","Torino, lavoratori dell'Italgas in sciopero","post",1467808805,[54,55,56,57],"http://radioblackout.org/tag/italgas/","http://radioblackout.org/tag/lavoratori/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[21,25,23,15],{"post_content":60,"tags":65},{"matched_tokens":61,"snippet":63,"value":64},[62],"Italgas","i piani di risparmio di \u003Cmark>Italgas\u003C/mark> porterebbero alla sua eliminazione, accorpandolo","I lavoratori dell'Italgas di corso Regina, a Torino, hanno proclamato per il prossimo lunedì, 11 luglio, uno sciopero di 8 ore con blocco degli straordinari dal 9 luglio fino al 7 agosto.\r\nAl centro della protesta il tentativo da parte dell'azienda di cancellare e licenziare una serie di figure professionali e specialistiche, non assumendo più lavoratori, non reintegrando i pensionamenti, ma accorpando reparti e uffici e appaltando il lavoro a imprese esterne.\r\nNel caso del reparto di Pronto Intervento, in particolare, i piani di risparmio di \u003Cmark>Italgas\u003C/mark> porterebbero alla sua eliminazione, accorpandolo ad altri reparti e riducendone di molto i servizi e gli orari.\r\nLunedì i lavoratori saranno in presidio davanti ai cancelli di \u003Cmark>Italgas\u003C/mark> a partire dalle 7, per poi spostarsi nel corso della mattinata di fronte alla sede della direzione generale di largo Regio Parco.\r\nLe ragioni dello sciopero nella corrispondenza con Bruno, lavoratore \u003Cmark>Italgas\u003C/mark>:\r\nbruno_italgas",[66,69,71,73],{"matched_tokens":67,"snippet":68},[21],"\u003Cmark>italgas\u003C/mark>",{"matched_tokens":70,"snippet":25},[],{"matched_tokens":72,"snippet":23},[],{"matched_tokens":74,"snippet":15},[],[76,81],{"field":28,"indices":77,"matched_tokens":78,"snippets":80},[40],[79],[21],[68],{"field":82,"matched_tokens":83,"snippet":63,"value":64},"post_content",[62],578730123365712000,{"best_field_score":86,"best_field_weight":87,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":40,"score":88,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":40},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":90,"highlight":108,"highlights":113,"text_match":116,"text_match_info":117},{"cat_link":91,"category":92,"comment_count":40,"id":93,"is_sticky":40,"permalink":94,"post_author":43,"post_content":95,"post_date":96,"post_excerpt":97,"post_id":93,"post_modified":98,"post_thumbnail":99,"post_thumbnail_html":100,"post_title":101,"post_type":51,"sort_by_date":102,"tag_links":103,"tags":107},[37],[39],"93555","http://radioblackout.org/2024/11/le-lobbies-del-fossile-alla-cop29-fanno-affari/","ReCommon ha avuto accesso a documenti confidenziali da cui si rileva che in totale i “lobbisti fossili” presenti al vertice in corso in Azerbaigian sono almeno 1773. Come già accaduto per la COP28 dello scorso anno a Dubai, a Baku è stato concesso l’accesso a un numero significativamente maggiore di lobbisti delle fonti fossili rispetto a quasi tutte le delegazioni nazionali. Nel dettaglio, quelli italiani fanno capo a Eni, la più importante multinazionale del nostro Paese, Italgas, Edison e Confindustria. Risulta aggregato alla delegazione italiana anche il direttore generale dell’azienda dell’oil&gas azero Socar, Azer Mammadov, a dimostrazione del forte legame con il Paese della regione del Caspio, da cui l’Italia importa la percentuale più alta di petrolio e gas combinati. Si presentano dietro al paravento di fondazioni con apparente scopo di protezione dell'ambiente ma in realtà perseguono l'obiettivo di rafforzare l'egemonia dei combustibili fossili con il pieno sostegno reciproco di governi autocratici come quello dell'Azerbaigian.\r\n\r\nNe parliamo con Elena Gerebizza di ReCommon .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/INFO-18112024-RECOMMON.mp3\"][/audio]","18 Novembre 2024","Le lobbies del fossile alla COP 29.","2024-11-18 13:27:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/LOBBIES-FOSSILE-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"292\" height=\"173\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/LOBBIES-FOSSILE.