","Presidio No Justice No Peace - Torino","post",1591357160,[59,60,61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/black-lives-matter/","http://radioblackout.org/tag/blackout/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/george-floyd/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/proteste-stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[68,69,70,71,48,72,73,12],"black lives matter","blackout","cpr","george floyd","news","proteste stati uniti",{"post_content":75},{"matched_tokens":76,"snippet":82,"value":83},[77,78,79,80,81],"volta","I","del","razzismo","istituzionale","prima \u003Cmark>volta\u003C/mark> in questa occasione. \u003Cmark>I\u003C/mark> contenuti \u003Cmark>del\u003C/mark> presidio riguardano il \u003Cmark>razzismo\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark> declinato al contesto italiano, ad","Domani, sabato 6 giugno alle 15, si terrà in piazza Castello a Torino un presidio in solidarietà alle mobilitazioni negli Stati Uniti dopo l'omicidio di George Floyd. L'idea \u003Cmark>del\u003C/mark> presidio è nata in modo spontaneo, in maggior parte da persone senza appartenenza politica ai movimenti, ma che si sono attivate per la prima \u003Cmark>volta\u003C/mark> in questa occasione. \u003Cmark>I\u003C/mark> contenuti \u003Cmark>del\u003C/mark> presidio riguardano il \u003Cmark>razzismo\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark> declinato al contesto italiano, ad esempio l'esistenza dei CPR e la questione della chiusura delle frontiere, e le violenze poliziesche (durante manifestazioni, fermi, arresti). L'attenzione mediatica è alta, la spontaneità è positiva e la partecipazione si prospetta ampia. Ovviamente la composizione variegata dell'organizzazione crea non poche contraddizioni: ne abbiamo parlato con Ammr, uno degli organizzatori.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/no-justice.mp3\"][/audio]",[85],{"field":86,"matched_tokens":87,"snippet":82,"value":83},"post_content",[77,78,79,80,81],2891363646733025300,{"best_field_score":90,"best_field_weight":37,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":45,"score":91,"tokens_matched":92,"typo_prefix_score":14},"4423772078080","2891363646733025393",5,{"document":94,"highlight":108,"highlights":113,"text_match":116,"text_match_info":117},{"cat_link":95,"category":96,"comment_count":45,"id":97,"is_sticky":45,"permalink":98,"post_author":48,"post_content":99,"post_date":100,"post_excerpt":51,"post_id":97,"post_modified":101,"post_thumbnail":102,"post_thumbnail_html":103,"post_title":104,"post_type":56,"sort_by_date":105,"tag_links":106,"tags":107},[42],[44],"46596","http://radioblackout.org/2018/03/foggia-antirazzista-antisessista-e-antifascista/"," \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDopo le sparatorie di Macerata e Firenze, c’è ancora chi discute se l’Italia sia o meno un paese razzista. Peccato che il razzismo faccia parte della storia italiana fin dalla nascita dello Stato nazione, come una linea nera che attraversa la questione meridionale, le conquiste e i massacri coloniali, l’antisemitismo e la discriminazione contro i e le rom. E a partire dagli anni 80 colpisce senza sosta le persone migranti (dall’Africa ma anche dall’Asia e dall’Europa dell’est) con omicidi, violenze di ogni sorta, rappresaglie. Perdipiù, come anche i fatti di Macerata hanno dimostrato, il razzismo è sempre anche una questione di sessismo. Non solo le donne migranti, in quanto donne, subiscono una doppia violenza. L’odio razzista si fonda su una concezione delle donne come vittime passive, da proteggere e controllare in quanto emblemi e matrici della nazione o della razza, da un lato – o, se straniere o ribelli, come oggetti di brutalità e consumo usa e getta, dall’altra.\r\n\r\nLa lotta dei lavoratori e delle lavoratrici migranti delle campagne, in Puglia come in Calabria e altrove, non diversamente dalle storie dei e delle migranti più in generale, racconta però un altro aspetto del razzismo. Quello degli spari e delle percosse non è che la punta dell’iceberg di un fenomeno ben più profondo e strutturale: le politiche migratorie e quelle sull’asilo che negano, limitano e tolgono in qualsiasi momento l’accesso alla casa, al lavoro, ai documenti e ai servizi; la discriminazione e la destinazione ai lavori più precari, pericolosi e malpagati, i ghetti e i campi di lavoro, i centri di espulsione e di accoglienza. Tutto questo è razzismo, anche se legale e democratico.\r\n\r\nNon si tratta quindi di episodi sporadici né delle “gesta di un folle”: è qualcosa che succede quotidianamente e dappertutto, nell’ infantilizzazione e criminalizzazione delle persone richiedenti asilo, negli sfratti e nelle espulsioni, così come nello sfruttamento estremo che sta alla base della filiera agro-industriale. E non è neppure un problema di semplice ignoranza da risolvere con l’educazione alla diversità e le cene interetniche: è una faccenda di potere e di profitto, che riguarda tutte e tutti. I fatti delle ultime settimane, dagli attacchi fascisti e razzisti alla repressione brutale dello stato e alle dichiarazioni di chi ha raccolto voti fomentando l’odio e la violenza, dimostrano quanto sia urgente una riflessione molto più ampia sulle origini e le pratiche del razzismo e del sessismo in Italia, dalle istituzioni alle strade, contro cui ci si deve organizzare in maniera compatta. E soprattutto dimostrano come razzismo e sessismo siano uno strumento indispensabile sia per mantenere saldo il controllo dello stato sui cittadini, attraverso misure di sicurezza sempre più serrate e repressione, che per salvaguardare gli interessi del capitale che sullo sfruttamento dei lavoratori basa il suo profitto.\r\n\r\nLottare contro tutto ciò non è facile. Come Rete Campagne in lotta, crediamo che sia indispensabile partire dalle lotte reali delle persone che subiscono il razzismo, sostenere le loro pratiche di autorganizzazione e metterle in comunicazione le une con le altre. Soprattutto oggi, quando “l’antirazzismo democratico” della sinistra istituzionale e associativa mostra tutta la sua ambiguità e inutilità, o peggio ancora cerca di bloccare le rivolte perché cominciano a mettere a rischio i loro privilegi, come abbiamo visto a Firenze e come vediamo da anni nelle campagne del sud con la finta “lotta al caporalato” e la vittimizzazione dei lavoratori in funzione di pratiche assistenzialiste e neo-colonialiste messe in atto da sindacati e associazioni.\r\nUna linea, speriamo, si sta forse tracciando: da una parte, questi individui che si svegliano una volta all’anno quando ci scappa il morto, e chiedono pieni di indignazione non di abbattere ma di riformare e perfezionare l’accoglienza “degna”, le prigioni per migranti, o al massimo di sistemare un po’ la legge sulla cittadinanza o quella sul caporalato. Dall’altra parte ci sta chi crede che combattere contro il razzismo significa combattere contro le frontiere e lo sfruttamento, per le case e i documenti per tutte e tutti.\r\n\r\nI lavoratori e le lavoratrici delle campagne lottano tutti i giorni per sopravvivere e per inceppare questi meccanismi di discriminazione, malgrado le condizioni terrificanti in cui sono costretti-e a vivere. Continuano ad organizzarsi e a ribellarsi nonostante abitino in container, tende, baracche o in centri sotto stretta sorveglianza, spesso senza acqua corrente né elettricità, senza documenti e subendo gli abusi costanti della polizia, lavorando fino allo stremo per un pugno di euro. Contano anche loro le vittime della violenza razzista, di cui però nessuno parla. Sare Mamoudou, ammazzato per il furto di un melone a Foggia il 22 settembre 2015; Sekine Traoré, ucciso per mano di un carabiniere l’8 giugno 2016 alla tendopoli di San Ferdinando ; Mamadou Konate e Nouhou Doumbia, morti il 3 marzo 2017 nell’incendio del Ghetto di Rignano sotto sgombero; Becky Moses, anche lei morta in un incendio, a San Ferdinando, il 20 gennaio 2018. La lista è tragicamente lunga, perché si muore tutti i giorni sulle strade, sul lavoro, nei ghetti – e anche queste morti sono frutto del razzismo, quello istituzionale.\r\n\r\nQuesti lavoratori e lavoratrici hanno organizzato per lunedì 19 marzo una manifestazione a Foggia, per rivendicare ancora una volta: documenti, un lavoro regolare e una casa. E scenderanno in piazza anche con l’intenzione di raccontare la loro verità e produrre una narrazione diversa da quella che i media danno degli immigrati in Italia. Nè criminali nè vittime, i lavoratori e lavoratrici delle campagne sono compagni e compagne che lottano anche per noi e che dobbiamo sostenere.\r\n\r\nContro questo razzismo strutturale che divide e che uccide, oggi più che mai, utilizziamo l’arma della solidarietà, sosteniamo i percorsi di autorganizzazione, schieriamoci dalla parte delle rivolte che nascono ogni giorno.\r\n\r\nVi aspettiamo a Foggia, dove porteremo la voce di ogni piazza in cui ci si sta organizzando contro fascismo, sessismo e razzismo.