","Cronache dall’Ucraina","post",1650394215,[65,66,67,68,69,70,71,72,73],"http://radioblackout.org/tag/bucha/","http://radioblackout.org/tag/carovana-internazionalista-solidale-per-lucraina/","http://radioblackout.org/tag/guerra-in-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/kiev/","http://radioblackout.org/tag/leopoli/","http://radioblackout.org/tag/lviv-social-movement/","http://radioblackout.org/tag/no-border-team/","http://radioblackout.org/tag/opration-solidarity/","http://radioblackout.org/tag/polonia/",[75,76,21,32,77,78,79,80,81],"bucha","carovana internazionalista solidale per l'ucraina","leopoli","Lviv Social Movement","no border team","opration solidarity","polonia",{"post_content":83,"tags":88},{"matched_tokens":84,"snippet":86,"value":87},[85],"Kiev","poi proseguito alla volta di \u003Cmark>Kiev\u003C/mark> e, pur non essendo riuscito","Il 14 aprile è partita da Torino per l’Ucraina la Carovana solidale internazionalista, che ha portato soldi, vestiti, medicine e altri beni di prima necessità a varie realtà di solidarietà e mutuo appoggio.\r\nLe compagne hanno incontrato sia gruppi organizzati sia tanta gente comune che ha reso spontaneamente testimonianza di quanto hanno vissuto in questi mesi di guerra.\r\nLa realtà che hanno incontrato è molto complessa e non facile da decifrare. Nei fatti il nazionalismo è molto radicato e diffuso. Specie nelle regioni dell’ovest accanto alle bandiere ucraine nei check point si notano i simboli del nazista collaborazionista Stepan Bandera. La spinta alla partecipazione spontanea alla guerra contro gli invasori è molto forte, tanto che, nonostante la coscrizione obbligatoria maschile tra i 18 e i 60 anni, sinora non si ha notizia di gente arruolata a forza. Molte persone hanno scelto di non combattere ma di dare il proprio contributo nel sostegno delle persone più deboli e dei profughi. I compagni hanno sostato in Polonia, dove si sono confrontati con i compagni e le compagne del No Border team, attivi sia alla frontiera ucraina che a quella Bielorussa. A Leopoli hanno consegnato i beni e i soldi raccolti a due organizzazioni, Operation Solidarity, che fornisce aiuto umanitario ma anche sostegno alle formazioni armate e al Lviv Social Movement, Ong legata a sinistra e sindacati ucraini, posizionata politicamente nel campo del socialismo antiautoritario. L’ONG svolge attività di solidarietà in una scuola al momento convertita in rifugio per persone fuggite dall’est del paese, principalmente dal Donbass, l’area in cui la guerra colpisce in maniera piu’ dura. La struttura ospita donne, bambini e uomini esentati dall’arruolamento per motivi di salute e altri che, nonostante abili all’arruolamento secondo i dettami della legge marziale, non hanno ancora ricevuto la chiamata alle armi.\r\nIl gruppo è poi proseguito alla volta di \u003Cmark>Kiev\u003C/mark> e, pur non essendo riuscito ad entrare a Bucha, ha potuto visitare alcuni villaggi vicini, dove la violenza della guerra ha lasciato segni molto tangibili.\r\nI compagn* stanno per tornare in Italia e, con calma faranno un report più ragionato delle giornate trascorse in Ucraina.\r\n\r\nOggi ne abbiamo parlato con alcuni dei partecipanti all’iniziativa, che ci hanno offerto un primo contributo a caldo su quanto hanno visto e sul confronto avuto con compagni e compagne incontrati per strada.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-19-carovana-ucraina.mp3\"][/audio]",[89,91,93,95,98,100,102,104,106],{"matched_tokens":90,"snippet":75},[],{"matched_tokens":92,"snippet":76},[],{"matched_tokens":94,"snippet":21},[],{"matched_tokens":96,"snippet":97},[32],"\u003Cmark>kiev\u003C/mark>",{"matched_tokens":99,"snippet":77},[],{"matched_tokens":101,"snippet":78},[],{"matched_tokens":103,"snippet":79},[],{"matched_tokens":105,"snippet":80},[],{"matched_tokens":107,"snippet":81},[],[109,114],{"field":39,"indices":110,"matched_tokens":111,"snippets":113},[26],[112],[32],[97],{"field":115,"matched_tokens":116,"snippet":86,"value":87},"post_content",[85],578730123365712000,{"best_field_score":119,"best_field_weight":120,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":51,"score":121,"tokens_matched":122,"typo_prefix_score":51},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":124,"highlight":141,"highlights":151,"text_match":117,"text_match_info":157},{"cat_link":125,"category":126,"comment_count":51,"id":127,"is_sticky":51,"permalink":128,"post_author":54,"post_content":129,"post_date":130,"post_excerpt":57,"post_id":127,"post_modified":131,"post_thumbnail":57,"post_thumbnail_html":57,"post_title":132,"post_type":62,"sort_by_date":133,"tag_links":134,"tags":138},[48],[50],"20832","http://radioblackout.org/2014/01/20832/","Governo Ucraino dimissionario e abrogate in una sessione straordinaria del parlamento, le liberticide leggi anti-protesta approvate lo scorso 16 gennaio e che hanno dato il via all’inasprimento della crisi politica, con gli scontri che hanno infuocato e insanguinato il paese nell’ultima settimana. Per quanto riguarda i numeri a favore dell’abrogazione delle leggi si sono espressi 361 deputati su 450.\r\n\r\nSempre nella mattinata di oggi 29 gennaio si è dimesso il primo ministro Azarov. Le motivazioni sono state affidate a una nota breve ufficiale nella quale spiega che la decisione è volta “ favorire il raggiungimenti di un compromesso socio politico”.\r\n\r\nI primi passi indietro del presidente Ianukovich si erano comunque registrati già ieri, quando ha proposto un’amnistia per i manifestanti antigovernativi arrestati. Condizione indispensabile però era che venissero lasciati i palazzi del potere occupati nei giorni scorsi.\r\n\r\nIn attesa di capire gli sviluppi di queste ultime scelte politiche, quello che si può affermare con certezza è che le questioni profonde che hanno segnato e segnano il paese rimangono irrisolte. Nodi ancora tutti da sciogliere quelli che riguardano il potere degli oligarchi, la diseguaglianza prodotta dalla transizione post-sovietica e i rapporti con le due superpotenze confinanti, Unione Europea e Russia. Non sappiamo ancora dire come giocheranno la loro partita le potenze straniere né come reagirà la piazza ai ponti d'oro offerti alle opposizioni, certo è che in questi giorni anche le forze di destra e estrema destra hanno dovuto inseguire la piazza a più riprese, una piazza sempre più marcatamente antigovernativa e trasversale anche in senso etnico, al di là delle tradizionali divisioni tra ucrainofoni e russofoni che sembravano informare la protesta nelle sue prime battute, così come un certo europeismo è completamente scomparso dal discorso. Quella ucraina è a tutti gli effetti una rivoluzione, purtroppo caratterizzata dalla presenza di componenti politiche e paramilitari di estrema destra organizzate e quindi in grado di condizionare sinora la protesta. Vedremo come i manifestanti accoglieranno il tentativo di normalizzazione in atto ma ricordiamoci che sinora l'esercito non è entrato in gioco e quella potrebbe essere la vera svolta nel caso le ragioni della protesta non rientrassero.