","Grecia. Tra autogestione e conflitto","post",1340151828,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/conflitto-sociale/","http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/governance/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/nazisti/",[68,69,70,28,71,72],"autogestione","conflitto sociale","elezioni","grecia","nazisti",{"post_content":74,"tags":78},{"matched_tokens":75,"snippet":76,"value":77},[28],"razzista alla pressione globalizzante della \u003Cmark>governance\u003C/mark> transnazionale. Se a questo si aggiunge una","I risultati delle elezioni greche, che vedono il partito conservatore Nea Democratia prevalere, sia pure di misura, Siryza, la coalizione della sinistra radicale favorevole all'uscita dall'euro portano alla nascita di un governo di unità nazionale, tra i socialisti del Pasok e i conservatori di Nea Democratia.\r\nAl di là dei giochi elettorali, dove la paura dei ceti medi, instillata da una propaganda martellante a favore del permanere nell'aeurozona, ha contribuito allo spostamento, sia pur lieve, dell'elettorato resta una crisi sociale durissima. I salari e le pensioni sono state diminuite drasticamente, i servizi fondamentali sono divenuti inaccessibili a strati sempre più ampi di popolazione, mentre i prezzi continuano ad aumentare.\r\nCon salari balcanici e prezzi europei moltissime persone sono sprofondate nella povertà.\r\nUna delle conseguenze della crisi, ma anche della volontà di emacipazione da un destino già scritto da FMI, UE e BCE, è il moltiplicarsi delle occupazioni, delle autogestioni di strutture produttive e di servizio abbandonate.\r\nUn esempio paradigmatico è quello dell'ospedale di Kilkis, occupato e autogestito dai lavoratori. Si tratterà di capire nei prossimi mesi quale incidenza avranno queste esperienze di esodo conflittuale dall'istituito sulla situazione politica e sociale nel paese ellenico.\r\nL'affermazione elettorale, sia pure in misura minore, dei nazisti di Alba Dorata rappresenta una sorta di reazione in chiave di chiusura nazionalista e razzista alla pressione globalizzante della \u003Cmark>governance\u003C/mark> transnazionale. Se a questo si aggiunge una legislazione europea che impedisce a profughi e rifugiati di trovare ospitalità fuori dalla Grecia e si ottiene una miscela esplosiva, sulla quale giocano i fascisti.\r\nL'affermarsi a livello europeo di formazioni di estrema destra ci interroga sul fallimento delle istanze internazionaliste, che possono trovare nuova linfa solo nella materialità delle relazioni solidali.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo delle edizioni Zero in condotta, ottimo conoscitore della Grecia, dove ha di recente tenuto un ciclo di conferenze.\r\n\r\nAscolta il suo intervento: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/Massimo-def.mp3\"]\r\n\r\nscarica l'audio",[79,81,83,85,88,90],{"matched_tokens":80,"snippet":68},[],{"matched_tokens":82,"snippet":69},[],{"matched_tokens":84,"snippet":70},[],{"matched_tokens":86,"snippet":87},[28],"\u003Cmark>governance\u003C/mark>",{"matched_tokens":89,"snippet":71},[],{"matched_tokens":91,"snippet":72},[],[93,98],{"field":35,"indices":94,"matched_tokens":95,"snippets":97},[14],[96],[28],[87],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":76,"value":77},"post_content",[28],578730123365712000,{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":47,"score":105,"tokens_matched":106,"typo_prefix_score":47},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":108,"highlight":128,"highlights":142,"text_match":101,"text_match_info":150},{"cat_link":109,"category":110,"comment_count":47,"id":111,"is_sticky":47,"permalink":112,"post_author":50,"post_content":113,"post_date":114,"post_excerpt":115,"post_id":111,"post_modified":54,"post_thumbnail":116,"post_thumbnail_html":117,"post_title":118,"post_type":58,"sort_by_date":119,"tag_links":120,"tags":124},[44],[46],"9152","http://radioblackout.org/2012/06/crisi-un-salto-di-paradigma/","La crisi dell’euro, le convulsioni all’interno dell’Unione Europea, le pressioni degli organismi di governance mondiale, vanno compresi e smontati pezzo a pezzo per cogliere l’intima trama di vicende narrate dai media come una sorta di telenovela a puntate tutte uguali.\r\nQuello che stiamo attraversando è un vero salto di paradigma, che – nei fatti- ha già mutato il volto del capitalismo e sta ridefinendo il ruolo degli stati nazionali.\r\nViviamo un passaggio di epoca in tempo reale, questa condizione viene solitamente chiamata globalizzazione: il suo dio è la moneta, il suo rito è la legge di mercato, i suoi sacerdoti sono le élite statuali, i suoi guardiani sono gli eserciti e le polizie in ogni dove, i suoi strateghi sono gli operatori bancari e della teocrazia finanziaria, i suoi sudditi sono i cosiddetti popoli sovrani, i suoi cantori sono gli intellettuali (giornalisti inclusi) decerebrati senza spina dorsale, le sue favole sono i regimi di democrazia rappresentativa, la sua ideologia egemonica è la comunicazione virtuale.\r\nL’accelerazione verso una progressiva e potente spinta alla delocalizzazione di qualsiasi asse produttivo e riproduttivo – dall’alimentazione ai farmaci, dalla forza-lavoro al sapere diffuso, dall’economia reale della produzione e della distribuzione al consumo di massa e parcellizzato al tempo stesso – ha spiazzato un assetto della politica che per secoli si è articolato sull’istanza nazionale. Il che non implica un’automatica cessazione di funzione dello stato, uno Stato che ridimensionando gli ammortizzatori sociali si ritrova oggi snello e in forma per rafforzare ulteriormente le sue funzioni vitali: quelle di ordine pubblico, attraverso il duplice ricatto della fabbricazione del nemico interno e del nemico esterno.