","I \"WAR BOND\" E IL SOSTEGNO FINANZIARIO ALLA GUERRA ISRAELIANA .","post",1751305305,[62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/blackrock/","http://radioblackout.org/tag/finanza-speculativa/","http://radioblackout.org/tag/guerra-affari/","http://radioblackout.org/tag/industria-armamenti/","http://radioblackout.org/tag/istraele/","http://radioblackout.org/tag/war-bond/",[69,70,71,72,73,74],"Blackrock","finanza speculativa","Guerra affari","industria armamenti","Istraele","war bond",{"tags":76},[77,79,81,83,88,90],{"matched_tokens":78,"snippet":69},[],{"matched_tokens":80,"snippet":70},[],{"matched_tokens":82,"snippet":71},[],{"matched_tokens":84,"snippet":87},[85,86],"industria","armamenti","\u003Cmark>industria\u003C/mark> \u003Cmark>armamenti\u003C/mark>",{"matched_tokens":89,"snippet":73},[],{"matched_tokens":91,"snippet":74},[],[93],{"field":36,"indices":94,"matched_tokens":95,"snippets":97},[14],[96],[85,86],[87],1157451471441625000,{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":48,"score":102,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},"2211897868544",13,"1157451471441625193",{"document":104,"highlight":125,"highlights":130,"text_match":134,"text_match_info":135},{"cat_link":105,"category":106,"comment_count":48,"id":107,"is_sticky":48,"permalink":108,"post_author":51,"post_content":109,"post_date":110,"post_excerpt":111,"post_id":107,"post_modified":112,"post_thumbnail":113,"post_thumbnail_html":114,"post_title":115,"post_type":59,"sort_by_date":116,"tag_links":117,"tags":121},[45],[47],"74246","http://radioblackout.org/2022/03/azione-contro-la-guerra-a-torino/","Questa mattina a Torino, all'imbocco della tangenziale nord, è stata effettuata un'azione contro la guerra in Ucraina. Un gruppo di persone si è ritrovato per interrompere il traffico, appendendo alcuni striscioni e per sottolineare la responsabilità della Nato, del governo italiano e della Russia e in solidarietà a tutti i popoli coinvolti in questo conflitto.\r\n\r\nAl blocco è seguito un sanzionamento all'Iveco, industria coinvolta nella produzione di armamenti, alla quale è necessario opporsi per ribadire l'ipocrisia dei governi che sostengono la pace finanziando la guerra.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/azione-contro-la-guerra-torino-2022_03_17_2022.03.17-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","17 Marzo 2022","","2022-03-17 20:29:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/276107598_10160171470209180_6092188662325923443_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/276107598_10160171470209180_6092188662325923443_n-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/276107598_10160171470209180_6092188662325923443_n-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/276107598_10160171470209180_6092188662325923443_n.jpg 720w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Azione contro la guerra a Torino",1647548958,[118,119,120],"http://radioblackout.org/tag/guerra-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[122,123,124],"guerra ucraina","solidarietà","torino",{"post_content":126},{"matched_tokens":127,"snippet":128,"value":129},[85,86],"è seguito un sanzionamento all'Iveco, \u003Cmark>industria\u003C/mark> coinvolta nella produzione di \u003Cmark>armamenti\u003C/mark>, alla quale è necessario opporsi","Questa mattina a Torino, all'imbocco della tangenziale nord, è stata effettuata un'azione contro la guerra in Ucraina. 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La prima guerra mondiale ha visto impegnate officine, manifatture, grandi e piccole aziende in una mobilitazione industriale senza precedenti. Non solo grandi commesse per armi e munizioni, industrie metallurgiche e grande cantieristica, ma l’intero tessuto economico, capillarmente votato alla produzione di morte, tra maglifici, calzaturifici, stabilimenti chimici, zuccherifici, cartiere, aziende agricole, produttori di carne in scatola, stabilimenti meccanici impegnati nella produzione di vanghe, piccozze, filo spinato, caffettiere, viti, bulloni.