","Letta in Emilia contestato dai terremotati",1370024188,[121,63,122],"http://radioblackout.org/tag/emilia/","http://radioblackout.org/tag/terremoto/",[124,22,125],"emilia","terremoto",{"post_content":127,"post_title":131,"tags":134},{"matched_tokens":128,"snippet":129,"value":130},[77],"Ieri il Premier \u003Cmark>Letta\u003C/mark> ha visitato le zone colpite","Ieri il Premier \u003Cmark>Letta\u003C/mark> ha visitato le zone colpite dal sisma del Maggio scorso per “rendersi conto della situazione”, come recitava la nota emanata da Palazzo Chigi; una visita molto particolare, tenuta in silenzio nei giorni precedenti. Quindi una visita in sordina, lontana dai cittadini, per vedere solo quelle poche situazioni che hanno ricostruito, casi ben lontani dalla realtà che si vive quotidianamente. Per sottolineare la “vicinanza” con i cittadini è stato disposto un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine con l’ausilio di cecchini posti sul tetto di un capannone; insomma un presidente del consiglio che preferisce chiudersi nelle stanze del potere scappando dalle istanze reali del territorio. 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L'opera, al di là dei 671 milioni di euro stanziati dall'Unione Europea per il tunnel geognostico della Maddalena, non ha una reale copertura finanziaria. Il governo francese e quello italiano spingono per un impegno dell'UE per il 40% dei costi del tunnel di base di 57 chilometri tra Susa a San Jean de Maurienne, ma sinora non hanno avuto la risposta in cui speravano.\r\nNel pacchetto del \"fare\" licenziato la scorsa settimana dal governo Letta, le voci di spesa per la Torino Lyon previste per i prossimi tre anni sono scomparse. In realtà non sono soldi veri ma prestiti ottenuti dalle banche per coprire i costi. Vi è stato uno speostamento di queste risorse verso opere immediatamente cantierabili e la promessa che l'impegno per la nuova linea ad alta velocità verrà mantenuto.\r\nIn Francia, dove già lo scorso anno la Corte dei Conti si pronunciò in modo negativo sull'opera, lo scorso 27 giugno sono stati resi noti i risultati della Commissione Duron sulle opere infrastrutturali prioritarie per la Republique. Il giudizio della commissione è negativo: l'opera è inutile, perché il traffico attuale non giustifica una previsione di incremento tale da rendere necessario un investimento così forte. La Commissione non si pronuncia sul tunnel di base, perché questa parte della linea è oggetto di trattati transnazionali.\r\nCon ogni probabilità il governo francese il prossimo 7 luglio adotterà uno dei due scenari prefigurati dal rapporto Duron, quello che ritiene possibili investimenti infrastrutturali per 400 miliardi. In questa spesa non sarebbero comunque compresi i lavori per il Tav da Lyon alla frontiera.\r\nNe abbiamo parlato con Luca Giunti, naturalista e consulente della Commissione tecnica della Comunità Montana Valli Susa e Sangone e delle associazioni ambientaliste.\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 07 03 luca giunti fare e duron","4 Luglio 2013","2013-07-08 00:07:05","Tav. Il gioco delle tre carte",1372902597,[164,165,63,166,167],"http://radioblackout.org/tag/commissione-duron/","http://radioblackout.org/tag/finanziamento-tav/","http://radioblackout.org/tag/tav/","http://radioblackout.org/tag/torino-lyon/",[169,170,22,171,172],"commissione Duron","finanziamento Tav","tav","torino Lyon",{"post_content":174,"tags":178},{"matched_tokens":175,"snippet":176,"value":177},[72,77],"licenziato la scorsa settimana dal \u003Cmark>governo\u003C/mark> \u003Cmark>Letta\u003C/mark>, le voci di spesa per","In queste ultime settimane la questione dei finanziamenti della Torino Lyon è sempre più ingarbugliata. L'opera, al di là dei 671 milioni di euro stanziati dall'Unione Europea per il tunnel geognostico della Maddalena, non ha una reale copertura finanziaria. 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Insieme alla crisi di governo continua ad aggravarsi la crisi economica. In questo scenario tipicamente italiano, pieno di pantani e di figure decadenti, a livello europeo e internazionale c'è invece un governo che sembra non conoscere alcuna crisi: la cricca composta da Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Sarà la trojka a decidere quanto e come le persone (e non certo politici corrotti, più o meno condannati e aggrappati al potere) continueranno a pagare e subire le misure devastanti dell'austerity, dei tagli al welfare, in Italia come in altri stati europei. Abbiamo parlato di questi temi con Marco Revelli, sociologo e politologo di Torino.\r\n\r\nrevelli","30 Settembre 2013","2013-10-07 11:20:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/crisiletta-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"259\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/crisiletta.