\r\nI meccanismi della globalizzazione obbligano lo stato nazionale a dismettere parte della propria sovranità politica ed economica che viene sussunta su scala sovranazionale attraverso dispositivi di governance (Fmi, Bce, Nato, etc).\r\nLo spazio della politica si riduce drasticamente, a favore della gestione, dell’amministrazione, della governance si restringe sino a richiedere l’esautorazione delle stesse forme della democrazia parlamentare: i luoghi collettivi scompaiono a vantaggio di organi monocratici della decisione politica. L’autoritarismo leaderista e individualista si afferma nelle sfere più disparate, incentivato tanto da procedure elettorali segnate dal marketing politico, quanto da spostamenti significativi della deliberazione politica vera e propria in capo a singoli individui e non più ad assisi parlamentari.\r\nParlare pertanto di crisi in questi tempi è riduttivo, giacché l’ossatura del dominio sta conoscendo una immensa ridislocazione a livello globale, con la ridefinizione di egemonie planetarie, che hanno segnato gli ultimi due secoli. Emergono nuove potenze globali che cercano di scalzare dal trono quelle vecchie.\r\nL’assedio all’Europa dell’euro e, più in generale, all’Occidente da parte della teocrazia finanziaria che usa il declassamento delle aziende-stati e lo spread-totemico per imporre il terrore di un dio senza misericordia, delineano una guerra guerreggiata sia a colpi di missili telecomandati da satelliti geostazionari, sia a colpi di brokeraggio borsistico.\r\nL’Italia è stretta in questo fuoco, scivolando lentamente ma forse inesorabilmente verso una condizione di impoverimento, tra crescenti convulsioni.\r\nQualsiasi governo non può che tentare di governare una obiettiva riduzione di sovranità, per cercare di mantenere il proprio ruolo. Non potrebbe comunque fare altrimenti perché la gerarchia globale è l’orizzonte necessario alla propria sopravvivenza come elite di governo. Dall’altro, coloro che subiscono gli effetti della convulsione, che si traducono letteralmente in politiche omicide, si ritrovano affamati e privati di risorse: dalla precarietà esistenziale come forma-di-vita stabile e permanente all’erosione di redditi, dalla devastazione ambientale al parossismo consumistico in materia energetica, dal controllo tecnologico di ogni aspetto della vita pubblica e privata alla mercificazione e umiliazione di uomini e, soprattutto, donne, dalla macro-violenza proveniente dall’alto delle istituzioni alla micro-violenza mimata che si scatena irrefrenabile.\r\nNe abbiamo discusso con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo.\r\nAscolta l’intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/Vaccaro.mp3\"]\r\nScarica il file","14 Giugno 2012","La crisi dell’euro, le convulsioni all’interno dell’Unione Europea, le pressioni degli organismi di governance mondiale, vanno compresi e smontati pezzo a pezzo per cogliere l’intima trama di vicende narrate dai media come una sorta di telenovela a puntate tutte uguali.\r\nQuello che stiamo attraversando è un vero salto di paradigma, che – nei fatti- ha già mutato il volto del capitalismo e sta ridefinendo il ruolo degli stati nazionali.\r\n\r\nViviamo un passaggio di epoca in tempo reale, questa condizione viene solitamente chiamata globalizzazione: il suo dio è la moneta, il suo rito è la legge di mercato, i suoi sacerdoti sono le élite statuali, i suoi guardiani sono gli eserciti e le polizie in ogni dove, i suoi strateghi sono gli operatori bancari e della teocrazia finanziaria, i suoi sudditi sono i cosiddetti popoli sovrani, i suoi cantori sono gli intellettuali (giornalisti inclusi) decerebrati senza spina dorsale, le sue favole sono i regimi di democrazia rappresentativa, la sua ideologia egemonica è la comunicazione virtuale.\r\n\r\nL’accelerazione verso una progressiva e potente spinta alla delocalizzazione di qualsiasi asse produttivo e riproduttivo – dall’alimentazione ai farmaci, dalla forza-lavoro al sapere diffuso, dall’economia reale della produzione e della distribuzione al consumo di massa e parcellizzato al tempo stesso – ha spiazzato un assetto della politica che per secoli si è articolato sull’istanza nazionale. 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I poveri, invece, non sono mai innocui, perché è la loro stessa presenza che disturba. La signora africana che da anni dormiva al fondo del ponte Carpanini da qualche tempo non c’è più. Forse è in ospedale, forse è finita nelle grinfie della psichiatria, forse è stata obbligata a sloggiare. Non lo sappiamo. Sappiamo invece che dove lei dormiva ora ci sono due fioriere tristi. Così, in quell’angolo nessuno potrà più trovare riparo per la notte. Proprio di fronte c’è il giardino “Pellegrino”. Nel patto di collaborazione tra il governo della città e la Fondazione di Comunità di Porta Palazzo in merito alla gestione del giardino si legge che tra gli obiettivi del protocollo c’è: \"attivare percorsi di accompagnamento delle persone fragili e/o senza fissa dimora che frequentano l’area verso i servizi competenti in materia, in modo da favorire il dialogo e I’incontro con le istituzioni e mantenere l'attenzione sulla loro situazione; avviare un percorso di progettazione partecipata che coinvolga le persone fragili e/o senza fissa dimora che frequentano l’area per progettare servizi e attività che il giardino e le associazioni/enti del territorio potrebbero offrire loro\".