","Un anno di guerra in Sudan: morte, fame e macerie","post",1713368876,[63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/al-burhan/","http://radioblackout.org/tag/disastro-umanitario/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/guerra-civile-in-sudan/","http://radioblackout.org/tag/hemetti/","http://radioblackout.org/tag/rsf/","http://radioblackout.org/tag/sudan/",[71,72,18,73,74,75,15],"al burhan","disastro umanitario","guerra civile in sudan","hemetti","rsf",{"post_content":77,"post_title":82,"tags":85},{"matched_tokens":78,"snippet":80,"value":81},[15,18,79],"in","aprile 2023 nella capitale del \u003Cmark>Sudan\u003C/mark>, la \u003Cmark>guerra\u003C/mark> si è estesa nel Darfur e \u003Cmark>in\u003C/mark> diverse altre zone, tra queste","Sinora tutti tentativi di mediazione per fermare le ostilità tra i due generali, Mohamed Hamdan Dagalo “Hemetti”, leader delle Rapid Support Forces (RSF), gli ex janjaweed, e il de facto presidente e capo dell’esercito, Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan, sono falliti.\r\n\u003Cmark>In\u003C/mark> dodici mesi di lotta per il potere sono morte quasi 16 mila persone – cifra certamente sottostimata per la difficoltà di raccogliere dati accurati e \u003Cmark>in\u003C/mark> tempo reale – mentre gli sfollati sono oltre 9 milioni. I profughi, coloro che hanno cercato protezione nei Paesi confinanti, sono circa 1.500.000. Secondo le Nazioni Unite, il \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> è oggi il Paese con il numero di sfollati più elevato al mondo e ben oltre la metà dei 45 milioni di abitanti del Paese soffre di grave insicurezza alimentare.\r\nDopo l’inizio dei combattimenti scoppiati il 15 aprile 2023 nella capitale del \u003Cmark>Sudan\u003C/mark>, la \u003Cmark>guerra\u003C/mark> si è estesa nel Darfur e \u003Cmark>in\u003C/mark> diverse altre zone, tra queste il Kordofan, il Nilo Blu e Merowe, città settentrionale vicina all’Egitto e al Nilo, dove si trovano importanti miniere d’oro e un aeroporto militare.\r\nLa \u003Cmark>guerra\u003C/mark> ha spinto il Darfur, già \u003Cmark>in\u003C/mark> ginocchio da conflitti mai risolti, \u003Cmark>in\u003C/mark> una posizione ancora più vulnerabile. Lì, le tribù arabe e non arabe, come i Masalit, hanno combattuto per le scarse risorse di terre e acqua per oltre 20 anni. Ora gli scontri hanno assunto una dimensione etnica.\r\nUn sempre crescente numero di testimonianze e documenti ha paragonato gli attacchi attuali a una pulizia etnica, aggressioni perpetrate da milizie arabe insieme a membri delle RSF. Khartoum è ormai solo un cumulo di macerie.\r\nIl sistema sanitario del \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> è al collasso; difficile controllare persino l’espandersi di malattie come il morbillo e il colera. Le agenzie umanitarie hanno affermato che l’esercito limita l’accesso agli aiuti umanitari e che quel poco che riesce a passare è a rischio di saccheggio nelle aree controllate dagli uomini di Hemetti.\r\n\r\nE proprio \u003Cmark>in\u003C/mark> questi giorni Martin Griffiths, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari, ha invitato la comunità internazionale ad “assumersi le proprie responsabilità” dopo un anno di conflitto devastante. “Come ho già detto, appena tre mesi dopo l’inizio del conflitto, il mondo non può ignorare l’eco dolorosa della storia. Ma \u003Cmark>in\u003C/mark> qualche modo abbiamo dimenticato l’indimenticabile. E le conseguenze di questo oblio sono imperdonabili”, ha sottolineato Griffith’s \u003Cmark>in\u003C/mark> un suo lungo comunicato.\r\nSulla scena \u003Cmark>sudan\u003C/mark>ese operano anche i russi dell’Afrca Corps (ex Wagner), schierati a fianco di Hemetti, che è supportato anche dagli Emirati Arabi uniti e da Haftar, il signore della Cirenaica. Con Al Burhan ci sono mercenari ucraini.\r\nL’Italia, prima dell’inizio del conflitto aveva stretto accordi con Hemetti per il controllo dei flussi migratori, offrendo assistenza ed addestramento agli uomini del RSF.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Alberizzi di Africa Ex-press\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/2024-04-17-alberizzi-sudan.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":83,"snippet":84,"value":84},[18,79,15],"Un anno di \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Sudan\u003C/mark>: morte, fame e macerie",[86,88,90,93,98,100,102],{"matched_tokens":87,"snippet":71},[],{"matched_tokens":89,"snippet":72},[],{"matched_tokens":91,"snippet":92},[18],"\u003Cmark>guerra\u003C/mark>",{"matched_tokens":94,"snippet":97},[18,95,79,96],"civile","sudan","\u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>civile\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>sudan\u003C/mark>",{"matched_tokens":99,"snippet":74},[],{"matched_tokens":101,"snippet":75},[],{"matched_tokens":103,"snippet":104},[15],"\u003Cmark>Sudan\u003C/mark>",[106,114,117],{"field":37,"indices":107,"matched_tokens":109,"snippets":113},[17,20,108],6,[110,111,112],[18,95,79,96],[18],[15],[97,92,104],{"field":115,"matched_tokens":116,"snippet":80,"value":81},"post_content",[15,18,79],{"field":118,"matched_tokens":119,"snippet":84,"value":84},"post_title",[18,79,15],2314894167593451500,{"best_field_score":122,"best_field_weight":123,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":49,"score":124,"tokens_matched":125,"typo_prefix_score":49},"4419510927616",13,"2314894167593451627",4,{"document":127,"highlight":143,"highlights":159,"text_match":170,"text_match_info":171},{"cat_link":128,"category":129,"comment_count":49,"id":130,"is_sticky":49,"permalink":131,"post_author":52,"post_content":132,"post_date":133,"post_excerpt":55,"post_id":130,"post_modified":134,"post_thumbnail":135,"post_thumbnail_html":136,"post_title":137,"post_type":60,"sort_by_date":138,"tag_links":139,"tags":142},[46],[48],"82064","http://radioblackout.org/2023/05/sudan-tentativi-di-accordo-a-jeddah/","La guerra civile in Sudan tra l'esercito guidato dal generale Abdel Fattah al Burhan, capo della giunta militare al potere, e il gruppo paramilitare Forze di supporto rapido (Rsf), sotto il comando del generale Mohamed Hamdan Dagalo, è arrivata a un mese di combattimenti continui. Per le Nazioni Unite il conflitto ha causato più di 700mila profughi interni, mentre 150mila sarebbero le persone fuggite nei paesi vicini.\r\n\r\n\r\n\r\nSono stati vari i tentativi di mediazione, con l'intervento di potenze quali Stati Uniti, Unione Europea, Arabia Saudita. Anche la Cina non vuole questo conflitto, poiché ha interessi commerciali nel paese ed è stata la promotrice della Conferenza di Pace per Corno d'Africa l'anno scorso, che questa guerra rende infruttuosa.L'ultimo tentativo sta avvenendo in questi giorni a Jeddah, in Arabia Saudita.\r\n\r\nAbbiamo chiesto di aggiornarci sulle trattative a Matteo Palamidesse, giornalista freelance, che ha pubblicato oggi un articolo su Focus On Africa sulle mediazioni:\r\n\r\n\"Una delle grande sfide affrontate da Arabia Saudita e Usa ai colloqui di Jeddah è stata quella di isolare la crisi del Sudan evitando di rimanere invischiati in antagonismi regionali e internazionali. 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Accordo a Jeddah sulla protezione dei civili, prigionieri ed operatori umanitari\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","12 Maggio 2023","2023-05-12 13:10:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/ux-gun-5Mj4PO7KIFc-unsplash-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/ux-gun-5Mj4PO7KIFc-unsplash-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/ux-gun-5Mj4PO7KIFc-unsplash-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/ux-gun-5Mj4PO7KIFc-unsplash-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/ux-gun-5Mj4PO7KIFc-unsplash-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/ux-gun-5Mj4PO7KIFc-unsplash-1536x1024.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/ux-gun-5Mj4PO7KIFc-unsplash-2048x1365.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sudan: tentativi di accordo a Jeddah",1683897005,[140,141,69],"http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/guerra-civile/",[21,25,15],{"post_content":144,"post_title":148,"tags":151},{"matched_tokens":145,"snippet":146,"value":147},[18,95,79,15],"La \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>civile\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> tra l'esercito guidato dal generale","La \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>civile\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> tra l'esercito guidato dal generale Abdel Fattah al Burhan, capo della giunta militare al potere, e il gruppo paramilitare Forze di supporto rapido (Rsf), sotto il comando del generale Mohamed Hamdan Dagalo, è arrivata a un mese di combattimenti continui. 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Nel mentre, nella voluta distrazione della comunità internazionale e nella quasi assenza di copertura mediatica internazionale, più dell’80% degli ospedali del paese ha chiuso, e la prospettiva di un Sudan diviso in due, con i due centri di potere di Port Sudan in mano ad Al Burhan e Khartoum a Hemedti, potrebbe essere sempre più reale.\r\n\r\nDi tutto ciò ne parliamo con Stefano della ONG Music for Peace, da poco rientrato dal Sudan stesso a seguito di una missione umanitaria. 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Lo scontro, dapprima concentrato a Karthum, si è poi allargato a vaste zone del paese, prima di assestarsi, creando una linea di confine che spacca in due il Sudan.\r\n\r\nConseguenza diretta del conflitto, oltre alle centinaia di morti, è il sopraggiungere degli sfollamenti e della fame. Nell'ultimo periodo il WFP, il programma alimentare mondiale, ha denunciato le condizioni tragiche in cui si trova chi è stato costretto a lasciare la propria casa, forse in cerca di salvezza nei paesi limitrofi, quali Ciad, Sud Sudan ed Egitto. Perfino Papa Francesco si è pronunciato chiedendo \"alle parti belligeranti di fermare una guerra che fa male alla gente e al futuro del paese\", come se esistessero guerre che non hanno una ricaduta sul popolo che le subisce.