","PRESIDIO CONTRO IL CPR DI BARI PALESE - 22 FEBBRAIO 2025","post",1739818520,[63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/cpr-bari-palese/","http://radioblackout.org/tag/nocpr/","http://radioblackout.org/tag/fuoco-ai-cpr/",[67,21,15],"#CPR BARI PALESE",{"post_content":69,"post_title":75,"tags":79},{"matched_tokens":70,"snippet":73,"value":74},[71,72],"Cpr","ai","ore 14.00 saremo sotto il \u003Cmark>Cpr\u003C/mark> di Bari Palese in solidarietà \u003Cmark>ai\u003C/mark> reclusi e contro le istituzioni","In Puglia ci sono 2 \u003Cmark>CPR\u003C/mark>, uno a Bari Palese e l'altro a Brindisi Restinco. Inoltre ci sono anche CARA, hotspot e centri di primissima accoglienza. Nel corso degli anni entrambi i \u003Cmark>CPR\u003C/mark> hanno conosciuto la rabbia di chi ci era reclus3, entrambi sono stati dati alle fiamme da chi non riusciva più a subire le torture, le umiliazioni e la sofferenza. \u003Cmark>Fuoco\u003C/mark> nato da chi preferirebbe la morte che il rimpatrio. I \u003Cmark>CPR\u003C/mark> sono dei luoghi di tortura. Questo orrore è confermato da una sentenza del Tribunale di Bari e della Suprema Corte che ha condannato il Ministero dell’Interno a risarcire il Comune e la Provincia per il danno d’immagine subito a causa dei trattamenti disumani nei \u003Cmark>CPR\u003C/mark>, ma questo non basta. Nessun danno d’immagine può essere paragonabile alle condizioni di vita a cui sono soggetti i detenuti in \u003Cmark>CPR\u003C/mark>. Le condizioni dei \u003Cmark>CPR\u003C/mark>, privilegiata fonte di profitto per le cooperative che si occupano di ‘’accoglienza’’ sono le stesse, aggravate dalla privazione della libertà personale e dall'isolamento dalla società imposto alle persone recluse. Nel 2023 i \u003Cmark>CPR\u003C/mark> di Brindisi e Bari sono stati definiti dal Garante dei diritti delle persone private della libertà personale ''ambienti estremamente degradati'', le condizioni dei servizi igienici ''indecorose e insalubri''. Le persone recluse sono costrette a vivere senza riscaldamento, privacy e servizi di assistenza di base, da quella legale a quella sanitaria.\r\n\r\nIl trattenimento in questi luoghi costringe le persone recluse ad un tempo sospeso e vuoto, isolate dagli affetti e dai legami e private del diritto di comprendere ed agire autonomamente, private anche della speranza di una prospettiva migliore.\r\n\r\nSabato 22 Febbraio alle ore 14.00 saremo sotto il \u003Cmark>Cpr\u003C/mark> di Bari Palese in solidarietà \u003Cmark>ai\u003C/mark> reclusi e contro le istituzioni e i soggetti che permettono il funzionamento di questi lager.\r\n\r\nUltime notizie dal \u003Cmark>CPR\u003C/mark> di Bari Palese \r\n\r\nAbbiamo sentito \u003Cmark>ai\u003C/mark> microfoni dell'informazione del lunedì di Radio Blackout un compagno dell'assemblea NO CARCERE NO \u003Cmark>CPR\u003C/mark> di Bari:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/cpr-bari.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":76,"snippet":78,"value":78},[77],"CPR","PRESIDIO CONTRO IL \u003Cmark>CPR\u003C/mark> DI BARI PALESE - 22 FEBBRAIO 2025",[80,83,85],{"matched_tokens":81,"snippet":82},[77],"#\u003Cmark>CPR\u003C/mark> BARI PALESE",{"matched_tokens":84,"snippet":21},[],{"matched_tokens":86,"snippet":88},[87,72,77],"fuoco","\u003Cmark>fuoco\u003C/mark> \u003Cmark>ai\u003C/mark> \u003Cmark>CPR\u003C/mark>",[90,96,99],{"field":37,"indices":91,"matched_tokens":92,"snippets":95},[20,49],[93,94],[87,72,77],[77],[88,82],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":73,"value":74},"post_content",[71,72],{"field":100,"matched_tokens":101,"snippet":78,"value":78},"post_title",[77],1736172819517538300,{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":49,"score":106,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":49},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":108,"highlight":128,"highlights":143,"text_match":102,"text_match_info":153},{"cat_link":109,"category":111,"comment_count":49,"id":113,"is_sticky":49,"permalink":114,"post_author":52,"post_content":115,"post_date":116,"post_excerpt":55,"post_id":113,"post_modified":117,"post_thumbnail":118,"post_thumbnail_html":119,"post_title":120,"post_type":60,"sort_by_date":121,"tag_links":122,"tags":125},[110,46],"http://radioblackout.org/category/altavisibilita/",[112,48],"altavisibilita","87831","http://radioblackout.org/2024/03/abbattere-le-frontiere-oggi-come-ieri-dalle-lotte-contro-i-cpr-alla-sentenza-per-il-brennero/","Alberto Cirio dice sì a nuovi CPR in Piemonte. Scrive il Presidente della Regione in una nota, \"non si può pensare di lasciar vagare liberamente migliaia di irregolari sul territorio nazionale, perché questo vorrebbe dire non tutelare le nostre comunità\". Il placido torpore torinese però, al di là di questi mesti proclami istituzionali, la scorsa settimana è stato scosso la da un gesto di rabbia e umanità davanti alla Questura di via Grattoni, dove Jamal, un compagno senza i giusti documenti per potersi muovere liberamente, stava per essere deportato in una di quelle prigioni chiamate CPR. I suoi compagni, non foss'altro che per un abbraccio, si sono messi di traverso.