","HAITI NELLA MORSA TRA VIOLENZA DELLE BANDE E POSSIBILITÀ DI INTERVENTO AMERICANE","post",1728661193,[59,60,61],"http://radioblackout.org/tag/donald-trump/","http://radioblackout.org/tag/haiti/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[28,20,15],{"post_content":64,"post_title":69,"tags":73},{"matched_tokens":65,"snippet":67,"value":68},[66],"Haiti","dall’assassinio del presidente Jovenel Moise, \u003Cmark>Haiti\u003C/mark> rimane senza un esecutivo forte:","A tre anni dall’assassinio del presidente Jovenel Moise, \u003Cmark>Haiti\u003C/mark> rimane senza un esecutivo forte: all’incertezza politica, alla crisi e alla progressiva spirale di violenza la comunità internazionale non sembra avere altra risposta che l’invio di forze di polizia con il compito di mantenere il controllo dei centri logistici e delle infrastrutture ed evitare che il paese sprofondi definitivamente nel caos. Pochi giorni fa l’ennesimo massacro (110 morti nella città di Port Condé) ha portato di nuovo l’attenzione dei media internazionali sull’attività delle bande criminali che dominano incontrastate l’arena politica \u003Cmark>haiti\u003C/mark>ana, forti di una falsa narrazione politica che vede i signori della guerra come protettori della popolazione e la violenza armata organizzata come unica possibilità di pressione per ottenere risposte ai bisogni sociali da un governo debolissimo e corrotto.\r\n\r\nUna situazione di instabilità e tensione che preoccupa sempre di più gli Stati Uniti, che si trovano a confrontarsi con una enorme ondata di immigrazione \u003Cmark>Haiti\u003C/mark>ana. Da un lato, gli USA aumentano le proprie pressioni sull’ONU per estendere e approfondire le missioni di sicurezza sull’isola, dall’altro il tema dell’immigrazione \u003Cmark>haiti\u003C/mark>ana sta tenendo banco tra i topic della campagna elettorale americana. Così, mentre Trump attacca gli “aliens” \u003Cmark>Haiti\u003C/mark>ani accusandoli addirittura di mangiare gli animali domestici dei cittadini americani e iniziano i rimpatri forzati dei migranti che erano riusciti a sfuggire alla violenza dell’isola caraibica, i conservatori degli Stati Uniti si trovano ancora una volta a demonizzare l’eredità politica di un popolo e di un Paese che, nel 1791, fu il primo a liberarsi del dominio coloniale bianco e ad abolire la schiavitù e che, da allora, è stato costantemente osteggiato dagli USA, tra un’occupazione militare durata 18 anni e il finanziamento della brutale dittatura dei Duvalier finita solo nel 1991.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Roberto Codazzi, giornalista ed esperto di \u003Cmark>Haiti\u003C/mark>.\r\n\r\nARTICOLI:\r\n\r\n \thttps://theconversation.com/the-us-election-has-put-the-spotlight-on-haiti-its-history-reveals-extensive-exploitation-by-the-us-and-france-239193\r\n \thttps://www.splinter.com/american-empire-the-torment-of-haiti\r\n \thttps://jacobin.com/2023/10/haiti-crises-chaos-united-states-foreign-policy-intervention\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/CODAZZIHAITI.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":70,"snippet":72,"value":72},[71],"HAITI","\u003Cmark>HAITI\u003C/mark> NELLA MORSA TRA VIOLENZA DELLE BANDE E POSSIBILITÀ DI INTERVENTO AMERICANE",[74,76,79],{"matched_tokens":75,"snippet":28},[],{"matched_tokens":77,"snippet":78},[20],"\u003Cmark>haiti\u003C/mark>",{"matched_tokens":80,"snippet":15},[],[82,85,90],{"field":83,"matched_tokens":84,"snippet":67,"value":68},"post_content",[66],{"field":33,"indices":86,"matched_tokens":87,"snippets":89},[17],[88],[20],[78],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":72,"value":72},"post_title",[71],578730123365712000,{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":45,"score":98,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":45},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",{"document":100,"highlight":117,"highlights":121,"text_match":124,"text_match_info":125},{"cat_link":101,"category":102,"comment_count":45,"id":103,"is_sticky":45,"permalink":104,"post_author":48,"post_content":105,"post_date":106,"post_excerpt":51,"post_id":103,"post_modified":107,"post_thumbnail":108,"post_thumbnail_html":109,"post_title":110,"post_type":56,"sort_by_date":111,"tag_links":112,"tags":116},[42],[44],"87999","http://radioblackout.org/2024/03/haiti-contesa/","In un'Haiti che ha dichiarato lo stato d'emergenza, con l'80% della capitale in mano alle bande armate ormai da sei mesi, si è arrivati ora al blocco totale delle infrastrutture e all'imposizione da Washington delle dimissioni dell'attuale governo. Di fatti il 12 Marzo Ariel Henry ha comunicato, da Puerto Rico dov'è stanziato nell'impossibilità di rientrare nel paese, le dimissioni non appena verrà instaurato un consiglio presidenziale di transizione.\r\n\r\nLa situazione attuale è il risultato dell'investimento statunitense nell'ascesa al potere di un'elité produttiva (Juvenel Moise ex presidente assassinato nel 2021 era uno dei maggiori industriali dell'isola) incaricata di gestire gli investimenti dei programmi di aiuto americani HELP e HOPE post terremoto e continuamente rinnovati. Elezioni fortemente contestate dalle organizzazioni sociali e dalla popolazione (in parte con forme di organizzazione autonome, in parte invece vincolate a competitors politici di Moise), che già accusavano il governo presieduto da Moise, assassinato poi nel 2021, di inadeguatezza di fronte alla crisi del paese.