\r\n\r\nOggi in Italia l'industria della guerra, come abbiamo più volte ripetuto, è pienamente integrata nella filiera produttiva statunitense. Accanto ai grandi players, Leonardo e Fincantieri, Avio Aero, Thales Alenia, MBDA, Iveco Defence, ELT, Rheinmetall, Beretta, Fiocchi, esiste un inestricabile tessuto produttivo fatto di piccole e medie imprese, alcune delle quali solo recentemente, grazie a finanziamenti pubblici ed europei, si sono riconvertite alla produzione bellica. Notizia della scorsa settimana è che la BEI (Banca Europea per gli Investimenti) è pronta a rivedere il suo raggio d’azione, come richiesto dai leader dell’Ue, attraverso l’aggiornamento della definizione di tecnologia a duplice uso civile e militare, così da erogare più prestiti a sostegno delle piccole e medie imprese del settore.\r\n\r\nNonostante sia difficile immaginare una crescita significativa ed autonoma della piccola industria italiana nelle tecnologie belliche, perchè le principali acquisizioni di armamenti e nuovi sistemi d’arma da parte delle Forze Armate italiane continueranno a essere caratterizzate da importazioni di prodotti dagli Usa e dai principali Stati europei, la presenza di impianti produttivi di piccola taglia, spesso a conduzione familiare, si rivela un elemento interessante per chi desidera inceppare la macchina della guerra partendo da qui. Ad esempio nel 2016 il produttore americano Pratt & Whitney ha scelto quattro aziende italiane, di cui due torinesi, per una fornitura di componenti per i motori dei caccia F35. Tra queste la Mepit, piccola azienda di Settimo Torinese con meno di 50 dipendenti, che tutt'oggi esporta materiali d'armamento. Un invito a studiare approfonditamente i contesti produttivi locali.\r\n\r\nIn questo quadro di mobilitazione bellica totale - macchine, carne da macello, propaganda - è però evidente uno scarto tra proclami ed intenzioni ed la realtà. Basti pensare all’esaurimento delle scorte di munizioni della Nato. Il generale Claudio Graziano, presidente di Fincantieri ha dichiarato: \"Quello che è successo ha dimostrato che l'Europa è nuda. Non abbiamo munizioni\". Nello stesso linguaggio di lorsignori, che pur perseverano nelle loro chiacchiere belliciste, emerge chiaramente l'inadeguatezza militare e che la guerra non può essere un’opzione per l’Europa. Tuttavia, lo Stato è pronto a distruggere la società.\r\n\r\nNe parliamo con Antonio Mazzeo, antimilitarista, con cui torniamo anche sulla questione della logistica e mobilità militare, dato il recente accordo tra Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana, oltre al finanziamento UE di tre progetti strategici per la Schengen militare: Binasco, Genova e La Spezia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/mazzeo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE' l'occasione anche per una diretta da Genova, dove, in occasione della chiamata internazionale per il blocco della logistica ed economia di guerra del 15 aprile, alcuni compagnx hanno fatto visita ai supermercati Carrefour, multinazionale complice del genocidio in Palestina. La guerra inizia dai luoghi in cui viviamo e da qui è possibile sabotarla.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/genova.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","22 Aprile 2024","2024-04-22 17:36:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1914-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"222\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1914-300x222.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1914-300x222.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1914-768x568.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1914.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Industriarsi per la morte: per il sabotaggio delle piccole aziende al servizio della guerra",1713806612,[153,154,155],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/piccole-imprese/","http://radioblackout.org/tag/sabotaggio/",[157,158,159],"guerra","piccole imprese","sabotaggio",{"post_content":161},{"matched_tokens":162,"snippet":163,"value":164},[85,86],"significativa ed autonoma della piccola \u003Cmark>industria\u003C/mark> italiana nelle tecnologie belliche, perchè le principali acquisizioni di \u003Cmark>armamenti\u003C/mark> e nuovi sistemi d’arma da","Borracce, gavette, panni di lana e carne in scatola, munizioni, automezzi, vanghe e piccozze. 