\r\n\r\nAnche in solidarietà a Jamal, oggi rinchiuso nel CPR di Gradisca d'Isonzo, e contro tutti i CPR, ieri si sono tenuti un presidio in via Corelli e un saluto sotto al centro friulano. E' l'occasione per fare il punto tanto sulla guerra contro chi è senza documenti dentro i confini nazionali e sulle lotte che continuano a bruciare le prigioni da dentro, quanto sulle nuove forme di esternalizzazione delle frontiere segnate dal protocollo Italia-Albania, che sembra fare scuola a livello europeo.\r\n\r\nAscolta la diretta con una compagna da Milano:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/cpr.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nRinviato dal 5 al 7 marzo, l’esito della Cassazione per gli accusati nel processo Brennero, in seguito agli scontri del 7 maggio 2016 durante il corteo \"Abbattere le frontiere, al Brennero e ovunque\", ha visto molti compagni prosciolti da ogni accusa. Per la maggior parte ci sarà un nuovo giudizio d’appello per l’applicazione delle misure sostitutive o per la rideterminazione della pena.\r\n\r\nDopo che i pm Sacchetti e Secco, della procura di Bolzano, avevano richiesto 338 anni di prigione per il reato di devastazione e saccheggio, accusa poi caduta in primo grado, gli imputati rischiavano 129 anni di carcere complessivi, con pene dai 5 mesi ai 5 anni e mezzo. Se le condanne fossero state confermate, si sarebbe trattato del corteo più sanzionato di sempre. Di fronte all'enormità delle accuse iniziali, alle successive condanne durissime, si arriva infine ad un esito incredibilmente favorevole per gli imputati. Un caos istituzionale non da poco.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un compagno imputato:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/brennero.mp3\"][/audio]","11 Marzo 2024","2024-03-11 15:05:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/7c52c1c5104629295484649a71715322-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/7c52c1c5104629295484649a71715322-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/7c52c1c5104629295484649a71715322-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/7c52c1c5104629295484649a71715322.jpg 700w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Abbattere le frontiere oggi come ieri, dalle lotte contro i CPR alla sentenza Brennero",1710167978,[123,124,65],"http://radioblackout.org/tag/brennero/","http://radioblackout.org/tag/contro-le-frontiere/",[126,127,15],"brennero","contro le frontiere",{"post_content":129,"post_title":133,"tags":136},{"matched_tokens":130,"snippet":131,"value":132},[77],"Cirio dice sì a nuovi \u003Cmark>CPR\u003C/mark> in Piemonte. 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Mancano nel provvedimento penale la questura e la prefettura, ovvero la gestione pubblica del CPR. Era stata ipotizzata, a carico di diversi funzionari di polizia, l'accusa di sequestro di persona, ma questo non sussiste. \r\n\r\nIl presidio è rimasto fuori dal tribunale tutta la mattina, dalle 9 in poi e ha accolto la famiglia di Moussa (il fratello e la madre) e la sorella di Ousmane Sylla, insieme all'avvocato Vitale per ascoltare la loro testimonianza e per far sentire la nostra vicinanza. Pubblichiamo di seguito le loro parole, la rabbia e la tristezza, ma anche la consapevolezza che le frontiere - il sistema frontiera - debba cambiare. La lotta continua, contro tutti i CPR, ad iniziare da quello di prossima riapertura a Torino.\r\n\r\nFREEDOM HURRYIAH LIBERTA'\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Presidio-per-moussa-blade-12.02.mp3\"][/audio]","12 Febbraio 2025","2025-02-12 19:36:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/479044905_18057029729069433_3411476040451214045_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"169\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/479044905_18057029729069433_3411476040451214045_n-169x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/479044905_18057029729069433_3411476040451214045_n-169x300.jpg 169w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/479044905_18057029729069433_3411476040451214045_n-576x1024.jpg 576w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/479044905_18057029729069433_3411476040451214045_n.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 169px) 100vw, 169px\" />","Prima udienza del processo per Moussa Balde",1739388896,[168,65,169],"http://radioblackout.org/tag/frontiere-europa/","http://radioblackout.org/tag/moussa-balde/",[171,15,23],"#frontiere europa",{"post_content":173,"tags":177},{"matched_tokens":174,"snippet":175,"value":176},[77],"morte di Moussa Balde nel \u003Cmark>CPR\u003C/mark> di c.so Brunelleschi di Torino,","Si apre oggi il processo per la morte di Moussa Balde nel \u003Cmark>CPR\u003C/mark> di c.so Brunelleschi di Torino, che vede rinviati a giudizio per omicidio colposo l'ex direttrice dell'ente gestore del \u003Cmark>CPR\u003C/mark>, Annalisa Spataro, e il responsabile medico. 