\r\n\r\n \r\n\r\nfoggia\r\n\r\nResoconto del corteo:\r\n\r\nIl corteo si è mosso dalla stazione ed è stato marcato da continui interventi e dal protagonismo di chi, in campagna, vive e lavora in condizioni di grave precarietà e sfruttamento. I/le migranti presenti, e in particolare una agguerrita componente di donne, hanno voluto comunicare alla cittadinanza foggiana che la loro lotta è una lotta di tutti e tutte, che solo unendosi e sostenendo chi combatte per condizioni di vita migliori si potranno cambiare i rapporti di forza ed avere la meglio su chi si arricchisce sulla vita delle persone. I problemi dovuti alla mancanza di casa, di lavoro, alle condizioni ormai diffuse di povertà sono spesso comuni a italiani e immigrati: è necessario quindi uno sforzo comune per riconoscere che il vero nemico sono le istituzioni e il sistema capitalistico che sfrutta e mantiene nell’illegalità. L’intento è stato quello di rovesciare la narrazione dominante del razzismo istituzionale che sempre più spinge a credere che gli immigrati siano il problema e i responsabili di un momento di difficoltà per tutti e tutte. Non sono mancate alcune reazioni positive e di sostegno da parte dei passanti, a dimostrazione del fatto che una genuina pratica antirazzista non può che passare dalla presa di parola diretta di chi il razzismo lo subisce tutti i giorni nei campi, nelle questure, nei centri di accoglienza e nelle strade di tutto il paese.\r\n\r\nIl corteo ha raggiunto la prefettura dove siamo riuscite/i a strappare un tavolo con il commissario straordinario nominato dal governo, il prefetto, il capo dell’ufficio immigrazione e la vice questore, e la presidente della commissione territoriale per l’asilo. Riguardo ai documenti è stata riconfermata apertura e disponibilità nel proseguire il processo di regolarizzazione, anche se questo accordo è stato spesso disatteso, vedremo cosa succede.\r\n\r\nAlla limitatezza delle promesse si è aggiunta l’incapacità e la mancanza di volontà di agire sui problemi strutturali; la “soluzione magica” che i rappresentanti del governo propongono è quella delle tendopoli e dei campi di lavoro stile Rosarno, secondo una logica militare-umanitaria che, oltre ad essere di per sé una soluzione disumanizzante, ha fallito ovunque sia stata già sperimentata. Oltre a questo, non è stata persa l’occasione per presentare la nuova Rete del lavoro agricolo di qualità, remake di trovate molto simili delle precedenti amministrazioni regionali puntualmente fallite, presentate come soluzioni alla piaga del caporalato e che passano per la logica della premialità alle aziende virtuose, dimostrandosi perdenti e miopi in partenza. Come i lavoratori e le lavoratrici sanno bene, per spezzare l’intera catena dello sfruttamento, che parte dalla GDO e finisce nei campi, non bastano specchietti per le allodole che assicurano soltanto visibilità politica a chi le propone, ma sono necessari documenti e contratti di lavoro regolari, che garantiscano la libertà di circolazione e di autodeterminazione della propria vita, e la possibilità di lavorare senza subire il ricatto dello sfruttamento.\r\n\r\nNon possiamo che continuare a rivendicare con forza documenti per tutte e tutti, contratti, trasporti e case normali. Sappiamo che c’è ancora tanto da fare di fronte alla crudeltà e all’ipocrisia delle istituzioni! Le nostre richieste sono chiare, l’unica strada è l’autorganizzione, continueremo a lottare!\r\n\r\nWe need yes!","21 Marzo 2018","2018-03-21 17:23:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/noborder-foggia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"163\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/noborder-foggia-300x163.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/noborder-foggia-300x163.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/noborder-foggia-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/noborder-foggia.jpg 576w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Foggia antirazzista, antisessista e antifascista",1521653035,[],[],{"post_content":109},{"matched_tokens":110,"snippet":111,"value":112},[79,80,81],"di rovesciare la narrazione dominante \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>razzismo\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark> che sempre più spinge a"," \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDopo le sparatorie di Macerata e Firenze, c’è ancora chi discute se l’Italia sia o meno un paese razzista. 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Un’occupazione nata nel 2013 a seguito della crisi economica che aveva portato numerosi sfratti e sgomberi, a cui si è risposto con varie occupazioni abitative (7 solo in San Paolo). Occupazioni che hanno dato l’opportunità a decine di persone di avere un tetto che gli permettesse di non finire ancora più ai margini di una società sempre più individualista ed escludente. Occupazioni, ma soprattutto case. Case che hanno permesso di ripartire e progettare il proprio futuro senza sottostare a ricatti e umiliazioni. Purtroppo però, sembra arrivata la fine anche di questa occupazione. Nemmeno un anno fa era stato sgomberato il palazzo di via Muriaglio e pochi anni prima via Frejus e via Revello. Nonostante i proclami sui giornali, lo sgombero è avvenuto in una modalità particolare. Come in altri casi, è stata messa in atto una pratica tanto violenta quanto subdola: il distacco della luce e dell’acqua. Un assedio silenzioso per forzare le persone ad andarsene ed evitare alle istituzioni di dover avanzare proposte concrete per risolvere la costante crisi abitativa.\r\n\r\nQuesti “sgomberi dolci” vanno avanti, sollevando il comune di prendersi la responsabilità politica e morale dell’assenza di soluzioni alternative. Ciò che accade in queste situazioni non è una novità: il razzismo istituzionale, la gentrificazione crescente del quartiere San Paolo e la mancanza di politiche abitative efficaci hanno reso impossibile l’accesso a soluzioni dignitose per chi vive in occupazione. Ancora una volta, si prospettano solo dormitori aperti per sole 12 ore, un’ulteriore umiliazione per chi lavora su tre turni, e una condizione inaccettabile per persone che rivendicano il diritto di avere un tetto sopra la testa. Le persone che vivono in occupazione non stanno chiedendo la carità, ma solo una casa vera, dignitosa, dove poter vivere senza il rischio di essere sfrattati ogni volta che la situazione economica o sociale non rispecchi le prospettive di palazzinari e speculatori. Molti sarebbero disposti ad affittare un alloggio se non fosse che il razzismo diffuso e la continua gentrificazione del quartiere e della città non lo permettono, rendendo ancora più insostenibile la loro condizione. Il diritto alla casa dovrebbe essere garantito a tutt3 e non solo a chi può permettersi di pagare affitti in un mercato immobiliare speculativo.\r\n\r\nBasta sgomberi, casa per tutt3!\r\n\r\nDi seguito l'intervista sullo sgombero di martedì mattina a un solidale:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Via-monginevro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","20 Marzo 2025","2025-03-20 14:29:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/basta_Sgomberi-1038x576-1-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"166\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/basta_Sgomberi-1038x576-1-300x166.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/basta_Sgomberi-1038x576-1-300x166.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/basta_Sgomberi-1038x576-1-1024x568.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/basta_Sgomberi-1038x576-1-768x426.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/basta_Sgomberi-1038x576-1-200x110.png 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/basta_Sgomberi-1038x576-1.png 1038w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sgombero della palazzina occupata in via Monginevro",1742480943,[134,135,136,137,138],"http://radioblackout.org/tag/basta-sgomberi/","http://radioblackout.org/tag/csoa-gabrio/","http://radioblackout.org/tag/gentrificazione/","http://radioblackout.org/tag/san-paolo/","http://radioblackout.org/tag/violenza-istituzionale/",[140,141,142,143,144],"basta sgomberi","CSOA Gabrio","gentrificazione","San Paolo","violenza istituzionale",{"post_content":146,"tags":150},{"matched_tokens":147,"snippet":148,"value":149},[80,81,79],"non è una novità: il \u003Cmark>razzismo\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark>, la gentrificazione crescente \u003Cmark>del\u003C/mark> quartiere San Paolo e la","Nella mattinata di martedì 18 marzo è stato ultimato lo sgombero, che andava avanti da un mese, della palazzina occupata in via Monginevro 46. Un’occupazione nata nel 2013 a seguito della crisi economica che aveva portato numerosi sfratti e sgomberi, a cui si è risposto con varie occupazioni abitative (7 solo in San Paolo). Occupazioni che hanno dato l’opportunità a decine di persone di avere un tetto che gli permettesse di non finire ancora più ai margini di una società sempre più individualista ed escludente. Occupazioni, ma soprattutto case. Case che hanno permesso di ripartire e progettare il proprio futuro senza sottostare a ricatti e umiliazioni. Purtroppo però, sembra arrivata la fine anche di questa occupazione. Nemmeno un anno fa era stato sgomberato il palazzo di via Muriaglio e pochi anni prima via Frejus e via Revello. Nonostante \u003Cmark>i\u003C/mark> proclami sui giornali, lo sgombero è avvenuto in una modalità particolare. Come in altri casi, è stata messa in atto una pratica tanto violenta quanto subdola: il distacco della luce e dell’acqua. Un assedio silenzioso per forzare le persone ad andarsene ed evitare alle istituzioni di dover avanzare proposte concrete per risolvere la costante crisi abitativa.\r\n\r\nQuesti “sgomberi dolci” vanno avanti, sollevando il comune di prendersi la responsabilità politica e morale dell’assenza di soluzioni alternative. Ciò che accade in queste situazioni non è una novità: il \u003Cmark>razzismo\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark>, la gentrificazione crescente \u003Cmark>del\u003C/mark> quartiere San Paolo e la mancanza di politiche abitative efficaci hanno reso impossibile l’accesso a soluzioni dignitose per chi vive in occupazione. Ancora una \u003Cmark>volta\u003C/mark>, si prospettano solo dormitori aperti per sole 12 ore, un’ulteriore umiliazione per chi lavora su tre turni, e una condizione inaccettabile per persone che rivendicano il diritto di avere un tetto sopra la testa. 