giugno 2017","2017-06-23 12:07:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-1024x768.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cacerolazo contro la guerra ai poveri, i comitati razzisti, gli sgomberi a 5 Stelle",1497979840,[190,191,192,193,194,195,196,197,67,198,199],"http://radioblackout.org/tag/5-stelle/","http://radioblackout.org/tag/alberto-unia/","http://radioblackout.org/tag/baraccopoli-rom/","http://radioblackout.org/tag/cacerolazo-antifascista/","http://radioblackout.org/tag/casa-pound/","http://radioblackout.org/tag/forza-nuova/","http://radioblackout.org/tag/pogrom/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/strada-dellaeroporto/","http://radioblackout.org/tag/via-germagnano/",[201,202,30,34,203,204,205,206,15,32,207],"5 stelle","alberto unia","casa pound","forza nuova","pogrom","razzismo","via germagnano",{"post_content":209},{"matched_tokens":210,"snippet":212,"value":213},[211],"fumi”","Nel mirino dei comitati i “\u003Cmark>fumi”\u003C/mark> dei falò accesi per liberare","Nelle ultime settimane i “comitati spontanei” di destra hanno lanciato l'offensiva contro le baraccopoli di via Germagnano e strada dell'Aeroporto\r\nLunedì 19 giugno i fascisti e i comitati si erano dati apppuntamento di fronte al comune per chiedere lo sgombero dei campi rom.\r\n\r\nIn prima fila Forza Italia e Casa Pound con i loro alias, “Noi di Barriera” e “Torino ai torinesi”. Dietro il coordinamento Torino Nord, vicino al Movimento Cinque Stelle, il comitato del nuovo assessore all'ambiente Alberto Unia, che ha accompagnato i razzisti, quando si sono spostati in Prefettura.\r\n\r\nSull'angolo di una piazza pesantemente militarizzata, un cacerolazo rumoroso di antirazzisti e anarchici ha accolto con slogan, casseruole, fischietti e numerosi interventi chi da settimane sta alimentando la guerra ai poveri, il razzismo e l'aria di pogrom. In prima fila lo striscione “i rom torinesi come noi”\r\n\r\nDa un balcone qualcuno ha deciso di rinfrescare le idee dei razzisti, tirando qualche secchiata d'acqua sui piccoli duci torinesi e i loro camerati, che, nonostante la calura non hanno gradito la doccia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Emilio, uno dei partecipanti al presidio antirazzista antifascista. Dal suo intervento è emersa la difficoltà a superare lo stigma che investe i rom, uno stigma tanto potente, radicato e forte da permeare anche ambiti di movimento che praticano quotidianamente l'opposizione al razzismo, alla pulizia etnica, alla criminalizzazione di interi gruppi sociali ed etnici.\r\n\r\nUna chiara lettura di classe fatica ad emergere. Una questione sulla quale è lecito interrogarsi dopo i tanti episodi di violenza fascista e istituzionale contro i rom delle baraccopoli, che si sono susseguiti negli ultimi anni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 06 20 emilio l\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito uno dei volantini distribuiti ai passanti:\r\n\r\n \r\n\r\n“Una Barriera antifascista e antirazzista\r\n\r\nTira una brutta aria a Torino. Nelle ultime settimane i “comitati spontanei” di destra hanno animato presidi ed attacchi contro i rom.\r\nLa maggior parte vivono nelle baraccopoli ai margini della città. Quasi sempre in condizioni terribili. Niente acqua, riscaldamento, luce. Lampadine e televisori sono alimentati da generatori di corrente, quando ci sono i soldi per la benzina. Nelle stufe si brucia quel che si trova. \r\n\r\nOgni giorno all'alba dalla baracche esce gente che gira sino al tramonto per trovare nei bidoni dell'immondizia qualcosa da vendere nei mercati del sabato e della domenica. Pochi fortunati hanno un lavoro – elettricista, badante, addetto alle pulizie - ma nessuno affitta loro una casa. \r\nOgni giorno escono anche bambini e ragazzini con le cartelle per andare a scuola. \r\n\r\nI fascisti di Casa Pound, sotto l'esile travestimento di comitato “Noi di Barriera”, provano a cavalcare il disagio della gente della zona per i fuochi che si levano dal campo di via Germagnano.