\r\n\r\nStefano Rebora, di Music for Peace, ci ha aggiornato sulla situazione umanitaria in Sudan:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Sudan.21022024.mp3\"][/audio]","21 Febbraio 2024","2024-02-21 12:22:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/mohamed-tohami-uj9jnMnaaUw-unsplash-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/mohamed-tohami-uj9jnMnaaUw-unsplash-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/mohamed-tohami-uj9jnMnaaUw-unsplash-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/mohamed-tohami-uj9jnMnaaUw-unsplash-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/mohamed-tohami-uj9jnMnaaUw-unsplash-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/mohamed-tohami-uj9jnMnaaUw-unsplash-1536x1024.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/mohamed-tohami-uj9jnMnaaUw-unsplash-2048x1365.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sudan: dalla guerra civile alla crisi umanitaria",1708518167,[236,141,69],"http://radioblackout.org/tag/crisi-umanitaria/",[238,25,15],"crisi umanitaria",{"post_content":240,"post_title":245,"tags":248},{"matched_tokens":241,"snippet":243,"value":244},[242,15,79,18,95],"In","\u003Cmark>In\u003C/mark> \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> dall'aprile del 2023 è \u003Cmark>in\u003C/mark> corso una \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>civile\u003C/mark> tra due fazioni dell'esercito, le","\u003Cmark>In\u003C/mark> \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> dall'aprile del 2023 è \u003Cmark>in\u003C/mark> corso una \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>civile\u003C/mark> tra due fazioni dell'esercito, le SAF, \u003Cmark>Sudan\u003C/mark>ese Armed Forces, e le RSF, Rapid Support Forces. Lo scontro, dapprima concentrato a Karthum, si è poi allargato a vaste zone del paese, prima di assestarsi, creando una linea di confine che spacca \u003Cmark>in\u003C/mark> due il \u003Cmark>Sudan\u003C/mark>.\r\n\r\nConseguenza diretta del conflitto, oltre alle centinaia di morti, è il sopraggiungere degli sfollamenti e della fame. Nell'ultimo periodo il WFP, il programma alimentare mondiale, ha denunciato le condizioni tragiche \u003Cmark>in\u003C/mark> cui si trova chi è stato costretto a lasciare la propria casa, forse \u003Cmark>in\u003C/mark> cerca di salvezza nei paesi limitrofi, quali Ciad, Sud \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> ed Egitto. 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Alessandro Mauceri, che abbiamo interpellato per percorrere insieme il periplo del mondo alla scoperta dei disastri in corso a causa dei cambiamenti climatici.\r\nIl World Economic Forum, svoltosi a gennaio scorso, ha indicato la mancanza d’acqua come uno dei tre maggiori rischi e causa di danni alle persone e alle economie nel prossimo decennio (insieme ai cambiamenti climatici e alle migrazione di massa). E in alcune aree del pianeta, come, ad esempio in Siria, questi tre fenomeni si stanno verificando contemporaneamente: infatti l'argomento migrazione è quello più dibattuto al mondo in questo periodo, ma le cause ambientali stanno producendo più flussi migratori di quelle belliche… e sicuramente questi migranti saranno rubricati tra quelli da respingere in quanto la loro etichetta elettorale è di \"migranti economici\". Respinti in un paesaggio di distruzione di guerra senza che ci sia una guerra.\r\nQuest'anno El Niño è stato collegato alle peggiori inondazioni degli ultimi 50 anni in Paraguay, Argentina, Uruguay e Brasile che hanno costretto più di 150.000 persone a fuggire dalle loro case. Persino negli Stati Uniti, 13 persone sono morte nello stato americano del Missouri a causa di fiumi in piena; carestie ed epidemie in tutto il mondo e specialmente in paesi già segnati dalla guerra civile come Siria, Sud Sudan e Yemen. Si stima che la scarsità di cibo raggiungerà il suo picco in Sud Africa proprio quest'anno. In Malawi il presidente Mutharika ha dichiarato lo stato di catastrofe naturale a causa della terribile siccità che si protrae da oltre un anno.In Etiopia quest’anno 10,2 milioni di persone necessiteranno di assistenza umanitaria, per un costo complessivo di 1,4 miliardi di dollari.\r\nIl problema peggiore è la mancanza dell'acqua potabile. L'acqua esiste copiosa, ma in Cina per esempio l'80 per cento non è potabile: inquinata nel sottosuolo; nel mondo circa 500 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile per tutto l’anno; entro il 2040 saranno 33 i paesi che si troveranno ad affrontare una situazione di elevato stress idrico; di questi quattordici si trovano in Medio Oriente; per produrre 1 kg di carne di manzo sono necessari oltre 15.000 litri d’acqua (quasi tutti utilizzati per irrigare le colture che servono per alimentare il bestiame) e negli ultimi decenni l'alimentazione è mutata, aumentando enormemente il consumo di carne. Ma anche l'acqua degli oceani e le correnti mediterranee subiscono eutrofizzazione e quindi soffocano la vita contenuta: sono state rilevate morie di pesci un po' dovunque nel mondo, tonnellate di sardine trovate morte nelle acque cilene a marzo, e di aringhe in quelle norvegesi a gennaio, per esempio.\r\nIn India le temperature elevate hanno causato centinaia di vittime: in questi giorni il record di 51° celsius. Sono almeno trecento le persone morte in India nelle ultime settimane a causa del caldo; durante manifestazioni migliaia di persone hanno attaccato e sabotato un impianto di rifornimento idrico che fornisce l’acqua a Delhi. Nel paese la grave siccità ha decimato le coltivazioni e lasciato almeno 330 milioni di indiani senza sufficiente acqua. Alla mutazione ambientale si sommano la mancanza di pianificazione del governo, la privatizzazione aziendale, e l'enorme quantità di rifiuti industriali e umani (oltre all'incidenza del livello di corruzione dilagante). Una situazione che secondo molti è destinata a peggiorare non solo a causa delle condizioni climatiche ma anche a causa dell’aumento della popolazione (si prevede un aumento a 1,6 miliardi entro il 2050). La scarsità idrica globale è destinata a diventare, nel prossimo futuro, uno dei temi caldi del conflitto politico nazionale. Non bisogna dimenticare che l’India, sebbene sia uno dei paesi con la maggiore responsabilità per l’aumento delle temperature a livello globale non ha ratificato gli accordi del COP21 sottoscritti a Novembre 2015. Ma nessuno in realtà ha realmente ratificato quegli accordi, nonostante il tanto sbandierato successo dell'incontro, che ha bruciato e continua a bruciare denaro inutilmente in incontri asfittici che accompagneranno la melina degli stati per nulla intenzionati a diminuire le emissioni fino al Cop22 marocchino di novembre prossimo…\r\nAlessandro scrive su molte riviste on line come Notizie geopolitiche, Dazebao, Frontierenews… ascoltate questa interessante chiacchierata con lui:\r\nMauceri","21 Maggio 2016","2016-05-23 12:36:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/cambiamenti-climatici-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/cambiamenti-climatici-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/cambiamenti-climatici-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/cambiamenti-climatici.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Siccità globale: effetti, cause e responsabilità",1463848097,[284,285,286,287,288,289,290],"http://radioblackout.org/tag/acqua-potabile/","http://radioblackout.org/tag/cambiamento-climatico/","http://radioblackout.org/tag/cop21/","http://radioblackout.org/tag/el-nino/","http://radioblackout.org/tag/flussi-migratori/","http://radioblackout.org/tag/siccita/","http://radioblackout.org/tag/trivelle/",[292,293,28,32,294,295,296],"acqua potabile","cambiamento climatico","flussi migratori","siccità","trivelle",{"post_content":298},{"matched_tokens":299,"snippet":300,"value":301},[79,18,95,15],"tutto il mondo e specialmente \u003Cmark>in\u003C/mark> paesi già segnati dalla \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>civile\u003C/mark> come Siria, Sud \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> e Yemen. 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Un confine che l'Europa avrebbe cancellato, ma torna con il suo carico di gendarmi e poliziotti ogni volta che l'Europa della libera circolazione, si chiude di fronte a profughi, immigrati, manifestanti.\r\nDa oltre dieci giorni centinaia di immigrati premono sul confine, non vogliono restare intrappolati in Italia, se ne infischiano di Schengen e di Dublino e delle regole, che il ministro dell'Interno francese Cazeuneve e il suo collega tedesco De Maiziere, hanno ricordato al primo ministro italiano Renzi.\r\nRenzi, il nuovismo fatto ragion politica, fa come chi l'ha preceduto. Ha provato, senza successo, a giocare la carta dello scaricabarile, facendo leva sul desiderio dei profughi di andare in altri paesi europei.\r\nMolti sono diretti oltre la Francia, verso la Scandinavia o la Gran Bretagna, dove già vivono parenti e compaesani. Arrivano dall'Eritrea in guerra, arrivano dal Sudan da anni squassato dalla guerra civile. Renzi lavora alle spalle, tenta di fermare i profughi alla partenze, tratta con il macellaio eritreo Afewerki, prova a stringere un'alleanza, promettendo armi. Come ai tempi di Gheddafi con la Libia.\r\n\r\nA Ventimiglia molti profughi stanno sugli scogli, lungo la linea del confine, sperando di riuscire a bruciare la frontiere, continuando il viaggio.\r\n\r\nUna quarantina di uomini e donne trascorre la notte nelle aiuole, nell'area dei Balzi Rossi. Durante la notte la polizia ha tentato invano di farli fuggire con l'intimidazione.\r\n\r\nAlle prime ore dell'alba è scattato il blitz.\r\nLa polizia prova a sgomberare: i migranti non ci stanno, oppongono resistenza passiva, e vengono portati via di peso in un clima di grande tensione. Nei tafferugli alcuni vengono feriti. Autobus della Croce Rossa li caricano diretti, forse, alla stazione di Ventimiglia.