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Apertura strumentale verso i cittadini ucraini, sanatoria tramite i \"flussi\" per le braccia messe a profitto dai padroni, guerra pervasiva contro tutti coloro che non hanno i giusti documenti in tasca, spinti per decreto verso condizioni di precarietà, sfruttamento, detenzione e deportabilità quotidiana. Nata nel 1998 con la legge Turco-Napolitano e per i primi dieci anni gestita dalla Croce Rossa, la macchina della detenzione amministrativa e delle espulsioni è uno dei dispositivi centrali di questo governo a geometrie variabili, con una crescente commistione tra pubblico e privato, tanto che ormai multinazionali come Serco, colosso britannico dell’industria detentiva, hanno il monopolio del settore.\r\n\r\nSuccede però, talvolta, che qualcuno si metta di traverso, così da incepparla questa macchina. Una frattura, una possibilità, si incunea così nel presente asfittico. Ce lo insegna chi, tutti i giorni, dentro alle prigioni, si ribella individualmente e collettivamente, lottando, bruciando la propria gabbia e a volte riuscendo a fuggire, agendo direttamente la propria tensione verso la libertà nonostante il cappio sempre più stretto del controllo e della repressione.\r\n\r\nAltre occasioni si creano, fuori, quando qualcuno decide, con uno slancio di coraggio, di non arrendersi all'ineluttabilità della guerra. Così, spingendo un maniglione antipanico e facendo affidamento sulle proprie gambe, succede qualcosa di stra-ordinario: la rappresentazione del Moloch statale va in frantumi, la sicurezza del principale snodo aeroportuale italiano viene bucata, una deportazione viene bloccata.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con i quattro compagni arrestati mercoledì, oggi ospiti in regia.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/malpenza-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","25 Marzo 2024","2024-03-25 15:55:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/crepa-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/crepa-300x194.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/crepa-300x194.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/crepa.jpeg 559w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cogliere l'occasione. Sul blocco di una deportazione a Malpensa",1711381597,[208,65,209,210],"http://radioblackout.org/tag/contro-la-macchina-delle-espulsioni/","http://radioblackout.org/tag/liberta/","http://radioblackout.org/tag/malpensa/",[212,15,213,214],"contro la macchina delle espulsioni","libertà","Malpensa",{"tags":216},[217,219,221,223],{"matched_tokens":218,"snippet":212},[],{"matched_tokens":220,"snippet":88},[87,72,77],{"matched_tokens":222,"snippet":213},[],{"matched_tokens":224,"snippet":214},[],[226],{"field":37,"indices":227,"matched_tokens":228,"snippets":230},[25],[229],[87,72,77],[88],{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":49,"score":232,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":49},"1736172819517538409",{"document":234,"highlight":250,"highlights":258,"text_match":263,"text_match_info":264},{"cat_link":235,"category":236,"comment_count":49,"id":237,"is_sticky":49,"permalink":238,"post_author":52,"post_content":239,"post_date":240,"post_excerpt":55,"post_id":237,"post_modified":241,"post_thumbnail":242,"post_thumbnail_html":243,"post_title":244,"post_type":60,"sort_by_date":245,"tag_links":246,"tags":248},[46],[48],"95395","http://radioblackout.org/2025/02/il-processo-per-la-morte-di-moussa-balde-fuoco-ai-cpr/","Il 12 febbraio inizia la fase dibattimentale del processo per la morte di Moussa Balde, trovato morto nella notte fra il 22 e il 23 maggio 2021 dentro il CPR di Torino. Moussa, ricordiamolo, era stato aggredito da un gruppo di razzisti nella città di Ventimiglia, lì era stato arrestato e portato nel CPR di c.so Brunelleschi per il solo fatto di non avere i documenti. Una volta nel CPR è stato messo nell'ospedaletto, struttura separata, in isolamento, una prigione nella prigione, dove nel 2019 morì anche Faisal Hussein dopo quasi sei mesi ininterrotti di isolamento. Anche Moussa non ha ricevuto le cure necessarie per il suo stato di salute. Anche Moussa muore in isolamento, quella notte. Si parlerà di suicidio, ma l'unica evidenza è l'assenza di cura di un sistema che pratica solo morte e tortura.\r\n\r\nA differenza di quanto era successo per Faisal, questa volta sono state portate avanti delle indagini abbastanza approfondite, e i responsabili (la direttrice dell'ente gestore di quel momento, la Gepsa - e un medico) sono a giudizio per omicidio colposo, per non aver previsto un protocollo per i tentativi anticonservativi, per i rischi suicidari.\r\n\r\nIl processo non riporterà Moussa, né nessuna vittima di questo sistema disumano, in vita. Servirà, si spera, ad allargare il quadro, a parlare di CPR. La famiglia di Moussa e la sorella di Ousmane Sylla, morto anche lui nel CPR di Ponte Galeria, saranno presenti al processo e sul territorio queste settimane.\r\n\r\nIl 12 febbraio ci sarà un presidio fuori dal tribunale alle 9.00 del mattino. Ci sarà anche lo studio mobile di radio blackout, che trasmetterà in diretta dal presidio, con le voci di chi è vicina alla famiglia, alla vicenda particolare di Moussa e alla lotta al CPR.\r\n\r\nGli appuntamenti:\r\n\r\n- 12/02 Accompagniamo la famiglia di Moussa in tribunale e restiamo lì in presidio per esigere giustizia e verità per Moussa.