","Il sintomo Mangione","post",1733945792,[57,58,59,60],"http://radioblackout.org/tag/farmaceutica/","http://radioblackout.org/tag/luigi-mangione/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/united-healthcare/",[20,22,62,24],"Stati Uniti",{"post_content":64},{"matched_tokens":65,"snippet":67,"value":68},[66],"ingegneria","piuttosto banale: un po' di \u003Cmark>ingegneria\u003C/mark> sociale elementare, CAD di base,","Si è già detto tutto e il contrario di tutto sull'identità di Luigi Mangione, il giovane americano che qualche giorno fa ha ucciso a Manhattan il CEO di United HealthCare, uno dei colossi della farmaceutica responsabile della morte di migliaia di cittadini americani, a causa delle politiche dilazionatorie messe in atto per posticipare il più possibile la presa in cura degli assicurati.\r\n\r\nSuprematista bianco, tecnofilo, sostenitore di Musk... odiatore di Musk... anti-natalista, complottista, tecnofilo..ecc. ecc.... Ogni gazzettiere dirà la sua. Anche se la ggggente l'ha già eletto nuovo eroe popolare. Come ha ben sintetizzato (speranza!) un consulente presso il \"Network Contagion Resarch Institute\" analizzando le tome di di messaggi solidali in rete:\r\n\r\n\"L'uccisione di Thompson viene spiegata come una specie di segnale d'inizio di una più ampia guerra di classe\"\r\n\r\nResta su tutto la chiarezza del gesto e le motivazioni che lo stesso ha vergato sulla sua lettera-testamento.\r\n\r\nUn commento dal nostro corrispondente dalla East Coast, Felice Mometti\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Mometti_mangione_10_12_24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n \r\n“Per i federali,\r\nsarò breve, perché rispetto ciò che fate per il nostro Paese. Per risparmiarvi una lunga indagine, vi dico chiaramente che non ho collaborato con altri.\r\nSi è trattato di un'operazione piuttosto banale: un po' di \u003Cmark>ingegneria\u003C/mark> sociale elementare, CAD di base, molta pazienza. Il taccuino a spirale, se presente, contiene alcuni appunti e liste di cose da fare che ne illustrano il succo. La mia tecnologia è piuttosto bloccata perché lavoro nel mondo dell’ingegneria, quindi probabilmente non ci sono molte informazioni.\r\nMi scuso per eventuali traumi, ma era necessario farlo. Francamente, questi parassiti se la sono cercata. Un promemoria: gli Stati Uniti hanno il primo sistema sanitario più costoso al mondo, eppure siamo al 42° posto per aspettativa di vita. La United è la [indecifrabile] più grande azienda degli Stati Uniti per capitalizzazione di mercato, dietro solo a Apple, Google e Walmart. È cresciuta, ancora e ancora, ma la nostra aspettativa di vita? No, la realtà è che queste [indecifrabili] sono semplicemente diventate troppo potenti e continuano ad abusare del nostro Paese per ottenere immensi profitti perché il popolo americano ha permesso loro di farla franca.\r\nOvviamente il problema è più complesso, ma non ho spazio e francamente non pretendo di essere la persona più qualificata per esporre l’argomento completo. Ma molti hanno illuminato la corruzione e l’avidità (ad esempio Rosenthal, Moore), decenni fa, e i problemi semplicemente rimangono. A questo punto non si tratta di un problema di consapevolezza, ma di evidenti giochi di potere.\r\nEvidentemente sono il primo ad affrontarlo con così brutale onestà”.",[70],{"field":71,"matched_tokens":72,"snippet":67,"value":68},"post_content",[66],578730123365187700,{"best_field_score":75,"best_field_weight":76,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":11,"score":77,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":79,"highlight":103,"highlights":108,"text_match":73,"text_match_info":111},{"cat_link":80,"category":81,"comment_count":43,"id":82,"is_sticky":43,"permalink":83,"post_author":46,"post_content":84,"post_date":85,"post_excerpt":49,"post_id":82,"post_modified":86,"post_thumbnail":87,"post_thumbnail_html":88,"post_title":89,"post_type":54,"sort_by_date":90,"tag_links":91,"tags":97},[40],[42],"92989","http://radioblackout.org/2024/10/kurdistan-attacco-ad-ankara-bombardamenti-turchi-colloqui-con-ocalan/","Giovedì, dopo la notizia di un riuscito attacco della guerriglia (rivendicato venerdì mattina) curda del PKK contro la principale industria di ingegneria bellica turca ad Ankara, l'aviazione di Erdogan ha scatenato sanguinosi raid aerei sulla Siria del Nord e sul nord dell'Iraq, dove il PKK sta infliggendo dure perdite all'esercito turco.\r\n\r\nAllo stesso tempo, in una mossa inedita, l'estrema destra di governo del MHP apre ad una possibile trattativa tra Stato turco e PKK attraverso la promessa di un riconoscimento del partito DEM e offrendogli il ruolo di mediatore in un eventuale, futuro, processo di pace. In questo quadro di ricerca di una mediazione si inserisce anche la concessione ad Abdullah Öcalan, leader del PKK, della prima visita in carcere dopo 4 anni.\r\n\r\nIl movimento curdo dimostra una notevole resilienza dopo 40 anni di attacchi, anche alla luce delle complicazioni nel quadro regionale emerse a partire dal conflitto che vede Israele opporsi non solo ai combattenti palestinesi ma anche a potenze regionali come l'Iran e alla rete di milizie sciite da esso finanziate, anche in Siria. La possibilità di un tavolo di trattative è sintomo di un mutato rapporto di forza tra Stato turco, guerriglia e strutture politiche del movimento curdo oppure è un tentativo da parte di Erdogan di trascinare il movimento curdo sul terreno del disarmo in cambio di una promessa di agibilità \"democratica\" - ad ora in Turchia fondamentalmente inesistente e difficilmente prevedibile in futuro?\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Jacopo Bindi, dell'Accademia della Modernità Demoratica\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/OcalanAccordiDiPace.mp3\"][/audio]","25 Ottobre 2024","2024-10-26 22:07:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/PKK_curdi-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/PKK_curdi-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/PKK_curdi-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/PKK_curdi-768x510.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/PKK_curdi.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","KURDISTAN: ATTACCO AD ANKARA, BOMBARDAMENTI TURCHI, COLLOQUI CON ÖCALAN",1729879219,[92,93,94,95,96],"http://radioblackout.org/tag/conflitti-globali/","http://radioblackout.org/tag/kurdistan/","http://radioblackout.org/tag/ocalan/","http://radioblackout.org/tag/pkk/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[98,99,100,101,102],"conflitti globali","Kurdistan","Ocalan","pkk","Turchia",{"post_content":104},{"matched_tokens":105,"snippet":106,"value":107},[66],"contro la principale industria di \u003Cmark>ingegneria\u003C/mark> bellica turca ad Ankara, l'aviazione","Giovedì, dopo la notizia di un riuscito attacco della guerriglia (rivendicato venerdì mattina) curda del PKK contro la principale industria di \u003Cmark>ingegneria\u003C/mark> bellica turca ad Ankara, l'aviazione di Erdogan ha scatenato sanguinosi raid aerei sulla Siria del Nord e sul nord dell'Iraq, dove il PKK sta infliggendo dure perdite all'esercito turco.