","CISGIORDANIA SOTTO ATTACCO ,ISRAELE VUOLE UNA NUOVA GAZA NEI TERRITORI OCCUPATI.","post",1725490105,[66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/cisgiordania/","http://radioblackout.org/tag/jenin/","http://radioblackout.org/tag/territori-occupati/",[21,30,39],{"post_content":71,"tags":76},{"matched_tokens":72,"snippet":74,"value":75},[73],"Jenin","sui campi profughi che circondano \u003Cmark>Jenin\u003C/mark> e Tulkarm per estendersi poi","Mercoledì scorso l’esercito israeliano ha lanciato quella che è stata descritta come la più grande operazione militare dall’invasione israeliana delle principali città palestinesi in Cisgiordania nel 2002. L’assalto israeliano ha preso di mira le città della Cisgiordania settentrionale, ma soprattutto i campi profughi. L’operazione si è concentrata in gran parte sui campi profughi che circondano \u003Cmark>Jenin\u003C/mark> e Tulkarm per estendersi poi verso Hebron . E' probabile che l’operazione militare israeliana nella Cisgiordania settentrionale faccia parte degli sforzi del governo israeliano per consolidare la sua occupazione e per ripulire etnicamente la maggior parte della popolazione palestinese in quella zona, come preludio necessario per espandere gli insediamenti esistenti o costruirne di nuovi. Dal 7 ottobre, Israele opera in tutte le aree anche quelle delimitate dagli accordi di Oslo a sovranità presunta palestinese , rendendo completamente inutile il ruolo dell’autorità palestinese che tuttavia, ha continuato a cooperare con Israele in termini di coordinamento della sicurezza, il che rende effettivamente le forze di sicurezza palestinesi direttamente coinvolte nella violenta campagna israeliana in corso contro la resistenza palestinese.\r\n\r\nLa resistenza in Cisgiordania, sebbene determinata, è in gran parte isolata a causa delle pressioni combinate imposte dall’esercito israeliano, dai coloni ebrei e dall’ANP ,tuttavia, conducendo campagne militari mortali contro la Resistenza, Israele rischia l’accensione di un’Intifada palestinese che, se lanciata, potrebbe destabilizzare l’intera Cisgiordania. Se ciò dovesse avvenire, l’esercito israeliano non sarà in grado di continuare con la sua guerra a Gaza con lo stesso grado di intensità, in quanto sarebbe costretto a inviare decine di migliaia di soldati per sedare l’Intifada della Cisgiordania. I palestinesi per opporsi con successo alla morsa dei coloni e dell'esercito dovranno risolvere la loro eterna contraddizione irrisolta di operare sotto una “leadership” che coopera apertamente con l’occupazione israeliana e che continua a opprimere i palestinesi in completa impunità .\r\n\r\n \r\n\r\nNe parliamo con Michele Giorgio direttore del sito on line \"Pagine esteri\"\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/MICHELE-GIORGIO-04092024.mp3\"][/audio]",[77,79,82],{"matched_tokens":78,"snippet":21},[],{"matched_tokens":80,"snippet":81},[30],"\u003Cmark>jenin\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":39},[],[85,91],{"field":40,"indices":86,"matched_tokens":88,"snippets":90},[87],1,[89],[30],[81],{"field":92,"matched_tokens":93,"snippet":74,"value":75},"post_content",[73],578730123365712000,{"best_field_score":96,"best_field_weight":17,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":52,"score":97,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":52},"1108091339008","578730123365711978",{"document":99,"highlight":120,"highlights":136,"text_match":94,"text_match_info":144},{"cat_link":100,"category":101,"comment_count":52,"id":102,"is_sticky":52,"permalink":103,"post_author":55,"post_content":104,"post_date":105,"post_excerpt":106,"post_id":102,"post_modified":107,"post_thumbnail":108,"post_thumbnail_html":109,"post_title":110,"post_type":63,"sort_by_date":111,"tag_links":112,"tags":117},[49],[51],"79907","http://radioblackout.org/2023/02/in-uno-stato-di-israele-sempre-piu-estremista/","Il 26 gennaio l'esercito israeliano ha fatto irruzione nella città palestinese di Jenin con una delle operazioni militari più importanti degli ultimi anni. Un \"operazione di controterrorismo\", come la definisce l'Israel Defense Forces, che ha portato all'uccisione di dieci persone e una ventina di feriti. Oltre ai cecchini l'esercito israeliano ha usato missili anticarro contro alcune abitazioni e gas lacrimogeni per rendere più difficoltoso il trasferimento dei feriti in ospedale.\r\n\r\nLa sera stessa si sono verificati scontri tra palestinesi e forze israeliane, mentre nei giorni successivi ci sono stati due attentati palestinesi, e il 2 febbraio si è arrivati a uno scambio di razzi tra i territori palestinesi e Israele.\r\n\r\nQuesti avvenimenti seguono la scia della repressione israeliana che si è intensificata da marzo 2022. Il 2022 è stato infatti l'anno con più morti tra i palestinesi dal 2006. A novembre le elezioni hanno portato al potere in Israele un governo di estrema destra. Intanto a Tel Aviv grandi mobilitazioni di piazza chiedono più democrazia in Israele, senza però che venga contemplata la questione palestinese, distorta dalla stampa nazionale.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con una compagna israeliana di FreeJerusalem:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/Istraele-03022023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQualche giorno fa è stata fatta un'intervista sulla stessa questione a una compagna di Progetto Palestina:\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/2023/02/palestina-escalation-di-sangue/","3 Febbraio 2023","","2023-02-04 23:25:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/jenin-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/jenin-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/jenin-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/jenin-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/jenin-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/jenin.