","Il vertice NATO di Chicago","post",1337691177,[53,54,55,56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/afganistan/","http://radioblackout.org/tag/chicago/","http://radioblackout.org/tag/droni/","http://radioblackout.org/tag/gendarme-mondiale/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione/","http://radioblackout.org/tag/nato/","http://radioblackout.org/tag/sigonella/",[23,19,17,27,25,15,21],{"post_content":62,"tags":68},{"matched_tokens":63,"snippet":66,"value":67},[64,65],"gendarme","mondiale","più candidata al ruolo di \u003Cmark>gendarme\u003C/mark> \u003Cmark>mondiale\u003C/mark>, con o senza l’egida delle","Si è appena concluso il vertice NATO di Chicago. I ministri della guerra dei paesi dell’Alleanza hanno discusso dell’agenda dell’Alleanza Atlantica, sempre più candidata al ruolo di \u003Cmark>gendarme\u003C/mark> \u003Cmark>mondiale\u003C/mark>, con o senza l’egida delle Nazioni Unite. In questa prospettiva la NATO si dà una forma flessibile, multipolare, elastica, a rete, per intervenire mobilitando anche gli eserciti di Paesi che all’Alleanza strettamente intesa non hanno mai aderito, dall’Asia Centrale al Nord Africa, passando per l’Europa dell’Est.\r\nSempre meno un’alleanza che rappresenta un blocco di nazioni, sempre più la tutrice dell’ordine globale nel 21esimo secolo.\r\nUn’alleanza che sembra corrispondere totalmente alle esigenze della Casa Bianca: condividere costi e responsabilità, ottimizzando i benefici.\r\nSi lancia così la parola d’ordine di “smart defense” con oltre 20 progetti multinazionali.\r\nSu questo ombrello “smart” e multipolare, veglierà lo scudo anti missilistico che – si apprende da Chicago - entro il 2015 sarà in grado di difendere i Paesi e le popolazioni dei 28 alleati dalla minaccia crescente di testate di vicini considerati ostili.\r\nIn epoca di crisi a Chicago hanno discusso di come fare la guerra spendendo meno, anche se l’ammiraglio Di Paola, il “tecnico” preposto alla Difesa nel governo Monti ha chiarito senza mezzi termini che prima vengono le esigenze della “sicurezza” poi si può parlare di spesa.\r\nPer quanto riguarda il nostro paese la novità più importante riguarda la base di Sigonella, dove verranno collocati cinque droni e altri 600 militari.\r\nA Chigaco hanno discusso anche di Afganistan, confermando il ritiro delle truppe per il 2012, un ritiro che sancisce la sconfitta degli Stati Uniti e dei loro alleati nel paese asiatico, nonostante 11 anni di guerra e occupazione militare feroce, tra torture, detenzioni extragiudiziali, terrorismo sistematico tra la popolazione.\r\n\r\nMentre era in corso il vertice migliaia di attivisti hanno manifestato a Chicago. Al termine della manifestazione la polizia ha caricato gli attivisti che rifiutavano di allontanarsi. Numerosi i feriti, 47 gli arresti.\r\n\r\nDel vertice NATO, della guerra in Afganistan, delle nuove strategie di difesa abbiamo parlato con Stefano del Comitato contro Aviano 2000.\r\n\r\nAscolta l’intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/Stefano-su-vertice-NATO-a-Chicago-21-05.mp3\"]\r\n\r\nscarica l’audio",[69,71,73,75,78,80,82],{"matched_tokens":70,"snippet":23},[],{"matched_tokens":72,"snippet":19},[],{"matched_tokens":74,"snippet":17},[],{"matched_tokens":76,"snippet":77},[64,65],"\u003Cmark>gendarme\u003C/mark> \u003Cmark>mondiale\u003C/mark>",{"matched_tokens":79,"snippet":25},[],{"matched_tokens":81,"snippet":15},[],{"matched_tokens":83,"snippet":21},[],[85,91],{"field":28,"indices":86,"matched_tokens":88,"snippets":90},[87],3,[89],[64,65],[77],{"field":92,"matched_tokens":93,"snippet":66,"value":67},"post_content",[64,65],1157451471441625000,{"best_field_score":96,"best_field_weight":97,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":39,"score":99,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":39},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",6645,{"collection_name":50,"first_q":27,"per_page":102,"q":27},6,{"facet_counts":104,"found":98,"hits":128,"out_of":196,"page":14,"request_params":197,"search_cutoff":29,"search_time_ms":14},[105,113],{"counts":106,"field_name":111,"sampled":29,"stats":112},[107,109],{"count":14,"highlighted":108,"value":108},"anarres",{"count":14,"highlighted":110,"value":110},"cattivi pensieri","podcastfilter",{"total_values":98},{"counts":114,"field_name":28,"sampled":29,"stats":127},[115,117,119,121,123,125],{"count":14,"highlighted":116,"value":116},"Iran",{"count":14,"highlighted":118,"value":118},"Siria",{"count":14,"highlighted":120,"value":120},"Israele",{"count":14,"highlighted":122,"value":122},"Stati Uniti",{"count":14,"highlighted":124,"value":124},"grande gioco",{"count":14,"highlighted":126,"value":126},"Cronache dell'Interregno",{"total_values":102},[129,162],{"document":130,"highlight":149,"highlights":154,"text_match":157,"text_match_info":158},{"comment_count":39,"id":131,"is_sticky":39,"permalink":132,"podcastfilter":133,"post_author":108,"post_content":134,"post_date":135,"post_excerpt":136,"post_id":131,"post_modified":137,"post_thumbnail":138,"post_title":139,"post_type":140,"sort_by_date":141,"tag_links":142,"tags":148},"15703","http://radioblackout.org/podcast/siria-un-colpo-al-cerchio-un-colpo-alla-botte/",[108],"Dopo i recenti attacchi israeliani alla Siria si è riaccesa l'attenzione sulla guerra civile che sta insanguinando il paese.