\r\n\r\nAllo stesso tempo, in una mossa inedita, l'estrema destra di governo del MHP apre ad una possibile trattativa tra Stato turco e PKK attraverso la promessa di un riconoscimento del partito DEM e offrendogli il ruolo di mediatore in un eventuale, futuro, processo di pace. 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Così è nel caso di Corso Vigevano 41.\r\n\r\nLa proprietà è di Giorgio Molino, noto immobiliarista. Che costui non sia una mela marcia, bensì un attore pienamente integrato nelle logiche della rendita urbana, che sanno sapientemente maneggiare i codici della legalità e dell'illegalità, lo testimonia il fatto il Comune di Torino si sia storicamente appoggiato sui suoi immobili per governare gli esclusi dall'ordine della cittadinanza: dai profughi dell'emergenza Nord-Africa nel 2011, ai rom sgomberati dalla baraccopoli di Lungo Stura nel 2015. In entrambi i casi la Sala Rossa era a guida PD.\r\n\r\nOggi in questo palazzo vivono decine di persone che pagano centinaia di euro per stanze inabitabili. Da mesi sotto sfratto per mano di scagnozzi della proprietà che ne hanno murato le porte, oggi il primo piano si trova anche sotto sgombero a causa di una ordinanza comunale che sostiene di tutelare la \"sicurezza\" degli abitanti. In un mondo alla rovescia, il vero è un momento del falso.\r\n\r\nQuali sono oggi gli interessi su Corso Vigevano 41? Quel che è certo è che questo palazzo parla del governo attraverso la violenta nomadizzazione urbana - militare, amministrativa, privata - dei reietti, pur funzionali all'economia di Torino. Utili purchè raminghi e a repentaglio, sfollati di baracca in baracca, di tugurio in tugurio, di strada in strada.\r\n\r\nQui la testimonianza di un abitante:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/corso-vigevano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQui il racconto di una solidale, con qualche riflessione sulle implicazioni della cd. \"green\" e \"smart city\" nel governo dell'esclusione di fette sempre più ampie di abitanti della città:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/smartcity.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","13 Giugno 2024","2024-06-13 13:08:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/192307452-b7dd406f-5e14-4ce2-90ed-21cd9af8067a-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"158\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/192307452-b7dd406f-5e14-4ce2-90ed-21cd9af8067a-300x158.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/192307452-b7dd406f-5e14-4ce2-90ed-21cd9af8067a-300x158.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/192307452-b7dd406f-5e14-4ce2-90ed-21cd9af8067a-1024x541.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/192307452-b7dd406f-5e14-4ce2-90ed-21cd9af8067a-768x406.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/192307452-b7dd406f-5e14-4ce2-90ed-21cd9af8067a.jpeg 1079w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Corso Vigevano 41: governare attraverso la nomadizzazione urbana",1718236946,[126,127,128],"http://radioblackout.org/tag/abitare-bene-comune/","http://radioblackout.org/tag/green-e-smart-city/","http://radioblackout.org/tag/nomadizzazione-urbana/",[28,26,30],{"post_content":131},{"matched_tokens":132,"snippet":133,"value":134},[66],"a profitto con strumenti di \u003Cmark>ingegneria\u003C/mark> finanziaria e sociale da una","Continuiamo a parlare di come si riconfigura la governance dell'abitare a Torino, città dove il mercato degli affitti è oggi insostenibile, gli sfratti e sgomberi ordinari come nel recente caso di Via Muriaglio 11, il welfare abitativo smantellato e messo a profitto con strumenti di \u003Cmark>ingegneria\u003C/mark> finanziaria e sociale da una coalizione di \"buoni\" pubblico-privata affamata di rendita.\r\n\r\nLa storia di un singolo palazzo talvolta può essere rivelatoria del potere dei padroni della città. 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La promozione di Domenico “Marco” Minniti da sottosegretario con delega ai Servizi segreti a ministro dell’Interno suggerisce di no. Il cambio al Viminale coincide con l’avvio di nuovi programmi di contrasto delle migrazioni “irregolari”, di gestione dell’ordine pubblico e repressione del dissenso. Peraltro alla vigilia di due importanti appuntamenti internazionali, che hanno contribuito alla scelta di rinviare la fine della legislatura: la celebrazione del 60esimo anniversario della firma del Trattato istitutivo della Cee (il 25 marzo a Roma) e, soprattutto, il vertice dei Capi di Stato del G7 a Taormina il 26 e 27 maggio.\r\nIn vista di tali scadenze, Marco Minniti appare come il politico più “adeguato” per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno e – in vista delle politiche – strappare a leghisti e centrodestra il monopolio della narrazione sul “pericolo” immigrato e sulla “sicurezza”. Di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America e alle centrali d’intelligence più o meno occulte del nostro Paese, il suo curriculum vitae e le trame tessute in questi anni ci spiegano come e perché.\r\n\r\nLa sua “creatura” è l’ICSA, di cui sino alla morte è stato presidente Francesco Cossiga. Un nome un programma.\r\n\r\nEterogeneo per ideologie e orientamenti politici anche se in buona parte i cuori battono per l’ordine sociale e la conservazione, il consiglio scientifico della Fondazione ICSA testimonia la portata e la forza della rete di relazioni istituzionali, nazionali e internazionali, realizzata nel tempo da Marco Minniti. Si tratta di una lunga lista di Capi di Stato Maggiore delle forze armate e dell’Arma dei carabinieri; comandanti dei reparti speciali della Nato e dei servizi segreti; segretari e consiglieri militari di presidenti del consiglio e ministri; diplomatici, magistrati, responsabili della security di importanti holding economiche; giornalisti, professori universitari e finanche consulenti e analisti della CIA e dei dipartimenti statunitensi per la lotta al terrorismo.\r\n\r\nCoordinatore del Consiglio scientifico della Fondazione ICSA il sociologo Italo Saverio Trento.\r\n\r\nMembri\r\n\r\nAmm. Gianfranco Battelli, dal 1979 al 1983 a capo del cosiddetto “ufficio I” incaricato della valutazione, produzione e aggiornamento di tutti i documenti d’intelligence della Marina Militare; successivamente capo di Gabinetto del ministero della Difesa e dal 1996 al 2001 direttore del Sismi (i vecchi servizi segreti militari) e infine consigliere della Corte dei Conti.