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","In uno Stato di Israele sempre più estremista",1675464855,[113,114,67,115,116],"http://radioblackout.org/tag/estrema-destra/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/strage/",[118,18,30,15,119],"estrema destra","strage",{"post_content":121,"tags":125},{"matched_tokens":122,"snippet":123,"value":124},[73],"irruzione nella città palestinese di \u003Cmark>Jenin\u003C/mark> con una delle operazioni militari","Il 26 gennaio l'esercito israeliano ha fatto irruzione nella città palestinese di \u003Cmark>Jenin\u003C/mark> con una delle operazioni militari più importanti degli ultimi anni. 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Giovedì sono scoppiati violenti scontri tra combattenti della Resistenza palestinese e soldati israeliani invasori in diverse città, provocando vittime, mentre i funzionari israeliani hanno messo in guardia da una terza intifada in Cisgiordania. Si fanno piu' intensi gli scontri fra i giovani resistenti palestinesi e l'esercito spalleggiato dai coloni ,Tsahal demolisce le strade con i bulldozer e colpisce le infrastrutture impedendo ai palestinesi di entrare in Israele per lavorare,alcuni giornali scrivono di temere lo scoppio di una terza intifada ,mentre il numero dei detenuti palestinesi in Cisgiordania ha raggiunto il numero di 6.255 dall'attacco del 7 ottobre .\r\n\r\nNe parliamo con una compagna che si trova in Cisgiordania.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-290124-CISGIORDANIA.mp3\"][/audio]","29 Gennaio 2024","Le forze israeliane hanno continuato a effettuare raid militari in diverse città, paesi e campi profughi nella Cisgiordania occupata.","2024-01-29 15:36:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-290124-CISGIORDANIA-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"201\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-290124-CISGIORDANIA-300x201.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-290124-CISGIORDANIA-300x201.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-290124-CISGIORDANIA.jpg 610w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","COLONI ED ESERCITO ASSEDIANO LA CISGIORDANIA .",1706542597,[66,160,67,161],"http://radioblackout.org/tag/conflitto-israelepalestina/","http://radioblackout.org/tag/resistenza-palestinese/",[21,163,30,164],"Conflitto Israele/palestina","resistenza palestinese",{"tags":166},[167,169,171,173],{"matched_tokens":168,"snippet":21},[],{"matched_tokens":170,"snippet":163},[],{"matched_tokens":172,"snippet":81},[30],{"matched_tokens":174,"snippet":164},[],[176],{"field":40,"indices":177,"matched_tokens":178,"snippets":180},[32],[179],[30],[81],{"best_field_score":96,"best_field_weight":17,"fields_matched":87,"num_tokens_dropped":52,"score":182,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":52},"578730123365711977",{"document":184,"highlight":201,"highlights":206,"text_match":209,"text_match_info":210},{"cat_link":185,"category":186,"comment_count":52,"id":187,"is_sticky":52,"permalink":188,"post_author":55,"post_content":189,"post_date":190,"post_excerpt":106,"post_id":187,"post_modified":191,"post_thumbnail":192,"post_thumbnail_html":193,"post_title":194,"post_type":63,"sort_by_date":195,"tag_links":196,"tags":199},[49],[51],"97963","http://radioblackout.org/2025/05/loffensiva-israeliana-vista-dalla-cisgiordania/","Le forze di occupazione israeliane hanno intensificato le operazioni militari in diverse aree della Cisgiordania occupata, provocando l'uccisione di un palestinese e il ferimento e l'arresto di molti altri, oltre a diffuse incursioni e violenze da parte dei coloni.\r\n\r\nNella Cisgiordania meridionale, la Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che un civile palestinese è stato ferito a colpi d'arma da fuoco dai soldati israeliani al checkpoint militare di Dhahiriya, a sud di Hebron. Le sue condizioni rimangono sconosciute.\r\nLe piattaforme dei social media hanno diffuso video e foto che mostrano le forze di occupazione israeliane mentre assaltano il villaggio di Tarama, a sud di Dura, nella zona di Hebron.\r\n\r\nTestimoni oculari citati da Al-Jazeera hanno affermato che decine di giovani sono stati arrestati durante i raid notturni, mentre i\r\nsoldati israeliani effettuavano arresti su larga scala e incursioni nelle abitazioni.\r\nAltrove, le truppe israeliane sono entrate nella città di Kafr Malik, a nord-est di Ramallah, in un altro raid notturno. L'entità delle persone trattenute o dei danni causati da quell'operazione non è ancora chiara.\r\nNel frattempo, nella Cisgiordania settentrionale, sono state segnalate attività di resistenza armata durante un raid militare israeliano nella città di Deir Abu Daif, a est di Jenin. Secondo fonti palestinesi, durante l'incursione i combattenti della resistenza hanno fatto esplodere un grosso ordigno esplosivo contro le forze israeliane.\r\n\r\nLa tensione resta alta anche nel governatorato di Salfit, in seguito alla sparatoria della scorsa settimana in cui è morto un colono ebreo israeliano illegale e ne è rimasto ferito un altro. In risposta, le forze israeliane hanno lanciato una campagna prolungata di punizioni collettive in diverse città a ovest di Salfit, in particolare Burqin e Kafr ad-Dik.