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Istituita nel maggio \u003Cmark>del\u003C/mark> 2022 sarà celebrata ogni anno “in \u003Cmark>ricordo\u003C/mark> dell’eroismo dimostrato dal corpo d’armata nella battaglia di Nikolajewka \u003Cmark>del\u003C/mark> 26 gennaio 1943”, durante la Seconda guerra mondiale. 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Gli \u003Cmark>alpini\u003C/mark> inviati nella ghiacciata pianura erano completamente circondati dalle truppe sovietiche. La battaglia di Nikolajewka servì a garantire una via di fuga ai soldati. Una fuga disastrosa, nel cuore dell’inverno russo, nella quale morirono tantissimi poveracci inviati al fronte per il duce e per il re.\r\nL’umana pietà per quei proletari inviati al macello, sentimento condiviso da tanti nel nostro paese, non può e non deve tradursi in esaltazione patriottica di una guerra di invasione a fianco dei nazisti.\r\nNe abbiamo parlato con Marco Meotto, insegnante, sindacalista e attivista \u003Cmark>del\u003C/mark> gruppo “Scuola per la pace”\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/2023-01-24-meotto-alpini.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":67,"snippet":69,"value":69},[68],"Alpini","\u003Cmark>Alpini\u003C/mark>. 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La richiesta al ministro perché venisse trasferito in una prigione con un centro sanitario è rimasta senza risposta.\r\nIn compenso il DAP - dipartimento dell’amministrazione penitenziaria - alle dirette dipendenze del ministero di giustizia, è stata l’intimidazione alla dottoressa di Cospito, affinché non divulgasse ai media le informazioni sullo stato di salute del suo assistito.\r\nCospito, pur nel frattempo trasferito ad Opera, rischia ormai di morire con la benedizione del ministro della giustizia Nordio. \r\n\r\nDiana. Ad aprile i primi bandi\r\nAprile 2023. 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Su 10.000 militari impegnati nelle missioni internazionali quasi 1.500 operano in ambito NATO nel “contenimento” delle forze armate russe. A partire del 2014 l’Alleanza atlantica ha dato vita ad un’escalation bellica sul fianco est come mai era accaduto nella sua storia. Nelle Repubbliche baltiche, in Polonia, Romania, Bulgaria e Ungheria, sono state realizzate grandi installazioni terrestri, aeree e navali, sono state trasferite le più avanzate tecnologie di guerra, sono state sperimentate le strategie dei conflitti globali del XXI secolo con l’uso dei droni e delle armi interamente automatizzate, cyber-spaziali e nucleari.\r\nIn prima fila il Tuscania, reparto d’elite dei carabinieri, impegnati nell’addestramento alla guerra. 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La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta. \r\nErrico Malatesta, la vita e il pensiero di un anarchico che ha attraversato attivamente la nascita del movimento anarchico, le lotte operaie e contadine a cavallo dei due secoli, l'insurrezione dell'1911 contro la guerra coloniale in Libia, il Biennio Rosso e l'avvento del fascismo.\r\nSpesso in carcere o in esilio seppe legare un impegno politico inesauribile con una costante riflessione sulle lotte che attraversava, nella prospettiva, sempre presente, della rivoluzione sociale.\r\nIl suo approccio, pur nel legame imprescindibile con il suo tempo, riesce a riconsegnarci intatte suggestioni e proposte capaci di alimentare un dibattito vivo e vitale anche in un tempo tanto diverso dal suo.\r\n\r\nIl volontarismo malatestiano chiude i conti sia con chi riteneva che una storia già scritta andasse solo assecondata sia con il positivismo dominante all’epoca.