","1° Dicembre giornata mondiale contro l'Aids","post",1322741930,[52,53,54],"http://radioblackout.org/tag/1%c2%b0-dicembre-2011/","http://radioblackout.org/tag/aids/","http://radioblackout.org/tag/giornata-mondiale-aids/",[22,15,24],{"post_content":57,"post_title":63,"tags":67},{"matched_tokens":58,"snippet":61,"value":62},[59,60],"Giornata","mondiale","La \u003Cmark>Giornata\u003C/mark> \u003Cmark>mondiale\u003C/mark> contro l'AIDS, indetta ogni anno","La \u003Cmark>Giornata\u003C/mark> \u003Cmark>mondiale\u003C/mark> contro l'AIDS, indetta ogni anno il 1º dicembre, è dedicata ad accrescere la coscienza della epidemia \u003Cmark>mondiale\u003C/mark> di \u003Cmark>AIDS\u003C/mark> dovuta alla diffusione del virus HIV. Dal 1981 oltre 25 milioni di persone sono morte a causa della malattia e della difficolà ad accedere alle cure mediche. Infatti per quanto i governi di tutto il mondo si dichiarino interessati al problema, in realtà i principi attivi delle medicine necessarie a curare le persone affette dalla sindrome rimangono di proprietà di multinazionali che impongono prezzi molto spesso assolutamente inaccessibili.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Wolly del Coordinamenti operatori di bassa soglia di Torino che questa sera organizzano all'Asilo Squat una cena per discutere e non dimenticare.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/intervista-a-wolly-cobs.mp3\"]",{"matched_tokens":64,"snippet":66,"value":66},[65,60],"giornata","1° Dicembre \u003Cmark>giornata\u003C/mark> \u003Cmark>mondiale\u003C/mark> contro l'Aids",[68,70,73],{"matched_tokens":69,"snippet":22},[],{"matched_tokens":71,"snippet":72},[15],"\u003Cmark>Aids\u003C/mark>",{"matched_tokens":74,"snippet":75},[65,60,15],"\u003Cmark>giornata\u003C/mark> \u003Cmark>mondiale\u003C/mark> \u003Cmark>Aids\u003C/mark>",[77,83,86],{"field":27,"indices":78,"matched_tokens":79,"snippets":82},[14,17],[80,81],[65,60,15],[15],[75,72],{"field":84,"matched_tokens":85,"snippet":61,"value":62},"post_content",[59,60],{"field":87,"matched_tokens":88,"snippet":66,"value":66},"post_title",[65,60],1736172819517538300,{"best_field_score":91,"best_field_weight":92,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":38,"score":94,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":38},"3315704398080",13,3,"1736172819517538411",{"document":96,"highlight":113,"highlights":127,"text_match":135,"text_match_info":136},{"cat_link":97,"category":98,"comment_count":38,"id":99,"is_sticky":38,"permalink":100,"post_author":41,"post_content":101,"post_date":102,"post_excerpt":44,"post_id":99,"post_modified":103,"post_thumbnail":104,"post_thumbnail_html":105,"post_title":106,"post_type":49,"sort_by_date":107,"tag_links":108,"tags":112},[35],[37],"85578","http://radioblackout.org/2023/12/hiv-tra-sierofobia-e-stigma/","Il primo dicembre è stata la Giornata mondiale per la lotta all’Aids/Hiv. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità nel 2022 sono state effettuate 1.888 nuove diagnosi di infezione da Hiv, pari a 3,2 nuovi casi per 100.000 residenti. L’incidenza osservata in Italia è inferiore rispetto alla media dei Paesi dell’Europa occidentale e dell’Unione Europea (5,1 nuove diagnosi per 100.000 residenti) e la distribuzione delle nuove diagnosi di infezione da Hiv per modalità di trasmissione mostra come “dal 2012 al 2022 il numero più elevato è attribuibile alla trasmissione sessuale.\r\nSecondo la Lila, Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids, tra i problemi principali legati al tema ci sono scarsa informazione, errata percezione del rischio e paura dello stigma.\r\nQuello che manca è un vulnus sanitario, sociale e culturale che permetta l’eliminazione delle diagnosi tardive: quasi il 60% di chi ha saputo di aver contratto l’Hiv nel 2022 era in una condizione clinica già molto compromessa o addirittura in Aids.\r\nÈ quindi cruciale che vi sia un discorso pubblico sulla sierofobia, che rompa il silenzio che circonda l’Hiv, divulgando informazioni aggiornate per contrastare lo stigma che grava sulle persone che vivono con Hiv.\r\nPochi sanno che chi è in Hiv e in terapia non trasmette più il virus e che questo non si trasmette con contatto basico e uso di oggetti, baci e oggi grazie a U=U e TASP (Trattamento come Prevenzione, la strategia di prevenzione globale dell’infezione da Hiv basata sulla somministrazione della terapia combinata antiretrovirale Haart alle persone che vivono con l’Hiv) neanche tramite sesso e gravidanza.\r\nNe abbiamo parlato con Sbrock, tra i conduttori di “Malormone” sulle libere frequenze di Blackout\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/2023-12-05-sbrock-hiv.mp3\"][/audio]\r\n ","5 Dicembre 2023","2023-12-05 17:14:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/eacs-2_orig-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/eacs-2_orig-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/eacs-2_orig-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/eacs-2_orig-1024x681.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/eacs-2_orig-768x511.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/eacs-2_orig.jpeg 1100w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Hiv tra sierofobia e stigma",1701796453,[53,109,110,111],"http://radioblackout.org/tag/hiv/","http://radioblackout.org/tag/stigma/","http://radioblackout.org/tag/terapie-antiretrovirali/",[15,18,20,26],{"post_content":114,"tags":118},{"matched_tokens":115,"snippet":116,"value":117},[59,60],"primo dicembre è stata la \u003Cmark>Giornata\u003C/mark> \u003Cmark>mondiale\u003C/mark> per la lotta all’Aids/Hiv. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2025-03-14-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nEconomia di guerra\r\nSpesa militare, dazi, dinamiche inflattive, impoverimento e i guerrafondai del 15 marzo\r\nLa scorsa settimana abbiamo cominciato a ragionare sulle implicazioni del programma di riarmo europeo che il parlamento UE ha approvato l’altro ieri.\r\nOggi proveremo ad approfondire l’effetto devastante che il ciclone von der Leyen, sommandosi al ciclone Trump, avrà sulle vite di chi vive in Europa.\r\nNel frattempo la sinistra istituzionale italiana si è sfracellata sul ReArm Europe. La manifestazione in difesa dell’Europa, cui si erano accodati tutt proprio perché sottilmente ambigua sulla guerra, ha finito con l’imbarazzare alcuni. Ma si tratta di sottigliezze.\r\nLa questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.\r\nLa miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nLe parole proibite di Trump\r\nDopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.\r\nCon effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.