\r\nA Burqin, dove le truppe israeliane sono presenti da cinque giorni consecutivi, i residenti hanno segnalato pesanti scontri a fuoco, coprifuoco e attacchi diffusi contro le abitazioni civili. Fonti di Al-Jazeera hanno confermato che diversi palestinesi sono stati arrestati durante i raid e sottoposti a interrogatori sul campo. Contemporaneamente, sono emerse segnalazioni di attacchi da parte dei coloni. Nella zona industriale di Barkan, vicino a Salfit, almeno 17 veicoli appartenenti a lavoratori palestinesi sarebbero stati incendiati dai coloni la notte del 15 maggio.\r\nAnche altri veicoli sono stati bruciati a Burqin. Le forze di occupazione israeliane hanno imposto uno stretto cordone militare intorno alle città di Burqin, Kafr ad-Dik e Salfit stessa. Gli ingressi alle città rimangono bloccati e i soldati continuano a effettuare perquisizioni e interrogatori dei residenti. La circolazione è fortemente limitata e rimane in vigore il coprifuoco.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a una compagna che si trova in Cisgiordania di raccontarci la guerra vista da lì, e la vita quotidiana sotto l'occupazione israeliana.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/westbank_5.mp3\"][/audio]","19 Maggio 2025","2025-05-19 16:38:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/West_Bank_Checkpoint2222-e1747665480180-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"232\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/West_Bank_Checkpoint2222-e1747665480180-232x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/West_Bank_Checkpoint2222-e1747665480180-232x300.jpg 232w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/West_Bank_Checkpoint2222-e1747665480180.jpg 757w\" sizes=\"auto, (max-width: 232px) 100vw, 232px\" />","L'offensiva israeliana vista dalla Cisgiordania",1747672726,[66,197,114,115,198],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/west-bank/",[21,27,18,15,200],"West Bank",{"post_content":202},{"matched_tokens":203,"snippet":204,"value":205},[73],"Abu Daif, a est di \u003Cmark>Jenin\u003C/mark>. 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L’operazione «Muro di ferro» è iniziata ormai 81 giorni fa e ha portato allo svuotamento di intere comunità, dai campi di Jenin e Tulkarem a quelli di Nablus e Tubas. Solo a Jenin sono 600 le case distrutte, 3.200 quelle danneggiate. Prosegue l’operazione anche a Tulkarem: i soldati israeliani hanno fatto irruzione in diverse abitazioni e cacciato gli abitanti (gli è stata «concessa» al massimo un’ora per raccogliere qualche effetto personale), mentre i bulldozer militari procedevano con altre demolizioni di negozi e strade. Aumentano le violenze dei coloni nei confronti dei palestinesi in tutta la Cisgiordania , in sole due settimane l'esercito israeliano ha ucciso nove palestinesi , tra cui due bambini, e ferito almeno 130 persone. Sono state distrutte centinaia di abitazioni e strutture a causa della mancanza dei permessi edilizi emessi da Israele,che sono quasi impossibili da ottenere. Questa situazione ha provocato lo spostamento forzato di migliaia di persone e le violenze contro i palestinesi condotte dai coloni in coordinamento con l'esercito si stanno estendendo in gran parte del territorio della Cisgiordania. Lo scopo ormai apertamente dichiarato è di creare le premesse per un annessione ,obiettivo perseguito da sempre dai sionisti messianici che ora hanno il pieno sostegno dell'amministrazione americana ,il nuovo ambasciatore statunitense in Israele ,Mike Huckabee è un fervente sostenitore del presunto diritto di Israele ad annettersi la Cisgiordania .\r\n\r\n\r\nNe parliamo con una attivista italiana che si trova nella zona di Masafer Yatta ,a sud di Hebron che ci descrive la situazione .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-14042025-CISGIORDANIA.mp3\"][/audio]","14 Aprile 2025","Cisgiordania aggiornamenti da Masafer Yatta","2025-04-14 20:05:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-14042025-CISGIORDANIA-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-14042025-CISGIORDANIA-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-14042025-CISGIORDANIA-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-14042025-CISGIORDANIA-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-14042025-CISGIORDANIA.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","CISGIORDANIA CONTINUANO LE DEMOLIZIONI E IL FURTO DI TERRITORI PALESTINESI .",1744661130,[66,229,230,231,232,115],"http://radioblackout.org/tag/coloni/","http://radioblackout.org/tag/demolizioni/","http://radioblackout.org/tag/insediamenti/","http://radioblackout.org/tag/masafer-yatta/",[21,33,234,235,236,15],"demolizioni","INSEDIAMENTI","Masafer Yatta",{"post_content":238},{"matched_tokens":239,"snippet":240,"value":241},[73],"intere comunità, dai campi di \u003Cmark>Jenin\u003C/mark> e Tulkarem a quelli di","In Cisgiordania continuano le demolizioni delle abitazioni palestinesi e il furto dei terreni . L’operazione «Muro di ferro» è iniziata ormai 81 giorni fa e ha portato allo svuotamento di intere comunità, dai campi di \u003Cmark>Jenin\u003C/mark> e Tulkarem a quelli di Nablus e Tubas. Solo a \u003Cmark>Jenin\u003C/mark> sono 600 le case distrutte, 3.200 quelle danneggiate. Prosegue l’operazione anche a Tulkarem: i soldati israeliani hanno fatto irruzione in diverse abitazioni e cacciato gli abitanti (gli è stata «concessa» al massimo un’ora per raccogliere qualche effetto personale), mentre i bulldozer militari procedevano con altre demolizioni di negozi e strade. Aumentano le violenze dei coloni nei confronti dei palestinesi in tutta la Cisgiordania , in sole due settimane l'esercito israeliano ha ucciso nove palestinesi , tra cui due bambini, e ferito almeno 130 persone. Sono state distrutte centinaia di abitazioni e strutture a causa della mancanza dei permessi edilizi emessi da Israele,che sono quasi impossibili da ottenere. Questa situazione ha provocato lo spostamento forzato di migliaia di persone e le violenze contro i palestinesi condotte dai coloni in coordinamento con l'esercito si stanno estendendo in gran parte del territorio della Cisgiordania. Lo scopo ormai apertamente dichiarato è di creare le premesse per un annessione ,obiettivo perseguito da sempre dai sionisti messianici che ora hanno il pieno sostegno dell'amministrazione americana ,il nuovo ambasciatore statunitense in Israele ,Mike Huckabee è un fervente sostenitore del presunto diritto di Israele ad annettersi la Cisgiordania .