\r\nAmante della scienza ma critico dello scientismo Malatesta sa che la verità è un processo in costante verifica, senza approdi finali: la sua riflessione ci offre spunti importanti in un tempo che paga il prezzo della follia capitalista, che ha messo la ricerca al servizio del profitto, anche a costo della distruzione del pianeta e di chi ci abita.\r\n\r\nMalatesta sostenne la necessità dell’organizzazione specifica degli anarchici. Organizzazione anarchica e, quindi, garanzia di libertà per chi vi aderisce, e prefigurazione di rapporti politici e sociali di segno libertario. In questo si distinse da chi, rispetto al movimento dei lavoratori e lavoratrici, riteneva che le organizzazioni sindacali bastassero a mettere in moto la trasformazione sociale.\r\n\r\nCruciale la sua riflessione sulla violenza, necessaria alla difesa, ma mai strumento di imposizione perché, per la necessaria coerenza tra mezzi e fini, una rivoluzione imposta nega se stessa e sfocia nel peggiore degli autoritarismi.\r\n\r\nLa sua riflessione, in costante revisionismo di se stessa, approda alla concezione del gradualismo rivoluzionario, ossia alla consapevolezza che l’evento insurrezionale, che segna la fine della gerarchia e del capitalismo, non apre automaticamente le porte ad un mondo di liber ed eguali, senza conflitti.\r\nAl contrario l’insurrezione e la conseguente rottura dell’immaginario sociale sono il primo, indispensabile passo per l’innescarsi di un processo di sperimentazione, che, passo dopo passo, renda più concreta la prospettiva anarchica dell’autorganizzazione e dell’autogestione.\r\n\r\nDi questo e di tanto altro abbiamo parlato con Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta, anticipando alcuni dei temi di cui parleremo alla FAT – Corso Palermo 46 - venerdì 1 febbraio alle 21.\r\n\r\nAutonomia differenziata tra le piccole patrie leghiste e il centralismo del PD\r\nLa Lega incassa in parlamento l’approvazione del progetto di autonomia differenziata, che inevitabilmente accentuerà il già forte divario tra le regioni più ricche e quelle più povere.\r\nL’opposizione parlamentare risponde sventolando tricolori in difesa dello stato centralizzato, che decide e dispensa.\r\nNessuna delle due prospettive appare allettante per chi a nord come a sud deve fare i conti con la fatica del vivere in una società divisa in classi che sia i leghisti/fascisti/centro destri sia i democratici e pentastellati difendono attivamente.\r\nLo chiamano federalismo ma è solo un meccanismo che alimenta l’egoismo sociale. La nuova legge finirà con il colpire anche le regioni ricche, perché ha lo scopo esplicito di smantellare del tutto la sanità statalizzata a favore di quella privata.\r\nSappiamo che nessuno dei due modelli tutelerà la salute di noi tutti, in primis dei più poveri, con pochi soldi e scarse risorse sociali.\r\nAbbiamo cominciato a ragionarne con Francesco Fricche\r\n\r\nAssemblea Antimilitarista\r\nDue settimane fa si è tenuta a Massenzatico il periodico incontro di gruppi, assemblee, coordinamenti antimilitaristi, che si sono confrontati sulle lotte d’autunno e sulle prospettive di lotta dei prossimi mesi\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nIl 26 gennaio era la “Giornata nazionale dedicata alla memoria e al sacrificio degli alpini”. Istituita nel maggio del 2022, per la prima volta è stata celebrata lo scorso anno “in ricordo dell’eroismo dimostrato dal corpo d’armata nella battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943”, durante la seconda guerra mondiale. L’intenzione sin troppo esplicita è celebrare l’avventura dell’ARMIR, il corpo di spedizione italiano inviato in Russia da Mussolini per sostenere l’aggressione della Germania nazista contro l’Unione sovietica.