\r\n\r\nNel mirino dei comitati i “\u003Cmark>fumi”\u003C/mark> dei falò accesi per liberare dalle loro guaine i fili di rame. Pochi sanno che i rottamatori di rame sono lavoratori in nero sfruttati da italianissimi imprenditori che si arricchiscono con il loro lavoro.\r\n\r\nIn questa zona ci sono fabbriche che emettono \u003Cmark>fumi\u003C/mark> che olezzano di uova marce, ma la destra punta l’indice contro i rom della baraccopoli. \r\n\r\nI poveri che vivono riciclando e vendendo quello che trovano tra i rifiuti sono i capri espiatori ideali, in una delle città più inquinate d’Europa.\r\n\r\nSappiamo bene che quei \u003Cmark>fumi\u003C/mark> danneggiano la salute. Ma sappiamo guardare la luna e non il dito che la indica. L'inceneritore di Torino ogni giorno brucia immondizia e produce diossina, rifiuti \u003Cmark>tossici\u003C/mark> e filtri da smaltire. Il Comune di Torino potrebbe puntare sul riuso, il riciclo, la riduzione a zero dei rifiuti, chiudendo inceneritori e discariche. 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La logica è la stessa. I fascisti vogliono il pogrom, le fiamme, come alla Continassa e in via Vistrorio anni fa. \r\n\r\nAppendino non ha – ancora - trovato i soldi per imitare Fassino, che sgomberò il campo di lungo Stura Lazio, spendendo cinque milioni di euro per la sua famelica corte di associazioni e cooperative del “sociale”.\r\n\r\n \r\n\r\nI fascisti puntano il dito sulla giunta pentastellata, colpevole di non aver mantenuto la promessa di sgomberare le baraccopoli rom della città.\r\nIn realtà, da diversi mesi, è in corso uno sgombero strisciante dell’area, posta sotto sequestro dalla magistratura, perche dopo decenni di discariche legali ed abusive, la responsabilità dell’inquinamento viene rovesciata sugli ultimi arrivati, i rom immigrati dalla Romania.\r\nAppendino gioca sul ricatto, la divisione, la paura. 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Una storia che comincia dove ne finisce un'altra, non meno vergognosa.\r\n\r\nNel 1998 approdava a Livorno l'ultima nave dei veleni. Era stata respinta e tornava in Italia con il suo carico di morte. Per decenni i rifiuti tossici e nocivi del Belpaese venivano imbarcati e spediti lontano, in Africa. Poi il business finì. Anche i poveri preferiscono vivere.\r\nLa Camorra fiutò l'affare: ne nacque una santa alleanza tra politici, malavitosi e imprenditori, che per quasi vent'anni hanno avvelenato in modo gravissimo l'intera Campania. E non solo. Terreni a vocazione tradizionalmente agricola si trasformarono in discariche più o meno legali.\r\nTerra dei fuochi è una locauzione dal sapore romantico, ma la realtà che si respira di romantico non ha nulla. Chi viaggia sulla Strada Statale 7, la Nola-Villa Literno o sull'Asse Mediano, vede tutt'intorno il fumo salire dalla terra, sente un odore acre che brucia in gola lasciando un sapore acido. Un odore cui non è possibile assuefarsi.\r\n\r\nCome è potuto accadere? Come è stato possibile intombare tanti rifiuti tossici, fino a renderne difficile se non impossibile l'estrazione dal suolo? C'è la via \"legale\". Da trent'anni diverse aziende del Nord hanno appaltato - e ancora appaltano - lo smaltimento dei loro rifiuti speciali a ditte specializzate, apparentemente legali, che riescono a fare enormi sconti. Di fronte al profitto non c'é etica che tenga: pecunia non olent. I soldi non puzzano. Basta un giro di fatture e il gioco è fatto.\r\nPoi c'é la via illegale. I fuochi. Un modo veloce, dannosissimo ma poco costoso di smaltire i rifiuti.\r\nQueste terre vivevano di pomodori, broccoli, zucchine, cicoria, cavolfiori, fave, peperoni. E poi arance, mandarini, mele, pere. La grande distribuzione ha iniziato a pagarli ai coltivatori campani sempre meno. Se non avessero accettato di abbassare i prezzi, li avrebbero acquistati in Libano, in Grecia, in Spagna. Così cade la barriera: l'agricoltura smette di essere la fonte primaria di guadagno per i contadini che spesso cedono o affittano una parte delle loro terre alle imprese, o a loro intermediari, per lo sversamento illecito di rifiuti.