","Ucraina. Guerra ed energia","post",1740498043,[60,61,62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/gas-azero/","http://radioblackout.org/tag/gas-russo/","http://radioblackout.org/tag/gas-staunitense/","http://radioblackout.org/tag/gaz-qatatrino/","http://radioblackout.org/tag/guerra-ed-energia/","http://radioblackout.org/tag/guerra-in-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/terre-rare/","http://radioblackout.org/tag/ucraina/",[69,70,29,27,33,71,72,73],"gas azero","gas russo","guerra in ucraina","terre rare","Ucraina",{"post_content":75,"tags":80},{"matched_tokens":76,"snippet":78,"value":79},[77],"gas","quello energetico. Il prezzo del \u003Cmark>gas\u003C/mark> liquefatto che l’Italia oggi importa","A tre anni dall’inizio della guerra ed alla vigilia di una possibile spartizione del territorio, vogliamo fare il punto su uno dei nodi cruciali di uno scontro interimperialista che ha avuto e continua ad avere obiettivi diversi a seconda delle parti in gioco. Uno degli snodi cruciali è quello energetico. Il prezzo del \u003Cmark>gas\u003C/mark> liquefatto che l’Italia oggi importa da Stati Uniti, Qatar ed Azerbajian è molto più alto di quello che arrivava dai gasdotti russi.\r\nNel 2022, il primo anno di guerra, il prezzo del \u003Cmark>gas\u003C/mark> è aumentato di ben 15 volte rispetto all’anno precedente, nei due anni successivi è calato per tornare a salire in modo secco nel 2024.\r\nIntanto Trump allunga le mani sulle terre rare.\r\nNe abbiamo parlato con Renato Strumia della Sallca Cub\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/2025-02-25-ucraina-energia-srtrumia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[81,85,88,91,93,95,97,99],{"matched_tokens":82,"snippet":84},[77,83],"azero","\u003Cmark>gas\u003C/mark> \u003Cmark>azero\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":87},[77],"\u003Cmark>gas\u003C/mark> russo",{"matched_tokens":89,"snippet":90},[77],"\u003Cmark>gas\u003C/mark> staunitense",{"matched_tokens":92,"snippet":27},[],{"matched_tokens":94,"snippet":33},[],{"matched_tokens":96,"snippet":71},[],{"matched_tokens":98,"snippet":72},[],{"matched_tokens":100,"snippet":73},[],[102,110],{"field":34,"indices":103,"matched_tokens":105,"snippets":109},[46,14,104],2,[106,107,108],[77,83],[77],[77],[84,87,90],{"field":111,"matched_tokens":112,"snippet":78,"value":79},"post_content",[77],1157451471441625000,{"best_field_score":115,"best_field_weight":116,"fields_matched":104,"num_tokens_dropped":46,"score":117,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":119,"highlight":137,"highlights":142,"text_match":145,"text_match_info":146},{"cat_link":120,"category":121,"comment_count":46,"id":122,"is_sticky":46,"permalink":123,"post_author":49,"post_content":124,"post_date":125,"post_excerpt":52,"post_id":122,"post_modified":126,"post_thumbnail":127,"post_thumbnail_html":128,"post_title":129,"post_type":57,"sort_by_date":130,"tag_links":131,"tags":136},[43],[45],"17927","http://radioblackout.org/2013/09/devastanti-essenze-orientali/","Un gas ben poco esilarante, un incubo con molte facce e un nome aberrante: Tap (Trans-Adriatic pipeline) un'opera che non dovrebbe esistere da nessuna parte, perché devasta ettari di territorio (e tantomeno lì, in un parco naturale incontaminato), inutile perché il risparmio energetico è risibile, serve solo alle multinazionali e agli interessi delle clientele di politicanti di ogni schieramento... in un paio di mesi sono state fatte prospezioni che hanno distrutto professioni (pescatori), territorio (i fondali), non hanno nemmeno rispettato ordinanze di capitaneria... elefanti in una gioielleria: il porto di San Foca.\r\n\r\nTunnel, tubi, autostrade di scavi che conducono nel nulla, se Snam non metterà dei soldi a completare il gasdotto privato, che transita sul territorio del Salento fino a Bologna e poi si proietta verso l'Austria, reale porto d'arrivo per distribuire alla Mitteleuropa il prezioso gas azero che attraversando l'Albania lascerà una scia di gas, che nelle intenzioni di americani e tedeschi sottrarrà mercato al gas russo.