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Governo: crisi strutturale",1380544871,[213,214,215,216],"http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/crisi-di-governo/","http://radioblackout.org/tag/politica-interna/","http://radioblackout.org/tag/rappresentanza/",[15,33,218,219],"politica interna","rappresentanza",{"post_content":221,"post_title":225,"tags":229},{"matched_tokens":222,"snippet":223,"value":224},[72,77],"è ancora chiaro se il \u003Cmark>governo\u003C/mark> \u003Cmark>Letta\u003C/mark> cadrà oppure no, se i","Non è ancora chiaro se il \u003Cmark>governo\u003C/mark> \u003Cmark>Letta\u003C/mark> cadrà oppure no, se i diversamente berlusconiani saranno diversamente non allineati al loro padrone. 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Mastropaolo per provare a ragionare sulle ultime vicende italiche, la caduta del governo Letta, la crisi, il futuro governo in mano a Renzi e alla sua cricca che sembrano smaniose di arraffare tutto e subito.\r\n\r\nNessuna anomalia, è solamente l'Italia, in perfetta continuità con se stessa tra direttive europee, austerity, e con un nuovo governo \"tecnico o di servizio\" che si sposta sempre più a destra. Così come il PD, che a destra si trova già da tempo. Pochi margini di manovra e grandi proclami.\r\n\r\nAscolta l'interessante contributo di Alfio Mastropaolo\r\n\r\nalfio mastropaolo\r\n\r\n \r\n\r\n ","17 Febbraio 2014","2014-02-24 11:56:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/02/renzi-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"210\" height=\"148\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/02/renzi.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Renzi: corsa al potere sempre più a destra",1392653769,[214,268,269,270],"http://radioblackout.org/tag/destra/","http://radioblackout.org/tag/pd/","http://radioblackout.org/tag/potere/",[33,272,25,273],"destra","potere",{"post_content":275,"tags":279},{"matched_tokens":276,"snippet":277,"value":278},[72,77,72],"vicende italiche, la caduta del \u003Cmark>governo\u003C/mark> \u003Cmark>Letta\u003C/mark>, la crisi, il futuro \u003Cmark>governo\u003C/mark>","Abbiamo parlato questa mattina con il prof. 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La mappa del voto conferma il trend nazionale di forte consenso al Partito Democratico, evidenziando soprattutto la scomparsa del centro-destra nel nord (in particolare il nord-ovest) del paese.\r\nCi sono però alcune significative eccezioni, che possono forse indicare quanto il voto bulgaro pro-Renzi sia debole e in fondo molto rovesciabile nei contesti locali.\r\nA Livorno, roccaforte della sinistra (e del centro-sinistra), a fianco di un'astensione del 50 %, la maggioranza degli elettori ha votato per il Cinque Stelle Nocerini, rovesciando i pronostici attestati sul risultatid el primo turno dove lo stacco, a favore del candifato del Pd raspanti, era notevole.\r\nSull'argomento abbiamo sentito Silvano Cacciari, redattore di Senza Soste, sito sul quale è uscito un editoriale favorevole all'esito delle urne domenicali:\r\n\"chi vive qui sa benissimo che la sinistra organizzata elettoralmente (eccetto Rifondazione), quella organizzata dal basso e quella diffusa nel sostegno a tante lotte sul territorio, hanno votato in massa per i 5 Stelle, o meglio contro il Pd. Molti tappandosi il naso ma per il bene della città, altri in modo naturale visto che nella sede del Movimento 5 Stelle di Livorno sono appese le bandiere \"No Tav\", \"No Rigassificatore\" e \"Referendum Acqua Pubblica\", le stesse che molti hanno in casa. Col Pd invece cosa c'era da condividere? Nulla, se non la vuota retorica di chi spesso parla facendo credere ai propri elettori che esiste sempre il Pci. Anzi, probabilmente molti possono condividerci le decine di denunce e i processi dei prossimi mesi per molte battaglie recenti e passate\".\r\nsilvano_cacciari_voto_livorno\r\nA Padova, dopo oltre un decennio di incontrastato dominio del centro-sinistra, le preferenze degli elettori (di quel 50 % che ha votato) hanno premiato il leghista Bitonci, capace di insistere sulle contraddizioni e i vuoti lasciati dall'ex partito di maggiornaza con la nomina dall'alto di Ivo Rossi, delfino dell'ex-sindaco ed ex-minsitro del governo Letta Zanonato: politiche che imbalsamao un centro-vetrina penalizzando gli stessi commercianti, la speculazione legata al nuovo polo ospedaliero e l'abbandono del controllo e e della riqualificazione di pezzi del tessuto urbano, abbandonati al degrado. Soprattutto nei quartieri popolari e proletari, maggioritaria è stata l'astensione o la preferenza per una Lega che ha giocato un'intelligente campagna \"dal basso\". Le conseguenze si vedranno probabilmente a partire dalle prossime settimane, soprattutto contro le realtà di occupanti di case e i migranti che ne sono una delle componenti di forza.