\r\n\r\nAbbiamo indagato il ruolo ambivalente delle gang, prevalentemente capeggiate da ex-polizziotti e storicamente legate a varie branche delle elites di potere, tra cui spicca il golpista Jimmy Chèrizier e narcotrafficante a capo della G9 an fanmi (e famiglia) e ora a capo della coalizione che riunisce anche la gang G-pep, Vivre Ensemble, che sembra nascondersi dietro a ideali rivoluzionari per non abbandonare il potere ottenuto.\r\n\r\nDall'altra parte vi è la risoluzione, datata 3 ottobre, delle Nazioni Unite che ha approvato l'intervento nell'area di un contingente di caschi blu, guidato dai militari Kenyoti. Cosa potrebbe cusare l'arrivo dei poliziotti internazionali? Quali le reali prospettive rispetto all'insediamento di un nuovo governo ad interim sulla styabilità del paese?\r\n\r\nNe parliamo ai microfoni con Roberto Codazzi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/HaitiCodazzi.mp3\"][/audio]","15 Marzo 2024","2024-03-17 16:06:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Haiti.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Haiti contesa",1710515098,[113,114,115,61],"http://radioblackout.org/tag/decolonizzazione/","http://radioblackout.org/tag/kenya/","http://radioblackout.org/tag/paramilitari/",[30,24,26,15],{"post_title":118},{"matched_tokens":119,"snippet":120,"value":120},[66],"\u003Cmark>Haiti\u003C/mark> contesa",[122],{"field":91,"matched_tokens":123,"snippet":120,"value":120},[66],578730123365187700,{"best_field_score":126,"best_field_weight":127,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":45,"score":128,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":45},"1108091338752",15,"578730123365187705",{"document":130,"highlight":144,"highlights":149,"text_match":124,"text_match_info":152},{"cat_link":131,"category":132,"comment_count":45,"id":133,"is_sticky":45,"permalink":134,"post_author":48,"post_content":135,"post_date":136,"post_excerpt":51,"post_id":133,"post_modified":137,"post_thumbnail":138,"post_thumbnail_html":139,"post_title":140,"post_type":56,"sort_by_date":141,"tag_links":142,"tags":143},[42],[44],"58574","http://radioblackout.org/2020/03/la-solidarieta-dei-medici-cubani-per-la-prima-volta-in-un-paese-occidentale/","La scorsa domenica una gruppo di 63 medici cubani, la Brigada Henry Reeve, è atterrato a Roma per contribuire all'attività sanitaria presso un ospedale lombardo.\r\n\r\nSi tratta di un fatto inedito dal punto di vista politico: è la prima volta che ai medici cubani, che hanno una lunga tradizione di solidarietà internazionalista in varie parti del mondo, è concesso di intervenire in un paese occidentale.\r\n\r\nIl fatto è ancor più significativo in quanto nello stesso giorno anche la N.A.T.O., per bocca del proprio segretario, ha offerto \"aiuto\" all'Italia per sconfiggere il coronavirus (magari bombardandolo con gli F35?!).\r\n\r\nAscolta la diretta di lunedì mattina con Marinella Correggia:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/cuba_solidale-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nHenry Reeve da giovane suonava il tamburo durante la Guerra civile americana e che fu uno degli eroi della prima guerra d’indipendenza cubana, tra il 1868 e il 1878. E' a lui che Fidel Castro ha intitolato il gruppo di medici viaggianti che negli ultimi anni ha inseguito emergenze sanitarie in mezzo mondo, il Contingente Internacional de Médicos Especializados en Situaciones de Desastres y Graves Epidemias. La Henry Reeve ha affrontato l’Ebola in Africa e il colera ad Haiti, le conseguenze di terremoti e uragani, sono l’avanguardia di quell’internazionalismo medico che Cuba porta avanti da anni, 55mila dottori che sono intervenuti in 67 paesi diversi, nelle emergenze di cui parlano tutti e in quelle di cui non parla nessuno. A gennaio sono stati in Sahara Occidentale, uno dei posti più dimenticati del globo, e in tutti gli ambulatori ci sono le foto di Che Guevara.","23 Marzo 2020","2020-03-26 10:30:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/FotoArrivo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/FotoArrivo-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/FotoArrivo-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/FotoArrivo-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/FotoArrivo.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La solidarietà dei medici cubani, per la prima volta in un paese occidentale",1584952163,[],[],{"post_content":145},{"matched_tokens":146,"snippet":147,"value":148},[66],"Africa e il colera ad \u003Cmark>Haiti\u003C/mark>, le conseguenze di terremoti e","La scorsa domenica una gruppo di 63 medici cubani, la Brigada Henry Reeve, è atterrato a Roma per contribuire all'attività sanitaria presso un ospedale lombardo.\r\n\r\nSi tratta di un fatto inedito dal punto di vista politico: è la prima volta che ai medici cubani, che hanno una lunga tradizione di solidarietà internazionalista in varie parti del mondo, è concesso di intervenire in un paese occidentale.