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La squadra italiana non parteciperà a questi mondiali perché non si è qualificata, ma al posto dei calciatori sarà comunque presente una task force italiana che comprende circa 600 militari e carabinieri, con mezzi e armamenti terrestri, navali ed aerei. Il Consiglio dei Ministri infatti ha deliberato nel corso dell’estate, in piena crisi di governo, tre ulteriori missioni militari tra cui quella in Qatar. I militari italiani insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia supporteranno il sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale di calcio. All’Esercito spetterà la difesa per tutto ciò che potrebbe comportare rischio chimico, biologico e nucleare, mentre la Marina vigilerà lo spazio delle acque internazionali con un pattugliatore e lo spazio subacqueo con un sommergibile; dello spazio aereo si occuperà ovviamente l’Aeronautica militare. Ma la missione Orice va ben oltre i mondiali di calcio: non per caso non ha un termine di scadenza predeterminato, nonostante i mondiali terminino il 18 dicembre. In effetti i confini di questa operazione vanno ben oltre quelli del mesetto legato ai mondiali di calcio, così come le finalità generali superano di gran lunga quelle ufficialmente dichiarate e legate alla sicurezza di un evento sportivo.\r\nLe motivazioni di questa ulteriore missione militare rispondono a un’esigenza ben evidenziata nella delibera del Consiglio dei ministri del 15 giugno scorso, laddove si fa riferimento al “rafforzamento della sicurezza del Golfo Persico e alla valorizzazione degli interessi nazionali in un’area di importanza strategica”.\r\nDi cosa parliamo? Di armi e gas. Ma non solo, perché questi mondiali sono costati la vita a quasi seimila lavoratori immigrati dai paesi più poveri dell’Asia, trattati come schiavi, senza alcuna tutela, attratti dalla prospettiva del guadagno ma pagati una miseria. Sul loro sudore e sul loro sangue sono state costruite le piramidi di questo campionato, giocato in un paese dove le donne vivono in condizioni di subordinazione totale e le persone Lgbtq sono considerate abomini da cancellare. Questo mondiale rappresenta un’operazione di sportwashing. Per difendere le piramidi dell’emiro (oltre agli interessi della propria industria armiera e energetica) l’Italia ha inviato le proprie truppe.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante e blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/2022-11-15-mazzeo-qatar.mp3\"][/audio]","15 Novembre 2022","2022-11-15 17:53:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/qatar-ita-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/qatar-ita.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Qatar. 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Ma dietro il lessico anodino della diplomazia economica si cela una realtà ben più grave: il forum sarà di fatto un’occasione di legittimazione istituzionale e industriale per Baykar, l’azienda produttrice dei droni da guerra turchi, che lo scorso dicembre ha acquistato Piaggio Aerospace con il pieno avallo del governo italiano e sta entrando in una robusta partnership industriale con il gotha dell'aerospace e delle tecnologie militari italiane, Leonardo SpA.\r\nBaykar è il principale produttore di UAV (droni armati) utilizzati dalle forze armate turche nelle operazioni militari in Siria, nel nord Iraq, contro le forze curde del confederalismo democratico ed il PKK, ma i suoi droni sono usati per bombardare anche in Etiopia, in Nagorno-Karabakh, in Ucraina e in Marocco. La sua ascesa nel mercato mondiale delle armi è parallela all’espansione geopolitica del regime di Erdogan, al quale l'azienda Baykar è direttamente organica: il presidente di Baykar è genero del presidente turco. Il forum di Torino, lungi dall’essere un incontro “tecnico”, è un atto politico preciso: una vetrina di normalizzazione del complesso militare-industriale turco che, con il disgregamento della solida alleanza tra USA e Europa in seguito all'elezione di Trump e la virata verso il riarmo dell'economia europea, ha fiutato un'occasione propizia per espandere i propri affari in Europa ed invitare, a sua volta, le aziende italiane specializzate nell'estrazione di materie prime e nella cementificazione selvaggia a venire a fare affari in Turchia.\r\nDi fronte a questa operazione, non c’è spazio per la neutralità: schierarsi contro la guerra significa opporsi alla trasformazione dell’industria civile italiana in industria militare ed opporsi alle relazioni produttive che vengono strette con il complesso militare turco, direttamente colluso con un regime dittatoriale che incarcera chi protesta e dissente nelle metropoli mentre bombarda quotidianamente chi resiste sulle montagne del Kurdistan. Contro il \"Business Forum Turchia\" è stato chiamato un presidio alle ore 14, in corso Stati Uniti 27.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/muratcinar.mp3\"][/audio]","9 Maggio 2025","2025-05-09 17:30:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/ISTANBUL_DHA_GOZCU1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"218\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/ISTANBUL_DHA_GOZCU1-300x218.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/ISTANBUL_DHA_GOZCU1-300x218.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/ISTANBUL_DHA_GOZCU1.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Collaborazione tra industrie delle armi italiane e turche: lunedì mobilitazione a Torino contro il \"Forum Turchia\"",1746811802,[165,166,167],"http://radioblackout.org/tag/baykar/","http://radioblackout.org/tag/leonardo/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[169,30,170],"baykar","Turchia",{"post_content":172,"post_title":176},{"matched_tokens":173,"snippet":174,"value":175},[86],"ascesa nel mercato mondiale delle \u003Cmark>armi\u003C/mark> è parallela all’espansione geopolitica del","Lunedì 12 maggio a Torino si terrà il forum “Turchia: un hub verso il futuro”, promosso dalla Camera di Commercio con l’obiettivo dichiarato di “rafforzare la cooperazione economica” tra Italia e Turchia nei settori dell’aerospazio, dell’automotive e della digitalizzazione. 