\r\n\r\nAncora peggiore è l'impatto sul lavoro con la cancellazione dei posti di pescatori e nel turismo, che non saranno mai compensabili da quelli offerti dal consorzio che sovrastima l'offerta di lavoro senza che siano posti realmente credibili. A Gela e Mazara dove esistono già strutture simili gli occupati si fermano a una trentina, mentre Tap promette più di 2000 posti di lavoro; dati certi danno nei tre mesi estivi 4000 assunzioni nel comparto turistico... posti che saranno cancellati.\r\n\r\nLe iniziative per contrastarlo sono molteplici, ma per ora si trovano a contrastare un progetto che non ha neanche prodotto reali proposte e non c'è un progetto esecutivo (già più volte cambiato sulla carta, il primo progetto è già stato fermato,facendo osservazioni tecniche; ora si sta studiando il secondo, che sarà presentato il 10 settembre); ci sono tre compiti che impegnano il comitato: opporsi anche con la sponda degli enti locali per evitare che vengano concessi i permessi, aumentare la visibilità mediatica del problema, informare localmente gli interessati. I lavori sono previsti per il 2015 e quindi prima di sentire il rumor di battiture al cantiere di San Foca ci saranno ancora molti contrasti che mireranno a impedire che si militarizzi un nuovo cantiere, anche che venga aperto (anche se le condizioni sono diverse dalla Valle di Susa, perché in questo caso il business non è spartirsi i fondi del cantiere ma quelli provenienti dallo scorrimento del gas), perché la catastrofe si compie già solo all'apertura del cantiere.\r\n\r\nEcco i precisi dati che può sciorinare Gianluca del comitato no tap, analizzando questo sistema di sfruttamento di risorse, territorio, persone e vocazione ambientale criminogeno a livello internazionale, che si chiama \"capitalismo\" e si esprime localmente così:\r\n\r\n2013.09.03-09.notap","3 Settembre 2013","2013-09-09 13:10:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/notap-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"296\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/notap-296x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/notap-296x300.jpg 296w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/notap.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 296px) 100vw, 296px\" />","Devastanti essenze orientali",1378247638,[132,133,134,135],"http://radioblackout.org/tag/gasdotto/","http://radioblackout.org/tag/nocivita/","http://radioblackout.org/tag/salento/","http://radioblackout.org/tag/tap/",[23,25,19,15],{"post_content":138},{"matched_tokens":139,"snippet":140,"value":141},[77,83],"distribuire alla Mitteleuropa il prezioso \u003Cmark>gas\u003C/mark> \u003Cmark>azero\u003C/mark> che attraversando l'Albania lascerà una","Un \u003Cmark>gas\u003C/mark> ben poco esilarante, un incubo con molte facce e un nome aberrante: Tap (Trans-Adriatic pipeline) un'opera che non dovrebbe esistere da nessuna parte, perché devasta ettari di territorio (e tantomeno lì, in un parco naturale incontaminato), inutile perché il risparmio energetico è risibile, serve solo alle multinazionali e agli interessi delle clientele di politicanti di ogni schieramento... in un paio di mesi sono state fatte prospezioni che hanno distrutto professioni (pescatori), territorio (i fondali), non hanno nemmeno rispettato ordinanze di capitaneria... elefanti in una gioielleria: il porto di San Foca.\r\n\r\nTunnel, tubi, autostrade di scavi che conducono nel nulla, se Snam non metterà dei soldi a completare il gasdotto privato, che transita sul territorio del Salento fino a Bologna e poi si proietta verso l'Austria, reale porto d'arrivo per distribuire alla Mitteleuropa il prezioso \u003Cmark>gas\u003C/mark> \u003Cmark>azero\u003C/mark> che attraversando l'Albania lascerà una scia di \u003Cmark>gas\u003C/mark>, che nelle intenzioni di americani e tedeschi sottrarrà mercato al \u003Cmark>gas\u003C/mark> russo.\r\n\r\nAncora peggiore è l'impatto sul lavoro con la cancellazione dei posti di pescatori e nel turismo, che non saranno mai compensabili da quelli offerti dal consorzio che sovrastima l'offerta di lavoro senza che siano posti realmente credibili. 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Un equilibrio instabile, che, oltre allo scambio di prigionieri e alla restituzione delle salme dei caduti, si baserebbe sulla ripresa dei negoziati affidati al \"gruppo di Minsk\".