\r\nIl 26 gennaio, un giorno prima della giornata della memoria, in cui si ricorda lo sterminio di ebrei e rom europei nei campi nazisti e le leggi razziali in Italia durante la dittatura, si celebra la guerra voluta dal governo fascista e i valori patriottici che la giustificarono.\r\nUn vero revisionismo di Stato.\r\nQuesta celebrazione, che rimette al centro l’interesse nazionale e la retorica patriottica, come elemento fondante del militarismo dei giorni nostri, produce un eccesso di memoria ai danni della storia.\r\nIl 26 gennaio del 1943, le truppe italiane e tedesche avevano ormai perso la guerra sul fronte russo. Gli alpini inviati nella pianura ghiacciata erano completamente circondati dalle truppe sovietiche. La battaglia di Nikolajewka servì a garantire una via di fuga ai soldati. Una fuga disastrosa, nel cuore dell’inverno russo, nella quale morirono tantissimi poveracci inviati al fronte per il duce e per il re.\r\nL’umana pietà per quei proletari inviati al macello, sentimento condiviso da tanti nel nostro paese, non può e non deve tradursi in esaltazione patriottica di una guerra di invasione a fianco dei nazisti.\r\n\r\nGli alpini sono stati e sono oggi in prima fila nelle guerre cui l’Italia ha partecipato in questi anni. Sei mesi all’estero e sei mesi nel controllo militare delle città – operazione “strade sicure” – o nei cantieri militarizzati della Valsusa.\r\nIl cerchio si chiude. Una battaglia fascista per celebrare la guerra di Mussolini e per rilanciare le nuove avventure imperialiste dell’Italia.\r\nIl 26 gennaio dovrebbe essere un giorno di lutto. Lutto per i milioni di civili morti in quella guerra che ha insanguinato l’Europa. Lutto perché, dalle ceneri del fascismo, un governo che si ispira a quell’epoca riesuma la retorica patriottica, la guerra di conquista, gli orrori del colonialismo.\r\nFermiamoli prima che sia troppo tardi.\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 2 febbraio\r\nPer l'anarchia. La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà l’incontro Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta\r\n\r\nGiovedì 8 febbraio\r\nore 18 – salone di via Leoncavallo 23\r\nin occasione del Consiglio circoscrizionale aperto sulla “sicurezza” in Barriera\r\ninvitiamo ad un presidio antifascista\r\nl’ipocrisia è finita: vogliamo servizi sociali e non manganelli! Il vero degrado sono fascisti e polizia!\r\nOrganizza Oltredora Antifascista\r\n\r\nVenerdì 16 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\nin corso Palermo 46\r\nSpaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare\r\nIl nucleare, travestito di energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia pulita che non compromette il clima.\r\nNon bastano i disastri e Cernobyl e Fukushima a far desistere la lobby atomica.\r\nI maghi dell’atomo tentano ancora una volta di rilegittimare questa tecnologia pericolosa, verniciandola di verde e raccontandoci la storiella del nucleare di quarta generazione “nuovo” e “sicuro”.\r\nIntrodurrà l’incontro Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino, autore de “Spaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare”\r\n\r\nSabato 24 febbraio\r\nA due anni dall’inizio della guerra in Ucraina\r\nManifestazione antimilitarista\r\nore 15 piazza Castello\r\nCon i disertori di tutte le guerre\r\nContro tutti gli eserciti, contro tutti i nazionalismi, contro tutte le frontiere\r\n\r\nSabato 2 marzo\r\nore 14,30 corso Palermo angolo via Sesia\r\nVia i militari da Barriera!\r\nLa vera sicurezza è un mondo senza fascisti, senza polizia, senza sfruttamento. Un mondo di liberi ed uguali.