","In Ghana proteste contro l'inflazione.","post",1695908376,[61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/crisi-economica/","http://radioblackout.org/tag/ghana/","http://radioblackout.org/tag/inflazione/","http://radioblackout.org/tag/proteste/",[66,15,67,68],"crisi economica","inflazione","proteste",{"post_content":70,"post_title":75,"tags":78},{"matched_tokens":71,"snippet":73,"value":74},[72],"Ghana","di questi ultimi giorni in \u003Cmark>Ghana\u003C/mark>, territorio dell'Africa Occidentale sconvolto da","\"Meritiamo di meglio!\" è questo lo slogan scandito nelle manifestazioni di protesta di questi ultimi giorni in \u003Cmark>Ghana\u003C/mark>, territorio dell'Africa Occidentale sconvolto da un'inflazione galoppante e una crisi economica che da anni continua a peggiorare.\r\n\r\nInsieme a Angelo Ferrari, giornalista professionista e corrispondente per l'Agi per l'Africa, abbiamo analizzato alcuni aspetti della questione: l'origine delle proteste, la motivazione economica come spinta per le mobilitazioni e l'insofferenza nei confronti del governo in carica e, infine, come si situa questo fenomeno in un complesso quadro internazionale in cui le congiunture globali riversano sui singoli territori e sulle loro popolazioni conseguenze sempre più insostenibili.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Ghana-proteste-inflazione2023_09_28_2023.09.28-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":77},[72],"In \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> proteste contro l'inflazione.",[79,81,84,86],{"matched_tokens":80,"snippet":66},[],{"matched_tokens":82,"snippet":83},[15],"\u003Cmark>ghana\u003C/mark>",{"matched_tokens":85,"snippet":67},[],{"matched_tokens":87,"snippet":68},[],[89,94,97],{"field":35,"indices":90,"matched_tokens":91,"snippets":93},[17],[92],[15],[83],{"field":95,"matched_tokens":96,"snippet":77,"value":77},"post_title",[72],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":73,"value":74},"post_content",[72],578730123365712000,{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":104,"num_tokens_dropped":47,"score":105,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",{"document":107,"highlight":128,"highlights":142,"text_match":100,"text_match_info":148},{"cat_link":108,"category":109,"comment_count":47,"id":110,"is_sticky":47,"permalink":111,"post_author":50,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":53,"post_id":110,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_thumbnail_html":116,"post_title":117,"post_type":58,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":125},[44],[46],"53240","http://radioblackout.org/2019/03/via-della-seta-e-reti-a-strascico-per-depredare-lafrica/","Il dibattito tutto italiano – e dunque con il solito vizio provinciale (nascondendo che l'interesse per Palermo sia per il megaprogetto di un porto che cambierà i connotati della città siciliana) – relativo al contratto in firma in questo weekend tra il governo cinese e quello italiano per una cooperazione più stretta e il coinvolgimento dell'Italia nella Belt and Road Initiative (lanciata da Xi Jin Ping nel 2013) arriva dopo anni di penetrazione dei mercati da parte cinese, in particolare quelli africani dove si registrano i primi interessi cinesi fin dal 1996, per cui è già consentito fare un primo consuntivo dei risultati. In genere a detrimento dei paesi che hanno ospitato infrastrutture e investimenti di Pechino, perché il contratto in genere prevede una partecipazione che viene assicurata da garanzie date da aziende che agiscono nei gangli della nazione (televisioni, fornitrici di energia) e strutture indispensabili alla sopravvivenza della comunità. Si tratta di una via di mezzo tra neocolonialismo e strozzinaggio; ma quello che è molto interessante è lo studio personalizzato di quale sia l'aspetto più interessante nelle relazioni con il singolo paese.\r\n\r\nAlla predazione terrestre e dei docks dei porti si aggiunge lo sfruttamento di zone di pesca che sono ottenute allo stesso modo facendo accordi per avere licenze che poi si allargano e svuotano i mari, danneggiando enormemente le economie più fragili e i pescatori locali (distruggendo l'ecosistema), oppure utilizzando pesca illegale con navi molto grosse, magari fabbricate in Cina e poi battenti bandiera africana dello stato che dà la licenza: di nuovo joint venture fatte per aggirare le norme attraverso giochi di scatole... cinesi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Cochi, docente, giornalista e blogger esperto di questioni africane, gestore del sito \"Afrofocus\"\r\n\r\nLa rapacità cinese in territorio africano: infrastrutture e predazione dei mari","23 Marzo 2019","2019-03-23 17:34:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/sinafrique-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"120\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/sinafrique-300x120.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/sinafrique-300x120.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/sinafrique-768x307.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/sinafrique.jpg 975w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Via della seta e reti a strascico per depredare l'Africa",1553362476,[120,121,62,122,123,124],"http://radioblackout.org/tag/belt-and-road-initiative/","http://radioblackout.org/tag/congo/","http://radioblackout.org/tag/infrastrutture/","http://radioblackout.org/tag/ocean-grabbing/","http://radioblackout.org/tag/zambia/",[30,126,15,127,28,22],"congo","infrastrutture",{"tags":129},[130,132,134,136,138,140],{"matched_tokens":131,"snippet":30},[],{"matched_tokens":133,"snippet":126},[],{"matched_tokens":135,"snippet":83},[15],{"matched_tokens":137,"snippet":127},[],{"matched_tokens":139,"snippet":28},[],{"matched_tokens":141,"snippet":22},[],[143],{"field":35,"indices":144,"matched_tokens":145,"snippets":147},[14],[146],[15],[83],{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":149,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},"578730123365711977",{"document":151,"highlight":168,"highlights":176,"text_match":181,"text_match_info":182},{"cat_link":152,"category":154,"comment_count":47,"id":156,"is_sticky":47,"permalink":157,"post_author":158,"post_content":159,"post_date":160,"post_excerpt":53,"post_id":156,"post_modified":161,"post_thumbnail":162,"post_thumbnail_html":163,"post_title":164,"post_type":58,"sort_by_date":165,"tag_links":166,"tags":167},[153],"http://radioblackout.org/category/notizie/",[155],"Blackout Inside","19524","http://radioblackout.org/2013/11/il-ghana-e-il-socialismo-panafricano-di-kwame-nkrumah/","dj","Nello spazio deidcato all'Africa di quest'oggi parliamo del Ghana e del suo primo presidente Kwame Nkrumah (1909 - 1972), che fu uno degli artefici dell'indipendenza del paese dalla Gran Bretagna e si fece promotore di riforme sociali in politica interna e di una linea panafricana e anticoloniale in politica estera.\r\n\r\nLa sua intransigenza verso le potenze occidentali e il suo avvicinamento all'Unione Sovietica e alla Cina fecero sì che venisse rovesciato da un colpo di stato militare nel 1966, mentre si trovava in Vietnam.