\r\n\r\nSi prevede inoltre: il \"coinvolgimento di enti e associazioni del quartiere per la realizzazione di attività o percorsi per le persone fragili e/o senza dimora\".\r\nTanto fumo umanitario negli occhi per celare l’eliminazione dei senzatetto dal nuovo Balon\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Miliaccio, che da anni studia i processi di riqualificazione escludente ad Aurora\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/2022-02-08-migliaccio-giardini.mp3\"][/audio]","8 Febbraio 2022","","2022-02-08 15:53:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/A-Park-for-Unpleasant-Design-Kathleen-Fu-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/A-Park-for-Unpleasant-Design-Kathleen-Fu-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/A-Park-for-Unpleasant-Design-Kathleen-Fu-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/A-Park-for-Unpleasant-Design-Kathleen-Fu-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/A-Park-for-Unpleasant-Design-Kathleen-Fu-690x690.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/A-Park-for-Unpleasant-Design-Kathleen-Fu-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/A-Park-for-Unpleasant-Design-Kathleen-Fu.jpg 704w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I poveri e la “nuova” governance dell’area del Balon",1644335300,[166,167,168,169,170,171,172,173,174,175],"http://radioblackout.org/tag/balon/","http://radioblackout.org/tag/compagnia-di-san-paolo/","http://radioblackout.org/tag/fondazione-di-comunita-di-porta-palazzo/","http://radioblackout.org/tag/giardini-pellegrino/","http://radioblackout.org/tag/governance-di-porta-palazzo/","http://radioblackout.org/tag/sgombero-degli-straccivendoli/","http://radioblackout.org/tag/sponde-sicure/","http://radioblackout.org/tag/straccivendoli/","http://radioblackout.org/tag/stranaidea/","http://radioblackout.org/tag/tonite/",[26,23,34,177,32,178,179,180,181,182],"giardini pellegrino","sgombero degli straccivendoli","sponde sicure","straccivendoli","stranaidea","toNite",{"post_content":184,"post_title":188,"tags":191},{"matched_tokens":185,"snippet":186,"value":187},[28],"è uno dei tasselli della \u003Cmark>governance\u003C/mark> di un’area che, con una","La riapertura dei giardinetti dove per anni c’è stata la mongolfiera è uno dei tasselli della \u003Cmark>governance\u003C/mark> di un’area che, con una robusta patina di retorica sull’inclusione e la solidarietà sta cacciando i poveri per portare a termine la trasformazione della zona del mercato degli straccivendoli e dei robivecchi in vetrina per turisti e torinesi a caccia dell’esotico attraente ma innocuo. I poveri, invece, non sono mai innocui, perché è la loro stessa presenza che disturba. La signora africana che da anni dormiva al fondo del ponte Carpanini da qualche tempo non c’è più. Forse è in ospedale, forse è finita nelle grinfie della psichiatria, forse è stata obbligata a sloggiare. Non lo sappiamo. Sappiamo invece che dove lei dormiva ora ci sono due fioriere tristi. Così, in quell’angolo nessuno potrà più trovare riparo per la notte. Proprio di fronte c’è il giardino “Pellegrino”. Nel patto di collaborazione tra il governo della città e la Fondazione di Comunità di Porta Palazzo in merito alla gestione del giardino si legge che tra gli obiettivi del protocollo c’è: \"attivare percorsi di accompagnamento delle persone fragili e/o senza fissa dimora che frequentano l’area verso i servizi competenti in materia, in modo da favorire il dialogo e I’incontro con le istituzioni e mantenere l'attenzione sulla loro situazione; avviare un percorso di progettazione partecipata che coinvolga le persone fragili e/o senza fissa dimora che frequentano l’area per progettare servizi e attività che il giardino e le associazioni/enti del territorio potrebbero offrire loro\".\r\n\r\nSi prevede inoltre: il \"coinvolgimento di enti e associazioni del quartiere per la realizzazione di attività o percorsi per le persone fragili e/o senza dimora\".\r\nTanto fumo umanitario negli occhi per celare l’eliminazione dei senzatetto dal nuovo Balon\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Miliaccio, che da anni studia i processi di riqualificazione escludente ad Aurora\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/2022-02-08-migliaccio-giardini.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":189,"snippet":190,"value":190},[28],"I poveri e la “nuova” \u003Cmark>governance\u003C/mark> dell’area del Balon",[192,194,196,198,200,203,205,207,209,211],{"matched_tokens":193,"snippet":26},[],{"matched_tokens":195,"snippet":23},[],{"matched_tokens":197,"snippet":34},[],{"matched_tokens":199,"snippet":177},[],{"matched_tokens":201,"snippet":202},[28],"\u003Cmark>governance\u003C/mark> di porta palazzo",{"matched_tokens":204,"snippet":178},[],{"matched_tokens":206,"snippet":179},[],{"matched_tokens":208,"snippet":180},[],{"matched_tokens":210,"snippet":181},[],{"matched_tokens":212,"snippet":182},[],[214,217,219],{"field":215,"matched_tokens":216,"snippet":190,"value":190},"post_title",[28],{"field":99,"matched_tokens":218,"snippet":186,"value":187},[28],{"field":35,"indices":220,"matched_tokens":222,"snippets":224},[221],4,[223],[28],[202],578730123365187700,{"best_field_score":227,"best_field_weight":228,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":229,"tokens_matched":106,"typo_prefix_score":47},"1108091338752",15,"578730123365187707",{"document":231,"highlight":255,"highlights":276,"text_match":225,"text_match_info":285},{"cat_link":232,"category":233,"comment_count":47,"id":234,"is_sticky":47,"permalink":235,"post_author":50,"post_content":236,"post_date":237,"post_excerpt":159,"post_id":234,"post_modified":238,"post_thumbnail":239,"post_thumbnail_html":240,"post_title":241,"post_type":58,"sort_by_date":242,"tag_links":243,"tags":249},[44],[46],"61342","http://radioblackout.org/2020/06/balon-la-fondazione-di-comunita-il-nuovo-strumento-di-governance-dei-buoni-di-porta-palazzo/","Sabato riapre il Balon. Dopo oltre tre mesi di lockdown, ci saranno distanziamenti, mascherine, e stretta sorveglianza. La militarizzazione del mercato non sarà tuttavia una novità. É divenuta una costante sin dallo sgombero del mercato degli stracci, già esiliato da anni nel piazzale accanto all’ex cimitero degli impiccati di San Pietro in vincoli, spazzato via in ottobre, perché incompatibile con i processi di riqualificazione escludente in atto nell’intera area.