\r\nResistono ancora sugli scogli un'ottantina di immigrati. La meta, che pareva ormai vicina, si allontana.\r\n\r\nIn Europa si gioca una partita in cui uomini, donne e bambini sono solo pedine di un gioco feroce.\r\n\r\nHollande, schiacciato dai pronostici, cerca di arginare l'avanzata del Front Nationale. Renzi, reduce da una tornata elettorale poco felice, deve recuperare i consensi persi sul tema dell'immigrazione.\r\n\r\nA Ventimiglia la parola è passata ai manganelli. 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Arrivano dall'Eritrea \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>guerra\u003C/mark>, arrivano dal \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> da anni squassato dalla \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>civile\u003C/mark>. Renzi lavora alle spalle, tenta di fermare i profughi alla partenze, tratta con il macellaio eritreo Afewerki, prova a stringere un'alleanza, promettendo armi. Come ai tempi di Gheddafi con la Libia.\r\n\r\nA Ventimiglia molti profughi stanno sugli scogli, lungo la linea del confine, sperando di riuscire a bruciare la frontiere, continuando il viaggio.\r\n\r\nUna quarantina di uomini e donne trascorre la notte nelle aiuole, nell'area dei Balzi Rossi. Durante la notte la polizia ha tentato invano di farli fuggire con l'intimidazione.\r\n\r\nAlle prime ore dell'alba è scattato il blitz.\r\nLa polizia prova a sgomberare: i migranti non ci stanno, oppongono resistenza passiva, e vengono portati via di peso \u003Cmark>in\u003C/mark> un clima di grande tensione. 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La frontiera, impalpabile per gli europei, si serra di fronte a chi fugge guerre, pensate, agite, finanziate anche a Roma, Parigi, Berlino, Londra.\r\n\r\nAscolta la diretta da Ventimiglia con Cosimo Caridi:\r\n\r\ncosimo_giornalista_confine_ventimiglia sgombero migranti",[339],{"field":115,"matched_tokens":340,"snippet":336,"value":337},[79,18,15,18,95],2314894166653403000,{"best_field_score":343,"best_field_weight":173,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":49,"score":344,"tokens_matched":125,"typo_prefix_score":49},"4419510468608","2314894166653403249",6645,{"collection_name":60,"first_q":73,"per_page":108,"q":73},11,{"facet_counts":349,"found":367,"hits":368,"out_of":555,"page":27,"request_params":556,"search_cutoff":38,"search_time_ms":123},[350,358],{"counts":351,"field_name":356,"sampled":38,"stats":357},[352,354],{"count":347,"highlighted":353,"value":353},"I Bastioni di Orione",{"count":14,"highlighted":355,"value":355},"anarres","podcastfilter",{"total_values":20},{"counts":359,"field_name":37,"sampled":38,"stats":366},[360,363,364],{"count":361,"highlighted":362,"value":362},10,"Bastioni di Orione",{"count":27,"highlighted":18,"value":18},{"count":27,"highlighted":365,"value":365},"BastioniOrione",{"total_values":17},16,[369,399,437,467,497,527],{"document":370,"highlight":383,"highlights":392,"text_match":170,"text_match_info":397},{"comment_count":49,"id":371,"is_sticky":49,"permalink":372,"podcastfilter":373,"post_author":355,"post_content":374,"post_date":375,"post_excerpt":55,"post_id":371,"post_modified":376,"post_thumbnail":377,"post_title":378,"post_type":379,"sort_by_date":380,"tag_links":381,"tags":382},"85542","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-primo-dicembre-bloccati-i-mercanti-darmi-sudan-il-silenzio-sulla-strage-il-bavaglio-ad-haaretz-affari-di-morte-tra-italia-ed-egitto-analisi-e-prospettive-del-conflitto-in-me/",[355],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Bloccati i mercanti d’armi!\r\nIl 28 novembre era la giornata di apertura dell’Aerospace and defence meetings, mostra-mercato dell’industria bellica aerospaziale.\r\nUn evento a porte chiuse, riservato ai maggiori produttori a livello mondiale, ai rappresentanti di governi, forze armate e compagnie di contractor.\r\nL’appuntamento per gli antimilitaristi era di fronte all’ingresso dell’Oval, dove, protetti da un ingente schieramento di polizia, dovevano entrare i partecipanti a questa convention, fiore all’occhiello della lobby armiera subalpina.\r\nGli antimilitaristi armati di striscioni e cartelli sin dalle 12 hanno occupato la strada davanti al cancello del centro congressi.\r\nDopo pochi minuti le auto dirette all’Oval hanno fatto retro marcia. I partecipanti sono stati obbligati ad entrare all’Oval a piedi, alla spicciolata, da un passaggio interno al Lingotto.\r\nPer la prima volta dopo 18 anni gli antimilitarist* hanno bloccato l’ingresso ai mercanti d’armi.\r\nIl blocco è stato tenuto per oltre due ore, in modo che nessuno passasse dalla porta principale.\r\n\r\nSudan. Il silenzio sulla strage\r\nLa guerra civile in Sudan è scomparsa dai media, nonostante continuino i massacri specie nel Darfur.\r\nSe a Khartoum e nelle zone limitrofe la situazione è molto grave, nel Darfur è catastrofica. Forte è il rischio di un genocidio simile a quello compiuto nella prima decade del Duemila dagli ex janjaweed (termine che più o meno significa “diavoli a cavallo”), che sono stati ribattezzati Rapid Support Forces. Hemetti ne era il leader: assaltavano i villaggi africani, bruciavano le capanne, ammazzavano senza pietà gli uomini, stupravano le donne e rapivano i bambini costringendoli a arruolarsi.\r\nPersone in fuga verso il Ciad hanno riferito di una nuova ondata di omicidi a sfondo etnico nel Darfur occidentale, dopo che le RSF hanno preso il controllo della principale base dell’esercito a El Geneina, capoluogo della regione. 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Fondato nel 1918 è diventato un punto di riferimento, uno strumento per i giornalisti esteri, dà voce a tutti (dai palestinesi ai movimenti pacifisti), ha fatto da megafono alle recenti proteste contro la riforma della Corte suprema e lo sconvolgimento dei meccanismi di potere. Pubblica che cosa succede nella West Bank e nella Striscia di Gaza (non solo ora che c’è la guerra), fa inchieste, intervista coloni e palestinesi e nomadi del Negev. Dà voce a minoranze e maggioranze.\r\nCon la guerra di Gaza ha lasciato un discreto spazio alle critiche al governo e all’esercito per la mancata difesa dei Kibbutz attaccati violentemente da Hamas per ore nel drammatico 7 ottobre scorso, ha intervistato quotidianamente i parenti dei duecento e passa rapiti da Hamas che hanno esercitato una pressione politica per ottenere il rilascio degli ostaggi.\r\nLa scorsa settimana ha pubblicato un approfondimento sull’elicottero da combattimento che avrebbe sparato sui partecipanti al rave party israeliani facendo un certo numero di vittime. È molto critico su Netanyahu e la sua fuga dalle inchieste che lo accusano di corruzione.\r\nTutto questo certo ha dato fastidio (e dà fastidio) a quello che in Israele ora chiamano il triumvirato/gabinetto di guerra, formato dal premier Bibi Netanyahu, il ministro della difesa Yov Gallant e il ministro senza portafoglio Benny Ganz.\r\nFonte Senza Bavaglio\r\n\r\nAnalisi e prospettive del conflitto in medio oriente\r\nIl governo di Netanyahu è in profonda difficoltà da un anno. Per ottenere una coalizione governativa stabile in un paese che storicamente è caratterizzato da una certa instabilità parlamentare, il Likud si è dovuto alleare con gli elementi più oltranzisti del panorama politico, nello specifico con il variegato mondo del sionismo religioso e con raggruppamenti politici ultra-ortodossi. Nella storia politica israeliana tali gruppi non hanno mai goduto di peso politico come ora. Il sionismo, sia nella sua componente socialista che in quella revisionista, ovvero liberale, nasce come progetto politico laico nelle sue parti maggioritarie, e, sopratutto, trainanti, e tale rimane per decenni anche dopo la nascita dello stato di Israele. Le componenti religiose di estrema destra cominciano a guadagnare trazione a partire dalla seconda metà degli anni ’70. Elettoralmente avevano un peso relativo ma riescono a influenzare pesantemente lo scacchiere politico fornendo una base di voti per il Likud. Da quegli ambienti arriverà l’assassino di Rabin nel 1995. Facciamo un salto avanti di una decina di anni. A metà anni 2000 il governo – per ironia della sorte del Likud – nell’ambito del processo di pace decide il ritiro dalla striscia di Gaza e la demolizione degli insediamenti dei coloni sul territorio che viene restituito alle autorità palestinesi. Bisogna qua chiarire alcuni passaggi: quegli insediamenti erano roccaforti dell’estrema destra religiosa e nulla avevano a che fare con i Kibbuzim e Moshav dei pionieri e quel momento segna una frattura tra quei settori, dalla sinistra fino al centro-destra, della società israeliana che volevano un processo di pace con l’ANP e il movimento dei coloni che teorizza la necessità di stabilire l’autorità di uno stato con un’identità religiosa e politica – e non solo culturale – ebraica sull’intera area del così detto Grande Israele. 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La candidata del correismo potrebbe prevalere ma i sondaggi la danno testa a testa con il rampollo della famiglia di AlvaroNoboa ,uno degli uomini piu' ricchi dell'Ecuador.\r\n\r\nPesa la rottura fra il correismo e le organizzazioni indigene che frattura il fronte di sinistra e non garantisce l'unità di azione delle forze di opposizione al governo Lasso.\r\n\r\nInfine ci occupiamo anche delle vicende del Guatemala dove la vittoria elettorale nelle scorse presidenziali del partito Semilla guidato dal neo presidente progressista Bernardo Arevalo è messo in discussione dalla mobilitazione dei \"poderes facticos\" che garantiscono l'oligarchia corrotta e l'ineguale distribuzione delle risorse . Vari magistrati cercano di invalidare l'esito elettorale con accuse strumentali tanto da costringere Arevalo a sospendere il processo di transizione presidenziale che dovrebbe concretizzarsi a gennaio con il passaggio delle consegne .