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L’accordo dettaglia un elenco di 57 risorse minerarie, tra cui materiali strategici come uranio, litio, elementi delle terre rare, oro, platino, petrolio e gas naturale. Qualsiasi futura espansione della lista richiederà il consenso reciproco. Tutte le risorse naturali presenti nel sottosuolo ucraino formalmente restano sotto il controllo di Kiev, che continuerà a detenere la facoltà di decidere dove, cosa e quanto estrarre. In base all’intesa siglata, gli Stati Uniti finanzieranno progetti di estrazione di minerali, petrolio e gas .Questo fondo sarà finalizzato al finanzaimento della ricostruzione post bellica ,ma anche allo sfruttamento dei minerali che saranno in futuro oggetto di estrazione . I proventi minerari finanzieranno l’acquisto di armamenti statunitensi da parte ucraina ribaltando completamente la prospettiva delle relazioni bilaterali: da fruitore degli aiuti militari USA, UE e NATO, l’Ucraina diventa così acquirente di prodotti militari statunitensi finanziati attraverso le garanzie offerte dalle risorse minerarie. L’obiettivo della Casa Bianca è recuperare i crediti ed eventualmente acquisire un nuovo cliente per la sua industria della difesa in un’Europa a cui Washington suggerisce con sempre maggiore fermezza di spendere il 5 per cento del PIL per la Difesa. Un fondo d'investimento che maschera una compravendita di armi che sarà pagata probabilmente dagli europei considerando che l'Ucraina è uno stato tecnicamente fallito dal punto di vista finanziario , garantendo così anche lo sganciamento nordamericano dal conflitto.\r\n\r\nNe parliamo con Francesco Dall'Aglio esperto di Europa orientale e questioni strategiche.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/INFO-05052025-DALLAGLIO.mp3\"][/audio]","5 Maggio 2025","Accordo USA Ucraina sullo sfruttamento dei minerali strategici.","2025-05-05 15:56:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-300x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-300x300.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-150x150.jpeg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-768x768.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-690x690.jpeg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-170x170.jpeg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'ACCORDO TRA USA E UCRAINA SUI MINERALI STRATEGICI OPZIONA A FAVORE DEGLI STATI UNITI LA RICOSTRUZIONE POSTBELLICA.",1746460586,[187,188,189,190],"http://radioblackout.org/tag/accordo/","http://radioblackout.org/tag/guerra-russo-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/minerali-strategici/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[192,193,194,195],"accordo","GUERRA RUSSO UCRAINA","minerali strategici","Stati Uniti",{"post_content":197},{"matched_tokens":198,"snippet":199,"value":200},[86],"proventi minerari finanzieranno l’acquisto di \u003Cmark>armamenti\u003C/mark> statunitensi da parte ucraina ribaltando","Usa e Ucraina hanno firmato a Washington un accordo che consente agli americani di accedere alle riserve minerarie ucraine e che istituisce un fondo di investimento per la ricostruzione del Paese devastato da ormai oltre tre anni di guerra. 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La squadra italiana non parteciperà a questi mondiali perché non si è qualificata, ma al posto dei calciatori sarà comunque presente una task force italiana che comprende circa 600 militari e carabinieri, con mezzi e armamenti terrestri, navali ed aerei. Il Consiglio dei Ministri infatti ha deliberato nel corso dell’estate, in piena crisi di governo, tre ulteriori missioni militari tra cui quella in Qatar. I militari italiani insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia supporteranno il sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale di calcio. All’Esercito spetterà la difesa per tutto ciò che potrebbe comportare rischio chimico, biologico e nucleare, mentre la Marina vigilerà lo spazio delle acque internazionali con un pattugliatore e lo spazio subacqueo con un sommergibile; dello spazio aereo si occuperà ovviamente l’Aeronautica militare. Ma la missione Orice va ben oltre i mondiali di calcio: non per caso non ha un termine di scadenza predeterminato, nonostante i mondiali terminino il 18 dicembre. In effetti i confini di questa operazione vanno ben oltre quelli del mesetto legato ai mondiali di calcio, così come le finalità generali superano di gran lunga quelle ufficialmente dichiarate e legate alla sicurezza di un evento sportivo.