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Stiamo protestando contro le squallide condizioni di vita nei centri di accoglienza e detenzione, nei foyers e negli accampamenti dove siamo esposti più di altri al rischio di contagio. Molti di noi si rifiutano di andare a lavorare senza protezione. Altri stanno tornando nel loro paese. Altri ancora si sottraggono agli accordi che alcuni governi europei stanno stipulando con paesi extraeuropei per reclutare e fornire alle imprese forza lavoro usa e getta.\r\nIn molti stiamo scioperando nelle fabbriche e nei magazzini non solo europei, insieme a chi ha la cittadinanza. Le regolarizzazioni o le richieste di manodopera dirette unicamente ai rifugiati che alcuni paesi, come il Portogallo e la Francia, hanno messo in atto, (per tutti o solo per alcuni) al fine di metterli al lavoro nei campi, i voli charter che sono stati organizzati per gli stagionali, i corridoi speciali per braccianti e badanti, e le sanatorie annunciate da diversi governi per far fronte alle esigenze produttive per noi non sono la soluzione. Non vogliamo un pezzo di carta che legalizzi il diritto a sfruttarci: vogliamo libertà di movimento, libertà dal razzismo istituzionale e dallo sfruttamento. La nostra vita non può dipendere dal legame tra documenti, lavoro e famiglia.\r\nLa pandemia ormai diffusa a livello globale sta mostrando che mentre il lavoro migrante è considerato essenziale, le vite delle donne e degli uomini migranti non sembrano esserlo. Noi migranti possiamo essere lasciati morire in mare o alle porte dell’Europa, possiamo essere rinchiusi nei centri di detenzione o di accoglienza, possiamo essere licenziati e perdere i documenti, possiamo essere lasciati in mezzo alla strada senza casa, ma il lavoro migrante viene costantemente richiesto per curare anziani, bambini e malati, per pulire le case e gli uffici, per raccogliere la frutta e la verdura prima che marcisca nei campi, per mandare avanti le fabbriche e i magazzini dove la produzione si affretta a ripartire. In Europa come in tutto il mondo,gli Stati usano la pandemia per ridurre il lavoro migrante a semplice strumento per salvare il profitto, pronto per essere spostato dove serve e solo per il tempo necessario. Le nostre vite valgono solo se arricchiamo qualcuno che non siamo noi: questo dicono le leggi nazionali sull’immigrazione, le politiche europee e gli accordi internazionali.\r\nOggi più che mai le nostre lotte non possono fermarsi ai confini e alle leggi nazionali, che ci inchiodano ai datori di lavoro, al reddito e ai ricongiungimenti famigliari. Per questo dobbiamo rompere l’isolamento delle nostre lotte: noi che i confini li abbiamo attraversati e li sfidiamo ogni giorno, non possiamo dipendere dai calcoli dei singoli governi. Già in passato abbiamo scioperato e protestato insieme in Francia, in Italia e in altri paesi europei. Oggi che gli Stati europei si accordano per intensificare lo sfruttamento del lavoro migrante e il razzismo istituzionale che lo sostiene, dobbiamo ancor di più essere in grado di parlare con una sola voce. Per chi vive da anni con un permesso di soggiorno, per chi dopo anni è ancora senza documenti, per chi li perderà a causa della pandemia, per chi è arrivato da poco e vede negata la sua richiesta d’asilo, per chi si scontra con la violenza dei confini dentro e fuori l’Europa, per chi ha subito e subisce la violenza sessuale nei campi della Libia e non solo, vogliamo un permesso di soggiorno europeo illimitato e incondizionato, svincolato da famiglia, reddito e lavoro. Contro le politiche razziste che pretendono da noi un lavoro che è sempre essenziale mentre le nostre vite possono sempre essere sacrificate, è il momento di organizzarci attraverso e oltre i confini: è il momento di affermare la nostra libertà contro lo sfruttamento.\r\nCollectif des Travailleurs Sans-Papiers de Vitry\r\n\r\nCoordinamento Migranti Bologna\r\n\r\nDurante l'intervista abbiamo parlato di questo comunicato, dell'indegna proposta di sanatoria in Itali e della manifestazione dei Sans Papier prevista per il 30 maggio in Francia.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/cordinamento-migranti.mp3\"][/audio]\r\n\r\nhttps://coordinamentomigranti.org/","11 Maggio 2020","2020-05-11 17:54:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/lav-migr-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/lav-migr-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/lav-migr-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/lav-migr.jpg 460w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Rompere l’isolamento e rivendicare un permesso di soggiorno europeo, intervista al Coordinamento Migranti",1589219625,[189,190,191,192,193],"http://radioblackout.org/tag/coordinamento-migranti/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/permesso-di-soggiorno/","http://radioblackout.org/tag/rivendicare-un-permesso-di-soggiorno-europeo/","http://radioblackout.org/tag/rompere-lisolamento/",[195,196,197,198,199],"coordinamento migranti","migranti","permesso di soggiorno","rivendicare un permesso di soggiorno europeo","Rompere l’isolamento",{"post_content":201},{"matched_tokens":202,"snippet":203,"value":204},[79,80,81],"accordano per intensificare lo sfruttamento \u003Cmark>del\u003C/mark> lavoro migrante e il \u003Cmark>razzismo\u003C/mark> \u003Cmark>istituzionale\u003C/mark> che lo sostiene, dobbiamo ancor","In questi mesi di pandemia non abbiamo smesso di lottare contro \u003Cmark>razzismo\u003C/mark> e sfruttamento. 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La comunicazione dello stato maggiore leghista è stata data dopo l’insulto razzista alla ministra Cecyle Kyengè da parte del vicepresidente del senato Calderoli: un rilancio arrogante di chi risponde alle accuse di razzismo volendo provare a portare il razzismo in piazza.\r\nÈ dunque immediatamente chiaro il disegno politico che sta dietro questo corteo: tornare ancora una volta a chiamare in piazza lo zoccolo duro della Lega, o quel che ne rimane dopo i recenti tracolli elettorali, soffiando sulle ceneri del razzismo; auto-rappresentandosi come movimento “popolare e di lotta” a fianco della popolazione autoctona, per provare a recuperare consensi attraverso la carta della xenofobia.\r\nD'altronde negli anni la Lega è stata tra i principali artefici dell'inasprimento delle politiche di immigrazione nel nostro Paese, mettendo in atto un sistematico razzismo istituzionale con Roberto Maroni Ministro dell'Interno. Una guerra a* migranti di cui tra i tanti episodi vale la pena ricordare ovviamente la legge Bossi-Fini con l'utilizzo massiccio dei CIE come dispositivo di controllo sociale e di regolamentazione del mercato del lavoro, la pratica barbara dei respingimenti in mare, e la gestione emergenziale dei flussi migratori dopo le primavere nord-africane, gestione sfociata poi in quel buco nero di business e accoglienza negata che è stata la famigerata “emergenza nord-Africa”.\r\nOggi, appunto dopo l'abbandono di una fetta considerevole del suo elettorato alle ultime elezioni, la Lega ci riprova. La crisi continua mordere e chi fino a poco tempo fa era seduto in uno dei governi dell'austherity oggi vuole tornare in piazza per giocarsi la carta dell'immigrazione come spauracchio per invocare maggiore sicurezza puntando alla repressione e all'esclusione sociale. E a testimonianza di questo basta pensare alla recente proposta di legge a firma leghista per rendere più pesanti le pene per chi occupa case o terreni in modo organizzato (più di dieci): una legge a difesa della rendita speculativa e del patrimonio immobiliare delle banche.\r\nE la nostra città non è certo stata scelta a caso: travolta da una valanga di casse integrazione molte ormai agli sgoccioli e capitale italiana degli sfratti, Torino è -nei propositi leghisti- un terreno fertile per provare a seminare odio e sperare di raccogliere consensi.\r\nTorino è anche il capoluogo della Regione governata dal leghista Cota; uno degli esempi più espliciti forse di come la Lega al di là degli slogan populisti non sta “dalla parte della gente”. Il disastro della sanità regionale dove tra tagli, mazzette e corruzione Cota ha aperto le porte dei consultori pubblici ai cattolici integralisti e ha svenduto ai privati settori economicamente più appetibili ben testimoniano come anche la Lega sieda ai tavoli dei responsabili delle politiche di austerità, di chi smantella lo stato sociale e l'istruzione creando privilegi per pochi e precarietà diffusa per i settori popolari.\r\nSono dunque molte le ragioni per cui riteniamo importante che il 12 ottobre Torino non venga invasa dal corteo nazionale di un movimento razzista e xenofobo. Nella nostra città da anni fitte reti di solidarietà si tessono dal basso, nelle lotte per la casa, nei presidi solidali, nei gesti quotidiani di resistenza al razzismo e costruiscono un tessuto sociale che è ben diverso dal triste spettacolo che la Lega vorrà inscenare quel giorno in piazza.