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","LE LOBBIES DEL FOSSILE ALLA COP29 FANNO AFFARI.",1731936428,[104,105,106],"http://radioblackout.org/tag/cop29/","http://radioblackout.org/tag/energia-fossile/","http://radioblackout.org/tag/lobbies/",[17,27,19],{"post_content":109},{"matched_tokens":110,"snippet":111,"value":112},[62],"importante multinazionale del nostro Paese, \u003Cmark>Italgas\u003C/mark>, Edison e Confindustria. 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Dalle relazioni a qull'incontro è nato un libro.\r\nUn libro che raccoglie sia gli interventi di esperti e studiosi sia le testimonianze di persone che quel giorno erano in Piazza Unità. Per l'occasione vennero recuperati filmati e foto dell’epoca. In tre quarti di secolo, le istituzioni democratiche hanno ignorato la ricorrenza. Il libro è un tentativo di sedimentare una memoria quasi cancellata.\r\n\r\nL'antisemitismo a Trieste, strettamente collegato a quello di matrice austriaca e tedesca, offre strumenti per lo sterminio degli ebrei giuliani, messo in pratica dopo l’8 settembre 1943, nel famigerato Adriatische Küstenland. Appositi uffici dell’anagrafe si occuparono di redigere con zelo le liste degli ebrei triestini, elenchi che poi consegnarono agli agenti nazisti, incaricati nel 1943 degli arresti e delle deportazioni.\r\n\r\nLe spinte razziste, sia antisemite che antislave, all’interno di una conflittualità nazionale compaiono, sia pure in forme non ancora apertamente violente, già prima della Prima Guerra Mondiale. Dopo il 1918 l’identità italiana è spesso vissuta come una condizione di superiorità nei confronti degli “slavi rurali” ai quali è assegnato un posto subordinato in quanto appartenenti a una “civiltà inferiore”. Anche la lotta antisemita costituisce un elemento caratterizzante la proclamata italianità a partire dalla metà degli anni Trenta. Un dato preoccupante è fornito dal largo consenso, anche se non totale, che le leggi razziali riscontrano nella popolazione triestina e di cui è un documento visivo la folla “oceanica” di Piazza Unità.\r\n\r\nLa Trieste culla di tolleranza e inclusività è solo un mito. La realtà fu di breve durata e non va oltre la metà dell'Ottocento, quando si nota l’inizio di una forte propaganda antiebraica, in particolare ad opera della tendenza cattolica che fa riferimento ai cristiano-sociali, movimento politico religioso e nazionalista notevolmente attivo nel capoluogo giuliano.\r\nPer questa area politica e culturale occorre circoscrivere il potere degli ebrei, puntabndo l'indice contro gli ambienti liberal-nazionali che registrano una notevole presenza di persone di origine ebraica: i Venezian e i Mayer per citare due importanti famiglie economiche e politiche. Questo gruppo di pressione egemonizza il Comune e condiziona la vita cittadina in direzione laica, conservatrice e di esplicita simpatia verso il Regno d’Italia. Anche ambienti sloveni borghesi si associano, per motivi di interesse economico, a questa critica antisemita che animalizza la figura del nemico “parassita” accusato di succhiare il sangue ai cittadini comuni. A loro volta, i liberal-nazionali danno vita a forme di propaganda antislava che rasentano il razzismo. Sia nell’antisemitismo che nell’antislavismo, che emergono chiaramente in una parte della stampa dell’epoca, come su “L’indipendente”, si riconoscono vari gruppi cittadini talora molto differenti tra loro per mentalità di classe e ispirazione ideologica. In alcuni casi, come in Ruggero Fauro Timeus, i due razzismi si fondono e costituiscono l’ossatura teorica di una parte della cittadinanza triestina piuttosto diffidente verso gli ebrei, giudicati troppo potenti, e verso gli sloveni, considerati popolazione contadina sottosviluppata. Le correnti irredentiste nazionaliste manifestano, fino al 1914 e oltre, una spiccata volontà xenofoba e forniranno perciò elementi fondanti del futuro razzismo fascista.\r\n\r\nIl discorso di Mussolini del 18 settembre 1938, con il presunto privilegio concesso ai triestini di assistere alla presentazione delle leggi razziali, non è quindi un fulmine a ciel sereno. Si basa invece su un terreno culturale e politico già intriso di pregiudizi e discriminazioni.