\r\n\r\nLa controversia ha un retroterra storico-culturale di lunga data.\r\nL’Armenia, a prevalenza cristiana, tra le chiese ortodosse orientali, e l’Azerbaijan, a larga maggioranza islamica, prevalentemente sciita, entrarono in conflitto per il Nagorno-Karabakh, enclave armena in territorio azero, provincia autonoma in epoca sovietica, riconosciuto parte dell’Azerbaijan dal 1991, ma controllato dagli armeni. Sebbene in territorio azero, infatti, la maggioranza della popolazione è armena, e il soviet locale vi proclamò una repubblica autonoma nel settembre 1991. Nel 1988, le truppe azere e le formazioni armene avviarono un lungo conflitto, con alterne vicende; la tregua del 1994, mediata dalla Russia, ha lasciato il Nagorno-Karabakh sotto controllo armeno di fatto. Oltre un milione di persone sono state costrette alla fuga, la popolazione azera (25% del totale) ha abbandonato l’enclave, mentre le popolazioni armene fuggivano dal resto dell’Azerbaijan, in un ulteriore esodo di profughi.\r\n\r\nIn questa partita c'è un quarto importante attore, la Turchia di Erdogan.\r\nLa Turchia è il potente alleato dell'Arzebaigian nel conflitto con l'Armenia per il controllo della regione contesa. Quali interessi muovono il sultano di Ankara?\r\nLe mosse della Turchia si muovono lungo tre assi.\r\nIl primo è l'espansionismo neo-ottomano di Erdogan, che in questi anni è intervenuto in aree un tempo sotto il controllo dell'impero, come la Siria e la Libia. Senza disdegnare incursioni in Africa, soprattutto in Somalia, e nel Caucaso.\r\nL'interventismo turco genera un potente warfare, utile a cercare di arginare il malcontento interno, dovuto all'intrecciarsi di crisi economica, crisi sociale, pessima gestione della pandemia.\r\nNon solo. La Turchia protegge e incrementa i propri interessi sui flussi di gas e petrolio, mettendo uomini in armi in Libia ed in Siria, e foraggiando la crescita dell'esercito azero, trasformatosi in pochi anni in modo radicale grazie alle forniture di armi e all'addestramento fornito da Ankara.\r\n\r\nErdogan ha stretto accordi per la fornitura di gas e petrolio azero, e, come in Libia e Somalia, gioca la carta della potenza amica, senza le ambizioni neocoloniali di paesi come l'Italia, la Francia, la Russia.\r\n\r\nSul piano interno la politica espansionista mira a rinforzare l'asse con i nazionalisti e a giustificare ulteriori attacchi alla libertà di espressione nel paese. Nelle ultime due settimane ci sono stati oltre 100 arresti, tra ex deputati, sindaci e giornalisti. Un giornalista di un'emittente non allineata è stato pesantemente multato per aver denunciato l'autoritarismo del regime azero.\r\nNel risico che investe il conflitto tra Armenia e Azerbaigian si inserisce un altro importante nemico della Turchia, l'Iran, che ha ottimi rapporti con l'Armenia.\r\nCon buona pace di chi legge i conflitti con la lente esclusiva dello scontro tra religioni, vale la pena notare che la Turchia sostiene l'Azerbaigian a maggioranza sciita, mentre l'Iran è alleato con l'Armenia a maggioranza cristiano-ortodossa.\r\nLe religioni sono un buon mezzo per giustificare le guerre e motivare i combattenti e chi, da casa, ne patisce le conseguenze, ma sono una pessima lente per decifrare la puntata del grande gioco che si sta facendo tra le montagne della terra del fuoco.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar, giornalista turco da molti anni a Torino\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-10-13-nagorno-turchia-murat.mp3\"][/audio]\r\n\r\nnagorno turchia murat\r\n\r\n ","13 Ottobre 2020","2020-10-13 13:05:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/NagornoKarabakh-Levonaget-720x408-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/NagornoKarabakh-Levonaget-720x408-1-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/NagornoKarabakh-Levonaget-720x408-1-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/NagornoKarabakh-Levonaget-720x408-1.jpg 720w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La Turchia e la guerra per il Nagorno-Karabakh",1602594359,[164,165,166,167],"http://radioblackout.org/tag/armenia/","http://radioblackout.org/tag/azerbaigian/","http://radioblackout.org/tag/nagorno-karabakh/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[169,170,171,172],"armenia","azerbaigian","nagorno-karabakh","Turchia",{"post_content":174},{"matched_tokens":175,"snippet":176,"value":177},[77,83],"accordi per la fornitura di \u003Cmark>gas\u003C/mark> e petrolio \u003Cmark>azero\u003C/mark>, e, come in Libia e","L'11 ottobre a Mosca è stata siglata una tregua nella guerra sanguinosa scoppiata due settimane prima tra Armenia ed Azerbaigian per il controllo del Nagorno-Karabakh. 