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Bastioni-di-orione-14-settembre-latinoamerica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse parliamo della notizia dell'avvenuto completamento del riempimento della diga della \"Rinascita\" ,che acuisce le tensioni con i paesi limitrofi in particolare l'Egitto ,e facciamo il punto sulla situazione interna dell'Etiopia dove continuano i combattimenti con le milizie ahmara Fano nonostante il cessate il fuoco firmato a Pretoria nel novembre 2022, continua l'abominevole pratica degli stupri etnici da parte delle forze armate eritree ancora sul campo, si mette in discussione la presenza degli organismi di verifica del rispetto dei iritti umani da parte del governo di Ahmed che continua con la sua politica di accentramento e repressione.\r\n\r\nParliamo anche della guerra in Sudan che non si ferma ,bombardamenti indiscriminati su obiettivi civili come è accaduto su un mercato di Karthoum ,centinaia di migliaia di profughi in fuga alla ricerca di protezione ,la guerra sembra impantanarsi con una supremazia aerea dell'esercito di Al Bhuran ,mentre sul terreno si muovono agevolmente le RSF di Hemmetti.\r\n\r\nGuardiamo anche alle prospettive dell'allargamento dei Brics all'Etiopia e la possibilità di consolidamento di un polo economico alternativo alle istituzioni globali dominate dall'Occidente.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Raffaele Crocco di Atlante delle guerre ,parliamo di WARS una mostra fotografica dedicata alle foto di guerra visibile anche sul sito della rivista .Sono stati premiati i lavori dei fotoreporter e l'occasione ci consente anche delle riflessioni sulle narrazione asimmetriche dei conflitti e la pulsione censoria che caratterizza il sistema informativo quando si parla di guerra.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-WARS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","19 Settembre 2023","2023-09-19 12:42:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 14/09/2023- CILE A 50 ANNI DAL GOLPE INCOMBE ANCORA SUL LATINOAMERICA LA PESANTE EREDITA' DEL NEOLIBERISMO AUTORITARIO-CORNO D'AFRICA STRAGE SENZA FINE IN SUDAN E GUERRA CIVILE ETIOPE-L'OCCHIO DEI FOTOREPORTER SULLA GUERRA .",1695127349,[412],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[362],{"post_content":415,"post_title":419},{"matched_tokens":416,"snippet":417,"value":418},[18,79,15],"e repressione.\r\n\r\nParliamo anche della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> che non si ferma ,bombardamenti indiscriminati","Bastioni di Orione riflette con Alfredo Somoza e Diego Battistessa sulla pesante eredità del colpo di stato \u003Cmark>in\u003C/mark> Cile di cui ricorre il cinquantenario,la sua ingombrante ombra ancora condiziona la politica cilena ,le difficoltà del presidente Boric che si va sempre di piu' spostando verso posizioni moderate ,la nuova legge \"anti tomas\" contro le occupazioni di terreni ed edifici che segue quella definita \"gatillo facil \" che concede l'impunità alle forze di polizia, la condizione dei Mapuche che affrontano una repressione sempre piu' pesante nel difendere le loro terre dalle espropriazioni ,le cariche contro i manifestanti cui è stato impedito di accedere alle celebrazioni ufficiali davanti alla Moneda \u003Cmark>in\u003C/mark> occasione dell'11 settembre, l'esito incerto del processo costituzionale che potrebbe portare ad una riforma peggiorativa della costituzione pinochettista del 1980 .\r\n\r\nCi soffermiamo anche sull'insegnamento dell'esperienza di Unidad Popular per i movimenti rivoluzionari latinoamericani e non solo , relativamente alla possibilità di operare cambiamenti radicali \u003Cmark>in\u003C/mark> un contesto di rispetto delle istituzioni democratiche borghesi.La vicenda cilena dimostra che quando le organizzazioni popolari arrivano a contendere il potere reale a borghesia e oligarchia ,queste non esitano a usare la violenza per mantenere i loro privilegi rendendo vano il ricorso ad un percorso di mutamento istituzionale .\r\n\r\nCon Alfredo Somoza parliamo anche delle prossime elezioni \u003Cmark>in\u003C/mark> Argentina con la preoccupante ascesa di Javier Milei ,personaggio televisivo dalle proposte radicali neoliberiste e autoritarie che sembra godere dei favori degli elettori e della crisi da fine regime del peronismo.\r\n\r\nGuardiamo anche alla seconda tornata delle elezioni \u003Cmark>in\u003C/mark> Ecuador ,divenuto centro delle attività del narcotraffico con una forte presenza dei cartelli messicani e un incremento parossistico della violenza con decine di morti al giorno. La candidata del correismo potrebbe prevalere ma i sondaggi la danno testa a testa con il rampollo della famiglia di AlvaroNoboa ,uno degli uomini piu' ricchi dell'Ecuador.\r\n\r\nPesa la rottura fra il correismo e le organizzazioni indigene che frattura il fronte di sinistra e non garantisce l'unità di azione delle forze di opposizione al governo Lasso.\r\n\r\nInfine ci occupiamo anche delle vicende del Guatemala dove la vittoria elettorale nelle scorse presidenziali del partito Semilla guidato dal neo presidente progressista Bernardo Arevalo è messo \u003Cmark>in\u003C/mark> discussione dalla mobilitazione dei \"poderes facticos\" che garantiscono l'oligarchia corrotta e l'ineguale distribuzione delle risorse . Vari magistrati cercano di invalidare l'esito elettorale con accuse strumentali tanto da costringere Arevalo a sospendere il processo di transizione presidenziale che dovrebbe concretizzarsi a gennaio con il passaggio delle consegne .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Bastioni-di-orione-14-settembre-latinoamerica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse parliamo della notizia dell'avvenuto completamento del riempimento della diga della \"Rinascita\" ,che acuisce le tensioni con i paesi limitrofi \u003Cmark>in\u003C/mark> particolare l'Egitto ,e facciamo il punto sulla situazione interna dell'Etiopia dove continuano i combattimenti con le milizie ahmara Fano nonostante il cessate il fuoco firmato a Pretoria nel novembre 2022, continua l'abominevole pratica degli stupri etnici da parte delle forze armate eritree ancora sul campo, si mette \u003Cmark>in\u003C/mark> discussione la presenza degli organismi di verifica del rispetto dei iritti umani da parte del governo di Ahmed che continua con la sua politica di accentramento e repressione.\r\n\r\nParliamo anche della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> che non si ferma ,bombardamenti indiscriminati su obiettivi civili come è accaduto su un mercato di Karthoum ,centinaia di migliaia di profughi \u003Cmark>in\u003C/mark> fuga alla ricerca di protezione ,la \u003Cmark>guerra\u003C/mark> sembra impantanarsi con una supremazia aerea dell'esercito di Al Bhuran ,mentre sul terreno si muovono agevolmente le RSF di Hemmetti.\r\n\r\nGuardiamo anche alle prospettive dell'allargamento dei Brics all'Etiopia e la possibilità di consolidamento di un polo economico alternativo alle istituzioni globali dominate dall'Occidente.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Raffaele Crocco di Atlante delle guerre ,parliamo di WARS una mostra fotografica dedicata alle foto di \u003Cmark>guerra\u003C/mark> visibile anche sul sito della rivista .Sono stati premiati i lavori dei fotoreporter e l'occasione ci consente anche delle riflessioni sulle narrazione asimmetriche dei conflitti e la pulsione censoria che caratterizza il sistema informativo quando si parla di \u003Cmark>guerra\u003C/mark>.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-WARS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":420,"snippet":425,"value":426},[421,422,423,424,423],"IN","SUDAN","GUERRA","CIVILE","AUTORITARIO-CORNO D'AFRICA STRAGE SENZA FINE \u003Cmark>IN\u003C/mark> \u003Cmark>SUDAN\u003C/mark> E \u003Cmark>GUERRA\u003C/mark> \u003Cmark>CIVILE\u003C/mark> ETIOPE-L'OCCHIO DEI FOTOREPORTER SULLA \u003Cmark>GUERRA\u003C/mark>","BASTIONI DI ORIONE 14/09/2023- CILE A 50 ANNI DAL GOLPE INCOMBE ANCORA SUL LATINOAMERICA LA PESANTE EREDITA' DEL NEOLIBERISMO AUTORITARIO-CORNO D'AFRICA STRAGE SENZA FINE \u003Cmark>IN\u003C/mark> \u003Cmark>SUDAN\u003C/mark> E \u003Cmark>GUERRA\u003C/mark> \u003Cmark>CIVILE\u003C/mark> ETIOPE-L'OCCHIO DEI FOTOREPORTER SULLA \u003Cmark>GUERRA\u003C/mark> .",[428,430],{"field":118,"matched_tokens":429,"snippet":425,"value":426},[421,422,423,424,423],{"field":115,"matched_tokens":431,"snippet":417,"value":418},[18,79,15],2314894167458709500,{"best_field_score":434,"best_field_weight":435,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":49,"score":436,"tokens_matched":125,"typo_prefix_score":49},"4419510861824",15,"2314894167458709626",{"document":438,"highlight":450,"highlights":458,"text_match":463,"text_match_info":464},{"comment_count":49,"id":439,"is_sticky":49,"permalink":440,"podcastfilter":441,"post_author":355,"post_content":442,"post_date":443,"post_excerpt":55,"post_id":439,"post_modified":444,"post_thumbnail":445,"post_title":446,"post_type":379,"sort_by_date":447,"tag_links":448,"tags":449},"90002","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-17-maggio-fortezza-europa-muri-piu-alti-repressione-in-grecia-dallordine-americano-al-grande-caos-scenari-di-guerra-globale/",[355],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/2024-05-17-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa Fortezza Europa: muri più alti\r\nIl nuovo accordo sulle migrazioni, dopo mesi di trattative e l’opposizione di Polonia e Ungheria, è arrivato in porto.\r\nIl vecchio trattato di Dublino va in soffitta sostituito da norme ancora più restrittive di quelle precedenti.\r\nIn sintesi, il patto prevede norme sull’accoglienza più severe soprattutto per le persone migranti che arrivano in Europa dai paesi considerati “sicuri”: sono le persone che già oggi hanno meno possibilità che la loro richiesta di protezione internazionale sia approvata. Con il nuovo patto sarà ancora più facile espellerle. La nozione di paese “sicuro” è il grimaldello che viene usato per scardinare definitivamente la cassaforte in cui sarebbero custoditi i cosiddetti “diritti universali”. L’universale torna a restringersi senza essere mai stato realmente tale.