\r\n\r\nLa dannazione della memoria tipica della cultura italiana del secondo dopoguerra utilizza il mito falso dell'italiano brava gente per assolvere il popolo e, in ultima analisi, anche il Ventennio fascista, dall'accusa di antisemitismo, razzismo antislavo, dai genocidi perpetrati dall'Italia coloniale e fascista in Libia e nel Corno d'Africa.\r\nUn esempio interessante ci viene offerto all'inizio degli anni Sessanta. Il processo celebrato in Israele contro Adolf Eichmann, catturato in Argentina, venne seguito anche dal \"Piccolo\" e dal settimanale diocesano \"Vita Nuova\".\r\nEichmann era una delle rotelle che contribuirono a far funzionare il complesso meccanismo di eliminazione di massa degli ebrei, dei rom e dei sinti.\r\nSe Eichmann - nella felice definizione che ne diede Hanna Harendt - era il segno di quanto banale sia il male, i due giornali triestini, esaltando qualche episodio di ebrei salvati da italiani, contribuisce a costruire e rinsaldare la falsa contrapposizione tra italiani \"buoni\" e tedeschi \"cattivi\", assolvendo i primi dalle più che fondate accuse di collaborazionismo.\r\n\r\nQueste note sono liberamente tratte dall'introduzione al libro curata da Claudio Venza.\r\n\r\nCon Venza, già docente di storia contemporanea all'Università di Trieste, abbiamo preso spunto dall'uscita di questo libro per smontare il mito dell'italiano brava gente, raccontando la storia durissima delle persecuzioni subite dalla maggioranza slovena della zona, prima e durante il conflitto mondiale.\r\n\r\nL'assenza di una radicata coscienza della ferocia del colonialismo italiano, l'esaltazione di episodi minori di solidarietà forniscono un alibi al razzismo iltaliano di ieri e di oggi, che va smascherato in tutta la sua crudezza.\r\nLo ha fatto in modo encomiabile con i suoi lavori storici Del Boca, occorre tuttavia lavorare perché divenga sapere condiviso, capace di oltrepassare il circuito degli storici, permeando le nostre periferie, dove affondano le mani i fascisti, che alimentano il pregiudizio razzista e attizzano il fuoco della guerra tra poveri.\r\n\r\nAscolta la diretta con Claudio Venza:\r\n\r\n2014 11 28 venza ital in jugo","30 Novembre 2014","2018-10-17 22:09:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/olo-200x110.jpg","Italiani brava gente? Il razzismo contro slavi ed ebrei a Trieste",1417370077,[295,296,212,297,298,299],"http://radioblackout.org/tag/antisemitismo/","http://radioblackout.org/tag/antislavismo/","http://radioblackout.org/tag/leggi-razziali/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/trieste/",[301,302,223,303,304,305],"antisemitismo","antislavismo","leggi razziali","razzismo","trieste",{"post_content":307,"post_title":311,"tags":315},{"matched_tokens":308,"snippet":309,"value":310},[231],"Mondiale. Dopo il 1918 l’identità \u003Cmark>italiana\u003C/mark> è spesso vissuta come una","In occasione del 75° anniversario dell’annuncio delle leggi razziali, fatto a Trieste il 18 settembre 1938 da Benito Mussolini, il Comitato Cittadini Liberi ed Eguali promosse lo scorso anno un convegno. Dalle relazioni a qull'incontro è nato un libro.\r\nUn libro che raccoglie sia gli interventi di esperti e studiosi sia le testimonianze di persone che quel giorno erano in Piazza Unità. Per l'occasione vennero recuperati filmati e foto dell’epoca. In tre quarti di secolo, le istituzioni democratiche hanno ignorato la ricorrenza. Il libro è un tentativo di sedimentare una memoria quasi cancellata.\r\n\r\nL'antisemitismo a Trieste, strettamente collegato a quello di matrice austriaca e tedesca, offre strumenti per lo sterminio degli ebrei giuliani, messo in pratica dopo l’8 settembre 1943, nel famigerato Adriatische Küstenland. Appositi uffici dell’anagrafe si occuparono di redigere con zelo le liste degli ebrei triestini, elenchi che poi consegnarono agli agenti nazisti, incaricati nel 1943 degli arresti e delle deportazioni.\r\n\r\nLe spinte razziste, sia antisemite che antislave, all’interno di una conflittualità nazionale compaiono, sia pure in forme non ancora apertamente violente, già prima della Prima Guerra Mondiale. Dopo il 1918 l’identità \u003Cmark>italiana\u003C/mark> è spesso vissuta come una condizione di superiorità nei confronti degli “slavi rurali” ai quali è assegnato un posto subordinato in quanto appartenenti a una “civiltà inferiore”. Anche la lotta antisemita costituisce un elemento caratterizzante la proclamata italianità a partire dalla metà degli anni Trenta. Un dato preoccupante è fornito dal largo consenso, anche se non totale, che le leggi razziali riscontrano nella popolazione triestina e di cui è un documento visivo la folla “oceanica” di Piazza Unità.