\r\nMolti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. Secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni dal New York Times, infatti, numerosi atti e raccomandazioni inviati dall'amministrazione Trump a uffici statali e istituzioni pubbliche inviterebbero alla rimozione di una serie di vocaboli e espressioni da siti internet, pubblicazioni rivolte al pubblico, programmi di formazione e persino da alcuni curriculum scolastici. Alcuni documenti parlano di una vera e propria messa al bando, altri sconsigliano caldamente di utilizzare espressioni che rimandino all'orientamento sessuale e all'identità di genere, all'inclusione delle comunità razzializzate, all'attivismo, al mutamento climatico ed alla tutela dell’ambiente e ad altri ambiti considerati dalla destra americana come affini alla cosiddetta cultura woke .\r\nParticolarmente feroce è la censura di genere: per esempio dal sito del New York's Stonewall National Monument, il luogo che ricorda la prima sollevazione del movimento LGBTQ+ contro la repressione delle forze dell'ordine nel 1989, è stato cancellato ogni riferimento alle persone transgender, che pure furono invece fondamentali per lo scoppio della rivolta; in generale, la sigla LGBTQ+ è ridotta sistematicamente in ogni comunicazione ufficiale a LGB: le persone transgender e queer sono cancellate. Per ora dalle carte. In seguito?\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nNo alla città dell’aerospazio!\r\nLo scorso 10 marzo, a sorpresa, un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla costruzione di nuovo polo bellico a Torino.\r\nUn’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.\r\nVecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti. Le industrie d'armi producono morte. Non dimentichiamolo.\r\nDopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli abitanti del quartiere.\r\nLa Città dell’Aerospazio non deve decollare! 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Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rioluzionario\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n(in caso di pioggia ci troviamo in piazza Crispi).\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","15 Marzo 2025","2025-05-28 17:14:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/REArm-Europe-200x110.jpeg","Anarres del 14 marzo. 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A differenza del 2008 questa volta la crisi viene non dall’esplodere di una bolla interna ma dal nemico/competitor cinese.\r\nDeepSeek ha inflitto un duro colpo a Chat GPT e a Palantir, specializzata nel servizio di controllo e fornitura dati, uno dei pilastria di quel “capitalismo della sorveglianza” di cui la Cina è maestra da un paio di decenni.\r\nIl gigante statunitense e quello cinese hanno tuttavia entrambi un grosso problema: l’estrema dipendenza reciproca dei due sistemi, specie in campo tecnologico.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nNon può esserci anarchismo senza femminismo\r\nCon Julissa del Gruppo anarchico Germinal di Trieste presentiamo un documento che offre un panorama critico molto interessante, partendo dalla decostruzione di alcuni concetti chiave nei movimenti di questi anni.\r\nNell’introduzione al loro testo le compagne e i compagni scrivono: “Con questo testo vogliamo offrire delle riflessioni sul movimento transfemminista contemporaneo, partendo da dinamiche locali che ci hanno visto partecipi negli ultimi anni, nella speranza di poter offrire una critica costruttiva ed utile anche ad altrə, al di là delle vicende specifiche.\r\nDa un lato ci siamo chiestə cosa intendiamo quando utilizziamo il termine \"intersezionalità\" di cui tanto si parla nei movimenti (spesso, dal nostro punto di vista, a sproposito). Dall'altro vogliamo proporre una riflessione sui concetti di privilegio e decolonialità. Anche questi due termini attraversano gli spazi e i discorsi femministi, ma a volte, ci sembra, in maniera quasi meccanica, con degli automatismi che possono generare cortocircuiti logico/politici. Questi concetti hanno delle storie \"militanti\", così come delle formulazioni teoriche interessanti, e sono a nostro parere strumenti potenzialmente validi. Ma sono appunto strumenti, non dogmi o etichette da appiccicare acriticamente.”\r\n\r\nTorino. Contro la guerra e il militarismo: cronache di una giornata di lotta\r\nA tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina il 22 febbraio è stata una lunga giornata di informazione e lotta promossa dal Coordinamento contro la guerra e chi la arma.\r\nIn mattinata c’è stato un presidio informativo al Balon, con interventi, musica volantini, banchetti.\r\nNel pomeriggio ci si è mossi per dare un segnale concreto della volontà di smilitarizzare la città.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nAnarcofemminist* al Balon\r\nSabato 8 marzo\r\npunto info\r\nore 10,30 \r\nI nostri corpi spezzano e annullano i confini tra i generi, le frontiere tra gli Stati,\r\nle divisioni imposte dalla nazione e dalle tante leggi del padre, del padrone, degli dei e dei loro preti. \r\nSarà in distribuzione l’opuscolo Anarchia e transfemminismo\r\nQui potete leggere e scaricare liberamente i testi:\r\nhttps://www.anarresinfo.org/transfemminismo-percorsi-e-prospettive/\r\n\r\nhttps://germinalts.noblogs.org/post/2025/02/19/non-ci-puo-essere-anarchismo-senza-femminismo/\r\n\r\nTrump e la marea nera globale \r\nVenerdì 14 marzo\r\nore 21 \r\ncorso Palermo 46\r\nNe parliamo con Stefano Capello e Lorenzo Coniglione\r\n\r\nGuerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt. \r\nIl ciclone Trump negli States è solo l’ultimo potente segno di un vento di destra globale in un orizzonte di guerra permanente. \r\nA popolazioni spaventate dagli effetti devastanti dell’affermarsi inarrestabile della logica capitalista, le destre di ogni latitudine offrono la speranza che qualcuno possa essere al sicuro. In ogni dove si affermano leadership che individuano nella libertà delle donne e delle identità non conformi un nemico. In ogni dove le proteste di piazza vengono represse, i servizi essenziali negati, la propaganda militarista e patriottica disegna un orizzonte di normalità bellica. \r\nL’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie su scala mondiale segna un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna mediazione sociale.\r\nSarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla propria narrazione.\r\nPrendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e dalle dinamiche che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione politica e sociale. Negli States ma non solo.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","5 Marzo 2025","2025-03-05 17:30:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/marco-novak-840x480-bis-200x110.jpeg","Anarres del 28 febbraio. Tecnologia: la guerra tra Stati Uniti e Cina. 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A differenza del 2008 questa volta la crisi viene non dall’esplodere di una bolla interna ma dal nemico/competitor cinese.