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Il DAP è uno dei centri propulsori della industria di guerra nella nostra Regione, destinata nei prossimi mesi ad ospitare uno dei nove acceleratori di innovazione previsti in Europa all’interno del progetto D.I.A.N.A. della Nato, che punta ad aumentare l’efficienza tecnologica dell’Alleanza Atlantica. L’acceleratore avrà sede provvisoria alle OGR, in attesa del completamento della Città dell’aerospazio, che nell’area tra corso Francia, corso Marche e la tangenziale verso Collegno, diventerà un enorme polo di ricerca, progettazione e realizzazione di sempre più sofisticati ordigni bellici.\r\nSabato due luglio ore 16\r\nNo alla Città dell’aerospazio! 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Torino è già oggi uno dei maggiori centri dell’industria bellica aerospaziale. \r\nSempre a Torino sta per partire la costruzione della Città dell’Aerospazio, un centro di eccellenza per l’industria bellica aerospaziale promosso dal colosso armiero Leonardo e dal Politecnico.\r\nLa Città dell’Aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, ospiterà un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa, uno dei nove nodi europei di D.I.A.N.A, una struttura della NATO. Questo progetto si inserisce nel programmi di innovazione tecnologica della NATO per il 2030: la NATO ci investe un miliardo di dollari. Una montagna di soldi che verranno utilizzati per produrre tecnologie sempre più sofisticate, sempre più mortali.\r\nL’industria bellica è il motore di tutte le guerre. La Città dell’Aerospazio e l’acceleratore di innovazione della NATO sono sostenute attivamente dal governo della città, da quello della Regione e da Confindustria. \r\nGiocano la carta del ricatto occupazionale, in una città sempre più povera, dove arrivare a fine mese è sempre più difficile, dove salute, istruzione, trasporti sono sempre più un privilegio per chi può pagare.\r\nI poveri del nostro paese, ogni volta che vanno a fare la spesa, portano a casa sempre meno cibo, abiti, medicine, perché l’aumento dei prezzi dell’energia e dei beni di prima necessità sta rendendo ancora più precarie le vite di noi tutti.\r\nIn questi mesi di guerra in Ucraina, migliaia di persone sono state uccise, torturate e stuprate, altre hanno perso la casa e preso la via dell’esilio. Il governo italiano ha inviato armi in Ucraina, moltiplicato il numero di militari impiegati ai confini con l’Ucraina e il Mar Nero, aumentato la spesa bellica. \r\n\r\nI riflettori sull’Ucraina non devono distoglierci dalle altre 55 guerre che insanguinano il pianeta lontano dai riflettori dei media.\r\n\r\nL’Italia è impegnata in ben 40 missioni militari all’estero, di cui 18 in Africa, dove le truppe tricolori fanno la guerra ai migranti e difendono gli interessi di colossi come l’ENI.\r\nProvate ad immaginare quante scuole, ospedali, trasporti pubblici di prossimità si potrebbero finanziare se le la ricerca e la produzione venissero usate per la vita di noi tutti, per la Cura invece che per la guerra.\r\n\r\n\r\nBloccare la nascita di un nuovo polo di ricerca, progettazione e costruzione di ordigni bellici, impedire che la NATO abbia una sua base a Torino è un impegno concreto contro la guerra. Contro tutte le guerre.\r\nLe armi che uccidono donne, uomini e bambini in ogni angolo del pianeta sono costruite anche a due passi dalle nostre case, a due passi dal giardinetti dove giocano i nostri bambini e bambine.\r\nPer fermare le guerre non basta un no, non bastano le bandiere arcobaleno: urge mettersi di mezzo per chiudere e riconvertire le industrie di morte, per opporsi all’aumento della spesa militare, per bloccare l’invio di armi sui fronti di guerra. \r\n\r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati nella guerra imperialista tra la Russia e l’Ucraina. Noi non ci stiamo. Noi non ci arruoliamo né con la NATO, né con la Russia. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche.\r\nSiamo a fianco della gente che muore sotto le bombe in Ucraina, siamo a fianco di chi, in Russia, subisce carcere e repressione per essersi opposto all’invasione dell’Ucraina.\r\nSiamo a fianco dei lavorator* ucraini che una nuova legge obbliga a 12 ore di lavoro al giorno, mentre i padroni possono anche differire i salari.\r\nSiamo contro l’economia di guerra qui e ovunque. \r\nSiamo a fianco di chi, in ogni dove, diserta la guerra tra gli stati, che si contendono il dominio imperiale sui territori, le risorse, le vite di donne, uomini e bambin*.\r\nSiamo contro la guerra e chi la arma, a partire dal colosso armiero Leonardo, che fa buoni affari con tutti e sta per costruire a Torino la città dell’aerospazio.\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nSabato 2 luglio ore 16\r\nmanifestazione in via Roma\r\ndi fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP – Distretto Aerospaziale Piemontese\r\n\r\nCoordinamento contro la guerra e chi la arma\"\r\n\r\n ","28 Giugno 2022","2022-06-28 15:49:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-23-manif-no-nato-no-armi-col-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-23-manif-no-nato-no-armi-col-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-23-manif-no-nato-no-armi-col-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-23-manif-no-nato-no-armi-col-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-23-manif-no-nato-no-armi-col-768x1086.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-23-manif-no-nato-no-armi-col.jpg 842w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Torino 2 luglio. 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No alla Nato a Torino\r\ngiornata di informazione e lotta in via Roma 100 di fronte alla galleria San Federico, sede del distretto aerospaziale del Piemonte.\r\n\r\nAscolta l'approfondimento curato in studio dall'info:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-28-due-luglio-dap.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito la presentazione dell'iniziativa promossa dal Coordinamento contro la guerra e chi la arma\r\n\"Torino punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. Un’economia di morte. 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La Città dell’Aerospazio e l’acceleratore di innovazione della NATO sono sostenute attivamente dal governo della città, da quello della Regione e da Confindustria. \r\nGiocano la carta del ricatto occupazionale, in una città sempre più povera, dove arrivare a fine mese è sempre più difficile, dove salute, istruzione, trasporti sono sempre più un privilegio per chi può pagare.\r\nI poveri del nostro paese, ogni volta che vanno a fare la spesa, portano a casa sempre meno cibo, abiti, medicine, perché l’aumento dei prezzi dell’energia e dei beni di prima necessità sta rendendo ancora più precarie le vite di noi tutti.