\r\n\r\nSABATO 12 OTTOBRE 2013 ORE 15 • PIAZZA CASTELLO • TORINO CORTEO ANTIRAZZISTA\r\n\r\nAscolta la diretta con Luigi del Csoa Gabrio\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/luigi_controLega11O.mp3\"][/audio]","11 Ottobre 2013","2013-10-16 21:40:55","Torino, sab 12 ottobre corteo contro la Lega Nord",1381512699,[224,66],"http://radioblackout.org/tag/lega-nord/",[226,12],"Lega Nord",{"post_content":228},{"matched_tokens":229,"snippet":231,"value":232},[230,79,80],"i","quel che ne rimane dopo \u003Cmark>i\u003C/mark> recenti tracolli elettorali, soffiando sulle ceneri \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>razzismo\u003C/mark>; auto-rappresentandosi come movimento “popolare e","La Lega Nord ha annunciato per il 12 ottobre prossimo un corteo nazionale a Torino convocato contro l'immigrazione e per la legalità. 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Una guerra a* migranti di cui tra \u003Cmark>i\u003C/mark> tanti episodi vale la pena ricordare ovviamente la legge Bossi-Fini con l'utilizzo massiccio dei CIE come dispositivo di controllo sociale e di regolamentazione \u003Cmark>del\u003C/mark> mercato \u003Cmark>del\u003C/mark> lavoro, la pratica barbara dei respingimenti in mare, e la gestione emergenziale dei flussi migratori dopo le primavere nord-africane, gestione sfociata poi in quel buco nero di business e accoglienza negata che è stata la famigerata “emergenza nord-Africa”.\r\nOggi, appunto dopo l'abbandono di una fetta considerevole \u003Cmark>del\u003C/mark> suo elettorato alle ultime elezioni, la Lega ci riprova. La crisi continua mordere e chi fino a poco tempo fa era seduto in uno dei governi dell'austherity oggi vuole tornare in piazza per giocarsi la carta dell'immigrazione come spauracchio per invocare maggiore sicurezza puntando alla repressione e all'esclusione sociale. E a testimonianza di questo basta pensare alla recente proposta di legge a firma leghista per rendere più pesanti le pene per chi occupa case o terreni in modo organizzato (più di dieci): una legge a difesa della rendita speculativa e \u003Cmark>del\u003C/mark> patrimonio immobiliare delle banche.\r\nE la nostra città non è certo stata scelta a caso: travolta da una valanga di casse integrazione molte ormai agli sgoccioli e capitale italiana degli sfratti, Torino è -nei propositi leghisti- un terreno fertile per provare a seminare odio e sperare di raccogliere consensi.\r\nTorino è anche il capoluogo della Regione governata dal leghista Cota; uno degli esempi più espliciti forse di come la Lega al di là degli slogan populisti non sta “dalla parte della gente”. Il disastro della sanità regionale dove tra tagli, mazzette e corruzione Cota ha aperto le porte dei consultori pubblici ai cattolici integralisti e ha svenduto ai privati settori economicamente più appetibili ben testimoniano come anche la Lega sieda ai tavoli dei responsabili delle politiche di austerità, di chi smantella lo stato sociale e l'istruzione creando privilegi per pochi e precarietà diffusa per \u003Cmark>i\u003C/mark> settori popolari.\r\nSono dunque molte le ragioni per cui riteniamo importante che il 12 ottobre Torino non venga invasa dal corteo nazionale di un movimento razzista e xenofobo. Nella nostra città da anni fitte reti di solidarietà si tessono dal basso, nelle lotte per la casa, nei presidi solidali, nei gesti quotidiani di resistenza al \u003Cmark>razzismo\u003C/mark> e costruiscono un tessuto sociale che è ben diverso dal triste spettacolo che la Lega vorrà inscenare quel giorno in piazza.\r\n\r\nSABATO 12 OTTOBRE 2013 ORE 15 • PIAZZA CASTELLO • TORINO CORTEO ANTIRAZZISTA\r\n\r\nAscolta la diretta con Luigi \u003Cmark>del\u003C/mark> Csoa Gabrio\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/luigi_controLega11O.mp3\"][/audio]",[234],{"field":86,"matched_tokens":235,"snippet":231,"value":232},[230,79,80],2889111846785122300,{"best_field_score":238,"best_field_weight":37,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":45,"score":239,"tokens_matched":92,"typo_prefix_score":14},"3324260384768","2889111846785122417",{"document":241,"highlight":261,"highlights":266,"text_match":269,"text_match_info":270},{"cat_link":242,"category":243,"comment_count":45,"id":244,"is_sticky":45,"permalink":245,"post_author":48,"post_content":246,"post_date":247,"post_excerpt":51,"post_id":244,"post_modified":248,"post_thumbnail":51,"post_thumbnail_html":51,"post_title":249,"post_type":56,"sort_by_date":250,"tag_links":251,"tags":256},[42],[44],"21867","http://radioblackout.org/2014/03/il-governo-delle-anime/"," Una storia agghiacciante dai meandri del controllo e del disciplinamento degli esseri umani. Per molti versi una storia emblematica in cui si miscelano molti degli ingredienti più disgustosi che compongono il controllo statale. Le strutture assitenziali che rivelano tutta la loro natura infingarda e repressiva; istituzioni arroganti e sorde, incapaci di fare il minimo passo indietro; pregiudizi beceri e razzismo istituzionale; interessi economici e l'ombra costante di Big Pharma. Tutto ciò naturalmente ben corroborato da una dose di ingiustizia sociale e povertà, che è poi il terreno quasi indispensabile su cui lo stato riversa la natura più sinistra. Manuel è un giovane di vent'anni che non ha mai fatto male a nessuno e che però lo stato ha decretato essere pericoloso. Psichiatrizzato fin da piccolo e strappato a più riprese daòll'affetto dei suoi, Manuel non si è mai arreso e ha continuato a scappare dalle comunità in cui lo confinavano. La sua famiglia gli è sempre staa vicino, fino a incatenarsi con lui per opporsi alle decisioni della magistratura.\r\n\r\nA febbraio, dopo un lungo calvario, proprio i famigliari si sono rivolti al collettivo antipsichiatrico pisano Antonin Artaud. 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Fin dal primo momento è chiaro l’intento di rendere difficile l’accesso ad un documento e a trattenere le persone nelle disponibilità dello stato in luoghi detentivi che si ampliano sempre di più.\r\nQuesto avviene con l’introduzione delle procedure di frontiera, l’aumento dell’applicazione delle procedure accelerate, l’estensione dela lista dei paesi sicuri, l’inasprimento della normativa per i trattenimenti.\r\nL’altro chiaro obiettivo di tutta la più recente decretazione d’urgenza (che considera le migrazioni un problema e le persone migranti come un nemico), è quello di precarizzare le persone che si trovano sul territorio italiano.\r\nEsempio lampante sono le modifiche alla protezione speciale, che cercano di intaccare il diritto alla vita privata e familiare del persone che hanno il centro degli interessi della propria vita in Italia. Attacco a un diritto umano e internazionale che sarà da difendere nei tribunali e fuori.\r\nL’hotspot di Lampedusa è uno dei primi luoghi che molte persone attraversano appena arrivate in Italia e per tanto anche uno dei primi luoghi in cui questi cambiamenti e le logiche di questo sistema hanno le loro ripercussioni.\r\nLe persone non sono libere di lasciare l’hotspot ed è qui che avvengono le prime procedure, permeate della malata logica di persona meritevole di restare o persona da espellere, che già definiscono la vita di una persona in Italia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Presentazione-sportello-mai-piu%CC%80-cpr_118.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nLunedì 12 ore 21 - Cinema Underground: Claudio Caligari 22 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nClaudio Caligari in un intervista su Amore Tossico, film capolavoro del cinema underground anni 80.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/CinemaUndergroundClaudioCaligari_22.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nMartedì 13 ore 21 - Droga e guerra 50 minuti [Radio blackout, Bello come una prigione che brucia]:\r\n\r\nQuesto lungo approfondimento vuole proporre un riflessione sul ruolo che le sostanze psicotrope – che come elemento di interferenza con lo stato di coscienza hanno sempre accompagnato l’umanità – hanno assunto una volta inserite nel contesto tecnico-bellico.\r\n\r\nProviamo a suddividere la relazione tra sostanze psicoattive e guerra in due grandi categorie: sostanze somministrate durante l’esperienza delle atrocità, sostanze somministrate successivamente all’esperienza delle atrocità.\r\n\r\nTralasciando le “autoterapie” e i fenomeni di tossicodipendenza endemici tra i veterani di guerra, cercheremo di concentrarci esclusivamente sulla dimensione istituzionalizzata delle somministrazioni: dal Pervitin del Terzo Reich, al Captagon dell’ISIS, al Modafinil attualmente fornito all’esercito statunitense.\r\n\r\nMa la normalizzazione della guerra, che si declina anche attraverso l’arruolamento della popolazione nel suo insieme, deve tenere conto degli strascichi psichici di chi è entrato in contatto con gli eventi atroci e traumatizzanti che la caratterizzano; qui entrano in gioco le sperimentazioni di MDMA in Israele e di Ibogaina in Ucraina.\r\n\r\nSi osserva quindi una parabola della relazione tra umanità e sostanze psico-alteranti: dall’espansione della coscienza al sostegno neurochimico di ciò che è insostenibile.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Droga-e-guerra_50.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nMartedì 13 ore 22,30 - Musick To Play In The Dark - Zoo records special 65 minuti minuti [Radio blackout, Musick to play in the dark]:\r\n\r\nMusick To Play In The Dark – Puntata del 20/02/2024 (Zoo Records special)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/MTPITD-Zoo-records-special_65.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nMercoledì 14 ore 00,30 - Black Zone Myth Chant live al blackout fest 2018 51 minuti[Radio Blackout, Black Zone Myth Chant]:\r\n\r\nLive @Blackout Fest 9/6/2018\r\n\r\nBZMC produce musica come se gli egizi avessero conosciuto Sun Ra e DjScrew, poi si diverte cambiando il pitch al risultato finale. 