\r\nLe motivazioni di questa ulteriore missione militare rispondono a un’esigenza ben evidenziata nella delibera del Consiglio dei ministri del 15 giugno scorso, laddove si fa riferimento al “rafforzamento della sicurezza del Golfo Persico e alla valorizzazione degli interessi nazionali in un’area di importanza strategica”.\r\nDi cosa parliamo? Di armi e gas. Ma non solo, perché questi mondiali sono costati la vita a quasi seimila lavoratori immigrati dai paesi più poveri dell’Asia, trattati come schiavi, senza alcuna tutela, attratti dalla prospettiva del guadagno ma pagati una miseria. Sul loro sudore e sul loro sangue sono state costruite le piramidi di questo campionato, giocato in un paese dove le donne vivono in condizioni di subordinazione totale e le persone Lgbtq sono considerate abomini da cancellare. Questo mondiale rappresenta un’operazione di sportwashing. Per difendere le piramidi dell’emiro (oltre agli interessi della propria industria armiera e energetica) l’Italia ha inviato le proprie truppe.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante e blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/2022-11-15-mazzeo-qatar.mp3\"][/audio]","15 Novembre 2022","2022-11-15 17:53:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/qatar-ita-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/qatar-ita.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Qatar. 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Il Consiglio dei Ministri infatti ha deliberato nel corso dell’estate, in piena crisi di governo, tre ulteriori missioni militari tra cui quella in Qatar. I militari italiani insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia supporteranno il sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale di calcio. All’Esercito spetterà la difesa per tutto ciò che potrebbe comportare rischio chimico, biologico e nucleare, mentre la Marina vigilerà lo spazio delle acque internazionali con un pattugliatore e lo spazio subacqueo con un sommergibile; dello spazio aereo si occuperà ovviamente l’Aeronautica militare. Ma la missione Orice va ben oltre i mondiali di calcio: non per caso non ha un termine di scadenza predeterminato, nonostante i mondiali terminino il 18 dicembre. In effetti i confini di questa operazione vanno ben oltre quelli del mesetto legato ai mondiali di calcio, così come le finalità generali superano di gran lunga quelle ufficialmente dichiarate e legate alla sicurezza di un evento sportivo.\r\nLe motivazioni di questa ulteriore missione militare rispondono a un’esigenza ben evidenziata nella delibera del Consiglio dei ministri del 15 giugno scorso, laddove si fa riferimento al “rafforzamento della sicurezza del Golfo Persico e alla valorizzazione degli interessi nazionali in un’area di importanza strategica”.\r\nDi cosa parliamo? Di armi e gas. Ma non solo, perché questi mondiali sono costati la vita a quasi seimila lavoratori immigrati dai paesi più poveri dell’Asia, trattati come schiavi, senza alcuna tutela, attratti dalla prospettiva del guadagno ma pagati una miseria. Sul loro sudore e sul loro sangue sono state costruite le piramidi di questo campionato, giocato in un paese dove le donne vivono in condizioni di subordinazione totale e le persone Lgbtq sono considerate abomini da cancellare. Questo mondiale rappresenta un’operazione di sportwashing. Per difendere le piramidi dell’emiro (oltre agli interessi della propria \u003Cmark>industria\u003C/mark> armiera e energetica) l’Italia ha inviato le proprie truppe.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante e blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/2022-11-15-mazzeo-qatar.mp3\"][/audio]",[239],{"field":132,"matched_tokens":240,"snippet":236,"value":237},[86],{"best_field_score":206,"best_field_weight":137,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":48,"score":207,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":243,"highlight":257,"highlights":262,"text_match":204,"text_match_info":265},{"cat_link":244,"category":245,"comment_count":48,"id":246,"is_sticky":48,"permalink":247,"post_author":51,"post_content":248,"post_date":249,"post_excerpt":111,"post_id":246,"post_modified":250,"post_thumbnail":251,"post_thumbnail_html":252,"post_title":253,"post_type":59,"sort_by_date":254,"tag_links":255,"tags":256},[45],[47],"67975","http://radioblackout.org/2021/03/fiere-di-armi-vergognosi-traffici/","Stiamo assistendo a un'escalation nel rifornimento di mezzi