\r\n\r\nAscolta la diretta con Danilo Elia dell'Osservatorio Balcani-Caucaso\r\n\r\nDanilo","28 Gennaio 2014","2014-02-03 11:26:49","L'Ucraina a una svolta?",1390914973,[68,135,136,137],"http://radioblackout.org/tag/rivolte/","http://radioblackout.org/tag/rivoluzione/","http://radioblackout.org/tag/ucraina/",[32,139,140,15],"rivolte","rivoluzione",{"tags":142},[143,145,147,149],{"matched_tokens":144,"snippet":97},[32],{"matched_tokens":146,"snippet":139},[],{"matched_tokens":148,"snippet":140},[],{"matched_tokens":150,"snippet":15},[],[152],{"field":39,"indices":153,"matched_tokens":154,"snippets":156},[51],[155],[32],[97],{"best_field_score":119,"best_field_weight":120,"fields_matched":122,"num_tokens_dropped":51,"score":158,"tokens_matched":122,"typo_prefix_score":51},"578730123365711977",{"document":160,"highlight":180,"highlights":185,"text_match":188,"text_match_info":189},{"cat_link":161,"category":163,"comment_count":51,"id":164,"is_sticky":51,"permalink":165,"post_author":166,"post_content":167,"post_date":168,"post_excerpt":57,"post_id":164,"post_modified":169,"post_thumbnail":170,"post_thumbnail_html":171,"post_title":172,"post_type":62,"sort_by_date":173,"tag_links":174,"tags":179},[162],"https://radioblackout.org/category/informazione/",[50],"100622","https://radioblackout.org/2025/09/fronte-orientale-europeo-minacce-ripensamenti-e-ancora-minacce-contro-la-russia/","info2","Il cambio di rotta di Trump sull’Ucraina, secondo cui «con l’aiuto degli stati europei» Kiev dovrebbe puntare a riconquistare tutto il territorio perduto, aumenta la percezione che - una volta fallito il tentativo trumpiano di mediazione con Putin - sull'Europa si scarichi tutto il peso della guerra pur di ridurre il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti. Un altro segnale in questa direzione riguarda i presunti \"sconfinamenti\" di droni ed aerei da caccia russi (o presunti tali) sopra i cieli di vari paesi dell'Alleanza Atlantica, dalla Danimarca alla Polonia: se Trump ha incoraggiato gli Europei ad abbattere i velivoli nemici, si è però guardato bene dallo specificare se e a che patti gli Stati Uniti sarebbero disposti ad intervenire a difesa degli alleati NATO.\n\n\n\nIl premier polacco Tusk, un tempo favorevole a un intervento NATO più deciso, già oggi appare infatti più prudente: senza il sostegno americano, chi si potrebbe assumere la responsabilità di abbattere jet russi? Anche la Commissione europea ribadisce che l’opzione resta sul tavolo, ma le incertezze aumentano riguardo la possibilità che l'Europa sia in grado di affrontare da sola tutto il peso di una guerra che i suoi leader hanno fortemente incoraggiato. Nel frattempo, tra mutue provocazioni nei cieli europei, ucraini e russi l'escalation bellica rischia di diventare una questione non più solo verbale.\n\n\n\nNe parliamo con Sabato Angieri, che ne ha scritto per Il Manifesto.","26 Settembre 2025","2025-09-26 15:52:01","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/AFP_766Y4CQ-U65142601422DqH-1440x752@IlSole24Ore-Web.jpg.avif","\u003Cimg width=\"300\" height=\"157\" src=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/AFP_766Y4CQ-U65142601422DqH-1440x752@IlSole24Ore-Web.jpg.avif\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","\"Fronte Orientale\" europeo: minacce, ripensamenti e ancora minacce contro la Russia",1758901040,[175,176,177,178],"https://radioblackout.org/tag/europa/","https://radioblackout.org/tag/guerra-in-ucraina/","https://radioblackout.org/tag/nato/","https://radioblackout.org/tag/russia/",[29,21,27,18],{"post_content":181},{"matched_tokens":182,"snippet":183,"value":184},[85],"con l’aiuto degli stati europei» \u003Cmark>Kiev\u003C/mark> dovrebbe puntare a riconquistare tutto","Il cambio di rotta di Trump sull’Ucraina, secondo cui «con l’aiuto degli stati europei» \u003Cmark>Kiev\u003C/mark> dovrebbe puntare a riconquistare tutto il territorio perduto, aumenta la percezione che - una volta fallito il tentativo trumpiano di mediazione con Putin - sull'Europa si scarichi tutto il peso della guerra pur di ridurre il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti. 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L’accordo dettaglia un elenco di 57 risorse minerarie, tra cui materiali strategici come uranio, litio, elementi delle terre rare, oro, platino, petrolio e gas naturale. Qualsiasi futura espansione della lista richiederà il consenso reciproco. Tutte le risorse naturali presenti nel sottosuolo ucraino formalmente restano sotto il controllo di Kiev, che continuerà a detenere la facoltà di decidere dove, cosa e quanto estrarre. In base all’intesa siglata, gli Stati Uniti finanzieranno progetti di estrazione di minerali, petrolio e gas .Questo fondo sarà finalizzato al finanzaimento della ricostruzione post bellica ,ma anche allo sfruttamento dei minerali che saranno in futuro oggetto di estrazione . I proventi minerari finanzieranno l’acquisto di armamenti statunitensi da parte ucraina ribaltando completamente la prospettiva delle relazioni bilaterali: da fruitore degli aiuti militari USA, UE e NATO, l’Ucraina diventa così acquirente di prodotti militari statunitensi finanziati attraverso le garanzie offerte dalle risorse minerarie. L’obiettivo della Casa Bianca è recuperare i crediti ed eventualmente acquisire un nuovo cliente per la sua industria della difesa in un’Europa a cui Washington suggerisce con sempre maggiore fermezza di spendere il 5 per cento del PIL per la Difesa. Un fondo d'investimento che maschera una compravendita di armi che sarà pagata probabilmente dagli europei considerando che l'Ucraina è uno stato tecnicamente fallito dal punto di vista finanziario , garantendo così anche lo sganciamento nordamericano dal conflitto.\r\n\r\nNe parliamo con Francesco Dall'Aglio esperto di Europa orientale e questioni strategiche.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/INFO-05052025-DALLAGLIO.mp3\"][/audio]","5 Maggio 2025","Accordo USA Ucraina sullo sfruttamento dei minerali strategici.","2025-05-05 15:56:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-300x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-300x300.