\r\nAbbiamo commentato il voto padovano con Mattia, dell'infospazio Chinatown\r\nmattia_voto_Padova","10 Giugno 2014","2014-06-16 11:32:56","Voto amministrative: qualche crepa nel consenso Pd",1402404488,[310,311,312,313,314,315,269],"http://radioblackout.org/tag/amministrative/","http://radioblackout.org/tag/cinque-stelle/","http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/lega-nord/","http://radioblackout.org/tag/livorno/","http://radioblackout.org/tag/padova/",[317,318,319,320,321,322,25],"amministrative","Cinque Stelle","elezioni","Lega Nord","livorno","padova",{"post_content":324},{"matched_tokens":325,"snippet":326,"value":327},[72,77],"delfino dell'ex-sindaco ed ex-minsitro del \u003Cmark>governo\u003C/mark> \u003Cmark>Letta\u003C/mark> Zanonato: politiche che imbalsamao un","Domenica si è svolto il secondo turno di balllottaggio per le amministrative in molte città del paese di medie dimensioni. 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Le conseguenze si vedranno probabilmente a partire dalle prossime settimane, soprattutto contro le realtà di occupanti di case e i migranti che ne sono una delle componenti di forza.\r\nAbbiamo commentato il voto padovano con Mattia, dell'infospazio Chinatown\r\nmattia_voto_Padova",[329],{"field":100,"matched_tokens":330,"snippet":326,"value":327},[72,77],{"best_field_score":251,"best_field_weight":252,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":49,"score":332,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":49},"1157451471441100913",6646,{"collection_name":58,"first_q":22,"per_page":335,"q":22},6,{"facet_counts":337,"found":388,"hits":389,"out_of":576,"page":35,"request_params":577,"search_cutoff":38,"search_time_ms":341},[338,364],{"counts":339,"field_name":361,"sampled":38,"stats":362},[340,343,345,347,349,351,353,355,357,359],{"count":341,"highlighted":342,"value":342},8,"anarres",{"count":24,"highlighted":344,"value":344},"ucraina",{"count":24,"highlighted":346,"value":346},"black holes",{"count":24,"highlighted":348,"value":348},"vocidallucrainavocidallarussia",{"count":35,"highlighted":350,"value":350},"russia",{"count":35,"highlighted":352,"value":352},"guerra",{"count":35,"highlighted":354,"value":354},"sabotaggi",{"count":35,"highlighted":356,"value":356},"legge sul lavoro",{"count":35,"highlighted":358,"value":358},"la perla di labuan",{"count":35,"highlighted":360,"value":360},"voci dall'ucraina voci dalla russia","podcastfilter",{"total_values":363},10,{"counts":365,"field_name":37,"sampled":38,"stats":386},[366,368,370,372,374,376,378,380,382,384],{"count":17,"highlighted":367,"value":367},"MIXTAPE",{"count":17,"highlighted":369,"value":369},"archeologia",{"count":17,"highlighted":371,"value":371},"david graeber",{"count":17,"highlighted":373,"value":373},"David Wengrow",{"count":17,"highlighted":375,"value":375},"Michele Mazzani",{"count":17,"highlighted":377,"value":377},"L'alba di tutto",{"count":17,"highlighted":379,"value":379},"field recordings",{"count":17,"highlighted":381,"value":381},"società primitive",{"count":17,"highlighted":383,"value":383},"Friedrich Durrenmatt",{"count":17,"highlighted":385,"value":385},"il direttore del teatro",{"total_values":387},310,15,[390,430,457,485,510,546],{"document":391,"highlight":408,"highlights":420,"text_match":102,"text_match_info":429},{"comment_count":49,"id":392,"is_sticky":49,"permalink":393,"podcastfilter":394,"post_author":342,"post_content":395,"post_date":396,"post_excerpt":55,"post_id":392,"post_modified":397,"post_thumbnail":398,"post_title":399,"post_type":400,"sort_by_date":401,"tag_links":402,"tags":405},"15517","http://radioblackout.org/podcast/il-partito-unico-analisi-e-prospettive/",[342],"[sociallinkz]La nascita del governo Letta pare sancire in modo formale il costituirsi di una sorta di Partito unico, che peraltro emergeva già nell’esperienza del governo Monti. In entrambi i casi l’orizzonte insuperabile della propria sovranità limitata ne delinea le scelte e gli orientamenti. Il quadro definito sia dagli organismi di governance sovranazionale sia dalla finanziarizzazione dell’economia che, ben espressa nella metafora del “pilota automatico”, opera secondo logiche non controllabili dai governi nazionali, non viene messo in discussione.\r\nNe consegue che i limiti dell’azione di governo rendono comunque impalpabile la distanza tra PD e PDL, fornendo le basi per una collaborazione non balneare.