\r\n\r\nLa Trieste culla di tolleranza e inclusività è solo un mito. La realtà fu di breve durata e non va oltre la metà dell'Ottocento, quando si nota l’inizio di una forte propaganda antiebraica, in particolare ad opera della tendenza cattolica che fa riferimento ai cristiano-sociali, movimento politico religioso e nazionalista notevolmente attivo nel capoluogo giuliano.\r\nPer questa area politica e culturale occorre circoscrivere il potere degli ebrei, puntabndo l'indice contro gli ambienti liberal-nazionali che registrano una notevole presenza di persone di origine ebraica: i Venezian e i Mayer per citare due importanti famiglie economiche e politiche. Questo gruppo di pressione egemonizza il Comune e condiziona la vita cittadina in direzione laica, conservatrice e di esplicita simpatia verso il Regno d’Italia. Anche ambienti sloveni borghesi si associano, per motivi di interesse economico, a questa critica antisemita che animalizza la figura del nemico “parassita” accusato di succhiare il sangue ai cittadini comuni. A loro volta, i liberal-nazionali danno vita a forme di propaganda antislava che rasentano il razzismo. Sia nell’antisemitismo che nell’antislavismo, che emergono chiaramente in una parte della stampa dell’epoca, come su “L’indipendente”, si riconoscono vari gruppi cittadini talora molto differenti tra loro per mentalità di classe e ispirazione ideologica. In alcuni casi, come in Ruggero Fauro Timeus, i due razzismi si fondono e costituiscono l’ossatura teorica di una parte della cittadinanza triestina piuttosto diffidente verso gli ebrei, giudicati troppo potenti, e verso gli sloveni, considerati popolazione contadina sottosviluppata. Le correnti irredentiste nazionaliste manifestano, fino al 1914 e oltre, una spiccata volontà xenofoba e forniranno perciò elementi fondanti del futuro razzismo fascista.\r\n\r\nIl discorso di Mussolini del 18 settembre 1938, con il presunto privilegio concesso ai triestini di assistere alla presentazione delle leggi razziali, non è quindi un fulmine a ciel sereno. Si basa invece su un terreno culturale e politico già intriso di pregiudizi e discriminazioni.\r\n\r\nLa dannazione della memoria tipica della cultura \u003Cmark>italiana\u003C/mark> del secondo dopoguerra utilizza il mito falso dell'italiano brava gente per assolvere il popolo e, in ultima analisi, anche il Ventennio fascista, dall'accusa di antisemitismo, razzismo antislavo, dai genocidi perpetrati dall'Italia coloniale e fascista in Libia e nel Corno d'Africa.\r\nUn esempio interessante ci viene offerto all'inizio degli anni Sessanta. Il processo celebrato in Israele contro Adolf Eichmann, catturato in Argentina, venne seguito anche dal \"Piccolo\" e dal settimanale diocesano \"Vita Nuova\".\r\nEichmann era una delle rotelle che contribuirono a far funzionare il complesso meccanismo di eliminazione di massa degli ebrei, dei rom e dei sinti.\r\nSe Eichmann - nella felice definizione che ne diede Hanna Harendt - era il segno di quanto banale sia il male, i due giornali triestini, esaltando qualche episodio di ebrei salvati da \u003Cmark>italiani\u003C/mark>, contribuisce a costruire e rinsaldare la falsa contrapposizione tra \u003Cmark>italiani\u003C/mark> \"buoni\" e tedeschi \"cattivi\", assolvendo i primi dalle più che fondate accuse di collaborazionismo.\r\n\r\nQueste note sono liberamente tratte dall'introduzione al libro curata da Claudio Venza.\r\n\r\nCon Venza, già docente di storia contemporanea all'Università di Trieste, abbiamo preso spunto dall'uscita di questo libro per smontare il mito dell'italiano brava gente, raccontando la storia durissima delle persecuzioni subite dalla maggioranza slovena della zona, prima e durante il conflitto mondiale.\r\n\r\nL'assenza di una radicata coscienza della ferocia del colonialismo \u003Cmark>italiano\u003C/mark>, l'esaltazione di episodi minori di solidarietà forniscono un alibi al razzismo iltaliano di ieri e di oggi, che va smascherato in tutta la sua crudezza.