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-150x150.jpeg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-768x768.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-690x690.jpeg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-170x170.jpeg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'ACCORDO TRA USA E UCRAINA SUI MINERALI STRATEGICI OPZIONA A FAVORE DEGLI STATI UNITI LA RICOSTRUZIONE POSTBELLICA.",1746460586,[208,209,210,211],"http://radioblackout.org/tag/accordo/","http://radioblackout.org/tag/guerra-russo-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/minerali-strategici/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[213,214,215,216],"accordo","GUERRA RUSSO UCRAINA","minerali strategici","Stati Uniti",{"post_content":218},{"matched_tokens":219,"snippet":220,"value":221},[85],"restano sotto il controllo di \u003Cmark>Kiev\u003C/mark>, che continuerà a detenere la","Usa e Ucraina hanno firmato a Washington un accordo che consente agli americani di accedere alle riserve minerarie ucraine e che istituisce un fondo di investimento per la ricostruzione del Paese devastato da ormai oltre tre anni di guerra. 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Il modellodi welfare europeo viene sacrificato in nome della subordinazione delle inette classi dirigenti europee agli interessi del complesso militare industriale israelo americano. A giustificazione di quello che si configura come un trasferimento diretto di risorse dal pubblico al privato a beneficio del capitale finanziario che alberga comodamente nei consigli di amministrazione delle piu' importanti industrie militari , la grancassa mediatica della propaganda delira su inverosimili aggressioni russe paventando l'arrivo dei cosacchi a San Pietro . Se i russi sono in ginocchio come dall'inizio della guerra in Ucraina ci raccontano , allora non c’è nessun rischio che arrivino a Lisbona (visto che non sono arrivati neanche a Kiev) e non c’è alcun bisogno di spendere a debito altri 800 miliardi di euro, oltre ai più di 400 che quest’anno verranno stanziati da tutte le nazioni europee per la difesa. Una quota schiacciante della spesa militare impegnata in Europa per sconfiggere l'idra russa si trasforma in un sussidio diretto ai produttori di armi americani che monopolizzano i primi cinque posti nella classifica mondiale dei commercianti di equipaggiamenti e servizi militari, e tutto ciò avverrà con l'utilizzo dell'articolo 122 dei trattati europei che permette una procedura accelerata senza un voto al Parlamento europeo , a dimostrazione della natura oligarchica delle istituzioni europee.\r\n\r\nNe parliamo con Alberto Negri giornalista e reporter di guerra .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-ALBERTO-NEGRI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","10 Marzo 2025","Rearm Europe e i sonnambuli di Bruxelles ","2025-03-10 17:03:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-NEGRI-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"214\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-NEGRI-214x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-NEGRI-214x300.jpg 214w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-NEGRI.jpg 591w\" sizes=\"auto, (max-width: 214px) 100vw, 214px\" />","EUROPA SUCCUBE DEL COMPLESSO MILITARE INDUSTRIALE CELEBRA IL SUO RIARMO.",1741626219,[241,242,243,244],"http://radioblackout.org/tag/complesso-milkitare-industriale/","http://radioblackout.org/tag/contro-la-guerra-e-leconomia-di-guerra/","http://radioblackout.org/tag/rearme-europe/","http://radioblackout.org/tag/riarmo/",[246,247,248,249],"complesso milkitare industriale","contro la guerra e l'economia di guerra","rearme europe","riarmo",{"post_content":251},{"matched_tokens":252,"snippet":253,"value":254},[85],"non sono arrivati neanche a \u003Cmark>Kiev\u003C/mark>) e non c’è alcun bisogno","Il piano di riarmo europeo in nome della sicurezza introduce una tassa militare mascherata, la cui riscossione avverrà a scapito della protezione sociale. 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Una quota schiacciante della spesa militare impegnata in Europa per sconfiggere l'idra russa si trasforma in un sussidio diretto ai produttori di armi americani che monopolizzano i primi cinque posti nella classifica mondiale dei commercianti di equipaggiamenti e servizi militari, e tutto ciò avverrà con l'utilizzo dell'articolo 122 dei trattati europei che permette una procedura accelerata senza un voto al Parlamento europeo , a dimostrazione della natura oligarchica delle istituzioni europee.\r\n\r\nNe parliamo con Alberto Negri giornalista e reporter di guerra .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-ALBERTO-NEGRI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[256],{"field":115,"matched_tokens":257,"snippet":253,"value":254},[85],{"best_field_score":190,"best_field_weight":191,"fields_matched":122,"num_tokens_dropped":51,"score":192,"tokens_matched":122,"typo_prefix_score":51},{"document":260,"highlight":282,"highlights":287,"text_match":188,"text_match_info":290},{"cat_link":261,"category":262,"comment_count":51,"id":263,"is_sticky":51,"permalink":264,"post_author":54,"post_content":265,"post_date":266,"post_excerpt":57,"post_id":263,"post_modified":267,"post_thumbnail":268,"post_thumbnail_html":269,"post_title":270,"post_type":62,"sort_by_date":271,"tag_links":272,"tags":277},[48],[50],"95955","http://radioblackout.org/2025/02/da-livorno-a-torino-in-piazza-contro-la-guerra-e-il-militarismo/","Per il terzo anniversario della guerra in Ucraina ci sono state iniziative di piazza il 22 a Torino, il 24 a Livorno.\r\nVi proponiamo la cronaca delle due giornate con Patrizia del Coordinamento antimilitarista livornese e con la lettura in studio delle cronache dell’iniziativa promossa a Torino dal Coordinamento contro la guerra e chi la arma.\r\nIeri a Livorno, nonostante la pioggia battente, c’è stata una manifestazione che si è trasformata in assemblea di piazza con tante voci e contributi, anche al di là di quelli degli organizzatori.\r\nNel testo di lancio scrivevano: “Scendiamo in piazza a Livorno contro tutte le guerre il 24 febbraio, a tre anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, che ha trasformato in una guerra totale il conflitto in corso nella regione sin dal 2014. Una guerra che ha già provocato centinaia di migliaia di morti da entrambi i lati del fronte. L’Italia è direttamente coinvolta nella guerra, nel quadro dell’intervento della NATO e dell’UE, ha speso già quasi 20 miliardi tra finanziamenti diretti e contributi al fondo europeo di sostegno al governo di Kiev, inoltre con le missioni all’estero migliaia di militari italiani e centinaia di mezzi sono schierati in Europa orientale.”