\r\n\r\nAmm. Sergio Biraghi, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare dal 2004 al 2006 e poi consigliere militare del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.\r\n\r\nGen. Carlo Cabigiosu, già vicecomandante del Corpo d’Armata di reazione Rapida della Nato in Germania, poi Capo di Stato maggiore del Comando Regionale delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (il primo generale italiano ad assumere tale carica, da sempre ricoperta da militari Usa), comandante della Forza Nato in Kosovo (2000-01), rappresentante dell’Italia al Senior Official Group (SOG) della Nato per la revisione della struttura di Comando dell'Alleanza e infine consigliere militare della Missione italiana in Iraq (2003-04).\r\n\r\nGen. Vincenzo Camporini, dal 2008 al 2011 Capo di Stato maggiore della difesa e poi consulente dell’allora ministro degli esteri Franco Frattini; oggi è vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali e membro della Fondazione Italia-Usa.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovanni De Carli ed Edoardo Esposito, generali della Guardia di Finanza.\r\n\r\nGen. Giampaolo Ganzer, già comandante dei reparti dei Carabinieri impegnati contro la colonna veneto-friulana delle Brigate Rosse e delle teste di cuoio che liberarono il generale Usa James Lee Dozier sequestrato dalle Br a Verona nel 1981. Nel 2002 è stato nominato comandante del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) dell’Arma dei Carabinieri, incarico ricoperto sino al luglio 2012 nonostante la condanna in primo grado a 14 anni per “associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso e ad altri reati”, commessi nel corso di alcune operazioni antidroga dei ROS. Dopo la riduzione della condanna in secondo grado a 4 anni e 11 mesi di reclusione, lo scorso anno è scatta la prescrizione per i reati dopo la revisione della Cassazione.\r\n\r\nGen. Fabio Mini, esperto di geostrategia, ex comandante della missione Nato in Kosovo dal 2002 al 2003, autore di articoli per Limes, l’Espresso, la Repubblica e Il Fatto Quotidiano.\r\n\r\nGen. Mario Nunzella, già Capo di Stato maggiore dell’Arma dei Carabinieri, ex consigliere per la sicurezza del Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, poi responsabile del coordinamento delle forze di polizia presso il Ministero dell’Interno. Nel giugno 2000 è stato nominato comandante del ROS dei Carabinieri.\r\n\r\nGen. Stefano Panato, ex sottocapo di Stato maggiore dell’Aeronautica (si è interessato ai programmi di sviluppo dei cacciabombardieri Tornado, Amx ed Eurofighter 2000), poi presidente del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), l’organismo di più alto livello nel campo della formazione e degli studi di sicurezza e vicedirettore del Sismi e dell’AISE (l’agenzia che sovrintende alla gestione dei servizi segreti). Dal 1999 al 2002 è stato consigliere militare presso la Rappresentanza d’Italia al Consiglio Atlantico a Bruxelles; oggi ricopre il ruolo coordinatore del Centro Studi Militari Aeronautici (Cesma) “Giulio Dohuet” di Roma.\r\n\r\nGen. Luciano Piacentini, già comandante del battaglione d’assalto “Col Moschin” e successivamente capo di Stato Maggiore della brigata paracadutisti “Folgore” e consigliere per la sicurezza in diverse aree del continente asiatico.\r\n\r\nGen. Sergio Siracusa, prima addetto militare presso l’ambasciata d’Italia a Washington, poi sottocapo di Stato maggiore presso il Comando Forze terrestri alleate del Sud Europa di Verona, direttore del Sismi dal 1994 al 1996, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri dal 1997 al 2002 e infine Consigliere di Stato.\r\n\r\nGiancarlo Capaldo, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma ed ex collaboratore dei ministri della prima Repubblica Sebastiano Vassalli e Virginio Rognoni.\r\n\r\nStefano Dambruoso, ex magistrato a Milano dove ha condotto inchieste sulle cellule anarco-insurrezionaliste e sul terrorismo jidahista in Italia, dal 2008 Capo dell’Ufficio coordinamento attività internazionali del ministero della Giustizia, poi membro del Consiglio direttivo dell’Agenzia per la sicurezza nucleare e dal febbraio 2013 deputato alla Camera, eletto in Lombardia con Scelta Civica e transitato nel gruppo scissionista Civici e Innovatori. Membro anch’egli della Fondazione Italia-USA, nel gennaio 2016, unitamente al parlamentare Pd Andrea Manciulli (presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare della NATO) ha presentato la proposta di legge “Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista”.\r\n\r\nNicola Di Giannantonio, prefetto fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio nel 2000 e successivamente direttore della Sovrintendenza Centrale dei Servizi di Sicurezza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.\r\n\r\nDomenico Vulpiani, prefetto e direttore dell’Ufficio centrale ispettivo del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, dal 1978 al 1988 responsabile dei servizi di protezione dei Presidenti della Repubblica Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro, di alcuni presidenti del Consiglio e ministri dell’Interno. Dal 1990 al 1996 presso la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione ha ricoperto diversi incarichi in materia di antiterrorismo; dal 1996 al 2001 è stato a capo della DIGOS di Roma, dal 2001 al 2009 direttore del Servizio Polizia Postale, ufficio specializzato nel contrasto ai crimini postali ed informatici e del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche del Paese.\r\n\r\nGiovanni Castellaneta, già ambasciatore d’Italia negli Usa dal 2005 al 2009 (anni in cui vengono sottoscritti accordi strategici con Washington in campo militare e industriale, come ad esempio la coproduzione dei cacciabombardieri F-35, l’installazione del terminale MUOS a Niscemi e dei droni d’intelligence a Sigonella); successivamente presidente del consiglio di amministrazione di SACE (il gruppo assicurativo-finanziario a favore delle imprese italiane che operano all’estero, interamente controllato dalla Cassa depositi e Prestiti) e membro del Cda di Finmeccanica (l’holding a capo del complesso militare-industriale italiano). È stato inoltre consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio Berlusconi e suo rappresentante personale per i Vertici del G8 del 2001 e del 2005.\r\n\r\nGuido Lenzi, ambasciatore, già rappresentante permanente presso l’OSCE a Vienna, direttore dell’Istituto Europeo di Studi di Sicurezza a Parigi e consigliere diplomatico presso il ministero degli affari esteri e della difesa.\r\n\r\nAndrea Monorchio, originario di Reggio Calabria, ex ragioniere generale dello Stato, docente di materie economiche presso l’Università di Siena e la Luiss di Roma, per alcuni anni presidente del Cda di Infrastrutture S.p.A. (società voluta dal ministero del Tesoro per finanziare le grandi opere pubbliche) e dei collegi sindacali di Eni, Fintecna e Telespazio (gruppo Finmeccanica). Nell’ottobre 2011 è stato nominato vicepresidente della Banca popolare di Vicenza.