\r\nLo ha fatto in modo encomiabile con i suoi lavori storici Del Boca, occorre tuttavia lavorare perché divenga sapere condiviso, capace di oltrepassare il circuito degli storici, permeando le nostre periferie, dove affondano le mani i fascisti, che alimentano il pregiudizio razzista e attizzano il fuoco della guerra tra poveri.\r\n\r\nAscolta la diretta con Claudio Venza:\r\n\r\n2014 11 28 venza ital in jugo",{"matched_tokens":312,"snippet":314,"value":314},[313],"Italiani","\u003Cmark>Italiani\u003C/mark> brava gente? 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Quella israeliana è una costante che troviamo anche nell'intervento che abbiamo registrato con Carlo Tombola, indispensabile il suo lavoro di raccolta e analisi di dati e strategie, ma anche di richiamo alla storia, alle destinazioni d'uso classiche, alla descrizione dei saperi. Oggi trasmettiamo questi due contributi al dibattito e alla denuncia; l'accumulo di indignazione e motivazione perché erompa la mobilitazione contro la produzione e preparazione della guerra proseguirà nella trasmissione del Primo Maggio con Antonio Mazzeo e Alesssandro Volpi.\r\n\r\nRiconversione al contrario: uso della filiera consolidata dai distretti industriali sul territorio\r\n\r\nLa condizione che ha visto il mondo precipitare nella Terza guerra mondiale a pezzi ha prodotto un'attenzione particolare verso indagini che perlustrano il sistema guerrafondaio. Linda Maggiori sta procedendo per “L'Atante delle Guerre” nell'excursus interno ai distretti industriali italiani, che presentano processi locali in parte differenziati tra loro dalla destinazione d'uso – talvolta già tradizionalmente inseriti nella filiera bellica – o da produzioni dual, o in taluni casi riconvertiti con celere facilità da impianti civili a militari. Quello che emerge dal suo dossier è il fatto che il sistema di produzione appare predisposto ad adeguarsi repentinamente in ogni comparto alla richiesta del mercato.\r\nSi registra poi la presenza di grosse multinazionali, anche con interessi statali come Leonardo, che tessono reti di aziende fornitrici reclutate per apportare know how industriale, impianti e logistica ai colossi armieri. Il caso della Microtecnica per Collins, ma anche il caso della Civitanova Navi, dove il riarmo patriottico camuffa il conglobamento in colossi militari esteri, fino al caso della Piaggio acquistata da Baykar, il produttore di droni di fascia media del genero di Erdoğan.\r\nNon ultimo è l'aspetto finanziario: un settore che si fonda sempre più su investimenti proiettati verso la guerra, nel quale si assiste a spin off di ambiti di produzione di grosse multinazionali che alienano a favore di aziende dedite alla fornitura di armi interi comparti (il caso di Exxor che vede al centro i Lince di Iveco nella transazione proprio verso Leonardo), o l'inaugurazione dell'avventura nucleare con i sottomarini livornesi per il Qatar, che dimostrano come la fidelizzazione del cliente civile di yacht di lusso possa diventare anche il consumatore di prodotti militari dagli stessi fornitori.\r\nSi mescolano tradizione regionale e nuove lavorazioni nel nuovo business collegato alla demilitarizzazione e l'apertura di nuovi stabilimenti come quello per la nitroglicerina nella zona da sempre dedicata alla produzione militare tra Colleferro e Anagni.\r\nIl settore più ambito che non viene tralasciato da nessun ente regionale italiano è quello dell'aerospace, che si trova diffuso lungo tutta la penisola, anche se è più sviluppato nelle aree ex automotive, perché sono la meccanica e meccatronica a essere ambiti di più facile riconversione. Anche in questo caso le maggiori ricadute sono su Leonardo (e quindi di nuovo si tratta di un favore alla potenza bellica statunitense). L'aerospaziale se la batte con la cybersecuity per importanza nell'innovazione della filiera bellica e questa volta la parte del leone è svolta da Israele, che funge anche da modello per l'intero sistema produttivo e governativo..\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/distretti-industriali-militarizzati-e-modello-israeliano--65649400\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Filiere-italiane-di-guerra-Linda_Maggiori.