\r\nVale la pena riflettere sul ruolo che in questa vicenda hanno avuto i “buoni” quelli delle bandiere bianche con il cuore rosso. Quelli che hanno raccolto le firme contro lo sgombero e aperto interlocuzioni con la giunta.\r\nMa...\r\nMentre il mercato povero veniva spostato con la forza nella desolazione periferica di via Carcano, devano vita ad una fondazione di comunità, ossia una struttura di “intermediari filantropici, con il ruolo di promuovere la “coesione sociale”. Ammortizzatori sociali promossi da privati caritatevoli. Chi sono questi filantropi? Chi sono i buoni, preoccupati per i poveri del mercato degli stracci?\r\nSi tratta di una cordata di enti e associazioni – Fuori di Palazzo, il comitato Oltredora, Arcigay, la Casarcobaleno, la Gelateria: si sono aggiudicati un bando della Compagnia di San Paolo, ottenendo un finanziamento di quarantamila euro. Questo contributo gli ha permesso di costituire una fondazione di comunità a Porta Palazzo.\r\nNel documento presentato per ottenere il sostegno economico, Per una fondazione di comunità a Porta Palazzo, scrivono “i buoni” “Porta Palazzo nel tempo ha acquisito un particolare valore culturale e sociale, che si esprime nella rete di relazioni e nell’agire quotidiano nel territorio da parte di tanti piccoli soggetti che […] generano un tutto piuttosto omogeneo e caratteristico, in fin dei conti l’essenza del luogo stesso (genius loci)”. Cosa s’intende per “valore culturale”? E quale il senso dell’aggettivo “caratteristico”?\r\nLa fondazione di comunità intende difendere l’immaterialità del quartiere: il valore simbolico, la sua aura. I poveri, deportati in via Carcano, sono presto dimenticati. Come le bandiere con il cuore ai balconi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Migliaccio, che ha seguito la gestazione della vicenda e ne ha tratto una ricerca uscita su Napoli Monitor\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-09-balon-migliaccio.mp3\"][/audio]","9 Giugno 2020","2020-06-09 13:03:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-1536x1152.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200104_123528-scaled-1-2048x1536.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Balon. 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I prossimi anni saranno decisivi nel giocare i rapporti di forza su questo terreno estremente complesso, per provare a fare chiarezza e tracciare gli orizzonti fino alla prossima COP26 di Milano parliamo con Emanuele Leonardi, ricercatore presso l'università di Coimbra:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/leonardi-summit-clima.mp3\"][/audio]","23 Aprile 2021","2021-04-23 13:00:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/177187988_499038631454905_5565848020778433356_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"220\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/177187988_499038631454905_5565848020778433356_n-300x220.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"clima\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/177187988_499038631454905_5565848020778433356_n-300x220.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/177187988_499038631454905_5565848020778433356_n.jpg 500w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La governance incantatoria del clima",1619180594,[],[],{"post_title":303},{"matched_tokens":304,"snippet":305,"value":305},[28],"La \u003Cmark>governance\u003C/mark> incantatoria del clima",[307],{"field":215,"matched_tokens":308,"snippet":305,"value":305},[28],{"best_field_score":227,"best_field_weight":228,"fields_matched":106,"num_tokens_dropped":47,"score":310,"tokens_matched":106,"typo_prefix_score":47},"578730123365187705",{"document":312,"highlight":335,"highlights":350,"text_match":225,"text_match_info":358},{"cat_link":313,"category":315,"comment_count":47,"id":317,"is_sticky":47,"permalink":318,"post_author":50,"post_content":319,"post_date":320,"post_excerpt":159,"post_id":317,"post_modified":321,"post_thumbnail":322,"post_thumbnail_html":323,"post_title":324,"post_type":58,"sort_by_date":325,"tag_links":326,"tags":331},[314,44],"http://radioblackout.org/category/altavisibilita/",[316,46],"altavisibilita","88030","http://radioblackout.org/2024/03/beni-comuni-come-nuove-recinzioni/","Il geografo Élisée Reclus, preoccupato perché \"Le antiche forme di possesso, che assicurano a ogni membro della comunità pari diritti di sfruttamento della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco, non sono che elementi di sopravvivenza arcaica in fase di rapida estinzione\", descrive in tal modo l'avvento della proprietà: \"Ogni curiosità naturale, la roccia, la grotta, la cascata, il crepaccio di un ghiacciaio, tutto, fino al suono dell’eco, può diventare proprietà privata. Degli imprenditori appaltano le cateratte, le circondano di barriere di legno per impedire ai viaggiatori non paganti di contemplare il tumulto delle acque, poi a forza di pubblicità trasformano in bella moneta sonante la luce che gioca sulle goccioline in sospensione e il soffio del vento che dispiega bande evanescenti di vapori\". L'uomo stesso, che Réclus definisce \"natura che prende coscienza di sè\" è preso in questo ingraggio di espropriazione fondata sulla proprietà.