\r\n\r\nIl fatto è ancor più significativo in quanto nello stesso giorno anche la N.A.T.O., per bocca del proprio segretario, ha offerto \"aiuto\" all'Italia per sconfiggere il coronavirus (magari bombardandolo con gli F35?!).\r\n\r\nAscolta la diretta di lunedì mattina con Marinella Correggia:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/cuba_solidale-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nHenry Reeve da giovane suonava il tamburo durante la Guerra civile americana e che fu uno degli eroi della prima guerra d’indipendenza cubana, tra il 1868 e il 1878. 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di un contingente di circa 1000 soldati kenioti per una missione definita statica al fine di contrastare lo strapotere delle gang che ormai controllano i quartieri della capitale e anche gli approviggionamenti di benzina e gasolio.\r\n\r\nLa popolazione fugge dalle violenze mentre l'amministrazione dello stato è al collasso ,le prospettive di successo della missione keniota sono incerte considerando il pregresso fallimento della missione MINUSTAH che contribui' alla diffusione del colera e fu accusata di vessazioni nei confronti della popolazione civile .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-DI-ORIONE-051023-HAITI.mp3\"][/audio]","8 Ottobre 2023","2023-10-08 18:47:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 05/10/2023- SUDAN LA GUERRA DIMENTICATA -HAITI L'ISOLA ALLA DERIVA 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violenze mentre l'amministrazione dello stato è al collasso ,le prospettive di successo della missione keniota sono incerte considerando il pregresso fallimento della missione MINUSTAH che contribui' alla diffusione del colera e fu accusata di vessazioni nei confronti della popolazione civile .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-DI-ORIONE-051023-HAITI.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":250,"snippet":251,"value":251},[71],"BASTIONI DI ORIONE 05/10/2023- SUDAN LA GUERRA DIMENTICATA -\u003Cmark>HAITI\u003C/mark> L'ISOLA ALLA DERIVA 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rivolte anti regime ,con Farian Sabahi giornalista e scrittrice di origine iraniana che racconta la crisi iraniana dalle pagine del Manifesto .Farian ci parla della natura sempre più estesa della rivolta ,degli scioperi dei lavoratori petroliferi e degli insegnanti,della frattura sociale che coinvolge anche la media borghesia,dello scontro di potere fra il clero e i Pasdaran, potenza militare ed economica ,della tendenza dell'Iran a rivolgersi verso oriente dal punto di vista commerciale ed economico ,del peso delle sanzioni , dell'estensione della ribellione anche nelle regioni curde e nel Belucistan.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-201022-IRAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLa Tunisia è un altro paese scosso dalle proteste contro le condizioni economiche che costringono la popolazione a sopportare la penuria alimentare e dei carburanti ,ne parliamo con Arianna Poletti giornalista free lance e ricercatrice che ci racconta delle manifestazioni di piazza a Tunisi e Zarzis ,della torsione autoritaria del presidente Saied ,della crisi finanziaria che costringe la Tunisia a richiedere un prestito al FMI con contropartite pesantissime ,della repressione poliziesca ,della fine delle aspettative della rivoluzione del 2011 ,delle file per il pane e la benzina.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-201022-TUNISIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine parliamo di un altra crisi quella di Haiti con Roberto Codazzi scrittore e giornalista che ci racconta del vuoto di potere dopo l'assassinio del presidente Jovenel Moise ,della presenza di gruppi armati criminali che si contendono il territorio ,della instabilità cronica del paese ,delle conseguenze del terremoto ,della richiesta d'intervento militare alle Nazione Unite ,dell'interesse di Messico e U.S.A. a controllare la zona in funzione antimigratoria ,del muro innalzato dalla Repubblica Dominicana ai confini con Haiti ,del retaggio storico del colonialismo e il debito\" monstre\" che la prima repubblica libera nata dalla rivoluzione degli schiavi dovette pagare ai francesi.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-201022-HAITI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","23 Ottobre 2022","2022-10-23 15:42:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 20/10/2022- IRAN NON E' SOLO QUESTIONE DI VELO LA RIVOLTA E I SUOI RISVOLTI SOCIALI-TUNISIA LA PIAZZA RIBOLLE ,LA POLIZIA SPARA E IL PANE MANCA -HAITI CON LA SUA CRISI PERENNE SCONTA IL PECCATO ORIGINALE DI ESSERE STATA LA PRIMA REPUBBLICA NERA E INDIPENDENTE DELLA STORIA MODERNA.",1666539739,[242],[206],{"post_content":273,"post_title":277},{"matched_tokens":274,"snippet":275,"value":276},[66],"un altra crisi quella di \u003Cmark>Haiti\u003C/mark> con Roberto Codazzi scrittore e giornalista"," 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Noboa vs Gonzáles: il ballottaggio in Ecuador vede il confronto dei molti mondi che compongono il paese..