\r\nA chi vive in Barriera serve una sanità gratuita ed efficiente, che garantisca a tutt* prevenzione e cura. 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La forza e l'attualità \u003Cmark>del\u003C/mark> pensiero di Malatesta. \r\nErrico Malatesta, la vita e il pensiero di un anarchico che ha attraversato attivamente la nascita \u003Cmark>del\u003C/mark> movimento anarchico, le lotte operaie e contadine a cavallo dei due secoli, l'insurrezione dell'1911 contro la guerra coloniale in Libia, il Biennio Rosso e l'avvento \u003Cmark>del\u003C/mark> fascismo.\r\nSpesso in carcere o in esilio seppe legare un impegno politico inesauribile con una costante riflessione sulle lotte che attraversava, nella prospettiva, sempre presente, della rivoluzione sociale.\r\nIl suo approccio, pur nel legame imprescindibile con il suo tempo, riesce a riconsegnarci intatte suggestioni e proposte capaci di alimentare un dibattito vivo e vitale anche in un tempo tanto diverso dal suo.\r\n\r\nIl volontarismo malatestiano chiude i conti sia con chi riteneva che una storia già scritta andasse solo assecondata sia con il positivismo dominante all’epoca.\r\nAmante della scienza ma critico dello scientismo Malatesta sa che la verità è un processo in costante verifica, senza approdi finali: la sua riflessione ci offre spunti importanti in un tempo che paga il prezzo della follia capitalista, che ha messo la ricerca al servizio \u003Cmark>del\u003C/mark> profitto, anche a costo della distruzione \u003Cmark>del\u003C/mark> pianeta e di chi ci abita.\r\n\r\nMalatesta sostenne la necessità dell’organizzazione specifica \u003Cmark>degli\u003C/mark> anarchici. Organizzazione anarchica e, quindi, garanzia di libertà per chi vi aderisce, e prefigurazione di rapporti politici e sociali di segno libertario. In questo si distinse da chi, rispetto al movimento dei lavoratori e lavoratrici, riteneva che le organizzazioni sindacali bastassero a mettere in moto la trasformazione sociale.\r\n\r\nCruciale la sua riflessione sulla violenza, necessaria alla difesa, ma mai strumento di imposizione perché, per la necessaria coerenza tra mezzi e fini, una rivoluzione imposta nega se stessa e sfocia nel peggiore \u003Cmark>degli\u003C/mark> autoritarismi.\r\n\r\nLa sua riflessione, in costante revisionismo di se stessa, approda alla concezione \u003Cmark>del\u003C/mark> gradualismo rivoluzionario, ossia alla consapevolezza che l’evento insurrezionale, che segna la fine della gerarchia e \u003Cmark>del\u003C/mark> capitalismo, non apre automaticamente le porte ad un mondo di liber ed eguali, senza conflitti.\r\nAl contrario l’insurrezione e la conseguente rottura dell’immaginario sociale sono il primo, indispensabile passo per l’innescarsi di un processo di sperimentazione, che, passo dopo passo, renda più concreta la prospettiva anarchica dell’autorganizzazione e dell’autogestione.\r\n\r\nDi questo e di tanto altro abbiamo parlato con Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta, anticipando alcuni dei temi di cui parleremo alla FAT – Corso Palermo 46 - venerdì 1 febbraio alle 21.\r\n\r\nAutonomia differenziata tra le piccole patrie leghiste e il centralismo \u003Cmark>del\u003C/mark> PD\r\nLa Lega incassa in parlamento l’approvazione \u003Cmark>del\u003C/mark> progetto di autonomia differenziata, che inevitabilmente accentuerà il già forte divario tra le regioni più ricche e quelle più povere.\r\nL’opposizione parlamentare risponde sventolando tricolori in difesa dello stato centralizzato, che decide e dispensa.\r\nNessuna delle due prospettive appare allettante per chi a nord come a sud deve fare i conti con la fatica \u003Cmark>del\u003C/mark> vivere in una società divisa in classi che sia i leghisti/fascisti/centro destri sia i democratici e pentastellati difendono attivamente.