","Afghanistan: hacker-sabotaggio contro lo Stato stragista","post",1484317858,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/afghanistan/","http://radioblackout.org/tag/attentati/","http://radioblackout.org/tag/daesh/","http://radioblackout.org/tag/hacker/","http://radioblackout.org/tag/hazara/",[15,34,18,30,20],{"post_content":69,"tags":74},{"matched_tokens":70,"snippet":72,"value":73},[71],"Hazara","organizzata da esponenti della popolazione \u003Cmark>Hazara\u003C/mark>, una minoranza di lingua persiana","E' di questi giorni la notizia di un ennesimo attentato in Afghanistan, teatro l'11 gennaio di una doppia esplosione vicino al parlamento. \"Oltre trenta persone uccise in due attacchi vicino al parlamento di Kabul. Gli attentati nella capitale afgana sono stati rivendicati dai taliban e avevano come obiettivo un minivan che trasportava agenti dei servizi di intelligence. Secondo le autorità sanitarie, i morti sono almeno 38 e una ventina i feriti\". Il 23 luglio ottanta persone erano morte ed oltre duecento ferite, in un attentato rivendicato dall'Is e compiuto da un commando kamikaze durante una grande manifestazione a Kabul. La protesta era stata organizzata da esponenti della popolazione \u003Cmark>Hazara\u003C/mark>, una minoranza di lingua persiana e sciita, contro l'esclusione della provincia di Bamyan dall'accesso all'energia elettrica.\r\n\r\nQuesta mattina abbiamo avuto come ospite in studio Hussain, il quale ci ha raccontato come alcuni giovani \u003Cmark>hazara\u003C/mark> siano recentemente riusciti ad hackerare un sito del Ministero degli Interni afgano, accedendo a documenti da cui risulterebbea che i vari attentati avvenuti ai danni sia degli \u003Cmark>Hazara\u003C/mark> che dei Pashtun negli ultimi mesi siano stati in realtà orditi dal governo afgano stesso, come strategia della tensione (potenzialmente foriera di una guerra civile) volta a mantenere il controllo del territorio. 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Dunque è l'interlocutore giusto per commentare la richiesta del Dipartimento di Stato americano di rimanere con diecimila uomini in territorio afgano ancora oltre la scadenza del 2014, avendo potuto vedere il suo paese prima di questo scempio, durante e dopo. Egli ha i numeri e lo sguardo per valutare a chi è servita l'occupazione e ha il polso anche delle competenze che possono essersi fatti i tanti afgani come lui protagonisti della diaspora nel mondo (Australia, Scandinavia, Italia... sono le mete con le comunità afgane più numerose)\r\n\r\nAscoltate cos'ha da dirci\r\n\r\n2014.01.23-hussain_hazara","23 Gennaio 2014","2014-01-27 12:41:29","Nostalgia afgana: quando gli stranieri erano solo turisti",1390479171,[62,66,113],"http://radioblackout.org/tag/isaf/",[15,20,28],{"post_content":116,"tags":120},{"matched_tokens":117,"snippet":118,"value":119},[20],"nel villagio avito, presso l'enclave \u003Cmark>hazara\u003C/mark> a Quetta in Pakistan, presso","Hussain è un giovane afgano emigrato dal suo paese con una storia alle spalle particolare: orfano del padre comunista, trucidato dai talebani, oltre al solito travagliato viaggio per giungere a Torino, si è sobbarcato due dolorosi viaggi di ritorno al paese (in Nostos c'è la radice di nostalgia): una prima volta nel 2008 per accompagnare la madre, in pericolo nel villagio avito, presso l'enclave \u003Cmark>hazara\u003C/mark> a Quetta in Pakistan, presso uno zio, e uno nel 2013 per tentare di sconfiggere la burocrazia, ottenendo i documenti per il ricongiungimento. 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L'aspetto confessionale ammanta secolarmente il controllo politico di un'aura che si confonde con la realpolitik fatta di compromessi esaltati dalla struttura familistico-tribale, ma che anche nei fondamenti vede contrapposte il modello verticistico-piramidale di origine turkmeno-mongola a contrasto con quella clanica-assembleare a cavallo della Durand Line.