\r\n\r\nAscolta l'approfondimento, preceduto da un pezzo musicale di un gruppo ghanese dedicato proprio a Nkrumah:\r\n\r\nGhana17nov\r\n\r\n ","17 Novembre 2013","2016-11-28 20:38:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/Kwame_nkrumah-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"246\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/Kwame_nkrumah-246x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Il Ghana e il \"socialismo panafricano\" di Kwame Nkrumah",1384724093,[],[],{"post_content":169,"post_title":173},{"matched_tokens":170,"snippet":171,"value":172},[72],"all'Africa di quest'oggi parliamo del \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> e del suo primo presidente","Nello spazio deidcato all'Africa di quest'oggi parliamo del \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> e del suo primo presidente Kwame Nkrumah (1909 - 1972), che fu uno degli artefici dell'indipendenza del paese dalla Gran Bretagna e si fece promotore di riforme sociali in politica interna e di una linea panafricana e anticoloniale in politica estera.\r\n\r\nLa sua intransigenza verso le potenze occidentali e il suo avvicinamento all'Unione Sovietica e alla Cina fecero sì che venisse rovesciato da un colpo di stato militare nel 1966, mentre si trovava in Vietnam.\r\n\r\nAscolta l'approfondimento, preceduto da un pezzo musicale di un gruppo ghanese dedicato proprio a Nkrumah:\r\n\r\n\u003Cmark>Ghana\u003C/mark>17nov\r\n\r\n ",{"matched_tokens":174,"snippet":175,"value":175},[72],"Il \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> e il \"socialismo panafricano\" di Kwame Nkrumah",[177,179],{"field":98,"matched_tokens":178,"snippet":171,"value":172},[72],{"field":95,"matched_tokens":180,"snippet":175,"value":175},[72],578730123365187700,{"best_field_score":183,"best_field_weight":184,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":185,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},"1108091338752",15,"578730123365187706",{"document":187,"highlight":211,"highlights":216,"text_match":181,"text_match_info":219},{"cat_link":188,"category":189,"comment_count":47,"id":190,"is_sticky":47,"permalink":191,"post_author":50,"post_content":192,"post_date":193,"post_excerpt":53,"post_id":190,"post_modified":194,"post_thumbnail":195,"post_thumbnail_html":196,"post_title":197,"post_type":58,"sort_by_date":198,"tag_links":199,"tags":205},[44],[46],"69950","http://radioblackout.org/2021/06/marina-militare-nel-golfo-di-guinea-e-in-quello-di-ormuz/","Unità navali ed elicotteri della Marina militare italiana a “difesa” dei pozzi petroliferi dell’ENI e dei mercantili delle grandi compagnie armatoriali. Dallo scorso anno il sistema Italia fa le cose in grande anche nel Golfo di Guinea, in Africa occidentale, nelle acque prospicienti la Costa d’Avorio, il Ghana, la Nigeria e l’Angola. Con il decreto di finanziamento delle missioni internazionali, nel luglio 2020 il parlamento ha dato il via al pattugliamento del Golfo in funzione “anti-pirateria”, a salvaguardia dei crescenti investimenti finanziari nell’area da parte dell’holding energetica a capitale statale e di alcuni gruppi privati.\r\nE già si profila una nuova missione navale nello stretto di Ormuz in contro l’Iran (e la Cina).\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-22-mil-guinea-ormuz-mazzeo.mp3\"][/audio]","22 Giugno 2021","2021-06-22 15:10:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/Marina-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"154\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/Marina-300x154.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/Marina-300x154.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/Marina-768x394.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/Marina.jpg 975w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Marina militare nel Golfo di Guinea e... in quello di Ormuz",1624374636,[200,201,202,203,204],"http://radioblackout.org/tag/2-maro/","http://radioblackout.org/tag/golfo-di-guinea/","http://radioblackout.org/tag/golfo-di-ormuz/","http://radioblackout.org/tag/marina-militare-italiana/","http://radioblackout.org/tag/missione-antipirateria/",[206,207,208,209,210],"2 marò","Golfo di Guinea","golfo di ormuz","marina militare italiana","missione antipirateria",{"post_content":212},{"matched_tokens":213,"snippet":214,"value":215},[72],"prospicienti la Costa d’Avorio, il \u003Cmark>Ghana\u003C/mark>, la Nigeria e l’Angola. Con","Unità navali ed elicotteri della Marina militare italiana a “difesa” dei pozzi petroliferi dell’ENI e dei mercantili delle grandi compagnie armatoriali. Dallo scorso anno il sistema Italia fa le cose in grande anche nel Golfo di Guinea, in Africa occidentale, nelle acque prospicienti la Costa d’Avorio, il \u003Cmark>Ghana\u003C/mark>, la Nigeria e l’Angola. Con il decreto di finanziamento delle missioni internazionali, nel luglio 2020 il parlamento ha dato il via al pattugliamento del Golfo in funzione “anti-pirateria”, a salvaguardia dei crescenti investimenti finanziari nell’area da parte dell’holding energetica a capitale statale e di alcuni gruppi privati.\r\nE già si profila una nuova missione navale nello stretto di Ormuz in contro l’Iran (e la Cina).\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-22-mil-guinea-ormuz-mazzeo.mp3\"][/audio]",[217],{"field":98,"matched_tokens":218,"snippet":214,"value":215},[72],{"best_field_score":183,"best_field_weight":220,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":221,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},14,"578730123365187697",{"document":223,"highlight":249,"highlights":254,"text_match":181,"text_match_info":257},{"cat_link":224,"category":225,"comment_count":47,"id":226,"is_sticky":47,"permalink":227,"post_author":50,"post_content":228,"post_date":229,"post_excerpt":53,"post_id":226,"post_modified":230,"post_thumbnail":231,"post_thumbnail_html":232,"post_title":233,"post_type":58,"sort_by_date":234,"tag_links":235,"tags":242},[44],[46],"68060","http://radioblackout.org/2021/03/italia-egitto-les-liaisons-dangereuses/","Il ministro della difesa Guerini sostiene che la cooperazione militare e poliziesca con l’Egitto si sarebbe “rarefatta” dopo l’omicidio Regeni. I fatti dimostrano il contrario. Sia la cooperazione militare sia le operazioni di addestramento della polizia egiziana da parte di quella italiana vanno a gonfie vele. L’Italia è arrivata a caldeggiare la candidatura dell’Egitto come accademia di polizia per gli altri stati africani.\r\n\r\nNel settembre 2018, infatti, i militari italiani sono stati impegnati in una lunga e complessa esercitazione aeronavale e terrestre nell’Egitto nord-occidentale, accanto ai reparti d’élite delle forze armate egiziane e USA e di quelle di altri due imbarazzanti partner mediorientali, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, contestualmente impegnati a bombardare la popolazione civile in Yemen anche con velivoli e bombe made in Italy. Peccato però che della partecipazione italiana alla maxi-esercitazione multinazionale in Egitto non c’è traccia nei report dello Stato Maggiore della difesa, di norma prodigo a fornire particolari sugli uomini e i sistemi d’arma impiegati nei giochi di guerra d’oltremare.