\r\nIl Nuovo Patto si basa su dieci leggi. C’è una modifica radicale nei percorsi di richiesta di asilo. Ne sono possibili solo due: la procedura tradizionale, che di solito richiede diversi mesi per essere completata, o una procedura accelerata che avviene alla frontiera e che dovrebbe durare al massimo 12 settimane, durante le quali le persone migranti saranno trattenuti in strutture apposite.\r\nI richiedenti asilo non possono scegliere quale dei due percorsi seguire, ma vengono divisi in base al loro profilo, stilato attraverso un nuovo e uniforme regolamento di screening. Questo regolamento esclude l’esame delle singole posizioni, perché prevede che questa “procedura di frontiera” venga usata principalmente per i richiedenti asilo considerati un “pericolo” per i paesi dell’Unione, per coloro che provengono dai paesi considerati “sicuri” e per chi proviene da paesi che, anche per altri motivi, hanno un tasso molto basso (sotto il 20 per cento) di domande d’asilo accolte.\r\nSe la loro richiesta verrà rifiutata, come è molto probabile in questi casi, i migranti dovranno essere espulsi verso il loro paese d’origine o un cosiddetto “paese terzo”, fra cui ci sono anche quelli da cui spesso partono per raggiungere i paesi europei: Tunisia, Libia, Turchia.\r\nI paesi dell’UE hanno due anni per recepire nella loro legislazione le nuove norme UE.\r\nUn nuovo capitolo della guerra ai migranti è stato scritto.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele\r\n\r\nGrecia. Prigione amministrativa ed espulsione per chi lotta\r\nIn questi anni tanti europei si sono trasferiti ad Atene per vivere, studiare, lavorare. Alcuni di loro partecipano attivamente alle lotte politiche e sociali del paese.\r\nDopo lo sgombero delle università occupate per cercare di porre un freno all’invasione di Rafah, una settantina di attivisti sono stati fermati e portati in questura. Tutti gli occupanti sono stati denunciati a piede libero. I greci sono stati tutti rilasciati, 9 compagn* di varie nazionalità europee sono stati rinchiusi in un centro di detenzione per stranieri a 50 chilometri da Atene. Hanno cinque giorni per fare ricorso prima di essere espulsi.\r\nNei loro confronti è stata applicata una misura di carattere amministrativo, in base ad una generica rilevazione di “pericolosità sociale”.\r\nDa qualche tempo, la detenzione amministrativa e l’espulsione degli indesiderabili, non è solo applicata ai non europei, ma si estende anche ai cittadini dell’UE.\r\nEsempi simili si sono registrati di recente in Francia. In Italia nel mirino sono finiti rom con cittadinanza rumena.\r\nL’esclusione dai diritti universali riservati ai “cittadini” progressivamente si sta estendendo anche a chi ha le “carte in regola” per muoversi e risiedere in Europa.\r\nDa decenni assistiamo all’estensione del concetto di nemico, che non è solo il soldato che indossa la divisa di un altro paese, ma è il civile straniero privo di permessi, e, passo dopo passo, anche il cittadino europeo, che si batte contro le regole di un mondo diviso in sommersi e salvati.\r\n\r\nDall'ordine americano al grande caos\r\nScenari di guerra globale: dall'Ucraina a Gaza, dal Sudan all'Armenia, dal mar Rosso a Taiwan\r\nIl prossimo venerdì ci sarà un incontro sugli scenari di guerra globale che rischiano di deflagrare in un conflitto dalle conseguenze devastanti.\r\nAd introdurre l’incontro del 24 maggio ci sarà Stefano Capello, che con cui abbiamo anticipato alcuni dei temi che affronteremo. \r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nDall'ordine americano al grande caos\r\nScenari di guerra globale: dall'Ucraina a Gaza, dal Sudan all'Armenia, dal mar Rosso a Taiwan\r\nVenerdì 24 maggio\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Stefano Capello\r\nGuerre di portata planetaria ci stanno portando sull'orlo della terza guerra mondiale. La spirale pare inarrestabile: il conflitto Russia Ucraina rischia di deflagrare in tutta Europa.\r\nL'Italia è direttamente coinvolta con le proprie truppe e con il proprio apparato militare industriale. È in prima fila in conflitti in cui gioca in proprio e in varie alleanze a geografia variabile.\r\nLa crisi mondiale, le pericolose convulsioni dell'impero statunitense e della Russia in un pianeta multipolare, le aspirazioni imperialiste concorrenti di potenze regionali come la Turchia, il grande saccheggio dell'Africa, l'imporsi inarrestabile della Cina rendono la china verso il peggio sempre più scivolosa.\r\nL'intersecarsi di pulsioni nazionaliste, guerre di religione e di interesse mira a rendere complici dei massacri le popolazioni più direttamente colpite.\r\nNon solo. Nel nostro paese il governo sta facendo una campagna di arruolamento permanente. Di fronte all'escalation bellica vogliono gente assuefatta e disponibile alla concreta possibilità di un coinvolgimento diretto sempre maggiore.\r\nNon per caso il processo di militarizzazione investe le nostre città, le nostre scuole, i principali mezzi di comunicazione e le istituzioni culturali.\r\nGuerra interna e guerra esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della guerra ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e dei flussi informativi.\r\nComprendere le dinamiche della guerra globale, cogliere gli elementi di resistenza, disfattismo, diserzione è necessario per rinforzare le reti antimilitariste ed internazionaliste di opposizione alla guerra.\r\n\r\nIn occasione della serata verrà fatta una raccolta fondi per sostenere gli anarchici sudanesi. In un anno di guerra civile quest* compagn*, oppositor* del passato regime e dei due signori della guerra che si contendono il paese, hanno attuato numerose iniziative di lotta e di solidarietà con la popolazione stremata dalla guerra. Oggi stanno subendo una durissima repressione. Alcuni sono stati arrestat* e torturat*. La compagna Sarah è stata violentata e uccisa.\r\n\r\nSenzapatria \r\nSabato 1 e domenica 2 giugno\r\nGiornate di lotta al militarismo\r\nContro la guerra, l’occupazione militare delle periferie, la produzione bellica, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon i disertori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 1 giugno\r\nVia i militari dalle strade!\r\nore 15,30 corso Palermo angolo via Sesia (se piove in piazza Crispi)\r\nDistro, interventi, musica, giri per il quartiere militarizzato.\r\nAlba e Carenza 503 nel canzoniere antimilitarista, la Clown Army pattuglierà l’area per l’intera giornata. \r\n\r\nDomenica 2 giugno\r\nAntimilitaristi per i quartieri di Torino\r\nSmilitarizziamo la città!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\n\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","23 Maggio 2024","2024-05-23 19:51:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/EUtrippingrefugee-200x110.jpg","Anarres del 17 maggio. Fortezza Europa: muri più alti. Repressione in Grecia. Dall'ordine americano al grande caos: scenari di guerra globale...",1716493770,[],[],{"post_content":451,"post_title":455},{"matched_tokens":452,"snippet":453,"value":454},[96,242,18,95],"fondi per sostenere gli anarchici \u003Cmark>sudan\u003C/mark>esi. \u003Cmark>In\u003C/mark> un anno di \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>civile\u003C/mark> quest* compagn*, oppositor* del passato","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Questo regolamento esclude l’esame delle singole posizioni, perché prevede che questa “procedura di frontiera” venga usata principalmente per i richiedenti asilo considerati un “pericolo” per i paesi dell’Unione, per coloro che provengono dai paesi considerati “sicuri” e per chi proviene da paesi che, anche per altri motivi, hanno un tasso molto basso (sotto il 20 per cento) di domande d’asilo accolte.\r\nSe la loro richiesta verrà rifiutata, come è molto probabile \u003Cmark>in\u003C/mark> questi casi, i migranti dovranno essere espulsi verso il loro paese d’origine o un cosiddetto “paese terzo”, fra cui ci sono anche quelli da cui spesso partono per raggiungere i paesi europei: Tunisia, Libia, Turchia.\r\nI paesi dell’UE hanno due anni per recepire nella loro legislazione le nuove norme UE.\r\nUn nuovo capitolo della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> ai migranti è stato scritto.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele\r\n\r\nGrecia. Prigione amministrativa ed espulsione per chi lotta\r\n\u003Cmark>In\u003C/mark> questi anni tanti europei si sono trasferiti ad Atene per vivere, studiare, lavorare. Alcuni di loro partecipano attivamente alle lotte politiche e sociali del paese.\r\nDopo lo sgombero delle università occupate per cercare di porre un freno all’invasione di Rafah, una settantina di attivisti sono stati fermati e portati \u003Cmark>in\u003C/mark> questura. Tutti gli occupanti sono stati denunciati a piede libero. I greci sono stati tutti rilasciati, 9 compagn* di varie nazionalità europee sono stati rinchiusi \u003Cmark>in\u003C/mark> un centro di detenzione per stranieri a 50 chilometri da Atene. Hanno cinque giorni per fare ricorso prima di essere espulsi.\r\nNei loro confronti è stata applicata una misura di carattere amministrativo, \u003Cmark>in\u003C/mark> base ad una generica rilevazione di “pericolosità sociale”.\r\nDa qualche tempo, la detenzione amministrativa e l’espulsione degli indesiderabili, non è solo applicata ai non europei, ma si estende anche ai cittadini dell’UE.\r\nEsempi simili si sono registrati di recente \u003Cmark>in\u003C/mark> Francia. \u003Cmark>In\u003C/mark> Italia nel mirino sono finiti rom con cittadinanza rumena.\r\nL’esclusione dai diritti universali riservati ai “cittadini” progressivamente si sta estendendo anche a chi ha le “carte \u003Cmark>in\u003C/mark> regola” per muoversi e risiedere \u003Cmark>in\u003C/mark> Europa.\r\nDa decenni assistiamo all’estensione del concetto di nemico, che non è solo il soldato che indossa la divisa di un altro paese, ma è il \u003Cmark>civile\u003C/mark> straniero privo di permessi, e, passo dopo passo, anche il cittadino europeo, che si batte contro le regole di un mondo diviso \u003Cmark>in\u003C/mark> sommersi e salvati.