\r\n\r\nA Torino, il 22 febbraio è stata una lunga giornata di informazione e lotta.\r\nDi seguito alcuni stralci della cronaca:\r\n“In mattinata c’è stato un partecipato presidio informativo al Balon, con interventi, musica volantini, banchetti informativi.\r\nNel pomeriggio, in solidarietà con i disertori e obiettori ucraini e russi gli antimilitaristi si sono ritrovati di fronte al consolato ucraino di corso Massimo D’Azeglio 12 con uno striscione con la scritta “Con i disertori russi e ucraini, contro tutti gli Stati!”\r\nLa tappa successiva è stata all’ingresso dell’ex stabilimento Alenia Aermacchi di corso Marche, ormai abbandonato da decenni. Qui Leonardo, la maggiore industria di guerra italiana, e il Politecnico di Torino intendono costruire un nuovo polo ricerca e sperimentazione bellica.\r\nL’ingresso dell’area della ex palazzina 27, destinata al Politecnico, è stato chiuso con un grosso lucchetto.\r\nAccanto, due striscioni, uno con la scritta: “No alla ricerca e alla produzione bellica” e l’altro con “fancula la guerra, solidarietà con i popoli massacrati. Tanti fumogeni per rendere più visibile la protesta.\r\nIn contemporanea sul limitrofo ponte sulla ciclabile è stato appeso lo striscione “Leonardo Thales-Alenia, eccellenze italiane di morte e distruzione”.\r\nPer la quarta ed ultima tappa della giornata gli antimilitaristi si sono spostati a Caselle Torinese di fronte allo stabilimento dell’Alenia in strada Malanghero.\r\nUno striscione con la scritta “Spezziamo le ali al militarismo!” è stato aperto lungo la strada. \r\nQui, in quest’area militare dell’Aeroporto, si sperimentano i nuovi aerei. Da qui è partita la freccia tricolore che ha colpito un’auto in transito, uccidendo una bambina di nove anni.\r\nAll’Alenia del gruppo Leonardo si producono droni da guerra e i cacciabombardieri eurofighter.\r\nQueste armi hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi territori.\r\nPresto questo stabilimento verrà riammodernato per produrre i nuovi cacciabombardieri del Global Combat Air Programme, progettati e realizzati da Leonardo, Mitsubishi e BAE Systems, un nuovo più mortale strumento di guerra.\r\nChiudere e riconvertire l’industria bellica è un atto concreto per inceppare le guerre! Gettiamo sabbia nel motore del militarismo!”\r\n\r\nAscolta qui le cronache delle iniziative di Livorno e Torino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/2025-02-25-terzo-anniv-guerra-cr-cronache-liv-to.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","25 Febbraio 2025","2025-02-25 17:21:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/disertori-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"225\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/disertori-225x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/disertori-225x300.jpeg 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/disertori-768x1024.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/disertori-1152x1536.jpeg 1152w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/disertori.jpeg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","Da Livorno a Torino: in piazza contro la guerra e il militarismo",1740503712,[273,67,274,275,276],"http://radioblackout.org/tag/antimilitaristi/","http://radioblackout.org/tag/livorno/","http://radioblackout.org/tag/terzo-anniversario/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[278,21,279,280,281],"antimilitaristi","livorno","terzo anniversario","torino",{"post_content":283},{"matched_tokens":284,"snippet":285,"value":286},[85],"di sostegno al governo di \u003Cmark>Kiev\u003C/mark>, inoltre con le missioni all’estero","Per il terzo anniversario della guerra in Ucraina ci sono state iniziative di piazza il 22 a Torino, il 24 a Livorno.\r\nVi proponiamo la cronaca delle due giornate con Patrizia del Coordinamento antimilitarista livornese e con la lettura in studio delle cronache dell’iniziativa promossa a Torino dal Coordinamento contro la guerra e chi la arma.\r\nIeri a Livorno, nonostante la pioggia battente, c’è stata una manifestazione che si è trasformata in assemblea di piazza con tante voci e contributi, anche al di là di quelli degli organizzatori.\r\nNel testo di lancio scrivevano: “Scendiamo in piazza a Livorno contro tutte le guerre il 24 febbraio, a tre anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, che ha trasformato in una guerra totale il conflitto in corso nella regione sin dal 2014. 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Rincara la dose ancora Macron e soprattutto l’immancabile Stoltenberg che sembra sempre più l’utile idiota degli Usa e che si è spinto, come molti hanno notato, ben al di là delle proprie prerogative. Intanto, mentre le retoriche di guerra si dispiegano senza parsimonia, un radar facente parte del primo sistema di allarme nucleare russo (Early Warning) ad Armavir sarebbe stato accecato verosimilmente da droni ucraini. Un incidente molto pericoloso da cui abbiamo preso spunto per un confronto con Francesco Dall'Aglio, curatore del canale Telegram War Room, per capire quanto sta accadendo sul campo in termini militari ma soprattutto le intenzioni politiche degli attori coinvolti, Nato e Russia su tutti.\r\n\r\nAbbiamo poi continuato sul filo dei ragionamenti sviluppati nella scorsa puntata sul futuro della Germania, la tenuta del campo Europeo e dell'asse franco-tedesco in particolare, nonché del possibile progressivo disimpegno degli Usa dal quadrante dell'Europa Orientale, circostanza che sembrerebbe probabile a prescindere dall'esito delle prossime elezioni americane.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/la-fine-30-05.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLa Repubblica - Accecato dai droni il radar anti-atomica. L’azzardo di Kiev aumenta i pericoli di escalation nucleare\r\n\r\nWolfgang Streeck - Il piano per la pace di Sahra Wagenknecht. Perché vuole liberare la Germania dalle grinfie di Washington\r\n\r\nJulia Damphouse e Maurice Höfgen - Il cinismo elettorale di Sahra Wagenknecht\r\n\r\n ","31 Maggio 2024","2024-05-31 15:35:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/1717111044620-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #25 - L'EUROPA GONFIA I MUSCOLI",1717169443,[369],"http://radioblackout.org/tag/guerra/",[24],{"post_content":372},{"matched_tokens":373,"snippet":374,"value":375},[85],"il radar anti-atomica. 