\r\nLa vera debolezza della compagine guidata da Enrico Letta è nell’immaginario. Gli elettori, specie quelli di sinistra, la cui identità in questi anni si è costruita più nell’opposizione al berlusconismo che in un chiaro modello di società, non possono che essere disorientati. I malumori sono tanti ed emergono in modo chiaro da più parti, tanto da scompigliare gli equilibri all’interno del PD.\r\nAll’indomani del Primo Maggio torinese, con il PD contestato lungo l’intero percorso e diviso al suo interno, il segretario Morgando si dimette perché il PD piemontese sarebbe stato trascurato nella divisione delle poltrone di governo. Nulla di meno opportuno persino per i meno scafati esperti di comunicazione politica.\r\nNei fatti il governo Letta ha un solo compito: gestire l’esistente in modo da garantire che gli italiani ingoino le misure imposte dalla governance europea per gestire una crisi che non è solo una crisi economica ma anche politica, nella quale le democrazie più fragili reggono sempre meno. Ecco dunque un modello unico, liberale in economia e autoritario sul piano politico.\r\nSullo sfondo la crisi dell’Occidente, che appare sempre meno contingente, ma segnala un processo di decadenza su scala planetaria di fronte all’affermarsi di un blocco di paesi emergenti molto forti aggressivi e capaci. 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Il denaro è il punto di partenza e quello di arrivo. Sebbene questa prospettiva rischi di condurre ad una sorta di asfissia del sistema, tuttavia al momento, rende strutturale la disoccupazione. Salvo ovviamente che entrino in gioco altri attori interessati a cambiare le regole di un gioco truccato, tanto truccato da essere però irriformabile.\r\nQuesta situazione per paradosso ci conduce rapidamente alla prospettiva di uscita da ogni forma di capitalismo come unico orizzonte per miliardi di esseri umani.\r\nCome? L’esodo conflittuale dall’esistente si prefigura come possibilità concreta di coniugare autogestione e conflitto, ma i percorsi che delineano questa prospettiva teorica vanno costruiti di giorno in giorno e continuamente verificati nella prassi.Anarres ne ha parlato con Salvo Vaccaro dell’Università di Palermo.\r\n\r\nAscolta la chiacchierata che abbiamo fatto con lui 2013 05 03 politica salvo vaccaro\r\n\r\nSe sei interessato alle questioni poste e vuoi esprimere il tuo parere puoi scriverci a anarres@inventati.org","4 Maggio 2013","2018-10-17 22:59:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/3-mondoallarovescia-200x110.jpg","Il partito unico. 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Un deputato del PD, Khalid Chaouki, dopo una visita al Centro di prima accoglienza di Lampedusa, ha deciso di non andarsene, facendosi rinchiudere con i profughi dimenticati lì da mesi. Tra loro i superstiti del naufragio del 2 ottobre, che suscitò commozione ed indignazione anche istituzionale, ma, al di là della pubblica esibizione di cordoglio, delle promesse di superamento della Bossi-Fini, nulla è cambiato. Chaouki ha dichiarato che non se ne sarebbe andato finché i reclusi non fossero stati trasferiti in un CARA.\r\n\r\n21 dicembre. Quattro immigrati si sono cuciti le bocche per protestare contro il prolungarsi della detenzione nel CIE di Ponte Galeria a Roma. Immediatamente il quotidiano \"La Stampa\" ha pubblicato la notizia con il massimo del rilievo e il titolo \"protesta choc\". Chi segue da anni le lotte degli immigrati nei CIE della penisola non può che constatare amaramente che si tratta di uno \"choc\" a scoppio ritardato, uno \"choc\" mediatico, studiato a tavolino per aprire la strada a qualche provvedimento sui CIE. Sono anni che gli immigrati si cuciono la bocca per protesta, sono anni che dai CIE filtrano le immagini che riprendono le bocche serrate da fili robusti, ferite dall'ago, simbolo di una resistenza che cerca di spezzare il silenzio. Inutilmente. A Torino nel lontano 2009 alcuni compagni fecero iniziative perché si parlasse di quelle bocche cucite, di quelle bocche serrate perché anche le urla si schiantano sul muro dell'indifferenza. I media parlarono del dito e nascosero la luna.\r\n\r\nOggi tutto sembra cambiato.\r\nL’atteggiamento nei confronti dell'immigrazione clandestina si sta modificando. Sospettiamo tuttavia che probabilmente tutto debba cambiare, perché tutto resti come prima.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso con Federico, un compagno impegnato da anni nella lotta contro i CIE.\r\nAscolta la chiacchierata:\r\n\r\n2013 12 20 denitto cie\r\n\r\nProviamo insieme a fare il punto.