\r\nBright Star, cioè stella luminosa, è il nome in codice dell’esercitazione tenutasi dal 10 al 20 settembre 2018 ad ovest di Alessandria d’Egitto, con quartier generale e comando operativo nella base militare “Mohamed Naguib” del governatorato di Marsa Matruh, al confine con la Libia. Secondo il portavoce delle forze armate egiziane, Tamer El-Refaei, a Bright Star 2018 hanno partecipato unità di Egitto, Stati Uniti d’America, Grecia, Giordania, Italia, Francia, Arabia Saudita, Regno Unito ed Emirati Arabi, più “osservatori” provenienti da 13 nazioni: Libano, Rwanda, Iraq, Pakistan, India, Kenya, Tanzania, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Sud Africa, Senegal e Canada.\r\nI precedenti war games all’ombra delle piramidi erano stati accompagnati da comunicati stampa delle forze armate tricolori. Nel 2018, dopo il caso Regeni, il governo italiano, ha deciso di lanciare il sasso, nascondendo la mano: si è guardato bene dal sospendere la partecipazione italiana a Bright Star, ma vi ha fatto calare un imbarazzato silenzio stampa.\r\nTre mesi più tardi di Bright Star, le forze aeronavali di Egitto, Regno Unito ed Italia si sono ritrovate fianco a fianco in un’esercitazione nelle acque nazionali egiziane nel Mediterraneo.\r\nOsservatori militari italiani hanno presenziato all’esercitazione aero-navale “Medusa 10” che si è tenuta nelle acque del Mediterraneo nel dicembre 2020, presenti le unità di Egitto, Grecia, Francia e Cipro. Ad assistere ai war games anche gli osservatori di Germania, USA, Giordania, Sudan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.\r\n\r\nIl primo dicembre 2019 il Ministero dell’Interno dell’Egitto annunciava la firma a Roma di un protocollo che prorogava sino alla fine del 2021 le attività di formazione e addestramento congiunte tra la polizia egiziana e quella italiana.\r\nSull’indigesta partnership con le forze dell’ordine egiziane, responsabili di torture omicidi, il Viminale ha preferito sino ad oggi mantenere il silenzio. Nonostante dalla scomparsa del giovane ricercatore, a capo del Viminale si siano alternate quattro persone (Alfano, Minniti, Salvini e Lamorgese), il modus operandi è stato lo stesso: finanziare, addestrare e armare nell’ombra i partner egiziani.\r\n\r\nIl 13 settembre 2017 il salto qualitativo nella collaborazione inter-ministeriale: a Roma veniva siglato un protocollo tecnico tra il Capo dell’Accademia di Polizia Ahmed Adel Elamry e il prefetto Bontempi per promuovere un Centro internazionale di formazione specialistica nel settore del controllo delle frontiere e della gestione dei flussi migratori. Il Centro sarà poi istituito al Cairo proprio nell’Accademia che da tempi remoti forma le sanguinarie forze dell’ordine egiziane. “Si tratta di un’istituzione tristemente nota per detenzioni arbitrarie, torture e uccisioni extragiudiziali.\r\nIl programma di formazione al Cairo è stato interamente finanziato dal Ministero dell’Interno italiano (grazie al Fondo Interno per la Sicurezza con contributo Ue di 1.073.521 euro) ed è stato co-gestito da funzionari italiani ed egiziani. Denominato Progetto ITEPA (International Training at Egyptian Police Academy) ha preso il via il 19 marzo 2018 con tre corsi annuali per 360 operatori di polizia di 22 Paesi africani: oltre all’Egitto, Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia. Quasi una riedizione, in salsa africana, della Escuela de las Americas che il Pentagono e la CIA istituirono a Panama negli anni ’80 del secolo scorso per addestrare i militari delle dittature latinoamericane.\r\nIl Viminale ha seguito ogni tappa di ITEPA. All’inaugurazione era presente l’allora Capo della Polizia Franco Gabrielli, già direttore dei servizi segreti SISDE e AISE e odierno sottosegretario alla Presidenza del consiglio, con delega alla sicurezza della Repubblica. Roma si è fatta carico perfino delle spese per acquisire i gadget dell’evento, un’esoterica piramide in cristallo ottico con incisione laser, importo 2.500 euro più IVA, contribuendo altresì con più di 40.000 euro per pagare l’alloggio e la ristorazione a 82 partecipanti presso il lussuoso Four Seasons Hotel Cairo at Nile Plaza. Inviato d’onore al workshop di formazione del luglio 2018, l’allora direttore del Servizio immigrazione della Polizia di Stato, Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, dal 22 gennaio scorso vicedirettore dei servizi segreti Aisi (nomina del premier Conte).\r\nIl progetto Itepa si è concluso a Roma il 27 novembre 2019 con una conferenza presso la scuola Superiore di Polizia, alla presenza ancora una volta del prefetto Franco Gabrielli, del direttore centrale dell’Immigrazione Massimo Bontempi e del generale Ahemed Ibrahim. “Considerato il successo riscosso dal progetto, Italia ed Egitto, firmeranno un memorandum d’intesa per estendere la validità del protocollo del 13 settembre 2017, avviando così un’ulteriore edizione che si chiamerà Itepa 2, anch’essa finanziata dall’Unione europea e di durata biennale”, riportava una nota emessa dalla Polizia di Stato. Secondo quanto riferito qualche settimana fa da Ylva Johansson, commissaria Ue per gli Affari Interni, le autorità italiane intenderebbero finanziare il nuovo progetto tramite l’Internal Security Fund Borders and Visa, previsto dal nuovo piano finanziario 2021-2027. L’approvazione definitiva avverrà non prima del settembre di quest’anno.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-30-mazzeo-egitto.mp3\"][/audio]","30 Marzo 2021","2021-03-30 17:37:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"214\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-300x214.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-300x214.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-768x548.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1.png 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Italia-Egitto. Les liaisons dangereuses",1617125833,[236,237,238,239,240,241],"http://radioblackout.org/tag/addestramento-poliza-agiziana-in-italia/","http://radioblackout.org/tag/egitto/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/itepa/","http://radioblackout.org/tag/operazioni-militari-congiunte-italia-egitto/","http://radioblackout.org/tag/scuola-di-polizia/",[243,244,245,246,247,248],"addestramento poliza agiziana in italia","Egitto","italia","ITEPA","operazioni militari congiunte italia egitto","scuola di polizia",{"post_content":250},{"matched_tokens":251,"snippet":252,"value":253},[72],"d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, \u003Cmark>Ghana\u003C/mark>, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco,","Il ministro della difesa Guerini sostiene che la cooperazione militare e poliziesca con l’Egitto si sarebbe “rarefatta” dopo l’omicidio Regeni. I fatti dimostrano il contrario. Sia la cooperazione militare sia le operazioni di addestramento della polizia egiziana da parte di quella italiana vanno a gonfie vele. L’Italia è arrivata a caldeggiare la candidatura dell’Egitto come accademia di polizia per gli altri stati africani.