","Giannini: dalla Digos a capo della polizia","post",1615305163,[62,63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/capo-della-polizia/","http://radioblackout.org/tag/depistaggio-caso-alpi/","http://radioblackout.org/tag/digos/","http://radioblackout.org/tag/gabrielli/","http://radioblackout.org/tag/lamberto-giannini/","http://radioblackout.org/tag/lamorgese/","http://radioblackout.org/tag/servizi-segreti/",[70,71,72,73,74,75,76],"capo della polizia","depistaggio caso alpi","digos","gabrielli","lamberto giannini","lamorgese","servizi segreti",{"post_content":78,"tags":83},{"matched_tokens":79,"snippet":81,"value":82},[80],"Gabrielli","della polizia al posto di \u003Cmark>Gabrielli\u003C/mark>, promosso sottosegretario agli Interni con","Lamberto Giannini, la cui carriera si è forgiata nella Digos, è il nuovo capo della polizia al posto di \u003Cmark>Gabrielli\u003C/mark>, promosso sottosegretario agli Interni con delega ai servizi. Con Lamorgese, confermata a capo degli Interni, abbiamo di fronte un apparato repressivo fatto di veri professionisti della repressione.\r\n\r\nNel 1998 il neo capo della Polizia Lamberto Giannini ebbe un ruolo centrale nell’arresto e nell’incriminazione di Hashi Omar Hassan, il cittadino somalo accusato ingiustamente dell’omicidio dei giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Fu tenuto in carcere per 17 anni sulla base di alcune testimonianze anomale raccolte proprio da Giannini. Per il Tribunale di Perugia, che assolse il somalo nel 2016, si trattò di “un depistaggio di ampia portata”.\r\n\r\nUn uomo della squadra “politica” a capo della polizia, con il suo predecessore ai servizi segreti, rappresenta bene la scelta di campo del governo: trattare le insorgenze sociali come questioni di ordine pubblico.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-09-polizia-rob.mp3\"][/audio]",[84,86,88,90,93,95,97],{"matched_tokens":85,"snippet":70},[],{"matched_tokens":87,"snippet":71},[],{"matched_tokens":89,"snippet":72},[],{"matched_tokens":91,"snippet":92},[73],"\u003Cmark>gabrielli\u003C/mark>",{"matched_tokens":94,"snippet":74},[],{"matched_tokens":96,"snippet":75},[],{"matched_tokens":98,"snippet":76},[],[100,105],{"field":36,"indices":101,"matched_tokens":102,"snippets":104},[14],[103],[73],[92],{"field":106,"matched_tokens":107,"snippet":81,"value":82},"post_content",[80],578730123365712000,{"best_field_score":110,"best_field_weight":111,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":112,"tokens_matched":26,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":114,"highlight":138,"highlights":146,"text_match":152,"text_match_info":153},{"cat_link":115,"category":116,"comment_count":48,"id":117,"is_sticky":48,"permalink":118,"post_author":51,"post_content":119,"post_date":120,"post_excerpt":54,"post_id":117,"post_modified":121,"post_thumbnail":122,"post_thumbnail_html":123,"post_title":124,"post_type":59,"sort_by_date":125,"tag_links":126,"tags":133},[45],[47],"48099","http://radioblackout.org/2018/06/uccisione-di-jefferson-a-genova-gabrielli-rilancia-sul-taser-per-la-polizia/","Domenica a Genova il ventenne equadoriano Jefferson Garcìa Tomala è stato ucciso da un poliziotto, intervenuto in supporto a un medico per un trattamento sanitario obbligatorio. Il giovane aveva aggredito un agente con un coltello dopo essere stato colpito con lo spray al peperoncino e il collega del poliziotto ha sparato almeno cinque colpi di pistola. Il capo della polizia Franco Gabrielli, nel commentare la vicenda, ha annunciato: \"Per la sicurezza di tutti, le forze dell'ordine avranno pistole elettriche taser\".\r\n\r\nC'è l'ok del ministro dell'Interno Matteo Salvini e del capo della polizia Franco Gabrielli, convinto che a Genova la pistola elettrica avrebbe evitato al poliziotto di restare ferito da una coltellata e soprattutto avrebbe risparmiato la vita al giovane. Presto i poliziotti avranno in dotazione i taser, ufficialmente con la motivazione che così potranno agire in sicurezza e non arrecare danno eccessivo alle persone in determinati interventi (tra cui l'ordine pubblico).\r\n\r\nLo scorso 20 marzo una circolare del vice capo della polizia dichiarava l'arma elettrica compatibile con la normativa italiana: un apparente paradosso, visto che l'Onu la classifica come strumento di tortura. A seguito della circolare, che ha avviato la sperimentazione della pistola taser in sei questure italiane, Amnesty International Italia ha rilasciato questo commento: “Apparentemente, queste pistole sembrano avere tutti i vantaggi: facili da usare, efficaci e risolutive in situazioni complicate, tanto nei confronti di persone recalcitranti all’arresto quanto di prigionieri in rivolta o di folle aggressive. In più, portano con sé quella definizione rassicurante di ‘armi meno che letali’ o ‘non letali’\". Ma, proseguono, i dati restituiscono un quadro diverso: \"negli Usa e in Canada, dal 2001, il numero delle morti direttamente o indirettamente correlate alle taser è superiore al migliaio. Nel 90 per cento dei casi, le vittime erano disarmate. Gli studi medici a disposizione sono concordi nel ritenere che l’uso delle Taser abbia avuto conseguenze mortali su soggetti con disturbi cardiaci o le cui funzioni, nel momento in cui erano stati colpiti dalla Taser, erano compromesse da alcool o droga o, ancora, che erano sotto sforzo, ad esempio al termine di una colluttazione o di una corsa. Altro fattore di preoccupazione è la facilità con cui la Taser può rilasciare scariche multiple, che possono danneggiare anche irreversibilmente il cuore o il sistema respiratorio\".