\r\nDal 1991 al 2013 sono state censite ben 82 inchieste per traffico di rifiuti che hanno incanalato veleni da ogni parte d’Italia per seppellirli direttamente nelle discariche legali e illegali delle province di Napoli e Caserta. Inchieste concluse con 915 ordinanze di custodia cautelare, 1.806 denunce, con il coinvolgimento di ben 443 aziende: la stragrande maggioranza di queste ultime con sede sociale al centro e al nord Italia.\r\nIn questo quarto di secolo, lungo le rotte dei traffici illeciti è viaggiato di tutto: scorie derivanti dalla metallurgia termica dell’alluminio, polveri di abbattimento fumi, morchia di verniciatura, reflui liquidi contaminati da metalli pesanti, amianto, terre inquinate provenienti da attività di bonifica. E ancora rifiuti prodotti da società o impianti, noti nel panorama nazionale, come quelli di petrolchimici storici del nostro Paese: i veleni dell’Acna di Cengio, i residui dell’ex Enichem di Priolo, i fanghi conciari della zona di Santa Croce.\r\nIn ventidue anni sono stati smaltiti nella Terra dei Fuochi circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni specie. Un tir è in grado di trasportarne 25 tonnellate alla volta. Circa 410.905 camion carichi di rifiuti hanno attraversato mezza Italia terminando il loro tragitto nelle campagne del napoletano e nelle discariche abusive del casertano.\r\nCarmine Schiavone, l'esponente dei casalesi che ha raccontato tutta la storia, diceva che gli abitanti della Terra dei fuochi \"sarebbero tutti morti nell'arco di venti anni\".\r\nIl realismo di chi sa bene quali veleni siano stati bruciati e sepolti, quali veleni respirati, mangiati, bevuti.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nrifiuti def","18 Dicembre 2013","2013-12-23 13:33:02","Dalle navi dei veleni alla terra dei fuochi",1387386310,[233,234,235,236],"http://radioblackout.org/tag/camorra/","http://radioblackout.org/tag/campania/","http://radioblackout.org/tag/navi-dei-veleni/","http://radioblackout.org/tag/terra-dei-fuochi/",[238,239,28,240],"camorra","campania","terra dei fuochi",{"post_content":242},{"matched_tokens":243,"snippet":244,"value":245},[76],"morte. 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Ogni volta che ne maneggio una, chissà perchè, penso a quel tempo (oramai un luogo della mente) in cui i nastri erano lo sfogatoio di una gioventù repressa e depressa, certo, ma mai addomesticata. Sento l'odore di cantine muffite, birra rancida, mal di testa per i fumi di una fotocopiatrice che stampigliava gl'incubi di una intera generazione.\r\nA testa alta e contro il rincoglionimento imposto dalle misure di rigore nell'europa della Tatcher, un esercito di giovani punk, mal vestiti, sboccati, poveri in canna ma soprattutto senza una minima idea di come farlo, ad un certo punto lo fece.\r\nNasceva una corrente sommersa destinata ad alimentare in continuo le fantasie degli adolescenti, in germania come in uk, in italia come in giappone. Qualcosa che oggi non riusciamo a concepire, immersi dentro spotify che ti prepara le playlist, oppure guidati come burattini ad un filo, dai nuovi gusti di qualche producer, di facebook o di google. Qualcosa che riguarda più la libertà da cliches, regole e convenzioni piuttosto che la musica in senso stretto.\r\nQuando l'ipnosi di internet e del cellulare non esisteva, ritrovarsi era necessario, ribadendo il senso di \"compagnia\" o \"gruppo musicale\" anche quando il protagonista era anche solo uno. DI una cosa sono convinto: anche nelle cantine più lercie di Bristol, persino nei bassifondi di Tokio tra tossici e spaventapasseri umani, 20 anni fa si viveva con un'idea più precisa di dove stare, cosa fare e perchè. La ricerca spasmodica di spazi d'aria garantiva autonomia di pensiero persino nelle più misere condizioni.