\r\nLe galere per immigrati senza carte nell'ultimo anno si sono dimezzate. Ne rimangono aperte solo sei (Torino, Milano, Roma, Trapani Milo, Pian Del Lago, Bari), le altre sono state, una dopo l'altra, bruciate e fatte a pezzi dei reclusi. Il governo ha dovuto chiudere i CIE di Gradisca, Trapani Vulpitta, Bologna, Modena, Crotone. Ufficialmente sono tutti in attesa di ristrutturazione, ma non c'é nessuna notizia certa su una possibile riapertura.\r\nTutti i CIE ancora aperti sono stati a loro volta gravemente danneggiati dalle continue rivolte, la conclusione è una sola: la macchina delle espulsioni è ormai al collasso.\r\nIn base ai dati, ormai calcolati per difetto, dello stesso Viminale, degli oltre 1800 posti dei CIE ne sarebbero ancora agibili meno della metà ed effettivamente riempiti nemmeno un terzo.\r\nIl governo tace, gli specialisti della guerra contro i poveri sono alle prese con la rovina dei loro leader, i poliziotti premono perché non ne vogliono più sapere di fare i secondini nei CIE, dove si rischia di incappare nella rabbia di chi si vede sfilare la vita giorno dopo giorno. Il CIE è un limbo, che precede la deportazione, una sala d'aspetto con sbarre e filo spinato in attesa di un treno che nessuno vuole prendere. \r\n\r\nSi dice che a gennaio possa riaprire il Centro di Bologna e successivamente la struttura modenese ma ancora non si sa chi verrà chiamato a gestirli dopo il disastro della cooperativa Oasi, che si era aggiudicata l'affare vincendo la gara d'appalto con un ribasso enorme rispetto alla precedente gestione della Misericordia di Giovanardi.\r\nA Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e Palazzo San Gervasio (Potenza) potrebbero sorgere due nuovi CIE, dopo l'avventura presto finita dell'emergenza Nordafrica.\r\nIl governo ha stanziato 13 milioni di euro ma non si sa se i lavori abbiano preso l'avvio e che punto siano.\r\n\r\nNumerosi segnali indicano che la ricetta individuata dal governo potrebbe essere decisamente più complessa del \"semplice\" riattamento dei CIE distrutti e dell'eventuale apertura di nuove strutture.\r\n\r\nLa decisione di spedire gli immigrati reclusi nelle patrie galere a scontare gli ultimi due anni nei paesi d'origine assunta con il decreto svuotacarceri prenderebbe due piccioni con la solita fava. Alleggerire il sovraffollamento carcerario e, nel contempo, evitare il trasferimento nei CIE e la trafila del riconoscimento espulsione dell'immigrato. Difficile dire se funzionerà, perché molto dipende dalla disponibilità dei paesi di emigrazione ad accettare questo pacco/dono dall'Italia.\r\n\r\nA fine novembre il governo Letta ha stipulato un nuovo accordo con la Libia per il controllo congiunto delle frontiere: droni italiani nel sud della Libia, militari libici e bordo delle unità della marina militare impegnate nell’operazione Mare Nostrum.\r\n\r\nAl ministero stanno studiando la possibilità di introdurre dei secondini privati per le funzioni di sorveglianza a diretto contatto con i reclusi.\r\nQualche solerte e sinistro esperto del business dell’umanitario, come il consorzio Connecting People, propone di trasformare i CIE in campi di lavoro.\r\n\r\nIl quadro che ne emerge ci pare chiaro. 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Anzi!\r\nLa sola marina militare ha fatto un incasso miliardario per l'ammodernamento della flotta: il ministro Mauro ha portato a casa un bel malloppo per la guerra, per chi la fa e per chi produce le armi.\r\nLe avventure belliche italiane debbono essere sostenute da un forte apparato propagandistico, perchè nel nostro paese l'avversione alla guerra è ancora molto forte.\r\nQuale migliore occasione del centenario della prima guerra mondiale per lanciare una nuova tappa del piano di rieducazione patriottica cominciato con le celebrazioni dei centocinquant'anni dell'unità di Italia?\r\nPer la celebrazione del centenario della Grande Guerra il governo Letta ha stanziato 8 milioni di euro per l'anno 2014 e 5 milioni di per ogni anno dal 2015 al 2018. Inoltre \"per promuovere la conoscenza\" del conflitto tra i giovani è prevista la spesa di 1,5 milioni dal 2014 al 2016.\r\nIn tutto 32,5 milioni di euro dedicati alla propaganda tricolore: quasi 4 volte il contributo assegnato alla minoranza slovena friulana per la salvaguardia della lingua e del territorio;\r\n50% in più dei 20 milioni stanziati per l'emergenza alluvione in Sardegna…\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Claudio Venza, storico, anarchico ed antimilitarista triestino, che vive su quella frontiera per la quale venne versato tanto sangue cent'anni fa.\r\nClaudio ha ricostruito le tappe e gli interessi della guerra di conquista italiana verso est, una guerra costata seicentomila morti, decenni di occupazione militare e repressione alle popolazioni di lingua slovena e croata annesse al regno d'Italia.