\r\nIn questi mesi di guerra in Ucraina, migliaia di persone sono state uccise, torturate e stuprate, altre hanno perso la casa e preso la via dell’esilio. Il governo italiano ha inviato \u003Cmark>armi\u003C/mark> in Ucraina, moltiplicato il numero di militari impiegati ai confini con l’Ucraina e il Mar Nero, aumentato la spesa bellica. \r\n\r\nI riflettori sull’Ucraina non devono distoglierci dalle altre 55 guerre che insanguinano il pianeta lontano dai riflettori dei media.\r\n\r\nL’Italia è impegnata in ben 40 missioni militari all’estero, di cui 18 in Africa, dove le truppe tricolori fanno la guerra ai migranti e difendono gli interessi di colossi come l’ENI.\r\nProvate ad immaginare quante scuole, ospedali, trasporti pubblici di prossimità si potrebbero finanziare se le la ricerca e la produzione venissero usate per la vita di noi tutti, per la Cura invece che per la guerra.\r\n\r\n\r\nBloccare la nascita di un nuovo polo di ricerca, progettazione e costruzione di ordigni bellici, impedire che la NATO abbia una sua base a Torino è un impegno concreto contro la guerra. Contro tutte le guerre.\r\nLe \u003Cmark>armi\u003C/mark> che uccidono donne, uomini e bambini in ogni angolo del pianeta sono costruite anche a due passi dalle nostre case, a due passi dal giardinetti dove giocano i nostri bambini e bambine.\r\nPer fermare le guerre non basta un no, non bastano le bandiere arcobaleno: urge mettersi di mezzo per chiudere e riconvertire le industrie di morte, per opporsi all’aumento della spesa militare, per bloccare l’invio di \u003Cmark>armi\u003C/mark> sui fronti di guerra. \r\n\r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati nella guerra imperialista tra la Russia e l’Ucraina. Noi non ci stiamo. Noi non ci arruoliamo né con la NATO, né con la Russia. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche.\r\nSiamo a fianco della gente che muore sotto le bombe in Ucraina, siamo a fianco di chi, in Russia, subisce carcere e repressione per essersi opposto all’invasione dell’Ucraina.\r\nSiamo a fianco dei lavorator* ucraini che una nuova legge obbliga a 12 ore di lavoro al giorno, mentre i padroni possono anche differire i salari.\r\nSiamo contro l’economia di guerra qui e ovunque. \r\nSiamo a fianco di chi, in ogni dove, diserta la guerra tra gli stati, che si contendono il dominio imperiale sui territori, le risorse, le vite di donne, uomini e bambin*.\r\nSiamo contro la guerra e chi la arma, a partire dal colosso \u003Cmark>armi\u003C/mark>ero Leonardo, che fa buoni affari con tutti e sta per costruire a Torino la città dell’aerospazio.\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nSabato 2 luglio ore 16\r\nmanifestazione in via Roma\r\ndi fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP – Distretto Aerospaziale Piemontese\r\n\r\nCoordinamento contro la guerra e chi la arma\"\r\n\r\n ",[221,223,225,227,229,232,234,236,238,240],{"matched_tokens":222,"snippet":25},[],{"matched_tokens":224,"snippet":32},[],{"matched_tokens":226,"snippet":212},[],{"matched_tokens":228,"snippet":213},[],{"matched_tokens":230,"snippet":231},[85],"\u003Cmark>industria\u003C/mark> bellica",{"matched_tokens":233,"snippet":30},[],{"matched_tokens":235,"snippet":23},[],{"matched_tokens":237,"snippet":214},[],{"matched_tokens":239,"snippet":37},[],{"matched_tokens":241,"snippet":28},[],[243,245],{"field":141,"matched_tokens":244,"snippet":218,"value":219},[85],{"field":38,"indices":246,"matched_tokens":247,"snippets":249},[22],[248],[85],[231],{"best_field_score":186,"best_field_weight":149,"fields_matched":34,"num_tokens_dropped":50,"score":187,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":50},{"document":252,"highlight":266,"highlights":274,"text_match":184,"text_match_info":279},{"cat_link":253,"category":254,"comment_count":50,"id":255,"is_sticky":50,"permalink":256,"post_author":53,"post_content":257,"post_date":258,"post_excerpt":56,"post_id":255,"post_modified":259,"post_thumbnail":260,"post_thumbnail_html":261,"post_title":262,"post_type":61,"sort_by_date":263,"tag_links":264,"tags":265},[47],[49],"67975","http://radioblackout.org/2021/03/fiere-di-armi-vergognosi-traffici/","Stiamo assistendo a un'escalation nel rifornimento di mezzi di morte da parte delle potenze – piccole, medie, grandi – e di test su missili balistici, impieghi di nuove macchine belliche in teatri di guerra locali con lo scopo di collaudarle... parallelamente si sta profondendo altrettanto sforzo promozionale da parte di membri del governo e di figure colluse con la vendita di armi che promuovendo lo sforzo produttivo della filiera bellica, ne esalta gli effetti: l’uso nei paesi relativamente vicini è rivolto al contenimento dell'immigrazione (spesso con una falsa e strumentale equazione fantasiosa con il terrorismo), collaborando con regimi totalitari e fondati sulla sopraffazione e sull’estrazione da giacimenti controllati da Eni, l’altra preziosa industria nazionale; la vendita a nazioni lontane e sotto embargo invece è possibile attraverso triangolazioni con paesi terzi o impiantando società in un paese con minori scrupoli ancora che fabbrica usando brevetti e know-how, smerciando direttamente a massacratori. Come è il caso della bella inchiesta di Atlante delle Guerre, Opla e altri che hanno individuato da una fotografia la dotazione di proiettili \"italiani\" a Tatmadaw, il famigerato esercito birmano che sta soffocando l'insurrezione contro il golpe del 1° febbraio in Myanmar: un'inchiesta che sta proseguendo quotidianamente ospitata su \"il manifesto\" e ripresa su “Lettera22”.\r\n\r\nCasi come quelli vengono denunciati ultimamente da molti attenti analisti: Manlio Dinucci ha scritto un articolo per \"il manifesto\" del 23 febbraio in cui si studiavano le varie implementazioni di missili balistici a lungo e corto raggio presso tutte le potenze che si contendono il controllo globale a suon di testate nucleari, mentre il lavoro svolto da Antonio Mazzeo, insegnante, blogger ed esperto di armamenti, denuncia ogni forma di complicità con regimi messi al bando ufficialmente, ma con cui sotto banco si fanno affari, o addirittura si addestrano in una sorta di Escuela de las America mediterranea (ad Abbasanta in Sardegna, ma per insegnare ai poliziotti birmani la repressione c’è anche l’organizzazione umanitaria Ihil di Sanremo) i peggiori aguzzini per esempio egiziani, istruendo proprio i commilitoni che hanno torturato e assassinato Giulio Regeni. E il ministro Guerini nega tutto, ma Mazzeo lo ha inchiodato su \"Africa Express\", portando date, riferimenti (Fincantieri con le sue fregate – per quanto la lavorazione sia esternalizzata dando lavoro a maestranze a basso costo – e Leonardo con cacciabombardieri e con i Mangusta, oltre agli addestratori), iniziative (la partecipazione entusiasta alla Fiera delle Armi de Il Cairo, ennesima vetrina ipocrita)... progetti (Itepa).