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Rincara la dose ancora Macron e soprattutto l’immancabile Stoltenberg che sembra sempre più l’utile idiota degli Usa e che si è spinto, come molti hanno notato, ben al di là delle proprie prerogative. Intanto, mentre le retoriche di guerra si dispiegano senza parsimonia, un radar facente parte del primo sistema di allarme nucleare russo (Early Warning) ad Armavir sarebbe stato accecato verosimilmente da droni ucraini. Un incidente molto pericoloso da cui abbiamo preso spunto per un confronto con Francesco Dall'Aglio, curatore del canale Telegram War Room, per capire quanto sta accadendo sul campo in termini militari ma soprattutto le intenzioni politiche degli attori coinvolti, Nato e Russia su tutti.\r\n\r\nAbbiamo poi continuato sul filo dei ragionamenti sviluppati nella scorsa puntata sul futuro della Germania, la tenuta del campo Europeo e dell'asse franco-tedesco in particolare, nonché del possibile progressivo disimpegno degli Usa dal quadrante dell'Europa Orientale, circostanza che sembrerebbe probabile a prescindere dall'esito delle prossime elezioni americane.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/la-fine-30-05.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLa Repubblica - Accecato dai droni il radar anti-atomica. L’azzardo di \u003Cmark>Kiev\u003C/mark> aumenta i pericoli di escalation nucleare\r\n\r\nWolfgang Streeck - Il piano per la pace di Sahra Wagenknecht. Perché vuole liberare la Germania dalle grinfie di Washington\r\n\r\nJulia Damphouse e Maurice Höfgen - Il cinismo elettorale di Sahra Wagenknecht\r\n\r\n ",[377],{"field":115,"matched_tokens":378,"snippet":374,"value":375},[85],{"best_field_score":190,"best_field_weight":191,"fields_matched":122,"num_tokens_dropped":51,"score":192,"tokens_matched":122,"typo_prefix_score":51},{"document":381,"highlight":393,"highlights":399,"text_match":188,"text_match_info":402},{"comment_count":51,"id":382,"is_sticky":51,"permalink":383,"podcastfilter":384,"post_author":328,"post_content":385,"post_date":386,"post_excerpt":57,"post_id":382,"post_modified":387,"post_thumbnail":388,"post_title":389,"post_type":334,"sort_by_date":390,"tag_links":391,"tags":392},"88970","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-18-04-2024-iran-israelecoreografia-o-premessa-per-la-guerra-totale-colombia-tra-disillusione-e-resistenza/",[302],"Bastioni di Orione incontra Francesco Dall'Aglio esperto di est Europa e di questioni strategico militari,con cui parliamo della risposta iraniana all'attacco israeliano del 1 aprile contro l'ambasciata iraniana a Damasco e degli aspetti strategico militari che ne conseguono .\r\n\r\nNon si conosce il numero esatto dei droni e dei missili lanciati dall'Iran se non attraverso le fonti occidentali ,di sicuro sono stati colpiti due aereoporti e una base militare da cui sarebbero partiti gli aerei che hanno bombardato l'ambasciata iraniana a Damasco. L'Iran evidentemente non ha usato il meglio del suo arsenale ma ha dimostrato di poter portare un attacco coordinato dal proprio territorio su bersagli ben protetti, mentre Israele ha messo alla prova il suo sistema di difesa integrato che, sollecitato, ha avuto bisogno di un intervento esterno di cui non conosciamo l'entità. Rimane aperta la questione della reale efficacia dell'attacco che viene descritto da fonti occidentali come una coreografia concordata anche con gli U.S.A ,ma se così fosse non giustificherebbe la necessità di una risposta ulteriore da parte di Israele.\r\n\r\nParliamo anche della guerra in Ucraina ,del cambio di strategia russo e delle difficoltà ucraine rilevando una palese sottovalutazione della capacità militare russa che ha portato ad una situazione di logoramento dell'esercito di Kiev .Ci troviamo di fronte ad una volontà di ricreare una situazione di confronto tra due blocchi contrapposti che alimenta una logica di deterrenza al fine di alimentare il complesso militare industriale ,con conseguente militarizzazione della società per giustificare i tagli alle spese sociali per sostenere il riarmo infinito.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-180424-DALLAGLIO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Laura Fano Morrissey antropologa sociale e ricercatrice indipendente ,esperta di femminismi latinoamericani che si trova a Bogotà, parliamo della situazione della Colombia . Continuano le uccisioni dei leader comunitari che guidano le lotte sociali da parte dei paramilitari, come è avvenuto a San Josè de Apartadò comunità dichiaratasi neutrale vicina a Panama ,dove sono stati uccisi una donna e un ragazzo moglie e fratello di un leader comunitario. Ormai il paramilitarismo è organico al narcotraffico e al soldo dei latifondisti ,sempre più pervasivo e difficilmente riconoscibile . Le promesse di Petro si sono infrante di fronte alla resilienza dello stato profondo colombiano anche grazie all'incompetenza e inesperienza del governo ( sono stati cambiati in un anno e mezzo 38 ministri), generando uno stato di profonda disillusione trai suoi sostenitori. Il governo ha svuotato i movimenti sociali dei suoi leader cooptandoli nella compagine governativa senza affrontare i temi fondamentali della riforma agraria,la distribuzione della terra,l'estrattivismo selvaggio,la marginalizzazione delle comunità afrodiscendenti ,la pervasività del narcotraffico ,la corruzione e il trasferimento forzato delle popolazioni native. Nonostante ciò i movimenti sociali di base resistono rimanendo l'unica alternativa credibile per un cambiamento radicale delle condizioni di vita del popolo colombiano.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-180424-COLOMBIA.mp3\"][/audio]","21 Aprile 2024","2024-04-21 00:27:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 18/04/2024-IRAN ISRAELE,COREOGRAFIA O PREMESSA PER LA GUERRA TOTALE ?- COLOMBIA TRA DISILLUSIONE E RESISTENZA .",1713659225,[337],[314],{"post_content":394},{"matched_tokens":395,"snippet":397,"value":398},[396],"Kiev ","situazione di logoramento dell'esercito di \u003Cmark>Kiev \u003C/mark> .Ci troviamo di fronte ad","Bastioni di Orione incontra Francesco Dall'Aglio esperto di est Europa e di questioni strategico militari,con cui parliamo della risposta iraniana all'attacco israeliano del 1 aprile contro l'ambasciata iraniana a Damasco e degli aspetti strategico militari che ne conseguono .\r\n\r\nNon si conosce il numero esatto dei droni e dei missili lanciati dall'Iran se non attraverso le fonti occidentali ,di sicuro sono stati colpiti due aereoporti e una base militare da cui sarebbero partiti gli aerei che hanno bombardato l'ambasciata iraniana a Damasco. 