","Spazzini. Braccialetti di classe","post",1527008042,[59,60,61,62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/appalti/","http://radioblackout.org/tag/avr-manutencoop/","http://radioblackout.org/tag/braccieletti-elettronici/","http://radioblackout.org/tag/cooperative/","http://radioblackout.org/tag/igiene-urbana/","http://radioblackout.org/tag/livorno/","http://radioblackout.org/tag/pisa/","http://radioblackout.org/tag/spazzini/","http://radioblackout.org/tag/uomini-macchine/",[69,29,31,23,25,70,71,21,27],"appalti","livorno","Pisa",{"post_content":73,"tags":78},{"matched_tokens":74,"snippet":76,"value":77},[75],"urbana","dal gestore del servizio dell’igiene \u003Cmark>urbana\u003C/mark>. Il carattere di servizio dell’attività","I braccialetti elettronici, che la ditta appaltatrice imporrà agli spazzini di Pisa e Livorno, ci dicono molte cose: su questi lavoratori, sull’internet delle cose, sul ruolo delle amministrazioni locali.\r\n\r\nI braccialetti elettronici\r\n\r\nL’Avr-Manutencoop, alleanza di imprese che ha in appalto la pulizia delle strade nelle due città, “ha sviluppato un sistema informativo di gestione per assegnare i compiti aziendali e, sul suo sito, afferma di implementare sistemi Iot (internet delle cose, in poche parole internet legata a oggetti di ogni tipo dal frigorifero ai lampioni a strumenti di lavoro) per (testuale) ‘avere un controllo in tempo reale su cassonetti, automezzi e altre strutture’.”. Il braccialetto elettronico imposto agli spazzini Avr lega il lavoratore ai mezzi di produzione, automezzi, cassonetti e altri strumenti, che fanno parte del processo di produzione immediato, processo di cui questo lavoratore è la parte animata.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Tiziano, un compagno di Livorno che ha seguito la vicenda.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 05 22 Tiziano\r\n\r\nDi seguito ampi stralci di un articolo di Tiziano su questa vicenda:\r\n\r\n“Al di là della denuncia del singolo fatto, per quanto, vorremmo provare ad individuare i nessi sociali che determinano il carattere antagonistico di ogni innovazione tecnologica.\r\nNel caso specifico il sistema adottato consente al lavoratore di individuare subito i cestini da svuotare, con un aumento del ritmo di lavoro; alla fine il lavoratore avrà svuotato più cestini, sarà stato più redditizio per Avr, a parità di paga, anche se la funzione di controllo non è in primo piano per la dirigenza aziendale.\r\n\r\nL’Avr-Manutencoop è un’alleanza di imprese, che ha preso in appalto un servizio dal gestore del servizio dell’igiene \u003Cmark>urbana\u003C/mark>. Il carattere di servizio dell’attività svolta non incide sul fatto che ci troviamo all’interno del processo di produzione; infatti merci sono tutti i prodotti, beni o servizi, destinati ad essere venduti. Attraverso il contratto di appalto una parte, l’appaltatore (in questo caso l’Avr), assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, l’obbligazione di compiere in favore di un’altra (committente o appaltante) un’opera o un servizio in cambio di un corrispettivo in denaro. L’Avr-Manutencoop diventa così il capitalista che, in quanto rappresentante del capitale produttivo, dirige e sfrutta il lavoro produttivo, in modo che, alla conclusione del contratto, il capitale anticipato frutti un capitale accresciuto e lavoratori diventano i salariati della fabbrica dell’igiene \u003Cmark>urbana\u003C/mark>.\r\n\r\nPer quanto disseminata sul territorio, l’internet delle cose permette di implementare il comando capitalista all’interno dei mezzi di lavoro e trasformare gli autocarri, i cassonetti e tutte le strutture impiegate dai lavoratori in strumenti che impiegano lavoro vivo, che assorbono lavoro vivo, che succhiano la linfa vitale dei lavoratori per dare la vita al mostro inanimato del lavoro morto, del capitale.\r\n\r\nQual è la condizione sociale dei dipendenti Avr? Per quanto il servizio da loro fornito sia simile a quello dei vecchi dipendenti della municipalizzata, è profondamente diverso per lo scopo, che per questi era assicurare la pulizia della città, mentre per quelli è assicurare un profitto crescente ad Avr. Per quanto i lavoratori di Avr siano disseminati sul territorio, per quanto il rapporto giuridico possa essere precario e differenziato da dipendente e dipendente, il fatto di essere trasformati in appendici viventi dei mezzi di produzione, in accessori della fabbrica dell’igiene \u003Cmark>urbana\u003C/mark>, li fa assomigliare molto di più agli operai della grande fabbrica automatica.\r\n\r\nChe cosa caratterizza l’operaio all’interno del processo produttivo capitalistico? Se bastassero “le man callose e il volto abbronzato”, anche Patrizio Bertelli, CEO di Prada, al ritorno da una settimana di regate, potrebbe essere scambiato per un operaio. Anche il lavoro manuale va scomparendo, man mano che l’operaio viene trasformato in semplice sorvegliante, accessorio del complesso automatico di macchine. Quindi i tratti caratteristici della condizione operaia, anche nella condizione attuale sono: la produzione plusvalore e la condizione di dipendenza del lavoratore, dipendenza non dall’organizzazione aziendale, più o meno basata sul merito e sulla professionalità, ma dal ritmo incessante del macchinario, che sottomette le esigenze vitali del lavoratore ad una razionalità astratta, basata sull’applicazione della matematica e delle scienze al processo produttivo, che trasforma la sete di profitto dell’azienda capitalista in una razionalità apparentemente imparziale.