\r\n- 14/02 Ascoltiamo il racconto della famiglia di Moussa Balde, riceviamo aggiornamenti sul processo dall3 avvocat3 e aggiornamenti sulla riapertura del CPR. A seguire ci sarà una cena benefit per supportare le spese di viaggio delle famiglie di Moussa Balde e Ousmane Sylla.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Marti-NO-CPR.mp3\"][/audio]","6 Febbraio 2025","2025-02-06 12:28:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-WhatsApp-2025-02-03-ore-11.58.41_56012b5d-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-WhatsApp-2025-02-03-ore-11.58.41_56012b5d-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-WhatsApp-2025-02-03-ore-11.58.41_56012b5d-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-WhatsApp-2025-02-03-ore-11.58.41_56012b5d-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-WhatsApp-2025-02-03-ore-11.58.41_56012b5d-768x1086.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-WhatsApp-2025-02-03-ore-11.58.41_56012b5d-1086x1536.jpg 1086w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Immagine-WhatsApp-2025-02-03-ore-11.58.41_56012b5d.jpg 1131w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Il processo per la morte di MOUSSA BALDE - fuoco ai CPR -",1738844926,[64,169,247],"http://radioblackout.org/tag/razzismo-di-stato/",[21,23,249],"razzismo di stato",{"post_content":251,"post_title":255},{"matched_tokens":252,"snippet":253,"value":254},[77],"23 maggio 2021 dentro il \u003Cmark>CPR\u003C/mark> di Torino. 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Si parlerà di suicidio, ma l'unica evidenza è l'assenza di cura di un sistema che pratica solo morte e tortura.\r\n\r\nA differenza di quanto era successo per Faisal, questa volta sono state portate avanti delle indagini abbastanza approfondite, e i responsabili (la direttrice dell'ente gestore di quel momento, la Gepsa - e un medico) sono a giudizio per omicidio colposo, per non aver previsto un protocollo per i tentativi anticonservativi, per i rischi suicidari.\r\n\r\nIl processo non riporterà Moussa, né nessuna vittima di questo sistema disumano, in vita. Servirà, si spera, ad allargare il quadro, a parlare di \u003Cmark>CPR\u003C/mark>. La famiglia di Moussa e la sorella di Ousmane Sylla, morto anche lui nel \u003Cmark>CPR\u003C/mark> di Ponte Galeria, saranno presenti al processo e sul territorio queste settimane.\r\n\r\nIl 12 febbraio ci sarà un presidio fuori dal tribunale alle 9.00 del mattino. 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Tuttx accusatx di resistenza a pubblico ufficiale con le aggravanti di violenza e minaccia, tutto in concorso in più di dieci. Alcunx a vario titolo anche di violenza privata, lesioni e danneggiamento. I fatti si riferiscono al 28 febbraio 2024 quando un nutrito gruppo di compagnx, amicx e solidali si é messo in mezzo durante il trasferimento del nostro compagno Jamal dalla Questura di Torino (lì trattenuto in seguito a un fermo in strada) al CPR di Milano via Corelli, tentando quello che riteniamo ancora il possibile: inceppare la macchine delle espulsioni. A chi di noi qualche settimana dopo ha corso all'areoporto di Malpensa, nel tentativo di fermare la deportazione di Jamal, bloccandone poi di fatto, quella di un'altra persona, l'aggravante relativa a quei fatti ha portato il GIP a stabilire la peculiare misura delle due firme quotidiane. Ancora una volta il PM Scafi non ha mancato di chiedere carcere e domiciliari per i fatti in questione portandone a casa un magro bottino. Mettersi in mezzo al trasferimento in veri e propri lager - quello di via Corelli e di Gradisca d’Isonzo - e alla deportazione di Jamal era il minimo che si potesse fare - e purtroppo troppo poco - al fianco di un compagno e un amico. Il minimo contro il sistema razzista e torturatore, che detiene e deporta. Provare ad inceppare la macchina delle espulsioni è possibile. Fuoco ai CPR. 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Allora le immagini dei Tg nazionali sconvolsero buona parte del paese, svegliato bruscamente alle porte del nuovo millenio con la minaccia proclamata a reti unificate di un'invasione barbarica. Un paese, se è permesso qui usare una simile astrazione, con una coscienza ancora incuneata nell'idea di un provincialismo sentito come protettivo, in qualche modo ancora largamente ignaro di essere invece uno degli ingressi geografici dell'UE, di essere uno dei prodotti di uno Stato avanzato e ininterrotamente colonizzatore, di essere inserito con buona posizione in un'economia globale che di lì a poco avrebbe mostrato la sua faccia più truce anche nell'ultima landa del meridione. Che non si fraintenda: non si vuole qui affermare che fosse assente l'idea di uno sfruttamento massiccio e crudele, ancora troppo vicini la fame della guerra e i sopprusi nei campi o in fabbrica, ma dopo la grande sconfitta degli anni '70 il sentire della classe povera nei decenni successivi è stato assestativo, rinchiuso in una miseria percepita nelle città principali così come nelle campagne con consapevole ma rassegnata pacatezza attraverso la lente della disoccupazione strutturale, delle bricciole dello stato sociale, con una rete di relazioni ancora fittamente familiare e di conseguenza nel bene o nel male paracadute della disgrazia.