\r\n\r\nNel settembre 2018, infatti, i militari italiani sono stati impegnati in una lunga e complessa esercitazione aeronavale e terrestre nell’Egitto nord-occidentale, accanto ai reparti d’élite delle forze armate egiziane e USA e di quelle di altri due imbarazzanti partner mediorientali, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, contestualmente impegnati a bombardare la popolazione civile in Yemen anche con velivoli e bombe made in Italy. Peccato però che della partecipazione italiana alla maxi-esercitazione multinazionale in Egitto non c’è traccia nei report dello Stato Maggiore della difesa, di norma prodigo a fornire particolari sugli uomini e i sistemi d’arma impiegati nei giochi di guerra d’oltremare.\r\nBright Star, cioè stella luminosa, è il nome in codice dell’esercitazione tenutasi dal 10 al 20 settembre 2018 ad ovest di Alessandria d’Egitto, con quartier generale e comando operativo nella base militare “Mohamed Naguib” del governatorato di Marsa Matruh, al confine con la Libia. Secondo il portavoce delle forze armate egiziane, Tamer El-Refaei, a Bright Star 2018 hanno partecipato unità di Egitto, Stati Uniti d’America, Grecia, Giordania, Italia, Francia, Arabia Saudita, Regno Unito ed Emirati Arabi, più “osservatori” provenienti da 13 nazioni: Libano, Rwanda, Iraq, Pakistan, India, Kenya, Tanzania, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Sud Africa, Senegal e Canada.\r\nI precedenti war games all’ombra delle piramidi erano stati accompagnati da comunicati stampa delle forze armate tricolori. Nel 2018, dopo il caso Regeni, il governo italiano, ha deciso di lanciare il sasso, nascondendo la mano: si è guardato bene dal sospendere la partecipazione italiana a Bright Star, ma vi ha fatto calare un imbarazzato silenzio stampa.\r\nTre mesi più tardi di Bright Star, le forze aeronavali di Egitto, Regno Unito ed Italia si sono ritrovate fianco a fianco in un’esercitazione nelle acque nazionali egiziane nel Mediterraneo.\r\nOsservatori militari italiani hanno presenziato all’esercitazione aero-navale “Medusa 10” che si è tenuta nelle acque del Mediterraneo nel dicembre 2020, presenti le unità di Egitto, Grecia, Francia e Cipro. Ad assistere ai war games anche gli osservatori di Germania, USA, Giordania, Sudan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.\r\n\r\nIl primo dicembre 2019 il Ministero dell’Interno dell’Egitto annunciava la firma a Roma di un protocollo che prorogava sino alla fine del 2021 le attività di formazione e addestramento congiunte tra la polizia egiziana e quella italiana.\r\nSull’indigesta partnership con le forze dell’ordine egiziane, responsabili di torture omicidi, il Viminale ha preferito sino ad oggi mantenere il silenzio. Nonostante dalla scomparsa del giovane ricercatore, a capo del Viminale si siano alternate quattro persone (Alfano, Minniti, Salvini e Lamorgese), il modus operandi è stato lo stesso: finanziare, addestrare e armare nell’ombra i partner egiziani.\r\n\r\nIl 13 settembre 2017 il salto qualitativo nella collaborazione inter-ministeriale: a Roma veniva siglato un protocollo tecnico tra il Capo dell’Accademia di Polizia Ahmed Adel Elamry e il prefetto Bontempi per promuovere un Centro internazionale di formazione specialistica nel settore del controllo delle frontiere e della gestione dei flussi migratori. Il Centro sarà poi istituito al Cairo proprio nell’Accademia che da tempi remoti forma le sanguinarie forze dell’ordine egiziane. “Si tratta di un’istituzione tristemente nota per detenzioni arbitrarie, torture e uccisioni extragiudiziali.\r\nIl programma di formazione al Cairo è stato interamente finanziato dal Ministero dell’Interno italiano (grazie al Fondo Interno per la Sicurezza con contributo Ue di 1.073.521 euro) ed è stato co-gestito da funzionari italiani ed egiziani. Denominato Progetto ITEPA (International Training at Egyptian Police Academy) ha preso il via il 19 marzo 2018 con tre corsi annuali per 360 operatori di polizia di 22 Paesi africani: oltre all’Egitto, Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, \u003Cmark>Ghana\u003C/mark>, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia. Quasi una riedizione, in salsa africana, della Escuela de las Americas che il Pentagono e la CIA istituirono a Panama negli anni ’80 del secolo scorso per addestrare i militari delle dittature latinoamericane.\r\nIl Viminale ha seguito ogni tappa di ITEPA. All’inaugurazione era presente l’allora Capo della Polizia Franco Gabrielli, già direttore dei servizi segreti SISDE e AISE e odierno sottosegretario alla Presidenza del consiglio, con delega alla sicurezza della Repubblica. Roma si è fatta carico perfino delle spese per acquisire i gadget dell’evento, un’esoterica piramide in cristallo ottico con incisione laser, importo 2.500 euro più IVA, contribuendo altresì con più di 40.000 euro per pagare l’alloggio e la ristorazione a 82 partecipanti presso il lussuoso Four Seasons Hotel Cairo at Nile Plaza. Inviato d’onore al workshop di formazione del luglio 2018, l’allora direttore del Servizio immigrazione della Polizia di Stato, Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, dal 22 gennaio scorso vicedirettore dei servizi segreti Aisi (nomina del premier Conte).\r\nIl progetto Itepa si è concluso a Roma il 27 novembre 2019 con una conferenza presso la scuola Superiore di Polizia, alla presenza ancora una volta del prefetto Franco Gabrielli, del direttore centrale dell’Immigrazione Massimo Bontempi e del generale Ahemed Ibrahim. “Considerato il successo riscosso dal progetto, Italia ed Egitto, firmeranno un memorandum d’intesa per estendere la validità del protocollo del 13 settembre 2017, avviando così un’ulteriore edizione che si chiamerà Itepa 2, anch’essa finanziata dall’Unione europea e di durata biennale”, riportava una nota emessa dalla Polizia di Stato. Secondo quanto riferito qualche settimana fa da Ylva Johansson, commissaria Ue per gli Affari Interni, le autorità italiane intenderebbero finanziare il nuovo progetto tramite l’Internal Security Fund Borders and Visa, previsto dal nuovo piano finanziario 2021-2027. L’approvazione definitiva avverrà non prima del settembre di quest’anno.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-30-mazzeo-egitto.mp3\"][/audio]",[255],{"field":98,"matched_tokens":256,"snippet":252,"value":253},[72],{"best_field_score":183,"best_field_weight":220,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":221,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},{"document":259,"highlight":284,"highlights":289,"text_match":181,"text_match_info":292},{"cat_link":260,"category":261,"comment_count":47,"id":262,"is_sticky":47,"permalink":263,"post_author":50,"post_content":264,"post_date":265,"post_excerpt":53,"post_id":262,"post_modified":266,"post_thumbnail":53,"post_thumbnail_html":53,"post_title":267,"post_type":58,"sort_by_date":268,"tag_links":269,"tags":278},[44],[46],"44855","http://radioblackout.org/2017/12/leni-gentiloni-la-filiera-africana/","Sul Sole 24 Ore Alberto Negri ha analizzato la trama di interessi targati Eni, sottesa al recente viaggio in Africa del presidente del consiglio dei ministri Gentiloni. L’importanza della filiera Africana emerge in modo molto chiaro.\r\n\r\nCi raccontato degli enormi interessi italiani in Africa, della difficoltà di Gentiloni a penetrare nella Francafrique, degli enormi investimenti cinesi nell’area.\r\nUn quadro geopolitico da cui emerge la spietata guerra di interessi intorno all’Africa, terreno di conquista e di rapina, ben dopo la fine dell’era coloniale.