\r\n\r\nPaolo Savona, già direttore generale e poi amministratore delegato della Banca Nazionale del Lavoro (1989-1990), presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (dal 1990 al 1999 e dal 2010 al 2014), dei Cda di holding e società come Impregilo, Gemina, Aeroporti di Roma, Consorzio Venezia Nuova, Banca di Roma, membro dei Cda di RCS, TIM Italia, Capitalia. Savona è stato pure presidente della Commissione d’indagine sul nucleare in Italia e membro delle Commissioni Ortona e Jucci per la riforma dei servizi di sicurezza.\r\n\r\nAsher Daniel Colombo e Marzio Barbagli, docenti di sociologia dell’Università di Bologna, consulenti di fiducia del ministero dell’Interno e autori di diverse pubblicazioni sulle migrazioni internazionali e le “relazioni” immigrati-sicurezza-criminalità in Italia.\r\n\r\nSalvatore Tucci, docente di Calcolatori elettronici presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università “Tor Vergata” di Roma, dal 1999 al 2008 responsabile del sistema informativo della Presidenza del consiglio dei ministri.\r\n\r\nI giornalisti Andrea Nativi direttore della Rivista Italiana Difesa e Carlo Panella ex dirigente di Lotta Continua, collaboratore de Il Foglio e responsabile delle tribune politiche Mediaset, nominato da Marco Minniti quale membro della Commissione di studio sulla Jihad in Italia.\r\n\r\nI direttori della security e protezione aziendale, Raffaele Di Lella di ENAC (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) e Franco Fiumara delle Ferrovie dello Stato (quest’ultimo ha pure diretto le compagnie della Guardia di finanza di Mondragone e Gela e il Nucleo centrale Polizia tributaria di Roma - Sezione Stupefacenti; nel dicembre 2014 è stato eletto presidente di Colpofer, l’Associazione internazionale dei Capi delle strutture di sicurezza aziendale ferroviaria di 24 paesi e della Polizia dei trasporti).\r\n\r\nLuisa Franchina, ingegnere elettronico ed esperta di strategie di sicurezza delle reti e dell’informazione, dal 2011 al 2013 direttrice generale del Nucleo operativo per gli attentati NBCR (nucleari, biologici, chimici e radiologici) presso la Presidenza del Consiglio e successivamente delegata italiana per la Protezione civile presso il comando Nato di Bruxelles.\r\n\r\nGli ispettori generali della Police nationale francese, Hélène Martini (già consigliere tecnico per la sicurezza interna del Presidente della Repubblica) ed Emile Pérez, direttore del Service de Coopération Technique Internationale de Police e presidente di Francopol.\r\n\r\nFrances Fragos Townsend, ex consigliere per la sicurezza nazionale e le politiche di lotta al terrorismo del presidente Usa George W. Bush, nonché inviata speciale per le ispezioni alla prigione-lager “Abu Ghraib” in Iraq, nota al mondo per i crimini commessi dai militari statunitensi a danno dei reclusi. Tra il 2006 e il 2007, l’allora vice-ministro all’interno Marco Minniti e il prefetto Carlo De Stefano (al tempo direttore centrale della Polizia di prevenzione e coordinatore del Comitato di analisi strategica antiterrorismo) ebbero modo d’incontrare più volte a Roma e Washington la consigliere Townsend per uno “scambio di informazioni Italia-Usa sulla “minaccia terroristica”.\r\n\r\nKurt Volker, ex ambasciatore Usa alla Nato (su nomina del presidente George W. Bush) ed ex analista internazionale della CIA, managing director del Centro per le Relazioni Transatlantiche alla Johns Hopkins University. Già consulente del senatore ultraconservatore John MacCain e vicedirettore dell’allora Segretario generale della NATO George Robertson (1998-2001), Volker ha ricoperto l’incarico di consulente del Dipartimento di Stato in preparazione dei summit Nato di Praga (2002) e Istanbul (2004).\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, autore di un profilo di Minniti, uscito su Left.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 01 17 minniti mazzeo","17 Gennaio 2017","2017-01-20 16:11:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Cossiga-e-Minniti-600x400-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Cossiga-e-Minniti-600x400-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Cossiga-e-Minniti-600x400-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Cossiga-e-Minniti-600x400.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Minniti. 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Peraltro alla vigilia di due importanti appuntamenti internazionali, che hanno contribuito alla scelta di rinviare la fine della legislatura: la celebrazione del 60esimo anniversario della firma del Trattato istitutivo della Cee (il 25 marzo a Roma) e, soprattutto, il vertice dei Capi di Stato del G7 a Taormina il 26 e 27 maggio.\r\nIn vista di tali scadenze, Marco Minniti appare come il politico più “adeguato” per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno e – in vista delle politiche – strappare a leghisti e centrodestra il monopolio della narrazione sul “pericolo” immigrato e sulla “sicurezza”. Di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America e alle centrali d’intelligence più o meno occulte del nostro Paese, il suo curriculum vitae e le trame tessute in questi anni ci spiegano come e perché.\r\n\r\nLa sua “creatura” è l’ICSA, di cui sino alla morte è stato presidente Francesco Cossiga. Un nome un programma.\r\n\r\nEterogeneo per ideologie e orientamenti politici anche se in buona parte i cuori battono per l’ordine sociale e la conservazione, il consiglio scientifico della Fondazione ICSA testimonia la portata e la forza della rete di relazioni istituzionali, nazionali e internazionali, realizzata nel tempo da Marco Minniti. Si tratta di una lunga lista di Capi di Stato Maggiore delle forze armate e dell’Arma dei carabinieri; comandanti dei reparti speciali della Nato e dei servizi segreti; segretari e consiglieri militari di presidenti del consiglio e ministri; diplomatici, magistrati, responsabili della security di importanti holding economiche; giornalisti, professori universitari e finanche consulenti e analisti della CIA e dei dipartimenti statunitensi per la lotta al terrorismo.\r\n\r\nCoordinatore del Consiglio scientifico della Fondazione ICSA il sociologo Italo Saverio Trento.\r\n\r\nMembri\r\n\r\nAmm. Gianfranco Battelli, dal 1979 al 1983 a capo del cosiddetto “ufficio I” incaricato della valutazione, produzione e aggiornamento di tutti i documenti d’intelligence della Marina Militare; successivamente capo di Gabinetto del ministero della Difesa e dal 1996 al 2001 direttore del Sismi (i vecchi servizi segreti militari) e infine consigliere della Corte dei Conti.