\r\n\r\nPoche sono le figure di riferimento – e forse questo fa gioco al movimento talebano – che possano contrastare con credibilità la soluzione confessionale (che non vede soverchie distinzioni tra Daesh e al-Qaeda) e nemmeno situazioni legate a risorse economiche, scambi strategici di prigionieri, accordi scanditi da attentati, forzature contingenti e prassi culturali... spossatezza della cittadinanza, esasperata da stragi, corruzione, occupazione e milizie.\r\n\r\nCi siamo affidati a Elisa Giunchi per individuare le prospettive delle molteplici possibili evoluzioni successive al \"disimpegno elettorale\" di Trump, ma soprattutto l'analisi dell'impatto jihadista sul paese lascia spazio solo a una speranza per un progetto di emancipazione sociale, passando attraverso una ristrutturazione anticorruzione,, che superi divisioni etniche e barriere confessionali.\r\n\r\nUn quadro fosco di accordi firmati con la pistola fumante sul tavolo: futuro di frammentazione o unificazione?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020_05_28_frammentazione-emancipazione_postbellica.mp3\"][/audio]","29 Maggio 2020","2020-05-29 01:31:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020-05-28_casa-afgana-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020-05-28_casa-afgana-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020-05-28_casa-afgana-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020-05-28_casa-afgana-1024x684.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020-05-28_casa-afgana-768x513.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020-05-28_casa-afgana.jpg 1500w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Un dedalo di strade per un Afghanistan tra parcellizzazione etnica e unificazione culturale",1590715893,[62,64,66,150,151,152],"http://radioblackout.org/tag/pashtun/","http://radioblackout.org/tag/tajik/","http://radioblackout.org/tag/talebani/",[15,18,20,154,155,23],"pashtun","tajik",{"tags":157},[158,160,162,164,166,168],{"matched_tokens":159,"snippet":15},[],{"matched_tokens":161,"snippet":18},[],{"matched_tokens":163,"snippet":85},[20],{"matched_tokens":165,"snippet":154},[],{"matched_tokens":167,"snippet":155},[],{"matched_tokens":169,"snippet":23},[],[171],{"field":37,"indices":172,"matched_tokens":173,"snippets":175},[22],[174],[20],[85],{"best_field_score":98,"best_field_weight":99,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":48,"score":177,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":48},"578730123365711977",{"document":179,"highlight":198,"highlights":213,"text_match":221,"text_match_info":222},{"cat_link":180,"category":181,"comment_count":48,"id":182,"is_sticky":48,"permalink":183,"post_author":51,"post_content":184,"post_date":185,"post_excerpt":54,"post_id":182,"post_modified":186,"post_thumbnail":187,"post_thumbnail_html":188,"post_title":189,"post_type":59,"sort_by_date":190,"tag_links":191,"tags":195},[45],[47],"15737","http://radioblackout.org/2013/05/i-shot-the-sharif/","Le elezioni in Pakistan del 12 maggio hanno dato un duplice responso: innanzitutto l'affluenza alle urne che ha sfidato le minacce talebane arivando al 60% e poi si registra una sorta di ritorno al passato di un regime, quello di Sharif, succube del Fmi sorretto dalle forze islamiche, che ha al suo centro una famiglia tra le più ricche del paese (proprietaria della Ittefaq Group, una grande azienda produttrice di materie prime come acciaio, zucchero, carta e tessili, con diversi stabilimenti nel Punjab e un fatturato annuo di circa 400 milioni di dollari) e che sicuramente riproporrà le sue ricette neoliberiste di privatizzazioni e attacco al welfare.