\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nQuesta mattina abbiamo intervistato l'avvocato penalista Stefano Bertone, che ha preso posizione e commentato i rischi dell'utilizzo della pistola taser:\r\n\r\nUnknown","13 Giugno 2018","2018-06-14 15:37:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/taser2-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"259\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/taser2.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Uccisione di Jefferson a Genova, Gabrielli rilancia sul Taser per la polizia",1528890751,[127,128,129,130,131,132],"http://radioblackout.org/tag/abuso-di-polizia/","http://radioblackout.org/tag/aggressione-poliziesca/","http://radioblackout.org/tag/polizia/","http://radioblackout.org/tag/radio-blackout/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/taser/",[134,135,136,137,22,20],"abuso di polizia","aggressione poliziesca","polizia","Radio Blackout",{"post_content":139,"post_title":143},{"matched_tokens":140,"snippet":141,"value":142},[80],"Il capo della polizia Franco \u003Cmark>Gabrielli\u003C/mark>, nel commentare la vicenda, ha annunciato:","Domenica a Genova il ventenne equadoriano Jefferson Garcìa Tomala è stato ucciso da un poliziotto, intervenuto in supporto a un medico per un trattamento sanitario obbligatorio. 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In compagnia di potenze regionali e internazionali come Arabia Saudita, Emirati, Cina, Russia e altre, l'Italia ha da parte sua la delega europea alla promozione dell'esternalizzazione del confine sul continente africano: questa volta si tratta del Sudan, porta di accesso alla Libia per i paesi dell'Africa orientale.\r\n\r\n\r\n\r\nIn un'intervista ad agosto del 2022 il generale golpista Dagalo confermava ciò su cui Il Fatto Quotidiano e Africa Express avevano fatto luce: il coinvolgimento iniziato a Gennaio dello stesso anno dell'AISE nell'addestramento dell'RSF (ex Janjaweed), inaugurato da diversi viaggi compiuti dal colonnello dei servizi Antonio Colella specializzato in cyber security e poi dal direttore di allora dell'agenzia Giovanni Caravelli. In perfetta continuità con il memorandum d'intesa firmato nel 2016 tra Franco Gabrielli (allora capo della Polizia e degli affari di pubblica sicurezza, governo Renzi) e le autorità militari sudanesi per la \"prevenzione e contrasto in materia di immigrazione clandestina, terrorismo e traffico di droga\" (un commento di ASGI del memorandum la puoi leggere qui) La solita retorica che l'Italia ha contribuito a rendere realtà inviando istruttori, mezzi e droni. Ne abbiamo parlato con Massimo Alberizzi, direttore di Africa Express che ne ha scritto lungamente in diversi articoli.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/sudan.italia.mp3\"][/audio]","13 Maggio 2023","2023-05-14 12:31:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/1000_F_463883305_bhlkdWrNbrzgHqPPNQ1jEbrfKIYyKMcl-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"264\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/1000_F_463883305_bhlkdWrNbrzgHqPPNQ1jEbrfKIYyKMcl-300x264.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/1000_F_463883305_bhlkdWrNbrzgHqPPNQ1jEbrfKIYyKMcl-300x264.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/1000_F_463883305_bhlkdWrNbrzgHqPPNQ1jEbrfKIYyKMcl-768x675.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/1000_F_463883305_bhlkdWrNbrzgHqPPNQ1jEbrfKIYyKMcl.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Le responsabilità italiane nell'addestramento delle RSF sudanesi",1683982546,[171,172,173],"http://radioblackout.org/tag/interessi-delliitaia-in-sudan/","http://radioblackout.org/tag/servizi-segreti-italiani/","http://radioblackout.org/tag/sudan/",[175,176,177],"interessi dellìitaia in sudan","servizi segreti italiani","Sudan",{"post_content":179},{"matched_tokens":180,"snippet":181,"value":182},[80],"firmato nel 2016 tra Franco \u003Cmark>Gabrielli\u003C/mark> (allora capo della Polizia e","Un conflitto che passa per essere una catastrofica e localizzata prova di forza tra due signori della guerra per il controllo di territorio, popolazione e forza armate nasconde ovviamente trame di interessi stratificati multipolari che vanno ben oltre i netti confini politici dello stato sudanese. 