\r\n\r\nErano gli anni '90 e le immagini pubblicitarie delle Ong che intervallavano sulla RAI le proiezioni di Lunedì Cinema parlavano ormai da tempo di piccoli sforzi come l'equivalente di un caffè al giorno per salvare i bambini africani immancabilmente rappresentati in lacrime, col ventre gonfio e tra le baracche d'una terra rossa. L'elemento pietistico ed esotico che caratterizzava questi spot ne svelava l'arcano: un mondo ancora peggiore esisteva ma lontano, le migrazioni verso l'Italia c'erano ma come fenomeno verso le metropoli.\r\n\r\n\r\n\r\nL'immagine della nave Vlora che approda a Bari fu uno dei simboli di un cambiamento epocale in quella mentalità da rifugio provinciale di cui si scriveva: quei mondi percepiti come terribili non erano più così lontani e l'economia globale avrebbe presto posto individui nati in diversi punti del pianeta in competizione per un tozzo di pane e la stessa commessa.\r\n\r\nL'istituzione dei Cpt da parte del governo Prodi I seguì il decorso canonico, non si parla di quello legislativo ma quello della creazione di un discorso specifico sull'immigrazione, va da sé che non potesse che essere quello che oscillava tra l'emergenza e il pericolo di cui naturalmente \"l'extracomunitario\" era portatore. La legge Turco-Napolitano creò tuttavia da subito frizioni interne ai partiti della maggioranza come anche polemiche più o meno accese da parte del mondo associazionistico delle anime belle che la contornavano. Tutto scontato, tutto fisiologico. Non è un caso difatti che in questo periodo si sviluppano tutta una serie di analisi giuridiche, teorie e critiche filosofiche che si chiedevano (e perseverano tuttora) come la detenzione amministrativa potesse essere giustificata o meno in uno Stato di diritto liberale, la più famosa delle quali è quella sullo Stato d'eccezione riformulata da Giorgio Agamben, divenuta un classico per rimanere nel seminato della razionalità del dominio. Insomma un certo vociare, accademico o comunque sovvenzionato nei tavoli dei circoli della sinistra, per cercare di capire se fosse giusto, sbagliato, eccezionale o \"normalmente eccezionale\" l'internamento senza reato alcuno, la prigione per mancanza di documenti. Dimentiche del \"campo\" come uno dei dispositivi principali dell'economia di guerra in tutto il '900, queste affabulazioni teoriche rimanevano e rimangono nel quadro della ricerca della legittimità giuridica, vedendo lo Stato solo nella sua veste corta del diritto e non nell'insieme di rapporti di guerra che lo costituiscono sostanzialmente e con soluzione di continuità dal carroarmato, passando dall'anagrafe e dal lavoro, fino all'ultimo manganello.\r\n\r\nNei Centri da subito le rivolte dei reclusi, la resistenza alle deportazioni, gli scioperi collettivi e i danneggiamenti hanno distrutto più volte le strutture e di conseguenza indicato la strada per la loro scomparsa, coerentemente sempre la stessa. Molti compagni e compagne hanno in tutt'Italia colto l'afflato di libertà e il significato generale che ne usciva contribuendo a quella lotta su diversi piani fino ad arrivare al 2013, in cui buona parte delle strutture erano inagibili e impossibilitate a svolgere il ruolo detentivo.\r\n\r\nEbbene sì, perché la strada indicata incessantemente dalle rivolte ha bisogno di sostegno e di voler vedere quei luoghi distrutti perché nessuno dovrebbe essere imprigionato e perché si riconosce che non sono eccezione ma dispositivi che svolgono un determinato ruolo deterrente, intimidatorio e persino economico necessario a questa società e in questa società, non al di fuori. Tutto ciò non è possibile se non tenendo insieme capre e cavoli, non si può voler far sparire i Cpr se non si capisce quali sono i rapporti sociali che lo necessitano e provare avversità anche per questi. Se non si capisce il Cpr come paradigma sociale, il rischio è quello di finire per supportare forme di controllo ed espulsione più \"umane\", collaborare per ottenerle, fare proposte che facciano chiudere \"il centro di detenzione\", ma che veicolino le stesse necessità repressive in altra maniera.\r\n\r\nEcco perché le critiche democratiche sui Cpt-Cie-Cpr basate sull'illegittimità della forma giuridica o sulle condizioni disumane di reclusione hanno invece negli anni assunto varie forme, fino ad arrivare alla proposta da parte di alcuni enti \"sensibili\" di co-gestione dei problemi migratori. È questo il caso di LasciateCIEntrare, Campagna fondata nel 2011 con lo scopo di testimoniare ciò che accadeva negli allora Cie e la cui collaborazione con i partiti di governo che la detenzione amministrativa l'hanno istituita e rinnovata non è mai stato nascosto, i suoi membri hanno persino stilato un documento politico dell’ottobre 2013 e pubblicato nell’opuscolo “Mai più CIE” in cui la classica critica democratica alla detenzione amministrativa perché non abbastanza umana viene accompagnata da un intero capitolo di proposte, intitolato “Per una diversa disciplina delle espulsioni”, in cui si dice che “non è sufficiente smantellare il sistema degli attuali CIE né la questione si può ridurre ad un loro miglioramento“. Proprio per questo la Campagna propone tra le altre cose di “razionalizzare le tipologie espulsive“, “incentivare forme di rimpatrio/rientro volontario“, prevedere “identificazione e allontanamento delle persone pericolose” studiando “modalità di identificazione e predisposizione dei documenti necessari all’accompagnamento durante l’esecuzione della pena (in carcere o nelle differenti forme di espiazione)“.