\r\n\r\n\r\n\r\nAntonio Mazzeo ha tracciato un quadro che prende in considerazione tutti questi ambiti, documentando come e perché è feroce e inaccettabile eticamente il comportamento dei responsabili italiani dell'esportazione enorme di armi – spesso poi premiati con posti di rilievo e molto ben remunerati (come Minniti nel mondo di Leonardo e anche editorialista di \"la Repubblica\" filoisraeliana diretta da Maurizio Molinari): la vera escalation di armi in fiera.\r\n\r\nMa esistono ancora movimenti e persone inorridite pronte a contrapporsi alle aziende di morte, come avvenne negli anni Settanta quando le maestranze stesse imposero la riconversione delle linee di prodotti militari in merci civili.\r\n\r\n\"Fiere in armi\".","26 Marzo 2021","2021-03-26 00:51:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Egitto-piramide-aereamilitare-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Egitto-piramide-aereamilitare-300x183.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Egitto-piramide-aereamilitare-300x183.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Egitto-piramide-aereamilitare.jpeg 705w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Fiere di armi: vergognosi traffici",1616719898,[],[],{"post_content":267,"post_title":271},{"matched_tokens":268,"snippet":269,"value":270},[86],"colluse con la vendita di \u003Cmark>armi\u003C/mark> che promuovendo lo sforzo produttivo","Stiamo assistendo a un'escalation nel rifornimento di mezzi di morte da parte delle potenze – piccole, medie, grandi – e di test su missili balistici, impieghi di nuove macchine belliche in teatri di guerra locali con lo scopo di collaudarle... parallelamente si sta profondendo altrettanto sforzo promozionale da parte di membri del governo e di figure colluse con la vendita di \u003Cmark>armi\u003C/mark> che promuovendo lo sforzo produttivo della filiera bellica, ne esalta gli effetti: l’uso nei paesi relativamente vicini è rivolto al contenimento dell'immigrazione (spesso con una falsa e strumentale equazione fantasiosa con il terrorismo), collaborando con regimi totalitari e fondati sulla sopraffazione e sull’estrazione da giacimenti controllati da Eni, l’altra preziosa \u003Cmark>industria\u003C/mark> nazionale; la vendita a nazioni lontane e sotto embargo invece è possibile attraverso triangolazioni con paesi terzi o impiantando società in un paese con minori scrupoli ancora che fabbrica usando brevetti e know-how, smerciando direttamente a massacratori. 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L’accordo dettaglia un elenco di 57 risorse minerarie, tra cui materiali strategici come uranio, litio, elementi delle terre rare, oro, platino, petrolio e gas naturale. Qualsiasi futura espansione della lista richiederà il consenso reciproco. Tutte le risorse naturali presenti nel sottosuolo ucraino formalmente restano sotto il controllo di Kiev, che continuerà a detenere la facoltà di decidere dove, cosa e quanto estrarre. In base all’intesa siglata, gli Stati Uniti finanzieranno progetti di estrazione di minerali, petrolio e gas .Questo fondo sarà finalizzato al finanzaimento della ricostruzione post bellica ,ma anche allo sfruttamento dei minerali che saranno in futuro oggetto di estrazione . I proventi minerari finanzieranno l’acquisto di armamenti statunitensi da parte ucraina ribaltando completamente la prospettiva delle relazioni bilaterali: da fruitore degli aiuti militari USA, UE e NATO, l’Ucraina diventa così acquirente di prodotti militari statunitensi finanziati attraverso le garanzie offerte dalle risorse minerarie. L’obiettivo della Casa Bianca è recuperare i crediti ed eventualmente acquisire un nuovo cliente per la sua industria della difesa in un’Europa a cui Washington suggerisce con sempre maggiore fermezza di spendere il 5 per cento del PIL per la Difesa. Un fondo d'investimento che maschera una compravendita di armi che sarà pagata probabilmente dagli europei considerando che l'Ucraina è uno stato tecnicamente fallito dal punto di vista finanziario , garantendo così anche lo sganciamento nordamericano dal conflitto.\r\n\r\nNe parliamo con Francesco Dall'Aglio esperto di Europa orientale e questioni strategiche.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/INFO-05052025-DALLAGLIO.mp3\"][/audio]","5 Maggio 2025","Accordo USA Ucraina sullo sfruttamento dei minerali strategici.","2025-05-05 15:56:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-300x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-300x300.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-150x150.jpeg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-768x768.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-690x690.jpeg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-170x170.jpeg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'ACCORDO TRA USA E UCRAINA SUI MINERALI STRATEGICI OPZIONA A FAVORE DEGLI STATI UNITI LA RICOSTRUZIONE POSTBELLICA.",1746460586,[295,296,297,298],"http://radioblackout.org/tag/accordo/","http://radioblackout.org/tag/guerra-russo-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/minerali-strategici/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[300,301,302,303],"accordo","GUERRA RUSSO UCRAINA","minerali strategici","Stati Uniti",{"post_content":305},{"matched_tokens":306,"snippet":307,"value":308},[85],"nuovo cliente per la sua \u003Cmark>industria\u003C/mark> della difesa in un’Europa a","Usa e Ucraina hanno firmato a Washington un accordo che consente agli americani di accedere alle riserve minerarie ucraine e che istituisce un fondo di investimento per la ricostruzione del Paese devastato da ormai oltre tre anni di guerra. 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Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa.\r\nCon David Bernardini stiamo ripercorrendo i primi anni della biografia di Rocker che ci hanno offerto uno spaccato dell’anarchismo tedesco a cavallo tra Otto e Novecento.\r\nLa scorsa settimana, seconda di quattro puntate dedicate a Rocker vi abbiamo proposto gli intensi anni del primo Novecento. 