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Sono ben 2 le nuove occupazioni che interessano il territorio bolognese, una in Via Agucchi, tra i cantieri del nuovo passante di mezzo, uno degli immobili espropriati proprio per la costruzione di questa grande opera che è al centro della contestazione dell3 occupanti, e un'altra in via della Certosa, proprio a ridosso dell'ingresso monumentale del cimitero di Bologna. Abbiamo parlato con due occupanti di quest'ultima, che da una settimana si prendono cura e condividono gli spazi del giardino e dei locali dell'ex vivaio Gabrielli, da molti anni chiuso e in stato di totale abbandono, con l3 abitanti del quartiere e chiunque ne abbia voglia. Lo spazio, ribattezzato \"la Vivaia\", risponde alle esigenze di incontro e organizzazione delle realtà transfemministe queer di Bologna e vuole restituire alla città un luogo di incontro, mutualismo, condivisione di saperi e socialità slegata dalle logiche del consumo e della produttività.\r\n\r\nPer rimanere aggiornat3 sulle tante iniziative, e parteciparvi, seguite il canale telegram https://t.me/vivaiatfq e la pagina fb https://www.facebook.com/people/Vivaia-TFQ/100091773126168/ della Vivaia, e intanto, ascoltate e scaricate la diretta di questa mattina:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/vivaia.mp3\"][/audio]","17 Aprile 2023","2023-04-18 01:58:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/vivaia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"111\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/vivaia-300x111.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/vivaia-300x111.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/vivaia-768x284.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/vivaia.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Nasce la Vivaia Transfemminista Queer",1681750798,[203,204,205,206],"http://radioblackout.org/tag/bologna/","http://radioblackout.org/tag/occupazioni/","http://radioblackout.org/tag/queer/","http://radioblackout.org/tag/transfemminista/",[208,15,209,210],"Bologna","queer","transfemminista",{"post_content":212},{"matched_tokens":213,"snippet":214,"value":215},[80],"e dei locali dell'ex vivaio \u003Cmark>Gabrielli\u003C/mark>, da molti anni chiuso e","Buone notizie da Bologna! 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I fatti dimostrano il contrario. Sia la cooperazione militare sia le operazioni di addestramento della polizia egiziana da parte di quella italiana vanno a gonfie vele. L’Italia è arrivata a caldeggiare la candidatura dell’Egitto come accademia di polizia per gli altri stati africani.\r\n\r\nNel settembre 2018, infatti, i militari italiani sono stati impegnati in una lunga e complessa esercitazione aeronavale e terrestre nell’Egitto nord-occidentale, accanto ai reparti d’élite delle forze armate egiziane e USA e di quelle di altri due imbarazzanti partner mediorientali, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, contestualmente impegnati a bombardare la popolazione civile in Yemen anche con velivoli e bombe made in Italy. Peccato però che della partecipazione italiana alla maxi-esercitazione multinazionale in Egitto non c’è traccia nei report dello Stato Maggiore della difesa, di norma prodigo a fornire particolari sugli uomini e i sistemi d’arma impiegati nei giochi di guerra d’oltremare.\r\nBright Star, cioè stella luminosa, è il nome in codice dell’esercitazione tenutasi dal 10 al 20 settembre 2018 ad ovest di Alessandria d’Egitto, con quartier generale e comando operativo nella base militare “Mohamed Naguib” del governatorato di Marsa Matruh, al confine con la Libia. Secondo il portavoce delle forze armate egiziane, Tamer El-Refaei, a Bright Star 2018 hanno partecipato unità di Egitto, Stati Uniti d’America, Grecia, Giordania, Italia, Francia, Arabia Saudita, Regno Unito ed Emirati Arabi, più “osservatori” provenienti da 13 nazioni: Libano, Rwanda, Iraq, Pakistan, India, Kenya, Tanzania, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Sud Africa, Senegal e Canada.\r\nI precedenti war games all’ombra delle piramidi erano stati accompagnati da comunicati stampa delle forze armate tricolori. Nel 2018, dopo il caso Regeni, il governo italiano, ha deciso di lanciare il sasso, nascondendo la mano: si è guardato bene dal sospendere la partecipazione italiana a Bright Star, ma vi ha fatto calare un imbarazzato silenzio stampa.\r\nTre mesi più tardi di Bright Star, le forze aeronavali di Egitto, Regno Unito ed Italia si sono ritrovate fianco a fianco in un’esercitazione nelle acque nazionali egiziane nel Mediterraneo.\r\nOsservatori militari italiani hanno presenziato all’esercitazione aero-navale “Medusa 10” che si è tenuta nelle acque del Mediterraneo nel dicembre 2020, presenti le unità di Egitto, Grecia, Francia e Cipro. Ad assistere ai war games anche gli osservatori di Germania, USA, Giordania, Sudan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.\r\n\r\nIl primo dicembre 2019 il Ministero dell’Interno dell’Egitto annunciava la firma a Roma di un protocollo che prorogava sino alla fine del 2021 le attività di formazione e addestramento congiunte tra la polizia egiziana e quella italiana.