\r\n\r\nParlando di beni comuni, la prima questione in gioco è che i termini utilizzati nel dibattito contemporaneo, che nei fatti è sostanzialmente accademico e istituzionale, sono molteplici. Il significante \"bene comune\" è vacuo. Per non perdersi nei meandri di un'astrazione slegata dall'agire quotidiano, proviamo quindi a rimanere rasenti alla materialità dei beni comuni, mantenendo chiara una premessa: che se si parla di regolamenti e delibere su di un \"bene\", il campo del discorso è tutto interno alla razionalità giuridica ed economica. Sono infatti beni in senso giuridico solo le categorie suscettibili di una valutazione economica.\r\n\r\nA Torino, sulla scia di esperienze già implementate altrove, Roma, Napoli e Bologna in primis, il benecomunismo sta entrando a gamba tesa anche nei mondi dell'autogestione. Attuale è il caso dell'ex-Askatasuna in corso Regina 47, occupazione che si è autosgomberata e rispetto a cui, con delibera del 30 gennaio scorso, l’amministrazione comunale ha avviato un percorso di co-progettazione per il governo condiviso di alcuni spazi. In data 12 marzo è stato approvato un patto di collaborazione tra la Città di Torino e un gruppo informale di \"garanti\", sulla base del quale la settimana scorsa si è tenuta una assemblea in Vanchiglia, aperta agli abitanti del quartiere con la presenza di consiglieri comunali del PD e di Sinistra Ecologista, in cui gli ex occupanti hanno dichiarato l'intenzione di andare avanti con il governo condiviso con le istituzioni.\r\n\r\nE' l'occasione per tornare a parlare di \"beni comuni\" con uno sguardo parziale e critico, avendo come ospite in studio Francesco Migliaccio, che ha recentemente pubblicato un articolo dal titolo \"I beni comuni come nuove recinzioni. Esplorazioni lungo la Dora a Torino\".\r\n\r\nDa questa chiacchierata emerge chiaramente come i beni comuni, a Torino, non rappresentino un superamento, bensì una riaffermazione della proprietà, una proprietà che viene messa a valore grazie a un'articolata rete di potere pubblico-privato fatta dai soliti noti: fondazioni bancarie, industria del terzo settore, imprenditoria e partiti politici. E' una classe sociale dai contorni definiti. In questo quadro, la \"partecipazione attiva\" dei cittadini si rivela funzionale a processi di sorveglianza e controllo territoriale, così come riempimento dei vuoti lasciati da un sistema welfaristico al collasso. Si tratta in ogni caso di partecipazione oligarchica, laddove i beni comuni creano nuove gerarchie dell'esclusione/inclusione: solo una ristretta parte degli abitanti della città possono essere riconosciuti dall'autorità come cittadini di serie A, portatori delle caratteristiche richieste o legittimati da \"garanti\" tutelari per la gestione del bene comune.\r\n\r\nSulla scia della \"Città collaborativa\" o CO-CITY promossa a livello europeo, si configura quindi l'ennesimo paradigma di governance urbana fondato sulla guerra a ciò che è illegale, informale, gratuito, autonomo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/benicomuni.mp3\"][/audio]","18 Marzo 2024","2024-07-10 16:53:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"214\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-300x214.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-300x214.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-1024x731.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-768x548.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-1536x1097.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/gettyimages-3068443-scaled-1-2048x1462.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Beni comuni come nuove recinzioni",1710774653,[327,328,329,330],"http://radioblackout.org/tag/beni-comuni/","http://radioblackout.org/tag/citta-collaborativa/","http://radioblackout.org/tag/governance-urbana/","http://radioblackout.org/tag/recinzioni/",[30,332,333,334],"città collaborativa","governance urbana","recinzioni",{"post_content":336,"tags":340},{"matched_tokens":337,"snippet":338,"value":339},[28],"configura quindi l'ennesimo paradigma di \u003Cmark>governance\u003C/mark> urbana fondato sulla guerra a","Il geografo Élisée Reclus, preoccupato perché \"Le antiche forme di possesso, che assicurano a ogni membro della comunità pari diritti di sfruttamento della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco, non sono che elementi di sopravvivenza arcaica in fase di rapida estinzione\", descrive in tal modo l'avvento della proprietà: \"Ogni curiosità naturale, la roccia, la grotta, la cascata, il crepaccio di un ghiacciaio, tutto, fino al suono dell’eco, può diventare proprietà privata. 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In data 12 marzo è stato approvato un patto di collaborazione tra la Città di Torino e un gruppo informale di \"garanti\", sulla base del quale la settimana scorsa si è tenuta una assemblea in Vanchiglia, aperta agli abitanti del quartiere con la presenza di consiglieri comunali del PD e di Sinistra Ecologista, in cui gli ex occupanti hanno dichiarato l'intenzione di andare avanti con il governo condiviso con le istituzioni.