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Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine.\r\nNella sola Italia i morti furono 600.000.\r\nIl 4 novembre è la festa degli assassini.\r\nLa divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.\r\nIl governo Meloni vuole farne un giorno festivo, un'occasione in più per affermare la retorica nazionalista e la violenza militarista cui si ispira l'intera azione dell'esecutivo.\r\nIl governo utilizza la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra per giustificare enormi spese militari, l’invio di armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, dall’Ucraina all’Africa.\r\nOvunque in Italia ci saranno iniziative antimilitariste.\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nConflitto in medio oriente. L’orizzone geopolitico\r\nProveremo, al di là delle terribili cronache che, dal 7 ottobre, ci giungono da Israele e dalla Palestina, a tracciare qualche punto fermo nel complesso risico mediorientale nel quale, ancora una volta sono protagonisti imperialismi di prima grandezza su scala globale. Con un intreccio di alleanze estremamente complesso.\r\nCe ne ha parlato Stefano Capello\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 4 novembre\r\nNessuna festa per un massacro\r\nManifestazione antimilitarista \r\nore 15,30 in via Roma 100 di fronte alla galleria San Federico, sede del distretto aerospaziale del Piemonte, tra i promotori dell'Aerospace and defence meetings, mostra-mercato dell'industria aerospaziale di guerra e del nuovo Polo bellico a Torino. \r\nContestiamo la città delle armi! \r\nContestiamo la cerimonia militarista del 4 novembre!\r\n\r\nSabato 18 novembre\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\nDisertiamo la guerra!\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori\r\n- No all’invio di armi!\r\n- Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.\r\n- Distruggiamo le frontiere!\r\n- No alle missioni militari all’estero\r\n- No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città\r\n- Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma\r\n- Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.\r\nAssemblea Antimilitarista\r\n\r\nMartedì 28 novembre\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via Matté Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! 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Proveremo a proporvene qualche scampolo in più, come già abbiamo fatto con Landauer, attraverso la lente di Rudolph Rocker.\r\nNel corso della sua straordinaria parabola esistenziale, Rudolf Rocker, uno dei maggiori protagonisti dell'anarchismo tedesco e internazionale, ha profuso la sua attività militante in una molteplicità di contesti sociali e politici, passando dalla Germania di Bismarck alla Londra del movimento operaio yiddish, per approdare infine negli Stati Uniti. Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa.\r\nCon David Bernardini stiamo ripercorrendo i primi anni della biografia di Rocker che ci hanno offerto uno spaccato dell’anarchismo tedesco a cavallo tra Otto e Novecento.\r\nLa scorsa settimana, seconda di quattro puntate dedicate a Rocker vi abbiamo proposto gli intensi anni del primo Novecento. La prossima settimana parleremo della Repubblica di Weimar e della resistenza al nazismo.\r\n\r\nLa mostra mercato dell’industria bellica aerospaziale e il nuovo polo bellico di Torino\r\nIl settore delle \u003Cmark>armi\u003C/mark> è uno dei cavalli di battaglia sul quale scommettono le amministrazioni locali e l’imprenditoria subalpina. \r\nIl progetto di Città dell’Aerospazio e l’approdo in città di un acceleratore di innovazione della NATO ne sono l’indicatore più chiaro.\r\nVerso le giornate di informazione e lotta del 4 e del 18 novembre\r\n\r\n4 novembre antimilitarista\r\nIl 4 novembre è la festa delle forze armate. Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine.\r\nNella sola Italia i morti furono 600.000.\r\nIl 4 novembre è la festa degli assassini.\r\nLa divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.\r\nIl governo Meloni vuole farne un giorno festivo, un'occasione in più per affermare la retorica nazionalista e la violenza militarista cui si ispira l'intera azione dell'esecutivo.\r\nIl governo utilizza la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra per giustificare enormi spese militari, l’invio di \u003Cmark>armi\u003C/mark> e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, dall’Ucraina all’Africa.\r\nOvunque in Italia ci saranno iniziative antimilitariste.\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nConflitto in medio oriente. L’orizzone geopolitico\r\nProveremo, al di là delle terribili cronache che, dal 7 ottobre, ci giungono da Israele e dalla Palestina, a tracciare qualche punto fermo nel complesso risico mediorientale nel quale, ancora una volta sono protagonisti imperialismi di prima grandezza su scala globale. Con un intreccio di alleanze estremamente complesso.\r\nCe ne ha parlato Stefano Capello\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 4 novembre\r\nNessuna festa per un massacro\r\nManifestazione antimilitarista \r\nore 15,30 in via Roma 100 di fronte alla galleria San Federico, sede del distretto aerospaziale del Piemonte, tra i promotori dell'Aerospace and defence meetings, mostra-mercato dell'industria aerospaziale di guerra e del nuovo Polo bellico a Torino. \r\nContestiamo la città delle \u003Cmark>armi\u003C/mark>! \r\nContestiamo la cerimonia militarista del 4 novembre!\r\n\r\nSabato 18 novembre\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\nDisertiamo la guerra!\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! 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Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi, viene data alla polizia la possibilità di intervenire per spostare persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\nSi tratta dell’estensione territoriale delle “zone rosse”, inizialmente disposte da Piantedosi a fine 2024 a Milano e Napoli città, dopo le prime sperimentazioni repressive di 3 mesi a Firenze e Bologna.\r\nSecondo il Viminale, dal 31 dicembre a oggi sono state controllate 25mila persone, con 228 allontanamenti coatti, quasi la metà dei quali solo a Milano: qui, su 8.303 controlli, 106 i provvedimenti disposti. Segue Bologna (7.613 controlli e 43 allontanamenti), Firenze (6.217 controlli, 68 allontanamenti) e infine Napoli (2.854 controlli, 11 allontanamenti).\r\nNel frattempo il DDL 1660, passato in settembre alla Camera, dopo qualche mese in Commissione, approderà presto nell’aula del Senato.