\r\n\r\nLe grafiche disegnate in casa, il collage e la bassa qualità delle registrazioni erano l'artiglieria a disposizione del movimento. Un nemico grande come un leviatano stava pian piano distruggendo le coscienze. Ritagliare, fotocopiare e incollare, da una zine ad una tapes era un modo per sezionare questo mostruoso presente e rimontarlo, a seconda dei casi, per farlo sembrare grottesco, elefantiaco, stupido, esattamente com'era.\r\n\r\nFotti il potere prima che lui fotta te, costringendoti a fare la fila al supermercato, per la pensione od il sussidio, dietro a qualche super offerta per un mutuo.\r\nLa stagione delle tapes, (soprattutto in inghilterra ma non solo) fu un caso unico di fusione totale tra pensiero anarchico e comunitarismo, autogestione e creatività. Nacquero i Throbbing Gristle, un must per chiunque si sia mai approcciato con la musica sperimentale diy. Se avessi ascoltato Genesis P.Orridge non avrei neppure aperto il conto in banca, per Pseudo Code e Monte Cazazza mi sarei dovuto ritirare da qualche parte e non farmi vedere più. Avevano ragione.\r\nQuesto orgoglio del \"fatto in casa\" poi non aveva solo connotazioni politiche, seppure fossero evidentissime anche solo esteticamente. Pur non volendo tagliare paragoni con il coltello, posso dire che industrial, punk, elettronica da accatto, folk-low fi, muzak e chillout, battiti wave e rigurgiti noise, avevano in comune una sfiducia cieca nel progresso, una specie di astio generalizzato verso un futuro di macchine schermi e controllo remoto sulle vite, sulle coscienze; sullo sfondo il lavoro salariato come mezzo per irregimentare le masse \"rozze\" delle periferie, un nemico dichiarato per gli esseri liberi, la più subdola forma di ricatto a sfondo schiavistico mai percepita come tale ad un livello simile. L'idea per cui senza salario non potessi neppure permetterti un registratore a 4 piste era una vera e propria provocazione. Ma vorrei spingermi più in là: quello che veniva contestato attraverso la musica diy era il principio per cui se non hai un fottuto lavoro non avrai neppure una casa, uno stereo, figli e famiglia. Sarai ricompensato con il marchio d'infamia e con niente più della miseria.\r\nQuesta sfiducia mescolata al disprezzo puro per tali scenari, sarà la scintilla dell'hardcore (qui da noi), tanto per acomunare ciò di cui si parla con qualcosa di noto. Le profezie dei punk che stampavano tapes si sarebbero puntualmente verificate. Le villette a schiera sbiadite sulle copertine di Nocturnal Emissions sono la prova del nove. Il buon gusto irrancidito su nastro, il terrore per tutti gli allineati, i padri di famiglia, i lavoratori, i figli, le spose e le tradizioni.\r\n\r\nUna profezia da fantascienza malata alla quale ancora oggi si fatica a credere. Quello che ci dicevano era \"attenzione: sarà sempre peggio. Buttate la tecnologia, rifiutatela.\" Pochi li avrebbero ascoltati.\r\n\r\nL'industria musicale, la politica, i costumi e le abitudini della società \"giusta\" furono il peggior nemico del DIY e delle tapes. Questa rigida piramide di ruoli che è la nostra società mai ha digerito e mai digerirà l'autonomia degli individui. La pericolosità , parlo sempre dell'Inghilterra, di un movimento politico che sapesse comunicare graficamente e musicalmente, facendo tutto da solo senza dipendere da nessuno, fu intuita ben presto. A subire la normalizzazione saranno tutte (o quasi) queste produzioni messe in ginocchio da nuovi idoli preconfezionati per addomesticare le masse. Le offerte speciali, i ricatti del conformismo e la repressione faranno perdere terreno all'abitudine di riempirsi i nastri. Quello che fu un esperimento unico e irripetibile venne catalogato da una critica bigotta e conformista come una svomitazzata di muzak fatte da disadattati incapaci di venire a patti con regole e convenzioni. Fu ignorata la portata critica e venne rimarcato solo il lato estetico, deforme ed in certi casi persino vietato. La retorica futile su cosa significassero le copertine di Whitehouse e se lui fosse veramente nazista, fanno ridere. Suonano tristi, oggi che nuovi nazismi (questi veri però) avanzano e godono di vastissimi consensi. Il sogno (o l'incubo) sarà nuovamente chiuso in un cassetto.