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Come già accaduto per la COP28 dello scorso anno a Dubai, a Baku è stato concesso l’accesso a un numero significativamente maggiore di lobbisti delle fonti fossili rispetto a quasi tutte le delegazioni nazionali. Nel dettaglio, quelli italiani fanno capo a Eni, la più importante multinazionale del nostro Paese, Italgas, Edison e Confindustria. Risulta aggregato alla delegazione italiana anche il direttore generale dell’azienda dell’oil&gas azero Socar, Azer Mammadov, a dimostrazione del forte legame con il Paese della regione del Caspio, da cui l’Italia importa la percentuale più alta di petrolio e gas combinati. Si presentano dietro al paravento di fondazioni con apparente scopo di protezione dell'ambiente ma in realtà perseguono l'obiettivo di rafforzare l'egemonia dei combustibili fossili con il pieno sostegno reciproco di governi autocratici come quello dell'Azerbaigian.\r\n\r\nNe parliamo con Elena Gerebizza di ReCommon .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/INFO-18112024-RECOMMON.mp3\"][/audio]","18 Novembre 2024","Le lobbies del fossile alla COP 29.","2024-11-18 13:27:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/LOBBIES-FOSSILE-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"292\" height=\"173\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/LOBBIES-FOSSILE.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","LE LOBBIES DEL FOSSILE ALLA COP29 FANNO AFFARI.",1731936428,[200,201,202],"http://radioblackout.org/tag/cop29/","http://radioblackout.org/tag/energia-fossile/","http://radioblackout.org/tag/lobbies/",[17,31,21],{"post_content":205},{"matched_tokens":206,"snippet":207,"value":208},[83],"il direttore generale dell’azienda dell’oil&gas \u003Cmark>azero\u003C/mark> Socar, Azer Mammadov, a dimostrazione","ReCommon ha avuto accesso a documenti confidenziali da cui si rileva che in totale i “lobbisti fossili” presenti al vertice in corso in Azerbaigian sono almeno 1773. Come già accaduto per la COP28 dello scorso anno a Dubai, a Baku è stato concesso l’accesso a un numero significativamente maggiore di lobbisti delle fonti fossili rispetto a quasi tutte le delegazioni nazionali. Nel dettaglio, quelli italiani fanno capo a Eni, la più importante multinazionale del nostro Paese, Italgas, Edison e Confindustria. Risulta aggregato alla delegazione italiana anche il direttore generale dell’azienda dell’oil&gas \u003Cmark>azero\u003C/mark> Socar, Azer Mammadov, a dimostrazione del forte legame con il Paese della regione del Caspio, da cui l’Italia importa la percentuale più alta di petrolio e \u003Cmark>gas\u003C/mark> combinati. Si presentano dietro al paravento di fondazioni con apparente scopo di protezione dell'ambiente ma in realtà perseguono l'obiettivo di rafforzare l'egemonia dei combustibili fossili con il pieno sostegno reciproco di governi autocratici come quello dell'Azerbaigian.\r\n\r\nNe parliamo con Elena Gerebizza di ReCommon .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/INFO-18112024-RECOMMON.mp3\"][/audio]",[210],{"field":111,"matched_tokens":211,"snippet":207,"value":208},[83],1155199671761633300,{"best_field_score":214,"best_field_weight":148,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":215,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},"1112386306048","1155199671761633393",6645,{"collection_name":57,"first_q":69,"per_page":218,"q":69},6,5,{"facet_counts":221,"found":104,"hits":235,"out_of":284,"page":14,"request_params":285,"search_cutoff":35,"search_time_ms":286},[222,228],{"counts":223,"field_name":226,"sampled":35,"stats":227},[224],{"count":104,"highlighted":225,"value":225},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":229,"field_name":34,"sampled":35,"stats":234},[230,232],{"count":14,"highlighted":231,"value":231},"BastioniOrione",{"count":14,"highlighted":233,"value":233},"Bastioni