\r\n\r\nSe noi astraiamo quindi dal processo lavorativo particolare, concentriamo la nostra attenzione sul processo di valorizzazione e sul rapporto tra lavoratore e mezzi di produzione, il passaggio da lavoratori dipendenti di una municipalizzata a lavoratori dipendenti di un’azienda capitalistica provoca l’aumento del numero degli operai.\r\n\r\nIl capitalista, dal suo apparire, pone il processo lavorativo sotto il suo comando e controllo: la sorveglianza e la disciplina imposta dal capitalista intervengono affinché il lavoratore esegua il suo lavoro con assiduità, che non ci siano sprechi nella materia prima o nei mezzi di lavoro. Prima che la fabbrica automatica imponga agli operai i ritmi dettati dal macchinario, questa disciplina viene imposta dal capitalista attraverso una gerarchia che non si basa sulle abilità professionali, ma sulla capacità di controllare i subordinati e sulla fedeltà al proprietario, composta da capi reparto, capisquadra, marcatempo, sorveglianti e guardie, oltre alle spie e ai crumiri. È con questi manutengoli che si esprime l’arroganza del padrone a chi varca per la prima volta il cancello della fabbrica.\r\n\r\nL’internet delle cose, oltre ad umiliare i lavoratori, suona la campana a morto per questi rappresentanti del capitalista: Avr non avrà più bisogno di un ispettore che giri la città controllando il lavoro svolto dagli operai: questi quadri intermedi saranno ricacciati, prima o poi, nella grande massa degli operai, se non dei disoccupati.\r\n\r\nQuanto avviene nella raccolta rifiuti, tra Avr e lavoratori, non è comunque una cosa che riguarda solo loro: l’ente appaltante, in questo caso il Comune di Livorno, che appalta ad Aamps, che a sua volta appalta ad Avr, ha una responsabilità diretta: spetta al sindaco vigilare affinché l’appaltatore rispetti la dignità degli operai. Oltre che sindacale, quindi, la questione dei braccialetti agli spazzini diventa questione immediatamente politica. 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La Giunta ed il Consiglio comunale di Torino non hanno perso tempo nell'utilizzare questa scusa per giustificare l'ondata di privatizzazioni che ha investito la città.\r\n\r\nPer impedire la vendita dei Servizi Pubblici Locali gestiti da AMIAT (Igiene Urbana), GTT (trasporti) e TRM (Inceneritore) , il comitato Acqua Pubblica Torino ha promosso e sostenuto il ricorso al TAR Piemonte di 10 cittadini-utenti per l’annullamento delle delibere di privatizzazione. Il TAR ha però dichiarato inammissibile il nostro ricorso giudicando i cittadini privi di legittimazione ad agire, e li ha condannati a pagare 12500 euro di spese legali.\r\n\r\nRifacendosi all'art 113 della Costituzione che garantisce ai cittadini tutela anche in sede amministrativa, il comitato di Torino si è appellato al Consiglio di Stato.\r\n\r\nMa quei giudici si sono anch'essi dimostrati complici: nessun dibattito, sentenza immediata : siamo quivis de populo (gente qualunque) che non ha titolo per rivolgersi alla giustizia anzi la intralcia. Il ricorso è respinto perché chiede di veder modellata l’organizzazione dei servizi pubblici comunali secondo le nostre “aspirazioni socio economiche, in contrasto con le norme e i principi comunitari e nazionali che tutelano i valori della legalità, del libero mercato e della concorrenza” E per punire \"l'atto eversivo\" di essere ricorsi alla giustizia, le spese legali aumentano a 30.000 euro.\r\n\r\nAi microfoni di Balckout Simona, del Comitato Acqua Pubblica Torino: acquapubblica","9 Maggio 2014","2014-05-13 16:30:52","Quivis de populo, il male dell'acqua pubblica.",1399635779,[126,127,128,129,130,131,132],"http://radioblackout.org/tag/acqua/","http://radioblackout.org/tag/beni-comuni/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/notizie-2/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[134,135,17,33,15,19,136],"acqua","beni comuni","torino",{"post_content":138},{"matched_tokens":139,"snippet":142,"value":143},[140,141],"Igiene","Urbana","Pubblici Locali gestiti da AMIAT (\u003Cmark>Igiene\u003C/mark> \u003Cmark>Urbana\u003C/mark>), GTT (trasporti) e TRM (Inceneritore)"," \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIl 12/13 Giugno 2011 26 milioni di SI al Referendum hanno dichiarato chiusa la stagione del consenso sulle privatizzazioni.\r\n\r\nUna strada che sin da subito i poteri economico-finanziari hanno cercato di chiudere, tramite il loro braccio politico e - complice la crisi - hanno creato il mito del debito per giustificare nuove privatizzazioni. 