\r\n\r\nI reciproci tentativi di isolare il nemico dal mercato\r\nAbbiamo chiesto ad Alessandra Colarizi, direttrice editoriale di “China Files”, di restituirci un’idea di quello che può essere lo sguardo della società cinese sulla scomposta guerra commerciale trumpiana.\r\nA iniziare dall’identificazione di eventuali nuovi partner commerciali in sostituzione del mercato statunitense (considerando anche un’improbabile ulteriore estensione della presenza cinese in Africa, a fronte di un più probabile controllo della regione limitrofa – il libero scambio con Corea e Giappone? – e dell’Asean), o di assorbimento interno di parte delle esportazioni; prendendo poi in considerazione le contromisure non solo tariffarie adottate dal governo cinese, mirate e dunque già meditate prima che si scatenasse la buriana; la riduzione dei bond americani in pancia alle casse di Pechino (secondo detentore mondiale del debito di Washington); la creazione del welfare.\r\nSi è inserito anche il problema dei porti di Panama e degli altri scali interessati all’operazione di Trump, che mira a mettere sotto pressione la Cina. Il problema è quanto la guerra commerciale vada a impattare sul mercato del lavoro e sulle condizioni dei lavoratori cinesi, che hanno saputo inscenare “incidenti di massa” per protestare contro la recessione della qualità della vita.\r\nQueste ostilità si vanno a inserire in una contingenza che vede dal covid e dalla bolla immobiliare in avanti la situazione economico-finanziaria meno positiva e arrembante nello sviluppo commerciale cinese, che viene tamponata con il nazionalismo e la rivalità con gli Usa, quindi la guerra commerciale scatenata da Trump potrebbe essere un atout per rinforzare la difesa. Si va dipingendo un gioco di guerra che vede i due contendenti intenti a isolare il nemico nel suo recinto, precludendogli relazioni commerciali con il resto del mondo.\r\nSicuramente i prodotti cinesi sono concorrenziali con qualsiasi altro prodotto per qualità/prezzo, a prescindere da qualsiasi guerra di dazi. 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Infatti l’indifferenza per le condizioni disastrose in cui versa in particolare la capitale e la crisi esistenziale di un paese privo di risorse, saccheggiato da gang che spadroneggiano facendosi beffe di truppe keniane dell’Onu e armate dalla vicina Florida.\r\nRoberto Codazzi ci aggiorna sulla situazione, ma soprattutto dipinge il quadro per cui riusciamo a farci un’idea di cosa significa vivere in queste condizioni, con le gang che controllano tutti i quartieri della capitale tranne uno, con sparuti gruppi di autodifesa di cittadini (e si registrano linciaggi di appartenenti alle gangs catturati), scarsità di cibo, baratto, ritorno alle campagne per poter coltivare almeno il nutrimento, difficoltà di movimenti per i molti posti di blocco gestiti dalle bande e le comunicazioni affidate a eroici giornalisti radiofonici che vengono assassinati, quando si individuano le sedi delle radio. Le uniche merci che transitano tra Miami e Port-au-Prince sono le armi; altra provenienza di armi è dalla Colombia/Venezuela nel sistema del narcotraffico, che vede in Haiti un hub.\r\nTra Repubblica dominicana e Haiti ci sono costanti frizioni, frontiere chiuse – pur se sono concesse aperture a merci per consentire la sopravvivenza in assenza di possibilità di accesso al territorio haitiano. Ora si aggiungono rimpatri e restrizioni sui cittadini haitiani presenti in territorio dominicano, anche se la repubblica dominicana si fonda sulla manodopera a basso costo dei “cugini” haitiani, che ora si contano in misura di circa 2 milioni di presenze in condizioni precarie. Si organizzano marce per l’espulsione dal territorio turistico dominicano.\r\nGli haitiani sono respinti senza interruzione dagli Usa dal mandato di Obama: una situazione consolidata dalle immagini al confine messicano, quando venivano inseguiti con i lazos; i rimpatri sono ora ridotti dalla chiusura degli aeroporti.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/l-ulteriore-deterioramento-della-vita-di-haiti--65552467\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione al Caribe si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/RobertoCodazzi_Gangs-of-Port-au-Prince.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Davide Matrone ,docente universitario e giornalista freelance che vive a Quito , parliamo delle elezioni presidenziali in Ecuador , lunedi ci sarà il ballottaggio fra la candidata di \"Revolucion Ciudadana\", partito legato al correismo ,Luisa Gonzalez e il figlioccio della dinastia più ricca dell'Ecuador ,Daniel Noboa ,attuale presidente . Nonostante qualche scivolone xenofobo sulla questione dei rifugiati venezuelani che vorrebbe rimpatriare forzosamente e l'assenza nella sua campagna elettorale dei temi del lavoro ,Luisa Gonzalez incarna la sinistra che c'è in Ecuador in questo momento storico ,sicuramente lontana dalla radicalità del correismo della prima ora .L'alleanza storica con il movimento indigeno Pachakutik - braccio politico della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie), la più grande del Paese - guidato da Leonidas Iza sposta il baricentro della \" revolucion ciudadana\" verso posizioni piu' progressiste ed evidenzia il