di morte da parte delle potenze – piccole, medie, grandi – e di test su missili balistici, impieghi di nuove macchine belliche in teatri di guerra locali con lo scopo di collaudarle... parallelamente si sta profondendo altrettanto sforzo promozionale da parte di membri del governo e di figure colluse con la vendita di armi che promuovendo lo sforzo produttivo della filiera bellica, ne esalta gli effetti: l’uso nei paesi relativamente vicini è rivolto al contenimento dell'immigrazione (spesso con una falsa e strumentale equazione fantasiosa con il terrorismo), collaborando con regimi totalitari e fondati sulla sopraffazione e sull’estrazione da giacimenti controllati da Eni, l’altra preziosa industria nazionale; la vendita a nazioni lontane e sotto embargo invece è possibile attraverso triangolazioni con paesi terzi o impiantando società in un paese con minori scrupoli ancora che fabbrica usando brevetti e know-how, smerciando direttamente a massacratori. Come è il caso della bella inchiesta di Atlante delle Guerre, Opla e altri che hanno individuato da una fotografia la dotazione di proiettili \"italiani\" a Tatmadaw, il famigerato esercito birmano che sta soffocando l'insurrezione contro il golpe del 1° febbraio in Myanmar: un'inchiesta che sta proseguendo quotidianamente ospitata su \"il manifesto\" e ripresa su “Lettera22”.\r\n\r\nCasi come quelli vengono denunciati ultimamente da molti attenti analisti: Manlio Dinucci ha scritto un articolo per \"il manifesto\" del 23 febbraio in cui si studiavano le varie implementazioni di missili balistici a lungo e corto raggio presso tutte le potenze che si contendono il controllo globale a suon di testate nucleari, mentre il lavoro svolto da Antonio Mazzeo, insegnante, blogger ed esperto di armamenti, denuncia ogni forma di complicità con regimi messi al bando ufficialmente, ma con cui sotto banco si fanno affari, o addirittura si addestrano in una sorta di Escuela de las America mediterranea (ad Abbasanta in Sardegna, ma per insegnare ai poliziotti birmani la repressione c’è anche l’organizzazione umanitaria Ihil di Sanremo) i peggiori aguzzini per esempio egiziani, istruendo proprio i commilitoni che hanno torturato e assassinato Giulio Regeni. E il ministro Guerini nega tutto, ma Mazzeo lo ha inchiodato su \"Africa Express\", portando date, riferimenti (Fincantieri con le sue fregate – per quanto la lavorazione sia esternalizzata dando lavoro a maestranze a basso costo – e Leonardo con cacciabombardieri e con i Mangusta, oltre agli addestratori), iniziative (la partecipazione entusiasta alla Fiera delle Armi de Il Cairo, ennesima vetrina ipocrita)... progetti (Itepa).\r\n\r\n\r\n\r\nAntonio Mazzeo ha tracciato un quadro che prende in considerazione tutti questi ambiti, documentando come e perché è feroce e inaccettabile eticamente il comportamento dei responsabili italiani dell'esportazione enorme di armi – spesso poi premiati con posti di rilievo e molto ben remunerati (come Minniti nel mondo di Leonardo e anche editorialista di \"la Repubblica\" filoisraeliana diretta da Maurizio Molinari): la vera escalation di armi in fiera.\r\n\r\nMa esistono ancora movimenti e persone inorridite pronte a contrapporsi alle aziende di morte, come avvenne negli anni Settanta quando le maestranze stesse imposero la riconversione delle linee di prodotti militari in merci civili.\r\n\r\n\"Fiere in armi\".","26 Marzo 2021","2021-03-26 00:51:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Egitto-piramide-aereamilitare-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Egitto-piramide-aereamilitare-300x183.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Egitto-piramide-aereamilitare-300x183.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Egitto-piramide-aereamilitare.jpeg 705w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Fiere di armi: vergognosi traffici",1616719898,[],[],{"post_content":258},{"matched_tokens":259,"snippet":260,"value":261},[85],"controllati da Eni, l’altra preziosa \u003Cmark>industria\u003C/mark> nazionale; la vendita a nazioni","Stiamo assistendo a un'escalation nel rifornimento di mezzi di morte da parte delle potenze – piccole, medie, grandi – e di test su missili balistici, impieghi di nuove macchine belliche in teatri di guerra locali con lo scopo di collaudarle... parallelamente si sta profondendo altrettanto sforzo