\r\nPiù che osservare il fenomeno come una manifestazione altra di una cultura ormai ridotta ai minimi dal consumismo e da nuovi miti di plastica amplificati dalla tele, il mondo istituzionale seppe soltanto spargere paura e discredito su \"un gregge di hippy drogati\", come li chiamava la Tatcher (dimostrando di non capire un cazzo), riducendo il tutto a \"spazzatura\" prodotta per l'appunto da \"rifiuti sociali\" incapaci di conformarsi e, come tutti, suonare per benino una maledetta chitarra con gli amici facendo cover beat.\r\n\r\nLa nascita (anche se il termine non indica proprio una gesatazione seguita da un parto, quanto più un fenomeno evanescente simile al poltergeist) della musica industriale estremizzerà questa reazione epidermica, concentrandosi su scenari ancora più neri e apocalittici, con frequenti richiami al genocidio nazista, alla segregazione delle minoranze, alle perversioni sessuali che non puoi raccontare, ad una società impazzita dove succedono bestialità inaudite, atrocità scomposte e sulla quale aleggia la violenza e la segregazione in tutte le sue forme.\r\n\r\nDa questi presupposti da un lato all'altro del Pacifico, sempre su un brulicante sottobosco di cassette carbonare, verranno partoriti mostri deformi che prendevano l'industrial e l'avanguardia per spingerla fino alla \"non musica\" od alla distruzione della musica. La società sarebbe diventata ancora più mostruosa, tentacolare, sicuritaria e malata di controllo. Andate a riprendervi qualche produzione di Wolf Eyes primi '90, Onsen Violent Geisha, Gerogerigege, Masonna ma solo se avete coraggio. Perchè la realtà supera di gran lunga la fantasia. Statevi accuorti.\r\n\r\nQualche tapes andata a male, tanto per capire di cosa si parla (molto è su youtube)\r\n\r\nMetamorphosis - Conception Live @ the Ad-Lib Club Nottingham (1982)\r\nUna ipotesi seriamente malata di funk bianco, con una voce tossica ed effettata che caracolla quà e là, sbandando nel verso animalesco. Un clichè industriale con la passione per una ipotesi di danza sotto effetto di droghe a buon mercato. Quando le periferie inglesi sognavano la techno ma sfogavano la rabbia atrraverso impianti audio di pessima qualità. (credo che anche la birra gli facesse cagare). Un must di un tempo che non tornerà mai più indietro.\r\n\r\nLifetones - For A reason (1983)\r\nCharles Bullen lasciera This Heat per una ipotesi di reggae bianco. Niente di strano, quella musica è diffusissima negli eighties albionici, quindi perchè no? Solo che Charles non è un tipo normale e figurati cosa ne è venuto fuori. Reggae, Dub e contorsioni timbriche accompagnate da quella voce nasale che non è difficile riconoscere. Se King Tubby si fosse ammalato di depressione, se i suoi strumenti avessero avuto quel tono vagamente \"in minore\", se avesse fatto musica per una (ipotetica) comunità di bianchi annoiati segregati in una casa occupata, Beh, avrebbe suonato così, o quasi. Capolavoro deforme, mi ha fatto capire che non è solo il rumore ad essere inascoltabile, questa è una cassetta capace di farci venire il rigurgito. Ma non è per lui, è per quella società deformata di cui questa tape è lo specchio.\r\n\r\nThis Heat - Made Available live @ Peel Session (1983)\r\nSchegge impazzite. Persino durante il live da Mr.Peel, uno che ne ha sentite tantissime, si intuisce come siamo fuori dalla \"norma\". Ammesso che sia mai esistita. La musica è un frullato di Math rock (che non era stato ancora inventato), prog furioso suonato da un dinamitardo, emissioni bavose di rumori colanti per macchine impazzite, momenti di puro divertissement avanguardista. Il tutto tenuto insieme da una compattezza musicale straordinaria, come a voler rimarcare, senza intellettualismi, che l'unica forma di rock della contemporaneità è questa miscela spezzata e sporca. Privo di termini di paragone, mi fermo qui dicendo solo che l'influenza di questa band (che per altro ha fatto anche dischi LP e non solo tapes) è infinita, solo che i fighetti non lo ammetteranno mai. fottetevi.