\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, avvocato milanese, che difende tanti indesiderabili politici e sociali.\r\n\r\nCittà delle armi. Il coniglio dal cappello del Politecnico\r\nIl progetto di Città dell’Aerospazio, nuovo polo bellico a Torino, promosso da Leonardo, la maggiore industria armiera italiana, e dal Politecnico, è fermo dal 2021, quando venne annunciato per la prima volta l’avvio dei lavori. Nel 2023, in occasione della mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra, che si tiene ogni due anni a Torino, ci fu un nuovo annuncio, finito in nulla. Il 20 dicembre del 2024 il Politecnico ha tirato fuori dal cappello un bel mucchio di soldi.\r\nNello specifico è stata annunciata la nascita di una “nuova infrastruttura tecnologica d’innovazione “IS4Aerospace - Knowledge Transfer Innovation Infrastructure for New Aerospace Challenges” dal valore complessivo di 23 milioni e 600mila euro, finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PNRR e proposta dal Politecnico di Torino, che la coordina, insieme ad Avio Aero, Leonardo e Thales Alenia Space, che cofinanziano l’iniziativa in partenariato pubblico-privato.”\r\nIS4Aerospace descritto come primo tassello per la Città dell’Aerospazio, che ospiterà laboratori congiunti per ricerca e impiego di tecnologie chiave nel campo dei velivoli di prossima generazione.\r\nIl Politecnico fornisce sempre maggiore copertura ad un’operazione volta a migliorare la capacità bellica di cacciabombardieri, droni, satelliti impiegati sui tanti fronti di guerra.\r\n\r\nLa Siria come l’Afganistan? Seconda puntata\r\nLa repentina caduta del regime baathista in Siria ci ricorda quanto avvenne nell’agosto del 2021 in Afganistan. L’accordo tra Stati Uniti e talebani portò al rapido ritiro degli statunitensi da Kabul e all’affermarsi dei talebani dal “volto umano”, che per qualche tempo hanno finto di voler mantenere qualche libertà alle donne, prima di murarle vive nelle case-prigioni, senza alcun diritto.\r\nOggi gli jihadisti siriani, promossi di colpo dai media al rango di “ribelli” si sono presi buona parte della Siria, mentre le truppe di Assad si sono ritirate quasi senza combattere.\r\nIl vero vincitore della guerra mondiale per procura che si è combattuta negli ultimi 13 anni in Sira è la Turchia, che profittando dell’indebolimento di Russia, Iran ed Hezbollah, gli storici alleati di Assad, ha dato il via libera alle truppe jihadiste che ha foraggiato e sostenuto in questi anni.\r\nNel nord della Siria, pur sotto durissimo attacco dell’Esercito Siriano Libero, diretta emanazione della Turchia, le formazioni dell’SDF provano a difendere l’esperienza del confederalismo democratico ed a combattere il ritorno degli Jihadisti.\r\nIl mese scorso ne abbiamo parlato con Lollo, questa settimana ne abbiamo discusso con Stefano Capello\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 18 gennaio\r\nLeggi di guerra, zone rosse, militari per le strade\r\nIl paradigma autoritario del governo Meloni\r\nPunto info al Balon\r\ndalle 10,30 alle 13,30\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","16 Gennaio 2025","2025-01-16 02:17:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/red-zone-200x110.jpeg","Anarres del 10 gennaio. 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Zone rosse, profilazione etnica e sociale\r\nIl ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia con nuovi strumenti di controllo e punizione, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nIl Governo implementa le “zone rosse” nelle aree urbane.\r\nA Roma, nei prossimi due mesi nei quartieri Quarticciolo ed Esquilino, il prefetto Giannini ha disposto “zone a vigilanza rafforzata“: qui le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi, viene data alla polizia la possibilità di intervenire per spostare persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\nSi tratta dell’estensione territoriale delle “zone rosse”, inizialmente disposte da Piantedosi a fine 2024 a Milano e Napoli città, dopo le prime sperimentazioni repressive di 3 mesi a Firenze e Bologna.\r\nSecondo il Viminale, dal 31 dicembre a oggi sono state controllate 25mila persone, con 228 allontanamenti coatti, quasi la metà dei quali solo a Milano: qui, su 8.303 controlli, 106 i provvedimenti disposti. Segue Bologna (7.613 controlli e 43 allontanamenti), Firenze (6.217 controlli, 68 allontanamenti) e infine Napoli (2.854 controlli, 11 allontanamenti).\r\nNel frattempo il DDL 1660, passato in settembre alla Camera, dopo qualche mese in Commissione, approderà presto nell’aula del Senato.\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, avvocato milanese, che difende tanti indesiderabili politici e sociali.\r\n\r\nCittà delle \u003Cmark>armi\u003C/mark>. Il coniglio dal cappello del Politecnico\r\nIl progetto di Città dell’Aerospazio, nuovo polo bellico a Torino, promosso da Leonardo, la maggiore \u003Cmark>industria\u003C/mark> \u003Cmark>armi\u003C/mark>era italiana, e dal Politecnico, è fermo dal 2021, quando venne annunciato per la prima volta l’avvio dei lavori. Nel 2023, in occasione della mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra, che si tiene ogni due anni a Torino, ci fu un nuovo annuncio, finito in nulla. Il 20 dicembre del 2024 il Politecnico ha tirato fuori dal cappello un bel mucchio di soldi.\r\nNello specifico è stata annunciata la nascita di una “nuova infrastruttura tecnologica d’innovazione “IS4Aerospace - Knowledge Transfer Innovation Infrastructure for New Aerospace Challenges” dal valore complessivo di 23 milioni e 600mila euro, finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PNRR e proposta dal Politecnico di Torino, che la coordina, insieme ad Avio Aero, Leonardo e Thales Alenia Space, che cofinanziano l’iniziativa in partenariato pubblico-privato.”\r\nIS4Aerospace descritto come primo tassello per la Città dell’Aerospazio, che ospiterà laboratori congiunti per ricerca e impiego di tecnologie chiave nel campo dei velivoli di prossima generazione.\r\nIl Politecnico fornisce sempre maggiore copertura ad un’operazione volta a migliorare la capacità bellica di cacciabombardieri, droni, satelliti impiegati sui tanti fronti di guerra.\r\n\r\nLa Siria come l’Afganistan? Seconda puntata\r\nLa repentina caduta del regime baathista in Siria ci ricorda quanto avvenne nell’agosto del 2021 in Afganistan. L’accordo tra Stati Uniti e talebani portò al rapido ritiro degli statunitensi da Kabul e all’affermarsi dei talebani dal “volto umano”, che per qualche tempo hanno finto di voler mantenere qualche libertà alle donne, prima di murarle vive nelle case-prigioni, senza alcun diritto.