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Il senso dell'olfatto gioca, in questa storia, un ruolo privilegiato, rappresentando il motore di cambiamenti urbanistici e legislativi che, informati dalle nuove teorie mediche e batteriologiche, \"civilizzano\" i luoghi di sfruttamento e uccisione animale rendendoli adatti alla nuova mentalità igienista che caratterizza la modernità. In questo caso, la trasparenza che a gran voce molte realtà antispeciste esigono dalle aziende di macellazione e lavorazione della carne potrebbe celare un intimo autocompiacimento per la raggiunta pulizia, igiene e \"civiltà\" con cui si perpetua quella che rimane inesorabilmente una violenza contro gli animali. L’uccisione animale si trasformerebbe in una messa in scena, le sue modalità tecnologizzate e igienizzate il fiore all’occhiello della società del progresso.\r\n\r\nDall'altra parte, spesso la vista delle atrocità compiute per mano umana sugli animali addomesticati può innescare processi di politicizzazione: come nel caso dell’abbattimento di massa dei visoni, allevati per la produzione di pellicce, avvenuto l’autunno scorso a causa dell’emergere di focolai di Covid. In questo caso, la lontananza dei luoghi di allevamento e uccisione animale incoraggia l’invisibilizzazione di ciò che è meglio non far vedere; e in questo caso, la diffusione di foto, filmati e testimonianze in rete ha contribuito a stimolare la sensibilizzazione collettiva riguardo all’etica del rapporto con il non-umano.\r\n\r\nPotete ascoltare l'audio qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/Olfatto-e-mattatoi.mp3\"][/audio]","22 Luglio 2021","2021-07-22 15:49:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/gallina-200x110.jpg","La percezione dello sfruttamento animale tra assuefazione e politicizzazione","podcast",1626968949,[],[],{"post_content":195},{"matched_tokens":196,"snippet":198,"value":199},[197],"urbane","macelli, prima inseriti nelle dinamiche \u003Cmark>urbane\u003C/mark>, vengono individuati a partire dal","Un breve ripercorrimento dei cambiamenti socio-culturali che hanno interessato l'ambito della produzione animale: allevamenti e macelli, prima inseriti nelle dinamiche \u003Cmark>urbane\u003C/mark>, vengono individuati a partire dal XIX come centri di nocività e infezione a causa dei miasmi provenienti dalle secrezioni e dagli escrementi animali. 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Questa è la prima volta che si ha un’epidemia in larga scala. Il 20 aprile 2014 si contavano 242 pazienti infettati da Ebola tra Guinea e Liberia, di questi 147 sono già morti. Da marzo 2014 ad oggi circa 2000 sono i casi diagnosticati con piu di 600 morti: l’epidemia più severa finora registrata.\r\nIl ceppo virale responsabile è il ceppo Zaire Ebola. Il virus ha raggiunto in maggio le capitali dei due paesi con alta concentrazione umana rispettivamente Conakry e Monrovia dove il contagio è più rapido e l'epidemia potrebbe subire una accelerazione. Casi sospetti sono stati descritti in Mali e Sierra Leone. Il virus appartiene alla famiglia dei Filoviridae (ordine dei Mononegavirales). Alla stessa famiglia appartiene il virus di Marburg altro patogeno letale (porta il nome dello scienziato che lo scopri e ne rimase infettato letalmente). Il terzo membro della famiglia dei filovirus è il Cuevavirus che non è stato dimostrato infettare gli uomini. I tre virus sono dei virus propri di alcune specie di pipistrelli.\r\nI virus della famiglia Filovirus sono parassiti abituali di tre tipi di pipistrelli che popolano le foreste pluviali dell Africa occidentale e trovano rifugio nelle caverne e miniere: Hypsignathus monstrosus (pipistrello a testa di martello), Epomops fraqueti, Myonecteris Torquata. Queste specie si nutrono esclusivamente di frutta e sono il supporto proteico principale per le popolazioni dell Africa Occidentale, la loro caccia, macellazione e vendita in appositi mercati settimanali (luma) ha rappresentato la condizione ideale per il passaggio di Ebola dal pipistrello all'uomo.\r\n\r\nLa percentuale di decesso da Ebola è altissima: il 60-90% degli infettati muore dopo poche settimane. L’Ebola data la sua altissima letalità è stato classificato nella Categoria A come agente per bioterrorismo dal Center for Disease Control and Prevention di Atlanta US 2014. Questa caratteristica del virus lo pone al centro dell’ interesse della ricerca militare del Ministero Della Difesa Americano (US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases).\r\n\r\nTutti i fluidi biologici sono altamente infettivi (sudore, sangue, sputo), ma non viene trasmesso per via respiratoria. La malattia si presenta come una semplice influenza con febbre, dolori muscolari, mal di testa, vomito, diarrea il che rende difficile una sua diagnosi che spesso viene confusa con la malaria o altre banali infezioni. Il paziente muore una volta entrato nella fase emorragica, dopo pochi giorni o settimane. La fase emorragica si presenta con emorragie interne, sottocutanee, vomito ematico, insufficienza renale e respiratoria. Il trattamento è sintomatico anche se un farmaco favipiraravir (anti RNA virale) ha dato buoni risultati nel topo ed un vaccino è in via di allestimento: in altre parole attualmente non esiste alcuna terapia testata nell’uomo efficace contro questa infezione (1).