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl valore della merce è quello che conta nel passaggio da un porto, lo stesso vale per i distretti e il just in time romitiano applicato al settore bellico\r\n\r\nL’informazione precisa e approfondita e la ricostruzione di storia e percorsi di Carlo Tombola permettono la formulazione di un lineare discorso che esplicita il metodo di raccolta di dati e la loro analisi conducendoci dalla tradizione lecchese dei forgiatori della Valsassina all'Umbra Cuscinetti, monopolista mondiale; dalla filiera dei cannoni all'aerospace tradizionale e da riconversione dell'automotive; fino al cortocircuito delle forniture per Idf, gli scali israeliani nei porti dell'Adriatico, la serie di aziende che collegano la cybersecurity con i servizi di Tel Aviv.\r\nNe risulta un Sistema Italia predisposto a qualsiasi lavorazione: è la merce il centro della produzione e della distribuzione e su quella si adatta il flessibile tessuto industriale dei distretti, che sono individuabili per tipologia ed è interessante capire quale indotto si trascina dietro la grande industria in precisi territori: è rivelatorio delle vocazioni di una zona scorrere l’elenco delle aziende che partecipano ai progetti – di uno Carlo Tombola ha raccolto i nominativi di circa 200 aziende coinvolte nel progetto di un elicottero. La rete si sostiene sul know how e si sostiene con i capitali messi a disposizione dai politici, che ora sono debitori dei fondi come Blackrock, che ne condizionano i consigli per gli acquisti, non solo quelli da effettuarsi con i fondi stanziati per RearmEurope.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/dai-cannoni-all-aerospace-il-just-in-time-nel-sistema-italia--65661249\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Forgiatura-di-cannoni-Distretti-Monopoli-Filiere-di-armi-Carlo_Tombola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti dell'Escalation bellica in corso si trovano qui:\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/podcast/escalation--4851833#:~:text=Episodi%20%26%20Post-,Dai%20cannoni%20all%27aerospace%3A%20il%20just%20in%20time%20nel%20sistema%20Italia,-22%20APR%202025\r\n\r\n ","23 Aprile 2025","2025-04-23 16:04:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 24/04/2025 - GUERRA, LA MERCE PIÙ AMBITA: IL SISTEMA INDUSTRIALE ITALIANO È PREDISPOSTO AD ADEGUARSI ALLA RICHIESTA",1745424101,[352,353],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/","http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[355,356],"Bastioni di Orione","BastioniOrione",{"post_content":358,"post_title":362},{"matched_tokens":359,"snippet":360,"value":361},[236],"la filiera dei distretti industriali \u003Cmark>italiani\u003C/mark> dedicati alla produzione bellica, al","Con l'occasione offertaci dalla partecipazione al Ponte Radio del 18 aprile abbiamo pensato di approfondire la filiera dei distretti industriali \u003Cmark>italiani\u003C/mark> dedicati alla produzione bellica, al dual use o che si stanno riconvertendo al business armiero e ne è scaturito un verminaio che ci è stato illustrato da Linda Maggiori, che sta curando per l'“Atlante delle guerre” un dossier suddiviso per aree in cui molti sono i nomi di ditte e di reti tirate dai più grossi player come Leonardo o dalle presenze inquietanti, come Idf. 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Nonostante rispetti i parametri FIFA e CIO, le accuse infondate hanno oscurato i suoi successi e il suo impegno sociale.\r\n\r\n? Professionismo sportivo femminile\r\nIl governo ha deciso di non rifinanziare il fondo per il professionismo sportivo femminile, rischiando di ampliare il divario con lo sport maschile e ostacolando la sostenibilità del calcio femminile in Italia.\r\n\r\n?️ Supercoppa Femminile\r\nLa Supercoppa Femminile del 6 gennaio ha registrato quasi mezzo milione di telespettatori, con un incremento rispetto all’anno precedente, grazie anche a una miglior produzione televisiva.\r\n\r\n?️ AC Renate\r\nL’AC Renate ha invitato gli uomini a riflettere sul contrasto alla violenza contro le donne in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma nel frattempo alcuni calciatori condannati per stupro hanno giocato nella giornata del 25 novembre, sottolineando l’inutilità delle iniziative simboliche della serie Pro.