\r\nOggi gli jihadisti siriani, promossi di colpo dai media al rango di “ribelli” si sono presi buona parte della Siria, mentre le truppe di Assad si sono ritirate quasi senza combattere.\r\nIl vero vincitore della guerra mondiale per procura che si è combattuta negli ultimi 13 anni in Sira è la Turchia, che profittando dell’indebolimento di Russia, Iran ed Hezbollah, gli storici alleati di Assad, ha dato il via libera alle truppe jihadiste che ha foraggiato e sostenuto in questi anni.\r\nNel nord della Siria, pur sotto durissimo attacco dell’Esercito Siriano Libero, diretta emanazione della Turchia, le formazioni dell’SDF provano a difendere l’esperienza del confederalismo democratico ed a combattere il ritorno degli Jihadisti.\r\nIl mese scorso ne abbiamo parlato con Lollo, questa settimana ne abbiamo discusso con Stefano Capello\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 18 gennaio\r\nLeggi di guerra, zone rosse, militari per le strade\r\nIl paradigma autoritario del governo Meloni\r\nPunto info al Balon\r\ndalle 10,30 alle 13,30\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":438,"snippet":439,"value":439},[86],"Anarres del 10 gennaio. 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Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-11-18-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nQatar. Calcio, sangue, armi, gas \r\nTra il 21 novembre e il 18 dicembre 2022 si disputerà in Qatar la FIFA World Cup 2022. La squadra italiana non parteciperà a questi mondiali perché non si è qualificata, ma al posto dei calciatori sarà comunque presente una task force italiana che comprende circa 600 militari e carabinieri, con mezzi e armamenti terrestri, navali ed aerei. Il Consiglio dei Ministri infatti ha deliberato nel corso dell’estate, in piena crisi di governo, tre ulteriori missioni militari tra cui quella in Qatar. I militari italiani insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia supporteranno il sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale di calcio. All’Esercito spetterà la difesa per tutto ciò che potrebbe comportare rischio chimico, biologico e nucleare, mentre la Marina vigilerà lo spazio delle acque internazionali con un pattugliatore e lo spazio subacqueo con un sommergibile; dello spazio aereo si occuperà ovviamente l’Aeronautica militare. Ma la missione Orice va ben oltre i mondiali di calcio: non per caso non ha un termine di scadenza predeterminato, nonostante i mondiali terminino il 18 dicembre. In effetti i confini di questa operazione vanno ben oltre quelli del mesetto legato ai mondiali di calcio, così come le finalità generali superano di gran lunga quelle ufficialmente dichiarate e legate alla sicurezza di un evento sportivo. \r\nLe motivazioni di questa ulteriore missione militare rispondono a un’esigenza ben evidenziata nella delibera del Consiglio dei ministri del 15 giugno scorso, laddove si fa riferimento al “rafforzamento della sicurezza del Golfo Persico e alla valorizzazione degli interessi nazionali in un’area di importanza strategica”.\r\nDi cosa parliamo? Di armi e gas. Ma non solo, perché questi mondiali sono costati la vita a quasi seimila lavoratori immigrati dai paesi più poveri dell’Asia, trattati come schiavi, senza alcuna tutela, attratti dalla prospettiva del guadagno ma pagati una miseria. Sul loro sudore e sul loro sangue sono state costruite le piramidi di questo campionato, giocato in un paese dove le donne vivono in condizioni di subordinazione totale e le persone Lgbtq sono considerate abomini da cancellare. Questo mondiale rappresenta un’operazione di sportwashing. Per difendere le piramidi dell’emiro (oltre agli interessi della propria industria armiera e energetica) l’Italia ha inviato le proprie truppe. \r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti, autrice di un approfondimento uscito su Umanità Nova\r\n\r\nCollins Aerospace. Quando l’industria lavora per la guerra atomica. \r\n\r\nLa politica economica del governo tra colate di cemento, caos sul bonus 110, ponte sullo stretto e crepe nella maggioranza.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nBiden, Trump e le elezioni di Mid Term. Trump fallisce la scalata al senato ma resta in pista in un paese che appare sempre più spaccato in due.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 2 dicembre \r\nsciopero generale lanciato dai sindacati di base\r\nore 10 corteo da piazza Carlo Felice\r\nSpezzone antimilitarista\r\n\r\nSabato 3 dicembre\r\nore 15 piazza Castello\r\nmanifestazione contro l’attacco turco alle aree del confederalismo democratico in Rojava - Siria del Nord - e nel Bashur – Iraq.\r\n\r\nGiovedì 8 dicembre\r\nMarcia popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\nAppuntamento ore 11\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","1 Dicembre 2022","2022-12-01 11:34:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-11-29-sciopero-spezz-antimili-col-200x110.jpg","Anarres del 18 novembre. 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Ne abbiamo parlato con alcune studentesse di Fisica e del politecnico occupati.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/universitàguerra.mp3\"][/audio]\r\n\r\ndownload: universitàguerra","25 Giugno 2024","2025-04-20 11:12:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Progetto-senza-titolo-1-e1719351846924-200x110.png","I FANTASMI DELLA GUERRA 25/06/2024",1719359303,[485,206,166,486,487],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/politecnico/","http://radioblackout.org/tag/universita/",[18,15,30,354,352],{"post_content":490,"tags":494},{"matched_tokens":491,"snippet":492,"value":493},[85],"i rapporti tra università ed \u003Cmark>industria\u003C/mark> bellica. Come influenzano la ricerca","In questa puntata analizziamo i rapporti tra università ed \u003Cmark>industria\u003C/mark> bellica. 