\r\n\r\nDall'ordine americano al grande caos\r\nScenari di \u003Cmark>guerra\u003C/mark> globale: dall'Ucraina a Gaza, dal \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> all'Armenia, dal mar Rosso a Taiwan\r\nIl prossimo venerdì ci sarà un incontro sugli scenari di \u003Cmark>guerra\u003C/mark> globale che rischiano di deflagrare \u003Cmark>in\u003C/mark> un conflitto dalle conseguenze devastanti.\r\nAd introdurre l’incontro del 24 maggio ci sarà Stefano Capello, che con cui abbiamo anticipato alcuni dei temi che affronteremo. \r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nDall'ordine americano al grande caos\r\nScenari di \u003Cmark>guerra\u003C/mark> globale: dall'Ucraina a Gaza, dal \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> all'Armenia, dal mar Rosso a Taiwan\r\nVenerdì 24 maggio\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Stefano Capello\r\nGuerre di portata planetaria ci stanno portando sull'orlo della terza \u003Cmark>guerra\u003C/mark> mondiale. La spirale pare inarrestabile: il conflitto Russia Ucraina rischia di deflagrare \u003Cmark>in\u003C/mark> tutta Europa.\r\nL'Italia è direttamente coinvolta con le proprie truppe e con il proprio apparato militare industriale. È \u003Cmark>in\u003C/mark> prima fila \u003Cmark>in\u003C/mark> conflitti \u003Cmark>in\u003C/mark> cui gioca \u003Cmark>in\u003C/mark> proprio e \u003Cmark>in\u003C/mark> varie alleanze a geografia variabile.\r\nLa crisi mondiale, le pericolose convulsioni dell'impero statunitense e della Russia \u003Cmark>in\u003C/mark> un pianeta multipolare, le aspirazioni imperialiste concorrenti di potenze regionali come la Turchia, il grande saccheggio dell'Africa, l'imporsi inarrestabile della Cina rendono la china verso il peggio sempre più scivolosa.\r\nL'intersecarsi di pulsioni nazionaliste, guerre di religione e di interesse mira a rendere complici dei massacri le popolazioni più direttamente colpite.\r\nNon solo. Nel nostro paese il governo sta facendo una campagna di arruolamento permanente. Di fronte all'escalation bellica vogliono gente assuefatta e disponibile alla concreta possibilità di un coinvolgimento diretto sempre maggiore.\r\nNon per caso il processo di militarizzazione investe le nostre città, le nostre scuole, i principali mezzi di comunicazione e le istituzioni culturali.\r\n\u003Cmark>Guerra\u003C/mark> interna e \u003Cmark>guerra\u003C/mark> esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e dei flussi informativi.\r\nComprendere le dinamiche della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> globale, cogliere gli elementi di resistenza, disfattismo, diserzione è necessario per rinforzare le reti antimilitariste ed internazionaliste di opposizione alla \u003Cmark>guerra\u003C/mark>.\r\n\r\n\u003Cmark>In\u003C/mark> occasione della serata verrà fatta una raccolta fondi per sostenere gli anarchici \u003Cmark>sudan\u003C/mark>esi. \u003Cmark>In\u003C/mark> un anno di \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>civile\u003C/mark> quest* compagn*, oppositor* del passato regime e dei due signori della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> che si contendono il paese, hanno attuato numerose iniziative di lotta e di solidarietà con la popolazione stremata dalla \u003Cmark>guerra\u003C/mark>. Oggi stanno subendo una durissima repressione. Alcuni sono stati arrestat* e torturat*. 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Uno dei prodotti del riprocessamento delle scorie è il plutonio, che serve a fare le bombe atomiche.\r\nNe abbiamo parlato con Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino\r\n\r\nI come Intelligence. Studenti a lezione dai servizi segreti\r\nI come Intelligence. Il nome del “progetto” non lascia spazi a dubbi o fraintendimenti. È il frutto di un recentissimo accordo – senza precedenti in Italia – tra il ministero dell’Istruzione e del merito e il dipartimento delle Informazioni per la sicurezza (DIS), l’organo della presidenza del Consiglio a capo dei servizi segreti. “I come Intelligence è rivolto agli studenti del primo biennio delle scuole superiori. “Esso è volto ad accompagnare i giovani alla scoperta di funzioni, compiti, organizzazione e protagonisti degli Organismi informativi, così come dei principali fenomeni di minaccia”, spiegano i firmatari..\r\nNello specifico, l’intesa Istruzione-DIS prevede l’organizzazione di “iniziative di divulgazione e formazione” rivolte alle nuove generazioni per “favorire la consapevolezza sulle funzioni assegnate all’Intelligence italiana” ed “esplorare la storia, il linguaggio, i protagonisti e l’organizzazione dei Servizi Segreti italiani”.\r\nCon quest’ultima iniziativa il governo punta sia al reclutamento sia all’indottrinamento. A ragazzi e ragazze verranno anche spiegate le “principali minacce del mondo contemporaneo”. Quelle “interne” e quelle “esterne”. Una buona occasione per puntare il dito contro chi lotta contro un ordine del mondo ingiusto, predatorio, questo sì una vera minaccia per le vite di miliardi di persone.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nFranco Serantini. Gli anarchici non dimenticano\r\nAnarchico del Gruppo “Giuseppe Pinelli” di Pisa, Franco era sceso in piazza il 5 maggio 1972 per opporsi al comizio elettorale del fascista Giuseppe Niccolai del MSI. Viene preso sul Lungarno Gambacorti dalla celere, che lo massacra di colpi con i manganelli, gli stivali e i calci dei fucili. Viene portato al carcere Don Bosco di Pisa, dove non riceve alcuna cura e muore per le conseguenze del pestaggio il 7 maggio, mentre si aprivano i seggi per le elezioni politiche.\r\nAnche quest’anno c’è stata a Pisa una manifestazione per ricordare Franco.\r\nCon Dario Antonelli, uno dei compagni che hanno partecipato all’iniziativa, abbiamo ricostruito il clima di quegli anni, il forte impegno dei compagni e delle compagne, sia nell’informazione sulla strage di Stato di piazza Fontana e l’assassinio di Giuseppe Pinelli, sia nella lotta per la liberazione degli anarchic* in carcere per le bombe di Milano. \r\n\r\nGenealogia della criminalizzazione delle ONG e della solidarietà in mare\r\nIl 19 aprile si è concluso il più grande processo contro la solidarietà in mare, con le Ong impegnate in operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale sul banco degli imputati. Ventuno membri degli equipaggi di Jugend Rettet, Save the Children e Medici Senza Frontiere sono stati prosciolti dal giudice dell’udienza preliminare di Trapani, perché “il fatto non sussiste“.\r\nQuesta sentenza arriva dopo sette anni e il deterioramento dell’imbarcazione Iuventa, sequestrata e lasciata in stato di abbandono nel porto di Trapani dal 2017.\r\nMa come è nata la criminalizzazione delle Ong e della solidarietà in mare? 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Quanto puoi, più che puoi!\r\nPrenotazioni a antimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nDall'ordine americano al grande caos\r\nScenari di \u003Cmark>guerra\u003C/mark> globale: dall'Ucraina a Gaza, dal \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> all'Armenia, dal mar Rosso a Taiwan\r\nVenerdì 24 maggio\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Stefano Capello\r\n\r\nGuerre di portata planetaria ci stanno portando sull'orlo della terza \u003Cmark>guerra\u003C/mark> mondiale. La spirale pare inarrestabile: il conflitto Russia Ucraina rischia di deflagrare \u003Cmark>in\u003C/mark> tutta Europa.\r\nL'Italia è direttamente coinvolta con le proprie truppe e con il proprio apparato militare industriale. 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Di fronte all'escalation bellica vogliono gente assuefatta e disponibile alla concreta possibilità di un coinvolgimento diretto sempre maggiore.\r\nNon per caso il processo di militarizzazione investe le nostre città, le nostre scuole, i principali mezzi di comunicazione e le istituzioni culturali.\r\n\u003Cmark>Guerra\u003C/mark> interna e \u003Cmark>guerra\u003C/mark> esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e dei flussi informativi.\r\nComprendere le dinamiche della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> globale, cogliere gli elementi di resistenza, disfattismo, diserzione è necessario per rinforzare le reti antimilitariste ed internazionaliste di opposizione alla \u003Cmark>guerra\u003C/mark>.\r\n\r\n\u003Cmark>In\u003C/mark> occasione della serata verrà fatta una raccolta fondi per sostenere gli anarchici \u003Cmark>sudan\u003C/mark>esi. \u003Cmark>In\u003C/mark> un anno di \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>civile\u003C/mark> quest* compagn*, oppositor* del passato regime e dei due signori della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> che si contendono il paese, hanno attuato numerose iniziative di lotta e di solidarietà con la popolazione stremata dalla \u003Cmark>guerra\u003C/mark>. Oggi stanno subendo una durissima repressione. Alcuni sono stati arrestat* e torturat*. La compagna Sarah è stata violentata e uccisa.\r\n\r\nSabato 1 e domenica 2 giugno\r\nSenzapatria \r\nGiornate di lotta al militarismo\r\nContro la \u003Cmark>guerra\u003C/mark>, l’occupazione militare delle periferie, la produzione bellica, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon i disertori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 1 giugno\r\nVia i militari dalle strade!\r\nore 15,30 corso Palermo angolo via Sesia\r\n\r\nDomenica 2 giugno\r\nAntimilitaristi per i quartieri di Torino.\r\nSmilitarizziamo la città!