\r\n\r\nNella sua campagna elettorale ha detto che i militari dovrebbero stare fuori dalla politica e questo sarebbe un evento nel paese potenza nucleare e centrale del terrorismo internazionale: ma gli addentellati con le forze talebane sono talmente tanti che quanto auspicato dal nostro ospite in studio, Houssain (giovane hazara nato a Kabul e cresciuto nella enclave afghana di Quetta, da qualche anno in Italia), a proposito della fine delle persecuzioni e degli attentati nei quartieri sciiti dela comunità afghana possano terminare, è probabilmente destinata ad andare delusa. Inoltre la situazione economica non permetterà a Sharif di rispettare la promessa di smettere di appoggiare la politica di occupazione dell'area da parte americana, perché ha enorme bisogno degli aiuti internazionali.\r\n\r\nPer una volta proviamo ad adottare il punto di vista di Hussain che ci parla delle condizioni di vita a Quetta, dei candidati del partito democratico su cui sono stati fatti confluire i voti degli hazara, del candidato ex giocatore di hockey con l'appeal del rinnovamento laico e filoccidentale, del panorama internazionale che coinvolge l'Iran... dell'ordigno esploso in un mercato di Miranshah, che ha fatto 4 morti e 15 feriti. La bomba era stata nascosta su una motocicletta parcheggiata nei pressi del bazar, poco distante dagli uffici di alcuni candidati locali alle legislative di domani, che erano proprio i candidati hazara.\r\n\r\nhoussain ok\r\n\r\n \r\n\r\n ","13 Maggio 2013","2013-05-15 12:37:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/20130513_quetta-rs-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/20130513_quetta-rs-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/20130513_quetta-rs-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/20130513_quetta-rs.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I shot the Sharif",1368461147,[62,192,193,194],"http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/etnia-hazara/","http://radioblackout.org/tag/pakistan/",[15,196,36,197],"elezioni","pakistan",{"post_content":199,"tags":203},{"matched_tokens":200,"snippet":201,"value":202},[20],"ospite in studio, Houssain (giovane \u003Cmark>hazara\u003C/mark> nato a Kabul e cresciuto","Le elezioni in Pakistan del 12 maggio hanno dato un duplice responso: innanzitutto l'affluenza alle urne che ha sfidato le minacce talebane arivando al 60% e poi si registra una sorta di ritorno al passato di un regime, quello di Sharif, succube del Fmi sorretto dalle forze islamiche, che ha al suo centro una famiglia tra le più ricche del paese (proprietaria della Ittefaq Group, una grande azienda produttrice di materie prime come acciaio, zucchero, carta e tessili, con diversi stabilimenti nel Punjab e un fatturato annuo di circa 400 milioni di dollari) e che sicuramente riproporrà le sue ricette neoliberiste di privatizzazioni e attacco al welfare.\r\n\r\nNella sua campagna elettorale ha detto che i militari dovrebbero stare fuori dalla politica e questo sarebbe un evento nel paese potenza nucleare e centrale del terrorismo internazionale: ma gli addentellati con le forze talebane sono talmente tanti che quanto auspicato dal nostro ospite in studio, Houssain (giovane \u003Cmark>hazara\u003C/mark> nato a Kabul e cresciuto nella enclave afghana di Quetta, da qualche anno in Italia), a proposito della fine delle persecuzioni e degli attentati nei quartieri sciiti dela comunità afghana possano terminare, è probabilmente destinata ad andare delusa. 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Si tratta dell'ennesima azione portata dall'Isis direttamente contro i simboli di una setta religiosa diversa dal sunnismo jihadista, che il 25 marzo aveva già colpito un tempio hindu-sikh a Kabul; questa volta ha procurato almeno 25 morti (venti giorni prima aveva colpito la comunità hazara raccolta a commemorare. il leader Mazari, ucciso dai talebani nel 1995). È un tassello in più nel puzzle che vede il Daesh intento a cercare di raccogliere gli scontenti dell'avvicinamento del mondo talebano all'amministrazione statunitense che a Doha il 29 febbraio ha conseguito un accordo con poche luci e molte ombre, già disatteso in parte ancora prima che vengano realmente definiti i contorni, ma che finisce con il mettere all'angolo gli altri protagonisti afgani: i due presidenti autoproclamatisi tali dopo elezioni disertate e costellate da brogli.