\r\n\r\nDub Sonic Roots w Nerve Net Noise - Live at Uplink Factory (1997)\r\nDal Giappone e dove sennò. Una contaminazione tra il dub e il noise ma dimenticate Bill Laswell.\r\nQuesta è muzak, suono per gente obliterata al peggio ed oltre. Una vivisezione di un gusto che stava montando in Japan (quello per il reggae e il dub) fatta dal vivo, senza compromessi di sorta. Quando il dub incontra la nota marrone, in un inferno moderno di tubi luminescenti che sparano onde quadre ai limiti dell'ascoltabile. Se gli alieni suonassero dub nei giorni in cui gli viene la febbre: tu chiamale se vuoi, polluzioni. Immenso.\r\n\r\n ","9 Ottobre 2014","2018-10-17 22:09:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/R-1012462-1184077316-200x110.jpeg","Come ti uccido un'idea - riflessioni sulle società malate e sui nastri in cassetta","podcast",1412855498,[],[],{"post_content":280},{"matched_tokens":281,"snippet":282,"value":283},[75],"mal di testa per i \u003Cmark>fumi\u003C/mark> di una fotocopiatrice che stampigliava","Adoro le cassettine. Ogni volta che ne maneggio una, chissà perchè, penso a quel tempo (oramai un luogo della mente) in cui i nastri erano lo sfogatoio di una gioventù repressa e depressa, certo, ma mai addomesticata. Sento l'odore di cantine muffite, birra rancida, mal di testa per i \u003Cmark>fumi\u003C/mark> di una fotocopiatrice che stampigliava gl'incubi di una intera generazione.\r\nA testa alta e contro il rincoglionimento imposto dalle misure di rigore nell'europa della Tatcher, un esercito di giovani punk, mal vestiti, sboccati, poveri in canna ma soprattutto senza una minima idea di come farlo, ad un certo punto lo fece.\r\nNasceva una corrente sommersa destinata ad alimentare in continuo le fantasie degli adolescenti, in germania come in uk, in italia come in giappone. Qualcosa che oggi non riusciamo a concepire, immersi dentro spotify che ti prepara le playlist, oppure guidati come burattini ad un filo, dai nuovi gusti di qualche producer, di facebook o di google. Qualcosa che riguarda più la libertà da cliches, regole e convenzioni piuttosto che la musica in senso stretto.\r\nQuando l'ipnosi di internet e del cellulare non esisteva, ritrovarsi era necessario, ribadendo il senso di \"compagnia\" o \"gruppo musicale\" anche quando il protagonista era anche solo uno. DI una cosa sono convinto: anche nelle cantine più lercie di Bristol, persino nei bassifondi di Tokio tra \u003Cmark>tossici\u003C/mark> e spaventapasseri umani, 20 anni fa si viveva con un'idea più precisa di dove stare, cosa fare e perchè. La ricerca spasmodica di spazi d'aria garantiva autonomia di pensiero persino nelle più misere condizioni.\r\n\r\nLe grafiche disegnate in casa, il collage e la bassa qualità delle registrazioni erano l'artiglieria a disposizione del movimento. Un nemico grande come un leviatano stava pian piano distruggendo le coscienze. Ritagliare, fotocopiare e incollare, da una zine ad una tapes era un modo per sezionare questo mostruoso presente e rimontarlo, a seconda dei casi, per farlo sembrare grottesco, elefantiaco, stupido, esattamente com'era.\r\n\r\nFotti il potere prima che lui fotta te, costringendoti a fare la fila al supermercato, per la pensione od il sussidio, dietro a qualche super offerta per un mutuo.\r\nLa stagione delle tapes, (soprattutto in inghilterra ma non solo) fu un caso unico di fusione totale tra pensiero anarchico e comunitarismo, autogestione e creatività. Nacquero i Throbbing Gristle, un must per chiunque si sia mai approcciato con la musica sperimentale diy. Se avessi ascoltato Genesis P.Orridge non avrei neppure aperto il conto in banca, per Pseudo Code e Monte Cazazza mi sarei dovuto ritirare da qualche parte e non farmi vedere più. Avevano ragione.