\r\n\r\nE' l'occasione per tornare a parlare di \"beni comuni\" con uno sguardo parziale e critico, avendo come ospite in studio Francesco Migliaccio, che ha recentemente pubblicato un articolo dal titolo \"I beni comuni come nuove recinzioni. Esplorazioni lungo la Dora a Torino\".\r\n\r\nDa questa chiacchierata emerge chiaramente come i beni comuni, a Torino, non rappresentino un superamento, bensì una riaffermazione della proprietà, una proprietà che viene messa a valore grazie a un'articolata rete di potere pubblico-privato fatta dai soliti noti: fondazioni bancarie, industria del terzo settore, imprenditoria e partiti politici. E' una classe sociale dai contorni definiti. In questo quadro, la \"partecipazione attiva\" dei cittadini si rivela funzionale a processi di sorveglianza e controllo territoriale, così come riempimento dei vuoti lasciati da un sistema welfaristico al collasso. Si tratta in ogni caso di partecipazione oligarchica, laddove i beni comuni creano nuove gerarchie dell'esclusione/inclusione: solo una ristretta parte degli abitanti della città possono essere riconosciuti dall'autorità come cittadini di serie A, portatori delle caratteristiche richieste o legittimati da \"garanti\" tutelari per la gestione del bene comune.\r\n\r\nSulla scia della \"Città collaborativa\" o CO-CITY promossa a livello europeo, si configura quindi l'ennesimo paradigma di \u003Cmark>governance\u003C/mark> urbana fondato sulla guerra a ciò che è illegale, informale, gratuito, autonomo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/benicomuni.mp3\"][/audio]",[341,343,345,348],{"matched_tokens":342,"snippet":30},[],{"matched_tokens":344,"snippet":332},[],{"matched_tokens":346,"snippet":347},[28],"\u003Cmark>governance\u003C/mark> urbana",{"matched_tokens":349,"snippet":334},[],[351,353],{"field":99,"matched_tokens":352,"snippet":338,"value":339},[28],{"field":35,"indices":354,"matched_tokens":355,"snippets":357},[25],[356],[28],[347],{"best_field_score":227,"best_field_weight":359,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":47,"score":360,"tokens_matched":106,"typo_prefix_score":47},14,"578730123365187698",6646,{"collection_name":58,"first_q":28,"per_page":363,"q":28},6,{"facet_counts":365,"found":410,"hits":411,"out_of":648,"page":106,"request_params":649,"search_cutoff":36,"search_time_ms":221},[366,388],{"counts":367,"field_name":385,"sampled":36,"stats":386},[368,371,373,375,377,379,381,383],{"count":369,"highlighted":370,"value":370},17,"anarres",{"count":281,"highlighted":372,"value":372},"Macerie su macerie",{"count":106,"highlighted":374,"value":374},"happy hour",{"count":106,"highlighted":376,"value":376},"frittura mista",{"count":106,"highlighted":378,"value":378},"defendkurdistan",{"count":106,"highlighted":380,"value":380},"liberation front",{"count":106,"highlighted":382,"value":382},"La fine della Fine della storia",{"count":106,"highlighted":384,"value":384},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":387},8,{"counts":389,"field_name":35,"sampled":36,"stats":408},[390,391,392,394,396,398,400,402,404,406],{"count":221,"highlighted":28,"value":28},{"count":25,"highlighted":125,"value":125},{"count":25,"highlighted":393,"value":393},"Egitto",{"count":25,"highlighted":395,"value":395},"capitalismo",{"count":106,"highlighted":397,"value":397},"Blockupy",{"count":106,"highlighted":399,"value":399},"lgbtqueer",{"count":106,"highlighted":401,"value":401},"Destroika",{"count":106,"highlighted":403,"value":403},"stati di guerra",{"count":106,"highlighted":405,"value":405},"economie di carta",{"count":106,"highlighted":407,"value":407},"finanziarizzazione dell'economia",{"total_values":409},66,35,[412,470,509,544,578,626],{"document":413,"highlight":436,"highlights":457,"text_match":101,"text_match_info":468},{"comment_count":47,"id":414,"is_sticky":47,"permalink":415,"podcastfilter":416,"post_author":50,"post_content":417,"post_date":418,"post_excerpt":419,"post_id":414,"post_modified":420,"post_thumbnail":421,"post_title":422,"post_type":423,"sort_by_date":424,"tag_links":425,"tags":431},"6011","http://radioblackout.org/podcast/tra-teocrazia-finanziaria-e-governance-mondiale-quali-prospettive-per-i-movimenti-di-opposizione/",[],"Alcuni si domandano se uno dei possibili esiti della crisi non sia la guerra. Nella chiacchierata che abbiamo fatto con Salvo Vaccaro dell'Università di Palermo emergono numerosi scenari possibili.\r\n\r\n\"Nel secolo scorso - dice Salvo - la fine dei vari imperialismi portò ad un conflitto tra elite sfociato nelle due guerre mondiali: il ripetersi di un simile quadro, nell'ambito dello scontro tra le potenze dominanti e i paesi emergenti del cosiddetto Bric (Brasile-Russia-India-Cina) non si può escludere, sebbene al momento la guerra sia di tipo finanziario. \r\nC'è un altro conflitto all'interno del mondo liberal-capitalista, ben rispecchiato nelle pagine de \"il Sole 24 ore\", il conflitto tra l'imprenditoria produttiva o commerciale e l'elite finanziaria.\r\nQuest'ultima non ha alcuna preoccupazione di natura politica, territoriale, industriale, perché fa soldi attraverso i soldi, attraverso quella che impropriamente viene definita \"speculazione finanziaria\".\r\nUna guerra vera, una guerra guerreggiata, potrebbe essere l'esito del conflitto derivante dall'impotenza della politica statuale, disarmata di fronte allo strapotere della teocrazia finanziaria. La guerra potrebbe essere usata per sabotare l'incessante fluidità dei capitali nel mondo.\r\nE' già accaduto dopo l'11 settembre 2001 quando la guerra infinita di Bush ha tagliato un po' le unghie alla speculazione finanziaria. Un possibile obiettivo potrebbe essere l'Iran o anche l'Arabia Saudita, nel caso le rivolte dei paesi arabi finiscano per contagiarla. \r\nLe conseguenze per chi è vittima di possibili strategie non sono certo rosee, anche se non si tratta di scelte pianificate a tavolino, frutto della regia di un \"grande vecchio\" che le pianifica, ma si impongono per la forza dei fatti.