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Libero per interposto ergastolo. 30 minuti [Porfido]:\r\n\r\nCarcere minorile, riformatorio, manicomio criminale, carcere speciale: dentro le gabbie della Repubblica.\r\n\r\n“…Del contesto narrato, così come del contesto che si evince senza dire nulla, sono rimaste solo sbiadite ombre…” ….Le vicende narrate da Giorgio Panizzari possono però servirci a capire che, in carcere come fuori, la solidarietà è uno strumento imprescindibile. E che, come lui stesso ci indica, gli apparentemente intricatissimi nodi di Gordio di una società che si dice complessa possono essere molto vulnerabili di fronte al filo della spada.\r\n\r\nNOTA EDITORIALE “Libero per interposto ergastolo” esce all’inizio del 1990, in un periodo in cui argomenti come rivolte carcerarie, carceri speciali, lotta armata hanno poco appeal. Sono appena finiti gli anni ’80 è l’opinione pubblica italiana vive un immenso rimosso collettivo. Gli eventi dei vent’anni precedenti sembrano asfaltati sotto uno spesso strato di oblio, considerati inutili, folli, sorpassati… un vero olocausto della memoria di uno dei momenti più alti nella storia della riscossa degli sfruttati (eventi tra l’altro ancora in corso lungo tutti quei famigerati anni ’80). Nello stesso periodo però quel libro lo abbiamo divorato in tanti. Per almeno 15 anni è stato letto e riletto, ci ha aiutati a conoscere, imparare, meditare. Nel frattempo questo piccolo volume è sparito dalla circolazione, relegato ad un mercato di nicchia di collezionisti ed “intenditori”. Anche per questo lo riproponiamo dopo 30 anni, ma non solo… attraverso la sua storia Giorgio Panizzari ci racconta di una società e di un carcere sicuramente diversi da quelli attuali. Come lui stesso dice nella postfazione “del contesto narrato, così come del contesto che si evince senza dire nulla, sono rimaste solo sbiadite ombre”. Negli anni ’70 la borghesia italiana era sotto l’attacco di una guerriglia rivoluzionaria che mirava sempre più in alto. Allo stesso tempo nelle città ribolliva un’attività extralegale spavalda e sempre più efficace. La popolazione carceraria di allora era in grossa parte frutto di questo duplice attacco. In prigione l’insorgenza proletaria non arretrava, il “dentro”e il “fuori” si legavano e spesso rilanciavano. Nessuno di noi oggi si illude di fare di quegli eventi un modello replicabile. Le differenze strutturali sono abnormi. Fuori e dentro ai penitenziari è pressoché esaurita ogni tensione di lotta organizzata e non. Inoltre “il modello di controllo adottato nel sistema penitenziario, con tutte le sue rozze ma anche raffinate articolazioni, s’é espanso – direi s’é conquistato – il corpo sociale nel suo complesso”(sempre dalla postfazione). Le vicende raccontate da Giorgio Panizzari possono però servirci a capire che in carcere come fuori, la solidarietà è uno strumento imprescindibile. È che, come lui stesso ci indica, gli apparentemente intricatissimi nodi di Gordio di una società che si dice complessa possono essere molto vulnerabili di fronte al filo della Spada\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Giorgio-Panizzari_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nGiovedì 15 ore 10 - Dynamite, lotta di classe a Chicago nel 1886 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUno sguardo sulla lotta di classe nella Chicago di fine ‘800 tra conflitto, musica e parole.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Dynamite-lotta-di-classe-a-Chicago-nel-1886_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nGiovedì 15 ore 15 - American punk hc 80s - Florida, Alabama,Tennessee e Louisiana 77 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]:\r\n\r\nSpeciale prodotto da Radio Kebab sul punk hardcore statunitense degli anni '80, con estratti di letture tratte dal libro \"American punk hardcore - Una storia tribale\" di Steven Blush.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/American-punk-hc-80s-Florida-Alabama-Tennessee-e-Louisiana_75.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nGiovedì 15 ore 19 - Speciale In the Pines 5 murder balldas 70 minuti [Radio Blackout, No Trip for Cats]:\r\n\r\nPuntata speciale della trasmissione No Trip For Cats, dedicata al fumetto “In the Pines: 5 Murder Ballads” di Erik Kriek.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Speciale-In-the-Pines-5-murder-balldas-No-trip-for-cats_71-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nVenerdì 16 ore 9 - La scongiura del discorso. Il caso Persichetti. 32 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nChe la storia e la memoria costituiscano un campo di battaglia non è certo una novità dell’oggi. Tuttavia, è innegabile che una spiccata vocazione psico-poliziesca sia uno dei tratti fondamentali del presente. Per questa ragione, il caso di Paolo Persichetti risulta doppiamente significativo. Il sequestro del suo archivio storico sull’esperienza delle Brigate Rosse e specificatamente sul sequestro Moro non solo mostra il ruolo chiave che quest’ultimo riveste nella riscrittura del passato da parte del Ministero della Verità, quale specchio deformato che si riflette a ritroso sull’intero decennio degli anni Settanta, ma mette in luce anche l’intento fondamentale della “Polizia della storia”: scongiurare la mera pensabilità (foss’anche in chiave storica) della messa in discussione radicale dell’ordine costituito. In questo contributo audio, Persichetti ci narra della vicenda che lo ha coinvolto, dei suoi tratti surreali e dei suoi molteplici risvolti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Storia-Persichetti_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nVenerdì 16 ore 10 - Maelstrom, lotta di classe tra il 1960 e 1980 14 minuti [Porfido]:\r\n\r\nPresentazione del libro “Maelstrom Scene di rivolta e autorganizzazione di classe in Italia dal 1960 al 1980” di Salvatore Ricciardi\r\n\r\nIl ventennio 1960-1980 racchiude il ciclo più lungo, per continuità e asprezza, della lotta di classe nell’Italia del secolo scorso. Quella stagione è qui narrata da un militante che ha attraversato una straordinaria molteplicità di esperienze esistenziali e politiche: da quella rivoltosa e spontanea degli scontri di piazza nel dopoguerra a quella della sinistra partitica e sindacale negli anni Sessanta; da quella della costruzione del nuovo sindacalismo di base a quella dell’area dell’autonomia operaia, fino all’approdo nella lotta armata delle Brigate rosse, negli anni Settanta.\r\nUna testimonianza ricca di narrazioni sui principali conflitti sociali di quei due decenni. Una descrizione, non priva di particolari inediti, sull’esperienza delle Brigate rosse di cui l’autore è stato dirigente nella «colonna romana» negli anni precedenti e successivi all’«azione Moro». Ma anche un’analisi rigorosa e profonda sull’istituzione carceraria che l’autore ha ben conosciuto dopo la condanna all’ergastolo. Questo libro di lucida memoria, scritto con linguaggio chiaro e soprattutto sincero, è un contributo prezioso per la futura storicizzazione di un periodo cruciale del nostro Paese.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Maelstorm.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nVenerdì 16 ore 13,30 - Intervista alla musicista guineana Eneida Marta 21 minuti [Radio Blackout, No Trip For Cats]:\r\n\r\nIntervista alla musicista guineana Eneida Marta, realizzata dalla redazione di No Trip For Cats\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Intervista-alla-musicista-guineana-Eneida-Marta_22.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nVenerdì 16 ore 19 - IconOut Records - Scream in the garage 32 minuti [IconOut Records]:\r\n\r\nMixtape intitolato \"Scream in the garage\" realizzato da Ricky della IconOut Records\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/IconOut-Records-scream-in-the-garage_33.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 17 ore 9,30 - Lousy but noisy - A shitgaze mixtape 1 ora e 34 minuti minuti [Radio blackout, Radio Kebab]:\r\n\r\nPuntata speciale di Radio Kebab.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/SHITGAZE-MIXTAPE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 17 ore 20 - Free and easy 23/06/2024 74 minuti [Patryck Albert, Ouest Track Radio]:\r\n\r\n\" FREE & EASY \" Playlist Patryck Albert , ......feat . David Allen , Judge Wayne & the Convit , Others , Sons of Cyrus , Grip Weeds , Flypped Whigs , Cybermen , Nuthin' , Dynamites Shakers , Johnny No & the No-Men , James Baker Experience , Some Loves , Nurks , Carnivals , Loons , Janet St Claire , Lottle Killers , Mink Deville , Chips & Co , Figures of Light , Syndicats\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Free-and-easy-23.06.2024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 17 ore 23,30 - Torino Disco Cross #8 lato A 63 minuti [Radio Blackout, Torino Disco Cross]:\r\n\r\nTorino Disco Cross è una fanzine di musica elettronica, un team di produttori e dj’s che dal 2003 assembla tracce audio raccolte in volumi che periodicamente vengono presentati al pubblico in eventi dal vivo. Per l’occasione vengono offerte copie su cd, slegate dal circuito di distribuzione commerciale. Più che un’organizzazione di serate dance è un laboratorio di sperimentazione e confronto dove l’unione di generi, l’intreccio di esperienze, la ricchezza di stili e la totale indipendenza dei partecipanti contribuiscono ad accrescere il patrimonio collettivo…Ad oggi gli artisti coinvolti nel progetto hanno partecipato alla realizzazione dei volumi in totale autonomia, senza sponsor o produttori esterni, in sintesi no-profit.