\r\nSull’indigesta partnership con le forze dell’ordine egiziane, responsabili di torture omicidi, il Viminale ha preferito sino ad oggi mantenere il silenzio. Nonostante dalla scomparsa del giovane ricercatore, a capo del Viminale si siano alternate quattro persone (Alfano, Minniti, Salvini e Lamorgese), il modus operandi è stato lo stesso: finanziare, addestrare e armare nell’ombra i partner egiziani.\r\n\r\nIl 13 settembre 2017 il salto qualitativo nella collaborazione inter-ministeriale: a Roma veniva siglato un protocollo tecnico tra il Capo dell’Accademia di Polizia Ahmed Adel Elamry e il prefetto Bontempi per promuovere un Centro internazionale di formazione specialistica nel settore del controllo delle frontiere e della gestione dei flussi migratori. Il Centro sarà poi istituito al Cairo proprio nell’Accademia che da tempi remoti forma le sanguinarie forze dell’ordine egiziane. “Si tratta di un’istituzione tristemente nota per detenzioni arbitrarie, torture e uccisioni extragiudiziali.\r\nIl programma di formazione al Cairo è stato interamente finanziato dal Ministero dell’Interno italiano (grazie al Fondo Interno per la Sicurezza con contributo Ue di 1.073.521 euro) ed è stato co-gestito da funzionari italiani ed egiziani. Denominato Progetto ITEPA (International Training at Egyptian Police Academy) ha preso il via il 19 marzo 2018 con tre corsi annuali per 360 operatori di polizia di 22 Paesi africani: oltre all’Egitto, Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia. Quasi una riedizione, in salsa africana, della Escuela de las Americas che il Pentagono e la CIA istituirono a Panama negli anni ’80 del secolo scorso per addestrare i militari delle dittature latinoamericane.\r\nIl Viminale ha seguito ogni tappa di ITEPA. All’inaugurazione era presente l’allora Capo della Polizia Franco Gabrielli, già direttore dei servizi segreti SISDE e AISE e odierno sottosegretario alla Presidenza del consiglio, con delega alla sicurezza della Repubblica. Roma si è fatta carico perfino delle spese per acquisire i gadget dell’evento, un’esoterica piramide in cristallo ottico con incisione laser, importo 2.500 euro più IVA, contribuendo altresì con più di 40.000 euro per pagare l’alloggio e la ristorazione a 82 partecipanti presso il lussuoso Four Seasons Hotel Cairo at Nile Plaza. Inviato d’onore al workshop di formazione del luglio 2018, l’allora direttore del Servizio immigrazione della Polizia di Stato, Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, dal 22 gennaio scorso vicedirettore dei servizi segreti Aisi (nomina del premier Conte).\r\nIl progetto Itepa si è concluso a Roma il 27 novembre 2019 con una conferenza presso la scuola Superiore di Polizia, alla presenza ancora una volta del prefetto Franco Gabrielli, del direttore centrale dell’Immigrazione Massimo Bontempi e del generale Ahemed Ibrahim. “Considerato il successo riscosso dal progetto, Italia ed Egitto, firmeranno un memorandum d’intesa per estendere la validità del protocollo del 13 settembre 2017, avviando così un’ulteriore edizione che si chiamerà Itepa 2, anch’essa finanziata dall’Unione europea e di durata biennale”, riportava una nota emessa dalla Polizia di Stato. Secondo quanto riferito qualche settimana fa da Ylva Johansson, commissaria Ue per gli Affari Interni, le autorità italiane intenderebbero finanziare il nuovo progetto tramite l’Internal Security Fund Borders and Visa, previsto dal nuovo piano finanziario 2021-2027. L’approvazione definitiva avverrà non prima del settembre di quest’anno.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-30-mazzeo-egitto.mp3\"][/audio]","30 Marzo 2021","2021-03-30 17:37:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"214\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-300x214.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-300x214.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-768x548.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1.png 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Italia-Egitto. 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Sia la cooperazione militare sia le operazioni di addestramento della polizia egiziana da parte di quella italiana vanno a gonfie vele. L’Italia è arrivata a caldeggiare la candidatura dell’Egitto come accademia di polizia per gli altri stati africani.\r\n\r\nNel settembre 2018, infatti, i militari italiani sono stati impegnati in una lunga e complessa esercitazione aeronavale e terrestre nell’Egitto nord-occidentale, accanto ai reparti d’élite delle forze armate egiziane e USA e di quelle di altri due imbarazzanti partner mediorientali, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, contestualmente impegnati a bombardare la popolazione civile in Yemen anche con velivoli e bombe made in Italy. Peccato però che della partecipazione italiana alla maxi-esercitazione multinazionale in Egitto non c’è traccia nei report dello Stato Maggiore della difesa, di norma prodigo a fornire particolari sugli uomini e i sistemi d’arma impiegati nei giochi di guerra d’oltremare.