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Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.6 (5.05.25)\r\n\r\nL’automobile è stata a lungo la metafora della superiorità dell’Occidente capitalistico nei confronti del resto del mondo, in cui le popolazioni viaggiavano a piedi o al più a cavallo e ne ha rappresentato uno dei cuori pulsante della struttura industriale, diventando una merce di massa che implicava la crescita tanto dello sfruttamento lavorativo salariato, quanto dei consumi che, ça va sans dire, del progresso tecnico. E’ stata anche un potente propulsore di due mitologie capitaliste. Quella della “libertà\" intesa come possibilità resa via via più accessibile alle masse di potersi muovere con più facilità, che ha contribuito a mistificare la libertà intesa come possibilità di preservare degli spazi di autonomia esistenziale. E quella del mondo inteso come \"frontiera\" sempre più dominabile, la riduzione della distanza, il mondo \"a portata\".\r\n\r\nOggi l'industria dell'automobile europea è in profondo declino. E' il Green Deal UE ad aver spinto la strada dell'elettrificazione, ma nel comparto sta accadendo qualcosa di analogo a ciò che avvenne con la siderurgia. Le aziende cinesi, che prima del 2000 erano importatrici nette di acciaio e alluminio, in dieci anni sono diventate il primo produttore al mondo. Nel frattempo, dalle parole di Von der Leyen, lo scellerato piano di rearmo europeo da 800 miliardi di euro servirebbe per rilanciare l'economia in crisi ed è stato analizzato proprio come vettore di riconversione dell'industria automobilistica - in particolare tedesca - verso il militare. Un piano che, peraltro, ha solo la parvenza semantica di \"sovranismo\", nel momento in cui gli esiti della scellerata guerra per procura combattuta in Ucraina svelano ancor più il ruolo vassallo degli Stati europei rispetto agli Stati Uniti: le armi per l'Unione Europea sono affari per il grande capitale finanziario statunitense.\r\n\r\nAll'interno dell'attuale guerra mondiale \"a pezzi\", particolare rilevanza assume nell'industria automobilistica il ruolo dell'automazione, con la corsa ai veicoli a guida autonoma, in cui si svela la compenetrazione tra civile e militare e la guerra a un'umanità considerata sempre più eccedente.\r\n\r\nCiò che è certo è che il nesso tra industria dell'automobile, settore della difesa e dominio tecnico non ha nulla di nuovo se pensiamo alla storia del Novecento e all'intreccio tra guerra interna - la disciplina nelle fabbriche attraverso la militarizzazione degli operai - ed esterna - basti pensare che lo stabilimento di Mirafiori sorge sui cadaveri della guerra d'Etiopia - nel caso del capitalismo incarnato dalla FIAT degli Agnelli, a Torino. Ne parliamo con Stefano della CUB.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/HappyHour_automobile.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIntermezzi musicali:\r\n\r\nCondannati a morte nel vostro quieto vivere, Negazione\r\n\r\nTorino è la mia città, Rough","7 Maggio 2025","2025-06-01 18:39:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/grafica-pubblicitaria-fascista-fiat-futurismo-fabbrica-automobili-200x110.png","L'automobile, c'est la guerre.",1746611481,[485],[18],{"post_content":530},{"matched_tokens":531,"snippet":532,"value":533},[86],"rispetto agli Stati Uniti: le \u003Cmark>armi\u003C/mark> per l'Unione Europea sono affari"," \r\n\r\nHappy Hour. Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.6 (5.05.25)\r\n\r\nL’automobile è stata a lungo la metafora della superiorità dell’Occidente capitalistico nei confronti del resto del mondo, in cui le popolazioni viaggiavano a piedi o al più a cavallo e ne ha rappresentato uno dei cuori pulsante della struttura industriale, diventando una merce di massa che implicava la crescita tanto dello sfruttamento lavorativo salariato, quanto dei consumi che, ça va sans dire, del progresso tecnico. E’ stata anche un potente propulsore di due mitologie capitaliste. Quella della “libertà\" intesa come possibilità resa via via più accessibile alle masse di potersi muovere con più facilità, che ha contribuito a mistificare la libertà intesa come possibilità di preservare degli spazi di autonomia esistenziale. E quella del mondo inteso come \"frontiera\" sempre più dominabile, la riduzione della distanza, il mondo \"a portata\".\r\n\r\nOggi l'industria dell'automobile europea è in profondo declino. E' il Green Deal UE ad aver spinto la strada dell'elettrificazione, ma nel comparto sta accadendo qualcosa di analogo a ciò che avvenne con la siderurgia. Le aziende cinesi, che prima del 2000 erano importatrici nette di acciaio e alluminio, in dieci anni sono diventate il primo produttore al mondo. Nel frattempo, dalle parole di Von der Leyen, lo scellerato piano di rearmo europeo da 800 miliardi di euro servirebbe per rilanciare l'economia in crisi ed è stato analizzato proprio come vettore di riconversione dell'industria automobilistica - in particolare tedesca - verso il militare. Un piano che, peraltro, ha solo la parvenza semantica di \"sovranismo\", nel momento in cui gli esiti della scellerata guerra per procura combattuta in Ucraina svelano ancor più il ruolo vassallo degli Stati europei rispetto agli Stati Uniti: le \u003Cmark>armi\u003C/mark> per l'Unione Europea sono affari per il grande capitale finanziario statunitense.\r\n\r\nAll'interno dell'attuale guerra mondiale \"a pezzi\", particolare rilevanza assume nell'industria automobilistica il ruolo dell'automazione, con la corsa ai veicoli a guida autonoma, in cui si svela la compenetrazione tra civile e militare e la guerra a un'umanità considerata sempre più eccedente.\r\n\r\nCiò che è certo è che il nesso tra \u003Cmark>industria\u003C/mark> dell'automobile, settore della difesa e dominio tecnico non ha nulla di nuovo se pensiamo alla storia del Novecento e all'intreccio tra guerra interna - la disciplina nelle fabbriche attraverso la militarizzazione degli operai - ed esterna - basti pensare che lo stabilimento di Mirafiori sorge sui cadaveri della guerra d'Etiopia - nel caso del capitalismo incarnato dalla FIAT degli Agnelli, a Torino. Ne parliamo con Stefano della CUB.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/HappyHour_automobile.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIntermezzi musicali:\r\n\r\nCondannati a morte nel vostro quieto vivere, Negazione\r\n\r\nTorino è la mia città, Rough",[535],{"field":141,"matched_tokens":536,"snippet":532,"value":533},[86],{"best_field_score":186,"best_field_weight":149,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":50,"score":313,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":50},6637,{"collection_name":369,"first_q":73,"per_page":316,"q":73},["Reactive",541],{},["Set"],["ShallowReactive",544],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f15pLugOfz5cClFTXZrE7v9tid1yNhyOz7PJpcsxNQbw":-1},true,"/search?query=industria+armi"]