di Orione",{"total_values":104},[236,261],{"document":237,"highlight":252,"highlights":257,"text_match":145,"text_match_info":260},{"comment_count":46,"id":238,"is_sticky":46,"permalink":239,"podcastfilter":240,"post_author":241,"post_content":242,"post_date":243,"post_excerpt":52,"post_id":238,"post_modified":244,"post_thumbnail":245,"post_title":246,"post_type":247,"sort_by_date":248,"tag_links":249,"tags":251},"87431","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-15-02-2024-pakistan-dopo-le-elezioni-sono-sempre-i-militari-a-dare-le-carte-armenia-e-azerbaijan-una-guerra-che-non-vuole-finire-mayotte-darmanin-attacca-il-droit-du-sol-rinco/",[225],"radiokalakuta","Parliamo dell'esito delle elezioni in Pakistan con Beniamino Natale giornalista che da anni si occupa di Asia .L'emergere dei candidati indipendenti legati al partito di Imran Khan ,che si trova agli arresti, ha costituito la sorpresa di queste elezioni ,deludendo le aspettative dell'ex primo ministro Nawaz Sharif appartenente ad una delle famiglie che storicamente hanno governato il Pakistan. L'esito elettorale probabilmente produrrà un governo di coalizione debole ed una opposizione forte ma impossibilitata a governare , saranno ,come spesso è accaduto in passato,i militari a controllare e gestire il potere reale .\r\n\r\nLa classe media e i giovani delle grandi città hanno votato per i candidati indipendenti ,ma l'esercito che gestisce l'arsenale nucleare pakistano è l'interlocutore principale degli attori internazionali come gli U.S.A. che storicamente ,in particolare dalla guerra in Afganistan hanno utilizzato la piattaforma pakistana per favorire la loro penetrazione nell'area in funzione antisovietica prima e ed ora anticinese.\r\n\r\nAnche la Cina coltiva ottimi rapporti con l'esercito pakistano in contrapposizione con la proiezione indiana verso il Kashmir.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-PAKISTAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Simone Zoppellaro giornalista freelance conoscitore dell'Armenia parliamo del ritorno della guerra fra Azerbaijan e Armenia ,a pochi giorni dalla scontata rielezione in Azerbaijan di Ilham Aliyev continuatore di una dinastia che governa il paese dal 1979 . Gli scontri di confine segnalano la volontà del governo azero di continuare lo stato di belligeranza per giustificare il potere della famiglia Aliyev e la sproporzione di ricchezza fra le èlite cleptocratiche e la maggioranza della popolazione .Il governo autoritario azero è sostenuto dalla complicità della Turchia e della Russia ,ma anche dall'appoggio occidentale basti pensare al 30 % delle importazioni di gas azero in Italia attraverso la TAP e ai contratti di fornitura militare con Leonardo. In Armenia sale la protesta dopo che alla fine di settembre, nel giro di due giorni l’Azerbaigian ha recuperato di fatto il controllo sul Nagorno Karabakh , territorio popolato da armeni che negli Anni 90 si era separato da Baku e reso indipendente con il nome di Repubblica di Artsakh. E adesso ha avviato una campagna per ripopolare la regione da cui ha provocato l’esodo di 130 mila civili della minoranza armena. C'è molta sfiducia verso il presidente Pashinian ma al contempo si teme un pronunciamento dell'esercito a sostegno dell'opposizione conservatrice ,in un area dove il sottile equilibrio è costantemente minacciato anche dagli attori esterni sempre pronti ad intervenire nella crisi .