\r\nE' stata altresì una buona occasione per cominciare ad analizzare la rinascita del patriottismo italiano, sino a pochi anni fa relegato tra i nostalgici fascisti, ora collante trasversale che attraversa una sinistra che a lungo ha conservato una certa, sia pur debole, nuance internazionalista.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2013 11 29 propaganza patriottica venza","29 Novembre 2013","2018-10-17 22:59:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/PATRIOTTISMO-02-200x110.jpg","La Grande guerra. 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Non succedeva da anni. Il sindacalismo di base, frantumato in tante organizzazioni, è riuscito ad accordarsi per uno sciopero unitario. Tre giorni prima era uscita la legge di stabilità del governo Letta.\r\nDue le manifestazioni nazionali indette per la giornata: a Roma USB e Cobas, a Milano la Cub e il Si.Cobas, ciascuno nelle aree geografiche di maggiore presenza. Diversa la scelta dell'USI e di tanti lavoratori e movimenti sociali, che hanno puntato sul radicamento nei territori, sulla lotta nelle città e nei luoghi di lavoro.\r\nOltre a Roma e Milano, ci sono stati cortei, picchetti, presidi, punti informativi a Firenze, Parma, Modena, Cosenza, Torino, Trieste, Palermo, Jesi.\r\n\r\nDi seguito i resoconti di Parma, Milano, Firenze, Trieste, Roma, Torino.\r\n\r\nMassimiliano da Parma:\r\n2013 10 18 sciopero parma\r\n\r\nStefano da Milano:\r\n2013 10 18 sciopero milano\r\n\r\nClaudio da Firenze:\r\n2013 10 18 sciopero firenze\r\n\r\nFederico da Trieste:\r\n2013 10 18 sciopero trieste\r\n\r\nFrancesco da Roma:\r\n2010 10 18 sciopero roma","19 Ottobre 2013","2018-10-17 22:10:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/IMG_2224-200x110.jpg","Le piazze dello sciopero generale",1382190170,[522,523,524,525,526,527,528],"http://radioblackout.org/tag/firenze/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/parma/","http://radioblackout.org/tag/roma/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-generale/","http://radioblackout.org/tag/sindacati-di-base/","http://radioblackout.org/tag/trieste/",[530,531,532,533,534,535,536],"firenze","milano","Parma","Roma","Sciopero Generale","sindacati di base","trieste",{"post_content":538},{"matched_tokens":539,"snippet":540,"value":541},[72,77],"la legge di stabilità del \u003Cmark>governo\u003C/mark> \u003Cmark>Letta\u003C/mark>.\r\nDue le manifestazioni nazionali indette","18 ottobre, sciopero generale del sindacati di base. 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Il ministro degli Esteri Bonino e quello dell'Interno Alfano hanno fatto lo scaricabarile e non è certo il ritiro del decreto di espulsione a modificare la situazione.\r\nOrmai la donna e sua figlia sono nelle mani dell'autocrate kazako Nazarbayev, che difficilmente mollerà i due ostaggi che lo Stato italiano gli ha consegnato.\r\nI fragili equilibri nella grosse coalition all’italiana si sono ulteriormente incrinati, con il pressing nei confronti di Alfano da parte del PD. Sapremo nelle prossime ore se la testa Procaccini, il capo di Gabinetto del vice premier, dimessosi oggi basterà a chiudere la vicenda o se sarà solo l’innesco di una crisi che è ormai nell’aria da giorni. L’accelerazione l’ha data il mini aventino del PDL che si è arroccato in difesa di Berlusconi, cui la Cassazione potrebbe comminare in via definitiva l’interdizione dai pubblici uffici.\r\nUn fatto è certo. Questa vicenda poteva rimanere tra le tante denunce nel deserto di blog e siti di informazione di nicchia. Invece ha fatto irruzione sui principali quotidiani, che, con La Stampa, in prima fila, mantengono viva l’attenzione sul caso.\r\nSe a questo si aggiunge la pressione della governance economica a livello mondiale, che ha mal gradito la decisione di far slittare l’aumento dell’IVA e la questione dell’IMU a settembre, si ha un quadro che ricorda i giorni precedenti la caduta di Berlusconi e la nascita del governo Monti.\r\nDifficile tuttavia che in questo caso sia ipotizzabile un nuovo governo senza ricorso alle urne. D’altra parte l’indebolimento del paggio del Cavaliere potrebbe essere un obiettivo sufficiente a soddisfare la compagine guidata da Epifani.\r\nSu ben altro piano la vicenda dell’espulsione a tempo di record di Alma Slalabayeva dovrebbe indurre ad una riflessione sulla legislazione nei confronti degli immigrati nel nostro paese, che invece nessuno fa.\r\nLe norme che regolano l'espulsione degli stranieri senza documenti consentono ogni sorta di arbitrio. Uomini e donne possono essere rinchiusi nei CIE sino a 18 mesi solo per verificarne l'identità. Di fatto si tratta di una pena detentiva comminata per via amministrativa come strumento di punizione nei confronti degli immigrati che vi vengono rinchiusi e di minaccia a tutti gli altri. All'occorrenza le procedure possono essere rapidissime. I giudici di pace convalidano quasi sempre e in poche ore ci si può ritrovare all'altro capo del pianeta.