promozionale da parte di membri del governo e di figure colluse con la vendita di armi che promuovendo lo sforzo produttivo della filiera bellica, ne esalta gli effetti: l’uso nei paesi relativamente vicini è rivolto al contenimento dell'immigrazione (spesso con una falsa e strumentale equazione fantasiosa con il terrorismo), collaborando con regimi totalitari e fondati sulla sopraffazione e sull’estrazione da giacimenti controllati da Eni, l’altra preziosa \u003Cmark>industria\u003C/mark> nazionale; la vendita a nazioni lontane e sotto embargo invece è possibile attraverso triangolazioni con paesi terzi o impiantando società in un paese con minori scrupoli ancora che fabbrica usando brevetti e know-how, smerciando direttamente a massacratori. 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[…] La gestione e controllo dei flussi migratori hanno fatto assumere ad alcuni porti italiani – approdi dei viaggi di chi fugge dalla miseria e dalla guerra provocata nel sud del mondo dal colonialismo e dallo sfruttamento dei paesi occidentali – il ruolo di luoghi privilegiati di propaganda di politiche migratorie razziste e persecutorie. \r\nMa tutto questo ha anche l’effetto di risignificare il porto come luogo concreto del nesso guerra – razzismo. Un aspetto che lotte come quella dei portuali di Genova colgono appieno. 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Con un compagno dell'assemblea presentiamo l'iniziativa e ritorniamo sulle mobilitazioni dei portuali della scorsa primavera:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/genova1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNella seconda parte, allargando lo sguardo dalla vicenda della Bahri Yanbu, spostiamo il focus sul ruolo dell'Arabia Suadita, paese che si colloca al terzo posto a livello mondiale per le spese militari negli ultimi anni. Attore regionale di primo piano nelle dispute geopolitiche mediorientali, dal conflitto in Yemen alla guerra civile siriana, la classe dominante saudita intraprende una vera e propria corsa agli armamenti, stretta fra crisi petrolifera, necessità di diversificazione produttiva, tensioni sociali latenti e tentativi di espansionismo regionale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/genova2.mp3\"][/audio]","26 Novembre 2019","2019-11-26 23:14:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/nessunapprodo-200x110.jpg","Industria degli armamenti e logistica di guerra - Sulle mobilitazioni antimilitariste genovesi","podcast",1574810063,[],[],{"post_content":307,"post_title":311},{"matched_tokens":308,"snippet":309,"value":310},[86],"europei contro il trasporto di \u003Cmark>armamenti\u003C/mark> da parte della compagnia nazionale","La mobilitazione dei portuali genovesi e dei/delle solidali contro la compagnia navale nazionale saudita Bahri – un’esperienza tuttora in corso e aperta a più vaste prospettive di lotta – si situa nel contesto sociale e politico degli ultimi anni. 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Essa, piuttosto, è il tragico sbocco di un grande meccanismo impersonale: una “legge” di tendenza verso la centralizzazione imperialista del capitale”\r\n\r\nIn questa puntata torniamo ancora una volta a riflettere sul nodo della guerra, sugli scenari globali aperti o esplicitati dal conflitto ucraino, cercando di risalirne alle cause sistemiche. Lo facciamo presentando il volume La guerra capitalista – Competizione, centralizzazione, nuovo conflitto imperialista (Mimesis, 2022) insieme a uno degli autori, il professor Stefano Lucarelli.\r\nIl libro ha il merito di riattualizzare e provare a verificare empiricamente una delle “leggi” del movimento del capitale individuate da Marx, quella della tendenza alla “centralizzazione del capitale”. Una legge che “trae origine dalla feroce competizione tra capitali, che ogni giorno sui mercati determina vincitori e vinti, con i primi che “uccidono e mangiano\" i secondi. Una tendenza che non riguarda solo la sfera economica, ma la cui forza dirompente agisce a tutti i livelli e contribuisce a delineare i tratti distintivi di questo tempo carico di minacce: dal declino delle democrazie liberali alle recrudescenze imperialiste, fino ai nuovi venti di guerra globale”.