\r\nDeepSeek ha inflitto un duro colpo a Chat GPT e a Palantir, specializzata nel servizio di controllo e fornitura dati, uno dei pilastria di quel “capitalismo della sorveglianza” di cui la Cina è maestra da un paio di decenni.\r\nIl gigante statunitense e quello cinese hanno tuttavia entrambi un grosso problema: l’estrema dipendenza reciproca dei due sistemi, specie in campo tecnologico.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nNon può esserci anarchismo senza femminismo\r\nCon Julissa del Gruppo anarchico Germinal di Trieste presentiamo un documento che offre un panorama critico molto interessante, partendo dalla decostruzione di alcuni concetti chiave nei movimenti di questi anni.\r\nNell’introduzione al loro testo le compagne e i compagni scrivono: “Con questo testo vogliamo offrire delle riflessioni sul movimento transfemminista contemporaneo, partendo da dinamiche locali che ci hanno visto partecipi negli ultimi anni, nella speranza di poter offrire una critica costruttiva ed utile anche ad altrə, al di là delle vicende specifiche.\r\nDa un lato ci siamo chiestə cosa intendiamo quando utilizziamo il termine \"intersezionalità\" di cui tanto si parla nei movimenti (spesso, dal nostro punto di vista, a sproposito). Dall'altro vogliamo proporre una riflessione sui concetti di privilegio e decolonialità. Anche questi due termini attraversano gli spazi e i discorsi femministi, ma a volte, ci sembra, in maniera quasi meccanica, con degli automatismi che possono generare cortocircuiti logico/politici. Questi concetti hanno delle storie \"militanti\", così come delle formulazioni teoriche interessanti, e sono a nostro parere strumenti potenzialmente validi. Ma sono appunto strumenti, non dogmi o etichette da appiccicare acriticamente.”\r\n\r\nTorino. 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È in prima fila in conflitti in cui gioca in proprio e in varie alleanze a geografia variabile.\r\nUn processo di militarizzazione investe le nostre città, le nostre scuole, i principali mezzi di comunicazione e le istituzioni culturali.\r\nGuerra interna e guerra esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della guerra ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e dei flussi informativi. \r\nIniziative di lotta in varie città\r\nFederico dell’assemblea antimilitarista ha presentato la giornata\r\n\r\nFermare le guerre. Una prima riflessione a margine delle acampade studentesche\r\nI movimenti che si sono sviluppati negli ultimi mesi soprattutto nelle università hanno il merito di aver colto il nesso fondamentale tra ricerca accademica ed industria bellica, in un intrecciarsi di interessi che pongono al centro la logica del dominio e quella del profitto, fuori e contro ogni supposta neutralità di un’indagine scientifica che si muove seguendo gli indirizzi dei committenti di turno. Hanno tuttavia un forte limite sia nella definizione degli obiettivi che nelle modalità nel perseguirli.\r\nL’enorme emozione che accompagna l’immane massacro con finalità genocide della popolazione gazawi, finisce con il porre in primo piano solo la critica e il boicottaggio verso lo Stato di Israele, dimenticando che il nostro paese (e le sue università) sono in prima fila in numerosi teatri di guerra, che restano sullo sfondo, avvolti in un oblio pericoloso, che rischia di renderci complici di infiniti orrori. Basti pensare all’Artsakh e al Sudan, due tra le tante guerre cui l’Italia ha contribuito direttamente, fornendo armi e addestratori nel silenzio dei più.\r\n\r\nUna critica reale delle collusioni tra Università e ricerca bellica dovrebbe avere l’obiettivo minimo della cancellazione di accordi di cooperazione con tutte le industrie belliche e tutti gli Stati in guerra. Una critica radicale si dovrebbe interrogare sul ruolo delle Università e sulla necessità di espropriazione permanente di ambiti di studio e ricerca al servizio dell’imperialismo e della logica capitalista. \r\n\r\nLe guerre moderne, non ultima quella cominciata il 7 ottobre tra Israele e Gaza, hanno come principali vittime le popolazioni civili, massacrate per fiaccare il nemico, per indurlo alla resa o alla fuga. \r\nOpporsi alla guerra senza opporsi al militarismo è una prospettiva miope, perché alimenta l’opinione che vi siano eserciti buoni. E non basta mettere la parola “resistenza” al posto di “esercito” per modificare il senso di guerre combattute per assicurarsi il controllo esclusivo di questa o quell’area geografica. Solo l’alleanza transnazionale degli oppressi e degli sfruttati spezza le frontiere, frantuma la logica statalista e patriottica, fa saltare il tappo identitario legato al luogo, alla religione, alla tradizione per aprire uno spazio simbolico e reale al non luogo, all’utopia, che non è l’irrealizzabile ma solo l’irrealizzato. \r\n\r\nVerso il ritorno della naja obbligatoria?\r\nNel nostro paese la naja obbligatoria non è mai stata abolita, perché la legge n. 226 del 23 agosto 2004 prevede solo la sospensione delle chiamate.\r\nIn qualsiasi momento il governo può decidere la riattivazione del servizio militare.\r\nIn Italia l’alfiere della proposta è la Lega di Salvini, che ha annunciato un progetto di legge che prevede la reintroduzione di «sei mesi di servizio civile o militare per i ragazzi tra i 18 e 26 anni, su base regionale e da svolgere esclusivamente in Italia». In base a questo progetto le ragazze, che non erano sottoposte all’obbligo, lo sarebbero al pari dei ragazzi.\r\nNei fatti questa leva in salsa leghista, su base regionale, sarebbe una sorta di servizio civile militarizzato. Salvini disegna un quadro di soldati impegnati in corsi di salvataggio, protezione civile, primo soccorso, protezione dei boschi e un gran numero di altre varie attività. \r\nNel nostro paese il ministro della Difesa Crosetto si è detto nettamente contrario. Crosetto sostiene che una simile ipotesi mai comunque potrebbe riguardare le forze armate, \"che non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola\".\r\nLe forze armate sono oggi costituite da professionisti altamente specializzati, necessari per le guerre ultratecnologiche che si combattono in ogni dove. La carne da cannone, quando servisse, la si addestrerebbe in fretta, reintroducendo la chiamata obbligatoria.\r\nIn realtà, al di là della propaganda elettorale che contrappone i due alleati in competizione, il compromesso tra le due posizioni è già contenuto nella proposta di Salvini, una proposta che mette a disposizione manodopera gratuita e, insieme, inserisce un nuovo modulo educativo improntato sulla disciplina militare. Facile immaginare uno spazio intermedio tra scuola/lavoro e naja. Un altro orizzonte di militarizzazione dei corpi e delle coscienze.\r\n\r\nContro la militarizzazione delle periferie\r\nBarriera di Milano, ormai da anni, è divenuta un laboratorio dove sperimentare tecniche di controllo sociale prima impensabili, pur di non spendere un soldo per la casa, la sanità, i trasporti, le scuole. In questi anni la spesa militare è costantemente aumentata, le missioni all’estero delle forze armate italiane si sono moltiplicate.