\r\nCapita ogni giorno a uomini e donne senza storia, tritati da una macchina oliata negli anni per funzionare senza inceppi.\r\nUna macchina usata anche per questa espulsione eccellente, nei confronti di una donna che viveva con la figlia, il cognato e vari domestici in una villa a Casalpalocco.\r\nD'altra parte il dissidente Ablyazov è una figura tipica del panorama post sovietico: un imprenditore dai modi spicci e dall'attitudine a sostituire nel suo ruolo il primo ed unico presidente del Kazachstan indipendente.\r\nNei prossimi giorni capiremo le reali ripercussioni di questa vicenda sul governo, che gioca a scaricabarile, sperando che qualcuno possa bersi la storiella di un’operazione condotta da funzionari senza consultare il ministro.\r\n\r\nLa domanda che ci siamo posti noi è invece semplice. Perché? Perché il governo italiano ha condotto quest'operazione? Perché tanta fretta?\r\nLa risposta è altrettanto semplice: la trovate sul sito dell'ENI, i cui interessi sul gas e il petrolio kazako sono stati garantiti negli anni prima dal governo Prodi, poi, in successione, da Berlusconi Monti e Letta. Uno dei maggiori investimenti del colosso energetico italiano, dovrebbe cominciare a dare i primi frutti proprio quest'anno: è una gigantesca piattaforma off shore di pompaggio del greggio nel mare Caspio.\r\n\r\nAbbiamo cercato di capirne di più parlandone con Marco Tafel, che da molti anni si occupa di questioni energetiche e degli enormi interessi che le accompagnano.\r\nAscolta il suo intervento:\r\n2013 07 12 tafel kazachstan\r\n\r\nIl primo e unico capo di Stato dell’ex repubblica sovietica ha improntato la sua politica di sviluppo economico e commerciale, con un nucleo centrale costituito dalla risorse energetiche, uno esterno rappresentato da infrastrutture, tecnologia e know-how. Con l’Italia vi è un rapporto privilegiato che risale ai primi anni dopo l’indipendenza nel 1990.\r\nIl paese ha registrato negli ultimi vent’anni un tasso di crescita medio tra i più dinamici al mondo, circa l’8%, secondo soltanto alla Cina e al Qatar. A rendere attraente il Kazakhstan è la posizione strategica, l’ampiezza del territorio - il nono del Pianeta - e la grande ricchezza del sottosuolo. Occupa il 12 esimo posto al mondo per le riserve di petrolio e il 14 esimo per quelle di gas. Non guasta la stabilità politica garantita da una dittatura travestita da democrazia.\r\nDal 1992 in poi i rapporti tra Italia e Kazakhstan si sono rafforzati progressivamente in particolare con il Trattato di partenariato strategico firmato in occasione della visita a Roma di Nazarbaev, nel novembre 2009. In base ai dati kazaki, l’Italia è il secondo Paese destinatario dell’export (petrolio in larghissima parte), con una quota del 18% sul suo interscambio totale, seconda solo alla Cina. I dati del ministero degli Esteri la confermano al secondo posto come Paese esportatore in Kazakhstan - dopo la Germania - in ambito Ue, ed il sesto in assoluto, con oltre 900 milioni di euro nel 2012 (oltre il 70% di tutta l’Asia Centrale), ovvero cinque volte rispetto a dieci anni fa. Inoltre l’Unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakhstan, offre all’Italia opportunità per 34 miliardi di euro. L’Italia ha in Kazakhstan un ruolo centrale. La parte del leone l’ha recitata l’ENI. Il colosso degli idrocarburi è co-operatore del giacimento in produzione di Karachaganak, e partecipa al consorzio North Caspian Sea Psa per lo sviluppo del giacimento Kashagan. \r\n«Il Kazakhstan è per noi un impegno prioritario di lungo termine, dal punto di vista degli investimenti e della produzione futura - spiega Claudio Descalzi, direttore generale del settore Esplorazioni e Produzione -».\r\nDietro all’ Eni in Kazakhstan sono arrivate anche molte e piccole e medie imprese del settore «oil and gas», e in seguito, aziende del settore infrastrutturale o impegnate nelle costruzioni come Salini-Todini, Impregilo, Italcementi, Renco ed altre ancora. Sono 53 le società italiane con sede in Kazakhstan, secondo le stime 2013 dell’Ice, la maggior parte ad Almaty e Astana, oltre a un centinaio di joint-venture italo-kazake. Dal 2007 c’é anche Unicredit che controlla la quinta banca del Paese.\r\nIn prospettiva altri fronti di interscambio potrebbero aprirsi con la collaborazione tra Milano Expo 2015 e Astana 2017 per lo scambio di know-how italiano. Potrebbe registrarsi una crescita di esportazioni nei settori abbigliamento, lusso e arredo.