\r\nLo chiamano federalismo ma è solo un meccanismo che alimenta l’egoismo sociale. 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Inutile dire che i responsabili vennero tutti assolti.\r\nMa la verità su quella vicenda emerse comunque.\r\nA 50 anni dall’omicidio di Franco fascisti di ogni risma sono e continuano ad essere al governo, l’Italia è in guerra su più fronti, la vita di chi deve lavorare per vivere sempre più precaria, pericolosa, difficile.\r\nPer ricordare e lottare è stato indetto un corteo il 7 maggio.\r\nLa memoria di ieri si fa viva nelle lotte di oggi.\r\nPer questa ragione il corteo del 7 maggio, oltre a mantenere forte il ricordo della ferocia del potere, avrà come obiettivo il contrasto al fascismo e alla guerra. \r\nAppuntamento alle ore 15 in piazza XX settembre a Pisa.\r\nNe abbiamo parlato con Peppe del circolo anarchico di vicolo del Tidi a Pisa \r\n\r\nPrimo Maggio a Torino. Le due piazze\r\nCronaca di una giornata di lotta tra ritualità e violenza poliziesca. \r\n\r\nLe università armate. Il movimento No Muos ha realizzato un dossier “Università e Guerra” sulle sempre più forti intersezioni tra gli istituti universitari e l’industria bellica.\r\nI finanziamenti pubblici per gli Atenei negli anni si sono mantenuti al minimo.\r\nIn questa situazione di forti difficoltà, si sono inseriti Stati Stranieri e Forze Armate di paesi più o meno alleati, uniti ai settori dell’industria bellica nazionale, che hanno messo a disposizione finanziamenti in cambio dell’applicazione di determinati settori dell’università in progetti apertamente militari, oppure di tipo civile, ma con facile riconversione al militare. In pratica le nostre Università si sono messe a progettare per la guerra.\r\n“le Università italiane sono coinvolte come capofila in 67 progetti di ricerca e/o formazione finanziati o organizzati in partnership con aziende che fanno parte dell’industria della guerra e/o istituzioni militari di difesa”. La parte del leone la fa naturalmente Leonardo-Finmeccanica (15%), seguita da Ansaldo (8%), ecc.\r\nCon appositi grafici viene resa evidente una situazione che vede protagonisti attori come l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Esercito Italiano, la Marina Militare, le Accademie Militari, gli Alpini, il Dipartimento della Difesa degli USA, la NASA, la US Navy, ed anche l’ONU e la NATO.\r\nCe ne ha parlato Pippo Guerrieri del movimento No Muos\r\n\r\nProspettive antimilitariste verso i prossimi appuntamenti dell’Assemblea antimilitarista, in particolare quella svoltasi a Livorno l’8 maggio, un’occasione per fare un bilancio delle iniziative e promuoverne di nuove.\r\nCe ne ha parlato Federico\r\n\r\nUna Barriera contro il fascismo\r\nEra prevedibile. Dopo mesi di campagna mediatica martellante, culminata in alcuni articoli che descrivevano una rissa a ponte Mosca come un duello medievale, non potevano mancare i fascisti di Fratelli d’Italia pronti a giocare ancora una volta la carta securitaria. Una carta che prefettura e Comune stanno giocando da mesi puntando in modo specifico sia su Ponte Mosca sia sull’area di giardinetti di corso Palermo angolo via Sesia, dove è diretto il corteo indetto per questa sera dai fascisti.\r\nNella perenne campagna elettorale di Torino Fratelli d’Italia gioca contro il PD le sue stesse carte.\r\nSullo sfondo, ma ancora ben visibile, un pezzo di città sempre più povero, militarizzato, razzializzato, sospinto ai margini. \r\n\r\nSmash the vision! Mostr* in marcia contro la città vetrina\r\nDal 10 al 14 maggio a Torino c'è l'Eurovision, giunto alla sua 66esima edizione. L'evento è un Sanremo arcobaleno che manda in visibilio la comunità LGBT, grazie all'impegno dell'organizzazione per ingraziarsi il bacino d'utenza gaio.