prevalere all'interno delle comunità indigene di posizioni antiliberiste rompendo con il sostegno ai presidenti conservatori Lasso e Noboa dei cosidetti \"ponchos dorados \" la borghesia indigena che aveva fatto blocco con le élite reazionarie di Quito. Noboa ha fallitto totalmente sulla questione della sicurezza in un paese che è diventato hub privilegiato dei narcotrafficanti in America Latina ,tanto da dover ricorrere ai mercenari americani della \"Blackwater\" ,mandando evidenti segnali di debolezza e inadeguatezza nell'affrontare il problema della sicurezza che è molto sentito dalla popolazione che fino a qualche tempo fa viveva in paese considerato realtivamente sicuro ,mentre adesso L'Ecuador ha il tasso di omicidi più elevato del Sudamerica. Il ricorso ai mercenari nordamericani si configura anche come un ingerenza palese di un paese straniero negli affari interni dell'Ecuador ,mentre si manifesta la subordinazione di Noboa alle pretese di Washington che vorrebbe riappropiarsi anche della base militare di Manta , chiusa nel 2006 da Correa.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-nuovo-ciclo-del-correismo--65555974\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione all'America latina si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BASTIONI-10042025-ECUADOR.mp3\"][/audio]","13 Aprile 2025","2025-04-14 12:50:31","BASTIONI DI ORIONE 10/04/2025- LA SOCIETÀ CINESE AL TEMPO DEI DAZI - IL TERRORE S’INSTALLA A PORT-AU-PRINCE -DIETRO AL BALLOTTAGGIO TANTI ECUADOR",1744540748,[242],[206],{"post_content":300},{"matched_tokens":301,"snippet":302,"value":303},[20,20],"possibilità di accesso al territorio \u003Cmark>haiti\u003C/mark>ano. 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Nonostante qualche scivolone xenofobo sulla questione dei rifugiati venezuelani che vorrebbe rimpatriare forzosamente e l'assenza nella sua campagna elettorale dei temi del lavoro ,Luisa Gonzalez incarna la sinistra che c'è in Ecuador in questo momento storico ,sicuramente lontana dalla radicalità del correismo della prima ora .L'alleanza storica con il movimento indigeno Pachakutik - braccio politico della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie), la più grande del Paese - guidato da Leonidas Iza sposta il baricentro della \" revolucion ciudadana\" verso posizioni piu' progressiste ed evidenzia il prevalere all'interno delle comunità indigene di posizioni antiliberiste rompendo con il sostegno ai presidenti conservatori Lasso e Noboa dei cosidetti \"ponchos dorados \" la borghesia indigena che aveva fatto blocco con le élite reazionarie di Quito. Noboa ha fallitto totalmente sulla questione della sicurezza in un paese che è diventato hub privilegiato dei narcotrafficanti in America Latina ,tanto da dover ricorrere ai mercenari americani della \"Blackwater\" ,mandando evidenti segnali di debolezza e inadeguatezza nell'affrontare il problema della sicurezza che è molto sentito dalla popolazione che fino a qualche tempo fa viveva in paese considerato realtivamente sicuro ,mentre adesso L'Ecuador ha il tasso di omicidi più elevato del Sudamerica. Il ricorso ai mercenari nordamericani si configura anche come un ingerenza palese di un paese straniero negli affari interni dell'Ecuador ,mentre si manifesta la subordinazione di Noboa alle pretese di Washington che vorrebbe riappropiarsi anche della base militare di Manta , chiusa nel 2006 da Correa.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-nuovo-ciclo-del-correismo--65555974\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione all'America latina si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BASTIONI-10042025-ECUADOR.mp3\"][/audio]",[305],{"field":83,"matched_tokens":306,"snippet":302,"value":303},[20,20],{"best_field_score":126,"best_field_weight":153,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":45,"score":154,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":45},{"document":309,"highlight":321,"highlights":326,"text_match":124,"text_match_info":329},{"comment_count":45,"id":310,"is_sticky":45,"permalink":311,"podcastfilter":312,"post_author":233,"post_content":313,"post_date":314,"post_excerpt":51,"post_id":310,"post_modified":315,"post_thumbnail":316,"post_title":317,"post_type":239,"sort_by_date":318,"tag_links":319,"tags":320},"93529","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-14-11-2024-declino-dellegemonia-americana-e-deglobalizzazione-cop29-linutile-parata-delle-lobbies-del-fossile-haiti-la-crisi-politica-e-lo-stratopotere-delle-gang/",[190],"Bastioni di Orione in questa puntata si confronta con Fabrizio Maronta consigliere scientifico e responsabile delle relazioni internazionali di Limes ,autore del libro \"Deglobalizzazione\". Si parte dalla distanza fra l'ideologia liberal democratica e le prassi autoritarie di gestione del comando capitalista in questa fase in cui il capitalismo americano esprime delle tendenze oligarchiche conseguenza anche dei processi di deindustrializzazione,che hanno creato una classe di oligopolisti dell'economia digitale.