\r\nBright Star, cioè stella luminosa, è il nome in codice dell’esercitazione tenutasi dal 10 al 20 settembre 2018 ad ovest di Alessandria d’Egitto, con quartier generale e comando operativo nella base militare “Mohamed Naguib” del governatorato di Marsa Matruh, al confine con la Libia. Secondo il portavoce delle forze armate egiziane, Tamer El-Refaei, a Bright Star 2018 hanno partecipato unità di Egitto, Stati Uniti d’America, Grecia, Giordania, Italia, Francia, Arabia Saudita, Regno Unito ed Emirati Arabi, più “osservatori” provenienti da 13 nazioni: Libano, Rwanda, Iraq, Pakistan, India, Kenya, Tanzania, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Sud Africa, Senegal e Canada.\r\nI precedenti war games all’ombra delle piramidi erano stati accompagnati da comunicati stampa delle forze armate tricolori. Nel 2018, dopo il caso Regeni, il governo italiano, ha deciso di lanciare il sasso, nascondendo la mano: si è guardato bene dal sospendere la partecipazione italiana a Bright Star, ma vi ha fatto calare un imbarazzato silenzio stampa.\r\nTre mesi più tardi di Bright Star, le forze aeronavali di Egitto, Regno Unito ed Italia si sono ritrovate fianco a fianco in un’esercitazione nelle acque nazionali egiziane nel Mediterraneo.\r\nOsservatori militari italiani hanno presenziato all’esercitazione aero-navale “Medusa 10” che si è tenuta nelle acque del Mediterraneo nel dicembre 2020, presenti le unità di Egitto, Grecia, Francia e Cipro. Ad assistere ai war games anche gli osservatori di Germania, USA, Giordania, Sudan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.\r\n\r\nIl primo dicembre 2019 il Ministero dell’Interno dell’Egitto annunciava la firma a Roma di un protocollo che prorogava sino alla fine del 2021 le attività di formazione e addestramento congiunte tra la polizia egiziana e quella italiana.\r\nSull’indigesta partnership con le forze dell’ordine egiziane, responsabili di torture omicidi, il Viminale ha preferito sino ad oggi mantenere il silenzio. Nonostante dalla scomparsa del giovane ricercatore, a capo del Viminale si siano alternate quattro persone (Alfano, Minniti, Salvini e Lamorgese), il modus operandi è stato lo stesso: finanziare, addestrare e armare nell’ombra i partner egiziani.\r\n\r\nIl 13 settembre 2017 il salto qualitativo nella collaborazione inter-ministeriale: a Roma veniva siglato un protocollo tecnico tra il Capo dell’Accademia di Polizia Ahmed Adel Elamry e il prefetto Bontempi per promuovere un Centro internazionale di formazione specialistica nel settore del controllo delle frontiere e della gestione dei flussi migratori. Il Centro sarà poi istituito al Cairo proprio nell’Accademia che da tempi remoti forma le sanguinarie forze dell’ordine egiziane. “Si tratta di un’istituzione tristemente nota per detenzioni arbitrarie, torture e uccisioni extragiudiziali.\r\nIl programma di formazione al Cairo è stato interamente finanziato dal Ministero dell’Interno italiano (grazie al Fondo Interno per la Sicurezza con contributo Ue di 1.073.521 euro) ed è stato co-gestito da funzionari italiani ed egiziani. Denominato Progetto ITEPA (International Training at Egyptian Police Academy) ha preso il via il 19 marzo 2018 con tre corsi annuali per 360 operatori di polizia di 22 Paesi africani: oltre all’Egitto, Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia. Quasi una riedizione, in salsa africana, della Escuela de las Americas che il Pentagono e la CIA istituirono a Panama negli anni ’80 del secolo scorso per addestrare i militari delle dittature latinoamericane.\r\nIl Viminale ha seguito ogni tappa di ITEPA. All’inaugurazione era presente l’allora Capo della Polizia Franco \u003Cmark>Gabrielli\u003C/mark>, già direttore dei servizi segreti SISDE e AISE e odierno sottosegretario alla Presidenza del consiglio, con delega alla sicurezza della Repubblica. Roma si è fatta carico perfino delle spese per acquisire i gadget dell’evento, un’esoterica piramide in cristallo ottico con incisione laser, importo 2.500 euro più IVA, contribuendo altresì con più di 40.000 euro per pagare l’alloggio e la ristorazione a 82 partecipanti presso il lussuoso Four Seasons Hotel Cairo at Nile Plaza. Inviato d’onore al workshop di formazione del luglio 2018, l’allora direttore del Servizio immigrazione della Polizia di Stato, Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, dal 22 gennaio scorso vicedirettore dei servizi segreti Aisi (nomina del premier Conte).\r\nIl progetto Itepa si è concluso a Roma il 27 novembre 2019 con una conferenza presso la scuola Superiore di Polizia, alla presenza ancora una volta del prefetto Franco \u003Cmark>Gabrielli\u003C/mark>, del direttore centrale dell’Immigrazione Massimo Bontempi e del generale Ahemed Ibrahim. “Considerato il successo riscosso dal progetto, Italia ed Egitto, firmeranno un memorandum d’intesa per estendere la validità del protocollo del 13 settembre 2017, avviando così un’ulteriore edizione che si chiamerà Itepa 2, anch’essa finanziata dall’Unione europea e di durata biennale”, riportava una nota emessa dalla Polizia di Stato. Secondo quanto riferito qualche settimana fa da Ylva Johansson, commissaria Ue per gli Affari Interni, le autorità italiane intenderebbero finanziare il nuovo progetto tramite l’Internal Security Fund Borders and Visa, previsto dal nuovo piano finanziario 2021-2027. 