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-ARMENIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine parliamo di Mayotte ,isola di fronte al Madagascar territorio metropolitano francese, con Giovanni Gugg di Focus on Africa ,perchè nei giorni scorsi il ministro dell'Interno Darmanin , accompagnato dalla ministra con delega all'Oltremare, ha annunciato l'intenzione di sopprimere lo Ius soli nell'isola – ovvero il diritto di acquisire la cittadinanza francese per il solo fatto di essere nati sul territorio francese, a prescindere dalla nazionalità dei genitori. Misure eccezionali che sono discusse all'Eliseo dai ministri col presidente Macron, che ha l'ultima parola sul provvedimento. Per modificare la Costituzione serve l'approvazione parlamentare a maggioranza qualificata dei tre quinti oppure tramite referendum confermativo. La situazione di Mayotte è presa a pretesto dal governo per far passare quella riforma delle regole per l'ottenimento della cittadinanza che è stata bocciata nell'Esagono .La rincorsa ai temi xenofobi cari all'estrema destra continua ma rischia di compromettere l'unità della Repubblica con un provvedimento che colpisce un diritto riconosciuto in Francia da secoli.\r\n\r\nPer impedire gli sbarchi irregolari, Gérald Darmanin ha anche promesso la creazione di \"una cortina di ferro in mare\", con la marina francese appostata al largo delle coste della Tanzania per contrastare un'altra rotta da nord verso Mayotte. La Francia attualmente concede la cittadinanza sia in base alla linea di sangue - un genitore francese, è lo ius sangunis - che al luogo di nascita, con uno ius soli temperato per cui un bambino nato sul territorio francese può acquisire la nazionalità francese a determinate condizioni. E questo deve valere per tutto il territorio francese, tranne Mayotte.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-MAYOTTE.mp3\"][/audio]","21 Febbraio 2024","2024-02-21 18:26:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 15/02/2024-PAKISTAN DOPO LE ELEZIONI SONO SEMPRE I MILITARI A DARE LE CARTE-ARMENIA E AZERBAIJAN UNA GUERRA CHE NON VUOLE FINIRE-MAYOTTE : DARMANIN ATTACCA IL\" DROIT DU SOL\" RINCORRENDO LA DESTRA XENOFOBA.","podcast",1708539961,[250],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[233],{"post_content":253},{"matched_tokens":254,"snippet":255,"value":256},[77,83],"al 30 % delle importazioni di \u003Cmark>gas\u003C/mark> \u003Cmark>azero\u003C/mark> in Italia attraverso la TAP","Parliamo dell'esito delle elezioni in Pakistan con Beniamino Natale giornalista che da anni si occupa di Asia .L'emergere dei candidati indipendenti legati al partito di Imran Khan ,che si trova agli arresti, ha costituito la sorpresa di queste elezioni ,deludendo le aspettative dell'ex primo ministro Nawaz Sharif appartenente ad una delle famiglie che storicamente hanno governato il Pakistan. L'esito elettorale probabilmente produrrà un governo di coalizione debole ed una opposizione forte ma impossibilitata a governare , saranno ,come spesso è accaduto in passato,i militari a controllare e gestire il potere reale .\r\n\r\nLa classe media e i giovani delle grandi città hanno votato per i candidati indipendenti ,ma l'esercito che gestisce l'arsenale nucleare pakistano è l'interlocutore principale degli attori internazionali come gli U.S.A. che storicamente ,in particolare dalla guerra in Afganistan hanno utilizzato la piattaforma pakistana per favorire la loro penetrazione nell'area in funzione antisovietica prima e ed ora anticinese.\r\n\r\nAnche la Cina coltiva ottimi rapporti con l'esercito pakistano in contrapposizione con la proiezione indiana verso il Kashmir.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-PAKISTAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Simone Zoppellaro giornalista freelance conoscitore dell'Armenia parliamo del ritorno della guerra fra Azerbaijan e Armenia ,a pochi giorni dalla scontata rielezione in Azerbaijan di Ilham Aliyev continuatore di una dinastia che governa il paese dal 1979 . 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Misure eccezionali che sono discusse all'Eliseo dai ministri col presidente Macron, che ha l'ultima parola sul provvedimento. Per modificare la Costituzione serve l'approvazione parlamentare a maggioranza qualificata dei tre quinti oppure tramite referendum confermativo. La situazione di Mayotte è presa a pretesto dal governo per far passare quella riforma delle regole per l'ottenimento della cittadinanza che è stata bocciata nell'Esagono .La rincorsa ai temi xenofobi cari all'estrema destra continua ma rischia di compromettere l'unità della Repubblica con un provvedimento che colpisce un diritto riconosciuto in Francia da secoli.