\r\n\r\nAmm. Sergio Biraghi, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare dal 2004 al 2006 e poi consigliere militare del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.\r\n\r\nGen. Carlo Cabigiosu, già vicecomandante del Corpo d’Armata di reazione Rapida della Nato in Germania, poi Capo di Stato maggiore del Comando Regionale delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (il primo generale italiano ad assumere tale carica, da sempre ricoperta da militari Usa), comandante della Forza Nato in Kosovo (2000-01), rappresentante dell’Italia al Senior Official Group (SOG) della Nato per la revisione della struttura di Comando dell'Alleanza e infine consigliere militare della Missione italiana in Iraq (2003-04).\r\n\r\nGen. Vincenzo Camporini, dal 2008 al 2011 Capo di Stato maggiore della difesa e poi consulente dell’allora ministro degli esteri Franco Frattini; oggi è vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali e membro della Fondazione Italia-Usa.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovanni De Carli ed Edoardo Esposito, generali della Guardia di Finanza.\r\n\r\nGen. Giampaolo Ganzer, già comandante dei reparti dei Carabinieri impegnati contro la colonna veneto-friulana delle Brigate Rosse e delle teste di cuoio che liberarono il generale Usa James Lee Dozier sequestrato dalle Br a Verona nel 1981. Nel 2002 è stato nominato comandante del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) dell’Arma dei Carabinieri, incarico ricoperto sino al luglio 2012 nonostante la condanna in primo grado a 14 anni per “associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso e ad altri reati”, commessi nel corso di alcune operazioni antidroga dei ROS. Dopo la riduzione della condanna in secondo grado a 4 anni e 11 mesi di reclusione, lo scorso anno è scatta la prescrizione per i reati dopo la revisione della Cassazione.\r\n\r\nGen. Fabio Mini, esperto di geostrategia, ex comandante della missione Nato in Kosovo dal 2002 al 2003, autore di articoli per Limes, l’Espresso, la Repubblica e Il Fatto Quotidiano.\r\n\r\nGen. Mario Nunzella, già Capo di Stato maggiore dell’Arma dei Carabinieri, ex consigliere per la sicurezza del Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, poi responsabile del coordinamento delle forze di polizia presso il Ministero dell’Interno. Nel giugno 2000 è stato nominato comandante del ROS dei Carabinieri.\r\n\r\nGen. Stefano Panato, ex sottocapo di Stato maggiore dell’Aeronautica (si è interessato ai programmi di sviluppo dei cacciabombardieri Tornado, Amx ed Eurofighter 2000), poi presidente del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), l’organismo di più alto livello nel campo della formazione e degli studi di sicurezza e vicedirettore del Sismi e dell’AISE (l’agenzia che sovrintende alla gestione dei servizi segreti). Dal 1999 al 2002 è stato consigliere militare presso la Rappresentanza d’Italia al Consiglio Atlantico a Bruxelles; oggi ricopre il ruolo coordinatore del Centro Studi Militari Aeronautici (Cesma) “Giulio Dohuet” di Roma.\r\n\r\nGen. Luciano Piacentini, già comandante del battaglione d’assalto “Col Moschin” e successivamente capo di Stato Maggiore della brigata paracadutisti “Folgore” e consigliere per la sicurezza in diverse aree del continente asiatico.\r\n\r\nGen. Sergio Siracusa, prima addetto militare presso l’ambasciata d’Italia a Washington, poi sottocapo di Stato maggiore presso il Comando Forze terrestri alleate del Sud Europa di Verona, direttore del Sismi dal 1994 al 1996, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri dal 1997 al 2002 e infine Consigliere di Stato.\r\n\r\nGiancarlo Capaldo, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma ed ex collaboratore dei ministri della prima Repubblica Sebastiano Vassalli e Virginio Rognoni.\r\n\r\nStefano Dambruoso, ex magistrato a Milano dove ha condotto inchieste sulle cellule anarco-insurrezionaliste e sul terrorismo jidahista in Italia, dal 2008 Capo dell’Ufficio coordinamento attività internazionali del ministero della Giustizia, poi membro del Consiglio direttivo dell’Agenzia per la sicurezza nucleare e dal febbraio 2013 deputato alla Camera, eletto in Lombardia con Scelta Civica e transitato nel gruppo scissionista Civici e Innovatori. Membro anch’egli della Fondazione Italia-USA, nel gennaio 2016, unitamente al parlamentare Pd Andrea Manciulli (presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare della NATO) ha presentato la proposta di legge “Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista”.\r\n\r\nNicola Di Giannantonio, prefetto fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio nel 2000 e successivamente direttore della Sovrintendenza Centrale dei Servizi di Sicurezza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.\r\n\r\nDomenico Vulpiani, prefetto e direttore dell’Ufficio centrale ispettivo del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, dal 1978 al 1988 responsabile dei servizi di protezione dei Presidenti della Repubblica Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro, di alcuni presidenti del Consiglio e ministri dell’Interno. Dal 1990 al 1996 presso la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione ha ricoperto diversi incarichi in materia di antiterrorismo; dal 1996 al 2001 è stato a capo della DIGOS di Roma, dal 2001 al 2009 direttore del Servizio Polizia Postale, ufficio specializzato nel contrasto ai crimini postali ed informatici e del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche del Paese.\r\n\r\nGiovanni Castellaneta, già ambasciatore d’Italia negli Usa dal 2005 al 2009 (anni in cui vengono sottoscritti accordi strategici con Washington in campo militare e industriale, come ad esempio la coproduzione dei cacciabombardieri F-35, l’installazione del terminale MUOS a Niscemi e dei droni d’intelligence a Sigonella); successivamente presidente del consiglio di amministrazione di SACE (il gruppo assicurativo-finanziario a favore delle imprese italiane che operano all’estero, interamente controllato dalla Cassa depositi e Prestiti) e membro del Cda di Finmeccanica (l’holding a capo del complesso militare-industriale italiano). È stato inoltre consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio Berlusconi e suo rappresentante personale per i Vertici del G8 del 2001 e del 2005.\r\n\r\nGuido Lenzi, ambasciatore, già rappresentante permanente presso l’OSCE a Vienna, direttore dell’Istituto Europeo di Studi di Sicurezza a Parigi e consigliere diplomatico presso il ministero degli affari esteri e della difesa.\r\n\r\nAndrea Monorchio, originario di Reggio Calabria, ex ragioniere generale dello Stato, docente di materie economiche presso l’Università di Siena e la Luiss di Roma, per alcuni anni presidente del Cda di Infrastrutture S.p.A. (società voluta dal ministero del Tesoro per finanziare le grandi opere pubbliche) e dei collegi sindacali di Eni, Fintecna e Telespazio (gruppo Finmeccanica). Nell’ottobre 2011 è stato nominato vicepresidente della Banca popolare di Vicenza.