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A questo proposito ieri abbiamo potuto valerci dell'intervento di Denis, componente del Prison Break Project, a illustrarci tutto l'orrore che si cela dietro a uno strumento pensato come arma contro gli insubordinati in dotazione dei nuovi sceriffi che cambierà qualsiasi relazione tra chi può ora terrorizzare e chi rischia mutilazioni, dolorose scariche, infarti... incontrollabilità del proprio corpo paralizzato. Deterrenza verso le vittime e deresponsabilizzazione degli aguzzini.\r\n\r\nAbbiamo invitato Denis a ripercorrere i diversi aspetti approfonditi nel bell'opuscolo che si può scaricare gratuitamente dal sito e lo scambio è stato molto istruttivo per quanto a tratti orrifico, non solo per i mille morti ormai conosciuti anche alle masse distratte (ma che devono essere informate per potersi sentire sicure e contemporaneamente dover assumere atteggiamenti di sottomissione), ma proprio per la minaccia equiparata al manganello di una pistola che ha già mutilato molti e che invece Gabrielli spaccia come sistema più sicuro per immobilizzare rispetto ai cinque colpi serviti a uccidere Jefferson Tomalà per sottoporlo a un Tso.\r\n\r\nUn altro aspetto è quello accennato nel titolo: l'individualizzazione del soggetto da colpire per omologarlo a chi è al suo fianco e vede così cosa rischia, \"cambiando il paradigma dell'ordine pubblico\", con lo scopo di evitare ogni forma di contatto e di organizzazione di lotta da ora in poi, visto che chiunque sia il gestore del Viminale si è dimostrato che non recederà da qualunque strumento sia stato messo a disposizione della repressione e tra questi vi sono anche i proiettili di gomma e le granate di frammentazione. La facilità di utilizzo di questi arnesi si giustifica automaticamente, banalizzando le potenzialità micidiali di un'arma dichiarata non letale senza problematizzarne l'uso e non solo in luoghi chiusi come penitenziari e Cpr.\r\n\r\nC'è però una speranza che proviene dalle esperienze pregresse per ridurre il danno e diminuire l'impatto, come si coglie nella testimonianza di Denis... e poi c'è un altro augurio che possiamo fare al capo della polizia ed è che ne facciano largo uso nelle caserme per risolvere i problemi interni alla comunità in divisa, tanto è solo una scarica di energia.\r\n\r\nLe micidiali armi non letali","8 Settembre 2018","2018-09-19 14:42:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/taser-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/taser-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/taser-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/taser.jpg 560w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Paralizzarne uno per terrorizzare tutti: la subdola repressione del taser",1536427911,[270,271,272,273,131,132],"http://radioblackout.org/tag/armi-non-letali/","http://radioblackout.org/tag/insubordinazione-e-sottomissione/","http://radioblackout.org/tag/letalita-attenuata/","http://radioblackout.org/tag/mutilazioni/",[275,276,277,278,22,20],"armi non letali","insubordinazione e sottomissione","letalità attenuata","mutilazioni",{"post_content":280},{"matched_tokens":281,"snippet":282,"value":283},[80],"mutilato molti e che invece \u003Cmark>Gabrielli\u003C/mark> spaccia come sistema più sicuro","C'è elettricità oggi nell'aria: i media mainstream gongolano tutta la loro fibrillazione perché si è sedata una lite in via Lauro Rossi a Torino semplicemente con la prima estrazione del taser dalla fondina, un condizionamento di qualsiasi espressione sociale in una qualunque comunità. 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pochi giorni fa si è tenuto un “question time” al Senato, nel corso del quale – per la prima volta - il ministro della giustizia Carlo Nordio ha commentato quanto accaduto.\r\n\r\nAscoltiamo e analizziamo le dichiarazioni del ministro:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/BCUPCB_nordio-augusta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n[dalla puntata precedente]\r\nAnalisi del resoconto dell’ispezione di Santi Consolo (garante nazionale delle persone detenute) nel carcere di Augusta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/BCUPCB_visita-garante-augusta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVITERBO E COPAGANDA\r\n\r\n\r\nUn procuratore e una magistrata a processo per non aver raccolto le segnalazioni dei pestaggi e della violenza sistemica nel carcere Mammagialla di Viterbo: un clima di terrore che portò alla morte di Hassan Sharaf, un giovane detenuto di soli 21 anni.\r\n\r\nL’invisibilizzazione mediatica di questa notizia apre a una rapida riflessione sul concetto di Copaganda:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/BCUPCB_viterbo-magistrati.