\r\n\r\nL’arrivo di Ebola nelle grandi città dell’Africa Occidentale (Monrovia, Conakry) marca la differenza con le precedenti ondate epidemiche. Questo tragico evento conferisce alla epidemia 2014 una rapida diffusione in aree densamente popolate dove la povertà, le condizioni igieniche, e la scarsità di acqua rendono l'infezione ancora più contagiosa. E' difficile pensare di lavarsi le mani e preservare buoni livelli di igiene se non si ha acqua da bere. Calcoli approssimativi basati sulle precedenti epidemie (2005 Repubblica Democratica del Congo) portano a pensare che il passaggio da epidemia a pandemia dell'infezione di Ebola sia possibile e possa avere le caratteristiche delle pandemie dei virus influenzale (2).\r\n\r\nQuali sono le possibilità che l'epidemia possa trasformarsi in una pandemia che coinvolga le regioni più sviluppate del pianeta?\r\n\r\nPer rispondere a questa domanda da un lato va considerato che le modalità di trasmissione del virus Ebola del ceppo Zaire si basano strettamente sulle condizioni di povertà estrema delle popolazioni che colpisce. Dove carenze igieniche, assenza di presidi sanitari specializzati nel trattamento di malattie infettive, facilità di spostamento tra le aree epidemiche congiuntamente a tradizioni culturali come quella di lavare i corpi dei deceduti prima della sepoltura con relativo contagio per contatto con i fluidi biologici sono la causa del propagarsi dell'epidemia. Nei paesi più ricchi si ha un sistema sanitario molto più efficiente, presidi per il trattamento delle malattie infettive specializzati, condizioni igieniche migliori, possibilità di effettuare una quarantena degli infetti efficace, inoltre è possibile tracciare i contatti interpersonali per monitorare le possibili catene umane dell'infezione per interromperle.\r\n\r\nQuindi una pandemia che coinvolga Europa e Stati Uniti è poco probabile. Tuttavia, anche se poco probabile una pandemia resta possibile.\r\nInfatti vanno considerate alcune caratteristiche dell’epidemia di ebola di quest’anno. Nella corrente epidemia per la prima volta sono stati coinvolti grossi centri urbani, ha una alta velocità di propagazione ed alta incidenza di mortalità.\r\nInoltre la coevoluzione tra la nostra specie e le specie virali ha dimostrato che virus propagatisi inizialmente per zoonosi possono adattare il proprio genoma alla propagazione interumana acquisendo la capacità di propagarsi rapidamente ed efficientemente nella nostra specie.\r\n\r\nConsiderazioni politiche.\r\n\r\nL’encefalomielite emorragica provocata dal virus Ebola (Ebola Virus Disease,EVD) appartiene dal punto di vista patologico alle nuove malattie e alla grande famiglia di malattie orfane. Il suo inquadramento tra le nuove malattie (dove troviamo anche la Legionellosi, HIV, Virus di Mamburg, Hantavirus, Dengue) indica una malattia dovuta ad un patogeno (virus o batterio) che solo recentemente è entrato in contatto con la nostra specie. Mentre per malattie orfane sono ad esempio la Malaria, Virus enterici della dissenteria infantile e la stragrande maggioranza delle nuove malattie infettive colpiscono le regioni più povere del pianeta. Sono dette orfane perché poco studiate e perché non hanno trovato ancora una soluzione terapeutica poiché non esistono programmi di finanziamento pubblici o privati a sostegno della ricerca su queste patologie.\r\nE’ interessante notare che la prima descrizione dell’infezione da Ebola risale al 1976 a Yambuku, nello Zaire regione mineraria nota per i giacimenti di oro. E proprio nelle miniere che i pipistrelli infetti hanno passato il virus ai lavoratori impiegati nelle estrazioni minerarie. Questo è un esempio paradigmatico del meccanismo che porta da un lato all’insorgenza delle zoonosi e dall’altro all’emergere di nuove patologie infettive. Infatti la presenza dell’uomo in nicchie ecologiche precedentemente non popolate porta gli animali ed i loro parassiti a contatto con la nostra specie. Lo sfruttamento selvaggio del pianeta non curandosi dell’impatto ambientale ha anche questo tipo di effetti collaterali.\r\n\r\nI rimedi a breve e lunga scadenza\r\nIl controllo dell’epidemia tramite la quarantena ed il controllo dei flussi migratori ci riporta alle pratiche mediche del 1500-1600 AD. Durante le epidemie di peste e colera i malati venivano concentrati nei lazzaretti funzionavano come incubatori delle malattie ma anche per confinare gli infetti e impedire che gli untori diffondessero il morbo. Questa pratica oggi potrebbe innescare tensioni sociali violente e dubbia efficacia. Oggi in Liberia, Sierra Leone, Guinea già si registrano resistenze da parte delle popolazioni infettate ad entrare in luoghi dove il contagio è praticamente certo, inoltre per non essere emarginati socialmente si tengono nascosti in famiglia gli infettati. La quarantena di massa non è in grado di bloccare la pandemia vista la velocità di diffusione, la difficoltà di diagnosi differenziale con altre malattie infettive. La quarantena per gli immigrati non serve quando cittadini USA, spagnoli, inglesi ed italiani probabilmente hanno già contratto l’ infezione.