\r\n\r\nCome si inserisce la recente visita del presidente brasiliano Lulla a Pechino in questa tendenza alla formazione di un blocco dei cosiddetti Paesi non allineati sotto il cappello cinese? E nel campo delle alleanze Nato, cosa ci dicono le recenti tensioni attorno alle importazioni di grano ucraino in Polonia e Ungheria?\r\n\r\nNella seconda parte affrontiamo il tema degli armamenti e dell’industria bellica, a partire da un recente articolo di Rossana De Simone. Insieme all’autrice ricostruiamo i mutamenti che hanno attraversato il comparto industriale-militare statunitense negli ultimi decenni, fra spinte all’accorpamento e alla centralizzazione , dislocamento a livello internazionale di parti della catena produttiva (con relativo rischio di interruzioni negli approvvigionamenti), difficoltà ad aumentare i tassi di produzione in un contesto di conflitto “caldo” come quello in corso in Ucraina. Come si sta muovendo l’amministrazione Biden di fronte a tali criticità? Quali foschi segnali suggerisce la generale corsa agli armamenti a livello globale, ininterrotta ormai dal 2015? Come si muovono i vari attori europei in questo scenario?\r\n\r\nAscolta il podcast\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/fine-della-storia-18-04.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMateriali\r\n\r\nRaffaele Sciortino - La guerra capitalista. Alcune note di lettura\r\n\r\nCrisi, catastrofe, rivoluzione - Una conversazione con Emiliano Brancaccio\r\n\r\nLula a Pechino: \"Cambiare la governance globale\"\r\n\r\nPolonia e Ungheria annunciano la stretta sul grano ucraino\r\n\r\nRossella De Simone - Industria bellica S.p.A.: come fabbricare la guerra infinita","19 Aprile 2023","2023-04-19 13:20:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/1681902639736-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #16 - GUERRA CAPITALISTA",1681910418,[],[],{"post_content":340},{"matched_tokens":341,"snippet":342,"value":343},[86],"parte affrontiamo il tema degli \u003Cmark>armamenti\u003C/mark> e dell’industria bellica, a partire","“La guerra moderna non può mai scaturire dalle smanie individuali di qualche pazzo al potere. 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Una tendenza che non riguarda solo la sfera economica, ma la cui forza dirompente agisce a tutti i livelli e contribuisce a delineare i tratti distintivi di questo tempo carico di minacce: dal declino delle democrazie liberali alle recrudescenze imperialiste, fino ai nuovi venti di guerra globale”.\r\n\r\nCome si inserisce la recente visita del presidente brasiliano Lulla a Pechino in questa tendenza alla formazione di un blocco dei cosiddetti Paesi non allineati sotto il cappello cinese? E nel campo delle alleanze Nato, cosa ci dicono le recenti tensioni attorno alle importazioni di grano ucraino in Polonia e Ungheria?\r\n\r\nNella seconda parte affrontiamo il tema degli \u003Cmark>armamenti\u003C/mark> e dell’industria bellica, a partire da un recente articolo di Rossana De Simone. Insieme all’autrice ricostruiamo i mutamenti che hanno attraversato il comparto industriale-militare statunitense negli ultimi decenni, fra spinte all’accorpamento e alla centralizzazione , dislocamento a livello internazionale di parti della catena produttiva (con relativo rischio di interruzioni negli approvvigionamenti), difficoltà ad aumentare i tassi di produzione in un contesto di conflitto “caldo” come quello in corso in Ucraina. Come si sta muovendo l’amministrazione Biden di fronte a tali criticità? Quali foschi segnali suggerisce la generale corsa agli \u003Cmark>armamenti\u003C/mark> a livello globale, ininterrotta ormai dal 2015? Come si muovono i vari attori europei in questo scenario?\r\n\r\nAscolta il podcast\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/fine-della-storia-18-04.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMateriali\r\n\r\nRaffaele Sciortino - La guerra capitalista. Alcune note di lettura\r\n\r\nCrisi, catastrofe, rivoluzione - Una conversazione con Emiliano Brancaccio\r\n\r\nLula a Pechino: \"Cambiare la governance globale\"\r\n\r\nPolonia e Ungheria annunciano la stretta sul grano ucraino\r\n\r\nRossella De Simone - \u003Cmark>Industria\u003C/mark> bellica S.p.A.: come fabbricare la guerra