\r\n\r\nPer impedire gli sbarchi irregolari, Gérald Darmanin ha anche promesso la creazione di \"una cortina di ferro in mare\", con la marina francese appostata al largo delle coste della Tanzania per contrastare un'altra rotta da nord verso Mayotte. 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E invece è alle prese con miseria, clan, pogrom, lumpenproletariat...\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSolo facendo risalire a questi presupposti si possono interpretare i tatticismi putiniani nella zona caucasica, dove il Cremlino non si è comportato come in Bielorussia – con la strenua difesa di Lukashenko –, né come in Ucraina (l'occupazione della Crimea non può venir considerata \"vincente\" per Putin, a fronte della perdita del resto dell'Ucraina). Ma soprattutto si evidenziano i problemi che emergono nelle dispute per procura in Libia (dove al momento pare che Erdoğan tragga maggiori vantaggi), in Siria – dove il 21 ottobre è cominciato il lento ripiegamento delle truppe turche da Idlib –, in Nagorno-Karabach, dove Ankara è impegnata direttamente e Mosca cerca di presentarsi come Grande Mediatrice.\r\n\r\n \r\n\r\nE poi c'è il Greta Game siberiano: il legname va separato dagli interessi mafiosi secondo Putin che h abloccato le esportazioni, ma i cinesi hanno comprato i diritti di sfruttamento per un secolo. Non si può immaginare quale sarà l'evoluzione dei rapporti tra i due giganti asiatici, Yurii non sembra propenso a immaginare una reale alleanza, ma la questione siberiana è complessa e attigua alla guerra indopacifica.\r\n\r\n \r\n\r\nSi vedrà quanto filo hanno i singoli contendenti da filare (o meglio quanto petrolio o gas hanno da spillare e vendere); quali e quante alleanze riusciranno a fabbricare i due contendenti, tra cinesi e loro interessi sui territori centrasiatici (strategici per la Belt Road Iniziative) da un lato e sanzioni dall'altro da parte di occidentali, dubbiosi tra eticità e affari... tra tatticismi riusciti e inesistenti strategie; tra boiari, intelligence, affaristi, mafie...\r\n\r\nAffascinanti i Bastioni di Orione che ci illustra Yurii:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/Yurij_01-satelliti-in-subbuglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","26 Ottobre 2020","2020-11-03 20:15:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/bambole-putin-erdogan-200x110.jpg","“I Bastioni di Orione” e... i satelliti ex sovietici in subbuglio (n° 0)",1603754938,[273],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[231],{"post_content":276},{"matched_tokens":277,"snippet":278,"value":279},[83],"che gli opposti nazionalismi, quello \u003Cmark>azero\u003C/mark>, rinfocolato dal comune sentimento di","Abbiamo inaugurato la trasmissione che ha nel titolo un riferimento a una delle prime opere distopiche che attingeva a un immaginario in cui si mescolavano anche in parte strutture sovietiche, abitazioni ed edifici fatiscenti che nell'idea occidentale potevano ascriversi a una condizione di postcapitalismo... e forse la condizione che andiamo a descrivere con Yurii Colombo si avvicina in parte: in un' altra diretta con Teresa Di Mauro ci si chiedeva cosa rendesse così preziosi i territori che gli opposti nazionalismi, quello \u003Cmark>azero\u003C/mark>, rinfocolato dal comune sentimento di fratellanza con i turchi, e quello armeno, insufflato di religiosità millenaria che si ammanta di baluardo contro l'islamizzazione del Caucaso, tutti comunque prigionieri di Pushkin e del suo romanticismo.\r\n\r\nQuesto panorama lo abbiamo lasciato sullo sfondo, sovrapponendogli petrolio (e i suoi bassi costi), di interessi e spese strategico-militari, che si muovono in questo triangolo che comprende migliaia di chilometri che sono il vecchio cortile di casa di Mosca: Biškek, Step'anakert, Minsk sono i tre vertici del triangolo che sono diverse spine nel fianco derivanti da motivi disparati, che mettono in crisi l'autorevolezza regionale della Russia, tesa a cercare di continuare a essere percepita ancora come grande potenza globale evirando di ridursi a potenza locale, come il duello a cui l'ha portata la Turchia in ascesa sembra lasciare immaginare. 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