\r\n\r\nL'emergere della Cina che si presenta come un paese ipercapitalista e concorrente sottraendosi alla cooptazione subordinata nel processo di globalizzazione americana ,costituisce un imprevisto storico che s'interseca con la crisi morale ed etica del modello made in U.S.A. L'impoverimento di fasce non residuali della classe media americana ,la crisi dovuta all'insostenibilità dell'interventismo globale ,la corrosione dell'ideologia del destino manifesto sono consueguenze delle sfide al modello di globalizzazione americana portate dall'esterno in particolare dall'emergere di coalizioni di stati che mirano a definire un diritto d'interdizione al processo egemonico yankee . La divisione interna ci rimanda ad una società americana spaccata divisa per gruppi ideologici e sociali che non comunicano ,il modello economico non funziona per molti americani ,il sistema politico è disfunzionale ,le disuguagliaze si accrescono , per le classi dirigenti si pone un problema di recupero di funzionalità del modello economico in crisi anche per la sovraestensione della politica estera americana in chiave regolatrice ed egemonica.\r\n\r\nIl modello di globalizzazione post 1989 è arrivato al capolinea ,si prospettano politiche protezioniste a suon di dazi ,confronto duro con la Cina come dimostrano le scelte di Trump per la sua amministrazione, una crescente militarizzazione della politica estera, la ricostituzione di determinate filiere produttive che prescindano dalla Cina e una frammentazione dell'ordine capitalista con prevedibile instabilita'.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MARONTA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vincenzo Miliucci sorico militante antinucleare parliamo delle contraddizioni della Cop 29 che si sta tenendo a Baku nell'Azerbaigian, stato autoritario governato dalla dinastia degli Alev ,grande sostenitore delle produzioni fossili e paese da cui partono i tubi del TAP . Le promesse della Cop di Parigi di cancellare il 100% delle emissioni di Co2 entro il 2040 sono ben lontane dall'essere realizzate, a Baku non ci sono i paesi che contano, le delegazioni sono imbottite di funzionari delle compagnie petrolifere a caccia di affari mentre le associazioni ambientaliste non hanno voce in capitolo. Negli interventi a Baku sgomita la lobby nucleare ,millantando nuovi orizzonti per la fissione nonostante i disastri passati e i rischi ambientali , il governo italiano prepara una legge delega ad hoc per imporre nuovamente questa scelta nefasta già respinta con due referendum .Intanto la nuova amministrazione americana del negazionista Trump già annuncia nuove trivellazioni in Alaska e nell'Artico , si continua con le false compensazioni senza porre fine al mercato dei crediti del carbonio , s'intensifica la repressione contro i militanti ambientalisti anche in Italia con le norme contenute nel famigerato DL 1660 ,mentre si continuano ad uccidere gli oppositori della devastazione ambientale in America Latina .\r\n\r\nRicordiamo infine l'insegnamento di Dario Paccino che fin dal suo libro \"L'imbroglio ecologico\",nonchè con la sua militanza mise in relazione la devastazione ambientale con il modello di sviluppo capitalistico e con un’economia di mercato che produce a prezzi sempre più bassi beni di consumo sempre meno utili , per Paccino l'ambientalismo pensato e tradotto politicamente senza aver presenti i rapporti di produzione e le condizioni sociali che generano lo sfruttamento delle risorse rappresentava ipso facto un imbroglio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MILIUCCI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Roberto Codazzi cooperante e conoscitore di Haiti ,parliamo della situazione sempre piu' drammatica nell'isola caraibica sconvolta da una instabilità permanente alimentata da una classe dirigente corrotta e dalle gang criminali che ormai controllano il territorio . L'invio dei 600 soldati kenyani come prevedibile non ha sortito alcun effetto sulla situazione sul terreno .Haiti dal 2021 è senza presidente ,ucciso nella sua casa da un commando composto da mercenari colombiani assoldati da haitiani, tre membri del consiglio di transizione che dovrebbe nominare il primo ministro sono accusati di corruzione mentre si è dimesso il premier nominato solo 5 mesi fa.\r\n\r\nLe gang gestiscono le vie di comunicazione d'interesse logistico per il traffico di stupefacenti di cui l'isola è diventata un hub rilevante , l'episodio recente degli spari contro un aereo di una compagnia americana ha portato alla chiusura degli aereoporti e all'isolamento totale dell'isola considerando la chiusura del confine con la repubblica Dominicana . Si contano decine di migliaia di sfollati e circa 4000 morti dall'inizio dell'anno ,mentre le deportazioni dagli U.S.A. non si sono mai fermate nonostante i toni xenofobi della campagna elettorale americana che ha individuato gli haitiani residenti a Springfield come obiettivo. Haiti paga ancora l'audacia di essere stata la prima repubblica nera liberatasi dalla schiavitu' ,un peccato originale mai perdonato dalle potenze coloniali ,prima la Francia con il fardello del debito imposto ad Haiti e poi gli Stati Uniti con l'invasione militare e l'imposizioni della dittatura dei Duvalier.