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nLA MACELLERIA DI SANTA MARIA CAPUA VETERE A PROCESSO\r\n[dalla puntata precedente]\r\n\r\nBreve resoconto di quanto sta emergendo dalle udienze riguardanti il massacro del 6 aprile 2020, tra la complicità di tutto il personale del carcere e la sparizione dei referti delle persone massacrate dai secondini:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/BCUPCB_processoSMCVreferti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nRIVOLTA NEL CARCERE DI AVELLINO?\r\n[dalla puntata precedente]\r\n\r\nI sindacati di polizia penitenziaria definiscono “rivolta” i recenti episodi avvenuti nel carcere di Avellino: detenuti asserragliati, olio bollente pronto a essere scagliato sugli agenti… La versione raccolta da chi ha visitato il carcere – lo stesso pomeriggio - è molto diversa, ma in ogni caso è stato attivato il “Protocollo Gabrielli”: militarizzazione interforze di tutta l’area limitrofa il carcere.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/BCUPCB_avellino-bootcamps.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/ / in coda un piccolo approfondimento:\r\n\r\nPartendo dalla riproduzione di una cella al Salone del Libro di Torino a fini esperienziali, passiamo a qualche accenno sui programmi statunitensi per “raddrizzare i giovani con la paura”: Scared Straight Programs, Boot Camps et similia.","30 Maggio 2023","2024-05-23 11:34:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/bcupcb_nordio-time-200x110.jpg","MORIRE IN SCIOPERO DELLA FAME: NORDIO RISPONDE - COPERTURA DELLE VIOLENZE IN CARCERE - RIVOLTA AVELLINO?","podcast",1685448139,[324,325,326],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/santa-maria-capua-vetere/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-della-fame/",[303,307,305],{"post_content":329},{"matched_tokens":330,"snippet":332,"value":333},[331],"Gabrielli”","è stato attivato il “Protocollo \u003Cmark>Gabrielli”\u003C/mark>: militarizzazione interforze di tutta l’area","Dalla puntata del 29 maggio 2023 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMORIRE IN SCIOPERO DELLA FAME NEL CARCERE DI AUGUSTA - LA RISPOSTA DEL MINISTRO NORDIO\r\n\r\n\r\nContinuiamo a parlare della morte di due uomini in sciopero della fame nel carcere di Augusta; 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A margine una breve notizia dall’Ecuador: una guerra tra gruppi criminali in carcere che restituisce gli interessi delle mafie sul mondo delle galere.\r\n\r\nDal Cile – Wallmapu arriva la denuncia di Victor Montegro, 17enne torturato in carcere per fare pressione sul padre, Manuel Montenegro, sindacalista e prigioniero politico.\r\n\r\nDa Torino arriva la notizia del pestaggio di un detenuto mentre si trovava in tribunale.\r\n\r\nPassando per alcuni casi di abbandono sanitario in carcere, andiamo a parlare dell’approccio muscolare da parte delle FFOO nell’affrontare situazioni critiche che coinvolgono persone con sofferenza psichica.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/BCUPCB-brevi-1-3-21.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDENVER – STAR TEAM\r\n\r\nDivise e pistole spianate contro persone in crisi psicotica, centinaia di chiamate di intervento per fenomeni che riguardano problemi psichici e sociali; interventi che spesso sfociano in esecuzioni o arresti. Mentre i sindacati delle FFOO italiane richiedono ancora più Taser, a Denver stanno tentando un’altra strada: “e se per alcuni problemi non chiamassimo gli sbirri?”.\r\n\r\nPur con uno sguardo critico, andiamo a osservare l’esperimento della squadra STAR di Denver: operatori sociali invece di divise. Una sperimentazione che ha evitato diverse centinaia di arresti e potenziali sparatorie.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/BCUPCB-DenverSTAR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMARKETING REPRESSIVO, SORVEGLIANZA E TIKTOK\r\n\r\nLe relazioni tra l’industria della repressione e della sorveglianza occidentale e quella cinese sono molto meno ostili di quanto possa apparire. Europa e UK importano tecnologie sorveglianti cinesi, gli USA vendono armi less-then-lethal alla repressione di Pechino [1]. 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Senza nessun accenno a regole di ingaggio o al contenimento degli episodi di torture e deumanizzazione.\r\n\r\nUn magistrato ha cercato di impedire che una donna agli arresti domiciliari potesse recarsi in ospedale per abortire, appellandosi al suo diritto all’obbiezione di coscienza: il CSM lo ha semplicemente sanzionato con la “censura”.\r\n\r\nProsegue la lotta delle detenute del carcere di Trieste, che di fronte ai tentativi di screditamento da parte dei giornalisti, affinano le loro rivendicazioni.\r\n\r\nNegli USA, per interferire con la pratica di riprendere i membri delle forze dell’ordine, questi stanno iniziando a riprodurre dai loro smartphones della musica difesa da copyright, impedendo così la pubblicazione dei filmati sulle piattaforme per violazione dei diritti d’autore.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-brevi-22-2-21.