\r\nIl governo e i fascisti soffiano sul fuoco della guerra tra poveri italiani e poveri immigrati, per avere mano libera a fare la guerra a noi tutti.\r\nNei quartieri poveri il controllo militare è diventato normale. Anzi! Ogni giorno è peggio.\r\nIntere aree del quartiere vengono messe sotto assedio, con continue retate di persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale.\r\nTorino da città dell’auto si sta trasformando in città dei bombardieri e vetrina per turisti.\r\nPresentazione dell’iniziativa antimilitarista che si è tenuta in Barriera il primo giugno.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","3 Giugno 2024","2024-06-03 12:41:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/oops-715x480-1-200x110.jpg","Anarres del 31 maggio. 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La carne da cannone, quando servisse, la si addestrerebbe in fretta, reintroducendo la chiamata obbligatoria.\r\nIn realtà, al di là della propaganda elettorale che contrappone i due alleati in competizione, il compromesso tra le due posizioni è già contenuto nella proposta di Salvini, una proposta che mette a disposizione manodopera gratuita e, insieme, inserisce un nuovo modulo educativo improntato sulla disciplina militare. Facile immaginare uno spazio intermedio tra scuola/lavoro e naja. Un altro orizzonte di militarizzazione dei corpi e delle coscienze.\r\n\r\nContro la militarizzazione delle periferie\r\nBarriera di Milano, ormai da anni, è divenuta un laboratorio dove sperimentare tecniche di controllo sociale prima impensabili, pur di non spendere un soldo per la casa, la sanità, i trasporti, le scuole. 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Ogni giorno è peggio.\r\nIntere aree del quartiere vengono messe sotto assedio, con continue retate di persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale.\r\nTorino da città dell’auto si sta trasformando in città dei bombardieri e vetrina per turisti.\r\nPresentazione dell’iniziativa antimilitarista che si è tenuta in Barriera il primo giugno.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(\u003Cmark>A)distro\u003C/mark> – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[221],{"field":84,"matched_tokens":222,"snippet":218,"value":219},[60],{"best_field_score":178,"best_field_weight":138,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":38,"score":179,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":93},{"document":225,"highlight":237,"highlights":241,"text_match":176,"text_match_info":244},{"comment_count":38,"id":226,"is_sticky":38,"permalink":227,"podcastfilter":228,"post_author":147,"post_content":229,"post_date":230,"post_excerpt":44,"post_id":226,"post_modified":231,"post_thumbnail":232,"post_title":233,"post_type":164,"sort_by_date":234,"tag_links":235,"tags":236},"90002","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-17-maggio-fortezza-europa-muri-piu-alti-repressione-in-grecia-dallordine-americano-al-grande-caos-scenari-di-guerra-globale/",[147],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Di fronte all'escalation bellica vogliono gente assuefatta e disponibile alla concreta possibilità di un coinvolgimento diretto sempre maggiore.\r\nNon per caso il processo di militarizzazione investe le nostre città, le nostre scuole, i principali mezzi di comunicazione e le istituzioni culturali.\r\nGuerra interna e guerra esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della guerra ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e dei flussi informativi.\r\nComprendere le dinamiche della guerra globale, cogliere gli elementi di resistenza, disfattismo, diserzione è necessario per rinforzare le reti antimilitariste ed internazionaliste di opposizione alla guerra.\r\n\r\nIn occasione della serata verrà fatta una raccolta fondi per sostenere gli anarchici sudanesi. 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La compagna Sarah è stata violentata e uccisa.\r\n\r\nSenzapatria \r\nSabato 1 e domenica 2 giugno\r\nGiornate di lotta al militarismo\r\nContro la guerra, l’occupazione militare delle periferie, la produzione bellica, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon i disertori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 1 giugno\r\nVia i militari dalle strade!\r\nore 15,30 corso Palermo angolo via Sesia (se piove in piazza Crispi)\r\nDistro, interventi, musica, giri per il quartiere militarizzato.\r\nAlba e Carenza 503 nel canzoniere antimilitarista, la Clown Army pattuglierà l’area per l’intera giornata. \r\n\r\nDomenica 2 giugno\r\nAntimilitaristi per i quartieri di Torino\r\nSmilitarizziamo la città!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\n\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","23 Maggio 2024","2024-05-23 19:51:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/EUtrippingrefugee-200x110.jpg","Anarres del 17 maggio. 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La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta. \r\nErrico Malatesta, la vita e il pensiero di un anarchico che ha attraversato attivamente la nascita del movimento anarchico, le lotte operaie e contadine a cavallo dei due secoli, l'insurrezione dell'1911 contro la guerra coloniale in Libia, il Biennio Rosso e l'avvento del fascismo.\r\nSpesso in carcere o in esilio seppe legare un impegno politico inesauribile con una costante riflessione sulle lotte che attraversava, nella prospettiva, sempre presente, della rivoluzione sociale.\r\nIl suo approccio, pur nel legame imprescindibile con il suo tempo, riesce a riconsegnarci intatte suggestioni e proposte capaci di alimentare un dibattito vivo e vitale anche in un tempo tanto diverso dal suo.\r\n\r\nIl volontarismo malatestiano chiude i conti sia con chi riteneva che una storia già scritta andasse solo assecondata sia con il positivismo dominante all’epoca.\r\nAmante della scienza ma critico dello scientismo Malatesta sa che la verità è un processo in costante verifica, senza approdi finali: la sua riflessione ci offre spunti importanti in un tempo che paga il prezzo della follia capitalista, che ha messo la ricerca al servizio del profitto, anche a costo della distruzione del pianeta e di chi ci abita.\r\n\r\nMalatesta sostenne la necessità dell’organizzazione specifica degli anarchici. Organizzazione anarchica e, quindi, garanzia di libertà per chi vi aderisce, e prefigurazione di rapporti politici e sociali di segno libertario. In questo si distinse da chi, rispetto al movimento dei lavoratori e lavoratrici, riteneva che le organizzazioni sindacali bastassero a mettere in moto la trasformazione sociale.\r\n\r\nCruciale la sua riflessione sulla violenza, necessaria alla difesa, ma mai strumento di imposizione perché, per la necessaria coerenza tra mezzi e fini, una rivoluzione imposta nega se stessa e sfocia nel peggiore degli autoritarismi.