\r\n\r\nNoi, però, questa \"vision\" la vogliamo smascherare: la “vision” dietro l'Eurovision è un brodo di queerwashing, speculazione, gentrificazione, retoriche del decoro, sfruttamento di chi lavora, pacifismo selettivo, svendita dello spazio pubblico, turistificazione. Il festival è l'esposizione eccellente del demone dell'inclusività, dà visibilità ad artistə LGBTQIA+ a patto che la loro identità non dia mai davvero fastidio, che la queerness sia spendibile via schermo e che si renda innocua, collaborativa, collaborazionista. Questa vision è tutto ciò che vogliamo demolire, è un mostro a cui resistono lə mostrə, le nostre corpe dissidenti, che mai saranno assimibilabili nel grande spettacolo del capitalismo queer.\r\n\r\nContro il progetto di una Torino falsamente pride, falsamente attenta allǝ ultimǝ del mondo, una Torino che si mette in mostra per l’ennesimo grande evento, noi mostrǝ frocie difformi galassie sconfinate vogliamo scendere in strada con una street parade antiautoritaria, antipatriarcale, rumorosa, riot-tosa ma soprattutto ricca di contenuti e di danze!\r\n\r\nNon vogliamo scegliere tra la turistificazione e lo sfruttamento mascherati da intrattenimento gaio e la cis-etero-norma che pervade anche la lotta di classe.\r\n\r\nContro tutti i padri, le patrie e i padroni, vogliamo il pane ma anche le paillettes!\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 14 maggio\r\nSmash the vision!\r\nMostr* in marcia contro la città vetrina\r\nAppuntamento alle 15 al parco Ruffini, viale Bistolfi\r\n\r\nGiovedì 19 maggio\r\nNazionalismo e guerra tra nazisti “buoni” e nazisti “cattivi”\r\nOre 18 alla tettoria dei contadini a Porta Palazzo\r\nI paradossi nella narrazione della guerra in Ucraina tra propaganda patriottica, militarismo e la messa in scena di uno scontro di civiltà tra est e ovest\r\nProveremo a decostruire la narrazione di una guerra che, nei fatti, si colloca nello snodo cruciale di un conflitto interimperialistico multipolare. \r\nFaremo il punto sulle lotte contro la guerra, la Cittadella dell’aerospazio e la NATO a Torino e per lanciare lo sciopero generale del 20 maggio\r\nInterventi introduttivi di Stefano Capello e di un’esponente dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nVenerdì 20 maggio \r\nsciopero generale contro la guerra!\r\nNo all'economia di guerra e alle spese militari! Case, scuole, ospedali, trasporti per tutt*\r\nContro tutte le patrie, contro tutti gli eserciti, per un mondo senza frontiere\r\nOre 10 presidio alla fabbrica d’armi Collins aerospace di piazza Graf a Torino\r\nOre 18 piazza Castello manifestazione\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","14 Maggio 2022","2022-05-14 12:58:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/2022-05-12-manif-sciopero-guerra-col-200x110.jpg","Anarres del 6 maggio. Smash the vision! Primo Maggio: le due piazze. Le università armate. Franco Serantini...",1652533125,[],[],{"post_content":198,"post_title":202},{"matched_tokens":199,"snippet":200,"value":201},[81,63],"oltre a mantenere forte il \u003Cmark>ricordo\u003C/mark> della ferocia \u003Cmark>del\u003C/mark> potere, avrà come obiettivo il","Il nostro nostro viaggio \u003Cmark>del\u003C/mark> venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/2022-05-06-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nFranco Serantini. Esattamente 50 anni fa moriva in una cella \u003Cmark>del\u003C/mark> carcere di Pisa un anarchico di 20 anni. Tre giorni prima un corteo antifascista si era mosso per la città per impedire il comizio \u003Cmark>del\u003C/mark> fascista Niccolai. Il corteo venne duramente caricato in Lungarno Gambacorti, Franco venne assalito da un nugolo di poliziotti che lo pestarono a lungo con calci, pugni e i micidiali calci dei fucili.