\r\n\r\nPaolo Savona, già direttore generale e poi amministratore delegato della Banca Nazionale del Lavoro (1989-1990), presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (dal 1990 al 1999 e dal 2010 al 2014), dei Cda di holding e società come Impregilo, Gemina, Aeroporti di Roma, Consorzio Venezia Nuova, Banca di Roma, membro dei Cda di RCS, TIM Italia, Capitalia. Savona è stato pure presidente della Commissione d’indagine sul nucleare in Italia e membro delle Commissioni Ortona e Jucci per la riforma dei servizi di sicurezza.\r\n\r\nAsher Daniel Colombo e Marzio Barbagli, docenti di sociologia dell’Università di Bologna, consulenti di fiducia del ministero dell’Interno e autori di diverse pubblicazioni sulle migrazioni internazionali e le “relazioni” immigrati-sicurezza-criminalità in Italia.\r\n\r\nSalvatore Tucci, docente di Calcolatori elettronici presso la Facoltà di \u003Cmark>Ingegneria\u003C/mark> dell’Università “Tor Vergata” di Roma, dal 1999 al 2008 responsabile del sistema informativo della Presidenza del consiglio dei ministri.\r\n\r\nI giornalisti Andrea Nativi direttore della Rivista Italiana Difesa e Carlo Panella ex dirigente di Lotta Continua, collaboratore de Il Foglio e responsabile delle tribune politiche Mediaset, nominato da Marco Minniti quale membro della Commissione di studio sulla Jihad in Italia.\r\n\r\nI direttori della security e protezione aziendale, Raffaele Di Lella di ENAC (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) e Franco Fiumara delle Ferrovie dello Stato (quest’ultimo ha pure diretto le compagnie della Guardia di finanza di Mondragone e Gela e il Nucleo centrale Polizia tributaria di Roma - Sezione Stupefacenti; nel dicembre 2014 è stato eletto presidente di Colpofer, l’Associazione internazionale dei Capi delle strutture di sicurezza aziendale ferroviaria di 24 paesi e della Polizia dei trasporti).\r\n\r\nLuisa Franchina, ingegnere elettronico ed esperta di strategie di sicurezza delle reti e dell’informazione, dal 2011 al 2013 direttrice generale del Nucleo operativo per gli attentati NBCR (nucleari, biologici, chimici e radiologici) presso la Presidenza del Consiglio e successivamente delegata italiana per la Protezione civile presso il comando Nato di Bruxelles.\r\n\r\nGli ispettori generali della Police nationale francese, Hélène Martini (già consigliere tecnico per la sicurezza interna del Presidente della Repubblica) ed Emile Pérez, direttore del Service de Coopération Technique Internationale de Police e presidente di Francopol.\r\n\r\nFrances Fragos Townsend, ex consigliere per la sicurezza nazionale e le politiche di lotta al terrorismo del presidente Usa George W. Bush, nonché inviata speciale per le ispezioni alla prigione-lager “Abu Ghraib” in Iraq, nota al mondo per i crimini commessi dai militari statunitensi a danno dei reclusi. Tra il 2006 e il 2007, l’allora vice-ministro all’interno Marco Minniti e il prefetto Carlo De Stefano (al tempo direttore centrale della Polizia di prevenzione e coordinatore del Comitato di analisi strategica antiterrorismo) ebbero modo d’incontrare più volte a Roma e Washington la consigliere Townsend per uno “scambio di informazioni Italia-Usa sulla “minaccia terroristica”.\r\n\r\nKurt Volker, ex ambasciatore Usa alla Nato (su nomina del presidente George W. Bush) ed ex analista internazionale della CIA, managing director del Centro per le Relazioni Transatlantiche alla Johns Hopkins University. 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Eppure Dopo le inchieste su Expo, Tav, fondi Ue e oggi MoSE quello che si delinea è un vero e proprio sistema costruito sui meccanismi della deroga, del commissariamento, delle privatizzazione, dll'eterna emergenza per applicare subito e senza controlli opere faraoniche che distruggono il territorio e arricchiscono i contraenti, riproducendo un meccnismo pervrerso di rapporti tra Politica Istituzionale, Impresa )e talvolta anche la criminalità organizzata).\r\nNe abbiamo parlato con Paolo Cacciari, giornalista free-lance veneto, autore di un commento sul Manifesto di oggi:\r\nPAolo_cacciari_MOse\r\n\r\nAlleghiamo anche un'intervista di 2 giorni fa a Massimo, un compagno di Venezia che commentava ai microfoni della radio (a caldo) i risultati dell'inchiesta e il silenzioso ma pervasivo modello di corruzione diffusa che il MoSe ha portato nella città lagunare:\r\n\r\nmassimo_venezia_MOse\r\nQui di seguito, l'articolo di Paolo Cacciari uscito oggi sul Manifesto\r\nMose bipartisan, ecco l’origine perversa del «partito del fare»\r\nl progetto della chiusura delle bocche di porto della Laguna di Venezia, il più grande intervento di ingegneria civile mai costruito in Italia, è stato il prototipo delle «grandi opere». 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Nel generoso ricorso al credito bancario (a proposito dei motivi che hanno generato il debito pubblico!) – procedura che poi sarà perfezionata con il project financing.\r\nIl Consorzio Venezia Nuova nasce nel 1982 sotto gli auspici di De Michelis (Partecipazioni Statali), Nicolazzi (Lavori Pubblici) e Fanfani (presidente del Consiglio). Comprende tutte le maggiori società di engineering pubbliche e private, dalla Impresit della Fiat (a cui subentrerà la Mantovani) alle Condotte d’acqua dell’Iri. E poi: Lodigiani, Maltauro, Impregilo fino alle cooperative emiliane CCC. Primo presidente del CVN è Luigi Zanda, proveniente dalla segreteria del ministro Cossiga.\r\nNegli stessi anni nasce anche il Tav e il Ponte dello Stretto di Messina. L’Italia del «fare» — per chi ha perso la memoria — nasce allora.\r\nMa per superare gli evidenti vizi giuridici di un’opera affidata in concessione a trattativa privata e per di più su un «progetto preliminare di massima» mai approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ci fu bisogno di una legge speciale (legge 798 del 29 novembre del 1984). Ad opporsi fu solo il Pri con il ministro Bruno Visentini, come io stesso riconoscevo in un saggio di tanti anni fa, Appunti per una storia del Progettone («Oltre il ponte», n. 17, 1987), in cui definivo l’oggetto della convenzione tra Stato e CVN: «un insieme di opere ancora indeterminate, tutte comunque assicurate da una forma di pagamento a piè di lista».\r\nNasce così lo strapotere del CVN in città e non solo. Crocevia di smistamento di ogni genere di appalti, anche quelli non direttamente afferenti al Mose. Punto di equilibrio degli interessi bipartisan.\r\nA dire il vero un ripensamento ci fù all’epoca di Tangentopoli. Con una legge del 1993 (n.527, art. 12, comma 11) si dava mandato al Governo di «razionalizzare» le procedure di intervento a Venezia così da «separare i soggetti incaricati della progettazione dai soggetti cui è affidata la realizzazione» e costituire una agenzia pubblica. Inutile dire che nulla sostanzialmente fu fatto per mutare la situazione. Nemmeno quando nel 1998 la Commissione nazionale per la Valutazione dell’Impatto Ambientale dette un parere sostanzialmente negativo al progetto.