\r\n\r\n\r\nNe parliamo con una attivista italiana che si trova nella zona di Masafer Yatta ,a sud di Hebron che ci descrive la situazione .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-14042025-CISGIORDANIA.mp3\"][/audio]",[243],{"field":92,"matched_tokens":244,"snippet":240,"value":241},[73],{"best_field_score":211,"best_field_weight":212,"fields_matched":87,"num_tokens_dropped":52,"score":213,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":52},{"document":247,"highlight":265,"highlights":270,"text_match":209,"text_match_info":273},{"cat_link":248,"category":249,"comment_count":52,"id":250,"is_sticky":52,"permalink":251,"post_author":55,"post_content":252,"post_date":253,"post_excerpt":106,"post_id":250,"post_modified":254,"post_thumbnail":255,"post_thumbnail_html":256,"post_title":257,"post_type":63,"sort_by_date":258,"tag_links":259,"tags":263},[49],[51],"96465","http://radioblackout.org/2025/03/continuano-ad-aumentare-le-violenze-ai-danni-della-popolazione-e-delle-infrastrutture-palestinesi-in-cisgiordania/","Negli ultimi mesi, la situazione delle persone palestinesi in Cisgiordania – territorio occupato illegalmente da Israele da decenni – è diventata sempre più difficile. L'operazione militare israeliana denominata \"Muro di ferro\" nelle città settentrionali di Jenin e Tulkarem, iniziata il 21 gennaio, è ancora in corso e ha costretto almeno 40.000 persone a lasciare le proprie case. Le violenze dei coloni israeliani (che agiscono in sinergia all'esercito e alla polizia israeliani) sono aumentate, ancora. Le restrizioni imposte dall’esercito israeliano sui movimenti dei civili hanno reso ancora più complicata la vita di moltx palestinesi, in particolare coloro che lavorano nel settore agricolo o industriale.\r\n\r\nL’economia della Cisgiordania sta crollando. Dopo il 7 ottobre 2023, sono stati revocati i permessi di lavoro per oltre 200.000 palestinesi, in gran parte impiegatx in industrie, servizi o come collaboratorx domesticx. In Cisgiordania, più del 40% delle piccole imprese ha ridotto il numero dellx dipendenti, con una perdita complessiva di 300.000 posti di lavoro. L’agricoltura è diventata praticamente l’unica attività disponibile, osteggiata continuamente dallx colonx.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a una compagna che si trova attualmente nella zona di Masafer Yatta di raccontarci cosa sta avvenendo in Cisgiordania. 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Nel 1948, con la nascita dello Stato di Israele, iniziò anche su questa zona della Palestina storica un periodo ininterrotto di controllo dell'esercito israeliano e di occupazione della terra da parte dei coloni.\r\nNelle ultime settimane, da quando quella che viene chiamata tregua è in corso, gli attacchi in Cisgiordania sono persino aumentati, con l'invio costante di tank e con demolizioni di centinaia di case soprattutto nella zona del campo profughi di Jenin.\r\n\r\nAi microfoni di Blackout ne parliamo con Samira, ricercatrice italo-palestinese:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/macsumac24feb25.mp3\"][/audio]","26 Febbraio 2025","2025-02-26 16:47:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/insediamenti-cisgiordania-200x110.jpg","Macerie su Macerie - PODCAST 24/02/25 - Obiettivo primo: annessione della Cisgiordania","podcast",1740570945,[],[],{"post_content":306},{"matched_tokens":307,"snippet":308,"value":309},[73],"zona del campo profughi di \u003Cmark>Jenin\u003C/mark>.\r\n\r\nAi microfoni di Blackout ne","La Cisgiordania è la regione situata a ovest del fiume Giordano. Nel 1948, con la nascita dello Stato di Israele, iniziò anche su questa zona della Palestina storica un periodo ininterrotto di controllo dell'esercito israeliano e di occupazione della terra da parte dei coloni.\r\nNelle ultime settimane, da quando quella che viene chiamata tregua è in corso, gli attacchi in Cisgiordania sono persino aumentati, con l'invio costante di tank e con demolizioni di centinaia di case soprattutto nella zona del campo profughi di \u003Cmark>Jenin\u003C/mark>.\r\n\r\nAi microfoni di Blackout ne parliamo con Samira, ricercatrice italo-palestinese:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/macsumac24feb25.mp3\"][/audio]",[311],{"field":92,"matched_tokens":312,"snippet":308,"value":309},[73],{"best_field_score":211,"best_field_weight":212,"fields_matched":87,"num_tokens_dropped":52,"score":213,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":52},{"document":315,"highlight":328,"highlights":333,"text_match":209,"text_match_info":336},{"comment_count":52,"id":316,"is_sticky":52,"permalink":317,"podcastfilter":318,"post_author":319,"post_content":320,"post_date":321,"post_excerpt":106,"post_id":316,"post_modified":322,"post_thumbnail":323,"post_title":324,"post_type":301,"sort_by_date":325,"tag_links":326,"tags":327},"83297","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-11-07-2023/",[281],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Mahmood del SiCobas Torino, sulla lunga ed estenuante lotta dei lavoratori della Raspini nel pinerolese che riprende l’agitazione operaia dai cancelli della fabbrica di Scalenghe a Pinerolo.