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 12 negri afritalia\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito il pezzo uscito sul Sole:\r\n\r\n“A essere un po’ maliziosi ma anche realisti si potrebbe affermare che il viaggio del primo ministro Paolo Gentiloni in Africa è segnato da una diplomazia “a tutto gas”, in gran parte con il marchio Eni. Non c’è niente di esotico in questa missione.\r\n\r\nIn Tunisia, partner essenziale sulla sponda Sud dei migranti, la presenza dell’Eni risale agli anni Sessanta quando venne scoperto il giacimento di El Borma, uno dei principali del Sahara.\r\n\r\nMa la Tunisia è anche un anello del cordone ombelicale che lega l’Italia al Nordafrica, qui passa infatti il gasdotto Transmed che trasporta il gas dell’Algeria, secondo fornitore italiano dopo la Russia. In Angola, in seguito all’incontro tra Gentiloni e il presidente Joao Lourenco, sono stati annunciati accordi che porteranno l’Eni ad avere quasi il 50% dei diritti su Cabinda North, una sorta di Eldorado energetico angolano.\r\n\r\nAnche le altre tappe del viaggio africano sono all’insegna di gas e petrolio. Eni in Costa d’Avorio ha acquisito il 30% del blocco esplorativo offshore CI-100. Persino il Ghana sotto questo profilo è assai significativo. In anticipo sui tempi previsti, l’Eni qui ha messo in produzione l’Offshore Cape Three Points Block (Octp). In questi progetti, considerati prioritari dalla stessa Banca Mondiale, ci sono giacimenti per 41 miliardi di metri cubi di gas e 500 milioni di barili di petrolio.\r\n\r\nEcco perché Gentiloni è diventato “l’Africano”. Ha quindi snocciolato cifre da record per gli investimenti italiani sul continente: 12 miliardi nel 2016, al primo posto in Europa, al terzo nel mondo. Ovviamente la parte del leone è dell’Eni, presente con i suoi vertici a ogni tappa del viaggio.\r\n\r\nDel resto l’Eni è un attore geopolitico per eccellenza, l’unico che abbiamo di questa portata. «È il motore degli interessi strategici dell’Italia nel mondo», ha detto qualche mese fa Gentiloni, primo capo di un governo italiano a entrare nel quartiere generale di San Donato.\r\n\r\nL’Eni è un protagonista per storia e vocazione del suo fondatore, il comandante partigiano Enrico Mattei: sua la battaglia per non liquidare l’Agip nelle mani degli americani, quella condotta contro le Sette Sorelle per entrare sul mercato iraniano sbarrato dalle multinazionali, sua l’avventura mediterranea, con la decisa apertura ai Paesi africani e del Medio Oriente con i quali solidarizzava per il passato coloniale, al punto da finanziare la guerriglia algerina anti-francese. Senza dimenticare i rapporti con Mosca, quando Mattei, in piena guerra fredda, importava il petrolio russo a prezzi da saldo.\r\n\r\nForse non è un caso che nel 2011, all’inizio delle guerra contro Gheddafi, i terminali dell’Eni fossero inseriti dai nostri alleati Nato tra gli obiettivi da bombardare. Pensare male è peccato ma spesso ci si azzecca, diceva Andreotti. Ma a sei anni dalla fine del dittatore libico, il maggiore alleato dell’Italia nel Mediterraneo, la cui sconfitta con le sue conseguenze è stata la più devastante débâcle italiana dal dopoguerra, l’Eni rimane l’unica multinazionale attiva sia a Ovest che a Est di una Libia spaccata tra Tripolitania e Cirenaica.\r\n\r\nEcco perché c’è una “filiera africana” essenziale ai nostri rifornimenti ma anche per lo sviluppo dei Paesi africani. Molte volte si banalizza il motto «aiutiamoli a casa loro» quando si tratta di immigrazione, ma se guardiamo alle cifre le speranze africane sono ancora affidate alle risorse energetiche e alle materie prime, viste però con un’ottica diversa da un presente dove portano ricchezza (e corruzione) solo a una cerchia ristretta delle élite africane e alle multinazionali.\r\n\r\nLa fiche che l’Unione europea vorrebbe moltiplicare al tavolo verde degli investimenti si gioca sulle opportunità di attirare capitali privati prima di tutto nelle vene profonde dell’Africa da dove escono gas, petrolio, minerali. La relazione tra l’enorme potenziale in risorse naturali, la crescita del Pil e lo sviluppo sociale non è lineare: anzi in Africa a volte più la nazione è ricca e più i cittadini sono poveri.\r\n\r\nLe materie prime rappresentano il 70% delle esportazioni totali dell’Africa. Ma è solo cambiando registro rispetto al passato che possono diventare il volano dello sviluppo, altrimenti gli africani cercheranno sempre una via di fuga da guerre, despoti e cleptocrazie che costringono la gente a vivere con meno di un dollaro al giorno.\"","12 Dicembre 2017","2023-04-19 15:06:01","L’Eni, Gentiloni, la filiera africana",1513101490,[270,271,272,273,274,275,276,277],"http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/angola/","http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/descalzi/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/francafrique/","http://radioblackout.org/tag/interessi-italiani-in-africa/","http://radioblackout.org/tag/investimenti-cinesi-in-africa/",[279,20,280,281,282,283,32,34],"Africa","cina","descalzi","ENI","Francafrique",{"post_content":285},{"matched_tokens":286,"snippet":287,"value":288},[72],"esplorativo offshore CI-100. Persino il \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> sotto questo profilo è assai","Sul Sole 24 Ore Alberto Negri ha analizzato la trama di interessi targati Eni, sottesa al recente viaggio in Africa del presidente del consiglio dei ministri Gentiloni. L’importanza della filiera Africana emerge in modo molto chiaro.\r\n\r\nCi raccontato degli enormi interessi italiani in Africa, della difficoltà di Gentiloni a penetrare nella Francafrique, degli enormi investimenti cinesi nell’area.\r\nUn quadro geopolitico da cui emerge la spietata guerra di interessi intorno all’Africa, terreno di conquista e di rapina, ben dopo la fine dell’era coloniale.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 12 negri afritalia\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito il pezzo uscito sul Sole:\r\n\r\n“A essere un po’ maliziosi ma anche realisti si potrebbe affermare che il viaggio del primo ministro Paolo Gentiloni in Africa è segnato da una diplomazia “a tutto gas”, in gran parte con il marchio Eni. Non c’è niente di esotico in questa missione.\r\n\r\nIn Tunisia, partner essenziale sulla sponda Sud dei migranti, la presenza dell’Eni risale agli anni Sessanta quando venne scoperto il giacimento di El Borma, uno dei principali del Sahara.\r\n\r\nMa la Tunisia è anche un anello del cordone ombelicale che lega l’Italia al Nordafrica, qui passa infatti il gasdotto Transmed che trasporta il gas dell’Algeria, secondo fornitore italiano dopo la Russia. In Angola, in seguito all’incontro tra Gentiloni e il presidente Joao Lourenco, sono stati annunciati accordi che porteranno l’Eni ad avere quasi il 50% dei diritti su Cabinda North, una sorta di Eldorado energetico angolano.\r\n\r\nAnche le altre tappe del viaggio africano sono all’insegna di gas e petrolio. Eni in Costa d’Avorio ha acquisito il 30% del blocco esplorativo offshore CI-100. Persino il \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> sotto questo profilo è assai significativo. In anticipo sui tempi previsti, l’Eni qui ha messo in produzione l’Offshore Cape Three Points Block (Octp). In questi progetti, considerati prioritari dalla stessa Banca Mondiale, ci sono giacimenti per 41 miliardi di metri cubi di gas e 500 milioni di barili di petrolio.