\"\r\n\r\nQuali strategie di contrasto dal basso possiamo immaginare?\r\n\r\n\"La questione è più complessa, poiché azzardare una previsione è ben più complesso che azzardare un'analisi.\" Ben diversa - secondo Vaccaro - è la prospettiva per chi vive - sfruttato, malpagato, schiavizzato - nei paesi dove è stata delocalizzata la produzione, che attraverso la lotta possono ottenere una condizione migliore, dal miliardo che non lavora e sopravvive a stento. Ancora diversa è la situazione di chi vive nell'Occidente \"ricco\": dal punto di vista politico la democrazia \"matura\" sta lentamente indebolendosi, esattamente come il capitalismo maturo sta perdendo colpi di fronte alla finanza teocratica. Se la politica istituzionale si trasforma cedendo sovranità di fronte alla forme di governance estranazionali, la stessa politica di opposizione ha le unghie spuntate, perché il nemico appare sempre più impalpabile.\r\n\r\nCi chiediamo tuttavia se il problema non sia piuttosto quello di rintracciare ed allacciare i legami solidali e di lotta tra mondi diversi, poiché, se è vero che lo Stato non ammortizza più il conflitto sociale è altrettanto vero che è ben lungi dall'aver dismesso la propria natura disciplinare. Anzi!\r\n\r\nSecondo Vaccaro è vero che a breve termine la violenza delle istituzioni paga, ma a lungo nessun potere riesce a reggersi solo sulla forza, come dimostra la maggior capacità delle democrazie di controllare le popolazioni rispetto ai totalitarismi della prima parte del secolo scorso. Certo l'assottigliarsi dello Stato, prosciugato dalla governance sovranazionale, fa sì che gli Stati non abbiano risorse per rispondere al malessere dei governati che non siano quelle dell'ordine pubblico.\r\nResta a suo avviso in piedi la questione dell'impossibilità della politica - anche quella extraistituzionale - di colpire un nemico che si allontana. \r\n\r\nQuesto l'incipit della lunga chiacchierata con Salvo Vaccaro che potete ascoltare qui: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/2012-01-15-oltre-il-capitalismo-Salvo-Vaccaro.mp3|titles=2012 01 15 oltre il capitalismo Salvo Vaccaro]\r\n\r\nscarica il file","18 Gennaio 2012","Alcuni si domandano se uno dei possibili esiti della crisi non sia la guerra. Nella chiacchierata che abbiamo fatto con Salvo Vaccaro dell'Università di Palermo emergono numerosi scenari possibili.\r\n\r\n\"Nel secolo scorso - dice Salvo - la fine dei vari imperialismi portò ad un conflitto tra elite sfociato nelle due guerre mondiali: il ripetersi di un simile quadro, nell'ambito dello scontro tra le potenze dominanti e i paesi emergenti del cosiddetto Bric (Brasile-Russia-India-Cina) non si può escludere, sebbene al momento la guerra sia di tipo finanziario. \r\nC'è un altro conflitto all'interno del mondo liberal-capitalista, ben rispecchiato nelle pagine de \"il Sole 24 ore\", il conflitto tra l'imprenditoria produttiva o commerciale e l'elite finanziaria. \r\nQuest'ultima non ha alcuna preoccupazione di natura politica, territoriale, industriale, perché fa soldi attraverso i soldi, attraverso quella che impropriamente viene definita \"speculazione finanziaria\".\r\nUna guerra vera, una guerra guerreggiata, potrebbe essere l'esito del conflitto derivante dall'impotenza della politica statuale, disarmata di fronte allo strapotere della teocrazia finanziaria. 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In entrambi i casi l’orizzonte insuperabile della propria sovranità limitata ne delinea le scelte e gli orientamenti. Il quadro definito sia dagli organismi di governance sovranazionale sia dalla finanziarizzazione dell’economia che, ben espressa nella metafora del “pilota automatico”, opera secondo logiche non controllabili dai governi nazionali, non viene messo in discussione.\r\nNe consegue che i limiti dell’azione di governo rendono comunque impalpabile la distanza tra PD e PDL, fornendo le basi per una collaborazione non balneare.\r\nLa vera debolezza della compagine guidata da Enrico Letta è nell’immaginario. Gli elettori, specie quelli di sinistra, la cui identità in questi anni si è costruita più nell’opposizione al berlusconismo che in un chiaro modello di società, non possono che essere disorientati. I malumori sono tanti ed emergono in modo chiaro da più parti, tanto da scompigliare gli equilibri all’interno del PD.\r\nAll’indomani del Primo Maggio torinese, con il PD contestato lungo l’intero percorso e diviso al suo interno, il segretario Morgando si dimette perché il PD piemontese sarebbe stato trascurato nella divisione delle poltrone di governo. Nulla di meno opportuno persino per i meno scafati esperti di comunicazione politica.\r\nNei fatti il governo Letta ha un solo compito: gestire l’esistente in modo da garantire che gli italiani ingoino le misure imposte dalla governance europea per gestire una crisi che non è solo una crisi economica ma anche politica, nella quale le democrazie più fragili reggono sempre meno. Ecco dunque un modello unico, liberale in economia e autoritario sul piano politico.\r\nSullo sfondo la crisi dell’Occidente, che appare sempre meno contingente, ma segnala un processo di decadenza su scala planetaria di fronte all’affermarsi di un blocco di paesi emergenti molto forti aggressivi e capaci. L’India, la Cina, il Brasile, la Russia, il Sudafrica si stanno candidando ad un ruolo sempre più forte su scala planetaria, senza peraltro che in Occidente se ne abbia chiara consapevolezza.