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Torino-disco-cross-8-lato-A_62.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 18 ore 9 - Spinoza Pi trentotto 11 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Spinoza-Pi-Trentotto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 18 ore 10 - Suoni e ritmi da New Orleans 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nApprofondimento sulla musica e la città di New Orleans.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Suoni-e-ritmi-da-New-Orleans_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 18 ore 18,30 - Little plastic radio ep. 127 1 ora e 43 minuti minuti [Little plastic tapes]:\r\n\r\nThis episode focuses on Long songs. Songs that you can really get your teeth into. It features classic US Punk, Dark, Contemporary Jazz, Afrobeat Pioneers, Instrumental 90's Canadian legends, Pioneering Ambient Metal and Minimalist Drone and Free Jazz.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Little-plastic-radio-ep.-127_103-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 18 ore 21 - The vacuum 31 minuti [Arsider sound lab]:\r\n\r\nThe world with which we engage politically is outside our heads; our perceptions, ideas, and actions in the political sphere must rely on images of reality provided by others. The type of images transmitted, who selects them, who decides what to say and what not to say, and how to say it are therefore crucial for the functioning of democracies, for the selection of politicians through elections, and subsequently in holding them accountable to the electorate.\r\n\r\nIn Italy, this phenomenon is glaring: since the early 2000s, Israel has become a model, a laboratory that the European and Italian right has increasingly looked to with interest. This trend emerged at the same time as the global right incorporated the fight against Palestinian terrorism into the broader scenario of the war on terror sparked by the events of September 11, the invasion of Iraq, and Afghanistan. In this context, the state of Israel was elevated to the front line of a war defending the West against Islamic extremism. Xenophobic anti-Islamism became the new ideological glue.\r\n\r\nEnsuring all of this is the power of media language that shapes public opinion with a narrative that, under the guise of an objective account, serves as a propaganda tool, perpetuating a narrative in line with a pro-Zionist and pro-apartheid agenda.\r\n\r\nThis framing not only distorted public perception but also contributed to the normalization of discriminatory policies that support the status quo of oppression and marginalization by offering a single interpretation of what is happening in Palestine.\r\ncredits\r\nreleased February 21, 2024\r\n\r\nAired on February 2024, 24hrs/Palestine is a global live radio event to explore the different practices implemented in every corner of the world in support of the Palestinian people, with the aim of hearing from people all over the world about the necessities of solidarity and anti-colonial alliances. For 24 hours, the airwaves will be filled with the diverse expressions of solidarity for the anti-colonial struggle that characterize frequencies worldwide.\r\n\r\n“24 hours live Palestine” is a global media action within a network of physical locations, a 24-hour global live radio event in support of the Palestinian people, and with the aim of hearing from people all over the world about the necessities/possibilities of solidarity and anti-colonial alliances. Promoted by Radio Alhara became then worldwide spread on Radio Flouka, Radio Blackout, The Mosaic Rooms (London, England), Libreria Proyeccion (Santiago, Chili), La Parole Errante (Montreuil, France), Station of Commons and on other hosting sites in Beirut, Mayotte, La Réunion and Cairo.\r\n\r\nWritten, recorded and mixed by Arsider Sound Lab\r\ntext and radio archive research: p_annaderia\r\nGraphic design: Silvia Basano\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/The-vacuum_31.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 18 ore 00,30 - Gufonero - Live quarantined - Benefit Radio Black Out 29 minuti [Radio Blackout, Gufonero]:\r\n\r\nGufonero è il progetto di Andrea e Marcella, noti per essere – oltre che dei gran personaggi – coloro che tirano le fila di realtà come Annoying Records, End Of A Season e molto altro.\r\nUna sportellata di rumore pesante per una sessione live esclusiva. Non sfigurano nelle grandi occasioni, essendo irrobustiti da una palette sonora degna dei migliori esempi provenienti dall’altra parte dell’oceano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Gufonero-Live-quarantined-benefit-RBO_29-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","11 Agosto 2024","2024-08-18 11:41:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes e Wormholes dal 12 al 18 agosto 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murder ballads","Alabama","american punk hc","Arsider sound lab","asgi","audiocapitoli di Porfido","Balcani","Big In Japan","Black zone myth chant","Blackout fest 2018","Carnivals","Carolina Di Luciano","CCC CNC NCN","chicago","Chips & Co","cinema italiano","claudio caligari","Cybermen","David Allen","Deadbreezo","Dynamite","Dynamites Shakers","Echo And The Bunnymen","Elena Garelli","Eneida Marta","Eniac","erik kriek","Expelaires","Figures of Light","Flat Luciano","Florida","Flypped Whigs","Free and easy","garage rock","Giorgio Panizzari","Giovanni D'Ambrosio","GL Petrella","Grip Weeds","Gufonero","Guinea Bissau","High wolf","IconOut Records","in the pines","James Baker Experience","Janet St Claire","Johnny No & the No-Men","Judge Wayne & the Convit","Libero per interposto ergastolo","Little plastic radio","Little plastic Tapes","live quarantined","Loons","Lori & The Chameleons","Lottle Killers","Louisiana","lousy but noisy","M_oo","maelstrom","Mediterranean hope","Mink Deville","MIXTAPE","musick to play in the dark","new orleans","NigNigNig","Nurks","Nuthin'","Ouest Track Radio","p38","Patrick Di Stefano","Patryck Albert","ponte radio","Porfido","radio alhara","radio cane","radio wombat","Ricky","Roger Rama feat. Fé Avouglan","rovereto","Salvatore Ricciardi","Scream in the garage","sfruttamento minerario nei balcani","shitgaze","Some Loves","Sons of Cyrus","sostanze stupefacenti","Spinoza","sportello mai più cpr","staffetta radio","staffetta radio internazionale","Syndicats","Tennessee","worm holes","wormhole",{"post_content":526,"tags":530},{"matched_tokens":527,"snippet":528,"value":529},[78],"D’Ambrosio, operatore di Mediterranean Hope.\r\n\u003Cmark>I\u003C/mark> decreti Piantedosi hanno apportato diverse","Lunedì 12 ore 11.30 - Presentazione sportello Mai più CPR 118 minuti [CSOA Gabrio]:\r\n\r\nIn questa presentazione che si è svolta al CSOA Gabrio il 10 Ottobre 2023, abbiamo parlato dei recenti cambiamenti normativi in materia di immigrazione e della situazione a Lampedusa insieme a Elena Garelli, avvocata, Carolina Di Luciano, giurista e Giovanni D’Ambrosio, operatore di Mediterranean Hope.\r\n\u003Cmark>I\u003C/mark> decreti Piantedosi hanno apportato diverse modifiche in materia, delineando un sistema che riduce \u003Cmark>i\u003C/mark> diritti delle persone migranti e che mira a detenere ed espellere il più possibile le persone che arrivano in Italia. Fin dal primo momento è chiaro l’intento di rendere difficile l’accesso ad un documento e a trattenere le persone nelle disponibilità dello stato in luoghi detentivi che si ampliano sempre di più.\r\nQuesto avviene con l’introduzione delle procedure di frontiera, l’aumento dell’applicazione delle procedure accelerate, l’estensione dela lista dei paesi sicuri, l’inasprimento della normativa per \u003Cmark>i\u003C/mark> trattenimenti.\r\nL’altro chiaro obiettivo di tutta la più recente decretazione d’urgenza (che considera le migrazioni un problema e le persone migranti come un nemico), è quello di precarizzare le persone che si trovano sul territorio italiano.\r\nEsempio lampante sono le modifiche alla protezione speciale, che cercano di intaccare il diritto alla vita privata e familiare \u003Cmark>del\u003C/mark> persone che hanno il centro degli interessi della propria vita in Italia. Attacco a un diritto umano e internazionale che sarà da difendere nei tribunali e fuori.\r\nL’hotspot di Lampedusa è uno dei primi luoghi che molte persone attraversano appena arrivate in Italia e per tanto anche uno dei primi luoghi in cui questi cambiamenti e le logiche di questo sistema hanno le loro ripercussioni.\r\nLe persone non sono libere di lasciare l’hotspot ed è qui che avvengono le prime procedure, permeate della malata logica di persona meritevole di restare o persona da espellere, che già definiscono la vita di una persona in Italia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Presentazione-sportello-mai-piu%CC%80-cpr_118.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nLunedì 12 ore 21 - Cinema Underground: Claudio Caligari 22 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nClaudio Caligari in un intervista su Amore Tossico, film capolavoro \u003Cmark>del\u003C/mark> cinema underground anni 80.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/CinemaUndergroundClaudioCaligari_22.