\r\n\r\nLa sua riflessione, in costante revisionismo di se stessa, approda alla concezione del gradualismo rivoluzionario, ossia alla consapevolezza che l’evento insurrezionale, che segna la fine della gerarchia e del capitalismo, non apre automaticamente le porte ad un mondo di liber ed eguali, senza conflitti.\r\nAl contrario l’insurrezione e la conseguente rottura dell’immaginario sociale sono il primo, indispensabile passo per l’innescarsi di un processo di sperimentazione, che, passo dopo passo, renda più concreta la prospettiva anarchica dell’autorganizzazione e dell’autogestione.\r\n\r\nDi questo e di tanto altro abbiamo parlato con Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta, anticipando alcuni dei temi di cui parleremo alla FAT – Corso Palermo 46 - venerdì 1 febbraio alle 21.\r\n\r\nAutonomia differenziata tra le piccole patrie leghiste e il centralismo del PD\r\nLa Lega incassa in parlamento l’approvazione del progetto di autonomia differenziata, che inevitabilmente accentuerà il già forte divario tra le regioni più ricche e quelle più povere.\r\nL’opposizione parlamentare risponde sventolando tricolori in difesa dello stato centralizzato, che decide e dispensa.\r\nNessuna delle due prospettive appare allettante per chi a nord come a sud deve fare i conti con la fatica del vivere in una società divisa in classi che sia i leghisti/fascisti/centro destri sia i democratici e pentastellati difendono attivamente.\r\nLo chiamano federalismo ma è solo un meccanismo che alimenta l’egoismo sociale. 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Istituita nel maggio del 2022, per la prima volta è stata celebrata lo scorso anno “in ricordo dell’eroismo dimostrato dal corpo d’armata nella battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943”, durante la seconda guerra mondiale. L’intenzione sin troppo esplicita è celebrare l’avventura dell’ARMIR, il corpo di spedizione italiano inviato in Russia da Mussolini per sostenere l’aggressione della Germania nazista contro l’Unione sovietica.\r\nIl 26 gennaio, un giorno prima della giornata della memoria, in cui si ricorda lo sterminio di ebrei e rom europei nei campi nazisti e le leggi razziali in Italia durante la dittatura, si celebra la guerra voluta dal governo fascista e i valori patriottici che la giustificarono.\r\nUn vero revisionismo di Stato.\r\nQuesta celebrazione, che rimette al centro l’interesse nazionale e la retorica patriottica, come elemento fondante del militarismo dei giorni nostri, produce un eccesso di memoria ai danni della storia.\r\nIl 26 gennaio del 1943, le truppe italiane e tedesche avevano ormai perso la guerra sul fronte russo. Gli alpini inviati nella pianura ghiacciata erano completamente circondati dalle truppe sovietiche. La battaglia di Nikolajewka servì a garantire una via di fuga ai soldati. Una fuga disastrosa, nel cuore dell’inverno russo, nella quale morirono tantissimi poveracci inviati al fronte per il duce e per il re.\r\nL’umana pietà per quei proletari inviati al macello, sentimento condiviso da tanti nel nostro paese, non può e non deve tradursi in esaltazione patriottica di una guerra di invasione a fianco dei nazisti.\r\n\r\nGli alpini sono stati e sono oggi in prima fila nelle guerre cui l’Italia ha partecipato in questi anni. Sei mesi all’estero e sei mesi nel controllo militare delle città – operazione “strade sicure” – o nei cantieri militarizzati della Valsusa.\r\nIl cerchio si chiude. Una battaglia fascista per celebrare la guerra di Mussolini e per rilanciare le nuove avventure imperialiste dell’Italia.\r\nIl 26 gennaio dovrebbe essere un giorno di lutto. Lutto per i milioni di civili morti in quella guerra che ha insanguinato l’Europa. Lutto perché, dalle ceneri del fascismo, un governo che si ispira a quell’epoca riesuma la retorica patriottica, la guerra di conquista, gli orrori del colonialismo.\r\nFermiamoli prima che sia troppo tardi.\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 2 febbraio\r\nPer l'anarchia. La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà l’incontro Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta\r\n\r\nGiovedì 8 febbraio\r\nore 18 – salone di via Leoncavallo 23\r\nin occasione del Consiglio circoscrizionale aperto sulla “sicurezza” in Barriera\r\ninvitiamo ad un presidio antifascista\r\nl’ipocrisia è finita: vogliamo servizi sociali e non manganelli! Il vero degrado sono fascisti e polizia!\r\nOrganizza Oltredora Antifascista\r\n\r\nVenerdì 16 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\nin corso Palermo 46\r\nSpaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare\r\nIl nucleare, travestito di energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia pulita che non compromette il clima.\r\nNon bastano i disastri e Cernobyl e Fukushima a far desistere la lobby atomica.\r\nI maghi dell’atomo tentano ancora una volta di rilegittimare questa tecnologia pericolosa, verniciandola di verde e raccontandoci la storiella del nucleare di quarta generazione “nuovo” e “sicuro”.\r\nIntrodurrà l’incontro Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino, autore de “Spaccare l’atomo in quattro. 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La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta. \r\nErrico Malatesta, la vita e il pensiero di un anarchico che ha attraversato attivamente la nascita del movimento anarchico, le lotte operaie e contadine a cavallo dei due secoli, l'insurrezione dell'1911 contro la guerra coloniale in Libia, il Biennio Rosso e l'avvento del fascismo.\r\nSpesso in carcere o in esilio seppe legare un impegno politico inesauribile con una costante riflessione sulle lotte che attraversava, nella prospettiva, sempre presente, della rivoluzione sociale.\r\nIl suo approccio, pur nel legame imprescindibile con il suo tempo, riesce a riconsegnarci intatte suggestioni e proposte capaci di alimentare un dibattito vivo e vitale anche in un tempo tanto diverso dal suo.\r\n\r\nIl volontarismo malatestiano chiude i conti sia con chi riteneva che una storia già scritta andasse solo assecondata sia con il positivismo dominante all’epoca.\r\nAmante della scienza ma critico dello scientismo Malatesta sa che la verità è un processo in costante verifica, senza approdi finali: la sua riflessione ci offre spunti importanti in un tempo che paga il prezzo della follia capitalista, che ha messo la ricerca al servizio del profitto, anche a costo della distruzione del pianeta e di chi ci abita.\r\n\r\nMalatesta sostenne la necessità dell’organizzazione specifica degli anarchici. Organizzazione anarchica e, quindi, garanzia di libertà per chi vi aderisce, e prefigurazione di rapporti politici e sociali di segno libertario. In questo si distinse da chi, rispetto al movimento dei lavoratori e lavoratrici, riteneva che le organizzazioni sindacali bastassero a mettere in moto la trasformazione sociale.