\r\nQuesto orgoglio del \"fatto in casa\" poi non aveva solo connotazioni politiche, seppure fossero evidentissime anche solo esteticamente. Pur non volendo tagliare paragoni con il coltello, posso dire che industrial, punk, elettronica da accatto, folk-low fi, muzak e chillout, battiti wave e rigurgiti noise, avevano in comune una sfiducia cieca nel progresso, una specie di astio generalizzato verso un futuro di macchine schermi e controllo remoto sulle vite, sulle coscienze; sullo sfondo il lavoro salariato come mezzo per irregimentare le masse \"rozze\" delle periferie, un nemico dichiarato per gli esseri liberi, la più subdola forma di ricatto a sfondo schiavistico mai percepita come tale ad un livello simile. L'idea per cui senza salario non potessi neppure permetterti un registratore a 4 piste era una vera e propria provocazione. Ma vorrei spingermi più in là: quello che veniva contestato attraverso la musica diy era il principio per cui se non hai un fottuto lavoro non avrai neppure una casa, uno stereo, figli e famiglia. Sarai ricompensato con il marchio d'infamia e con niente più della miseria.\r\nQuesta sfiducia mescolata al disprezzo puro per tali scenari, sarà la scintilla dell'hardcore (qui da noi), tanto per acomunare ciò di cui si parla con qualcosa di noto. Le profezie dei punk che stampavano tapes si sarebbero puntualmente verificate. Le villette a schiera sbiadite sulle copertine di Nocturnal Emissions sono la prova del nove. Il buon gusto irrancidito su nastro, il terrore per tutti gli allineati, i padri di famiglia, i lavoratori, i figli, le spose e le tradizioni.\r\n\r\nUna profezia da fantascienza malata alla quale ancora oggi si fatica a credere. Quello che ci dicevano era \"attenzione: sarà sempre peggio. Buttate la tecnologia, rifiutatela.\" Pochi li avrebbero ascoltati.\r\n\r\nL'industria musicale, la politica, i costumi e le abitudini della società \"giusta\" furono il peggior nemico del DIY e delle tapes. Questa rigida piramide di ruoli che è la nostra società mai ha digerito e mai digerirà l'autonomia degli individui. La pericolosità , parlo sempre dell'Inghilterra, di un movimento politico che sapesse comunicare graficamente e musicalmente, facendo tutto da solo senza dipendere da nessuno, fu intuita ben presto. A subire la normalizzazione saranno tutte (o quasi) queste produzioni messe in ginocchio da nuovi idoli preconfezionati per addomesticare le masse. Le offerte speciali, i ricatti del conformismo e la repressione faranno perdere terreno all'abitudine di riempirsi i nastri. Quello che fu un esperimento unico e irripetibile venne catalogato da una critica bigotta e conformista come una svomitazzata di muzak fatte da disadattati incapaci di venire a patti con regole e convenzioni. Fu ignorata la portata critica e venne rimarcato solo il lato estetico, deforme ed in certi casi persino vietato. La retorica futile su cosa significassero le copertine di Whitehouse e se lui fosse veramente nazista, fanno ridere. Suonano tristi, oggi che nuovi nazismi (questi veri però) avanzano e godono di vastissimi consensi. Il sogno (o l'incubo) sarà nuovamente chiuso in un cassetto.\r\nPiù che osservare il fenomeno come una manifestazione altra di una cultura ormai ridotta ai minimi dal consumismo e da nuovi miti di plastica amplificati dalla tele, il mondo istituzionale seppe soltanto spargere paura e discredito su \"un gregge di hippy drogati\", come li chiamava la Tatcher (dimostrando di non capire un cazzo), riducendo il tutto a \"spazzatura\" prodotta per l'appunto da \"rifiuti sociali\" incapaci di conformarsi e, come tutti, suonare per benino una maledetta chitarra con gli amici facendo cover beat.\r\n\r\nLa nascita (anche se il termine non indica proprio una gesatazione seguita da un parto, quanto più un fenomeno evanescente simile al poltergeist) della musica industriale estremizzerà questa reazione epidermica, concentrandosi su scenari ancora più neri e apocalittici, con frequenti richiami al genocidio nazista, alla segregazione delle minoranze, alle perversioni sessuali che non puoi raccontare, ad una società impazzita dove succedono bestialità inaudite, atrocità scomposte e sulla quale aleggia la violenza e la segregazione in tutte le sue forme.