\r\nAnarres ne ha discusso con Stefano Capello, per cercare di capire meglio la partita in corso, una partita che, ben lungi dall'esaurirsi sul piano \"interno\", ha fatto parlare Limes una sorta di guerra mondiale per procura. Per procura sono stati indubbiamente gli attacchi di Tsahal in territorio siriano, la cui regia era più a Washington che a Tel Aviv.\r\nIn Siria si giocano molte partite. La Siria è un paese a maggioranza sunnita non governato dai sunniti ma dalla minoranza alauita. Assad e la sua famiglia, espressione di un vecchio nazionalismo arabo, storicamente alleato dell'Iran e della Russia provano a mantenere il potere. L'opposizione sunnita, che è un blocco sostenuto dalle monarchie del Golfo e dalla Turchia in funzione anti Assad e anti iraniana è a sua volta attraversata dal conflitto con la componente salafita, che gode del potente appoggio economico del Qatar.\r\nLa partita è tuttavia tutt'altro che lineare, perché la Siria è stata sia per gli Stati Uniti che per Israele il miglior nemico possibile. Grazie all'accordo stretto tra USA e Siria in occasione della prima guerra del Golfo, le truppe di Bush padre ebbero strada facile in Iraq. Israele, pur formalmente in guerra con la dinastia Assad, di fatto ha goduto di una tranquilla tregua sin dal lontano 1973.\r\nIn questo momento non è interesse degli Stati Uniti una veloce caduta di Assad, che potrebbe aprire le porte ad un regime islamico alleato sia della Turchia che dell'Arabia Saudita, rinforzando un asse di amici assai insidiosi.\r\nNelle settimane precedenti l'attacco israeliano in Siria i giornali libanesi sunniti e cristiani lamentavano il mancato intervento statunitense in Siria, perché sperano che la caduta di Assad spezzi il sostegno siriano ad Hazbollah. Dopo gli attacchi dell'aviazione di Tel Aviv, la pressione dei media libanesi si è allentata.\r\nTramite Israele, gli Stati Uniti hanno mandato un duplice messaggio: da un lato non sono disponibili ad un intervento diretto nel paese, dall'altro vogliono spezzare l'asse tra la Siria e l'Iran, isolando maggiormente il regime degli hajatollah ed indebolendo la forza militare di Hezbollah che preme ai confini con Israele. Un modo per tenere i piedi nelle classiche due paia di scarpe. L'Iran, d'altra parte, è un boccone troppo grosso sia per gli Stati Uniti che per Israele: un attacco diretto alla repubblica islamica rischierebbe di scatenare un conflitto capace di coinvolgere direttamente anche la Russia, mettendo in seria difficoltà Obama e i suoi alleati.\r\nUna partita complessa, dove gli Stati Uniti mantengono un interesse forte per le risorse petrolifere del Medio Oriente, la Russia non ha nessuna intenzione di mollare l'alleato, ma non può impedire un assottigliarsi dell'asse con l'Iran.\r\n\r\nSullo sfondo il declino economico degli Stati Uniti, la difficoltà a mantenere il ruolo di gendarme del mondo, l'ambiguità di un fronte alleato che alla prima occasione gira le armi verso chi l'ha appoggiato, finanziato, sostenuto. Per questa ragione una Siria più debole ma non islamizzata può apparire la prospettiva interessante per l'amministrazione Obama, che, certo non per caso, ha dimenticato le minacce ad Assad in caso di utilizzo di armi chimiche.\r\nD'altro canto gli Stati Uniti hanno da decenni scelto di appoggiare le forze religiose antimodernizzatrici a discapito di regimi liberal democratici. Un segno inequivocabile del fallimento anche ideale del gigante USA.\r\n\r\nAscolta la chiacchierata con Stefano\r\n2013 05 10 siria capello","10 Maggio 2013","","2018-10-17 22:59:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/Siria-grande-moschea-Aleppo-200x110.jpg","Siria. 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La sua superiorità quanto a potenza di fuoco, che esprime a suo modo un’analoga superiorità economica (per quanto ridimensionata), è empiricamente constatabile nella pervasività della presenza militare americana nel mondo\"\r\n\"[...] Le rendite di posizione delle imprese che si inscrivono nel complesso militare industriale americano vanno ormai a detrimento dell’efficacia. Se da un lato gli USA mantengono un’indiscutibile supremazia dal punto di vista dell'arma atomica, non è certo che ciò sia altrettanto vero per conflitti più convenzionali. 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