\r\nIn soccorso del Mose giunse la nuova Legge Obiettivo di Lunardi-Berlusconi (2002) che ha consentito ai vari governi, da ultimo quello Prodi con Di Pietro ministro ai Lavori Pubblici (con un voto a maggioranza nel Consiglio dei ministri), di avocare a sé le decisioni tecnico-progettuali e di approvare definitivamente il Mose nel 2006. Fu il colpo di grazia anche per i movimenti ambientalisti e l’assemblea permanente contro il Mose. 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In tutto. Nella filosofia emergenzialista che lo presiede — la grande alluvione del 4 novembre 1966 sembrava giustificare una decisione rapida e rassicurante, in barba ad ogni esigenza di approfondimento degli studi scientifici.\r\nNella delega concessa al sistema delle imprese private giudicato dai decisori politici il più competente ed efficiente non solo nella realizzazione delle opere, ma anche nella loro ideazione e progettazione – condannando le università, il Cnr e gli organi tecnici dello stato a fare da supporto servente alle imprese. Nella deroga alle procedure ordinarie di affidamento, verifica e controllo delle opere pubbliche – date in concessione ad un unico soggetto, anticipando il meccanismo del general contract. Nel generoso ricorso al credito bancario (a proposito dei motivi che hanno generato il debito pubblico!) – procedura che poi sarà perfezionata con il project financing.\r\nIl Consorzio Venezia Nuova nasce nel 1982 sotto gli auspici di De Michelis (Partecipazioni Statali), Nicolazzi (Lavori Pubblici) e Fanfani (presidente del Consiglio). Comprende tutte le maggiori società di engineering pubbliche e private, dalla Impresit della Fiat (a cui subentrerà la Mantovani) alle Condotte d’acqua dell’Iri. E poi: Lodigiani, Maltauro, Impregilo fino alle cooperative emiliane CCC. Primo presidente del CVN è Luigi Zanda, proveniente dalla segreteria del ministro Cossiga.\r\nNegli stessi anni nasce anche il Tav e il Ponte dello Stretto di Messina. L’Italia del «fare» — per chi ha perso la memoria — nasce allora.\r\nMa per superare gli evidenti vizi giuridici di un’opera affidata in concessione a trattativa privata e per di più su un «progetto preliminare di massima» mai approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ci fu bisogno di una legge speciale (legge 798 del 29 novembre del 1984). Ad opporsi fu solo il Pri con il ministro Bruno Visentini, come io stesso riconoscevo in un saggio di tanti anni fa, Appunti per una storia del Progettone («Oltre il ponte», n. 17, 1987), in cui definivo l’oggetto della convenzione tra Stato e CVN: «un insieme di opere ancora indeterminate, tutte comunque assicurate da una forma di pagamento a piè di lista».\r\nNasce così lo strapotere del CVN in città e non solo. Crocevia di smistamento di ogni genere di appalti, anche quelli non direttamente afferenti al Mose. Punto di equilibrio degli interessi bipartisan.\r\nA dire il vero un ripensamento ci fù all’epoca di Tangentopoli. Con una legge del 1993 (n.527, art. 12, comma 11) si dava mandato al Governo di «razionalizzare» le procedure di intervento a Venezia così da «separare i soggetti incaricati della progettazione dai soggetti cui è affidata la realizzazione» e costituire una agenzia pubblica. Inutile dire che nulla sostanzialmente fu fatto per mutare la situazione. Nemmeno quando nel 1998 la Commissione nazionale per la Valutazione dell’Impatto Ambientale dette un parere sostanzialmente negativo al progetto.\r\nIn soccorso del Mose giunse la nuova Legge Obiettivo di Lunardi-Berlusconi (2002) che ha consentito ai vari governi, da ultimo quello Prodi con Di Pietro ministro ai Lavori Pubblici (con un voto a maggioranza nel Consiglio dei ministri), di avocare a sé le decisioni tecnico-progettuali e di approvare definitivamente il Mose nel 2006. Fu il colpo di grazia anche per i movimenti ambientalisti e l’assemblea permanente contro il Mose. Da allora una valanga di massi, cemento e ferro è stata scaricata sulle bocche di porto. Il Consorzio Venezia Nuova aveva vinto. Ora sappiamo che sei miliardi di finanziamenti diretti, più tutti quelli per le opere complementari di difesa a mare del litorale, di consolidamento delle rive e delle fondamenta, di restauri vari, sono il prezzo con cui il «partito del fare» (e del rubare) si è comprato la città.",[198],{"field":71,"matched_tokens":199,"snippet":195,"value":196},[194],{"best_field_score":75,"best_field_weight":76,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":11,"score":77,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},{"document":202,"highlight":216,"highlights":221,"text_match":73,"text_match_info":224},{"cat_link":203,"category":204,"comment_count":43,"id":205,"is_sticky":43,"permalink":206,"post_author":46,"post_content":207,"post_date":208,"post_excerpt":49,"post_id":205,"post_modified":209,"post_thumbnail":210,"post_thumbnail_html":211,"post_title":212,"post_type":54,"sort_by_date":213,"tag_links":214,"tags":215},[40],[42],"17767","http://radioblackout.org/2013/08/logistica-bilancio-vertenza-granarolo-e-prospettive-di-allargamento-del-fronte/","Con Aldo Milani del Si Cobas facciamo un bilancio del parziale accordo raggiunto per quanto riguarda la lotta alla Granarolo di Bologna (\"una battaglia di posizonamento\" da lui definita), in vista della ripresa delle trattative (e dello stato di agitazione) a settembre, e poi diciamo due parole sulle prospettive di lotta del prossimo autunno all'indomani dell'assemblea \"Uniti di vince\" tenutasi a Napoli lo scorso 29 luglio (di cui sotto è riportato un resoconto).\r\n\r\naldo2ago\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\nComunicato finale dell'assemblea di Napoli “Uniti si vince”\r\nL'assemblea operaia e proletaria del 29 luglio svoltasi alla facoltà di Ingegneria di Napoli, cui hanno preso parte oltre 150 tra lavoratori, proletari e attivisti, nel rilanciare l'unità d'azione tra le realtà promotrici (SI-Cobas nazionale, facchini della logistica in lotta, Comitato di lotta cassintegrati e licenziati FIAT, Laboratorio politico Iskra e coordinamento promotore di un movimento di lotta per il salario garantito), invita tutte le realtà di lotta reali, presenti e non all'assemblea, a costruire una giornata di mobilitazione per il giorno 27 settembre, con presidi alla Fiat di Pomigliano e un corteo unitario a Napoli.\r\nDi fronte all'attacco generalizzato alle condizioni di esistenza dei proletari diventa sempre più evidente che non solo non esistono più margini per il riformismo e la concertazione, ma che si va progressivamente esaurendo anche ogni ipotesi di battaglia difensiva o di mero ripiegamento aziendalista, in quanto tali destinate inesorabilmente alla sconfitta. Le lotte per il salario nelle cooperative della logistica, e la serie di vittorie parziali ottenute dagli operai in questo settore, ci indicano una strada alternativa.