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-CODAZZI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","17 Novembre 2024","2024-11-17 12:18:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 14/11/2024-DECLINO DELL'EGEMONIA AMERICANA E DEGLOBALIZZAZIONE-COP29 L'INUTILE PARATA DELLE LOBBIES DEL FOSSILE-HAITI LA CRISI POLITICA E LO STRATOPOTERE DELLE GANG.",1731845911,[242],[206],{"post_content":322},{"matched_tokens":323,"snippet":324,"value":325},[20,66],"americana che ha individuato gli \u003Cmark>haiti\u003C/mark>ani residenti a Springfield come obiettivo. \u003Cmark>Haiti\u003C/mark> paga ancora l'audacia di essere","Bastioni di Orione in questa puntata si confronta con Fabrizio Maronta consigliere scientifico e responsabile delle relazioni internazionali di Limes ,autore del libro \"Deglobalizzazione\". 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La situazione dell'isola caraibica è sempre piu' caotica ,il primo ministro Henry si trova bloccato nella RepubblicaDominicana e non riesce a rientrare nel paese,le bande armate che si sono coalizzate nel gruppo G9 guidato dall'ex poliziotto Jimmy Chérizier, detto Babrecue, hanno il controllo della capitale ed hanno assaltato le carceri liberando i detenuti ,migliaia di cittadini haitiani sono in fuga dagli scontri ,in meno di due settimane diverse istituzioni statali sono state attaccate dalle bande, che sempre più coordinano le loro azioni e scelgono obiettivi un tempo impensabili come la banca centrale.\r\n\r\nIl governo è totalmente delegittimato ,si parla di un intervento di militari kenyoti per presidiare gli obiettivi sensibili mentre le infrastrutture e l'economia sono al collasso , l'isola sconta le arretratezze dovute a decenni di governi autoritari ,invasioni militari straniere,politiche commerciali aggressive da parte degli Stati Uniti che hanno depauperato l'agricoltura locale, il debito imposto dai francesi al momento dell'indipendenza ,rovinosi eventi naturali quali il terremoto del 2010 ,una sorta di espiazione per il peccato originale della ribellione che portò gli schiavi di origine africana dell'isola a proclamare la prima repubblica nera nel 1804 .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-07032024-HAITI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Davide Matrone raccontiamo della vicenda della Furukawa plantaciones in Ecuador che costituisce in caso di vera e propria schiavitù nel XXI secolo ,come emerso dalle denunce di lavoratori che hanno condotto una campagna di denuncia che ha portato all'incriminazione di alcuni dirigenti della multinazionale.\r\n\r\nLa multinazionale Furukawa Plantaciones C.A funziona in Ecuador dal 1963 con sede principale nella città di Santo Domingo ubicata nella zona sub-tropicale del paese. In Ecuador la multinazionale giapponese dispone di 32 stabilimenti che occupano approssimativamente un territorio pari a 2.300 ettari nelle regioni di Esmeraldas, Los Rios e la già menzionata Santo Domingo de los Tsachilas. L’impresa si occupa in particolare di lavorare l’abacà, conosciuta volgarmente con il nome di canapa di Manila. L’Ecuador è il secondo paese al mondo con il più alto tasso di produzione di questo materiale naturale. È secondo solo alle Filippine. In Ecuador ci sono centinaia di afrodiscendenti costretti alla schiavitù all’interno degli stabilimenti dell’impresa Furukawa Plantaciones C.A dell’Ecuador e sussiste un quadro disumano di sfruttamento della mano d’opera e pura schiavitù , i circa 200 operai afrodiscendenti, contadini e analfabeti lavorano nelle istallazioni in condizioni disumane con interminabili giorni di lavoro, bassissimi salari, senza contratti e nessun beneficio di legge come contributi e previdenza sociale. Per non parlare del diritto allo sciopero e di reclamo verso l’azienda. Quest’ultima, secondo testimonianze dei lavoratori, non somministra nemmeno gli strumenti adeguati e necessari per la lavorazione dell’abacà generando negli anni mutilazioni corporali agli operai delle fabbriche.\r\n\r\nDopo le denunce dei lavoratori e in seguito ad una campagna di mobilitazione le autorità governative hanno realizzato una serie di sopralluoghi ed hanno potuto verificare le inadempienze gravi della multinazionale in termini di: sfruttamento del lavoro, sfruttamento minorile del lavoro, forme di schiavitù, contributi non pagati, violazione dei diritti umani, mancanza della previdenza sociale, assenza dei servizi basici. A questo si aggiungono le malattie croniche che presentano i lavoratori e le condizioni di estrema povertà in cui versano.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-07032024-ECUADOR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","8 Marzo 2024","2024-03-08 18:27:54","BASTIONI DI ORIONE 07/03/2024-HAITI CONTINUA A SCONTARE IL PECCATO ORIGINALE DI ESSERE STATA LA PRIMA REPUBBLICA NERA DELLA STORIA-ECUADOR SCHIAVITU' NEL XXI SECOLO IL CASO FURUKAWA.",1709922239,[242],[206],{"post_content":343},{"matched_tokens":344,"snippet":345,"value":346},[66,66],"Orione approfondisce la situazione ad \u003Cmark>Haiti\u003C/mark> con Roberto Codazzi autore di \"\u003Cmark>Haiti\u003C/mark>","Bastioni di Orione approfondisce la situazione ad \u003Cmark>Haiti\u003C/mark> con Roberto Codazzi autore di \"\u003Cmark>Haiti\u003C/mark> il terremoto senza fine\". 