\r\n\r\nEcco perché Gentiloni è diventato “l’Africano”. Ha quindi snocciolato cifre da record per gli investimenti italiani sul continente: 12 miliardi nel 2016, al primo posto in Europa, al terzo nel mondo. Ovviamente la parte del leone è dell’Eni, presente con i suoi vertici a ogni tappa del viaggio.\r\n\r\nDel resto l’Eni è un attore geopolitico per eccellenza, l’unico che abbiamo di questa portata. «È il motore degli interessi strategici dell’Italia nel mondo», ha detto qualche mese fa Gentiloni, primo capo di un governo italiano a entrare nel quartiere generale di San Donato.\r\n\r\nL’Eni è un protagonista per storia e vocazione del suo fondatore, il comandante partigiano Enrico Mattei: sua la battaglia per non liquidare l’Agip nelle mani degli americani, quella condotta contro le Sette Sorelle per entrare sul mercato iraniano sbarrato dalle multinazionali, sua l’avventura mediterranea, con la decisa apertura ai Paesi africani e del Medio Oriente con i quali solidarizzava per il passato coloniale, al punto da finanziare la guerriglia algerina anti-francese. Senza dimenticare i rapporti con Mosca, quando Mattei, in piena guerra fredda, importava il petrolio russo a prezzi da saldo.\r\n\r\nForse non è un caso che nel 2011, all’inizio delle guerra contro Gheddafi, i terminali dell’Eni fossero inseriti dai nostri alleati Nato tra gli obiettivi da bombardare. Pensare male è peccato ma spesso ci si azzecca, diceva Andreotti. Ma a sei anni dalla fine del dittatore libico, il maggiore alleato dell’Italia nel Mediterraneo, la cui sconfitta con le sue conseguenze è stata la più devastante débâcle italiana dal dopoguerra, l’Eni rimane l’unica multinazionale attiva sia a Ovest che a Est di una Libia spaccata tra Tripolitania e Cirenaica.\r\n\r\nEcco perché c’è una “filiera africana” essenziale ai nostri rifornimenti ma anche per lo sviluppo dei Paesi africani. Molte volte si banalizza il motto «aiutiamoli a casa loro» quando si tratta di immigrazione, ma se guardiamo alle cifre le speranze africane sono ancora affidate alle risorse energetiche e alle materie prime, viste però con un’ottica diversa da un presente dove portano ricchezza (e corruzione) solo a una cerchia ristretta delle élite africane e alle multinazionali.\r\n\r\nLa fiche che l’Unione europea vorrebbe moltiplicare al tavolo verde degli investimenti si gioca sulle opportunità di attirare capitali privati prima di tutto nelle vene profonde dell’Africa da dove escono gas, petrolio, minerali. La relazione tra l’enorme potenziale in risorse naturali, la crescita del Pil e lo sviluppo sociale non è lineare: anzi in Africa a volte più la nazione è ricca e più i cittadini sono poveri.\r\n\r\nLe materie prime rappresentano il 70% delle esportazioni totali dell’Africa. Ma è solo cambiando registro rispetto al passato che possono diventare il volano dello sviluppo, altrimenti gli africani cercheranno sempre una via di fuga da guerre, despoti e cleptocrazie che costringono la gente a vivere con meno di un dollaro al giorno.\"",[290],{"field":98,"matched_tokens":291,"snippet":287,"value":288},[72],{"best_field_score":183,"best_field_weight":220,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":221,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":15,"per_page":295,"q":15},6,{"facet_counts":297,"found":335,"hits":336,"out_of":596,"page":17,"request_params":597,"search_cutoff":36,"search_time_ms":598},[298,312],{"counts":299,"field_name":309,"sampled":36,"stats":310},[300,303,305,307],{"count":301,"highlighted":302,"value":302},10,"RADIO KALAKUTA",{"count":104,"highlighted":304,"value":304},"Radio Bizarre",{"count":17,"highlighted":306,"value":306},"OverJoy",{"count":17,"highlighted":308,"value":308},"la perla di labuan","podcastfilter",{"total_values":311},4,{"counts":313,"field_name":35,"sampled":36,"stats":333},[314,316,317,319,321,323,325,327,329,331],{"count":301,"highlighted":315,"value":315},"RADIOKALAKUTA",{"count":14,"highlighted":15,"value":15},{"count":14,"highlighted":318,"value":318},"interplay",{"count":17,"highlighted":320,"value":320},"zeus",{"count":17,"highlighted":322,"value":322},"r.osa",{"count":17,"highlighted":324,"value":324},"pere faura",{"count":17,"highlighted":326,"value":326},"silvia gribaudi",{"count":17,"highlighted":328,"value":328},"reverend beatman",{"count":17,"highlighted":330,"value":330},"pierre & bastien",{"count":17,"highlighted":332,"value":332},"space aliens from outer space",{"total_values":334},39,16,[337,412,497,520,542,574],{"document":338,"highlight":376,"highlights":404,"text_match":100,"text_match_info":411},{"comment_count":47,"id":339,"is_sticky":47,"permalink":340,"podcastfilter":341,"post_author":342,"post_content":343,"post_date":344,"post_excerpt":53,"post_id":339,"post_modified":345,"post_thumbnail":346,"post_title":347,"post_type":348,"sort_by_date":349,"tag_links":350,"tags":363},"66764","http://radioblackout.org/podcast/radio-bizarre-13-febbraio-2021/",[304],"radiobizarre","Ecco il podcast della trasmissione di sabato 13 febbraio 2021. Oggi, oltre alle solite selezioni di zoccoli duri e nuove onde, ho dedicato uno spazio alla presentazione dell'edizione di quest'anno del SEEYOUSOUND film festival. Oltre l'audio dello show, troverete anche l'audio della chiacchierata telefonica tra me e Juanita Apraez Murillo, curatrice della sezione del SYS che porta il nome di Trans Global Express, nella quale Juanita ci racconta i quattro documentari da lei selezionati per questa settima edizione del festival. Buon ascolto e buone visioni!!\r\n\r\nshow-13 febbraio 2021\r\n\r\nintervista a Juanita Apraez Murillo\r\n\r\n \r\n\r\n ","14 Febbraio 2021","2021-02-28 17:18:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/bizarre-boots-170x110.jpeg","Radio Bizarre - 13 Febbraio 2021","podcast",1613303777,[351,352,353,62,354,355,356,357,358,359,360,361,362],"http://radioblackout.org/tag/bizarre/","http://radioblackout.org/tag/cinema/","http://radioblackout.org/tag/contradict/","http://radioblackout.org/tag/idles/","http://radioblackout.org/tag/kino/","http://radioblackout.org/tag/lisbob-beat/","http://radioblackout.org/tag/moondog/","http://radioblackout.org/tag/osannaples/","http://radioblackout.org/tag/seeyousound/","http://radioblackout.org/tag/small-island-big-song/","http://radioblackout.org/tag/tsoi/","http://radioblackout.org/tag/victor-tsoi/",[364,365,366,15,367,368,369,370,371,372,373,374,375],"bizarre","cinema","contradict","idles","kino","lisbob beat","moondog","osannaples","Seeyousound","small island big song","tsoi","victor