\r\nIn questo quadro i diritti umani della moglie e della figlia di Mukhtar Ablyazov, il capitalista kazako, prima alleato e poi avversario acerrimo di Nazarbayev, contano davvero poco.","16 Luglio 2013","2018-10-17 22:10:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/07/eni-kasakistan-copy-200x110.jpg","Italia/Kazakhstan. 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Perché il \u003Cmark>governo\u003C/mark> italiano ha condotto quest'operazione? Perché tanta fretta?\r\nLa risposta è altrettanto semplice: la trovate sul sito dell'ENI, i cui interessi sul gas e il petrolio kazako sono stati garantiti negli anni prima dal \u003Cmark>governo\u003C/mark> Prodi, poi, in successione, da Berlusconi Monti e \u003Cmark>Letta\u003C/mark>. Uno dei maggiori investimenti del colosso energetico italiano, dovrebbe cominciare a dare i primi frutti proprio quest'anno: è una gigantesca piattaforma off shore di pompaggio del greggio nel mare Caspio.\r\n\r\nAbbiamo cercato di capirne di più parlandone con Marco Tafel, che da molti anni si occupa di questioni energetiche e degli enormi interessi che le accompagnano.\r\nAscolta il suo intervento:\r\n2013 07 12 tafel kazachstan\r\n\r\nIl primo e unico capo di Stato dell’ex repubblica sovietica ha improntato la sua politica di sviluppo economico e commerciale, con un nucleo centrale costituito dalla risorse energetiche, uno esterno rappresentato da infrastrutture, tecnologia e know-how. Con l’Italia vi è un rapporto privilegiato che risale ai primi anni dopo l’indipendenza nel 1990.\r\nIl paese ha registrato negli ultimi vent’anni un tasso di crescita medio tra i più dinamici al mondo, circa l’8%, secondo soltanto alla Cina e al Qatar. A rendere attraente il Kazakhstan è la posizione strategica, l’ampiezza del territorio - il nono del Pianeta - e la grande ricchezza del sottosuolo. Occupa il 12 esimo posto al mondo per le riserve di petrolio e il 14 esimo per quelle di gas. Non guasta la stabilità politica garantita da una dittatura travestita da democrazia.\r\nDal 1992 in poi i rapporti tra Italia e Kazakhstan si sono rafforzati progressivamente in particolare con il Trattato di partenariato strategico firmato in occasione della visita a Roma di Nazarbaev, nel novembre 2009. In base ai dati kazaki, l’Italia è il secondo Paese destinatario dell’export (petrolio in larghissima parte), con una quota del 18% sul suo interscambio totale, seconda solo alla Cina. I dati del ministero degli Esteri la confermano al secondo posto come Paese esportatore in Kazakhstan - dopo la Germania - in ambito Ue, ed il sesto in assoluto, con oltre 900 milioni di euro nel 2012 (oltre il 70% di tutta l’Asia Centrale), ovvero cinque volte rispetto a dieci anni fa. Inoltre l’Unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakhstan, offre all’Italia opportunità per 34 miliardi di euro. L’Italia ha in Kazakhstan un ruolo centrale. La parte del leone l’ha recitata l’ENI. Il colosso degli idrocarburi è co-operatore del giacimento in produzione di Karachaganak, e partecipa al consorzio North Caspian Sea Psa per lo sviluppo del giacimento Kashagan. \r\n«Il Kazakhstan è per noi un impegno prioritario di lungo termine, dal punto di vista degli investimenti e della produzione futura - spiega Claudio Descalzi, direttore generale del settore Esplorazioni e Produzione -».\r\nDietro all’ Eni in Kazakhstan sono arrivate anche molte e piccole e medie imprese del settore «oil and gas», e in seguito, aziende del settore infrastrutturale o impegnate nelle costruzioni come Salini-Todini, Impregilo, Italcementi, Renco ed altre ancora. Sono 53 le società italiane con sede in Kazakhstan, secondo le stime 2013 dell’Ice, la maggior parte ad Almaty e Astana, oltre a un centinaio di joint-venture italo-kazake. Dal 2007 c’é anche Unicredit che controlla la quinta banca del Paese.\r\nIn prospettiva altri fronti di interscambio potrebbero aprirsi con la collaborazione tra Milano Expo 2015 e Astana 2017 per lo scambio di know-how italiano. Potrebbe registrarsi una crescita di esportazioni nei settori abbigliamento, lusso e arredo.\r\nIn questo quadro i diritti umani della moglie e della figlia di Mukhtar Ablyazov, il capitalista kazako, prima alleato e poi avversario acerrimo di Nazarbayev, contano davvero poco.",[573],{"field":100,"matched_tokens":574,"snippet":570,"value":571},[72,77],{"best_field_score":251,"best_field_weight":252,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":49,"score":332,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":49},6637,{"collection_name":400,"first_q":22,"per_page":335,"q":22},["Reactive",579],{},["Set"],["ShallowReactive",582],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fctT8ORNsL8Ps9h0BCeKs89E2pzLHCW5zuUuhPBEq1Fs":-1},true,"/search?query=governo+letta"]