\r\n\r\nL’ unica soluzione per bloccare una pandemia è il vaccino come dimostrato dal successo ottenuto contro il vaiolo, la poliomelite. Per prevenire i rischi relativi a all’insorgenza di pandemie sostenute da agenti patogeni orfani è operare un cambio di paradigma ponendo la salute globale come obiettivo e non il profitto della ricerca medica ed industria del farmaco.\r\n\r\nLa frequenza ed intensità delle epidemie di Ebola sono aumentate di quattro volte nelle regioni subsariane dal 1994 ad oggi quindi la possibilità di un eruzione epidemica globale era più che prevedibile (8). Recenti dati sperimentali dimostrano che i pazienti che sopravvivono all'infezione posseggono degli anticorpi in grado di legarsi al virus impedendogli di infettare l'organismo ospite. Le recenti scoperte hanno aperto la strada all’utilizzo di queste molecole in terapia come nel caso del medico ed infermiera USA curati con questo approccio nei giorni scorsi. Ma recuperare il tempo perso non è possibile e quindi si stanno saltando fasi importanti necessarie per la valutazione dei danni dei nuovi farmaci sull'uomo o possibili effetti collaterali per cercare un rimedio efficace subito contro l’ epidemia.\r\nI due pazienti statunitensi sono stati trattati con il farmaco Zmapp che è una mistura di anticorpi antiEbola derivati da quelli prodotti dai sopravvissuti precedentemente testato solo nelle scimmie con buoni risultati. I risultati ottenuti si associano con la guarigione dei pazienti. Tuttavia il trattamento su solo due pazienti non permette di concludere se gli effetti benefici siano da attribuire al farmaco piuttosto che al decorso spontaneo della malattia includendo i due pazienti nel 10-40% di guarigioni spontanee per questa infezione. Inoltre sono a disposizione solo quantità limitate di questo farmaco non ancora prodotto da nessuna big pharma e che non sembra essere di interesse commerciale.\r\nE’ da notare che il trattamento di uomini con queste molecole non segue la procedura standard che prevede trials clinici di 1, 2 e 3 fase per accertarne gli eventuali effetti tossici o collaterali. Quindi è possibile pensare che una procedura cosi anomala corrisponda alla situazione emergenziale imposta dall’epidemia e dalla mancanza di terapie sicure sviluppate e testate all’ insorgenza delle prime 20 ondate epidemiche 1976 -2008.\r\nPer i vaccini si tratta di prototipi sperimentali non testati né nell’uomo né in specie di scimmie vicine all’uomo quindi sono rimedi ancora più lontani dal poter essere usati per contrastare l’ infezione da Ebola.\r\nStessa situazione per i farmaci anti Ebola, (inibitori della replicazione virale anti RNA virale) oggi oggetto di studio in alcuni laboratori, anch’essi non hanno ancora superato i trial clinici nell’uomo poiché sono stati testati sperimentalmente con successo solo nel 2005.\r\nPerché non si è sviluppato un vaccino negli oltre 30 anni dalla comparsa di questo virus mortale?\r\nLa questione è legata alla mercificazione della salute su scala globale. Le big pharma non sono interessate a sostenere la sperimentazione clinica di nuovi farmaci quando questi sono diretti a curare malattie che affliggono le parti più povere del pianeta e che quindi non garantirebbero alti profitti. L’epidemia dell’Ebola in corso dimostra come il modello sociale che ha demandato al mercato la salute pubblica metta a rischio la salute di milioni di persone a livello globale. Nel caso di malattie infettive non e possibile pensare ad un loro confinamento in alcune aree geografiche tenendone escluse altre soprattutto in presenza di mezzi di trasporto e comunicazione come quelli a disposizione oggi.\r\nL’attuale mancanza di vaccini ed il corrispondente rischio di pandemia è una ovvia ricaduta dell’asservimento della salute al profitto economico. Vaccini contro il ceppo dell’Ebola coinvolto nell'epidemia di questi giorni in grado di proteggere efficientemente gli scimpanzé e altre specie di primati erano pronti per essere usati in trial clinici nell’uomo sin dal 2005 (3, 4, 5, 6, 7).\r\nLa mancanza della loro sperimentazione clinica nell’ uomo è dovuta al ridotto numero di pazienti e alla loro povertà quindi un segmento di “mercato” poco appetibile per big pharma. Le malattie orfane non sono di interesse per le big pharma. Solo oggi i mass media e gli stati si accorgono che la loro mancanza può portare ad una catastrofe planetaria come quella delle pestilenze del 17° e 18° secolo o della pandemia del virus influenzale del 1918 conosciuto come “Influenza spagnola”.\r\n\r\nFonti bibliografiche:\r\n1) Derek Gatherer The 2014 Ebola virus outbreak in western africa J. General Virology 2014 95,1619-1624.\r\n2) Welsh et al Wave like spread of Ebola Zaire PLOS biology 3, e371, 2005).\r\n3) Hampton, T. Vaccines against Ebola and Marburg viruses show promise in primate studies. J. Am. Med. Assoc. 294, 163–164 (2005).