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 \u003Cmark>in\u003C/mark> corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\n\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[485],{"matched_tokens":486,"snippet":92,"value":92},[18],[488,490],{"field":115,"matched_tokens":489,"snippet":453,"value":483},[96,242,18,95],{"field":37,"indices":491,"matched_tokens":492,"snippets":494,"values":495},[49],[493],[18],[92],[92],{"best_field_score":465,"best_field_weight":173,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":49,"score":466,"tokens_matched":125,"typo_prefix_score":27},{"document":498,"highlight":510,"highlights":518,"text_match":523,"text_match_info":524},{"comment_count":49,"id":499,"is_sticky":49,"permalink":500,"podcastfilter":501,"post_author":404,"post_content":502,"post_date":503,"post_excerpt":55,"post_id":499,"post_modified":504,"post_thumbnail":505,"post_title":506,"post_type":379,"sort_by_date":507,"tag_links":508,"tags":509},"95297","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-30-01-2025-colombia-nel-catatumbo-si-arena-il-processo-di-pace-e-la-presidenza-petro-sudan-guerra-senza-fine-i-territori-doltremare-francesi-spingono-per-la-decolonizzazione/",[353],"Bastioni di Orione in questa puntata insieme a Cristina Vargas, antropologa colombiana , racconta della situazione del Catatumbo ,regione della Colombia al confine con il Venezuela . Una regione ricca di materie prime ma occupata dalla coltivazione della coca e da laboratori per la produzione ,dove lo stato colombiano è totalmente assente e il territorio è attraversato da guerriglie in complicità con i trafficanti ,cartelli della droga messicani e paramilitari. Qui si stanno scontrando da diversi giorni le forze dell'ELN (gruppo guerrigliero attivo dal 1964) e i dissidenti del 33° fronte delle FARC (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) per il controllo del territorio .Questi scontri hanno fatto ripiombare la regione nell'incubo della guerra provocando circa 40000 profughi costretti ad abbandonare le proprie abitazioni e fuggire anche verso il confine venezuelano . Il presidente Petro ha inviato l'esercito e dichiarato lo stato d'emergenza , il processo di pace che era stato implementato con le guerriglie si è arenato forse definitivamente ,anche perchè ormai i capi dell'ELN sono ricercati e l'organizzazione considerata alla stregua di un gruppo criminale di narcotrafficanti . La risposta militare e lo stato di guerra impedisce una mobilitazione sociale dal basso ,le condizioni strutturali di arretratezza della regione che costringono i contadini a dedicarsi alla coltivazione della coca ,non trovano risoluzione anche per l'incapacità dello stato colombiano di reperire le risorse per un cambiamento di rotta dell'economia del Catatumbo dipendente dalla produzione e dal traffico della coca. A Bogotà il governo Petro è in difficoltà ,non ha una maggioranza in parlamento , la crisi economica e la disillusione rispetto alle aspettative della sua presidenza stanno allontanando alcuni settori sociali che lo avevavo sostenuto. Tuttavia la crisi dei migranti rimpatriati \"manu militari\" dall'amministrazione Trump e la minaccia dei dazi ,è stata raccontata dai media colombiani come un braccio di ferro vincente con l'ingombrante vicino yanqui ,giocato dalla presidenza Petro sul principio del rispetto della dignità umana dei rimpatriati che ha raccolto un vasto consenso nel paese.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-DI-ORIONE-30012025-CRISTINA-VARGAS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Ali, cittadino italo sudanese residente aTorino , parliamo della guerra in Sudan ,con uno sguardo dall'interno che ci restituisce una prospettiva di drammatica divisione della società sudanese. Emerge il dato della presenza nell'esercito e anche nelle Forze di Supporto Rapido di elementi legati al vecchio regime di Al Bashir ,alcuni di questi personaggi come Ahmad Harun ,ex ministro degli interni del governo islamista, ricercati dalla giustizia internazionale. Alcuni di questi islamisti radicali provengono anche da altri paesi mentre altri costituiscono pezzi dello stato profondo del regime di Al Bashir. Alcune milizie combattenti sono state formate dai servizi segreti del precedente governo e si sono rese protagoniste delle brutalità commesse contro la popolazione civile ,mentre sul terreno nonostante l'avanzata dell'esercito di Al Bhuran con la conquista del capoluogo della fertile regione di El Gezira ,le RSF di Hemmeti controllano importanti porzioni di territorio tra cui il Kordofan e il Darfur. Constatiamo la mancanza di volontà di dialogo tra le parti ,la violenza crescente contro la popolazione civile ,le dimensioni della catastrofe umanitaria ,la divisione della società sudanese ,la debolezza delle forze politiche eredi della rivoluzione civile che defenestro' Al Bashir ,la pervasività della fallace percezione del ruolo stabilizzatore dell'esercito anche all'interno della diaspora sudanese .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-30012025-ALI-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Adriano Favole ,antropologo e conoscitore della Nuova Caledonia, parliamo della nascita del \" Front international de decolonisation\" che unisce i movimenti indipendentisti di Guadalupa, Martinica, Guyana francese, Polinesia e Corsica nella cui dichiarazione finale si afferma che \" l' obiettivo fondamentale è unire le nostre forze per liberare definitivamente i nostri paesi e il pianeta da ogni presenza coloniale. Affermiamo che nel contesto del crollo di un ordine mondiale caratterizzato dallo sfruttamento dei più fragili e dal dominio di una parte significativa del mondo da parte di poche potenze predatorie, è giunto il momento di unirci per guidare le nostre nazioni alla loro piena sovranità e partecipare così alla costruzione di un mondo migliore, rispettoso della dignità delle donne e degli uomini \". Si esprime una forte richiesta anche del riconoscimento della cultura dei popoli nativi che viene totalmente ignorata nel sistema scolastico dove nello specifico della Nuova Caledonia,nei programmi scolastici non vengono menzionati i legami con le altre isole del Pacifico. Il colonialismo francese si estrinseca nell'asse privilegiato con la metropoli a discapito dei paesi limitrofi ,costringendo ad importare merci costose dalla \"madrepatria\" ,impedendo le relazioni commerciali con altre isole con cui le popolazioni della Nuova Caledonia hanno sempre avuto relazioni di scambio ,costituendo un sistema insostenibile e costoso per la popolazione locale . La Francia che sta perdendo ormai pezzi del suo ex impero in Africa ,persiste a sostenere la sua presenza nel Pacifico per ragioni geo strategiche ,per lo sfruttamento delle risorse marine e anche se in misura minore per lo sfruttamento del nichel. \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-DI-ORIONE-FAVOLE-NUOVA-Caledonia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","1 Febbraio 2025","2025-02-01 19:53:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 30/01/2025-COLOMBIA, NEL CATATUMBO SI ARENA IL PROCESSO DI PACE E LA PRESIDENZA PETRO-SUDAN GUERRA SENZA FINE-I TERRITORI D'OLTREMARE FRANCESI SPINGONO PER LA DECOLONIZZAZIONE.",1738439628,[412],[362],{"post_content":511,"post_title":515},{"matched_tokens":512,"snippet":513,"value":514},[96,18,79,15],"nbsp;\r\n\r\nCon Ali, cittadino italo \u003Cmark>sudan\u003C/mark>ese residente aTorino , parliamo della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> ,con uno sguardo dall'interno che","Bastioni di Orione \u003Cmark>in\u003C/mark> questa puntata insieme a Cristina Vargas, antropologa colombiana , racconta della situazione del Catatumbo ,regione della Colombia al confine con il Venezuela . Una regione ricca di materie prime ma occupata dalla coltivazione della coca e da laboratori per la produzione ,dove lo stato colombiano è totalmente assente e il territorio è attraversato da guerriglie \u003Cmark>in\u003C/mark> complicità con i trafficanti ,cartelli della droga messicani e paramilitari. Qui si stanno scontrando da diversi giorni le forze dell'ELN (gruppo guerrigliero attivo dal 1964) e i dissidenti del 33° fronte delle FARC (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) per il controllo del territorio .Questi scontri hanno fatto ripiombare la regione nell'incubo della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> provocando circa 40000 profughi costretti ad abbandonare le proprie abitazioni e fuggire anche verso il confine venezuelano . 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A Bogotà il governo Petro è \u003Cmark>in\u003C/mark> difficoltà ,non ha una maggioranza \u003Cmark>in\u003C/mark> parlamento , la crisi economica e la disillusione rispetto alle aspettative della sua presidenza stanno allontanando alcuni settori sociali che lo avevavo sostenuto. 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I video che accompagnavano le segnalazioni mostravano due di loro sdraiati, privi di sensi, sulla neve. Abbiamo chiamato il numero di emergenza 112 numerose volte, chiedendo assistenza immediata. Allo stesso tempo ci siamo mossi per cercare di raggiungere i ragazzini ben sapendo per esperienza che la polizia di frontiera è solita omettere il soccorso dei migranti o respingerli in Turchia». Dopo essere stati fermati e minacciati più volte dalla polizia bulgara racconta Simone «Alla fine quando li abbiamo raggiunti i ragazzi erano già morti. Potevano essere salvati, accanto ai corpi c’erano impronte degli scarponi della polizia e i cadaveri erano visibili dal sentiero». Sulle risposte delle autorità sembrano esserci due sole spiegazioni possibili: o hanno visto e abbandonato le persone moribonde dopo averle trovate, oppure non hanno mai raggiunto le loro posizioni, pur avendo chiare indicazioni. Distinte impronte di stivali militari sulla neve intorno a uno dei corpi – poi cancellate quando la polizia di frontiera ha dovuto recuperare il corpo – suggeriscono che degli agenti erano presenti nelle ore precedenti, ma non hanno soccorso la persona, forse quando poteva ancora essere salvata.\r\n\r\n\r\nLe politiche migratorie europee stanno trasformando le frontiere di terra e di mare in veri e propri tritacarne autorizzati, che mettono le persone in pericolo e poi ne omettono il soccorso, rendendosi di fatto dirette responsabili della loro morte. Queste politiche hanno ucciso Ali, Samir e Yasser, così come decine di migliaia di individui alle frontiere europee negli ultimi vent’anni, e ne uccideranno molti altri se non verranno fermate. Non sono fallimenti delle politiche, ma le politiche stesse. Come premio per tutto ciò, alla Bulgaria è stato appena concesso l’accesso all’area Schengen.