\r\n\r\nCruciale la sua riflessione sulla violenza, necessaria alla difesa, ma mai strumento di imposizione perché, per la necessaria coerenza tra mezzi e fini, una rivoluzione imposta nega se stessa e sfocia nel peggiore degli autoritarismi.\r\n\r\nLa sua riflessione, in costante revisionismo di se stessa, approda alla concezione del gradualismo rivoluzionario, ossia alla consapevolezza che l’evento insurrezionale, che segna la fine della gerarchia e del capitalismo, non apre automaticamente le porte ad un mondo di liber ed eguali, senza conflitti.\r\nAl contrario l’insurrezione e la conseguente rottura dell’immaginario sociale sono il primo, indispensabile passo per l’innescarsi di un processo di sperimentazione, che, passo dopo passo, renda più concreta la prospettiva anarchica dell’autorganizzazione e dell’autogestione.\r\n\r\nDi questo e di tanto altro abbiamo parlato con Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta, anticipando alcuni dei temi di cui parleremo alla FAT – Corso Palermo 46 - venerdì 1 febbraio alle 21.\r\n\r\nAutonomia differenziata tra le piccole patrie leghiste e il centralismo del PD\r\nLa Lega incassa in parlamento l’approvazione del progetto di autonomia differenziata, che inevitabilmente accentuerà il già forte divario tra le regioni più ricche e quelle più povere.\r\nL’opposizione parlamentare risponde sventolando tricolori in difesa dello stato centralizzato, che decide e dispensa.\r\nNessuna delle due prospettive appare allettante per chi a nord come a sud deve fare i conti con la fatica del vivere in una società divisa in classi che sia i leghisti/fascisti/centro destri sia i democratici e pentastellati difendono attivamente.\r\nLo chiamano federalismo ma è solo un meccanismo che alimenta l’egoismo sociale. La nuova legge finirà con il colpire anche le regioni ricche, perché ha lo scopo esplicito di smantellare del tutto la sanità statalizzata a favore di quella privata.\r\nSappiamo che nessuno dei due modelli tutelerà la salute di noi tutti, in primis dei più poveri, con pochi soldi e scarse risorse sociali.\r\nAbbiamo cominciato a ragionarne con Francesco Fricche\r\n\r\nAssemblea Antimilitarista\r\nDue settimane fa si è tenuta a Massenzatico il periodico incontro di gruppi, assemblee, coordinamenti antimilitaristi, che si sono confrontati sulle lotte d’autunno e sulle prospettive di lotta dei prossimi mesi\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nIl 26 gennaio era la “\u003Cmark>Giornata\u003C/mark> nazionale dedicata alla memoria e al sacrificio degli alpini”. Istituita nel maggio del 2022, per la prima volta è stata celebrata lo scorso anno “in ricordo dell’eroismo dimostrato dal corpo d’armata nella battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943”, durante la seconda guerra \u003Cmark>mondiale\u003C/mark>. L’intenzione sin troppo esplicita è celebrare l’avventura dell’ARMIR, il corpo di spedizione italiano inviato in Russia da Mussolini per sostenere l’aggressione della Germania nazista contro l’Unione sovietica.\r\nIl 26 gennaio, un giorno prima della \u003Cmark>giornata\u003C/mark> della memoria, in cui si ricorda lo sterminio di ebrei e rom europei nei campi nazisti e le leggi razziali in Italia durante la dittatura, si celebra la guerra voluta dal governo fascista e i valori patriottici che la giustificarono.\r\nUn vero revisionismo di Stato.\r\nQuesta celebrazione, che rimette al centro l’interesse nazionale e la retorica patriottica, come elemento fondante del militarismo dei giorni nostri, produce un eccesso di memoria ai danni della storia.\r\nIl 26 gennaio del 1943, le truppe italiane e tedesche avevano ormai perso la guerra sul fronte russo. Gli alpini inviati nella pianura ghiacciata erano completamente circondati dalle truppe sovietiche. La battaglia di Nikolajewka servì a garantire una via di fuga ai soldati. Una fuga disastrosa, nel cuore dell’inverno russo, nella quale morirono tantissimi poveracci inviati al fronte per il duce e per il re.\r\nL’umana pietà per quei proletari inviati al macello, sentimento condiviso da tanti nel nostro paese, non può e non deve tradursi in esaltazione patriottica di una guerra di invasione a fianco dei nazisti.\r\n\r\nGli alpini sono stati e sono oggi in prima fila nelle guerre cui l’Italia ha partecipato in questi anni. Sei mesi all’estero e sei mesi nel controllo militare delle città – operazione “strade sicure” – o nei cantieri militarizzati della Valsusa.\r\nIl cerchio si chiude. Una battaglia fascista per celebrare la guerra di Mussolini e per rilanciare le nuove avventure imperialiste dell’Italia.\r\nIl 26 gennaio dovrebbe essere un giorno di lutto. Lutto per i milioni di civili morti in quella guerra che ha insanguinato l’Europa. Lutto perché, dalle ceneri del fascismo, un governo che si ispira a quell’epoca riesuma la retorica patriottica, la guerra di conquista, gli orrori del colonialismo.\r\nFermiamoli prima che sia troppo tardi.\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 2 febbraio\r\nPer l'anarchia. La forza e l'attualità del pensiero di Malatesta.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIntrodurrà l’incontro Davide Turcato, curatore delle opere complete di Errico Malatesta\r\n\r\nGiovedì 8 febbraio\r\nore 18 – salone di via Leoncavallo 23\r\nin occasione del Consiglio circoscrizionale aperto sulla “sicurezza” in Barriera\r\ninvitiamo ad un presidio antifascista\r\nl’ipocrisia è finita: vogliamo servizi sociali e non manganelli! Il vero degrado sono fascisti e polizia!\r\nOrganizza Oltredora Antifascista\r\n\r\nVenerdì 16 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\nin corso Palermo 46\r\nSpaccare l’atomo in quattro. 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Contro la favola del nucleare”\r\n\r\nSabato 24 febbraio\r\nA due anni dall’inizio della guerra in Ucraina\r\nManifestazione antimilitarista\r\nore 15 piazza Castello\r\nCon i disertori di tutte le guerre\r\nContro tutti gli eserciti, contro tutti i nazionalismi, contro tutte le frontiere\r\n\r\nSabato 2 marzo\r\nore 14,30 corso Palermo angolo via Sesia\r\nVia i militari da Barriera!\r\nLa vera sicurezza è un mondo senza fascisti, senza polizia, senza sfruttamento. Un mondo di liberi ed uguali.\r\nA chi vive in Barriera serve una sanità gratuita ed efficiente, che garantisca a tutt* prevenzione e cura. 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Bloccati i mercanti d’armi!\r\nIl 28 novembre era la giornata di apertura dell’Aerospace and defence meetings, mostra-mercato dell’industria bellica aerospaziale.\r\nUn evento a porte chiuse, riservato ai maggiori produttori a livello mondiale, ai rappresentanti di governi, forze armate e compagnie di contractor.