\r\n\r\n?️ L'accesso delle donne negli stadi in Iran\r\n45.000 donne hanno assistito a una partita di calcio maschile in Iran. La decisione di riservare lo stadio solo alle donne è stata presa dopo insulti subiti dalle tifose in una partita precedente. Nonostante alcuni progressi, l’accesso degli stadi per le donne rimane fortemente limitato.\r\n\r\n?️ Razzismo negli stadi\r\nDue partite di Serie B sono state interrotte per cori razzisti contro i giocatori Akinsanmiro e Dorval, come al solito le politiche FIFA contro il razzismo si sono dimostrate inefficaci.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/Puntata-15-gen-2025-intro.mp3\"][/audio]","20 Gennaio 2025","2025-01-20 16:11:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/podcast-cover_spot-200x110.png","SPOT CON AURORA VANCHIGLIA TRANSFEMMINISTA: Barbra Banda; Supercoppa e professionismo femminile in italia; Stadi: il difficile accesso delle donne in Iran e il razzismo in italia",1737389497,[386,387,388,389,298,390],"http://radioblackout.org/tag/calcio/","http://radioblackout.org/tag/calcio-femminile/","http://radioblackout.org/tag/calcio-popolare/","http://radioblackout.org/tag/genere/","http://radioblackout.org/tag/transfemminismo/",[392,393,394,395,304,396],"calcio","calcio femminile","calcio popolare","genere","transfemminismo",{"post_content":398,"post_title":403},{"matched_tokens":399,"snippet":401,"value":402},[400],"Italia","sostenibilità del calcio femminile in \u003Cmark>Italia\u003C/mark>.\r\n\r\n?️ Supercoppa Femminile\r\nLa Supercoppa","L’Aurora Vanchiglia Transfemminista torna ai microfoni di Radio Blackout per la sua prima puntata del 2025!\r\n\r\nIl menù di oggi prevede:\r\n\r\n⚽️ Barbra Banda\r\nBarbra Banda, calciatrice zambiana, è stata criticata per presunti dubbi sull’idoneità al calcio femminile a causa di livelli alti di testosterone. Nonostante rispetti i parametri FIFA e CIO, le accuse infondate hanno oscurato i suoi successi e il suo impegno sociale.\r\n\r\n? Professionismo sportivo femminile\r\nIl governo ha deciso di non rifinanziare il fondo per il professionismo sportivo femminile, rischiando di ampliare il divario con lo sport maschile e ostacolando la sostenibilità del calcio femminile in \u003Cmark>Italia\u003C/mark>.\r\n\r\n?️ Supercoppa Femminile\r\nLa Supercoppa Femminile del 6 gennaio ha registrato quasi mezzo milione di telespettatori, con un incremento rispetto all’anno precedente, grazie anche a una miglior produzione televisiva.\r\n\r\n?️ AC Renate\r\nL’AC Renate ha invitato gli uomini a riflettere sul contrasto alla violenza contro le donne in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma nel frattempo alcuni calciatori condannati per stupro hanno giocato nella giornata del 25 novembre, sottolineando l’inutilità delle iniziative simboliche della serie Pro.\r\n\r\n?️ L'accesso delle donne negli stadi in Iran\r\n45.000 donne hanno assistito a una partita di calcio maschile in Iran. 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Questi eventi sono un'occasione per normalizzare la rappresentazione pubblica dello stato israeliano nel momento in cui sta compiendo un massacro a Gaza e in Libano. A contrastare il sereno svolgimento di questo momento di sportwashing, si terrà una manifestazione - promossa da varie realtà e comitati pro-palestina della zona - che tornerà a chiedere il boicottaggio e l'esclusione della nazionale israeliana dalle competizioni Uefa e sportive in generale. Ne parliamo con una compagna di Udine.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/udine.mp3\"][/audio]","26 Settembre 2024","2024-12-03 17:55:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/spot-e1615135654521-200x110.jpg","Spot - S5 e1 - No ad Italia - Israele: voci da Udine",1727341584,[],[],{"post_content":433,"post_title":437},{"matched_tokens":434,"snippet":435,"value":436},[400],"nazionali maschili di calcio di \u003Cmark>Italia\u003C/mark> e Israele, valevole per la","Il 14 ottobre si terrà ad Udine la sfida tra le nazionali maschili di calcio di \u003Cmark>Italia\u003C/mark> e Israele, valevole per la Nation League. Questi eventi sono un'occasione per normalizzare la rappresentazione pubblica dello stato israeliano nel momento in cui sta compiendo un massacro a Gaza e in Libano. 