\r\nSi è approfondito il risultato negativo, l’incontro sindacale dei lavoratori con l’azienda. 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Questo anche alla luce del grave episodio di violenza antioperaia della scorsa settimana, delle forze dell’ordine armate in assetto antisommossa contro i lavoratori in sciopero concertato dal padrone Raspini con prefettura e questura.\r\nNonostante la disponibilità del sindacato a trattare per un raggiungimento di esito positivo dal confronto, l’azienda ha deciso di alzare un muro duro e finanche ideologico: dimostrandosi mai favorevole a una trattativa seria e fruttifera.\r\nIn particolare, Raspini ha negato ogni possibilità di reintegro per i due lavoratori (entrambi iscritti al sindacato) ingiustamente licenziati e ha respinto la richiesta di aumenti di salario.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/F_m_11_07_Mahmood-Sicobas-su-aggiornamenti-lotte-Raspini-dopo-incontro-con-azienda.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Ashraf, compagno Palestinese che vive a Bari, sul grave attacco che le forze di occupazione Israeliane (IOF) hanno lanciato, con un massiccio attacco terrestre e aereo, contro la città di Jenin.\r\nL'assedio è durato 2 giorni (dall'alba di lunedì 3/07/23 all'alba di mercoledì 4/07/23) ed ha causato la morte di 12 palestinesi ed il ferimento di altri 123.\r\nGli aerei da guerra israeliani hanno effettuato almeno 10 attacchi aerei contro Jenin, mentre più di 100 veicoli corazzati israeliani sono stati visti muoversi verso la città. Gli attacchi delle IOF hanno scatenato uno scontro a fuoco, con suoni di esplosivi e droni uditi in tutta Jenin ore dopo l’incursione.\r\n“Hanno punito il popolo”\r\nL’assedio di due giorni ha coinvolto truppe israeliane, missili e attrezzature per il movimento terra, che sono state utilizzate per distruggere strade e altre infrastrutture civili.\r\nIsraele ha giustificato l’attacco come mirato a gruppi armati che operano a Jenin, diventato un simbolo di resistenza all’occupazione illegale della Cisgiordania da parte di Israele.\r\nMa i residenti del campo hanno affermato che sono stati i civili, non i combattenti armati, a sopportare il peso maggiore dell’assalto israeliano.\r\nAlcuni residenti ritengono che i militari israeliani abbiano preso di mira strade e altre infrastrutture pubbliche nella speranza che ciò induca i residenti del campo a fare pressione sui combattenti della resistenza affinché si arrendano.\r\n“Ma questo non accadrà mai, nessuna persona farà pressione sulla resistenza, anche se distruggessero tutte le case”, ha detto Mansour (palestinese di Jenin).\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/F_m_11_07_Ashraf-su-aggiornamenti-Palestina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPer la terza parte continuiamo ad ospitare la serie podcast “Tutta colpa dei Padroni?“, oggi trasmettiamo la terza puntata “Il sistema degli appalti”. 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È sicuramente il segnale che, il lavoro che svolgiamo, sia arrivato ad un punto di non sopportazione collettiva: precarietà, flessibilità, salari bassi, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, lunghe catene di appalti, pessime condizioni di lavoro e salute. Non è però un caso che la nascita di questi comitati coincida con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle cooperative sociali, uno dei più importanti del settore, che vedrà una ipotetica chiusura a giugno del 2023. Già da novembre sono iniziati i tavoli di contrattazione tra Sindacati Confederali, Legacoop e Confcooperative.\r\n\r\nTuttavia, tale percorso di rinnovo non ha visto una buona partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore: a che punto è la contrattazione? I punti di rivendicazione rispecchiano le reali condizioni di lavoro? Quali rapporti di forza sono messi in campo per decidere il destino del nostro contratto?\r\n\r\nSono domande semplici a cui però nessuno dà una risposta chiara e collettiva, nondimeno noi non solo pretendiamo una risposta, ma vogliamo e dobbiamo essere partecipi in prima istanza: è il nostro lavoro! Perché è chiaro ed evidente che se vogliamo cambiare le attuali condizioni di lavoro, parte del cambiamento deve passare per una seria riscrittura delle norme che regolano la nostra prestazione. Alle quali segua una mobilitazione che imponga tali regole in modo intransigente alle aziende e cooperative che hanno in gestione gli appalti e, non per ultimo, pretendere dagli enti locali appalti seri che non impoveriscano e umiliano, non solo la nostra professione, ma l’intero sistema di welfare pubblico.\r\n\r\nQui a Torino, durante le assemblee condivise della Rete del Lavoro Sociale, il Comitato Diritti Educatori Professionali Piemonte, il Coordinamento del Terzo Settore, l’Associazione “M.I.L.L.E. Professioni Educative”, oltre che nei diversi momenti di incontro e formazione con le lavoratrici e i lavoratori del sociale, sono emersi molti temi rivendicativi che abbiamo deciso di sintetizzare in un questionario. Il questionario è stato promosso dalla Rete del Lavoro Sociale, ma è andato immediatamente oltre il comitato, essendo stato compilato da più di 3.000 lavoratori e lavoratrici del sociale in meno di tre settimane. Il questionario rappresenta quindi un primo momento di valutazione delle rivendicazioni collettive che attraversano il settore, uno spunto importante per cominciare discutere collettivamente delle nostre istanze. Al suo interno si parla di aumenti salariali, delle ore indirette non riconosciute, delle notti passive e della banca ore, del precariato, della sicurezza dei luoghi di lavoro, della formazione continua, di rimborsi e permessi, di internalizzazione dei servizi nel pubblico.