\r\nL’appuntamento per gli antimilitaristi era di fronte all’ingresso dell’Oval, dove, protetti da un ingente schieramento di polizia, dovevano entrare i partecipanti a questa convention, fiore all’occhiello della lobby armiera subalpina.\r\nGli antimilitaristi armati di striscioni e cartelli sin dalle 12 hanno occupato la strada davanti al cancello del centro congressi.\r\nDopo pochi minuti le auto dirette all’Oval hanno fatto retro marcia. I partecipanti sono stati obbligati ad entrare all’Oval a piedi, alla spicciolata, da un passaggio interno al Lingotto.\r\nPer la prima volta dopo 18 anni gli antimilitarist* hanno bloccato l’ingresso ai mercanti d’armi.\r\nIl blocco è stato tenuto per oltre due ore, in modo che nessuno passasse dalla porta principale.\r\n\r\nSudan. Il silenzio sulla strage\r\nLa guerra civile in Sudan è scomparsa dai media, nonostante continuino i massacri specie nel Darfur.\r\nSe a Khartoum e nelle zone limitrofe la situazione è molto grave, nel Darfur è catastrofica. Forte è il rischio di un genocidio simile a quello compiuto nella prima decade del Duemila dagli ex janjaweed (termine che più o meno significa “diavoli a cavallo”), che sono stati ribattezzati Rapid Support Forces. Hemetti ne era il leader: assaltavano i villaggi africani, bruciavano le capanne, ammazzavano senza pietà gli uomini, stupravano le donne e rapivano i bambini costringendoli a arruolarsi.\r\nPersone in fuga verso il Ciad hanno riferito di una nuova ondata di omicidi a sfondo etnico nel Darfur occidentale, dopo che le RSF hanno preso il controllo della principale base dell’esercito a El Geneina, capoluogo della regione. Anche in questo caso testimoni oculari hanno riferito ai reporter di Reuters di aver visto le milizie arabe in azione mentre perseguitavano i masalit a Ardamata, vicino a El Geneina, dove si trova anche un campo per sfollati.\r\nIn quell’area l’obbiettivo sono proprio le persone di etnia masalit, popolazione musulmana, ma non araba, che vive a cavallo tra Sudan e Ciad.\r\nDa Africa ExPress\r\n\r\nAffari di morte tra Italia ed Egitto\r\nIl 22 novembre il gruppo a capitale statale Fincantieri Spa ha firmato con la Armament Authority del Ministero della Difesa della Repubblica araba d’Egitto un contratto della durata decennale per la fornitura di servizi di manutenzione e studi logistici a favore delle due fregate multi-missione Fremm “ENS Al-Galala” ed “ENS Bernees” della Marina Militare egiziana.\r\n\r\nIl contratto del valore di 260 milioni di euro comprende la quota che sarà destinata a Orizzonte Sistemi Navali (la joint venture partecipata da Fincantieri e dalla holding del complesso militare-industriale italiano Leonardo Spa con quote, rispettivamente, del 51% e del 49%) in qualità di sub-fornitore.\r\n\r\nIl governo israeliano vuole chiudere Haaretz\r\nHaaretz in ebraico significa “terra”. Fondato nel 1918 è diventato un punto di riferimento, uno strumento per i giornalisti esteri, dà voce a tutti (dai palestinesi ai movimenti pacifisti), ha fatto da megafono alle recenti proteste contro la riforma della Corte suprema e lo sconvolgimento dei meccanismi di potere. Pubblica che cosa succede nella West Bank e nella Striscia di Gaza (non solo ora che c’è la guerra), fa inchieste, intervista coloni e palestinesi e nomadi del Negev. Dà voce a minoranze e maggioranze.\r\nCon la guerra di Gaza ha lasciato un discreto spazio alle critiche al governo e all’esercito per la mancata difesa dei Kibbutz attaccati violentemente da Hamas per ore nel drammatico 7 ottobre scorso, ha intervistato quotidianamente i parenti dei duecento e passa rapiti da Hamas che hanno esercitato una pressione politica per ottenere il rilascio degli ostaggi.\r\nLa scorsa settimana ha pubblicato un approfondimento sull’elicottero da combattimento che avrebbe sparato sui partecipanti al rave party israeliani facendo un certo numero di vittime. È molto critico su Netanyahu e la sua fuga dalle inchieste che lo accusano di corruzione.\r\nTutto questo certo ha dato fastidio (e dà fastidio) a quello che in Israele ora chiamano il triumvirato/gabinetto di guerra, formato dal premier Bibi Netanyahu, il ministro della difesa Yov Gallant e il ministro senza portafoglio Benny Ganz.\r\nFonte Senza Bavaglio\r\n\r\nAnalisi e prospettive del conflitto in medio oriente\r\nIl governo di Netanyahu è in profonda difficoltà da un anno. Per ottenere una coalizione governativa stabile in un paese che storicamente è caratterizzato da una certa instabilità parlamentare, il Likud si è dovuto alleare con gli elementi più oltranzisti del panorama politico, nello specifico con il variegato mondo del sionismo religioso e con raggruppamenti politici ultra-ortodossi. Nella storia politica israeliana tali gruppi non hanno mai goduto di peso politico come ora. Il sionismo, sia nella sua componente socialista che in quella revisionista, ovvero liberale, nasce come progetto politico laico nelle sue parti maggioritarie, e, sopratutto, trainanti, e tale rimane per decenni anche dopo la nascita dello stato di Israele. Le componenti religiose di estrema destra cominciano a guadagnare trazione a partire dalla seconda metà degli anni ’70. Elettoralmente avevano un peso relativo ma riescono a influenzare pesantemente lo scacchiere politico fornendo una base di voti per il Likud. Da quegli ambienti arriverà l’assassino di Rabin nel 1995. Facciamo un salto avanti di una decina di anni. A metà anni 2000 il governo – per ironia della sorte del Likud – nell’ambito del processo di pace decide il ritiro dalla striscia di Gaza e la demolizione degli insediamenti dei coloni sul territorio che viene restituito alle autorità palestinesi. Bisogna qua chiarire alcuni passaggi: quegli insediamenti erano roccaforti dell’estrema destra religiosa e nulla avevano a che fare con i Kibbuzim e Moshav dei pionieri e quel momento segna una frattura tra quei settori, dalla sinistra fino al centro-destra, della società israeliana che volevano un processo di pace con l’ANP e il movimento dei coloni che teorizza la necessità di stabilire l’autorità di uno stato con un’identità religiosa e politica – e non solo culturale – ebraica sull’intera area del così detto Grande Israele. Il processo di pace di quegli anni naufragò ma la frattura, logicamente, non venne mai sanata.\r\nNe abbiamo parlato con Gino\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 8 dicembre\r\nmarcia No Tav da Susa a Venaus\r\nore 12 dal piazzale dell’ex Assa\r\n\r\nVenerdì 15 dicembre\r\nCena antinatalizia \r\nbenefit lotte sociali\r\nore 20 alla FAT, in corso Palermo 46\r\nMenù eretico \r\nEsposizione spettacolare del Prese(m)pio autogestito: porta la tua statuetta per arricchirlo!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 17,30 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","2023-12-05 23:47:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/blu-200x110.jpg","Anarres del primo dicembre. 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I partecipanti sono stati obbligati ad entrare all’Oval a piedi, alla spicciolata, da un passaggio interno al Lingotto.