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Prisons, overcrowded by punitive laws, are ruled by violence, with guards and institutions fueling a cycle of torture, riots, and suicides. 2024 has already seen 58 suicides, and in July, eight deaths in riots. Suicide is a constant: in 2022, one every four days.\r\nTo break this violence, the State has responded with drastic measures: drugs, isolation, life sentences, and above all, the 41 bis. This regime, born from the isolation of political prisoners, is now a weapon of total control. Even though the special prisons are closed, 700 inmates live in the terror of 41 bis, a \"living death.\" Bare cells, constant surveillance, total isolation.\r\nPasquale de Feo, a 41 bis inmate, denounces the systematic brutality. The State, in society's silence, uses prison as an instrument of torture. \"It must never happen again,\" he warns.\r\n\"???? ???????????? ?? ??? ???? ??????? ??? ???????? ?? ???????? ?????????. ?? ??? ???????? ?? ??????? \"????? ??? ??? ??????? ?????.\"\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/08/Cayenne_eng_soial.wav\"][/audio]\r\n\r\nVersione italiana\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/Arsider-podcast-_-Le-Cayenne-italiane_RBO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\nLA TEORIA DELLA PENA\r\n__________________________________________________________\r\nSecondo la retorica riabilitativa, la pena dovrebbe essere finalizzata alla risocializzazione, perché la maggior parte delle forme devianti sono considerate una conseguenza dell'emarginazione sociale. Ciò non vale per il sistema carcerario italiano: leggi punitive hanno sovraffollato le prigioni oltre misura, lasciando la gestione del problema alla violenza delle guardie e delle istituzioni. Torture, rivolte, suicidi: ormai per moltissimi, varcare quella soglia significa rischiare una pena di morte di fatto. Solo nel 2024, 58 detenuti si sono tolti la vita, mentre nel solo mese di luglio le rivolte in decine di penitenziari hanno provocato 8 morti. Nel 2022 è stato registrato un sucidio ogni 4 giorni.\r\nL'incapacità di trovare una soluzione di diritto, ha portato i governi di ogni bandiera a sperimentare metodi sempre più drastici e meno efficaci, incrementando le misure punitive, con lo scopo di interrompere la spirale di violenza e migliorare le condizioni di detenzione. Ciò è accaduto praticando l'abuso di farmaci, la differenziazione carceraria e l'isolamento, i regimi punitivi come l'ergastolo - con o senza isolamento diurno - e il 41 bis.\r\nQuesti regimi speciali, frutto dell'esperienza maturata nell'isolamento dei prigionieri politici negli anni '70, rappresentano oggi uno strumento punitivo di prim'ordine per lo Stato italiano. Nelle carceri speciali di Pianosa e dell'isola dell'Asinara, volute dal generale Dalla Chiesa e coperte dalla censura di parole dello stato democratico, con lo scopo di spezzare i collegamenti tra i membri di associazioni criminali pericolose per lo stato, furono sperimentate pratiche di violenza e distruzione dell'essere umano che hanno strutturato il carcere quale luogo in cui la tortura è elevata a sistema.\r\nNonostante queste carceri speciali siano state chiuse, circa settecento persone sono ancora soggette al regime del 41 bis. Il regime previsto dall'art. 41 bis dell'ordinanza penitenziaria è una forma di morte in vita: prevede l'isolamento in celle individuali che contengono un letto, un tavolo e una sedia inchiodata a terra. Al loro interno il detenuto è controllato 24 ore su 24, è esclusa ogni possibilità di corrispondenza e sono consentite una sola visita e una sola telefonata al mese.\r\nAttraverso la testimonianza di Pasquale de Feo, detenuto al 41 bis, vogliamo raccontarvi come lo Stato, attraverso il carcere abbia deciso di controllare la libertà di alcune persone utilizzando metodi ancora più devastanti di quelli previsti per tuttix gli altri, praticando apertamente il terrore, la violenza e la tortura. 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