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In Ecuador la multinazionale giapponese dispone di 32 stabilimenti che occupano approssimativamente un territorio pari a 2.300 ettari nelle regioni di Esmeraldas, Los Rios e la già menzionata Santo Domingo de los Tsachilas. L’impresa si occupa in particolare di lavorare l’abacà, conosciuta volgarmente con il nome di canapa di Manila. L’Ecuador è il secondo paese al mondo con il più alto tasso di produzione di questo materiale naturale. È secondo solo alle Filippine. In Ecuador ci sono centinaia di afrodiscendenti costretti alla schiavitù all’interno degli stabilimenti dell’impresa Furukawa Plantaciones C.A dell’Ecuador e sussiste un quadro disumano di sfruttamento della mano d’opera e pura schiavitù , i circa 200 operai afrodiscendenti, contadini e analfabeti lavorano nelle istallazioni in condizioni disumane con interminabili giorni di lavoro, bassissimi salari, senza contratti e nessun beneficio di legge come contributi e previdenza sociale. Per non parlare del diritto allo sciopero e di reclamo verso l’azienda. Quest’ultima, secondo testimonianze dei lavoratori, non somministra nemmeno gli strumenti adeguati e necessari per la lavorazione dell’abacà generando negli anni mutilazioni corporali agli operai delle fabbriche.\r\n\r\nDopo le denunce dei lavoratori e in seguito ad una campagna di mobilitazione le autorità governative hanno realizzato una serie di sopralluoghi ed hanno potuto verificare le inadempienze gravi della multinazionale in termini di: sfruttamento del lavoro, sfruttamento minorile del lavoro, forme di schiavitù, contributi non pagati, violazione dei diritti umani, mancanza della previdenza sociale, assenza dei servizi basici. A questo si aggiungono le malattie croniche che presentano i lavoratori e le condizioni di estrema povertà in cui versano.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-07032024-ECUADOR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[348],{"field":83,"matched_tokens":349,"snippet":345,"value":346},[66,66],{"best_field_score":126,"best_field_weight":153,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":45,"score":154,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":45},{"document":352,"highlight":365,"highlights":370,"text_match":124,"text_match_info":373},{"comment_count":45,"id":353,"is_sticky":45,"permalink":354,"podcastfilter":355,"post_author":233,"post_content":356,"post_date":357,"post_excerpt":51,"post_id":353,"post_modified":358,"post_thumbnail":359,"post_title":360,"post_type":239,"sort_by_date":361,"tag_links":362,"tags":364},"79579","http://radioblackout.org/podcast/radio-kalakuta-23-01-2023/",[192]," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/RADIO-KALAKUTA-23012023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRadio Kalakuta in questa puntata ricorda la figura di Amilcar Cabral ,rivoluzionario che guido' la lotta di liberazione della Guinea Bissau e Capoverde,ucciso proprio 50 anni fa il 20 gennaio del 1973 in un agguato dalla polizia segreta portoghese .Lo ricordiamo con una serie di brani di musica guineana che si richiamano alla sua figura e poi viriamo verso la musica capoverdiana per approdare alle sonorità creole di Guadalupe ,Haiti con Wyclef Jean e il suo omaggio per il bicentenario dell'indipendenza dell'isola,la regina del Calypso e il seggae delle isole Mauritius,infine in versione freestyle libere selezioni di afro tech.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ","24 Gennaio 2023","2023-01-25 00:01:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/CABRAL-50-ANOS-200x110.jpg","RADIO KALAKUTA 23/01/2023",1674604741,[363],"http://radioblackout.org/tag/radiokalakuta/",[208],{"post_content":366},{"matched_tokens":367,"snippet":368,"value":369},[66],"alle sonorità creole di Guadalupe ,\u003Cmark>Haiti\u003C/mark> con Wyclef Jean e il"," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/RADIO-KALAKUTA-23012023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRadio Kalakuta in questa puntata ricorda la figura di Amilcar Cabral ,rivoluzionario che guido' la lotta di liberazione della Guinea Bissau e Capoverde,ucciso proprio 50 anni fa il 20 gennaio del 1973 in un agguato dalla polizia segreta portoghese .Lo ricordiamo con una serie di brani di musica guineana che si richiamano alla sua figura e poi viriamo verso la musica capoverdiana per approdare alle sonorità creole di Guadalupe ,\u003Cmark>Haiti\u003C/mark> con Wyclef Jean e il suo omaggio per il bicentenario dell'indipendenza dell'isola,la regina del Calypso e il seggae delle isole Mauritius,infine in versione freestyle libere selezioni di afro tech.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ",[371],{"field":83,"matched_tokens":372,"snippet":368,"value":369},[66],{"best_field_score":126,"best_field_weight":153,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":45,"score":154,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":45},6636,{"collection_name":239,"first_q":20,"per_page":184,"q":20},["Reactive",377],{},["Set"],["ShallowReactive",380],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fBQ7UF9AsQsi3mQ_amEsbVTy846uBHN7JO3goxN4y9ss":-1},true,"/search?query=haiti"]