\r\nLetta, nel suo discorso di insediamento, ha posto l’accento su due temi, uno politico e l’altro economico come questioni cardine da affrontare nell’agenda di governo.\r\nLa disoccupazione, specie giovanile, e l’astensionismo crescente.\r\nLa possibilità di monetizzare il disagio sociale sono tuttavia minime, al di là di qualche pezza che il governo, se troverà le risorse, potrà mettere qua e là.\r\nIl modificarsi del capitalismo stesso rende difficile immaginare uno “sviluppo” che consenta la ripresa della produzione e, quindi, una maggiore occupazione. Il capitalismo classico ben si sposa con il lavoro, purché sia lavoro salariato, dipendente, asservito a basso costo. Diverso è il meccanismo che fa funzionare il capitale finanziario che non ha bisogno per crescere di merci da far girare. Il denaro è il punto di partenza e quello di arrivo. Sebbene questa prospettiva rischi di condurre ad una sorta di asfissia del sistema, tuttavia al momento, rende strutturale la disoccupazione. Salvo ovviamente che entrino in gioco altri attori interessati a cambiare le regole di un gioco truccato, tanto truccato da essere però irriformabile.\r\nQuesta situazione per paradosso ci conduce rapidamente alla prospettiva di uscita da ogni forma di capitalismo come unico orizzonte per miliardi di esseri umani.\r\nCome? L’esodo conflittuale dall’esistente si prefigura come possibilità concreta di coniugare autogestione e conflitto, ma i percorsi che delineano questa prospettiva teorica vanno costruiti di giorno in giorno e continuamente verificati nella prassi.Anarres ne ha parlato con Salvo Vaccaro dell’Università di Palermo.\r\n\r\nAscolta la chiacchierata che abbiamo fatto con lui 2013 05 03 politica salvo vaccaro\r\n\r\nSe sei interessato alle questioni poste e vuoi esprimere il tuo parere puoi scriverci a anarres@inventati.org","4 Maggio 2013","2018-10-17 22:59:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/3-mondoallarovescia-200x110.jpg","Il partito unico. 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Sui media impazzano le previsioni, si fanno i possibili scenari, si calcolano le alleanze possibili.\r\nNella concretezza della vita quotidiana la democrazia reale si mostra sempre più per quello che è: un sistema di ricambio tra elite che hanno perso in buona parte il controllo dei propri sudditi e non hanno altro modo per mantenerne il simulacro che l’adozione di politiche rigidamente disciplinari per imporre scelte fatte nei non luoghi della governance mondiale, tra banca mondiale, fondo monetario internazionale, banca europea.\r\nPersino la tensione moralizzatrice si scontra con un sistema di corruttela che, al di là del malaffare diffuso nel ceto politico, investe nel profondo l’intera società.\r\nOggi più che mai non vi sono margini di correzione dall’interno del sistema. La pratica dell’esodo conflittuale, che mette in campo la sottrazione all’istituito e la lotta contro di esso offre una prospettiva che può coniugare la spinta alla distruzione dell’esistente con la necessità di esperire nell’oggi relazioni egualitarie e libere.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso con Salvo Vaccaro. Ascolta la registrazione della chiacchierata 2013 02 22 vaccaro elezioni","24 Febbraio 2013","2018-10-17 23:00:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/governance-200x110.jpg","Libertà o voto?",1361730497,[61,63,64],[68,70,28],{"post_content":523,"tags":527},{"matched_tokens":524,"snippet":525,"value":526},[28],"fatte nei non luoghi della \u003Cmark>governance\u003C/mark> mondiale, tra banca mondiale, fondo","Il grande rito elettorale è ormai in corso. 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Tanto per chi ha tanto, poco per chi ha poco, molto poco per chi ha pochissimo.\r\nInsomma, da ognuno come può, più che può.\r\nper prenotare scrivete pure a fai_torino@autistici.org \r\n oppure chiamate/inviate un messaggio al numero 327 7929559\r\n\r\nPer chi fosse interessato ai percorsi della Federazione Anarchica Torinese - riunioni ogni giovedì alle 21 in corso Palermo 46 – a destra nel cortile -\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","20 Marzo 2018","2018-10-17 22:58:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/Michele-768x1024-200x110.jpg","Anarres del 16 marzo. La coop non sei tu! Le ONG, tra stati, eserciti e governance globale. Week of action contro i militari in Africa. La frontiera invisibile...",1521563967,[590,591,592,593,594,595,596,597,598,599,600],"http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/anarres/","http://radioblackout.org/tag/anarres-del-16-marzo-2018/","http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/cooperazione/","http://radioblackout.org/tag/cooperazione-in-italia/","http://radioblackout.org/tag/frontiere/","http://radioblackout.org/tag/libia/","http://radioblackout.org/tag/missioni-militari-italiane-in-africa/","http://radioblackout.org/tag/niger/","http://radioblackout.org/tag/week-of-action/",[602,370,603,604,605,606,607,608,609,610,611],"Africa","anarres del 16 marzo 2018","antimilitarismo","cooperazione","cooperazione in italia","frontiere","libia","missioni militari italiane in africa","niger","week of action",{"post_content":613,"post_title":617},{"matched_tokens":614,"snippet":615,"value":616},[28],"Stati e dalle logiche di \u003Cmark>governance\u003C/mark> mondiale.\r\nCe ne ha parlato","Notizie da Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nSui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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