\r\n\r\nAdesso è il momento di un passaggio di convergenza dei diversi percorsi, che veda prima di tutto una voce comune delle diverse professioni del settore – fuori da schemi corporativi e piccoli interessi da orticello – perché le regole contrattuali valgono per tutte e tutti, ed è sempre bene ricordarlo. Un passaggio di convergenza che veda finalmente la sintesi delle migliori istanze raccolte dalle diverse piattaforme rivendicative dei comitati e dei sindacati (di base e confederali). Un percorso di mobilitazione comune è l’unico che può dare la forza per indirizzare il tavolo di contrattazione del CCNL. È il momento quindi di organizzare assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro, scioperi e mobilitazioni di diverso livello, locale e nazionale, in accordo con gli altri comitati in tutta Italia.\r\n\r\nIl 13 maggio 2023 abbiamo deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, promossa dai diversi comitati e allargata a tutte le sigle sindacali che hanno un intervento nel nostro settore. Il dibattito sarà ospitato presso la sala conferenze del Polo del 900, in C.so Valdocco 4/a, alle ore 14.30.\r\n\r\nInvitiamo alla massima partecipazione tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, è il tempo di organizzarsi e di mobilitarsi per cominciare a cambiare le nostre condizioni di lavoro. Il momento è adesso!!\r\n\r\nL’attacco è diretto, tra le altre cose, ai contratti nazionali, con privatizzazioni ed ulteriori tagli ai servizi pubblici, la liquidazione di ciò che resta della sanità pubblica, la fine della scuola pubblica, etc.”\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Dario-Fontana-e-Leo-su-incontro-rete-lavoro-sociale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo affrontato con Enzo Miccoli, delegato del sindacato USB alla Reggia di Venaria, ovvero lo sciopero messo in piedi il 1 Maggio proprio davanti a questa importante attrazione turistica cittadina. Grazie all'altissima adesione allo sciopero dei lavoratori e lavoratrici, la reggia, come altri luoghi appartenenti al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude non hanno potuto aprire al pubblico, risultato già ottimo, se pensiamo che c'è una legge in vigore voluta dall'ex Ministro Franceschini per limitare il diritto allo sciopero nel settore culturale. Settore che si vuole mantenere in piedi ad ogni costo, ma come sempre a spese di chi ci lavora, che in questo caso lamenta di essere sottopagato, mal inquadrato dal punto di vista contrattuale e in preda al meccanismo degli appalti da ben 16 anni. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'indagine nei confronti del senatore del PD Mauro Laus, socio ed ex presidente della Rear, azienda leader nel settore, che da anni vince gare d'appalto nei musei grazie alle paghe da fame erogate a chi finisce per lavorarci. I giornali parlano di come questa vicenda stia scombinando gli equilibri interni al PD senza dare troppo risalto al fatto che Laus ricopre la figura di capogruppo del suo partito nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, noi abbiamo preferito dare voce a chi subisce gli effetti delle azioni di questa classe politica criminale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Enzo-Miccoli-USB-su-sciopero-consorzioresidenzerealisabaude.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di tre compagni e compagne di Progetto Palestina sul corteo di domenica 14/05/2023 dalle 15.00 in piazza Castello a Torino: Corteo solidale al fianco della Palestina resistente->\r\n\r\n“Il 15 maggio ricorre l'anniversario della Nakba, la catastrofe che diede avvio all'esodo di 700.000 palestinesi, espulsi e costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre in seguito alla distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele. Sin dalla sua nascita, lo stato di Israele e il sionismo hanno dato inizio ad una storia fatta di colonialismo e pulizia etnica.Come altro chiamare l'allontanamento forzato, la cacciata violenta e stabilita a tavolino di un popolo che in quel territorio viveva da più di mille anni? Come chiamare un progetto politico di oppressione, l'ennesimo ideato nel \"moderno\" Occidente ai danni del \"deserto\" mediorientale? E come chiamare il sostegno esplicito o il consenso tacito di potenze che in quel progetto vedevano l'opportunità di lavarsi la coscienza per la tragedia della II guerra mondiale, finalmente scoperchiata e visibile a tutto il mondo? Si tratta di violenza, abusi quotidiani, estrattivismo, razzismo e classismo. In una parola, 75 anni di colonialismo. La Nakba non è una ricorrenza, una data per ricordare le violenze del passato, ma un momento per denunciare e alzare la testa per quello che quotidianamente succede in Palestina. Dobbiamo parlare di attualità, di quelle notizie che spesso neanche riescono ad arrivare nelle nostre città, di quelle urla di rabbia e dolore zittite dagli interessi guerrafondai e neoliberisti del presente in cui viviamo. Possiamo e dobbiamo resistere a questo presente: il popolo palestinese e la sua lotta ci indicano un insieme di pratiche per ripensare il mondo in cui viviamo, prendere posizione con forza allo stato attuale delle cose e costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, Jenin, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo alcuni dei luoghi nei quali la violenza del sionismo non si è mai interrotta, da più di 75 anni ad oggi.