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Il processo di Astana (accordo fra Russia ,Turchia e Iran) ha disinnescato il conflitto congelandolo ,ma la crisi di egemonia dell'impero americanao si è rivelata ulteriormente con la constatazione che gli Stati Uniti non sono in grado di sostenere una guerra su più fronti. L'egemonia americana si esercita solo sul piano militare , grazie alla presenza di basi militari dislocate in tutto il mondo e alla bulimica spesa per la difesa che viene finanziata attraendo dollari che sono considerati un bene rifugio di fronte al caos che diventa funzionale al mantenimento dell'egemonia statunitense.\r\n\r\nIl capitale investito nella guerra ucraina ritorna per un 90% negli U.S.A. attraverso il complesso militare industriale che produce gli armamenti venduti al governo di Kiev , con la guerra per procura l'egemone americano ha ottenuto di dividere l'Europa dalla Russia, azzerare l'affluso di energia a basso costo proveniente dalla Russia che sosteneva la produzione tedesca con la distruzione dei gasdotti ,colpendo un potenziale concorrente e ha rivitalizzto la Nato . Nelle aspettative dei think tank neoconservatori come \"Heritage foundation\" che ancora condizionano la politica estera statunitense ,la guerra per procura contro la Russia avrebbe dovuto portare al collasso di Mosca e di conseguenza un indebolimento della Cina ,indicata come il nemico principale dal PNAC (Project for the New American Century) .\r\n\r\nL'operazione Maidan guidata da Victoria Nuland faceva parte del progetto di espansione della Nato fino ai confini della Russia e la guerra nel Donbass è stata alimentata ad arte depotenziando fino a renderli inefficaci gli accordi di Minsk come ha avuto modo di confermare pubblicamente la ex cancelliera tedesca Merkel.\r\n\r\nLe prospettive di un coinvolgimento nel conflitto della Nato sono reali considerando le difficoltà sul campo dell'esercito ucraino ,si sta preparando l'opinione pubblica a questa eventualità mutando attraverso la propaganda bellica la stessa percezione della guerra ,creando le premesse per un arruolamento anche delle coscienze .\r\n\r\nL'unica risposta alla classica domanda sul \"che fare\" rimane la guerra contro le borghesie nazionali che ci stanno portando alla catastrofe e la diserzione di massa contro la mobilitazione guerrafondaia che viene alimentata dalla propaganda bellicista.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-110424-GUERRA-MONESTAROLO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse redattore della rivista Focus on Africa parliamo del Corno d'Africa in particolare del processo di dissoluzione dell'entità statale somala dopo le prese di posizione del Puntland ,(regione semiautonoma della Somalia) , che ha ritirato il 31 marzo il suo riconoscimento delle autorità federali somale, dopo che il parlamento di Mogadiscio ha approvato una riforma costituzionale che introduce, tra le altre cose, l’elezione diretta del presidente e gli permette di nominare il primo ministro senza l’approvazione del parlamento . Finora la Somalia aveva votato con un sistema indiretto, in cui i rappresentanti dei clan facevano da intermediari. Secondo il governo le riforme sono necessarie per la stabilità politica, ma chi le critica pensa che l’esecutivo stia cercando di accentrare il potere. Le autorità del Puntland chiedono un referendum nazionale sulle riforme.\r\n\r\nA questo si aggiunge l'accordo tra Etiopia e Somaliland che prevede per l’Etiopia l'accesso ai porti del Somaliland, che in cambio otterrà il riconoscimento ufficiale da parte di Addis Abeba (al momento il Somaliland non è riconosciuto dalla comunità internazionale).\r\n\r\nPer quanto non legalmente vincolante, il memorandum d’intesa è considerato un passo molto importante sia per l’Etiopia, che così avrà uno sbocco commerciale e navale sul Mar Rosso – che gli è precluso dal 1993, anno dell'indipendenza dell'Eritrea – sia per il Somaliland, che uscirebbe ufficialmente per la prima volta dall'isolamento internazionale in cui si trova. L'accordo ha scatenato la reazione ostile da parte della Somalia con una crisi diplomatica con l'Etiopia ,a dimostrazione delle tensioni che si addensano sul Corno d'Africa ,un area estremamente sensibile rispetto agli equilibri strategici e commerciali globali in via di ridefinizione.\r\nParliamo anche del Sudan ad un anno dallo scoppio della guerra tra l'esercito sudanese e le RSF (le forze di supporto rapido) di Hemmeti , la situazione dal punto di vista militare è di stallo con il paese diviso in due ,la diplomazia internazionale è totalmente inefficace ,si richiede la riapertura dei colloqui fra le parti per far ripartire le trattative ,la società civile sudanese che 5 anni fa ersa stata protagonista delle mobilitazione che avevano portato alla caduta di Al Bashir è schiacciata dalla guerra che ha un impatto devastante sulla popolazione.\r\n\r\nNell'indifferenza generale dell'informazione si sta producendo in Sudan un vera e propria catastrofe umanitaria ,metà della popolazione sudanese è bisognosa di assistenza sanitaria ,otto milioni di profughi interni e più di un milione e mezzo di rifugiati nei paesi confinanti non hanno accesso ai presidi sanitari ,hanno difficoltà a reperire cibo ,si stanno diffondendo epidemie ,si assiste a ripetute violazioni dei diritti umani da parte di entrambi i contendenti con stupri di massa ed episodi di pulizia etnica sempre più frequenti.\r\n\r\nNessuno dei contendenti puo' vincere militarmente e gli interessi dei paesi coinvolti nel sostegno della guerra alimentano il conflitto nel silenzio complice delle diplomazie occidentali , mentre il popolo sudanese è sprofondato in un incubo senza fine dopo le speranze alimentate dalla caduta del dittatore Al Bashir 5 anni fa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-110424-MATTEO.mp3\"][/audio]","14 Aprile 2024","2024-04-14 12:10:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 11/04/2024- GUERRA IN UCRAINA,DECLINO DELL'IMPERO E CONTESA PER L'EGEMONIA GLOBALE -SUDAN AD UN ANNO DALLA GUERRA FRA WARLORDS NESSUN VINCITORE POSSIBILE E UNA CRISI UMANITARIA DEVASTANTE .",1713096601,[337],[314],{"post_content":417},{"matched_tokens":418,"snippet":419,"value":420},[85],"armamenti venduti al governo di \u003Cmark>Kiev\u003C/mark> , con la guerra per procura","Bastioni di Orione con Giorgio Monestarolo che si occupa principalmente di storia economica e socio-culturale dell’età moderna, con particolare attenzione ai rapporti tra capitalismo, economia di mercato e dinamiche sociali e ambientali nonchè autore del libro \"Ucraina ,Europa mondo \" parliamo della guerra in Ucraina e i riflessi del conflitto sulla contesa per l'egemonia globale in corso.