tsoi",{"tags":377},[378,380,382,384,386,388,390,392,394,396,398,400,402],{"matched_tokens":379,"snippet":364,"value":364},[],{"matched_tokens":381,"snippet":365,"value":365},[],{"matched_tokens":383,"snippet":366,"value":366},[],{"matched_tokens":385,"snippet":83,"value":83},[15],{"matched_tokens":387,"snippet":367,"value":367},[],{"matched_tokens":389,"snippet":368,"value":368},[],{"matched_tokens":391,"snippet":369,"value":369},[],{"matched_tokens":393,"snippet":370,"value":370},[],{"matched_tokens":395,"snippet":371,"value":371},[],{"matched_tokens":397,"snippet":372,"value":372},[],{"matched_tokens":399,"snippet":373,"value":373},[],{"matched_tokens":401,"snippet":374,"value":374},[],{"matched_tokens":403,"snippet":375,"value":375},[],[405],{"field":35,"indices":406,"matched_tokens":407,"snippets":409,"values":410},[104],[408],[15],[83],[83],{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":149,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},{"document":413,"highlight":451,"highlights":489,"text_match":100,"text_match_info":496},{"comment_count":47,"id":414,"is_sticky":47,"permalink":415,"podcastfilter":416,"post_author":342,"post_content":417,"post_date":418,"post_excerpt":53,"post_id":414,"post_modified":419,"post_thumbnail":420,"post_title":421,"post_type":348,"sort_by_date":422,"tag_links":423,"tags":441},"42228","http://radioblackout.org/podcast/radio-bizarre-zoccoli-duri-e-nuove-onde-27-maggio-2017/",[304],"Unknown\r\n\r\nUnknown","27 Maggio 2017","2018-10-17 23:04:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/36104dab0249e5227de79b2e8ad77d13-200x110.jpg","Radio Bizarre, zoccoli duri e nuove onde - 27 maggio 2017",1495893595,[424,425,426,427,62,428,429,430,431,432,433,434,435,436,437,438,439,440],"http://radioblackout.org/tag/bassam-abou-diab/","http://radioblackout.org/tag/blackout/","http://radioblackout.org/tag/fest/","http://radioblackout.org/tag/focus-giovani-coreografi-arabi/","http://radioblackout.org/tag/guem/","http://radioblackout.org/tag/guy-nader-y-maria-campos/","http://radioblackout.org/tag/hamdi-dridi/","http://radioblackout.org/tag/interplay/","http://radioblackout.org/tag/king-ayisoba/","http://radioblackout.org/tag/lili-refrain/","http://radioblackout.org/tag/pere-faura/","http://radioblackout.org/tag/pierre-bastien/","http://radioblackout.org/tag/r-osa/","http://radioblackout.org/tag/reverend-beatman/","http://radioblackout.org/tag/silvia-gribaudi/","http://radioblackout.org/tag/space-aliens-from-outer-space/","http://radioblackout.org/tag/zeus/",[442,443,444,445,15,446,447,448,318,449,450,324,330,322,328,326,332,320],"bassam abou diab","blackout","fest","focus giovani coreografi arabi","guem","guy nader y maria campos","hamdi dridi","king ayisoba","lili refrain",{"tags":452},[453,455,457,459,461,463,465,467,469,471,473,475,477,479,481,483,485,487],{"matched_tokens":454,"snippet":442,"value":442},[],{"matched_tokens":456,"snippet":443,"value":443},[],{"matched_tokens":458,"snippet":444,"value":444},[],{"matched_tokens":460,"snippet":445,"value":445},[],{"matched_tokens":462,"snippet":83,"value":83},[15],{"matched_tokens":464,"snippet":446,"value":446},[],{"matched_tokens":466,"snippet":447,"value":447},[],{"matched_tokens":468,"snippet":448,"value":448},[],{"matched_tokens":470,"snippet":318,"value":318},[],{"matched_tokens":472,"snippet":449,"value":449},[],{"matched_tokens":474,"snippet":450,"value":450},[],{"matched_tokens":476,"snippet":324,"value":324},[],{"matched_tokens":478,"snippet":330,"value":330},[],{"matched_tokens":480,"snippet":322,"value":322},[],{"matched_tokens":482,"snippet":328,"value":328},[],{"matched_tokens":484,"snippet":326,"value":326},[],{"matched_tokens":486,"snippet":332,"value":332},[],{"matched_tokens":488,"snippet":320,"value":320},[],[490],{"field":35,"indices":491,"matched_tokens":492,"snippets":494,"values":495},[311],[493],[15],[83],[83],{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":149,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},{"document":498,"highlight":512,"highlights":516,"text_match":181,"text_match_info":519},{"comment_count":47,"id":499,"is_sticky":47,"permalink":500,"podcastfilter":501,"post_author":502,"post_content":503,"post_date":504,"post_excerpt":53,"post_id":499,"post_modified":505,"post_thumbnail":506,"post_title":507,"post_type":348,"sort_by_date":508,"tag_links":509,"tags":511},"92844","http://radioblackout.org/podcast/radio-kalakuta-21-10-2024/",[302],"radiokalakuta"," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/RADIO-KALAKUTA-21102024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRadio Kalakuta in questa puntata parte dalla scena della Nu Nairobi passando per l'Hiplife del Ghana per approdare alle produzioni elettroniche dell'etichetta Blanc Manioc.\r\n\r\n ","22 Ottobre 2024","2024-10-22 14:18:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/sarera-chiconi-blanc-manioc-walimizi-cover-200x110.jpg","RADIO KALAKUTA -21/10/2024",1729606720,[510],"http://radioblackout.org/tag/radiokalakuta/",[315],{"post_content":513},{"matched_tokens":514,"snippet":515,"value":515},[72]," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/RADIO-KALAKUTA-21102024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRadio Kalakuta in questa puntata parte dalla scena della Nu Nairobi passando per l'Hiplife del \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> per approdare alle produzioni elettroniche dell'etichetta Blanc Manioc.\r\n\r\n ",[517],{"field":98,"matched_tokens":518,"snippet":515,"value":515},[72],{"best_field_score":183,"best_field_weight":220,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":221,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},{"document":521,"highlight":533,"highlights":538,"text_match":181,"text_match_info":541},{"comment_count":47,"id":522,"is_sticky":47,"permalink":523,"podcastfilter":524,"post_author":502,"post_content":525,"post_date":526,"post_excerpt":53,"post_id":522,"post_modified":527,"post_thumbnail":528,"post_title":529,"post_type":348,"sort_by_date":530,"tag_links":531,"tags":532},"91017","http://radioblackout.org/podcast/radio-kalakuta-08-07-2024/",[302]," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/RADIO-KALAKUTA-08072024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIn questa ultima puntata prima della pausa estiva Radio Kalakuta esplora i suoni della diaspora ghanese degli anni '80 fra Amburgo e Toronto ,il cosidetto \"Burgerhighlife\" che mescola le suggestioni elettroniche con lo stile tipico della musica del Ghana ,per poi virare sui suoni dei mostri sacri dell'highlife come Pat Thomas ed Ebo Taylor per planare sui primi Koola lobitos di Fela .....\r\n\r\n ","11 Luglio 2024","2024-07-11 16:07:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/BURGER-HIGHLIFE-200x110.jpg","RADIO KALAKUTA-08/07/2024",1720714064,[510],[315],{"post_content":534},{"matched_tokens":535,"snippet":536,"value":537},[72],"stile tipico della musica del \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> ,per poi virare sui suoni"," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/RADIO-KALAKUTA-08072024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIn questa ultima puntata prima della pausa estiva Radio Kalakuta esplora i suoni della diaspora ghanese degli anni '80 fra Amburgo e Toronto ,il cosidetto \"Burgerhighlife\" che mescola le suggestioni elettroniche con lo stile tipico della musica del \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> ,per poi virare sui suoni dei mostri sacri dell'highlife come Pat Thomas ed Ebo Taylor per planare sui primi Koola lobitos di Fela .....