\r\n\r\nIl nostro contributo alla resistenza palestinese è nella lotta di tutti i giorni. Nello smascherare i rapporti di potere che lo stato in cui viviamo intesse con Israele, nel denunciare gli accordi che le nostre università garantiscono alla forza politica sionista, nell'opporci alle trattive economiche tra potenze che hanno le mani sporche di sangue. Scendiamo in piazza per ricordare la Nakba, perché non ne venga cancellata la memoria. Scendiamo in piazza per denunciare le politiche oppressive, coloniali e di apartheid portate avanti dallo stato di Israele.\r\n\r\nLa NAKBA CONTINUA, LA PALESTINA RESISTE.”\r\n\r\n \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Progetto-Palestina-su-75-anni-di-Nakba-manifestazione-p.za-castello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","10 Maggio 2023","2023-05-10 19:58:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/344404315_1390176505158814_5960865848755411475_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/05/2023",1683748643,[],[],{"post_content":351},{"matched_tokens":352,"snippet":353,"value":354},[73],"e costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, \u003Cmark>Jenin\u003C/mark>, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Leo, lavoratore del terzo settore aderente alla rete Lavoro Sociale e Dario Fontana, ricercatore in sociologia del Lavoro presso il servizio di Epidemiologia Piemonte ASL TO3, sull’incontro di convergenza di lavorator* del settore educativo, socio-assistenziale e socio-sanitario, con comitati di base e organizzazioni sindacali che si terrà in corso Valdocco 4/A a Torino sabato 13 maggio 2023 alle ore 14.30.\r\n\r\nLa rete del Lavoro Sociale, tra gli organizzatori dell’incontro, ha deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, un dibattito allargato a tutte le sigle sindacali che intervengono nel settore:\r\n\r\n“In questi mesi sono nati diversi comitati in tutta Italia che raggruppano lavoratori e lavoratrici del settore. È sicuramente il segnale che, il lavoro che svolgiamo, sia arrivato ad un punto di non sopportazione collettiva: precarietà, flessibilità, salari bassi, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, lunghe catene di appalti, pessime condizioni di lavoro e salute. Non è però un caso che la nascita di questi comitati coincida con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle cooperative sociali, uno dei più importanti del settore, che vedrà una ipotetica chiusura a giugno del 2023. Già da novembre sono iniziati i tavoli di contrattazione tra Sindacati Confederali, Legacoop e Confcooperative.\r\n\r\nTuttavia, tale percorso di rinnovo non ha visto una buona partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore: a che punto è la contrattazione? I punti di rivendicazione rispecchiano le reali condizioni di lavoro? Quali rapporti di forza sono messi in campo per decidere il destino del nostro contratto?\r\n\r\nSono domande semplici a cui però nessuno dà una risposta chiara e collettiva, nondimeno noi non solo pretendiamo una risposta, ma vogliamo e dobbiamo essere partecipi in prima istanza: è il nostro lavoro! Perché è chiaro ed evidente che se vogliamo cambiare le attuali condizioni di lavoro, parte del cambiamento deve passare per una seria riscrittura delle norme che regolano la nostra prestazione. Alle quali segua una mobilitazione che imponga tali regole in modo intransigente alle aziende e cooperative che hanno in gestione gli appalti e, non per ultimo, pretendere dagli enti locali appalti seri che non impoveriscano e umiliano, non solo la nostra professione, ma l’intero sistema di welfare pubblico.\r\n\r\nQui a Torino, durante le assemblee condivise della Rete del Lavoro Sociale, il Comitato Diritti Educatori Professionali Piemonte, il Coordinamento del Terzo Settore, l’Associazione “M.I.L.L.E. Professioni Educative”, oltre che nei diversi momenti di incontro e formazione con le lavoratrici e i lavoratori del sociale, sono emersi molti temi rivendicativi che abbiamo deciso di sintetizzare in un questionario. Il questionario è stato promosso dalla Rete del Lavoro Sociale, ma è andato immediatamente oltre il comitato, essendo stato compilato da più di 3.000 lavoratori e lavoratrici del sociale in meno di tre settimane. Il questionario rappresenta quindi un primo momento di valutazione delle rivendicazioni collettive che attraversano il settore, uno spunto importante per cominciare discutere collettivamente delle nostre istanze. Al suo interno si parla di aumenti salariali, delle ore indirette non riconosciute, delle notti passive e della banca ore, del precariato, della sicurezza dei luoghi di lavoro, della formazione continua, di rimborsi e permessi, di internalizzazione dei servizi nel pubblico.\r\n\r\nAdesso è il momento di un passaggio di convergenza dei diversi percorsi, che veda prima di tutto una voce comune delle diverse professioni del settore – fuori da schemi corporativi e piccoli interessi da orticello – perché le regole contrattuali valgono per tutte e tutti, ed è sempre bene ricordarlo. Un passaggio di convergenza che veda finalmente la sintesi delle migliori istanze raccolte dalle diverse piattaforme rivendicative dei comitati e dei sindacati (di base e confederali). Un percorso di mobilitazione comune è l’unico che può dare la forza per indirizzare il tavolo di contrattazione del CCNL. È il momento quindi di organizzare assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro, scioperi e mobilitazioni di diverso livello, locale e nazionale, in accordo con gli altri comitati in tutta Italia.\r\n\r\nIl 13 maggio 2023 abbiamo deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, promossa dai diversi comitati e allargata a tutte le sigle sindacali che hanno un intervento nel nostro settore. Il dibattito sarà ospitato presso la sala conferenze del Polo del 900, in C.so Valdocco 4/a, alle ore 14.30.