\r\n\r\n \r\nPer questo, le realtà promotrici dell'assemblea fanno proprio l'appello del comitato promotore di un movimento per il salario garantito, impegnandosi nella costruzione di un appuntamento di lotta nazionale entro la fine di ottobre come base di partenza per lanciare una campagna generale su salario garantito e riduzione dell'orario di lavoro.\r\n \r\n\r\nAl tempo stesso, diviene di primaria importanza la costruzione di un'unica cassa di resistenza nazionale capace di supportare materialmente le lotte e le mobilitazioni in corso.\r\nIn chiusura, l'assemblea ha deciso all'unanimità di manifestare concretamente e tempestivamente la propria solidarietà e complicità militante ai compagni No-Tav vittime in queste ore di fermi e perquisizioni, recandosi in corteo fin dentro la sede RAI di Napoli.\r\n \r\n\r\n \r\nSOLO LA LOTTA PAGA\r\nNapoli, 29/07/2013\r\nCOMITATO DI LOTTA CASSINTEGRATI E LICENZIATI FIAT\r\nSI- COBAS NAZIONALE\r\nLABORATORIO POLITICO ISKRA\r\nCOORDINAMENTO PROMOTORE DI UN MOVIMENTO DI LOTTA PER IL SALARIO GARANTITO\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ","2 Agosto 2013","2013-08-16 14:53:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/08/granarolo012-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"176\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/08/granarolo012-300x176.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/08/granarolo012-300x176.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/08/granarolo012.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Logistica: vertenza Granarolo e prospettive di allargamento del fronte",1375448866,[],[],{"post_content":217},{"matched_tokens":218,"snippet":219,"value":220},[164],"29 luglio svoltasi alla facoltà di \u003Cmark>Ingegneria\u003C/mark> di Napoli, cui hanno preso","Con Aldo Milani del Si Cobas facciamo un bilancio del parziale accordo raggiunto per quanto riguarda la lotta alla Granarolo di Bologna (\"una battaglia di posizonamento\" da lui definita), in vista della ripresa delle trattative (e dello stato di agitazione) a settembre, e poi diciamo due parole sulle prospettive di lotta del prossimo autunno all'indomani dell'assemblea \"Uniti di vince\" tenutasi a Napoli lo scorso 29 luglio (di cui sotto è riportato un resoconto).\r\n\r\naldo2ago\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\nComunicato finale dell'assemblea di Napoli “Uniti si vince”\r\nL'assemblea operaia e proletaria del 29 luglio svoltasi alla facoltà di \u003Cmark>Ingegneria\u003C/mark> di Napoli, cui hanno preso parte oltre 150 tra lavoratori, proletari e attivisti, nel rilanciare l'unità d'azione tra le realtà promotrici (SI-Cobas nazionale, facchini della logistica in lotta, Comitato di lotta cassintegrati e licenziati FIAT, Laboratorio politico Iskra e coordinamento promotore di un movimento di lotta per il salario garantito), invita tutte le realtà di lotta reali, presenti e non all'assemblea, a costruire una giornata di mobilitazione per il giorno 27 settembre, con presidi alla Fiat di Pomigliano e un corteo unitario a Napoli.\r\nDi fronte all'attacco generalizzato alle condizioni di esistenza dei proletari diventa sempre più evidente che non solo non esistono più margini per il riformismo e la concertazione, ma che si va progressivamente esaurendo anche ogni ipotesi di battaglia difensiva o di mero ripiegamento aziendalista, in quanto tali destinate inesorabilmente alla sconfitta. 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Non è un caso che queste dichiarazioni arrivino da quell'istituto e in questo determinato periodo storico: il Sant'Anna è all'avanguardia nella ricerca sulle nanotecnologie, biotecnologie e ingegneria genetica soprattutto nel campo militare, per cui si tratta di una fonte assolutamente non neutrale che, guarda caso, fornisce i suoi dati proprio ora che si inizia il dibattito sulla regolamentazione o meno in Europa dei nuovi OGM, ossia gli NBTs.\r\n\r\nI semi NBT (New Breeding Techniques) nascono in laboratorio attraverso le nuove tecniche di manipolazione genetica come il Genome Editing che permette di modificare, attraverso un processo di “taglia e cuci”, il DNA dell'individuo, anche senza aggiungere caratteristiche genetiche esterne (come invece avviene per i classici OGM). Queste manipolazioni permettono di estirpare dalla sequenza genetica quelle caratteristiche sconvenienti per la vendita e la produzione.\r\n\r\nLe aziende che fanno ricerca e che producono queste nuove semenze cercano, attraverso campagne d'informazione, di tranquillizzare preventivamente gli agricoltori e consumatori per evitare le mobilitazioni che hanno tentato di ostacolare l'introduzione degli OGM, paventandone una produzione più sostenibile ed eticamente accettabile, senza fare alcun accenno alla perdita di biodiversità, al monopolio delle sementi, alla standardizzazione del mondo vegetale, eccetera.\r\n\r\nIn Italia, uno dei promotori di questi semi è il CREA (consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) che propaganda queste nuove tecniche attraverso laboratori e conferenze anche nelle reti di agricoltori indipendenti e realtà rurali, com'è successo a Cascina Roccafranca per l'evento “Una Babele di Semi” che nasce con l'intento di libero scambio di semi, ma che quest'anno ha avuto come relatori due ricercatrici del CREA ed un professore universitario di Torino, che hanno avuto la possibilità di decantare i vantaggi dei sementi NBT e della sinergia tra laboratorio e campi, proprio laddove si cerca di costruire l'autodeterminazione e l'indipendenza contadina all'infuori delle logiche del dominio.\r\n\r\nOrmai la genetica spazia su tutti i campi, dall'agroalimentare alla medicina passando per l'apparato repressivo, e gli esperimenti riguardano piante, animali e umani. Non mancano le banche in cui si raccolgono le differenze genetiche di tutto l'esistente, e la sua mappatura procede a spron battuto. A fare da padrone in questo settore sono le grandi multinazionali e banche che vedono nella genetica non solo un proficuo investimento, ma anche la base per il controllo e la repressione del futuro. Per esempio all'ultimo World Economic Forum di Davos è stata annunciata una partnership per sequenziare il DNA di tutta la vita sulla Terra con chiari obbiettivi di dominio e di profitto, ma che vengono raccontati con toni umanitari, ecologici ed etici.\r\n\r\nSe ci guardiamo attorno siamo già circondati da prodotti geneticamente modificati: mele artiche che non ossidano, zanzare anti-malaria o animali con organi umani. 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