\r\n\r\nInfatti l'altra notizia di due giorni precedente l'attacco jihadista era quella che Pompeo, il segretario di stato americano, aveva pretestuosamente addotto l'incapacità di accordarsi tra Abdulla e Ghani per annunciare il taglio di due miliardo di dollari nei finanziamenti allo stato afgano, mossa che tende a comunicare ai contendenti il disimpegno dalla guerra più lunga della storia statunitense – comunque vada il negoziato.\r\n\r\nE questo negoziato appare ancora più aleatorio e laborioso del solito, reso ancora più precario dalla pandemia, che si sta rinfocolando per il rientro di molti migranti che si trovavano in Iran, paese da dove vengono spinti a varcare indietro la frontiera a migliaia. Il coronavirus rende ancora maggiori le difficoltà di organizzare incontri che procedono per via telematica (per quanto ci siano dubbi che possano avere validità in un contesto tribale simile), ma per altri versi lo stesso covid19 consente di sveltire paradossalmente i tempi diplomatici perché riduce la quantità dei partecipanti al negoziato e chi è coinvolto è come se fosse in conclave a discutere sugli autentici punti di separazione tra le parti... Ma poi, una volta che gli americani si saranno sfilati (e con loro i militari stranieri disseminati sul territorio – e portatori a loro volta di coronavirus) quale panorama si affaccerà al paese ridotto alla miseria senza il sostegno finanziario dall'estero? e tutti i protagonisti ora in campo a cercare di consolidare la propria posizione arriveranno a negoziare a loro volta, o si scateneranno nuovamente nuovi, ulteriori, conflitti armati?\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo cercato di dare un senso a tutto ciò con Giuliano Battiston, giornalista e ricercatore esperto dell'area del Khorasan:\r\nBattiston afg\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Battiston-afg.mp3\"][/audio]","26 Marzo 2020","2020-03-26 19:23:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/taliban_guerraepace-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"178\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/taliban_guerraepace-300x178.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/taliban_guerraepace-300x178.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/taliban_guerraepace-768x455.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/taliban_guerraepace.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Attentato al tempio sikh, mossa Isis del riposizionamento afgano",1585250616,[240,62,64,241,242,243,152],"http://radioblackout.org/tag/abdullah/","http://radioblackout.org/tag/ghani/","http://radioblackout.org/tag/pompeo/","http://radioblackout.org/tag/sikh/",[32,15,18,245,246,26,23],"Ghani","Pompeo",{"post_content":248},{"matched_tokens":249,"snippet":250,"value":251},[20],"prima aveva colpito la comunità \u003Cmark>hazara\u003C/mark> raccolta a commemorare. il leader","Nel silenzio ovattato da covid19 planetario una guerra lunga 40 anni procede con le mosse dei contendenti che sembrano volersi posizionare costantemente per uno scontro finale o un accordo di pace definitivo, entrambi ancora di là da venire.\r\n\r\nLa notizia dell'attentato al tempio sikh di Kabul ha riportato l'attenzione sull'Afghanistan, uno sguardo che non è mai stato realmente distolto in questi mesi di tentativo di disimpegno trumpiano in vista dele elezioni. 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È un tassello in più nel puzzle che vede il Daesh intento a cercare di raccogliere gli scontenti dell'avvicinamento del mondo talebano all'amministrazione statunitense che a Doha il 29 febbraio ha conseguito un accordo con poche luci e molte ombre, già disatteso in parte ancora prima che vengano realmente definiti i contorni, ma che finisce con il mettere all'angolo gli altri protagonisti afgani: i due presidenti autoproclamatisi tali dopo elezioni disertate e costellate da brogli.