\r\n\r\nLa strada per un mondo senza Cpr non è una strada di espiazione o di gironi infernali alternativi, non è una campagna culturale che utilizza delegazioni di politici come strumento di conoscenza di ciò che accade dentro, interviste giornalistiche come mezzo di diffusione, ma soprattutto non è una strada che ha come obiettivo il riconoscimento da parte dell'autorità della disumanità di certi luoghi. La strada per un mondo senza Cpr è quella in grado di sostenere realmente il \"fuoco al Cpr\".\r\n\r\nA Macerie su Macerie una compagna romana ci raccontacome in contesti di lotta si insinuano e agiscono enti istituzionali come LasciateCIEntrare:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/msm-10-feb.mp3\"][/audio]","12 Febbraio 2020","2020-02-12 20:23:26","Macerie su Macerie - 10 febbraio 2020. Cpr e questioni dirimenti",1581538940,[],[],{"post_content":420,"post_title":424},{"matched_tokens":421,"snippet":422,"value":423},[87,71],"grado di sostenere realmente il \"\u003Cmark>fuoco\u003C/mark> al \u003Cmark>Cpr\u003C/mark>\".\r\n\r\nA Macerie su Macerie una","Era il 1998 quando la detenzione amministrativa è stata istituita in Italia con gli allora Cpt, nati dopo le forme di campo concentrazionario improvvisate in Puglia per i massici sbarchi dai balcani, in particolar modo dall'Albania. Allora le immagini dei Tg nazionali sconvolsero buona parte del paese, svegliato bruscamente alle porte del nuovo millenio con la minaccia proclamata a reti unificate di un'invasione barbarica. Un paese, se è permesso qui usare una simile astrazione, con una coscienza ancora incuneata nell'idea di un provincialismo sentito come protettivo, in qualche modo ancora largamente ignaro di essere invece uno degli ingressi geografici dell'UE, di essere uno dei prodotti di uno Stato avanzato e ininterrotamente colonizzatore, di essere inserito con buona posizione in un'economia globale che di lì a poco avrebbe mostrato la sua faccia più truce anche nell'ultima landa del meridione. Che non si fraintenda: non si vuole qui affermare che fosse assente l'idea di uno sfruttamento massiccio e crudele, ancora troppo vicini la fame della guerra e i sopprusi nei campi o in fabbrica, ma dopo la grande sconfitta degli anni '70 il sentire della classe povera nei decenni successivi è stato assestativo, rinchiuso in una miseria percepita nelle città principali così come nelle campagne con consapevole ma rassegnata pacatezza attraverso la lente della disoccupazione strutturale, delle bricciole dello stato sociale, con una rete di relazioni ancora fittamente familiare e di conseguenza nel bene o nel male paracadute della disgrazia.\r\n\r\nErano gli anni '90 e le immagini pubblicitarie delle Ong che intervallavano sulla RAI le proiezioni di Lunedì Cinema parlavano ormai da tempo di piccoli sforzi come l'equivalente di un caffè al giorno per salvare i bambini africani immancabilmente rappresentati in lacrime, col ventre gonfio e tra le baracche d'una terra rossa. L'elemento pietistico ed esotico che caratterizzava questi spot ne svelava l'arcano: un mondo ancora peggiore esisteva ma lontano, le migrazioni verso l'Italia c'erano ma come fenomeno verso le metropoli.\r\n\r\n\r\n\r\nL'immagine della nave Vlora che approda a Bari fu uno dei simboli di un cambiamento epocale in quella mentalità da rifugio provinciale di cui si scriveva: quei mondi percepiti come terribili non erano più così lontani e l'economia globale avrebbe presto posto individui nati in diversi punti del pianeta in competizione per un tozzo di pane e la stessa commessa.\r\n\r\nL'istituzione dei Cpt da parte del governo Prodi I seguì il decorso canonico, non si parla di quello legislativo ma quello della creazione di un discorso specifico sull'immigrazione, va da sé che non potesse che essere quello che oscillava tra l'emergenza e il pericolo di cui naturalmente \"l'extracomunitario\" era portatore. La legge Turco-Napolitano creò tuttavia da subito frizioni interne \u003Cmark>ai\u003C/mark> partiti della maggioranza come anche polemiche più o meno accese da parte del mondo associazionistico delle anime belle che la contornavano. Tutto scontato, tutto fisiologico. Non è un caso difatti che in questo periodo si sviluppano tutta una serie di analisi giuridiche, teorie e critiche filosofiche che si chiedevano (e perseverano tuttora) come la detenzione amministrativa potesse essere giustificata o meno in uno Stato di diritto liberale, la più famosa delle quali è quella sullo Stato d'eccezione riformulata da Giorgio Agamben, divenuta un classico per rimanere nel seminato della razionalità del dominio. Insomma un certo vociare, accademico o comunque sovvenzionato nei tavoli dei circoli della sinistra, per cercare di capire se fosse giusto, sbagliato, eccezionale o \"normalmente eccezionale\" l'internamento senza reato alcuno, la prigione per mancanza di documenti. Dimentiche del \"campo\" come uno dei dispositivi principali dell'economia di guerra in tutto il '900, queste affabulazioni teoriche rimanevano e rimangono nel quadro della ricerca della legittimità giuridica, vedendo lo Stato solo nella sua veste corta del diritto e non nell'insieme di rapporti di guerra che lo costituiscono sostanzialmente e con soluzione di continuità dal carroarmato, passando dall'anagrafe e dal lavoro, fino all'ultimo manganello.