\r\nPer la prima volta dopo 18 anni gli antimilitarist* hanno bloccato l’ingresso ai mercanti d’armi.\r\nIl blocco è stato tenuto per oltre due ore, in modo che nessuno passasse dalla porta principale.\r\n\r\nSudan. Il silenzio sulla strage\r\nLa guerra civile in Sudan è scomparsa dai media, nonostante continuino i massacri specie nel Darfur.\r\nSe a Khartoum e nelle zone limitrofe la situazione è molto grave, nel Darfur è catastrofica. Forte è il rischio di un genocidio simile a quello compiuto nella prima decade del Duemila dagli ex janjaweed (termine che più o meno significa “diavoli a cavallo”), che sono stati ribattezzati Rapid Support Forces. Hemetti ne era il leader: assaltavano i villaggi africani, bruciavano le capanne, ammazzavano senza pietà gli uomini, stupravano le donne e rapivano i bambini costringendoli a arruolarsi.\r\nPersone in fuga verso il Ciad hanno riferito di una nuova ondata di omicidi a sfondo etnico nel Darfur occidentale, dopo che le RSF hanno preso il controllo della principale base dell’esercito a El Geneina, capoluogo della regione. Anche in questo caso testimoni oculari hanno riferito ai reporter di Reuters di aver visto le milizie arabe in azione mentre perseguitavano i masalit a Ardamata, vicino a El Geneina, dove si trova anche un campo per sfollati.\r\nIn quell’area l’obbiettivo sono proprio le persone di etnia masalit, popolazione musulmana, ma non araba, che vive a cavallo tra Sudan e Ciad.\r\nDa Africa ExPress\r\n\r\nAffari di morte tra Italia ed Egitto\r\nIl 22 novembre il gruppo a capitale statale Fincantieri Spa ha firmato con la Armament Authority del Ministero della Difesa della Repubblica araba d’Egitto un contratto della durata decennale per la fornitura di servizi di manutenzione e studi logistici a favore delle due fregate multi-missione Fremm “ENS Al-Galala” ed “ENS Bernees” della Marina Militare egiziana.\r\n\r\nIl contratto del valore di 260 milioni di euro comprende la quota che sarà destinata a Orizzonte Sistemi Navali (la joint venture partecipata da Fincantieri e dalla holding del complesso militare-industriale italiano Leonardo Spa con quote, rispettivamente, del 51% e del 49%) in qualità di sub-fornitore.\r\n\r\nIl governo israeliano vuole chiudere Haaretz\r\nHaaretz in ebraico significa “terra”. Fondato nel 1918 è diventato un punto di riferimento, uno strumento per i giornalisti esteri, dà voce a tutti (dai palestinesi ai movimenti pacifisti), ha fatto da megafono alle recenti proteste contro la riforma della Corte suprema e lo sconvolgimento dei meccanismi di potere. Pubblica che cosa succede nella West Bank e nella Striscia di Gaza (non solo ora che c’è la guerra), fa inchieste, intervista coloni e palestinesi e nomadi del Negev. Dà voce a minoranze e maggioranze.\r\nCon la guerra di Gaza ha lasciato un discreto spazio alle critiche al governo e all’esercito per la mancata difesa dei Kibbutz attaccati violentemente da Hamas per ore nel drammatico 7 ottobre scorso, ha intervistato quotidianamente i parenti dei duecento e passa rapiti da Hamas che hanno esercitato una pressione politica per ottenere il rilascio degli ostaggi.\r\nLa scorsa settimana ha pubblicato un approfondimento sull’elicottero da combattimento che avrebbe sparato sui partecipanti al rave party israeliani facendo un certo numero di vittime. È molto critico su Netanyahu e la sua fuga dalle inchieste che lo accusano di corruzione.\r\nTutto questo certo ha dato fastidio (e dà fastidio) a quello che in Israele ora chiamano il triumvirato/gabinetto di guerra, formato dal premier Bibi Netanyahu, il ministro della difesa Yov Gallant e il ministro senza portafoglio Benny Ganz.\r\nFonte Senza Bavaglio\r\n\r\nAnalisi e prospettive del conflitto in medio oriente\r\nIl governo di Netanyahu è in profonda difficoltà da un anno. Per ottenere una coalizione governativa stabile in un paese che storicamente è caratterizzato da una certa instabilità parlamentare, il Likud si è dovuto alleare con gli elementi più oltranzisti del panorama politico, nello specifico con il variegato mondo del sionismo religioso e con raggruppamenti politici ultra-ortodossi. Nella storia politica israeliana tali gruppi non hanno mai goduto di peso politico come ora. Il sionismo, sia nella sua componente socialista che in quella revisionista, ovvero liberale, nasce come progetto politico laico nelle sue parti maggioritarie, e, sopratutto, trainanti, e tale rimane per decenni anche dopo la nascita dello stato di Israele. Le componenti religiose di estrema destra cominciano a guadagnare trazione a partire dalla seconda metà degli anni ’70. Elettoralmente avevano un peso relativo ma riescono a influenzare pesantemente lo scacchiere politico fornendo una base di voti per il Likud. Da quegli ambienti arriverà l’assassino di Rabin nel 1995. Facciamo un salto avanti di una decina di anni. A metà anni 2000 il governo – per ironia della sorte del Likud – nell’ambito del processo di pace decide il ritiro dalla striscia di Gaza e la demolizione degli insediamenti dei coloni sul territorio che viene restituito alle autorità palestinesi. Bisogna qua chiarire alcuni passaggi: quegli insediamenti erano roccaforti dell’estrema destra religiosa e nulla avevano a che fare con i Kibbuzim e Moshav dei pionieri e quel momento segna una frattura tra quei settori, dalla sinistra fino al centro-destra, della società israeliana che volevano un processo di pace con l’ANP e il movimento dei coloni che teorizza la necessità di stabilire l’autorità di uno stato con un’identità religiosa e politica – e non solo culturale – ebraica sull’intera area del così detto Grande Israele. Il processo di pace di quegli anni naufragò ma la frattura, logicamente, non venne mai sanata.\r\nNe abbiamo parlato con Gino\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 8 dicembre\r\nmarcia No Tav da Susa a Venaus\r\nore 12 dal piazzale dell’ex Assa\r\n\r\nVenerdì 15 dicembre\r\nCena antinatalizia \r\nbenefit lotte sociali\r\nore 20 alla FAT, in corso Palermo 46\r\nMenù eretico \r\nEsposizione spettacolare del Prese(m)pio autogestito: porta la tua statuetta per arricchirlo!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(\u003Cmark>A)distro\u003C/mark> – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 17,30 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[285],{"field":84,"matched_tokens":286,"snippet":282,"value":283},[65],{"best_field_score":178,"best_field_weight":138,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":38,"score":179,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":93},6637,{"collection_name":164,"first_q":24,"per_page":30,"q":24},8,["Reactive",292],{},["Set"],["ShallowReactive",295],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fr4u1-Ec5T_mg9XFPJceib1nIv2Ty6ciPamOYgupTuXU":-1},true,"/search?query=giornata+mondiale+Aids"]