\r\n4) Jones, S. M. et al. Live attenuated recombinant vaccine protects nonhuman primates against Ebola and Marburg viruses. Nature Med. 11, 786–790 (2005).\r\n5) Kobinger, G. P. et al. Chimpanzee adenovirus vaccine protects against Zaire Ebola virus. Virology 346, 394–401 (2006).\r\n6) Sullivan, N. J. et al. Immune protection of nonhuman primates against Ebola virus with single low-dose adenovirus vectors encoding modified GPs. PLoS Med. 3, e177 (2006).\r\n7) Enserink M . Ebola Drugs still stuck in lab. Science 25 july 2014 vol 345 pp364\r\n8) Lee et al Structure of the Ebola virus glycoprotein bound to an antibody from a human survivor. Nature Vol 454|10 July 2008|doi:10.1038/nature07082)","10 Ottobre 2014","2018-10-17 22:09:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/soldi-farmaci-200x110.jpeg","Ebola e Big Pharma",1412947219,[220,221,222,223,224,225],"http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/big-pharma/","http://radioblackout.org/tag/ebola/","http://radioblackout.org/tag/liberia/","http://radioblackout.org/tag/mercificazione-della-salute/","http://radioblackout.org/tag/pipistrelli/",[168,172,166,170,176,174],{"post_content":228},{"matched_tokens":229,"snippet":230,"value":231},[89],"e preservare buoni livelli di \u003Cmark>igiene\u003C/mark> se non si ha acqua","L’eruzione epidemica del virus Ebola nell’Africa occidentale dimostra che la salute non può dipendere dalle leggi del mercato e dalle big pharma.\r\n\r\nIl modello di sviluppo statale e capitalista non solo non garantisce più i livelli di consumo e sicurezza sbandierati durante la guerra fredda, ma non è neppure in grado di prevenire e controllare epidemie globali letali.\r\n\r\nGli Stati Uniti hanno deciso l'invio di un contingente militare, per tenere sotto controllo gli abitanti della Liberia, la loro (ex)colonia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Ennio Carbone, immunologo e ricercatore all'università della Magna Grecia a Catanzaro, professore ospite all'ateneo di Stoccolma.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 09 17 ebola\r\n\r\nDi seguito un articolo di Ennio Carbone, uscito sull'ultimo numero del settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nConsiderazioni mediche\r\nIL 23 marzo 2014 l’Organizzazione Mondiale della Sanità diffonde il primo comunicato sulla nuova eruzione epidemica del virus Ebola nella foresta pluviale della Guinea, Prefettura di Gueckedou (Repubblica della Guinea). Questa è la prima volta che si ha un’epidemia in larga scala. Il 20 aprile 2014 si contavano 242 pazienti infettati da Ebola tra Guinea e Liberia, di questi 147 sono già morti. Da marzo 2014 ad oggi circa 2000 sono i casi diagnosticati con piu di 600 morti: l’epidemia più severa finora registrata.\r\nIl ceppo virale responsabile è il ceppo Zaire Ebola. Il virus ha raggiunto in maggio le capitali dei due paesi con alta concentrazione umana rispettivamente Conakry e Monrovia dove il contagio è più rapido e l'epidemia potrebbe subire una accelerazione. Casi sospetti sono stati descritti in Mali e Sierra Leone. Il virus appartiene alla famiglia dei Filoviridae (ordine dei Mononegavirales). Alla stessa famiglia appartiene il virus di Marburg altro patogeno letale (porta il nome dello scienziato che lo scopri e ne rimase infettato letalmente). Il terzo membro della famiglia dei filovirus è il Cuevavirus che non è stato dimostrato infettare gli uomini. I tre virus sono dei virus propri di alcune specie di pipistrelli.\r\nI virus della famiglia Filovirus sono parassiti abituali di tre tipi di pipistrelli che popolano le foreste pluviali dell Africa occidentale e trovano rifugio nelle caverne e miniere: Hypsignathus monstrosus (pipistrello a testa di martello), Epomops fraqueti, Myonecteris Torquata. Queste specie si nutrono esclusivamente di frutta e sono il supporto proteico principale per le popolazioni dell Africa Occidentale, la loro caccia, macellazione e vendita in appositi mercati settimanali (luma) ha rappresentato la condizione ideale per il passaggio di Ebola dal pipistrello all'uomo.\r\n\r\nLa percentuale di decesso da Ebola è altissima: il 60-90% degli infettati muore dopo poche settimane. L’Ebola data la sua altissima letalità è stato classificato nella Categoria A come agente per bioterrorismo dal Center for Disease Control and Prevention di Atlanta US 2014. Questa caratteristica del virus lo pone al centro dell’ interesse della ricerca militare del Ministero Della Difesa Americano (US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases).\r\n\r\nTutti i fluidi biologici sono altamente infettivi (sudore, sangue, sputo), ma non viene trasmesso per via respiratoria. La malattia si presenta come una semplice influenza con febbre, dolori muscolari, mal di testa, vomito, diarrea il che rende difficile una sua diagnosi che spesso viene confusa con la malaria o altre banali infezioni. Il paziente muore una volta entrato nella fase emorragica, dopo pochi giorni o settimane. La fase emorragica si presenta con emorragie interne, sottocutanee, vomito ematico, insufficienza renale e respiratoria. Il trattamento è sintomatico anche se un farmaco favipiraravir (anti RNA virale) ha dato buoni risultati nel topo ed un vaccino è in via di allestimento: in altre parole attualmente non esiste alcuna terapia testata nell’uomo efficace contro questa infezione (1).