\r\n\r\nInvitiamo alla massima partecipazione tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, è il tempo di organizzarsi e di mobilitarsi per cominciare a cambiare le nostre condizioni di lavoro. Il momento è adesso!!\r\n\r\nL’attacco è diretto, tra le altre cose, ai contratti nazionali, con privatizzazioni ed ulteriori tagli ai servizi pubblici, la liquidazione di ciò che resta della sanità pubblica, la fine della scuola pubblica, etc.”\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Dario-Fontana-e-Leo-su-incontro-rete-lavoro-sociale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo affrontato con Enzo Miccoli, delegato del sindacato USB alla Reggia di Venaria, ovvero lo sciopero messo in piedi il 1 Maggio proprio davanti a questa importante attrazione turistica cittadina. Grazie all'altissima adesione allo sciopero dei lavoratori e lavoratrici, la reggia, come altri luoghi appartenenti al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude non hanno potuto aprire al pubblico, risultato già ottimo, se pensiamo che c'è una legge in vigore voluta dall'ex Ministro Franceschini per limitare il diritto allo sciopero nel settore culturale. Settore che si vuole mantenere in piedi ad ogni costo, ma come sempre a spese di chi ci lavora, che in questo caso lamenta di essere sottopagato, mal inquadrato dal punto di vista contrattuale e in preda al meccanismo degli appalti da ben 16 anni. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'indagine nei confronti del senatore del PD Mauro Laus, socio ed ex presidente della Rear, azienda leader nel settore, che da anni vince gare d'appalto nei musei grazie alle paghe da fame erogate a chi finisce per lavorarci. I giornali parlano di come questa vicenda stia scombinando gli equilibri interni al PD senza dare troppo risalto al fatto che Laus ricopre la figura di capogruppo del suo partito nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, noi abbiamo preferito dare voce a chi subisce gli effetti delle azioni di questa classe politica criminale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Enzo-Miccoli-USB-su-sciopero-consorzioresidenzerealisabaude.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di tre compagni e compagne di Progetto Palestina sul corteo di domenica 14/05/2023 dalle 15.00 in piazza Castello a Torino: Corteo solidale al fianco della Palestina resistente->\r\n\r\n“Il 15 maggio ricorre l'anniversario della Nakba, la catastrofe che diede avvio all'esodo di 700.000 palestinesi, espulsi e costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre in seguito alla distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele. Sin dalla sua nascita, lo stato di Israele e il sionismo hanno dato inizio ad una storia fatta di colonialismo e pulizia etnica.Come altro chiamare l'allontanamento forzato, la cacciata violenta e stabilita a tavolino di un popolo che in quel territorio viveva da più di mille anni? Come chiamare un progetto politico di oppressione, l'ennesimo ideato nel \"moderno\" Occidente ai danni del \"deserto\" mediorientale? E come chiamare il sostegno esplicito o il consenso tacito di potenze che in quel progetto vedevano l'opportunità di lavarsi la coscienza per la tragedia della II guerra mondiale, finalmente scoperchiata e visibile a tutto il mondo? Si tratta di violenza, abusi quotidiani, estrattivismo, razzismo e classismo. In una parola, 75 anni di colonialismo. La Nakba non è una ricorrenza, una data per ricordare le violenze del passato, ma un momento per denunciare e alzare la testa per quello che quotidianamente succede in Palestina. Dobbiamo parlare di attualità, di quelle notizie che spesso neanche riescono ad arrivare nelle nostre città, di quelle urla di rabbia e dolore zittite dagli interessi guerrafondai e neoliberisti del presente in cui viviamo. Possiamo e dobbiamo resistere a questo presente: il popolo palestinese e la sua lotta ci indicano un insieme di pratiche per ripensare il mondo in cui viviamo, prendere posizione con forza allo stato attuale delle cose e costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, \u003Cmark>Jenin\u003C/mark>, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo alcuni dei luoghi nei quali la violenza del sionismo non si è mai interrotta, da più di 75 anni ad oggi.\r\n\r\nIl nostro contributo alla resistenza palestinese è nella lotta di tutti i giorni. Nello smascherare i rapporti di potere che lo stato in cui viviamo intesse con Israele, nel denunciare gli accordi che le nostre università garantiscono alla forza politica sionista, nell'opporci alle trattive economiche tra potenze che hanno le mani sporche di sangue. Scendiamo in piazza per ricordare la Nakba, perché non ne venga cancellata la memoria. Scendiamo in piazza per denunciare le politiche oppressive, coloniali e di apartheid portate avanti dallo stato di Israele.\r\n\r\nLa NAKBA CONTINUA, LA PALESTINA RESISTE.”\r\n\r\n \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Progetto-Palestina-su-75-anni-di-Nakba-manifestazione-p.za-castello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[356],{"field":92,"matched_tokens":357,"snippet":353,"value":354},[73],{"best_field_score":211,"best_field_weight":212,"fields_matched":87,"num_tokens_dropped":52,"score":213,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":52},6637,{"collection_name":301,"first_q":30,"per_page":23,"q":30},["Reactive",362],{},["Set"],["ShallowReactive",365],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fZO7VvVSuBelvEtvebgsiHkmHygYJwycyyrGyDI1AJeQ":-1},true,"/search?query=jenin"]