\r\n\r\nInfatti l'altra notizia di due giorni precedente l'attacco jihadista era quella che Pompeo, il segretario di stato americano, aveva pretestuosamente addotto l'incapacità di accordarsi tra Abdulla e Ghani per annunciare il taglio di due miliardo di dollari nei finanziamenti allo stato afgano, mossa che tende a comunicare ai contendenti il disimpegno dalla guerra più lunga della storia statunitense – comunque vada il negoziato.\r\n\r\nE questo negoziato appare ancora più aleatorio e laborioso del solito, reso ancora più precario dalla pandemia, che si sta rinfocolando per il rientro di molti migranti che si trovavano in Iran, paese da dove vengono spinti a varcare indietro la frontiera a migliaia. Il coronavirus rende ancora maggiori le difficoltà di organizzare incontri che procedono per via telematica (per quanto ci siano dubbi che possano avere validità in un contesto tribale simile), ma per altri versi lo stesso covid19 consente di sveltire paradossalmente i tempi diplomatici perché riduce la quantità dei partecipanti al negoziato e chi è coinvolto è come se fosse in conclave a discutere sugli autentici punti di separazione tra le parti... Ma poi, una volta che gli americani si saranno sfilati (e con loro i militari stranieri disseminati sul territorio – e portatori a loro volta di coronavirus) quale panorama si affaccerà al paese ridotto alla miseria senza il sostegno finanziario dall'estero? e tutti i protagonisti ora in campo a cercare di consolidare la propria posizione arriveranno a negoziare a loro volta, o si scateneranno nuovamente nuovi, ulteriori, conflitti armati?\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo cercato di dare un senso a tutto ciò con Giuliano Battiston, giornalista e ricercatore esperto dell'area del Khorasan:\r\nBattiston afg\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Battiston-afg.mp3\"][/audio]",[253],{"field":94,"matched_tokens":254,"snippet":250,"value":251},[20],{"best_field_score":223,"best_field_weight":224,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":48,"score":256,"tokens_matched":25,"typo_prefix_score":48},"578730123365187697",6646,{"collection_name":59,"first_q":20,"per_page":259,"q":20},6,{"facet_counts":261,"found":25,"hits":273,"out_of":299,"page":25,"request_params":300,"search_cutoff":38,"search_time_ms":25},[262,268],{"counts":263,"field_name":266,"sampled":38,"stats":267},[264],{"count":25,"highlighted":265,"value":265},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":25},{"counts":269,"field_name":37,"sampled":38,"stats":272},[270],{"count":25,"highlighted":271,"value":271},"Bastioni di Orione",{"total_values":25},[274],{"document":275,"highlight":290,"highlights":295,"text_match":221,"text_match_info":298},{"comment_count":48,"id":276,"is_sticky":48,"permalink":277,"podcastfilter":278,"post_author":279,"post_content":280,"post_date":281,"post_excerpt":54,"post_id":276,"post_modified":282,"post_thumbnail":283,"post_title":284,"post_type":285,"sort_by_date":286,"tag_links":287,"tags":289},"77456","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-06-10-2022-corno-dafrica-la-guerra-elisir-di-lunga-vita-per-afewerki-i-sogni-del-novello-menelik-etiope-del-xxi-secolo-la-somalia-campo-di-battaglia-dellafricom-yankee-brasi/",[265],"radiokalakuta","Bastioni di Orione ritorna a parlare del Corno d'Africa con Matteo Palamidesse giornalista e conoscitore dell'area ,affrontiamo le convulsioni della guerra fra Etiopia e Tigray ,le implicazioni che coinvolgono il ruolo dell'Eritrea e la politica del dittatore Isaias Afewerki,la crisi all'interno della compagine etiope ,il ruolo della Cina protagonista sempre piu' ingombrante nel corno d'Africa,i nuovi soggetti come la Turchia che riveste un ruolo militare e commerciale estremamente rilevante,parliamo anche della Somalia e dell'offensiva militare contro gli Shebaab ,sostenuta dai militari americani che rientrano in Somalia con l'Africom.