\r\n\r\nL’arrivo di Ebola nelle grandi città dell’Africa Occidentale (Monrovia, Conakry) marca la differenza con le precedenti ondate epidemiche. Questo tragico evento conferisce alla epidemia 2014 una rapida diffusione in aree densamente popolate dove la povertà, le condizioni igieniche, e la scarsità di acqua rendono l'infezione ancora più contagiosa. E' difficile pensare di lavarsi le mani e preservare buoni livelli di \u003Cmark>igiene\u003C/mark> se non si ha acqua da bere. Calcoli approssimativi basati sulle precedenti epidemie (2005 Repubblica Democratica del Congo) portano a pensare che il passaggio da epidemia a pandemia dell'infezione di Ebola sia possibile e possa avere le caratteristiche delle pandemie dei virus influenzale (2).\r\n\r\nQuali sono le possibilità che l'epidemia possa trasformarsi in una pandemia che coinvolga le regioni più sviluppate del pianeta?\r\n\r\nPer rispondere a questa domanda da un lato va considerato che le modalità di trasmissione del virus Ebola del ceppo Zaire si basano strettamente sulle condizioni di povertà estrema delle popolazioni che colpisce. Dove carenze igieniche, assenza di presidi sanitari specializzati nel trattamento di malattie infettive, facilità di spostamento tra le aree epidemiche congiuntamente a tradizioni culturali come quella di lavare i corpi dei deceduti prima della sepoltura con relativo contagio per contatto con i fluidi biologici sono la causa del propagarsi dell'epidemia. Nei paesi più ricchi si ha un sistema sanitario molto più efficiente, presidi per il trattamento delle malattie infettive specializzati, condizioni igieniche migliori, possibilità di effettuare una quarantena degli infetti efficace, inoltre è possibile tracciare i contatti interpersonali per monitorare le possibili catene umane dell'infezione per interromperle.\r\n\r\nQuindi una pandemia che coinvolga Europa e Stati Uniti è poco probabile. Tuttavia, anche se poco probabile una pandemia resta possibile.\r\nInfatti vanno considerate alcune caratteristiche dell’epidemia di ebola di quest’anno. Nella corrente epidemia per la prima volta sono stati coinvolti grossi centri \u003Cmark>urbani\u003C/mark>, ha una alta velocità di propagazione ed alta incidenza di mortalità.\r\nInoltre la coevoluzione tra la nostra specie e le specie virali ha dimostrato che virus propagatisi inizialmente per zoonosi possono adattare il proprio genoma alla propagazione interumana acquisendo la capacità di propagarsi rapidamente ed efficientemente nella nostra specie.\r\n\r\nConsiderazioni politiche.\r\n\r\nL’encefalomielite emorragica provocata dal virus Ebola (Ebola Virus Disease,EVD) appartiene dal punto di vista patologico alle nuove malattie e alla grande famiglia di malattie orfane. Il suo inquadramento tra le nuove malattie (dove troviamo anche la Legionellosi, HIV, Virus di Mamburg, Hantavirus, Dengue) indica una malattia dovuta ad un patogeno (virus o batterio) che solo recentemente è entrato in contatto con la nostra specie. Mentre per malattie orfane sono ad esempio la Malaria, Virus enterici della dissenteria infantile e la stragrande maggioranza delle nuove malattie infettive colpiscono le regioni più povere del pianeta. Sono dette orfane perché poco studiate e perché non hanno trovato ancora una soluzione terapeutica poiché non esistono programmi di finanziamento pubblici o privati a sostegno della ricerca su queste patologie.\r\nE’ interessante notare che la prima descrizione dell’infezione da Ebola risale al 1976 a Yambuku, nello Zaire regione mineraria nota per i giacimenti di oro. E proprio nelle miniere che i pipistrelli infetti hanno passato il virus ai lavoratori impiegati nelle estrazioni minerarie. Questo è un esempio paradigmatico del meccanismo che porta da un lato all’insorgenza delle zoonosi e dall’altro all’emergere di nuove patologie infettive. Infatti la presenza dell’uomo in nicchie ecologiche precedentemente non popolate porta gli animali ed i loro parassiti a contatto con la nostra specie. Lo sfruttamento selvaggio del pianeta non curandosi dell’impatto ambientale ha anche questo tipo di effetti collaterali.\r\n\r\nI rimedi a breve e lunga scadenza\r\nIl controllo dell’epidemia tramite la quarantena ed il controllo dei flussi migratori ci riporta alle pratiche mediche del 1500-1600 AD. Durante le epidemie di peste e colera i malati venivano concentrati nei lazzaretti funzionavano come incubatori delle malattie ma anche per confinare gli infetti e impedire che gli untori diffondessero il morbo. Questa pratica oggi potrebbe innescare tensioni sociali violente e dubbia efficacia. Oggi in Liberia, Sierra Leone, Guinea già si registrano resistenze da parte delle popolazioni infettate ad entrare in luoghi dove il contagio è praticamente certo, inoltre per non essere emarginati socialmente si tengono nascosti in famiglia gli infettati. La quarantena di massa non è in grado di bloccare la pandemia vista la velocità di diffusione, la difficoltà di diagnosi differenziale con altre malattie infettive. La quarantena per gli immigrati non serve quando cittadini USA, spagnoli, inglesi ed italiani probabilmente hanno già contratto l’ infezione.