\r\nGettato su una camionetta pesto e sanguinante venne condotto in carcere, dove il responsabile modico, il dottor Mammoli, lo dichiarò sano e lo fece trasferire in cella. Lì agonizzò sino all’alba \u003Cmark>del\u003C/mark> 7 maggio, il giorno delle elezioni. Inutile dire che i responsabili vennero tutti assolti.\r\nMa la verità su quella vicenda emerse comunque.\r\nA 50 anni dall’omicidio di Franco fascisti di ogni risma sono e continuano ad essere al governo, l’Italia è in guerra su più fronti, la vita di chi deve lavorare per vivere sempre più precaria, pericolosa, difficile.\r\nPer ricordare e lottare è stato indetto un corteo il 7 maggio.\r\nLa memoria di ieri si fa viva nelle lotte di oggi.\r\nPer questa ragione il corteo \u003Cmark>del\u003C/mark> 7 maggio, oltre a mantenere forte il \u003Cmark>ricordo\u003C/mark> della ferocia \u003Cmark>del\u003C/mark> potere, avrà come obiettivo il contrasto al fascismo e alla guerra. \r\nAppuntamento alle ore 15 in piazza XX settembre a Pisa.\r\nNe abbiamo parlato con Peppe \u003Cmark>del\u003C/mark> circolo anarchico di vicolo \u003Cmark>del\u003C/mark> Tidi a Pisa \r\n\r\nPrimo Maggio a Torino. Le due piazze\r\nCronaca di una \u003Cmark>giornata\u003C/mark> di lotta tra ritualità e violenza poliziesca. \r\n\r\nLe università armate. Il movimento No Muos ha realizzato un dossier “Università e Guerra” sulle sempre più forti intersezioni tra gli istituti universitari e l’industria bellica.\r\nI finanziamenti pubblici per gli Atenei negli anni si sono mantenuti al minimo.\r\nIn questa situazione di forti difficoltà, si sono inseriti Stati Stranieri e Forze Armate di paesi più o meno alleati, uniti ai settori dell’industria bellica nazionale, che hanno messo a disposizione finanziamenti in cambio dell’applicazione di determinati settori dell’università in progetti apertamente militari, oppure di tipo civile, ma con facile riconversione al militare. In pratica le nostre Università si sono messe a progettare per la guerra.\r\n“le Università italiane sono coinvolte come capofila in 67 progetti di ricerca e/o formazione finanziati o organizzati in partnership con aziende che fanno parte dell’industria della guerra e/o istituzioni militari di difesa”. La parte \u003Cmark>del\u003C/mark> leone la fa naturalmente Leonardo-Finmeccanica (15%), seguita da Ansaldo (8%), ecc.\r\nCon appositi grafici viene resa evidente una situazione che vede protagonisti attori come l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Esercito Italiano, la Marina Militare, le Accademie Militari, gli \u003Cmark>Alpini\u003C/mark>, il Dipartimento della Difesa \u003Cmark>degli\u003C/mark> USA, la NASA, la US Navy, ed anche l’ONU e la NATO.\r\nCe ne ha parlato Pippo Guerrieri \u003Cmark>del\u003C/mark> movimento No Muos\r\n\r\nProspettive antimilitariste verso i prossimi appuntamenti dell’Assemblea antimilitarista, in particolare quella svoltasi a Livorno l’8 maggio, un’occasione per fare un bilancio delle iniziative e promuoverne di nuove.\r\nCe ne ha parlato Federico\r\n\r\nUna Barriera contro il fascismo\r\nEra prevedibile. Dopo mesi di campagna mediatica martellante, culminata in alcuni articoli che descrivevano una rissa a ponte Mosca come un duello medievale, non potevano mancare i fascisti di Fratelli d’Italia pronti a giocare ancora una volta la carta securitaria. Una carta che prefettura e Comune stanno giocando da mesi puntando in modo specifico sia su Ponte Mosca sia sull’area di giardinetti di corso Palermo angolo via Sesia, dove è diretto il corteo indetto per questa sera dai fascisti.