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SIMONE-ROTTE-BALCANICHE-BASIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Lorenzo Forlani ,giornalista e analista freelance che vive a Beirut ,parliamo delle prospettive politiche libanesi dopo l'elezione del presidente della repubblica il generale ex capo dell'esercito Joseph Aoun e la designazione del primo ministro Nawaf Salam ,ex presidente della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazione Unite. Entrambi uomini di riconosciuta esperienza politica ,le nomine sono frutto di una mediazione con la volontà di Hezbollah ,che sia pur ridimensionato dal punto di vista militare dall'offensiva sionista e la perdita del corridoio siriano,ha ancora un notevole potere d'interdizione negli equilibri politici libanesi. Le nomine sono frutto anche della rinnovata influenza delle forze filoisraeliane e dell'ingerenza americana ,un Libano indebolito ulteriormente in cui le forze reazionarie acarezzassero il malsano progetto di isolare la comunità scita esasperando la frammnetazione etnico confessionale ,farebbe comodo ad Israele che vorrebe trasferire nel paese dei cedri il modello applicato in Cisgiordania . La perdita di Nasrallah ,sostituito dal poco carismatico Quassem ,depaupera dal punto di vista politico Hezbollah ,costringendolo a rivedere la sua proiezione regionale concentrandosi sugli equilibri interni . Gli enormi costi della ricostruzione e il finanziamento dell'esercito condizioneranno la politica libanese sempre più dipendente da attori esterni.La crisi economica e di senso che sta attraversando il paese ,soprattutto dopo l'esplosione nel porto di Beirut, costringe il Libano a ripensarsi oltre il consociativismo confessionale e a fare i conti con la mancata riconciliazione nazionale dopo la guerra civile durata dal 1975 al 1990.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/FORLANI-LIBANO-BASTIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sara De Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della guerra in Sudan dopo la conquista da parte dell'esercito di Burham della città di Wad Madani ,capitale dello stato di El Gezir ed importante nodo strategico di comunicazione a 200km dalla capitale. Si susseguono notizie di torture ed uccisioni extragiudiziarie contro le comunità accusate di collaborare con le RSF ,gli Stati Uniti hanno adottato delle sanzioni contro il leader delle Forze di Supporto Rapido Hemmeti ma anche contro sette imprese emiratine accusate di essere coinvolte in operazioni finanziarie con le RSF. Successivamente gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al leader sudanese e capo dell’esercito Al Bhuram, accusandolo di aver scelto la via della guerra invece della negoziazione per porre fine al conflitto che ha causato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati. Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha dichiarato che sotto la guida di Al Burham, l’esercito sudanese ha adottato tattiche belliche che includono bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili, attacchi a scuole, mercati e ospedali, oltre a esecuzioni extragiudiziali. Questo equilibrismo sanzionatorio ha come scopo quello di segnalare la continua violazione di diritti umani da parte di entrambi gli schieramenti in una guerra brutale che non risparmia i civili e che ha provocato quasi 12 milioni di profughi e una crisi alimentari fra le più gravi del mondo .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SARA-DE-SIMONE-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","20 Gennaio 2025","2025-01-20 15:32:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 16/01/2025-AL CONFINE BULGARO DELLA FORTEZZA EUROPA CONTINUA LA STRAGE DI MIGRANTI- LIBANO, ISRAELE E STATI UNITI PUNTANO ALLA DESTABILIZZAZIONE CERCANDO DI EMARGINARE HEZBOLLAH-SUDAN, L'ESERCITO CONQUISTA POSIZIONI MENTRE LA GUERRA NON SI FERMA.",1737387136,[412],[362],{"post_content":541,"post_title":545},{"matched_tokens":542,"snippet":543,"value":544},[18,79,15],"Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> dopo la conquista da parte","Simone del collettivo \"Rotte balcaniche\" ci racconta la terribile esperienza vissuta al confine tra Bulgaria e Turchia.E' stato arrestato il 21 dicembre insieme a due compagne per aver soccorso dei migranti nel sud-est della Bulgaria, subendo un trattamento brutale da parte della polizia bulgara che si è di fatto rifiutata d'intervenire a soccorso dei migranti \u003Cmark>in\u003C/mark> difficoltà.\r\n\r\nRacconta Simone «Ci sono arrivate segnalazioni di tre minorenni soli e a rischio immediato di morte, probabilmente per ipotermia, vicino alla città di Burgas, nel sud-est della Bulgaria. I video che accompagnavano le segnalazioni mostravano due di loro sdraiati, privi di sensi, sulla neve. Abbiamo chiamato il numero di emergenza 112 numerose volte, chiedendo assistenza immediata. Allo stesso tempo ci siamo mossi per cercare di raggiungere i ragazzini ben sapendo per esperienza che la polizia di frontiera è solita omettere il soccorso dei migranti o respingerli \u003Cmark>in\u003C/mark> Turchia». Dopo essere stati fermati e minacciati più volte dalla polizia bulgara racconta Simone «Alla fine quando li abbiamo raggiunti i ragazzi erano già morti. Potevano essere salvati, accanto ai corpi c’erano impronte degli scarponi della polizia e i cadaveri erano visibili dal sentiero». Sulle risposte delle autorità sembrano esserci due sole spiegazioni possibili: o hanno visto e abbandonato le persone moribonde dopo averle trovate, oppure non hanno mai raggiunto le loro posizioni, pur avendo chiare indicazioni. Distinte impronte di stivali militari sulla neve intorno a uno dei corpi – poi cancellate quando la polizia di frontiera ha dovuto recuperare il corpo – suggeriscono che degli agenti erano presenti nelle ore precedenti, ma non hanno soccorso la persona, forse quando poteva ancora essere salvata.\r\n\r\n\r\nLe politiche migratorie europee stanno trasformando le frontiere di terra e di mare \u003Cmark>in\u003C/mark> veri e propri tritacarne autorizzati, che mettono le persone \u003Cmark>in\u003C/mark> pericolo e poi ne omettono il soccorso, rendendosi di fatto dirette responsabili della loro morte. Queste politiche hanno ucciso Ali, Samir e Yasser, così come decine di migliaia di individui alle frontiere europee negli ultimi vent’anni, e ne uccideranno molti altri se non verranno fermate. Non sono fallimenti delle politiche, ma le politiche stesse. Come premio per tutto ciò, alla Bulgaria è stato appena concesso l’accesso all’area Schengen.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SIMONE-ROTTE-BALCANICHE-BASIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Lorenzo Forlani ,giornalista e analista freelance che vive a Beirut ,parliamo delle prospettive politiche libanesi dopo l'elezione del presidente della repubblica il generale ex capo dell'esercito Joseph Aoun e la designazione del primo ministro Nawaf Salam ,ex presidente della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazione Unite. Entrambi uomini di riconosciuta esperienza politica ,le nomine sono frutto di una mediazione con la volontà di Hezbollah ,che sia pur ridimensionato dal punto di vista militare dall'offensiva sionista e la perdita del corridoio siriano,ha ancora un notevole potere d'interdizione negli equilibri politici libanesi. Le nomine sono frutto anche della rinnovata influenza delle forze filoisraeliane e dell'ingerenza americana ,un Libano indebolito ulteriormente \u003Cmark>in\u003C/mark> cui le forze reazionarie acarezzassero il malsano progetto di isolare la comunità scita esasperando la frammnetazione etnico confessionale ,farebbe comodo ad Israele che vorrebe trasferire nel paese dei cedri il modello applicato \u003Cmark>in\u003C/mark> Cisgiordania . La perdita di Nasrallah ,sostituito dal poco carismatico Quassem ,depaupera dal punto di vista politico Hezbollah ,costringendolo a rivedere la sua proiezione regionale concentrandosi sugli equilibri interni . Gli enormi costi della ricostruzione e il finanziamento dell'esercito condizioneranno la politica libanese sempre più dipendente da attori esterni.La crisi economica e di senso che sta attraversando il paese ,soprattutto dopo l'esplosione nel porto di Beirut, costringe il Libano a ripensarsi oltre il consociativismo confessionale e a fare i conti con la mancata riconciliazione nazionale dopo la \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>civile\u003C/mark> durata dal 1975 al 1990.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/FORLANI-LIBANO-BASTIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sara De Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>in\u003C/mark> \u003Cmark>Sudan\u003C/mark> dopo la conquista da parte dell'esercito di Burham della città di Wad Madani ,capitale dello stato di El Gezir ed importante nodo strategico di comunicazione a 200km dalla capitale. Si susseguono notizie di torture ed uccisioni extragiudiziarie contro le comunità accusate di collaborare con le RSF ,gli Stati Uniti hanno adottato delle sanzioni contro il leader delle Forze di Supporto Rapido Hemmeti ma anche contro sette imprese emiratine accusate di essere coinvolte \u003Cmark>in\u003C/mark> operazioni finanziarie con le RSF. Successivamente gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al leader \u003Cmark>sudan\u003C/mark>ese e capo dell’esercito Al Bhuram, accusandolo di aver scelto la via della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> invece della negoziazione per porre fine al conflitto che ha causato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati. Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha dichiarato che sotto la guida di Al Burham, l’esercito \u003Cmark>sudan\u003C/mark>ese ha adottato tattiche belliche che includono bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili, attacchi a scuole, mercati e ospedali, oltre a esecuzioni extragiudiziali. 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