\r\n\r\nL’ unica soluzione per bloccare una pandemia è il vaccino come dimostrato dal successo ottenuto contro il vaiolo, la poliomelite. Per prevenire i rischi relativi a all’insorgenza di pandemie sostenute da agenti patogeni orfani è operare un cambio di paradigma ponendo la salute globale come obiettivo e non il profitto della ricerca medica ed industria del farmaco.\r\n\r\nLa frequenza ed intensità delle epidemie di Ebola sono aumentate di quattro volte nelle regioni subsariane dal 1994 ad oggi quindi la possibilità di un eruzione epidemica globale era più che prevedibile (8). Recenti dati sperimentali dimostrano che i pazienti che sopravvivono all'infezione posseggono degli anticorpi in grado di legarsi al virus impedendogli di infettare l'organismo ospite. Le recenti scoperte hanno aperto la strada all’utilizzo di queste molecole in terapia come nel caso del medico ed infermiera USA curati con questo approccio nei giorni scorsi. Ma recuperare il tempo perso non è possibile e quindi si stanno saltando fasi importanti necessarie per la valutazione dei danni dei nuovi farmaci sull'uomo o possibili effetti collaterali per cercare un rimedio efficace subito contro l’ epidemia.\r\nI due pazienti statunitensi sono stati trattati con il farmaco Zmapp che è una mistura di anticorpi antiEbola derivati da quelli prodotti dai sopravvissuti precedentemente testato solo nelle scimmie con buoni risultati. I risultati ottenuti si associano con la guarigione dei pazienti. Tuttavia il trattamento su solo due pazienti non permette di concludere se gli effetti benefici siano da attribuire al farmaco piuttosto che al decorso spontaneo della malattia includendo i due pazienti nel 10-40% di guarigioni spontanee per questa infezione. Inoltre sono a disposizione solo quantità limitate di questo farmaco non ancora prodotto da nessuna big pharma e che non sembra essere di interesse commerciale.\r\nE’ da notare che il trattamento di uomini con queste molecole non segue la procedura standard che prevede trials clinici di 1, 2 e 3 fase per accertarne gli eventuali effetti tossici o collaterali. Quindi è possibile pensare che una procedura cosi anomala corrisponda alla situazione emergenziale imposta dall’epidemia e dalla mancanza di terapie sicure sviluppate e testate all’ insorgenza delle prime 20 ondate epidemiche 1976 -2008.\r\nPer i vaccini si tratta di prototipi sperimentali non testati né nell’uomo né in specie di scimmie vicine all’uomo quindi sono rimedi ancora più lontani dal poter essere usati per contrastare l’ infezione da Ebola.\r\nStessa situazione per i farmaci anti Ebola, (inibitori della replicazione virale anti RNA virale) oggi oggetto di studio in alcuni laboratori, anch’essi non hanno ancora superato i trial clinici nell’uomo poiché sono stati testati sperimentalmente con successo solo nel 2005.\r\nPerché non si è sviluppato un vaccino negli oltre 30 anni dalla comparsa di questo virus mortale?\r\nLa questione è legata alla mercificazione della salute su scala globale. Le big pharma non sono interessate a sostenere la sperimentazione clinica di nuovi farmaci quando questi sono diretti a curare malattie che affliggono le parti più povere del pianeta e che quindi non garantirebbero alti profitti. L’epidemia dell’Ebola in corso dimostra come il modello sociale che ha demandato al mercato la salute pubblica metta a rischio la salute di milioni di persone a livello globale. Nel caso di malattie infettive non e possibile pensare ad un loro confinamento in alcune aree geografiche tenendone escluse altre soprattutto in presenza di mezzi di trasporto e comunicazione come quelli a disposizione oggi.\r\nL’attuale mancanza di vaccini ed il corrispondente rischio di pandemia è una ovvia ricaduta dell’asservimento della salute al profitto economico. Vaccini contro il ceppo dell’Ebola coinvolto nell'epidemia di questi giorni in grado di proteggere efficientemente gli scimpanzé e altre specie di primati erano pronti per essere usati in trial clinici nell’uomo sin dal 2005 (3, 4, 5, 6, 7).\r\nLa mancanza della loro sperimentazione clinica nell’ uomo è dovuta al ridotto numero di pazienti e alla loro povertà quindi un segmento di “mercato” poco appetibile per big pharma. Le malattie orfane non sono di interesse per le big pharma. Solo oggi i mass media e gli stati si accorgono che la loro mancanza può portare ad una catastrofe planetaria come quella delle pestilenze del 17° e 18° secolo o della pandemia del virus influenzale del 1918 conosciuto come “Influenza spagnola”.\r\n\r\nFonti bibliografiche:\r\n1) Derek Gatherer The 2014 Ebola virus outbreak in western africa J. General Virology 2014 95,1619-1624.\r\n2) Welsh et al Wave like spread of Ebola Zaire PLOS biology 3, e371, 2005).\r\n3) Hampton, T. 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