\r\n\r\nSi parte con un collegamento tra il conflitto ucraino e la guerra in Libia e in Siria dove la fine di Gheddafi è stata un campanello di allarme per Putin e il tentativo di cambio di regime in Siria è fallito a causa dell'intervento militare russo che ha sostenuto il suo cliente storico Assad per tutelare la propria proiezione nel Mediterraneo . 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Incapaci di accettare il dato di fatto di una impossibile vittoria ucraina, come sottolineato dai maggiori analisti sistemici ed espressamente filo-occidentali, alzano la posta in gioco e stanziano nuovi generosi fondi per armare una nazione prostrata e semi-distrutta. Macron ha anche provato ad ipotizzare un ingaggio diretto boots on the ground, sconfessato, per ora, dagli altri alleati \"democratici\"; la palla viene però ripresa e rilanciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nei termini consueti del rifinanziamento a scopi militari. Così l'Europa, unico attore politico-economico destinato ad accollarsi i corsi di una enorme ricostruzione (quando avverrà) del paese sconfitto, stanzia un nuovo pacchetto di aiuti finalizzati \"alla riconquista di tutti i territori occupati\", con dotazione di caccia e missili a lunga gittata. Tanto per non farci mancare niente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso weekend è volata a Kiev per sottoscrivere un accordo di \"cooperazione e sicurezza\" della durata di 10 anni e denso di conseguenze per quanto riguarda l'ingaggio italiano. Da parte sua Putin non le manda a dire e ricorda agli incauti europei che anche loro hanno \"l'arma\" e non esiteranno ad utilizzarla se necessario. L'orologio del Doomsday ticchetta un'altra manciata di secondi verso Mezzanotte.\r\n\r\nAbbiamo commentato questi preoccupanti passaggi verso un rilancio della guerra con Antonio Mazzeo, anti-militarista ed ecologista, autore di La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell'istruzione in Italia.\r\n\r\nAbbiamo quindi raggiunto Sabato Angieri, inviata del Manifesto sul fronte ucraino, per avere aggiornamenti sul campo e commentare le crepe che incrinano la tenuta interna ucraina.\r\n\r\n***\r\n\r\nSul fronte mediorientale la carneficina israeliana contro la popolazione di Gaza continua senza sosta con una strage di civili affamati falcidiati dai fucili di Tsahal. Mentre alcuni storici sostenitori dell'opzione \"Due popoli, due stati\" continuano a proporla come unica soluzione possibile, pur spiegando l'impossibile sua realizzazione, altri commentatori denunciano trattative in atto tra israeliani ed egiziani per trasferire centinaia di migliaia di palestinesi nel Sinai in cambio di un sostanzioso pacchetto di aiuti di 10 miliardi di $ con la complicità attiva di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale. Ipotesi questa che se realizzata vedrebbe il concretizzarsi di una nuova Nakhba, voluta ed espressamente caldeggiata dall'esecutivo israeliano di Nathanyau e coloni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/la-fine-29-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLimes - ‘Due anni dopo. Stiamo perdendo la guerra d’Ucraina?’\r\n\r\nTommaso Di Francesco Entriamo in guerra? Mai dire mai\r\n\r\nSabato Angieri (Il Manifesto) - La moglie del soldato: «Non ce la fanno più, fateli tornare a casa»\r\n\r\n**\r\n\r\nMartin Indyk (Foreign Affairs) - The Strange Resurrection of the Two-State Solution\r\n\r\nMike Whitney Egypt Sells Out Palestinians for $10 Billion Loan Package","2 Marzo 2024","2024-03-02 16:07:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/1709280370741-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #19 - Sonnambuli verso la Guerra Totale",1709385475,[],[],{"post_content":439},{"matched_tokens":440,"snippet":441,"value":442},[85],"scorso weekend è volata a \u003Cmark>Kiev\u003C/mark> per sottoscrivere un accordo di","Le classi dirigenti europee sembrano percorrere - quanto consapevolmente non ci è dato sapere - la strada che ci porta dritti verso il baratro di una guerra sempre più esplicita e arroventata con la Russia. Incapaci di accettare il dato di fatto di una impossibile vittoria ucraina, come sottolineato dai maggiori analisti sistemici ed espressamente filo-occidentali, alzano la posta in gioco e stanziano nuovi generosi fondi per armare una nazione prostrata e semi-distrutta. Macron ha anche provato ad ipotizzare un ingaggio diretto boots on the ground, sconfessato, per ora, dagli altri alleati \"democratici\"; la palla viene però ripresa e rilanciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nei termini consueti del rifinanziamento a scopi militari. Così l'Europa, unico attore politico-economico destinato ad accollarsi i corsi di una enorme ricostruzione (quando avverrà) del paese sconfitto, stanzia un nuovo pacchetto di aiuti finalizzati \"alla riconquista di tutti i territori occupati\", con dotazione di caccia e missili a lunga gittata. Tanto per non farci mancare niente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso weekend è volata a \u003Cmark>Kiev\u003C/mark> per sottoscrivere un accordo di \"cooperazione e sicurezza\" della durata di 10 anni e denso di conseguenze per quanto riguarda l'ingaggio italiano. Da parte sua Putin non le manda a dire e ricorda agli incauti europei che anche loro hanno \"l'arma\" e non esiteranno ad utilizzarla se necessario. L'orologio del Doomsday ticchetta un'altra manciata di secondi verso Mezzanotte.\r\n\r\nAbbiamo commentato questi preoccupanti passaggi verso un rilancio della guerra con Antonio Mazzeo, anti-militarista ed ecologista, autore di La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell'istruzione in Italia.\r\n\r\nAbbiamo quindi raggiunto Sabato Angieri, inviata del Manifesto sul fronte ucraino, per avere aggiornamenti sul campo e commentare le crepe che incrinano la tenuta interna ucraina.\r\n\r\n***\r\n\r\nSul fronte mediorientale la carneficina israeliana contro la popolazione di Gaza continua senza sosta con una strage di civili affamati falcidiati dai fucili di Tsahal. Mentre alcuni storici sostenitori dell'opzione \"Due popoli, due stati\" continuano a proporla come unica soluzione possibile, pur spiegando l'impossibile sua realizzazione, altri commentatori denunciano trattative in atto tra israeliani ed egiziani per trasferire centinaia di migliaia di palestinesi nel Sinai in cambio di un sostanzioso pacchetto di aiuti di 10 miliardi di $ con la complicità attiva di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale. Ipotesi questa che se realizzata vedrebbe il concretizzarsi di una nuova Nakhba, voluta ed espressamente caldeggiata dall'esecutivo israeliano di Nathanyau e coloni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/la-fine-29-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLimes - ‘Due anni dopo. Stiamo perdendo la guerra d’Ucraina?’