\r\n\r\nNei Centri da subito le rivolte dei reclusi, la resistenza alle deportazioni, gli scioperi collettivi e i danneggiamenti hanno distrutto più volte le strutture e di conseguenza indicato la strada per la loro scomparsa, coerentemente sempre la stessa. Molti compagni e compagne hanno in tutt'Italia colto l'afflato di libertà e il significato generale che ne usciva contribuendo a quella lotta su diversi piani fino ad arrivare al 2013, in cui buona parte delle strutture erano inagibili e impossibilitate a svolgere il ruolo detentivo.\r\n\r\nEbbene sì, perché la strada indicata incessantemente dalle rivolte ha bisogno di sostegno e di voler vedere quei luoghi distrutti perché nessuno dovrebbe essere imprigionato e perché si riconosce che non sono eccezione ma dispositivi che svolgono un determinato ruolo deterrente, intimidatorio e persino economico necessario a questa società e in questa società, non al di fuori. Tutto ciò non è possibile se non tenendo insieme capre e cavoli, non si può voler far sparire i \u003Cmark>Cpr\u003C/mark> se non si capisce quali sono i rapporti sociali che lo necessitano e provare avversità anche per questi. 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Gli/le imputatx del processo in questione saranno Annalisa Spataro, la direttrice del tempo per conto di GEPSA - multinazionale della detenzione che per anni ha lucrato sul centro di Corso Brunelleschi – e il medico Fulvio Pitanti che destinò Moussa al confinamento sanitario.Ma – come sempre succede – lo Stato torturatore e assassino ri-assolve sé stesso e le proprie leggi razziste in un palcoscenico fittizio. Mentre processa due dei tanti tasselli della macchina di morte, riapre proprio quel CPR in cui Moussa fu – come tanti altri – rinchiuso, torturato e sottoposto a ogni sorta di violenza e manipolazione sistemica.\r\nChi sono i colpevoli di tutto questo lo sappiamo già e nessun tribunale lo dovrà scoprire: è la lunga lista di responsabili e complici di un sistematico impianto razzista e classista che sfrutta sul lavoro, tortura nei CPR e deporta coattamente negli aerei di linea e nei charter.Sappiamo anche bene che la Storia ci ha insegnato che solo il fuoco dei ribelli, la rabbia di chi subisce quella violenza, chiude i CPR, da dentro e con la lotta.\r\nNel Febbraio 2023 il fuoco della rivolta ha illuminato le notti fredde di un qualsiasi inverno torinese e - a due anni da quelle settimane di coraggio - la controparte riaffila le sue lame e tenta la riapertura di Corso Brunelleschi, mentre costruisce la pantomima del “giudizio” sui supposti “unici” responsabili di una delle tanti morti di Stato.\r\nTra i vari morti di CPR e di razzismo c’è Ousmane Sylla, morto il 4 Febbraio 2024, pochi giorni dopo che il coraggio dei reclusi aveva distrutto il CPR punitivo di Trapani Milo. Ousamane veniva dallo stesso paese della Guinea di Moussa Balde. A Ponte Galeria – il lager in cui si tolse la vita - arrivò a seguito di un trasferimento dopo le rivolte di uno dei CPR siciliani. Sappiamo bene cosa sono i trasferimenti dopo la lotta: sono la punizione coercitiva, umiliante e violenta, sono la vendetta dello Stato contro chi si ribella.\r\nOusmane e Moussa sono due tra i tanti morti di Stato, silenziati e invisibilizzati. Le loro storie incontrano il dispositivo della frontiera, i fascisti aggressori nelle strade, i reparti antisommossa a sedare le rivolte nei CPR, le leggi clandestinizzanti che impediscono l’accesso al permesso di soggiorno, la retorica razzista diffusa, le prigioni, i lager, gli psicofarmaci coatti e il vuoto umano e politico attorno. Le loro storie sono costruite attorno alla violenza sistemica e solo con uno sguardo complessivo possiamo provare a raccontarle; con nel cuore i giorni in cui il CPR di Torino bruciò.\r\nAi microfoni di Radio Blackout durante la trasmissione Harraga - nel tentativo di restituire un pezzo di questo complesso mosaico di razzismo sistemico e slanci di lotta contro esso - una compagna di Ventimiglia ci parla dell’imminente arrivo in Italia delle famiglie di Moussa e Ousmane e dell’importanza della decisione di venire a seguire il processo, esprimersi chiaramente, protestare e prendere posizione rispetto ai dispositivi razzisti che hanno ucciso i loro cari (e tantx altrx). Nonché ci racconta gli ultimi aggiornamenti da una delle frontiere più mediatizzate sulla linea franco-italiana.\r\n\r\n\r\nAscolta qui il podcast: \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/podcast-ventimiglia-e-processo-balde.