infinita",[345],{"field":132,"matched_tokens":346,"snippet":342,"value":343},[86],{"best_field_score":206,"best_field_weight":137,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":48,"score":207,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":48},{"document":349,"highlight":361,"highlights":365,"text_match":204,"text_match_info":368},{"comment_count":48,"id":350,"is_sticky":48,"permalink":351,"podcastfilter":352,"post_author":275,"post_content":353,"post_date":354,"post_excerpt":111,"post_id":350,"post_modified":355,"post_thumbnail":356,"post_title":357,"post_type":302,"sort_by_date":358,"tag_links":359,"tags":360},"78670","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-18-novembre-qatar-calcio-sangue-armi-gas-stati-uniti-un-paese-spaccato-in-due-la-politica-economica-del-governo/",[275],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-11-18-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nQatar. Calcio, sangue, armi, gas \r\nTra il 21 novembre e il 18 dicembre 2022 si disputerà in Qatar la FIFA World Cup 2022. La squadra italiana non parteciperà a questi mondiali perché non si è qualificata, ma al posto dei calciatori sarà comunque presente una task force italiana che comprende circa 600 militari e carabinieri, con mezzi e armamenti terrestri, navali ed aerei. Il Consiglio dei Ministri infatti ha deliberato nel corso dell’estate, in piena crisi di governo, tre ulteriori missioni militari tra cui quella in Qatar. I militari italiani insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia supporteranno il sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale di calcio. All’Esercito spetterà la difesa per tutto ciò che potrebbe comportare rischio chimico, biologico e nucleare, mentre la Marina vigilerà lo spazio delle acque internazionali con un pattugliatore e lo spazio subacqueo con un sommergibile; dello spazio aereo si occuperà ovviamente l’Aeronautica militare. Ma la missione Orice va ben oltre i mondiali di calcio: non per caso non ha un termine di scadenza predeterminato, nonostante i mondiali terminino il 18 dicembre. In effetti i confini di questa operazione vanno ben oltre quelli del mesetto legato ai mondiali di calcio, così come le finalità generali superano di gran lunga quelle ufficialmente dichiarate e legate alla sicurezza di un evento sportivo. \r\nLe motivazioni di questa ulteriore missione militare rispondono a un’esigenza ben evidenziata nella delibera del Consiglio dei ministri del 15 giugno scorso, laddove si fa riferimento al “rafforzamento della sicurezza del Golfo Persico e alla valorizzazione degli interessi nazionali in un’area di importanza strategica”.\r\nDi cosa parliamo? Di armi e gas. Ma non solo, perché questi mondiali sono costati la vita a quasi seimila lavoratori immigrati dai paesi più poveri dell’Asia, trattati come schiavi, senza alcuna tutela, attratti dalla prospettiva del guadagno ma pagati una miseria. Sul loro sudore e sul loro sangue sono state costruite le piramidi di questo campionato, giocato in un paese dove le donne vivono in condizioni di subordinazione totale e le persone Lgbtq sono considerate abomini da cancellare. Questo mondiale rappresenta un’operazione di sportwashing. Per difendere le piramidi dell’emiro (oltre agli interessi della propria industria armiera e energetica) l’Italia ha inviato le proprie truppe. \r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti, autrice di un approfondimento uscito su Umanità Nova\r\n\r\nCollins Aerospace. Quando l’industria lavora per la guerra atomica. \r\n\r\nLa politica economica del governo tra colate di cemento, caos sul bonus 110, ponte sullo stretto e crepe nella maggioranza.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nBiden, Trump e le elezioni di Mid Term. Trump fallisce la scalata al senato ma resta in pista in un paese che appare sempre più spaccato in due.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 2 dicembre \r\nsciopero generale lanciato dai sindacati di base\r\nore 10 corteo da piazza Carlo Felice\r\nSpezzone antimilitarista\r\n\r\nSabato 3 dicembre\r\nore 15 piazza Castello\r\nmanifestazione contro l’attacco turco alle aree del confederalismo democratico in Rojava - Siria del Nord - e nel Bashur – Iraq.\r\n\r\nGiovedì 8 dicembre\r\nMarcia popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\nAppuntamento ore 11\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","1 Dicembre 2022","2022-12-01 11:34:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-11-29-sciopero-spezz-antimili-col-200x110.jpg","Anarres del 18 novembre. 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