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-etiopia-matteo-061022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Luigi Spera , ricercatore e giornalista affrontiamo le implicazioni dell'esito delle elezioni in Brasile , un risultato che smentisce i sondaggi e che dimostra come il bolsonarismo sia ancora vivo e vegeto .Lula mantiene il vantaggio ma la campagna mediatica ,il sostegno degli evangelici ,la visione manichea dei sostenitori di Bolsonaro hanno rosicchiato il vantaggio iniziale .Ci soffermiamo anche sui problemi del P.T. relativi alla mancanza di ricambio ,una leadership appanata e una gestione precedente che non è stata in grado di connettere le istanze dei movimenti contadini con la presidenza lulista .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-BRASILE-061022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRiceviamo da una compagna iraniana una dichiarazione collettiva di attivisti politici e civili iraniani a sostegno delle proteste delle donne afgane che esprime vicinanza alle famiglie in lutto in seguito all'attentato del 3 ottobre scorso all'interno di un centro educativo a Kabul ,in un quartiere a maggioranza hazara ,in cui sono morte almeno 46 ragazze. Il comunicato invita a lottare uniti contro i rispettivi governi repressivi e omicidi\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/messaggio-afganistan-iran.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Ottobre 2022","2022-10-09 19:42:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 06/10/2022-CORNO D'AFRICA: LA GUERRA ELISIR DI LUNGA VITA PER AFEWERKI ,I SOGNI DEL NOVELLO MENELIK ETIOPE DEL XXI SECOLO ,LA SOMALIA CAMPO DI BATTAGLIA DELL'AFRICOM YANKEE- BRASILE COLPO DI CODA DEL BOLSONARISMO ,BALLOTTAGGIO TRA UN PALLIDO LULA E IL MACHO MAN PUPILLO DEI LATIFONDISTI-AFGANISTAN E IRAN STESSA MISOGINIA DI STATO STESSA LOTTA.","podcast",1665333341,[288],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[271],{"post_content":291},{"matched_tokens":292,"snippet":293,"value":294},[20],"in un quartiere a maggioranza \u003Cmark>hazara\u003C/mark> ,in cui sono morte almeno","Bastioni di Orione ritorna a parlare del Corno d'Africa con Matteo Palamidesse giornalista e conoscitore dell'area ,affrontiamo le convulsioni della guerra fra Etiopia e Tigray ,le implicazioni che coinvolgono il ruolo dell'Eritrea e la politica del dittatore Isaias Afewerki,la crisi all'interno della compagine etiope ,il ruolo della Cina protagonista sempre piu' ingombrante nel corno d'Africa,i nuovi soggetti come la Turchia che riveste un ruolo militare e commerciale estremamente rilevante,parliamo anche della Somalia e dell'offensiva militare contro gli Shebaab ,sostenuta dai militari americani che rientrano in Somalia con l'Africom.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-etiopia-matteo-061022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Luigi Spera , ricercatore e giornalista affrontiamo le implicazioni dell'esito delle elezioni in Brasile , un risultato che smentisce i sondaggi e che dimostra come il bolsonarismo sia ancora vivo e vegeto .Lula mantiene il vantaggio ma la campagna mediatica ,il sostegno degli evangelici ,la visione manichea dei sostenitori di Bolsonaro hanno rosicchiato il vantaggio iniziale .Ci soffermiamo anche sui problemi del P.T. relativi alla mancanza di ricambio ,una leadership appanata e una gestione precedente che non è stata in grado di connettere le istanze dei movimenti contadini con la presidenza lulista .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-BRASILE-061022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRiceviamo da una compagna iraniana una dichiarazione collettiva di attivisti politici e civili iraniani a sostegno delle proteste delle donne afgane che esprime vicinanza alle famiglie in lutto in seguito all'attentato del 3 ottobre scorso all'interno di un centro educativo a Kabul ,in un quartiere a maggioranza \u003Cmark>hazara\u003C/mark> ,in cui sono morte almeno 46 ragazze. 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