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nMartedì 13 ore 21 - Droga e guerra 50 minuti [Radio blackout, Bello come una prigione che brucia]:\r\n\r\nQuesto lungo approfondimento vuole proporre un riflessione sul ruolo che le sostanze psicotrope – che come elemento di interferenza con lo stato di coscienza hanno sempre accompagnato l’umanità – hanno assunto una volta inserite nel contesto tecnico-bellico.\r\n\r\nProviamo a suddividere la relazione tra sostanze psicoattive e guerra in due grandi categorie: sostanze somministrate durante l’esperienza delle atrocità, sostanze somministrate successivamente all’esperienza delle atrocità.\r\n\r\nTralasciando le “autoterapie” e \u003Cmark>i\u003C/mark> fenomeni di tossicodipendenza endemici tra \u003Cmark>i\u003C/mark> veterani di guerra, cercheremo di concentrarci esclusivamente sulla dimensione istituzionalizzata delle somministrazioni: dal Pervitin \u003Cmark>del\u003C/mark> Terzo Reich, al Captagon dell’ISIS, al Modafinil attualmente fornito all’esercito statunitense.\r\n\r\nMa la normalizzazione della guerra, che si declina anche attraverso l’arruolamento della popolazione nel suo insieme, deve tenere conto degli strascichi psichici di chi è entrato in contatto con gli eventi atroci e traumatizzanti che la caratterizzano; qui entrano in gioco le sperimentazioni di MDMA in Israele e di Ibogaina in Ucraina.\r\n\r\nSi osserva quindi una parabola della relazione tra umanità e sostanze psico-alteranti: dall’espansione della coscienza al sostegno neurochimico di ciò che è insostenibile.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Droga-e-guerra_50.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nMartedì 13 ore 22,30 - Musick To Play In The Dark - Zoo records special 65 minuti minuti [Radio blackout, Musick to play in the dark]:\r\n\r\nMusick To Play In The Dark – Puntata \u003Cmark>del\u003C/mark> 20/02/2024 (Zoo Records special)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/MTPITD-Zoo-records-special_65.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nMercoledì 14 ore 00,30 - Black Zone Myth Chant live al blackout fest 2018 51 minuti[Radio Blackout, Black Zone Myth Chant]:\r\n\r\nLive @Blackout Fest 9/6/2018\r\n\r\nBZMC produce musica come se gli egizi avessero conosciuto Sun Ra e DjScrew, poi si diverte cambiando il pitch al risultato finale. Sintetizzatori primitivi in HD.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Black-Zone-Myth-Chant-live-al-blackout-fest-2018_50.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nMercoledì 14 ore 9 - Ponte radio - Sfruttamento minerario nei balcani 79 minuti [Radio Wombat]:\r\n\r\nPuntata dedicata allo sfruttamento minerario dei Balcani e alle lotte in difesa \u003Cmark>del\u003C/mark> territorio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Ponte-radio-Sfruttamento-minerario-nei-balcani.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nMercoledì 14 ore 11,30 - Numbers Stations 30 minuti [Radio Blackout, Stakka Stakka]:\r\n\r\nApprofondimento dedicato alle misteriose numbers station, estratto dalla puntata di Stakka Stakka \u003Cmark>del\u003C/mark> 26 gennaio 2022.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Stakka-stakka-sulle-numbers-stations_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nMercoledì 14 ore 16 - La rivolta degli ulivi: resistenza contro l'estrattivismo green in Sardegna 27 minuti [Radio Blackout, Bello come una prigione che brucia]:\r\n\r\nCorrispondenza con un compagno dalla Sardegna per parlare dell'altra faccia delle energie rinnovabili: concentrazione oligopolistica, espropri, traiettorie militari e geopolitiche, ma anche resistenza e auto-organizzazione.\r\n\r\nEstratto dalla puntata \u003Cmark>del\u003C/mark> 29 luglio di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/BCUPCB_rivolta-ulivi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nGiovedì 15 ore 9 - Giorgio Panizzari. Libero per interposto ergastolo. 30 minuti [Porfido]:\r\n\r\nCarcere minorile, riformatorio, manicomio criminale, carcere speciale: dentro le gabbie della Repubblica.\r\n\r\n“…\u003Cmark>Del\u003C/mark> contesto narrato, così come \u003Cmark>del\u003C/mark> contesto che si evince senza dire nulla, sono rimaste solo sbiadite ombre…” ….Le vicende narrate da Giorgio Panizzari possono però servirci a capire che, in carcere come fuori, la solidarietà è uno strumento imprescindibile. E che, come lui stesso ci indica, gli apparentemente intricatissimi nodi di Gordio di una società che si dice complessa possono essere molto vulnerabili di fronte al filo della spada.\r\n\r\nNOTA EDITORIALE “Libero per interposto ergastolo” esce all’inizio \u003Cmark>del\u003C/mark> 1990, in un periodo in cui argomenti come rivolte carcerarie, carceri speciali, lotta armata hanno poco appeal. Sono appena finiti gli anni ’80 è l’opinione pubblica italiana vive un immenso rimosso collettivo. Gli eventi dei vent’anni precedenti sembrano asfaltati sotto uno spesso strato di oblio, considerati inutili, folli, sorpassati… un vero olocausto della memoria di uno dei momenti più alti nella storia della riscossa degli sfruttati (eventi tra l’altro ancora in corso lungo tutti quei famigerati anni ’80). Nello stesso periodo però quel libro lo abbiamo divorato in tanti. Per almeno 15 anni è stato letto e riletto, ci ha aiutati a conoscere, imparare, meditare. Nel frattempo questo piccolo volume è sparito dalla circolazione, relegato ad un mercato di nicchia di collezionisti ed “intenditori”. Anche per questo lo riproponiamo dopo 30 anni, ma non solo… attraverso la sua storia Giorgio Panizzari ci racconta di una società e di un carcere sicuramente diversi da quelli attuali. Come lui stesso dice nella postfazione “\u003Cmark>del\u003C/mark> contesto narrato, così come \u003Cmark>del\u003C/mark> contesto che si evince senza dire nulla, sono rimaste solo sbiadite ombre”. Negli anni ’70 la borghesia italiana era sotto l’attacco di una guerriglia rivoluzionaria che mirava sempre più in alto. Allo stesso tempo nelle città ribolliva un’attività extralegale spavalda e sempre più efficace. La popolazione carceraria di allora era in grossa parte frutto di questo duplice attacco. In prigione l’insorgenza proletaria non arretrava, il “dentro”e il “fuori” si legavano e spesso rilanciavano. Nessuno di noi oggi si illude di fare di quegli eventi un modello replicabile. Le differenze strutturali sono abnormi. Fuori e dentro ai penitenziari è pressoché esaurita ogni tensione di lotta organizzata e non. Inoltre “il modello di controllo adottato nel sistema penitenziario, con tutte le sue rozze ma anche raffinate articolazioni, s’é espanso – direi s’é conquistato – il corpo sociale nel suo complesso”(sempre dalla postfazione). Le vicende raccontate da Giorgio Panizzari possono però servirci a capire che in carcere come fuori, la solidarietà è uno strumento imprescindibile. È che, come lui stesso ci indica, gli apparentemente intricatissimi nodi di Gordio di una società che si dice complessa possono essere molto vulnerabili di fronte al filo della Spada\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Giorgio-Panizzari_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nGiovedì 15 ore 10 - Dynamite, lotta di classe a Chicago nel 1886 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUno sguardo sulla lotta di classe nella Chicago di fine ‘800 tra conflitto, musica e parole.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Dynamite-lotta-di-classe-a-Chicago-nel-1886_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nGiovedì 15 ore 15 - American punk hc 80s - Florida, Alabama,Tennessee e Louisiana 77 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]:\r\n\r\nSpeciale prodotto da Radio Kebab sul punk hardcore statunitense degli anni '80, con estratti di letture tratte dal libro \"American punk hardcore - Una storia tribale\" di Steven Blush.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/American-punk-hc-80s-Florida-Alabama-Tennessee-e-Louisiana_75.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nGiovedì 15 ore 19 - Speciale In the Pines 5 murder balldas 70 minuti [Radio Blackout, No Trip for Cats]:\r\n\r\nPuntata speciale della trasmissione No Trip For Cats, dedicata al fumetto “In the Pines: 5 Murder Ballads” di Erik Kriek.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Speciale-In-the-Pines-5-murder-balldas-No-trip-for-cats_71-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nVenerdì 16 ore 9 - La scongiura \u003Cmark>del\u003C/mark> discorso. Il caso Persichetti. 32 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nChe la storia e la memoria costituiscano un campo di battaglia non è certo una novità dell’oggi. Tuttavia, è innegabile che una spiccata vocazione psico-poliziesca sia uno dei tratti fondamentali \u003Cmark>del\u003C/mark> presente. Per questa ragione, il caso di Paolo Persichetti risulta doppiamente significativo. Il sequestro \u003Cmark>del\u003C/mark> suo archivio storico sull’esperienza delle Brigate Rosse e specificatamente sul sequestro Moro non solo mostra il ruolo chiave che quest’ultimo riveste nella riscrittura \u003Cmark>del\u003C/mark> passato da parte \u003Cmark>del\u003C/mark> Ministero della Verità, quale specchio deformato che si riflette a ritroso sull’intero decennio degli anni Settanta, ma mette in luce anche l’intento fondamentale della “Polizia della storia”: scongiurare la mera pensabilità (foss’anche in chiave storica) della messa in discussione radicale dell’ordine costituito. In questo contributo audio, Persichetti ci narra della vicenda che lo ha coinvolto, dei suoi tratti surreali e dei suoi molteplici risvolti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Storia-Persichetti_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nVenerdì 16 ore 10 - Maelstrom, lotta di classe tra il 1960 e 1980 14 minuti [Porfido]:\r\n\r\nPresentazione \u003Cmark>del\u003C/mark> libro “Maelstrom Scene di rivolta e autorganizzazione di classe in Italia dal 1960 al 1980” di Salvatore Ricciardi\r\n\r\nIl ventennio 1960-1980 racchiude il ciclo più lungo, per continuità e asprezza, della lotta di classe nell’Italia \u003Cmark>del\u003C/mark> secolo scorso. Quella stagione è qui narrata da un militante che ha attraversato una straordinaria molteplicità di esperienze esistenziali e politiche: da quella rivoltosa e spontanea degli scontri di piazza nel dopoguerra a quella della sinistra partitica e sindacale negli anni Sessanta; da quella della costruzione \u003Cmark>del\u003C/mark> nuovo sindacalismo di base a quella dell’area dell’autonomia operaia, fino all’approdo nella lotta armata delle Brigate rosse, negli anni Settanta.