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nPer aggiornamenti visitare il sito Parole sul Confine - Testimonianze, storie e resistenze.\r\nPer contribuire al crowfounding: https://www.papayoux-solidarite.com/fr/collecte/contro-il-cpr-per-moussa-balde","28 Dicembre 2024","2024-12-28 15:54:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/162204-md-200x110.jpg","DI FRONTIERE E CPR: sulla morte di Moussa Balde e Ousmane Sylla, con aggiornamenti dalla frontiera ligure",1735400796,[282,449],"http://radioblackout.org/tag/frontiera/",[18,343],{"post_content":452,"post_title":457,"tags":460},{"matched_tokens":453,"snippet":455,"value":456},[77,454],"Ai","i giorni in cui il \u003Cmark>CPR\u003C/mark> di Torino bruciò.\r\n\u003Cmark>Ai\u003C/mark> microfoni di Radio Blackout durante la","Il 12 Febbraio 2024 inizierà – a Torino - il processo in merito \u003Cmark>ai\u003C/mark> fatti che condussero Moussa Balde a suicidarsi all’interno dell’area di isolamento “sanitario” del \u003Cmark>CPR\u003C/mark> di Corso Brunelleschi, durante la primavera del 2021. 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tra le sue celle e in mezzo alle sue sbarre una quotidiana lotta, colpo su colpo, per la libertà viene portata avanti dai prigionieri.\r\nTra le ceneri dell’aerea rossa ancora memori del fuoco che l’ha arsa e il resto del CPR reso scheletro edile con pochi suppellettili: i detenuti trasformano ogni piccolo oggetto - ogni resto di una struttura fatiscente - in strumento di lotta che generi spiragli di libertà, evasione, rivolta.\r\nDinanzi a tutta questa potenza ribelle la celere entra a menare senza indugi ogni corpo, con il fine ultimo di cementarli in quella struttura fino al tempo della deportazione.\r\nDa sempre le storie dei prigionieri di Gradisca d’Isonzo ci insegnano il coraggio.\r\nRaccontarle – in diretta con compagnx del luogo – ai microfoni di Harraga (trasmissione contro CPR e frontiera in diretta su RadioBlackOut) ci permette di ricordare con chiarezza quanta forza esista dietro lo slancio di libertà.\r\n\r\nCerchiamo di rifare il punto dunque di ciò che succede in quel lager: la sua ridotta capacità strutturale, le continue rivolte, l’accendersi incessante dei fuochi e le proteste che arrivano fin dentro gli aerei.\r\nAspettando il giorno in cui di questi lager, e della loro capacità espulsiva, non rimarrà che polvere.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Harraga_Gradisca_13062025.mp3\"][/audio]","18 Giugno 2025","2025-06-18 15:05:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/gradisca-200x110.jpg","LAGER di GRADISCA D’ISONZO: aggiornamenti e riflessioni di Giugno 2025",1750252800,[282,492,493,494,495],"http://radioblackout.org/tag/deportazioni/","http://radioblackout.org/tag/gradisca-disonzo/","http://radioblackout.org/tag/radio-blackout/","http://radioblackout.org/tag/rivolte/",[18,347,349,335,333],{"post_content":498,"tags":502},{"matched_tokens":499,"snippet":500,"value":501},[72,77],"diretta con compagnx del luogo – \u003Cmark>ai\u003C/mark> microfoni di Harraga (trasmissione contro \u003Cmark>CPR\u003C/mark> e frontiera in diretta su","Mentre lo Stato si impegna – a suon di tortura e manganelli – a tenere in-piedi il lager deportativo di Gradisca d’Isonzo; 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Ribadiamo non solo la necessità di portare una solidarietà attiva a chi, ogni giorno, resiste alla detenzione amministrativa ma anche di assumersi la responsabilità politica di sostenere i rivoltosi: visibilizzare la loro lotta e restituire la verità in merito all’importanza e alla potenza della ribellione in questo mondo soggiogato alle logiche mortifere del capitalismo.\r\nCogliamo l’occasione per ribadire anche come le dinamiche predatrici di una certa sinistra moderata o di una scandalizzata – e scandalizzabile - società civile altro non sono che inaccettabili posture produttrici di un discorso pacificatorio, disciplinante e illusivo.\r\n\r\nNon per un vano ribellismo ma per amor di verità: i CPR si chiudono da dentro e con il fuoco. Sta a noi sostenere i ribelli.\r\n\r\nHarraga – trasmissione in onda su RadioBlackout, ogni venerdì dalle 15 alle 16 – tenta di opporsi alla silenziazione a cui i rivoltosi sono sottoposti, restituendo la complessità storico-politico-geografica di ogni momento di lotta.\r\nAi microfoni alcunx compagnx di quella zona d’Italia, ci raccontano la storia del lager, le ultime vicende e l’affilarsi della lama repressiva.\r\n\r\nAscolta qui il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/Harraga_31_01_2025.mp3\"][/audio]","3 Febbraio 2025","2025-02-03 13:55:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/WhatsApp-Image-2025-02-02-at-16.18.06-1-200x110.jpeg","SULLA LOTTA DI INIZIO ANNO NEL CPR DI GRADISCA D’ISONZO",1738590932,[282,538],"http://radioblackout.org/tag/rivolta/",[18,339],{"post_content":541,"post_title":545,"tags":548},{"matched_tokens":542,"snippet":543,"value":544},[77,87],"per amor di verità: i \u003Cmark>CPR\u003C/mark> si chiudono da dentro e con il \u003Cmark>fuoco\u003C/mark>. 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