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLE TESTIMONIANZE SULLE MORTI DOPO LE RIVOLTE DI MARZO 2020 FANNO PAURA AI CARCERIERI\r\n\r\nMattia Palloni è uno dei cinque detenuti che, dopo la rivolta nel carcere di Modena del marzo 2020 e il trasferimento punitivo ad Ascoli, scelsero di denunciare la rappresaglia brutale messa in atto dalla polizia penitenziaria. Mattia è stato recentemente sottoposto a minacce dai secondini e dalla magistratura per costringerlo a rivedere la sua testimonianza. Ne parliamo con la sorella Elisa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-MattiaPalloni-sorella.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCARCERE E PSICHIATRIA\r\n\r\nIl carcere di Bologna è l’ultimo a inaugurare un reparto di “articolazione psichiatrica”; una detenuta muore in ospedale a pochi giorni dal suo trasferimento in un’analoga sezione del carcere di Pozzuoli. Insieme all’avvocato Michele Passione andiamo a parlare del ricorso al carcere come programma sociale per la gestione della sofferenza psichica, osservando quali processi in ambito sanzionatorio sottendano a questo fenomeno.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-AvvPassione-Psichiatria.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[A margine un suo commento al processo per le torture nel carcere di San Gimignano]\r\n\r\n \r\n\r\nPROGRAMMA DI VIDEOSORVEGLIANZA INTEGRATA “ARGO”\r\n\r\nTorniamo a parlare del programma Argo e della sua sperimentazione sul territorio torinese.\r\nInsieme a Riccardo Coluccini andiamo ad approfondire la funzione degli ALPR (lettori automatici di targhe) e soprattutto alcuni elementi di bias di genere e razziali riscontrabili in questo sistema di videosorveglianza interpretata da algoritmi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-RiccardoArgoGender.mp3\"][/audio]","24 Febbraio 2021","2021-02-24 12:59:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-imgimg-200x110.jpg","La rappresaglia su chi denuncia gli aguzzini, carcere e psichiatria, Argo",1614171549,[],[],{"post_content":374},{"matched_tokens":375,"snippet":376,"value":377},[80],"2021 dal capo della polizia \u003Cmark>Gabrielli\u003C/mark> stabilisce uno scenario di intervento","Dalla puntata del 22 febbraio 2021 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\nBREVI (ma tante)\r\n\r\nPartendo dai alcuni dati sulla capienza delle galere in fase pandemica, proviamo a riflettere su come il sovraffollamento delle carceri sia una scelta politica e non fisiologica.\r\n\r\nPassiamo a Torino, dove Carlo Limongelli è stato lasciato morire di cancrena in una cella delle Vallette.\r\n\r\nDal pubblico arriva la notizia (che ci eravamo persi) della promozione all’interno della gerarchia del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dell’ex-direttore del carcere di Torino, Domenico Minervini, rimosso dopo l’inchiesta sulle torture della scorsa estate.\r\n\r\nLa circolare emanata il 29 gennaio 2021 dal capo della polizia \u003Cmark>Gabrielli\u003C/mark> stabilisce uno scenario di intervento integrato per prevenire e reprimere l’emergere di proteste e rivolte dentro e fuori le carceri, sfruttando l’episodio eccezionale delle rivolte dello scorso marzo per stilare le linee guida per affrontare potenzilamente qualunque forma di autedeterminazione, ammutinamento e solidarietà. 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Mattia è stato recentemente sottoposto a minacce dai secondini e dalla magistratura per costringerlo a rivedere la sua testimonianza. Ne parliamo con la sorella Elisa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-MattiaPalloni-sorella.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCARCERE E PSICHIATRIA\r\n\r\nIl carcere di Bologna è l’ultimo a inaugurare un reparto di “articolazione psichiatrica”; una detenuta muore in ospedale a pochi giorni dal suo trasferimento in un’analoga sezione del carcere di Pozzuoli. Insieme all’avvocato Michele Passione andiamo a parlare del ricorso al carcere come programma sociale per la gestione della sofferenza psichica, osservando quali processi in ambito sanzionatorio sottendano a questo fenomeno.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-AvvPassione-Psichiatria.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[A margine un suo commento al processo per le torture nel carcere di San Gimignano]\r\n\r\n \r\n\r\nPROGRAMMA DI VIDEOSORVEGLIANZA INTEGRATA “ARGO”\r\n\r\nTorniamo a parlare del programma Argo e della sua sperimentazione sul territorio torinese.\r\nInsieme a Riccardo Coluccini andiamo ad approfondire la funzione degli ALPR (lettori automatici di targhe) e soprattutto alcuni elementi di bias di genere e razziali riscontrabili in questo sistema di videosorveglianza interpretata da algoritmi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-RiccardoArgoGender.mp3\"][/audio]",[379],{"field":106,"matched_tokens":380,"snippet":376,"value":377},[80],{"best_field_score":154,"best_field_weight":187,"fields_matched":26,"num_tokens_dropped":48,"score":188,"tokens_matched":26,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":321,"first_q":73,"per_page":290,"q":73},["Reactive",385],{},["Set"],["ShallowReactive",388],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fMapwaNXcZ_ius64n98Bxf5bvT8BvVHLR0W_T4hk0Pj8":-1},true,"/search?query=gabrielli"]