\r\n\r\nDa questi presupposti da un lato all'altro del Pacifico, sempre su un brulicante sottobosco di cassette carbonare, verranno partoriti mostri deformi che prendevano l'industrial e l'avanguardia per spingerla fino alla \"non musica\" od alla distruzione della musica. La società sarebbe diventata ancora più mostruosa, tentacolare, sicuritaria e malata di controllo. Andate a riprendervi qualche produzione di Wolf Eyes primi '90, Onsen Violent Geisha, Gerogerigege, Masonna ma solo se avete coraggio. Perchè la realtà supera di gran lunga la fantasia. Statevi accuorti.\r\n\r\nQualche tapes andata a male, tanto per capire di cosa si parla (molto è su youtube)\r\n\r\nMetamorphosis - Conception Live @ the Ad-Lib Club Nottingham (1982)\r\nUna ipotesi seriamente malata di funk bianco, con una voce tossica ed effettata che caracolla quà e là, sbandando nel verso animalesco. Un clichè industriale con la passione per una ipotesi di danza sotto effetto di droghe a buon mercato. Quando le periferie inglesi sognavano la techno ma sfogavano la rabbia atrraverso impianti audio di pessima qualità. (credo che anche la birra gli facesse cagare). Un must di un tempo che non tornerà mai più indietro.\r\n\r\nLifetones - For A reason (1983)\r\nCharles Bullen lasciera This Heat per una ipotesi di reggae bianco. Niente di strano, quella musica è diffusissima negli eighties albionici, quindi perchè no? Solo che Charles non è un tipo normale e figurati cosa ne è venuto fuori. Reggae, Dub e contorsioni timbriche accompagnate da quella voce nasale che non è difficile riconoscere. Se King Tubby si fosse ammalato di depressione, se i suoi strumenti avessero avuto quel tono vagamente \"in minore\", se avesse fatto musica per una (ipotetica) comunità di bianchi annoiati segregati in una casa occupata, Beh, avrebbe suonato così, o quasi. Capolavoro deforme, mi ha fatto capire che non è solo il rumore ad essere inascoltabile, questa è una cassetta capace di farci venire il rigurgito. Ma non è per lui, è per quella società deformata di cui questa tape è lo specchio.\r\n\r\nThis Heat - Made Available live @ Peel Session (1983)\r\nSchegge impazzite. Persino durante il live da Mr.Peel, uno che ne ha sentite tantissime, si intuisce come siamo fuori dalla \"norma\". Ammesso che sia mai esistita. La musica è un frullato di Math rock (che non era stato ancora inventato), prog furioso suonato da un dinamitardo, emissioni bavose di rumori colanti per macchine impazzite, momenti di puro divertissement avanguardista. Il tutto tenuto insieme da una compattezza musicale straordinaria, come a voler rimarcare, senza intellettualismi, che l'unica forma di rock della contemporaneità è questa miscela spezzata e sporca. Privo di termini di paragone, mi fermo qui dicendo solo che l'influenza di questa band (che per altro ha fatto anche dischi LP e non solo tapes) è infinita, solo che i fighetti non lo ammetteranno mai. fottetevi.\r\n\r\nDub Sonic Roots w Nerve Net Noise - Live at Uplink Factory (1997)\r\nDal Giappone e dove sennò. Una contaminazione tra il dub e il noise ma dimenticate Bill Laswell.\r\nQuesta è muzak, suono per gente obliterata al peggio ed oltre. Una vivisezione di un gusto che stava montando in Japan (quello per il reggae e il dub) fatta dal vivo, senza compromessi di sorta. Quando il dub incontra la nota marrone, in un inferno moderno di tubi luminescenti che sparano onde quadre ai limiti dell'ascoltabile. Se gli alieni suonassero dub nei giorni in cui gli viene la febbre: tu chiamale se vuoi, polluzioni. Immenso.\r\n\r\n ",[285],{"field":104,"matched_tokens":286,"snippet":282,"value":283},[75],{"best_field_score":219,"best_field_weight":174,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":220,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":275,"first_q":26,"per_page":252,"q":26},3,["Reactive",292],{},["Set"],["ShallowReactive",295],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fQZ1-w5F-RyAI3-WYmy62L0fZqTxXTNB1KJlOdOVRW1g":-1},true,"/search?query=fumi+tossici"]