\r\n\r\nTommaso Di Francesco Entriamo in guerra? Mai dire mai\r\n\r\nSabato Angieri (Il Manifesto) - La moglie del soldato: «Non ce la fanno più, fateli tornare a casa»\r\n\r\n**\r\n\r\nMartin Indyk (Foreign Affairs) - The Strange Resurrection of the Two-State Solution\r\n\r\nMike Whitney Egypt Sells Out Palestinians for $10 Billion Loan Package",[444],{"field":115,"matched_tokens":445,"snippet":441,"value":442},[85],{"best_field_score":190,"best_field_weight":191,"fields_matched":122,"num_tokens_dropped":51,"score":192,"tokens_matched":122,"typo_prefix_score":51},{"document":448,"highlight":460,"highlights":465,"text_match":188,"text_match_info":468},{"comment_count":51,"id":449,"is_sticky":51,"permalink":450,"podcastfilter":451,"post_author":361,"post_content":452,"post_date":453,"post_excerpt":57,"post_id":449,"post_modified":454,"post_thumbnail":455,"post_title":456,"post_type":334,"sort_by_date":457,"tag_links":458,"tags":459},"86629","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-s-2-15-prove-di-green-deal-proteste-degli-agricoltori-in-mezza-europa/",[300],"La protesta degli agricoltori, dopo aver scosso per settimane una Germania in recessione arrivando fino alla capitale, fino ai seggi del Bundestag, approda in Francia e si allarga in Europa. In Francia sono giornate di blocchi autostradali e flash mob di trattori davanti alle Prefetture e sulle tangenziali delle grandi città. La destra francese, come già in Germania, soffia sulla protesta, cavalcando la morte di un’attivista e della sua figlia dodicenne, investite martedì mentre presidiavano un posto di blocco.\r\n\r\nLa rabbia degli agricoltori è esplosa anche in Polonia e in Romania, che già avevano dato segni di malcontento per via della concorrenza sleale dei prodotti ucraini.\r\n\r\nIn Polonia governo di Donald Tusk vuole firmare un accordo con l'Ucraina sul transito dei prodotti agricoli. Gli agricoltori hanno protestato in più di 150 luoghi in tutta la Polonia, opponendosi sia all'afflusso incontrollato di merci dall'Ucraina sia all'introduzione del Green Deal europeo, che costringe gli agricoltori di tutta Europa a ridurre la produzione.\r\n\r\nDal canto loro gli agricoltori e i trasportatori romeni hanno detto che le misure annunciate dal governo di Bucarest sono insoddisfacenti e che i colloqui finora portati avanti non hanno portato a una soluzione accettabile. Gli agricoltori hanno assicurato che continueranno a protestare finché non saranno soddisfatte le loro richieste.\r\n\r\nIl malcontento ha finito col trovare voce anche tra gli agricoltori italiani che stanno scendendo in strada a bordo dei loro trattori, protestando contro le mancate risposte del governo sull’aumento dei costi di produzione – tra cui quello del gasolio – e le politiche europee su cibi sintetici e farine di insetti. In particolare, i dimostranti lamentano una scarsa protezione dei prodotti italiani, che ritengono essere stati penalizzati rispetto a quelli provenienti da altri Paesi e il peso crescente della burocrazia che strangola il settore.\r\n\r\nLa sensazione, soprattutto in Germania e Francia è che gli agricoltori, al di là degli interessi specifici di cui sono senz’altro portatori, incarnino un malessere più diffuso che esplode oggi in un settore che vive di sussidi e invecchia inesorabilmente, perdendo addetti e precarizzando i salari, dove le piccole e medie imprese scompaiono a vantaggio dei grandi gruppi agroindustriali, dove i centri decisionali sono sempre più lontani e fuori da ogni controllo democratico. Un malessere che è compreso e condiviso a vari livelli della società.\r\n\r\nSul presidio di solidarietà con gli agricoltori tenutosi nei giorni scorsi a Torino, abbiamo raggiunto un compagno per una corrispondenza ed un analisi della piazza.\r\n\r\nCome notava il commentatore tedesco che abbiamo intervistato nella scorsa puntata esiste poi una nicchia di agricoltori che non guardano ai sussidi e si sottraggono alle logiche dei grandi distributori, praticando un’agricoltura ecologica e improntata alla qualità. Per chiedergli cosa pensano delle proteste abbiamo sentito Fabrizio Garbarino presidente dell’ARI.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/la-fine-25-01.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nCosimo Caridi e Michela A.G. Iaccarino - Green & Kiev, la rivolta da Berlino a Sofia\r\n\r\nAnna Maria Merlo - Paura di una rivolta stile gilet. Governo Attal in allarme\r\n\r\nRADURA Podcast - Rivoltare la terra - Le mobilitazioni degli agricoltori","26 Gennaio 2024","2024-01-26 18:59:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/1706260204925-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #15 - PROVE DI GREEN DEAL: PROTESTE DEGLI AGRICOLTORI IN MEZZA EUROPA",1706295592,[],[],{"post_content":461},{"matched_tokens":462,"snippet":463,"value":464},[85],"Michela A.G. Iaccarino - Green & \u003Cmark>Kiev\u003C/mark>, la rivolta da Berlino a","La protesta degli agricoltori, dopo aver scosso per settimane una Germania in recessione arrivando fino alla capitale, fino ai seggi del Bundestag, approda in Francia e si allarga in Europa. In Francia sono giornate di blocchi autostradali e flash mob di trattori davanti alle Prefetture e sulle tangenziali delle grandi città. 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Un malessere che è compreso e condiviso a vari livelli della società.\r\n\r\nSul presidio di solidarietà con gli agricoltori tenutosi nei giorni scorsi a Torino, abbiamo raggiunto un compagno per una corrispondenza ed un analisi della piazza.\r\n\r\nCome notava il commentatore tedesco che abbiamo intervistato nella scorsa puntata esiste poi una nicchia di agricoltori che non guardano ai sussidi e si sottraggono alle logiche dei grandi distributori, praticando un’agricoltura ecologica e improntata alla qualità. Per chiedergli cosa pensano delle proteste abbiamo sentito Fabrizio Garbarino presidente dell’ARI.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/la-fine-25-01.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nCosimo Caridi e Michela A.G. Iaccarino - Green & \u003Cmark>Kiev\u003C/mark>, la rivolta da Berlino a Sofia\r\n\r\nAnna Maria Merlo - Paura di una rivolta stile gilet. 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