\r\nUna testimonianza ricca di narrazioni sui principali conflitti sociali di quei due decenni. Una descrizione, non priva di particolari inediti, sull’esperienza delle Brigate rosse di cui l’autore è stato dirigente nella «colonna romana» negli anni precedenti e successivi all’«azione Moro». Ma anche un’analisi rigorosa e profonda sull’istituzione carceraria che l’autore ha ben conosciuto dopo la condanna all’ergastolo. Questo libro di lucida memoria, scritto con linguaggio chiaro e soprattutto sincero, è un contributo prezioso per la futura storicizzazione di un periodo cruciale \u003Cmark>del\u003C/mark> nostro Paese.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Maelstorm.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nVenerdì 16 ore 13,30 - Intervista alla musicista guineana Eneida Marta 21 minuti [Radio Blackout, No Trip For Cats]:\r\n\r\nIntervista alla musicista guineana Eneida Marta, realizzata dalla redazione di No Trip For Cats\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Intervista-alla-musicista-guineana-Eneida-Marta_22.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nVenerdì 16 ore 19 - IconOut Records - Scream in the garage 32 minuti [IconOut Records]:\r\n\r\nMixtape intitolato \"Scream in the garage\" realizzato da Ricky della IconOut Records\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/IconOut-Records-scream-in-the-garage_33.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 17 ore 9,30 - Lousy but noisy - A shitgaze mixtape 1 ora e 34 minuti minuti [Radio blackout, Radio Kebab]:\r\n\r\nPuntata speciale di Radio Kebab.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/SHITGAZE-MIXTAPE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 17 ore 20 - Free and easy 23/06/2024 74 minuti [Patryck Albert, Ouest Track Radio]:\r\n\r\n\" FREE & EASY \" Playlist Patryck Albert , ......feat . David Allen , Judge Wayne & the Convit , Others , Sons of Cyrus , Grip Weeds , Flypped Whigs , Cybermen , Nuthin' , Dynamites Shakers , Johnny No & the No-Men , James Baker Experience , Some Loves , Nurks , Carnivals , Loons , Janet St Claire , Lottle Killers , Mink Deville , Chips & Co , Figures of Light , Syndicats\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Free-and-easy-23.06.2024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nSabato 17 ore 23,30 - Torino Disco Cross #8 lato A 63 minuti [Radio Blackout, Torino Disco Cross]:\r\n\r\nTorino Disco Cross è una fanzine di musica elettronica, un team di produttori e dj’s che dal 2003 assembla tracce audio raccolte in volumi che periodicamente vengono presentati al pubblico in eventi dal vivo. Per l’occasione vengono offerte copie su cd, slegate dal circuito di distribuzione commerciale. Più che un’organizzazione di serate dance è un laboratorio di sperimentazione e confronto dove l’unione di generi, l’intreccio di esperienze, la ricchezza di stili e la totale indipendenza dei partecipanti contribuiscono ad accrescere il patrimonio collettivo…Ad oggi gli artisti coinvolti nel progetto hanno partecipato alla realizzazione dei volumi in totale autonomia, senza sponsor o produttori esterni, in sintesi no-profit.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Torino-disco-cross-8-lato-A_62.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 18 ore 9 - Spinoza Pi trentotto 11 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Spinoza-Pi-Trentotto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 18 ore 10 - Suoni e ritmi da New Orleans 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nApprofondimento sulla musica e la città di New Orleans.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Suoni-e-ritmi-da-New-Orleans_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 18 ore 18,30 - Little plastic radio ep. 127 1 ora e 43 minuti minuti [Little plastic tapes]:\r\n\r\nThis episode focuses on Long songs. Songs that you can really get your teeth into. It features classic US Punk, Dark, Contemporary Jazz, Afrobeat Pioneers, Instrumental 90's Canadian legends, Pioneering Ambient Metal and Minimalist Drone and Free Jazz.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Little-plastic-radio-ep.-127_103-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 18 ore 21 - The vacuum 31 minuti [Arsider sound lab]:\r\n\r\nThe world with which we engage politically is outside our heads; our perceptions, ideas, and actions in the political sphere must rely on images of reality provided by others. The type of images transmitted, who selects them, who decides what to say and what not to say, and how to say it are therefore crucial for the functioning of democracies, for the selection of politicians through elections, and subsequently in holding them accountable to the electorate.\r\n\r\nIn Italy, this phenomenon is glaring: since the early 2000s, Israel has become a model, a laboratory that the European and Italian right has increasingly looked to with interest. This trend emerged at the same time as the global right incorporated the fight against Palestinian terrorism into the broader scenario of the war on terror sparked by the events of September 11, the invasion of Iraq, and Afghanistan. In this context, the state of Israel was elevated to the front line of a war defending the West against Islamic extremism. Xenophobic anti-Islamism became the new ideological glue.\r\n\r\nEnsuring all of this is the power of media language that shapes public opinion with a narrative that, under the guise of an objective account, serves as a propaganda tool, perpetuating a narrative in line with a pro-Zionist and pro-apartheid agenda.\r\n\r\nThis framing not only distorted public perception but also contributed to the normalization of discriminatory policies that support the status quo of oppression and marginalization by offering a single interpretation of what is happening in Palestine.\r\ncredits\r\nreleased February 21, 2024\r\n\r\nAired on February 2024, 24hrs/Palestine is a global live radio event to explore the different practices implemented in every corner of the world in support of the Palestinian people, with the aim of hearing from people all over the world about the necessities of solidarity and anti-colonial alliances. For 24 hours, the airwaves will be filled with the diverse expressions of solidarity for the anti-colonial struggle that characterize frequencies worldwide.\r\n\r\n“24 hours live Palestine” is a global media action within a network of physical locations, a 24-hour global live radio event in support of the Palestinian people, and with the aim of hearing from people all over the world about the necessities/possibilities of solidarity and anti-colonial alliances. Promoted by Radio Alhara became then worldwide spread on Radio Flouka, Radio Blackout, The Mosaic Rooms (London, England), Libreria Proyeccion (Santiago, Chili), La Parole Errante (Montreuil, France), Station of Commons and on other hosting sites in Beirut, Mayotte, La Réunion and Cairo.\r\n\r\nWritten, recorded and mixed by Arsider Sound Lab\r\ntext and radio archive research: p_annaderia\r\nGraphic design: Silvia Basano\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/The-vacuum_31.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nDomenica 18 ore 00,30 - Gufonero - Live quarantined - Benefit Radio Black Out 29 minuti [Radio Blackout, Gufonero]:\r\n\r\nGufonero è il progetto di Andrea e Marcella, noti per essere – oltre che dei gran personaggi – coloro che tirano le fila di realtà come Annoying Records, End Of A Season e molto altro.\r\nUna sportellata di rumore pesante per una sessione live esclusiva. Non sfigurano nelle grandi occasioni, essendo irrobustiti da una palette sonora degna dei migliori esempi provenienti dall’altra parte dell’oceano.\r\n\r\n[audio 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Fin dal primo momento è chiaro l'intento di rendere difficile l'accesso ad un documento e a trattenere le persone nelle disponibilità dello stato in luoghi detentivi che si ampliano sempre di più.\r\nQuesto avviene con l'introduzione delle procedure di frontiera, l'aumento dell'applicazione delle procedure accelerate, l'estensione dela lista dei paesi sicuri, l'inasprimento della normativa per i trattenimenti.\r\nL'altro chiaro obiettivo di tutta la più recente decretazione d'urgenza (che considera le migrazioni un problema e le persone migranti come un nemico), è quello di precarizzare le persone che si trovano sul territorio italiano.\r\nEsempio lampante sono le modifiche alla protezione speciale, che cercano di intaccare il diritto alla vita privata e familiare del persone che hanno il centro degli interessi della propria vita in Italia. 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