\r\nNella perenne campagna elettorale di Torino Fratelli d’Italia gioca contro il PD le sue stesse carte.\r\nSullo sfondo, ma ancora ben visibile, un pezzo di città sempre più povero, militarizzato, razzializzato, sospinto ai margini. \r\n\r\nSmash the vision! Mostr* in marcia contro la città vetrina\r\nDal 10 al 14 maggio a Torino c'è l'Eurovision, giunto alla sua 66esima edizione. L'evento è un Sanremo arcobaleno che manda in visibilio la comunità LGBT, grazie all'impegno dell'organizzazione per ingraziarsi il bacino d'utenza gaio.\r\n\r\nNoi, però, questa \"vision\" la vogliamo smascherare: la “vision” dietro l'Eurovision è un brodo di queerwashing, speculazione, gentrificazione, retoriche \u003Cmark>del\u003C/mark> decoro, sfruttamento di chi lavora, pacifismo selettivo, svendita dello spazio pubblico, turistificazione. Il festival è l'esposizione eccellente \u003Cmark>del\u003C/mark> demone dell'inclusività, dà visibilità ad artistə LGBTQIA+ a patto che la loro identità non dia mai davvero fastidio, che la queerness sia spendibile via schermo e che si renda innocua, collaborativa, collaborazionista. Questa vision è tutto ciò che vogliamo demolire, è un mostro a cui resistono lə mostrə, le nostre corpe dissidenti, che mai saranno assimibilabili nel grande spettacolo \u003Cmark>del\u003C/mark> capitalismo queer.\r\n\r\nContro il progetto di una Torino falsamente pride, falsamente attenta allǝ ultimǝ \u003Cmark>del\u003C/mark> mondo, una Torino che si mette in mostra per l’ennesimo grande evento, noi mostrǝ frocie difformi galassie sconfinate vogliamo scendere in strada con una street parade antiautoritaria, antipatriarcale, rumorosa, riot-tosa ma soprattutto ricca di contenuti e di danze!\r\n\r\nNon vogliamo scegliere tra la turistificazione e lo sfruttamento mascherati da intrattenimento gaio e la cis-etero-norma che pervade anche la lotta di classe.\r\n\r\nContro tutti i padri, le patrie e i padroni, vogliamo il pane ma anche le paillettes!\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 14 maggio\r\nSmash the vision!\r\nMostr* in marcia contro la città vetrina\r\nAppuntamento alle 15 al parco Ruffini, viale Bistolfi\r\n\r\nGiovedì 19 maggio\r\nNazionalismo e guerra tra nazisti “buoni” e nazisti “cattivi”\r\nOre 18 alla tettoria dei contadini a Porta Palazzo\r\nI paradossi nella narrazione della guerra in Ucraina tra propaganda patriottica, militarismo e la messa in scena di uno scontro di civiltà tra est e ovest\r\nProveremo a decostruire la narrazione di una guerra che, nei fatti, si colloca nello snodo cruciale di un conflitto interimperialistico multipolare. \r\nFaremo il punto sulle lotte contro la guerra, la Cittadella dell’aerospazio e la NATO a Torino e per lanciare lo sciopero generale \u003Cmark>del\u003C/mark> 20 maggio\r\nInterventi introduttivi di Stefano Capello e di un’esponente dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nVenerdì 20 maggio \r\nsciopero generale contro la guerra!\r\nNo all'economia di guerra e alle spese militari! Case, scuole, ospedali, trasporti per tutt*\r\nContro tutte le patrie, contro tutti gli eserciti, per un mondo senza frontiere\r\nOre 10 presidio alla fabbrica d’armi Collins aerospace di piazza Graf a Torino\r\nOre 18 piazza Castello manifestazione\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":203,"snippet":204,"value":204},[63],"Anarres \u003Cmark>del\u003C/mark> 6 maggio. Smash the vision! Primo Maggio: le due piazze. Le università armate. 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