\r\n\r\n ",[539],{"field":98,"matched_tokens":540,"snippet":536,"value":537},[72],{"best_field_score":183,"best_field_weight":220,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":221,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},{"document":543,"highlight":565,"highlights":570,"text_match":181,"text_match_info":573},{"comment_count":47,"id":544,"is_sticky":47,"permalink":545,"podcastfilter":546,"post_author":342,"post_content":547,"post_date":548,"post_excerpt":53,"post_id":544,"post_modified":549,"post_thumbnail":550,"post_title":551,"post_type":348,"sort_by_date":552,"tag_links":553,"tags":559},"90057","http://radioblackout.org/podcast/radio-bizarre-25-maggio-2024/",[304],"Nella trasmissione di oggi abbiamo dedicato la prima parte della trasmissione all'hilife del Ghana per poi passare ad un ambito particolarmente caro a Radio Bizare e le sue ascoltatrici cioè le nuove contaminazioni del flamenco con la musica elettronica per poi passare ad un siparietto tutto dedicato ai Mr Bungle di Mike Patton in occasione del loro tour europeo attualmente in corso.\r\n\r\n\r\n\r\nCome sempre in questo periodo dell'anno abbiamo parlato di danza e del festival di danza contemporanea Intrplay, in particolare della performance itinerante DEDICA#1.2.3 di Sara Sguotti in collaborazione con Perypezie Urbanee accompagnata daElena Russo alla cora e Marta Bucci al flautotraverso che avrà luogo questo pomeriggio per le strade di Barriera di Milano (partendo dalla casa di quartiere di via Baltea per terminare poi ai Bagni di via Agliè) insieme alla prima nazionale della piece Marginalia della Compagnia Ertza coreografata da Asier Zabaleta e che vede alla danza Pilar Andres, danzatrice spagnola e Deissane Machava danzatore del Mozambico.\r\n\r\nQui potete ascoltare la trasmissione completa:\r\n\r\nradio bizarre 25 maggio 2025","27 Maggio 2024","2024-05-27 12:20:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/dancer1-200x110.jpg","Radio Bizarre 25 maggio 2024",1716801345,[554,555,556,431,557,558],"http://radioblackout.org/tag/corteo-2-giugno/","http://radioblackout.org/tag/danza-contemporanea/","http://radioblackout.org/tag/flamenco-drumnbass/","http://radioblackout.org/tag/mr-bungle/","http://radioblackout.org/tag/sara-sguotti/",[560,561,562,318,563,564],"corteo 2 giugno","danza contemporanea","flamenco drum'n'bass","mr bungle","sara sguotti",{"post_content":566},{"matched_tokens":567,"snippet":568,"value":569},[72],"parte della trasmissione all'hilife del \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> per poi passare ad un","Nella trasmissione di oggi abbiamo dedicato la prima parte della trasmissione all'hilife del \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> per poi passare ad un ambito particolarmente caro a Radio Bizare e le sue ascoltatrici cioè le nuove contaminazioni del flamenco con la musica elettronica per poi passare ad un siparietto tutto dedicato ai Mr Bungle di Mike Patton in occasione del loro tour europeo attualmente in corso.\r\n\r\n\r\n\r\nCome sempre in questo periodo dell'anno abbiamo parlato di danza e del festival di danza contemporanea Intrplay, in particolare della performance itinerante DEDICA#1.2.3 di Sara Sguotti in collaborazione con Perypezie Urbanee accompagnata daElena Russo alla cora e Marta Bucci al flautotraverso che avrà luogo questo pomeriggio per le strade di Barriera di Milano (partendo dalla casa di quartiere di via Baltea per terminare poi ai Bagni di via Agliè) insieme alla prima nazionale della piece Marginalia della Compagnia Ertza coreografata da Asier Zabaleta e che vede alla danza Pilar Andres, danzatrice spagnola e Deissane Machava danzatore del Mozambico.\r\n\r\nQui potete ascoltare la trasmissione completa:\r\n\r\nradio bizarre 25 maggio 2025",[571],{"field":98,"matched_tokens":572,"snippet":568,"value":569},[72],{"best_field_score":183,"best_field_weight":220,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":221,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},{"document":575,"highlight":587,"highlights":592,"text_match":181,"text_match_info":595},{"comment_count":47,"id":576,"is_sticky":47,"permalink":577,"podcastfilter":578,"post_author":502,"post_content":579,"post_date":580,"post_excerpt":53,"post_id":576,"post_modified":581,"post_thumbnail":582,"post_title":583,"post_type":348,"sort_by_date":584,"tag_links":585,"tags":586},"85805","http://radioblackout.org/podcast/radio-kalakuta-11-12-2023/",[302]," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/radio-kalakuta-11122023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRadio Kalakuta in questa puntata esplora il genere del \"palm wine music\",stile musicale legato al consumo del vino di palma che si sviluppa dal Ghana e radicatosi in Sierra Leone e Liberia,portato dai marinai di etnia kru imbarcati sui grandi velieri europei che approdano ad Accra.\r\n\r\nL'esplosione si registrerà negli anni '20 ma è stato nel 1947 che E.T. Mensah e i suoi Tempos divennero famosi reiventando questo stile, seguiti poi da Ebenezer Calendar con la sua maringa e il monumentale S.E. Rogie. Ascoltiamo anche le declinazioni moderne del palm wine con The Cavemen e il produttore londinese Juls.\r\n\r\nE dal Ghana riprendiamo il filo del racconto dell'Hiplife ,genere musicale che mescola l'highlife e l'hip hop che inizia ad essere suonato negli anni '90 ma ha le sue origini nell'irruzione dell'hip hop sulla scena musicale ghanese .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n ","13 Dicembre 2023","2023-12-13 21:44:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/hiplife-200x110.jpg","RADIO KALAKUTA 11/12/2023",1702503891,[510],[315],{"post_content":588},{"matched_tokens":589,"snippet":590,"value":591},[72],"palma che si sviluppa dal \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> e radicatosi in Sierra Leone"," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/radio-kalakuta-11122023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRadio Kalakuta in questa puntata esplora il genere del \"palm wine music\",stile musicale legato al consumo del vino di palma che si sviluppa dal \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> e radicatosi in Sierra Leone e Liberia,portato dai marinai di etnia kru imbarcati sui grandi velieri europei che approdano ad Accra.\r\n\r\nL'esplosione si registrerà negli anni '20 ma è stato nel 1947 che E.T. Mensah e i suoi Tempos divennero famosi reiventando questo stile, seguiti poi da Ebenezer Calendar con la sua maringa e il monumentale S.E. Rogie. Ascoltiamo anche le declinazioni moderne del palm wine con The Cavemen e il produttore londinese Juls.\r\n\r\nE dal \u003Cmark>Ghana\u003C/mark> riprendiamo il filo del racconto dell'Hiplife ,genere musicale che mescola l'highlife e l'hip hop che inizia ad essere suonato negli anni '90 ma ha le sue origini nell'irruzione dell'hip hop sulla scena musicale ghanese .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n ",[593],{"field":98,"matched_tokens":594,"snippet":590,"value":591},[72],{"best_field_score":183,"best_field_weight":220,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":221,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":348,"first_q":15,"per_page":295,"q":15},5,["Reactive",600],{},["Set"],["ShallowReactive",603],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fyIemC7fwmg7mXD1_dhUiaa2T0jf1s_Afa_exmPv43ys":-1},true,"/search?query=ghana"]